5. Epilogo
200 QI di
intelligenza dovranno pur servire a qualcosa…
Nel
giro di due giorni, tutta Konoha aveva saputo di Kurenai e del piccolo
Kichirou. Shikamaru aveva trascorso con loro ogni momento libero,
finchè Tsunade non lo aveva sbattuto fuori dalla camera di
Kurenai.
“La tengo in osservazione solo per un altro giorno ancora, uno solo,”
aveva ringhiato, vedendolo seduto per l’ennesima volta al
capezzale della neo mamma. “Non devi sbrigare quelle
commissioni che ti avevo affidato ieri, Shikamaru?”
“Quei rapporti sono già sulla vostra scrivania,
madamigella Tsunade,” rispose distratto Shikamaru, porgendo
un dito al bambino perché glielo stringesse.
“Li hai già finiti?” Tsunade
spalancò gli occhi e guardò Kurenai, che sorrise
e scosse il capo.
“Shikamaru,” lo chiamò allora Kurenai.
“Madamigella Tsunade sta dicendo che non
c’è bisogno di stare qui a vegliarmi tutto il
tempo. Hai sentito? Domani torno a casa.”
“Non se ne parla,” ridacchiò Shikamaru.
“L’ho promesso ad Asuma.”
“Bah,” inveì ancora Tsunade,
avvicinandosi per controllare le condizioni di Kurenai e Kichirou.
“Finirai per consumarlo, questo bambino, a forza di star qui
a spupazzartelo. Ti ricordo che loro
non vanno da nessuna parte, mentre c’è una persona
che deve ripartire al più presto.”
Shikamaru alzò gli occhi su Tsunade e la guardò
senza battere ciglio. “Lo so.”
Shikamaru bussò due volte sull’intelaiatura del
fusuma.
“Ohi, sei tu.”
Temari gli aprì con espressione indaffarata, sporgendo solo
la testa e lasciando intravedere la propria silhouette dietro la porta.
“Vieni, vieni. Entra,” gli disse subito, facendosi
da parte. “Sto finendo di preparare i bagagli, ma
c’è un po’ di the in cucina, se vuoi
sederti.”
Shikamaru si tolse il giubbotto verde da chuunin e lo
abbandonò sullo schienale del divano, arrotolandosi fino al
gomito la maglia nera che indossava sotto.
“Come sta Kurenai?” gli chiese Temari,
dall’altra stanza.
“Benissimo,” rispose Shikamaru, andando in cucina a
curiosare un po’ in giro. “Tsunade la lascia andare
a casa domani, ma solo per precauzione.”
“Sono contenta.” Temari fece capolino sulla soglia
della cucina con una borsa in mano, poi scomparve di nuovo per andare a
depositarla nell’ingresso.
“E sono contenta di constatare che tua madre ti ha finalmente
lasciato andare,” commentò, tornando da lui.
“Sono in libertà vigilata,”
scherzò Shikamaru.
Temari rise e si versò una tazza di the.
“Senti, Temari,” cominciò Shikamaru,
incrociando le braccia sul petto.
“Sì?”
“Io…”
Anche con tutti i suoi 200 QI, Shikamaru non era riuscito ad elaborare
una strategia accettabile per quello che si apprestava a fare.
“Resti molto a Suna?”
Temari batté le palpebre, perplessa. “Beh,
sì. Ci abito.”
Idiota. Mentecatto.
“No, volevo dire… Torni presto a Konoha?”
“Oh.” Temari ridacchiò e mise la tazza
vuota nel lavandino. “Non lo so. Dipende.”
“Da cosa?”
“Da quanti affari avrò da sbrigare, tra qui e
Suna. Perché?”
Forza, Shikamaru.
È il tuo momento, usa il cervello!
“Perché – “ si interruppe.
Temari lo guardò, poi si mise a sciacquare la tazza nel
lavandino prima di riporla nella credenza.
“Perché mia madre ha detto che, la prossima volta
che ricapiti da queste parti, devo invitarti a cena da noi,”
snocciolò Shikamaru tutto d’un fiato.
“Le stai simpatica.”
Temari si accigliò pericolosamente.
Uh-oh. Scelta infelice
di parole?
“Ma davvero? Devi
invitarmi… beh, se sto simpatica a tua madre…”
E ora perché
si arrabbiava?
Temari rimase a fissarlo intensamente per qualche secondo,
probabilmente per permettere ai suoi 200 QI di svolgere il loro lavoro,
ma capì al volo che sarebbe stata una partita persa.
“Shikamaru,” sibilò in tono conciliante.
“Me lo dici solo perché sto simpatica a tua
madre?”
Ops.
“Certo che no!” esclamò Shikamaru,
dandosi mentalmente del ritardato. “Anche a me farebbe
piacere.”
Temari si lasciò sfuggire un sorriso arcigno. “In
questo caso, la durata del mio soggiorno a Suna potrebbe essere
indirettamente proporzionale alla tua quantità di
piacere.”
Shikamaru sogghignò. Temari gli si avvicinò con
calma premeditata e si fermò a pochissimi centimetri di
distanza dal suo viso.
“Allora?” lo sfidò.
Shikamaru la prese per i fianchi e la baciò
all’improvviso, con un impeto di cui non si sarebbe mai
immaginato capace e che parve cogliere Temari ugualmente alla
sprovvista. Sentì la ragazza tirarsi un momento indietro per
lo stupore, poi avvinghiarsi di nuovo a lui come se non stesse
aspettando altro da giorni. Avida, gli passò le mani sugli
avambracci nudi attorno ai propri fianchi, poi risalì lungo
le spalle, fino al collo e alla nuca, dove intrecciò le dita
ai suoi capelli, scompigliando il codino.
Shikamaru mugolò qualche protesta contro le sue labbra e la
mise a sedere sul tavolo, passandole le mani sulle cosce tornite e
sulla vita morbida cinta dall’obi scarlatto.
Temari si lasciò scappare un risolino.
“E questo dove l’hai imparato,
ragazzino?” gli soffiò all’orecchio,
mentre si allontanava per riprendere fiato e gli accarezzava i
lineamenti aguzzi con le mani.
“Conoscere Ino a volte torna utile,” rispose
Shikamaru con un sorriso angelico. “Non sai quante volte
l’ho sentita parlare con Sakura di ciò che avrebbe
voluto fare con questo o quell’altro ragazzo.”
“La Yamanaka?” ripetè Temari pungente.
“Ah, sì?”
Shikamaru ridacchiò e la baciò di nuovo,
mandandola quasi riversa sul tavolo. Temari si puntellò con
i gomiti per non cadere, ma lasciò andare la testa
all’indietro quando Shikamaru le passò le mani
sulla schiena e le baciò il collo fino alla clavicola.
“Gelosa?” mormorò.
“Non ancora,” ribattè Temari,
fulminandolo con lo sguardo. “Ma se ti becco con lei, ti
faccio a pezzettini, Nara, sappilo.”
“Allora mi si prospetta una vita lunga e serena,”
ridacchiò Shikamaru.
“Certo che hai un tempismo perfetto, piagnucolone,”
esalò Temari, abbracciandolo e baciandogli il collo.
“Ti decidi a muovere il culo proprio ora che devo tornare a
casa.”
“Sei la ragazza più fine che abbia mai incontrato,
seccatura,” disse Shikamaru, abbracciandola a sua volta e
raddrizzandosi con lei addosso. “E chi te lo dice che la mia
non fosse tutta una tattica per farti tornare qui?”
“Ma se non riuscivi nemmeno a intavolare il discorso,
prima!” Temari gli passò una mano sulla guancia e
seguì la linea del sopracciglio sottile con un dito.
“Devo andare. Mi aspettano.”
“Ma torni presto, vero?”
“Il prima possibile, te lo giuro.”
“Così, per una volta, secondo mia madre
combinerò qualcosa di buono.”
“Non le basta sapere che hai sepolto quel tizio
dell’Akatsuki, Hidan, nella foresta di famiglia?”
“Cose di ordinaria amministrazione in casa Nara.”
Ridacchiarono entrambi.
“Senti, piagnucolone…”
“Che vuoi, seccatura?”
“Quindi… noi stiamo insieme?”
“Non so,” rispose lui, passandole una mano sotto
l’orlo del kimono. “Tu che dici?”
“Dico che – “ Temari scese dal tavolo e
scostò la sua mano dalla propria gamba con un sorrisetto
malizioso. “Se non fai il bravo, lo dico ai miei
fratelli.”
“D’accordo, d’accordo.”
Shikamaru sopirò rassegnato. “Sei ufficialmente la
mia ragazza, principessa selvaggia di Suna. Contenta, ora?”
Temari gli diede un bacio a fior di labbra e andò ad
agganciarsi il ventaglio sulla schiena, prima di dirigersi verso la
porta e prendere in mano la borsa.
“Questa la faccio mandare direttamente a casa,” gli
disse. “Voglio viaggiare leggera.”
“Andiamo, seccatura,” sorrise Shikamaru,
rimettendosi il giubbotto da chuunin e aprendole la porta.
“Devo accompagnarti fino alle porte del villaggio, o Tsunade
diventerà una belva. Ho già messo la sua pazienza
a dura prova, negli ultimi giorni.”
Shikamaru le prese la borsa per consegnarla personalmente al portiere
dell’albergo e si sporse per dare un bacio sulla guancia a
Temari.
“Le donne sono una gran seccatura, sai?”
commentò con espressione annoiata.
Temari gli fece un sogghigno a trentadue denti e gli tese la mano in
modo che Shikamaru potesse intrecciare le proprie dita alle sue.
FINE
SPAZIO
DELL’AUTRICE
Allora
allora allora!
Eccoci
qua, alla felice conclusione per la nostra coppia di ninja preferiti ^_^
Che
dire? Intanto un ringraziamento particolare a tutte le mie recensitrici
DOC. Sempre puntuali e sempre fin troppo gentili nei vostri commenti.
Fa sempre un gran piacere vedere tante persone interessate ai propri
lavori (io stessa mi sto prodigando per lasciare più
commenti possibili U.U, anche se con il mio tempo a disposizione
– poco – è un po’ difficile).
Un
altro ringraziamento va a tutte quelle persone che hanno inserito
questa fic tra le seguite e a tutti quelli che si sono fermati di qui
per leggere e basta.
Spero
davvero che vi siate divertiti a leggere almeno la metà di
quello che mi sono divertita io a scrivere. Cerco sempre di pubblicare
con le migliori intenzioni, ovvero quelle di far trascorrere almeno 10
minuti in serenità a chi legge, dimenticando per un momento
il mondo esterno.
Vista
la carrellata di complimenti sul mio stile di scrittura (ancora sono
veramente stupita e arrossisco fino alla punta dei capelli quando
rileggo i vostri commenti *.*), se date un’occhiata alla mia
pagina personale potete avere un’idea di quello che
significhi per me “scrivere”. Riporto una citazione
in particolare di Stephen King, uno scrittore che, al di là
dei gusti personali (io stessa non riesco a reggere più di
un racconto breve, a volte XD), in merito a questo argomento dice cose
molto sensate, a mio modesto parere.
“Quando
leggete un racconto, voglio farvi ridere o piangere, o entrambe le cose
insieme. In altre parole, voglio il vostro cuore.”
E
ora, i ringraziamenti ^_^
Salice
--->
Tranquilla! Vero che Shikaku e Yoshino sono carinissimi?? Spero che tu
sia rimasta soddisfatta da questa conclusione! Ciao!
Kimiko_93
--->
^^’ (vedi sopra XD). Sì, in effetti Ino mi serviva
a sdrammatizzare un po’ la situazione. Visto il carattere
generale della fic, mi sembrava un po’ sbilanciato fare di
quel capitolo un piagnisteo generale. Grazie mille per la tua conferma
al nome giapponese (e anche tutte le altre volte in cui hai commentato
sei stata utile, cosa credi?? *si aggira con occhio assassino brandendo
il ventaglio di Temari*)! Figurati che io ho dato alla mia gatta il
nome Yuki perché è tutta bianca, sapendo appunto
che voleva dire “neve”. E poi ho controllato meglio
e ho scoperto che voleva dire anche triliardi di altre cose T.T. I nomi
giapponesi mi fanno impazzire XD.
_Sumiko_
---> XD: vedi
sopra anche tu. Sono convinta anche io che sarebbero genitori
fantastici, sia Shikamaru che Temari. Me li sono immaginata tante volte
e vedere come Shikamaru si comporta con Kurenai nel manga ha fomentato
ancora di più le mie speranze.
Perla
nera?? Alludi forse a quella di Jack Sparrow/mitico Johnny Depp??? XD
No, sto scherzando! È bello sapere che la mia fic
è paragonata ad una cosa così preziosa *.*
blablaba
---> Prima o
poi rivelerò al mondo la tua vera natura di Mosca Verde
XDXD. A proposito delle nostre teorie, ti immagini se Shiho diventasse
come Shizune?? Temari fa una strage, altro che foresta disboscata dal
ventaglio assassino.
Ah,
davvero: Kurenai pare avere una gestazione da elefante; forse
Kishi-sensei non ha capito molto bene come funzionano certe cose,
chissà. Matto come un cavallo pure lui. Per il nome, ho
scartabellato una sera prima di trovarne uno abbastanza azzeccato e
abbastanza carino. Ce n’erano di più azzeccati nel
significato, ma non mi piacevano neanche un po’ e, allo
stesso tempo, volevo evitare ripetizioni quali Asuma o Hiruzen.
Piaciuta la fic?? ;-)
ami90
---> Anche tu
un tempismo perfetto, gioia! Stavo giusto per postare quando ho visto
la tua recensione XD! Spero che anche questo epilogo ti sia piaciuto.
Figurati se Naruto poteva portare a termine il compito! anche se non
fosse stato ubriaco, ti pare che Kakashi possa farsi fregare
così? Che copia ninja-con-sharingan-ultrararissimo-superpotente-figlio-di-Zanna-Bianca
sarebbe allora??? XDXDXD E che pessimo spettacolo per Sakura T.T
“E
se qualcuno di questi racconti ti è utile, ti fa volare con
la fantasia, ti aiuta a trascorrere una noiosa ora di pausa per la
colazione, un viaggio in aereo, o un’ora di punizione da solo
in classe per aver tirato palline di carta, questa è la mia
ricompensa.”
Sperando
di risentirci presto, sempre vostra
Lucy Farinelli.
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