La
notte era ormai calata da qualche ora e Vincent attendeva
l’uomo che gli
avrebbe finalmente permesso di compiere la sua vendetta; una vendetta
che
pregustava da tanto, troppo tempo.
Londra
era invasa dalla nebbia che la faceva apparire spettrale e lugubre;
l’insegna
al neon del pub Winchester produceva stupendi giochi di luce con le
piccole
particelle di umidità.
La
piccola stradina dove era ubicato il locale si trovava in uno dei
più piccoli
quartieri della città, e, appoggiato ad un muro
c’era Vincent; il ragazzo era
magro e alto, il tempo sembrava non passare più e le persone
da dentro il pub
stavano per uscire dato che la serata stava per giungere al termine. Le
prime a
uscire dalla porta del pub erano due ragazze alticce che stavano a malapena in
piedi; urlando e
ridendo cercavano di trascinarsi verso il taxi più vicino
per poter tornare a
casa; Vincent era quasi tentato di adescare le due per divertirsi un
po’, poi
la sua attenzione era stata attirata dal lontano rumore di passi
trascinati che
esprimevano stanchezza e dolore.
La
porta del pub si era nuovamente aperta e aveva lasciato spazio a una
giovane
ragazza accompagnata da un uomo che probabilmente l’aveva
fatta ubriacare per
potersi approfittare di lei, ma improvvisamente lui si era beccato uno
schiaffo
in piena faccia forse per qualcosa di strano che le aveva detto,
inizialmente
l’uomo aveva alzato il braccio come se fosse pronto per
ricambiare il gesto,
poi aveva notato Vincent che lo stava fissando e si era fermato.
Dopo
qualche istante nel quale i due si erano fissati negli occhi,
l’uomo si era
dato alla fuga, lasciando la povera donna sola e ubriaca
all’entrata del pub.
Vincent
le si era avvicinato per chiederle se aveva bisogno, ma lei in malo
modo lo
aveva cacciato via e si era incamminata verso un taxi poco distante.
Il
silenzio era tornato, come di consueto a fare compagnia a Vincent, il
quale era
ormai spazientito dal ritardo della persona che doveva incontrare.
Ad
un tratto, da una strada laterale era apparso un uomo.
I
due avevano cominciato a squadrarsi per riconoscersi, poi su entrambi i
volti
era comparso un ghigno.
L’uomo
appena arrivato aveva cominciato ad avvicinarsi a Vincent, il quale
aveva
abbandonato il muro dove era appoggiato e attendeva di ascoltare le
informazioni che gli sarebbero state comunicate a breve.
<<
Sei in ritardo Arthur! >> aveva detto il non morto.
<<
Ho impiegato più tempo del previsto perché sono
stato pedinato. >>
<<
Ah! Il mio adorato fratellino! Sempre sotto le luci della ribalta!
>> in
tono orgoglioso << dov’è stato il
suo ultimo concerto? >>
<<
Nella Grande Mela, New York. >> dopo qualche secondo
Arthur era tornato a
parlare << Lei non è ancora stata messa al
corrente dei fatti, ma tra
poco lo sarà. >>
Vincent
sorrideva compiaciuto << Cara, piccola mia creatura, il
tuo tempo è ormai
scaduto, adesso vedremo chi tra me e mio fratello riuscirà a
spuntarla.
Una
risata malefica era uscita dalle sanguigne labbra del vampiro,
raggelando
Arthur.
<<
Coraggio, andiamo Arthur, prima che il cielo si sfoghi sulla terra.
>>
I
due camminavano fianco a fianco mentre si allontanavano imboccando una
piccola
strettoia e i primi lampi illuminavano la cupa notte londinese.