Disclaimers: Nel primo capitolo.
Cap.4: Rogue.
In corsivo i pensieri.
Seduta davanti allo specchio,
nella stanza in penombra, Rogue si asciugò le lacrime per
l'ennesima volta.
Negli ultimi giorni tutte le
sue energie sembravano
essersi concentrate in
quell' unico gesto.
I suoi occhi stanchi e
arrossati erano testimonianza del grande dolore che le lacerava il
petto impedendole perfino di respirare, tanto era forte.
Eppure sapeva che doveva
riuscire a farsi coraggio.
Doveva alzarsi e affrontare
gli altri.
Almeno quel giorno.
Lo doveva a se stessa e a lui... soprattutto a lui.
''Assassina!
Come hai potuto farlo? Si fidava di te!''
Scosse la testa nel vano
tentativo di scordare quella voce, quegli insulti cosí
dolorosi quanto veri.
Kitty non c'era certo andata
leggera con lei.
Ma, in fondo,
perché avrebbe dovuto?
Ogni sua parola era stata
meritata.
In verità avrebbe
meritato anche di peggio, ma come al solito Tempesta e Logan si erano
intromessi per difenderla.
Stupidi...
tutti e due.
Non era la prima volta che
faceva del male a qualcuno che amava.
Non era la prima volta che la
chiamavano mostro o assassina.
L'unica differenza era che
stavolta aveva superato un limite pericoloso.
Questa volta non c'era modo di
tornare indietro, non c'era conforto o perdono possibile.
Stavolta era davvero diventata
un azzardo per chiunque le stesse accanto.
Per chiunque fosse
cosí sciocco da volerle bene.
Lo sapeva bene, lo aveva
sempre saputo, ma aveva fatto finta di nulla.
Aveva finto di potersi
controllare, di poter sfuggire alla condanna che il destino le aveva
imposto, ma la verità era che non c'era via di fuga e adesso
era troppo tardi per aggiustare le cose.
Non importava che Tempesta
l'abbracciasse per dimostrarle che non aveva paura e le ripetesse che
non era colpa sua, che non poteva saperlo.
Lei non capiva, non fino in
fondo.
E Logan...
Che aveva provato la sua
stessa sofferenza, la solitudine.
Lui poteva capire il suo
bisogno di restare sola, di allontanarsi dagli altri per proteggerli,
ma anche lui si rifiutava di farlo.
Accecato dal suo affetto,
vedeva solo la ragazzina di pochi anni prima, spaventata
e infreddolita, ma non era piú la stessa persona.
Qualcuno bussò alla
porta, ma lei non rispose.
Sapeva già chi era.
Si era
fatto tardi, doveva prepararsi e uscire, ma non trovava la forza per riuscirci.
Logan la chiamò,
bussando ancora alla porta.
Di nuovo Marie non rispose.
Non era che Logan la
infastidisse, anzi...
ma era proprio questo il problema.
Per molte ragioni diverse.
In parte la faceva sentire a
disagio averlo sempre intorno pronto a difenderla se qualcuno la
offendeva, sempre a fissarla con quell'aria preoccupata e incerta, come
se avesse paura di dire la cosa sbagliata distruggendola
definitivamente.
Era strana questa sua affidabilità.
Logan era uno di quegli uomini
sempre pronti a combattere per difendere chi amano, ma
incapaci di affrontare un qualsiasi problema sentimentale.
Posto davanti alla parola emozione, Logan
fuggiva veloce come il vento e. quando tornava. lo faceva come se nulla
fosse accaduto in passato.
Eppure stavolta le era rimasto
accanto.
Impacciato nelle parole e nei
gesti, incapace di trovare il modo giusto per aiutarla, per alleviare
il suo dolore, ma sempre lí... vicino a lei.
Forse anche Logan poteva
crescere.
A quel pensiero si
lasciò sfuggire un piccolo sorriso amaro.
Era un peccato che avesse
deciso di crescere proprio ora... quando ormai era tardi per ogni cosa.
Lo sguardo le cadde sulla
piccola scultura di ghiaccio che Bobby le aveva regalato il suo primo
giorno alla scuola per mutanti .
''Io sono
Bobby, tu come ti chiami?''
Per un istante
assaporò la gioia di quel momento, quando aveva creduto di
aver finalmente trovato il suo posto nel mondo.
Il
sogno di una bambina ingenua...
"Marie? E' tardi."
La voce di Logan le
arrivò inaspettatamente vicina, sussultando lo vide
attraverso lo specchio.
Di nuovo quello sguardo
preoccupato.
In silenzio annuì,
ma rimase seduta.
Non si fidava della sua voce,
non voleva scoppiare a piangere davanti a lui...non di nuovo.
Aveva sempre desiderato
mostrarsi forte, indipendente.
Voleva che Logan la ammirasse
per quanto era cresciuta.
Voleva che finalmente la
riconoscesse per ciò che era: una donna.
E invece si ritrovava sempre a
dover essere salvata da lui.
E ormai era troppo tardi perché Logan la vedesse in qualsiasi altra luce.
"Marie?" le posò le
mani sulle spalle, lentamente, con attenzione.
Probabilmente per paura di
spaventarla, forse per paura di toccare la sua pelle traditrice,
pensare che poteva ucciderlo con cosí poco... lui che era sopravvissuto a cosí tanto.
Sospirando indossò
i lunghi guanti di velluto nero che aveva sotterrato in fondo ad un
cassetto con la speranza di non vederli mai piú.
Le mani si strinsero
rassicuranti intorno alle sue spalle prima di lasciarla andare.
Rogue si alzò
facendogli cenno di precederla.
Logan sembrò sul
punto di dirle qualcosa, ma come ogni volta, perse il coraggio ed
uscì in silenzio.
Marie non era stupita,
né delusa.
Con gli anni aveva scoperto
tutte le sue stranezze, tutte le contraddizioni e si era
irrimediabilmente affezionata a ciascuna di esse.
Aveva imparato a capirlo senza
bisogno di parole, perché gli occhi di Logan parlavano molto di piú
delle sue labbra.
E sapeva cosa cercava di dirle
da mesi, da
giorni....
....ormai
era troppo tardi per ascoltarlo.
Era troppo tardi per far
nascere qualcosa che una volta aveva desiderato con tutta se stessa, ma
che ormai la faceva sentire marcia dentro.
Logan era stato il suo sogno.
Il primo vero amore.
Quello a prima vista, che ti
scuote dentro e che rimane nel cuore per sempre.
Si era innamorata del suo
dolore, della sua malinconia, di quel peso che sembrava portarsi sulle
spalle ovunque andasse e aveva desiderato condividere quel peso per
rendere piú serena la sua esistenza.
Aveva sognato di avvicinarsi a
lui, di essergli amica e, forse un giorno, qualcosa di piú.
Ma le loro strade non erano
fatte per unirsi.
Si incontravano, sì.
Si intrecciavano decine di
volte, ma non si legavano... mai.
Cosí era arrivata Jean coi suoi unici poteri, con
la sua forza, bellezza, perfino intelligenza.
Lei era ciò che
ogni donna desiderava diventare.
Tutto ciò che Rogue
sentiva di non essere.
Perciò si era fatta
da parte, aveva guardato mentre Logan si innamorava di un'altra,
ingoiando l'invidia e la delusione, ripetendosi che andava
bene anche cosí, che un giorno,
forse, Logan si sarebbe accorto anche di lei.
Ma non era accaduto.
Logan se ne era andato
lasciandola da sola con una ferita troppo profonda da curare e le loro strade si erano
divise ancora una volta.
Bobby era arrivato allora.
Come il classico principe
azzurro, si era fatto spazio nella sua vita e nel suo cuore diventando
indispensabile come l'aria che respirava.
Col suo aiuto la piccola Marie
era cresciuta mettendo da parte il suo sentimento per Logan,
convincendosi che fosse solo una cotta infantile.
E quando Logan era tornato, ad
attenderlo c'era una donna.
Ma Logan ancora non riusciva a
vederla, troppo accecato dalla bella Jean.
Cosí, ancora una volta, Rogue si era fatta da
parte, stavolta per sempre... sarebbe stata sua amica, lo avrebbe
aiutato e confortato, ma aveva capito ed accettato che il suo sogno non
era destinato ad essere realtà.
Lentamente Bobby aveva preso
il posto di Logan e lei era stata felice.
E, quando Jean era morta,
aveva cercato di aiutare Logan, ma non era tornata sui suoi passi perché ormai era Bobby il suo futuro.
Attorno a lei il vociare
sembrò farsi piú intenso strappandola ai suoi pensieri per rigettarla
in quella realtà fatta di sguardi impauriti e carichi di
rabbia.
''Cosa ci fa ancora qui?''
''Non la terranno come
insegnante?''
''Non posso credere che sia
venuta''
Dalla parte opposta del largo
cerchio di ragazzi, Kitty la fissò piangendo.
Rogue tremò lievemente
di fronte a quello sguardo carico d'odio,
ma non distolse gli occhi.
No, voleva tenerlo impresso
nella mente.
Voleva ricordare
ciò che aveva fatto.
Ciò che era
davvero.
La mano di Logan si strinse
attorno alla sua, ma la ragazza non ricambiò la stretta.
Eppure nonostante i suoi
sforzi, quel piccolo gesto fu sufficiente a darle coraggio, a
riscaldarle il cuore.
"Andrà tutto bene
ragazzina, vedrai."
Come scottata Rogue si
sottrasse al contatto e si allontanò di un passo da Logan
ignorando il suo sguardo ferito.
Non ce l' aveva
con lui, non voleva fargli del male... ma ormai era
tardi per tutto questo.
''Il Signore è il mio pastore: non
manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare...''
Kitty singhiozzò
tra le braccia di Tempesta mentre la donna, con gli occhi lucidi,
cercava inutilmente di trattenere il suo dolore.
''Se dovessi camminare in una valle oscura, non
temerei alcun male perché tu sei con me...''
I ragazzi scoppiarono in
lacrime attorno a lei, mentre in cielo il sole continuava a
brillare come prendendosi gioco di tutti loro.
Rogue sentí le lacrime scivolarle sulle guance, ma non
emise alcun suono.
Non
piú....
''Felicità e grazia mi saranno
compagne tutti i giorni della mia vita...''
Ormai era tardi per ogni cosa.
Perché la strada di Bobby era stata cancellata per
sempre e nessuno avrebbe mai potuto rimediare a questo.
I suoi sciocchi sogni
infantili non avevano piú senso.
Non erano piú
giusti.
Per questo doveva andarsene.
Separare per sempre il suo
destino da quello di Logan, anche se questo le avrebbe provocato un
terribile dolore.
Anche se questo avrebbe ferito
profondamente Logan.
Perché ormai era tardi per ogni cosa....
Ormai Bobby Drake non esisteva
piú e tutto a causa della sua orribile
mutazione....
''...e abiterà nella casa del
Signore per lunghissimi anni.....''
Tbc...
Note: grazie a tutti quelli che hanno lasciato un commento!E grazie a tutti quelli che leggono senza commentare, spero che la storia continui a piacervi!
La morte di Bobby non era in progetto,all'inizio doveva stare con Kitty,ma proprio non riuscivo a scrivere il capitolo...lo trovavo troppo scontato e anche cattivo verso Bobby..:P...che ne pensate della mia scelta?
A parte questo mi scuso per la lunga attesa, il prossimo dovrebbe arrivare piú in fretta visto che per metà è già scritto!!