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Autore: elderberry    05/03/2010    3 recensioni
La sera era sul punto di cedere il posto alla notte quando il cielo, ormai buio, cominciava ad essere trapunto dalle prime fulgide stelle, risultandone schiarito. Attraverso la finestra semiaperta, la piacevole brezza primaverile traghettava all’interno della stanza un intenso profumo di fiori, saturando l’aria. Lord Henry, affettatamente seduto sul canapè, attendeva che Dorian si approntasse per andare al club. Fanfiction scritta per lo YAOI DAY e per la Rainbow Celebration di Rekichan e Setsuka.
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: elderberry
Titolo: Le vin et le poison
Rating: arancione
Fandom / Pairing: Il ritratto di Dorian Gray (lord Henry Wotton/Dorian Gray)
Avvertenze: Yaoi, Lemon, One­-shot
Genere: Erotico, introspettivo
Canzone scelta: Poison di Alice Cooper
Curiosità:
– Château d’Yquem è un vino prodotto a Sauternes, centro della Francia sudoccidentale, situato poco più a sud di Bordeaux. Nella Classificazione ufficiale dei vini di Bourdeaux del 1855, Château d'Yquem è stato l'unico Sauternes ad avere la qualifica "Premier Cru Supérieur". Proprio per questo motivo, la sua superiorità é percepita anche dai prezzi elevati rispetto a tutti gli altri vini di questo tipo;
– Bacco, corrispondente romano di Dioniso, rappresentava la forza vitale di tutto ciò che si sviluppa nel mondo vegetale e animale. Per questa sua qualità fu considerato il dio del vino, dell’ebbrezza, degli istinti primordiali e del vizio;
– Il vino può essere facilmente interpretato come allusione simbolica al veleno (come si legge già nel titolo);
– In tutto il racconto, come ci insegnano Wilde e il Decadentismo in generale, l’esaltazione del piacere è morbosamente collegata alla corruzione della decadenza.

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Oscar Wilde; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 
Your mouth, so hot
your web, I'm caught
your skin, so wet
black lace, on sweat....
I hear you calling and it's needles and pins (and pins)
I wanna hurt you just to hear you screaming my name
don't wanna touch you but you're under my skin (deep in)
I wanna taste you but your lips are venomous poison
you're poison, running through my veins
poison
 I don't wanna break these chains.

§Le vin et le poison§


La sera era sul punto di cedere il posto alla notte quando il cielo, ormai buio, cominciava ad essere trapunto dalle prime fulgide stelle, risultandone schiarito. Attraverso la finestra semiaperta, la piacevole brezza primaverile traghettava all’interno della stanza un intenso profumo di fiori, saturando l’aria.
Lord Henry, affettatamente seduto sul canapè, attendeva che Dorian si approntasse per andare al club.
Dopo circa dieci minuti, gli si presentò innanzi il suo giovane amico con indosso un’elaborata vestaglia di cachemire ricamata di seta.
«Eccoti, Dorian. Ma cosa fai ancora così? Mettiti elegante e andiamo a cena. Siamo già abbastanza in ritardo».
«Sono troppo stanco per mangiare, Harry, e sono troppo annoiato per restare qui da solo» disse il giovane con aria saturnina. «Piuttosto, devo farti vedere una cosa».
Sparì per tornare qualche istante più tardi con una bottiglia di Château d’Yquem[1] tra le mani.
«È arrivato stamattina da Sauternes. Ho fatto di tutto per averlo. I Francesi dicono che mostri la sua delicata bellezza come un pavone estende le piume variopinte della sua coda».
La stappò e ne versò con cura il contenuto in una coppa di cristallo orlata da grani d’oro. Annusò la bevanda e le sue narici finemente cesellate vibrarono di piacere.
Una sinfonia di albicocca, mandarino, vaniglia, impreziosita da lontane note di frutti esotici si sprigionava da quel vino che, attraverso il cristallo, brillava come topazio liquido.
Dorian avvicinò delicatamente la bocca al bicchiere, sfiorando lo stelo con le sue dita bianche e affusolate e bevve il prezioso nettare dionisiaco.
Lord Henry stette ad osservarlo. Vide in lui un’incantevole incarnazione moderna del dio Bacco e gli si avvicinò, suggendo direttamente dalle sue labbra il filtro proibito, come l’amante[2] che, impaziente di essere rapita dalla tetra morte, invano cerca una stilla di veleno sulle labbra dell’amato dandogli il bacio estremo.
Il giovane tremava e si scuoteva tutto come un fiore al vento e d’istinto indietreggiò.
«C’è piacere nel peccato, ma non c’è reato se quando ti concedi provi piacere[3]» disse lord Henry modulando la sua bellissima voce.
Dorian annullò la distanza tra loro e attese.
«Voglio vederti nudo, come le anime che avvampano all’inferno» disse con un tono stentoreo l’amico, lasciando che le parole gli scivolassero di bocca come un ordine.
Dorian donò voluttuosamente le sue labbra, congiungendole a quelle del suo amante in baci dapprima timidi, poi famelici e impetuosi, altisonanti inni intonati in onore della divinità della Passione.
Lentamente, accompagnati dagli uccelli che cantavano nel giardino rugiadoso, intrapresero una danza sensuale e appassionata.
La lingua velenosa di lord Henry tracciava strani percorsi sul corpo marmoreo di Dorian, marchiando la sua pelle nivea come lava incandescente.
Il tocco delle sue lunghe dita, le quali sfioravano e pizzicavano sapientemente le corde del Piacere come fossero violini, era dolce e leggero, costringendo il suo amante a sussurrare tra i respiri affannosi il suo nome. Nomi invocati, urlati, squarciavano la notte e il silenzio della stanza. Divenne incalzante, quasi animalesco il bisogno di congiungere i loro corpi in ritmi sempre più concitati a formare un tutt’uno, uniti dal cieco e voglioso richiamo della Lussuria che, entrata piano dalle bocche semidischiuse, gementi ed affannose, si stendeva come un drappo di seta lucida lungo l’addome e si insinuava tra le gambe, inumidendosi dei liquidi dell’orgasmo.
Banchettarono al simposio del Piacere, assaporandone i deliziosi filtri e le squisite pietanze.
 
Più tardi, i due amanti giacevano stesi sul letto immersi in un perfetto silenzio.
Lord Henry prese una sigaretta da un’elegante scatola d’argento e cominciò a fumare avidamente.
Osservava Dorian con incanto, lo guardava come se non avesse visto mai nulla di più bello, colto da un’estasi suprema.
Quel ragazzo aggraziato e incantevole con il viso da angelo menzognero era stato a lungo ai suoi occhi il sacro oggetto di un culto religioso, perché era la manifestazione di una Bellezza ideale e suprema. In quel letto dalle lenzuola ancora madide di sudore era diventato un meraviglioso fiore immortalato nel pieno del suo splendore, la cui purezza era stata irrimediabilmente contaminata.
Soltanto le cose sacre sono degne di essere toccate[4], ripeté a se stesso.
Dorian si alzò dal letto e aprì le tende di seta verde.
Si avvicinò al cassettone dorato stile Luigi XIV e afferrò con un gesto esitante lo specchio ovale incorniciato di Cupidi d’avorio, nella cui superficie cristallina si rifletteva la sua immagine. Si era ormai abituato a rimirarla come una delle più deliziose opere d’arte. I gigli delle sue guance erano nel pieno della loro pura bellezza, di un veemente scarlatto erano le rose delle sue labbra. I suoi occhi brillavano come il cielo terso di primavera, morbidi fili d’oro, intrecciandosi tra loro, componevano la trama dei boccoli ribelli, spruzzati a tratti dal chiarore dell’argentea luna.
Nella tersa superficie dello specchio era riflessa anche l’immagine di Lord Henry, nudo e disteso sul letto.
Le sue labbra, rosse come due melagrane, che si muovevano per raccontare chissà quali storie fantastiche, avevano attirato l’attenzione del giovane.
Quell’uomo, con la sua voce bellissima, bassa e musicale, l’aveva incantato più volte, come il pifferaio fa con il serpente. La sua lingua suadente e letale, dispensatrice di teorie fascinose, velenose, deliziose, che l’avevano più volte rivelato a se stesso, sapeva svelare insegnamenti la cui bellezza era crudele e disarmante, ma tanto naturale.
Come uno speziale, lord Henry gli aveva offerto un veleno squisito. Se ne era cibato fino all’ultima goccia, ne aveva goduto, ne era assuefatto ed ora doveva pagarne il prezzo.
In quell’istante, una luce vermiglia illuminò i suoi occhi d’ametista e un brivido percorse il suo corpo, causando una fitta di dolore.
Nel profondo, custodita nei più reconditi meandri della sua memoria, giaceva l’altra immagine di sé. Il viso deturpato, stuprato dalle piaghe del Vizio nero e della Passione scarlatta, tangibile effigie della cupa pozza che ospitava la sua anima.
Quello era il mostro che Dorian aveva creato. In fondo, di tutti i veleni l’anima è il più forte[5].
 
 
 


[1] Tutte le informazioni su questo vino sono state ricavate da Château d'Yquem sito ufficiale.
[2] È chiaro il riferimento alla tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare (atto V, scena III).
[3] La frase in corsivo è tratta dal film del 1975 The Rocky Horror Picture Show, diretto da Jim Sharman.
[4] La frase in corsivo è tratta dal romanzo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
[5] La frase in corsivo è di Novalis.
 




N.d. elderberry:
Buon Yaoi Day a tutti!
La fanfiction è nata proprio per festeggiare questo giorno e partecipa alla Rainbow Celebration indetta da Rekichan e Setsuka.
È stato, al tempo stesso, un piacere e una tortura scriverla. Spero che onori il genere e quel capolavoro letterario a cui si ispira, “Il ritratto di Dorian Gray”, romanzo nato dal genio di Wilde. Mi auguro che vi piaccia e che non vi abbia delusi. Per la classifica completa cliccate qui.
Alla prossima.

Baci. Elderberry.

Ed ecco i risultati:

Giudizio di Setsuka

LE VIN ET LE POISON di Elderberry

VINCITRICE PREMIO STILE: uno stile di scrittura eccellente e che esprime soltanto Bellezza allo stato puro, degno dell'opera di Wilde.

VINCITRICE PREMIO COMICO MIGLIOR NUDO: perché Dorian ha fatto prima di tutti: un chirurgo estetico migliore del diavolo non poteva trovarlo.

Un piacevole scritto con cui dissetare il bisogno di Bellezza e Piacere letterario. Linguaggio ricercato e poetico, sensuale e incantatore, colto e ricco di piccoli piacevoli dettagli, che rende onore all'opera originale di Wilde. Senza saperlo sei capitata bene con me, visto che sono una delle poche che abbraccia il movimento estetico di Walter Pater. Con una relativamente veloce lettura ho avuto ben chiaro quanto elaborata, ricca e dunque colta è questa perla, da un punto di vista formale l'ho trovata perfetta ed ha perfettamente carpito gli elementi chiave del decadentismo e del movimento estetico pateriano, anche nella caratterizzazione dei personaggi sei stata molto fedele agli originali, nonostante non veda Lord Henry tipo da fare il primo passo, come hai anche detto tu lui è un serpente che induce in tentazione, quindi forse non avrebbe fatto mai la prima mossa, ma... è un dettaglio. Tutto l'aspetto formale, concettuale e riguardante l'opera originale per me è comunque perfetto, nonostante -forse eri costretta per non uscire fuori gli schemi de Il ritratto di Dorian Gray?- non sia qualcosa di particolarmente originale, ma è complrensibile.
Quello che mi è meno comprensibile è invece il fatto che in questo magnifico lavoro ci sia una passione tiepida, che tu non abbia osato, nonostante avevi un tema fantastico; ricordo quando io e Reki abbiamo scelto questa citazione ed eravamo d'accordo su un'idea "chi la userà come tema tema scriverà una lemon da far mancare il fiato, una di quelle da sbavo" e se hai Alice Cooper e la sua Poison ( una chiara celebrazione al sesso estremo ) come puoi non osare? Osare diventa la regola. Tu hai scritto una raffinatissima lime e di Erotico c'è soltanto l'atmosfera, per lo più suggerita dal tuo sensuale stile, per il resto non riesco proprio a leggere la passione, a sentirla nel tuo scritto. Non era d'obbligo certo fare una lemon, ma Poison era l'unica citazione -forse- che richiedeva una lemon, una Signora lemon, estrema come Alice Cooper e ciò che suona e scrive e forse anche un po' di malvagità, vera, non avrebbe guastato, ma questa è solo una mia visione personale, che non influisce sul giudizio.
Un vero peccato perchè sei un'eccellente e -si vede- colta fanwriter, usare citazioni, rendere complessa e ricca un'opera è giusto, distingue, ma se non c'è passione, se non si osa molto spesso non si crea neanche un proprio stile, una propria poetica e chi legge apprezzerà soltanto una parte del lavoro, non della sua anima.

Correttezza grammatico-morfo-sintattica: 10
Attinenza al tema: 7
Stile: 10
Originalità: 7
Caratterizzazione: 9
Gradimento personale: 9
Punteggio totale: 52/60


Giudizio di reki

Nick autore: elderberry
Titolo: Le vin et le poison
Fandom: Il ritratto di Dorian Gray
Grammatica&Sintassi: molto buone entrambe, non vi sono assolutamente errori. Giusto un punto dimenticato che, però, è frutto di un’evidente distrazione.
10/10
Attinenza al tema: Direi che è più che attinente. Effettivamente, le labbra di Lord Henry sono state la prima fonte di veleno per Dorian.
10/10
Stile: Sublime. Mi è piaciuto davvero molto, in quanto riprende gli artifici tipici di Wilde. Una lettura davvero gradevole. Tuttavia, la trama è debole. Poco conclusiva. Non è ben chiaro come i due arrivino a rotolarsi sotto le coperte, visto che il passaggio è molto affrettato. Bellissima, invece, la conclusione.
Mi è sembrato di notare una citazione sbagliata: “Soltanto le cose sacre sono degne di essere toccate”. Perlomeno nel mio libro c’è: “le cose sacre sono le sole che valga la pena sporcare”. Non so se è una tua traduzione dall’inglese, o la traduzione del tuo libro.
8/10
Originalità: non brilla per originalità, anzi l’ho trovata piuttosto banale e scontata. Più un ottimo esercizio di stile che altro. Non c’è nulla che porti veramente in alto questo racconto.
5/10
Caratterizzazione: direi un ottimo IC, sia per il comportamento di Lord Henry, sia per le paure di Dorian.
10/10
Gradimento personale: ho particolarmente apprezzato lo stile, ma la storia mi sembra davvero troppo “vuota”. È come se oltre allo stile non ci fosse nient’altro: né un’idea originale alle spalle, né sentimenti che vengono alla luce. Insomma, è una lettura piacevole, ma che non mi ha colpita in nessun modo.
6/10
Totale: 49/60

CLASSIFICA FINALE

Ottava classificata:
Elderberry, Le vin et le poison. con 101/120

LE VIN ET LE POISON DI ELDERBERRY:  
  
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