Divine Essence

di dark_dreamer90
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La notte era ormai calata da qualche ora e Vincent attendeva l’uomo che gli avrebbe finalmente permesso di compiere la sua vendetta; una vendetta che pregustava da tanto, troppo tempo.

Londra era invasa dalla nebbia che la faceva apparire spettrale e lugubre; l’insegna al neon del pub Winchester produceva stupendi giochi di luce con le piccole particelle di umidità.

La piccola stradina dove era ubicato il locale si trovava in uno dei più piccoli quartieri della città, e, appoggiato ad un muro c’era Vincent; il ragazzo era magro e alto, il tempo sembrava non passare più e le persone da dentro il pub stavano per uscire dato che la serata stava per giungere al termine. Le prime a uscire dalla porta del pub erano due ragazze alticce che  stavano a malapena in piedi; urlando e ridendo cercavano di trascinarsi verso il taxi più vicino per poter tornare a casa; Vincent era quasi tentato di adescare le due per divertirsi un po’, poi la sua attenzione era stata attirata dal lontano rumore di passi trascinati che esprimevano stanchezza e dolore.

La porta del pub si era nuovamente aperta e aveva lasciato spazio a una giovane ragazza accompagnata da un uomo che probabilmente l’aveva fatta ubriacare per potersi approfittare di lei, ma improvvisamente lui si era beccato uno schiaffo in piena faccia forse per qualcosa di strano che le aveva detto, inizialmente l’uomo aveva alzato il braccio come se fosse pronto per ricambiare il gesto, poi aveva notato Vincent che lo stava fissando e si era fermato.

Dopo qualche istante nel quale i due si erano fissati negli occhi, l’uomo si era dato alla fuga, lasciando la povera donna sola e ubriaca all’entrata del pub.

Vincent le si era avvicinato per chiederle se aveva bisogno, ma lei in malo modo lo aveva cacciato via e si era incamminata verso un taxi poco distante.

Il silenzio era tornato, come di consueto a fare compagnia a Vincent, il quale era ormai spazientito dal ritardo della persona che doveva incontrare.

Ad un tratto, da una strada laterale era apparso un uomo.

I due avevano cominciato a squadrarsi per riconoscersi, poi su entrambi i volti era comparso un ghigno.

L’uomo appena arrivato aveva cominciato ad avvicinarsi a Vincent, il quale aveva abbandonato il muro dove era appoggiato e attendeva di ascoltare le informazioni che gli sarebbero state comunicate a breve.

<< Sei in ritardo Arthur! >> aveva detto il non morto.

<< Ho impiegato più tempo del previsto perché sono stato pedinato. >>

<< Ah! Il mio adorato fratellino! Sempre sotto le luci della ribalta! >> in tono orgoglioso << dov’è stato il suo ultimo concerto? >>

<< Nella Grande Mela, New York. >> dopo qualche secondo Arthur era tornato a parlare << Lei non è ancora stata messa al corrente dei fatti, ma tra poco lo sarà. >>

Vincent sorrideva compiaciuto << Cara, piccola mia creatura, il tuo tempo è ormai scaduto, adesso vedremo chi tra me e mio fratello riuscirà a spuntarla.

Una risata malefica era uscita dalle sanguigne labbra del vampiro, raggelando Arthur.

<< Coraggio, andiamo Arthur, prima che il cielo si sfoghi sulla terra. >>

I due camminavano fianco a fianco mentre si allontanavano imboccando una piccola strettoia e i primi lampi illuminavano la cupa notte londinese.





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