Nick autore: elderberry
Titolo:
Le vin et le poison
Rating:
arancione
Fandom
/ Pairing: Il ritratto di Dorian Gray (lord Henry
Wotton/Dorian
Gray)
Avvertenze:
Yaoi, Lemon, One-shot
Genere:
Erotico, introspettivo
Canzone
scelta: Poison di Alice Cooper
Curiosità:
–
Château d’Yquem è un vino prodotto a
Sauternes,
centro della Francia sudoccidentale, situato poco più a sud
di Bordeaux. Nella
Classificazione ufficiale dei vini di Bourdeaux
del 1855,
Château d'Yquem è stato l'unico Sauternes ad avere
la qualifica "Premier
Cru Supérieur". Proprio per questo motivo, la sua
superiorità é percepita
anche dai prezzi elevati rispetto a tutti gli altri vini di questo tipo;
–
Bacco, corrispondente romano di Dioniso, rappresentava la forza vitale
di
tutto ciò che si sviluppa nel mondo vegetale e animale. Per
questa sua qualità
fu considerato il dio del vino, dell’ebbrezza, degli istinti
primordiali e del
vizio;
–
Il vino può essere facilmente interpretato come allusione
simbolica al veleno
(come si legge già nel titolo);
–
In tutto il racconto, come ci insegnano Wilde e il Decadentismo in
generale, l’esaltazione del piacere è morbosamente
collegata alla corruzione
della decadenza.
Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Oscar
Wilde; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di
lucro.
Your
mouth, so hot
your web,
I'm caught
your skin,
so wet
black
lace, on sweat....
I hear you
calling and it's needles and pins (and pins)
I wanna
hurt you just to hear you screaming my name
don't
wanna touch you but you're under my skin (deep in)
I wanna
taste you but your lips are venomous poison
you're
poison, running through my veins
poison
I
don't wanna break these chains.
§Le vin et le poison§
La
sera era sul punto di cedere il posto alla notte quando il cielo, ormai
buio, cominciava ad essere trapunto dalle prime fulgide stelle,
risultandone
schiarito. Attraverso la finestra semiaperta, la piacevole brezza
primaverile
traghettava all’interno della stanza un intenso profumo di
fiori, saturando
l’aria.
Lord
Henry, affettatamente seduto sul canapè, attendeva che
Dorian si
approntasse per andare al club.
Dopo
circa dieci minuti, gli si presentò innanzi il suo giovane
amico con
indosso un’elaborata vestaglia di cachemire ricamata di seta.
«Eccoti,
Dorian. Ma cosa fai ancora così? Mettiti elegante e andiamo
a
cena. Siamo già abbastanza in ritardo».
«Sono
troppo stanco per mangiare, Harry, e sono troppo annoiato per restare
qui da solo» disse il giovane con aria saturnina.
«Piuttosto, devo farti vedere
una cosa».
Sparì
per tornare qualche istante più tardi con una bottiglia di
Château
d’Yquem[1]
tra le mani.
«È
arrivato stamattina da Sauternes. Ho fatto di tutto per averlo. I
Francesi dicono che mostri la sua delicata bellezza come un pavone
estende le
piume variopinte della sua coda».
La
stappò e ne versò con cura il contenuto in una
coppa di cristallo orlata
da grani d’oro. Annusò la bevanda e le sue narici
finemente cesellate vibrarono
di piacere.
Una
sinfonia di albicocca, mandarino, vaniglia, impreziosita da lontane
note di frutti esotici si sprigionava da quel vino che, attraverso il
cristallo, brillava come topazio liquido.
Dorian
avvicinò delicatamente la bocca al bicchiere, sfiorando lo
stelo con
le sue dita bianche e affusolate e bevve il prezioso nettare dionisiaco.
Lord
Henry stette ad osservarlo. Vide in lui un’incantevole
incarnazione
moderna del dio Bacco e gli si avvicinò, suggendo
direttamente dalle sue labbra
il filtro proibito, come l’amante[2]
che, impaziente di essere rapita dalla
tetra morte, invano cerca una stilla di veleno sulle labbra
dell’amato dandogli
il bacio estremo.
Il
giovane tremava e si scuoteva tutto come un fiore al vento e
d’istinto
indietreggiò.
«C’è
piacere nel peccato, ma non c’è reato se
quando ti concedi provi
piacere[3]»
disse lord Henry modulando la sua
bellissima voce.
Dorian
annullò la distanza tra loro e attese.
«Voglio
vederti nudo, come le anime che avvampano
all’inferno» disse con un
tono stentoreo l’amico, lasciando che le parole gli
scivolassero di bocca come
un ordine.
Dorian
donò voluttuosamente le sue labbra, congiungendole a quelle
del suo
amante in baci dapprima timidi, poi famelici e impetuosi, altisonanti
inni
intonati in onore della divinità della Passione.
Lentamente,
accompagnati dagli uccelli che cantavano nel giardino
rugiadoso, intrapresero una danza sensuale e appassionata.
La
lingua velenosa di lord Henry tracciava strani percorsi sul corpo
marmoreo di Dorian, marchiando la sua pelle nivea come lava
incandescente.
Il
tocco delle sue lunghe dita, le quali sfioravano e pizzicavano
sapientemente le corde del Piacere come fossero violini, era dolce e
leggero,
costringendo il suo amante a sussurrare tra i respiri affannosi il suo
nome.
Nomi invocati, urlati, squarciavano la notte e il silenzio della
stanza.
Divenne incalzante, quasi animalesco il bisogno di congiungere i loro
corpi in
ritmi sempre più concitati a formare un tutt’uno,
uniti dal cieco e voglioso
richiamo della Lussuria che, entrata piano dalle bocche semidischiuse,
gementi
ed affannose, si stendeva come un drappo di seta lucida lungo
l’addome e si
insinuava tra le gambe, inumidendosi dei liquidi dell’orgasmo.
Banchettarono
al simposio del Piacere, assaporandone i deliziosi filtri e
le squisite pietanze.
Più
tardi, i due amanti giacevano stesi sul letto immersi in un perfetto
silenzio.
Lord
Henry prese una sigaretta da un’elegante scatola
d’argento e cominciò
a fumare avidamente.
Osservava
Dorian con incanto, lo guardava come se non avesse visto mai
nulla di più bello, colto da un’estasi suprema.
Quel
ragazzo aggraziato e incantevole con il viso da angelo menzognero era
stato a lungo ai suoi occhi il sacro oggetto di un culto religioso,
perché era
la manifestazione di una Bellezza ideale e suprema. In quel letto dalle
lenzuola ancora madide di sudore era diventato un meraviglioso fiore
immortalato nel pieno del suo splendore, la cui purezza era stata
irrimediabilmente contaminata.
Soltanto le cose sacre sono degne di essere
toccate[4],
ripeté a se stesso.
Dorian
si alzò dal letto e aprì le tende di seta verde.
Si
avvicinò al cassettone dorato stile Luigi XIV e
afferrò con un gesto
esitante lo specchio ovale incorniciato di Cupidi d’avorio,
nella cui
superficie cristallina si rifletteva la sua immagine. Si era ormai
abituato a
rimirarla come una delle più deliziose opere
d’arte. I gigli delle sue guance
erano nel pieno della loro pura bellezza, di un veemente scarlatto
erano le
rose delle sue labbra. I suoi occhi brillavano come il cielo terso di
primavera, morbidi fili d’oro, intrecciandosi tra loro,
componevano la trama
dei boccoli ribelli, spruzzati a tratti dal chiarore
dell’argentea luna.
Nella
tersa superficie dello specchio era riflessa anche l’immagine
di Lord
Henry, nudo e disteso sul letto.
Le
sue labbra, rosse come due melagrane, che si muovevano per raccontare
chissà quali storie fantastiche, avevano attirato
l’attenzione del giovane.
Quell’uomo,
con la sua voce bellissima, bassa e musicale, l’aveva
incantato
più volte, come il pifferaio fa con il serpente. La sua
lingua suadente e
letale, dispensatrice di teorie fascinose, velenose, deliziose, che
l’avevano
più volte rivelato a se stesso, sapeva svelare insegnamenti
la cui bellezza era
crudele e disarmante, ma tanto naturale.
Come
uno speziale, lord Henry gli aveva offerto un veleno squisito. Se ne
era cibato fino all’ultima goccia, ne aveva goduto, ne era
assuefatto ed ora
doveva pagarne il prezzo.
In
quell’istante, una luce vermiglia illuminò i suoi
occhi d’ametista e un
brivido percorse il suo corpo, causando una fitta di dolore.
Nel
profondo, custodita nei più reconditi meandri della sua
memoria,
giaceva l’altra immagine di sé. Il viso deturpato,
stuprato dalle piaghe del
Vizio nero e della Passione scarlatta, tangibile effigie della cupa
pozza che
ospitava la sua anima.
Quello
era il mostro che Dorian aveva creato. In fondo, di
tutti i
veleni l’anima è il più forte[5].
[1] Tutte le
informazioni su
questo vino sono
state ricavate da Château
d'Yquem
sito ufficiale.
[2]
È chiaro il
riferimento alla tragedia
Romeo e Giulietta di William
Shakespeare (atto V, scena III).
[3] La frase
in corsivo
è tratta dal film del 1975
The
Rocky Horror Picture Show,
diretto da Jim Sharman.
[4] La frase
in corsivo
è tratta dal romanzo Il
ritratto di Dorian Gray di Oscar
Wilde.
[5] La frase
in corsivo
è di Novalis.
N.d. elderberry:
Buon
Yaoi Day a tutti!
La
fanfiction è nata proprio per festeggiare questo giorno e
partecipa alla
Rainbow Celebration indetta da Rekichan e Setsuka.
È
stato, al tempo stesso, un piacere e una tortura scriverla. Spero che
onori il genere e quel capolavoro letterario a cui si ispira,
“Il ritratto di
Dorian Gray”, romanzo nato dal genio di Wilde. Mi auguro che
vi piaccia e che
non vi abbia delusi. Per la classifica completa cliccate qui.
Alla prossima.
Baci.
Elderberry.
Ed ecco i risultati:
Giudizio di Setsuka
LE
VIN ET LE POISON di Elderberry
VINCITRICE
PREMIO STILE: uno stile di scrittura eccellente e che esprime
soltanto Bellezza allo stato puro, degno dell'opera di Wilde.
VINCITRICE
PREMIO COMICO MIGLIOR NUDO: perché Dorian ha fatto prima di
tutti:
un chirurgo estetico migliore del diavolo non poteva trovarlo.
Un
piacevole scritto con cui dissetare il bisogno di Bellezza e Piacere
letterario. Linguaggio ricercato e poetico, sensuale e incantatore,
colto e
ricco di piccoli piacevoli dettagli, che rende onore all'opera
originale di
Wilde. Senza saperlo sei capitata bene con me, visto che sono una delle
poche
che abbraccia il movimento estetico di Walter Pater. Con una
relativamente
veloce lettura ho avuto ben chiaro quanto elaborata, ricca e dunque
colta è
questa perla, da un punto di vista formale l'ho trovata perfetta ed ha
perfettamente carpito gli elementi chiave del decadentismo e del
movimento
estetico pateriano, anche nella caratterizzazione dei personaggi sei
stata
molto fedele agli originali, nonostante non veda Lord Henry tipo da
fare il
primo passo, come hai anche detto tu lui è un serpente che
induce in
tentazione, quindi forse non avrebbe fatto mai la prima mossa, ma...
è un
dettaglio. Tutto l'aspetto formale, concettuale e riguardante l'opera
originale
per me è comunque perfetto, nonostante -forse eri costretta
per non uscire
fuori gli schemi de Il ritratto di Dorian Gray?- non sia qualcosa di
particolarmente originale, ma è complrensibile.
Quello
che mi è meno comprensibile è invece il fatto che
in questo magnifico
lavoro ci sia una passione tiepida, che tu non abbia osato, nonostante
avevi un
tema fantastico; ricordo quando io e Reki abbiamo scelto questa
citazione ed
eravamo d'accordo su un'idea "chi la userà come tema tema
scriverà una
lemon da far mancare il fiato, una di quelle da sbavo" e se hai Alice
Cooper e la sua Poison ( una chiara celebrazione al sesso estremo )
come puoi
non osare? Osare diventa la regola. Tu hai scritto una raffinatissima
lime e di
Erotico c'è soltanto l'atmosfera, per lo più
suggerita dal tuo sensuale stile,
per il resto non riesco proprio a leggere la passione, a sentirla nel
tuo
scritto. Non era d'obbligo certo fare una lemon, ma Poison era l'unica
citazione -forse- che richiedeva una lemon, una Signora lemon, estrema
come
Alice Cooper e ciò che suona e scrive e forse anche un po'
di malvagità, vera,
non avrebbe guastato, ma questa è solo una mia visione
personale, che non
influisce sul giudizio.
Un
vero peccato perchè sei un'eccellente e -si vede- colta
fanwriter, usare
citazioni, rendere complessa e ricca un'opera è giusto,
distingue, ma se non
c'è passione, se non si osa molto spesso non si crea neanche
un proprio stile,
una propria poetica e chi legge apprezzerà soltanto una
parte del lavoro, non
della sua anima.
Correttezza
grammatico-morfo-sintattica: 10
Attinenza
al tema: 7
Stile:
10
Originalità:
7
Caratterizzazione:
9
Gradimento
personale: 9
Punteggio
totale: 52/60
Giudizio
di reki
Nick
autore: elderberry
Titolo:
Le vin et le poison
Fandom:
Il ritratto di Dorian Gray
Grammatica&Sintassi:
molto buone entrambe, non vi sono assolutamente
errori. Giusto un punto dimenticato che, però, è
frutto di un’evidente
distrazione.
10/10
Attinenza
al tema: Direi che è più che attinente.
Effettivamente, le labbra di
Lord Henry sono state la prima fonte di veleno per Dorian.
10/10
Stile:
Sublime. Mi è piaciuto davvero molto, in quanto riprende gli
artifici
tipici di Wilde. Una lettura davvero gradevole. Tuttavia, la trama
è debole.
Poco conclusiva. Non è ben chiaro come i due arrivino a
rotolarsi sotto le
coperte, visto che il passaggio è molto affrettato.
Bellissima, invece, la
conclusione.
Mi
è sembrato di notare una citazione sbagliata:
“Soltanto le cose sacre sono
degne di essere toccate”. Perlomeno nel mio libro
c’è: “le cose sacre sono le
sole che valga la pena sporcare”. Non so se è una
tua traduzione dall’inglese,
o la traduzione del tuo libro.
8/10
Originalità:
non brilla per originalità, anzi l’ho trovata
piuttosto banale e
scontata. Più un ottimo esercizio di stile che altro. Non
c’è nulla che porti
veramente in alto questo racconto.
5/10
Caratterizzazione:
direi un ottimo IC, sia per il comportamento di Lord Henry,
sia per le paure di Dorian.
10/10
Gradimento
personale: ho particolarmente apprezzato lo stile, ma la storia mi
sembra davvero troppo “vuota”. È come se
oltre allo stile non ci fosse
nient’altro: né un’idea originale alle
spalle, né sentimenti che vengono alla
luce. Insomma, è una lettura piacevole, ma che non mi ha
colpita in nessun
modo.
6/10
Totale:
49/60
CLASSIFICA
FINALE
Ottava
classificata:
Elderberry,
Le vin et le poison. con 101/120
LE
VIN ET LE POISON DI ELDERBERRY:
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