6. Fame conflicts, aka
rare kinds of Unnatural Selection.
…
“Non è giusto!”
Dominic
ha cura di rimarcare il concetto, come insiste nel fare da oltre mezz’ora,
ormai. Brian è ben oltre il limite di sopportazione.
“Accettalo, bellezza. Gli esperti
hanno parlato; il mondo ha scelto. Se pensavate di averci raggiunto
dovrete rivedere le vostre illusioni!”
Ha modo di compiacersi per
l’annuire appagato di Steve, mentre Stefan rifiuta di offrire un degno supporto. Da circa due
secoli il bassista continua
a massaggiarsi nervosamente lo scalpo, a disagio nella scomoda veste di paciere
tra le parti esaltate.
E Matthew. Gambe accavallate, mani sui braccioli, sguardo da
signorina stizzita: manca poco che inizi a credersi Sharon
Stone e andare in giro senza mutande.
Il che potrebbe, Brian non vuole negarlo, avere i suoi lati positivi. Ma prima c’è questa
disdicevole querelle tra bands che deve sistemare.
“Con ciò non intendo
scoraggiarvi, perché un gruppo giovane ha evidentemente bisogno di tempo per
farsi apprezzare appieno…”
“Gruppo giovane?!
Con che coraggio! Ma lo senti, Matt?!”
“… semplicemente, vi consiglio di
imparare una buona volta l’umiltà e accettare qualche
buon consiglio da chi ne sa di più. Non mi pare tanto irragionevole, neh, Steve?”
Forrest
scopre i denti in un ghigno, solerte nell’assecondare il suo frontman. A Brian non sfugge la
smorfia di disprezzo che tende le labbra di Christopher,
per un momento.
Perso nelle oscene viscere del
suo Basic Instinct
mentale, Bellamy distende le gambe, solo per
incrociarle dal lato opposto un attimo dopo:
“A me pare che qui si stiano perdendo di vista i fatti, ragazzi. I fatti ci indicano
come vincitori del Best Alternative 2003 e performing
band sold-out in sei diversi Paesi dell’Unione
Europea, e i dati sono relativi al solo tour di Black Holes. Non mi sembra affatto che la
nostra attività possa essere ritenuta insignificante da chicchessia, e men che meno necessitiamo l’aiuto
di qualche saccente coetaneo che ha avuto pura fortuna!”
Il tono si concita sul finale. Dom balza in piedi con inusitata veemenza, l’aria da
scudiero pronto a scendere in campo al primo cenno del cavaliere.
“Ben detto! Il vostro presunto
trionfo di critica è stata un’orribile ingiustizia…”
“… ma
d’altronde il mondo non è giusto, e noi siamo preparati ad affrontarne le
conseguenze. Dico bene, Chris?”
Wolstenholme
sbuffa un mezzo dissenso – “Qui la giustizia non c’entra niente…” –
ma il placido tentativo è brutalmente interrotto da un verace scoppio di risa.
“Che diavolo avete
da ridere?! Matt, li senti?!”
“Sta’ calmo,
vogliono solo provocarci.”
“Voi siete… voi
siete…”
“Oh, avanti Steve,
puoi dirlo. Che? La cosa più incredibilmente comica
che tu abbia mai visto?!”
“… sì! Oh, sì! Non avete… la minima idea di… è esilarante!”
Brian scrolla via l’ilarità con
un cenno del capo, e intanto dà di gomito ad Olsdal,
stranamente silenzioso. Un gemito stanco è l’unica reazione – “Bri, penso dovremmo lasciar perdere” – prontamente
sovrastata dall’invettiva finale.
“La verità è che siete solo
piccoli pesci nel mare. Minuscole, insignificanti gocce poco
salate nell’immensità dell’oceano. E
potete star certi che vi scalzeremo dal podio del Best
Alt!”
L’affronto non sarà tollerato.
Rimessosi a sedere solo un attimo prima, Dom scatta
in piedi di nuovo, stavolta seguito a ruota da un Bellamy
a caccia di sangue.
“Adesso basta. È tempo di finirla
con la protesta civile e parlare chiaro.”
“Giusto! Un qualsiasi award di MTV non vi renderebbe speciali per nessuno! Non
siete stati eletti padroni del mondo, e inoltre – ”
“Questa era protesta civile? E ora che
vorresti fare, Bellamy? Prendermi a pugni?!”
Il tempo s’intreccia alle gambe sinuose
di Brian; svolge in spirali mentre queste flettono,
spingendo il peso del corpo verso l’alto con grazia che è quasi innaturale. Sguardi
a livello, i frontmen si studiano,
osservano, criticano, gli altri artisti lasciati indietro nella profana
dimensione della stanza.
Matthew
ha, dopotutto, il più bel paio di rabbiosi occhietti
azzurri che si siano mai visti sulla faccia della Terra.
Gli stessi occhietti usano sfolgorare
d’intensa malia laddove intravedano l’opportunità di assestare un colpo basso;
Brian non ha quasi il tempo di ergere le difese prima
che il luccichio rivelatore compaia a profetizzare sventure.
“Permettimi di metterla in
termini a te congeniali, amore mio. Noi due stiamo
insieme, viviamo insieme, facciamo sesso, proprio come un mucchio di coppie
normali. Eppure lì fuori si ostinano a ripetere che non abbiamo proprio niente
di normale, che siamo un’innaturale selezione della
linea evolutiva – per così dire.”
“Ma è
vero, Bellamy. Tu non hai proprio niente di normale.
Sei un alieno.”
“Però
stai con me, e questo prova il mio punto!”
L’entusiasmo dell’elfo sale in un
crescendo, sotto lo scrutinio scettico dell’audience e la muta irritazione del
compagno.
“Io non sono il
tuo tipo, dico bene? Per molti versi nemmeno ti piaccio. Verrebbe da
chiedersi perché cavolo tu abbia scelto di piegarti a
questa devianza di natura con qualcuno che non perdi occasione per denigrare in
pubblico e in privato; la risposta, ti piaccia o meno, è che per te resto il
numero uno.”
Dom non
trattiene un singulto divertito. Brian potrebbe ammazzarlo e occultarne il
cadavere, solo che ogni energia è convogliata nell’assumere un’espressione
sufficientemente minacciosa – nonostante lo shock del rossore che rischia di
tradirlo da un istante all’altro.
Matthew
ha su per la manica l’asso della metafora, pronta a
scattare con drammatica efficacia.
“In altre parole: certe scelte
possono sembrare innaturali, ma io riesco ugualmente a mettertelo in culo!”
È incredibile. È incredibile in
maniera disgustosa, e Stefan deve stringere la mano
del suo cantante con notevole forza, che sia per rassicurarlo o tenerlo fermo.
Come se il serpeggiare purpureo
ormai palese sulle gote di Molko non costituisse di
per sé una vittoria schiacciante, Matt tiene a ribadire l’oggetto d’analogia, in un ultimo tackle che tolga
per sempre ai Placebo il possesso palla.
“E il mio numero uno è quello
nella classifica dei singoli più venduti per Starlight!”
Il tempo si spezza, l’aria
sfrigola, Brian è sull’altro – un minuto di caos animale prima che gli istinti
di protezione calchino le scene. Chris
rischia un testicolo nello scontro, consentendo a Bellamy
di battere, illeso, in ritirata.
Nella concitata fuga che segue, la
sentenza di morte riverbera chiara e forte nell’atrio, in tempo per far piovere
tegole di sinistri presagi.
“NON TENTARE NEMMENO DI RIENTRARE
PER LA NOTTE, MATT! Va’ a fottere
le tue stupide stelline e contare i tuoi dannati dischi di platino. Vedremo chi
ride per ultimo!”
Brian è rimasto rigidamente
fedele alla sua parola; così non c’è stato molto di che ridere quando Bellamy è tornato strisciando – solo per vedersi l’accesso
negato un miliardo di volte, prima di vincere fino all’ultima reticenza e
guadagnare il divano del soggiorno.
E a caro
prezzo. Matt non ha ancora realizzato d’essere caduto
nella fitta rete di una scommessa ben studiata.
“Alla luce della spavalderia mostrata da te
e i tuoi degni compagni, quest’oggi – ”
– Brian ha sputato, altezzoso –
“ – voglio tu accetti le responsabilità delle idiozie che hai lasciato
libere di infestare la mia casa e tormentare le mie
povere orecchie. Ti sfido a scommettere sui prossimi EMA’s.
Punta sulla vittoria del tuo gruppetto da oratorio, ed io ti concedo un tetto
sulla testa per un’altra notte.”
Ovviamente, Matthew
ha cercato di trattare sulla posta in
gioco, o almeno di persuadere Brian a rivelargli i termini della scommessa.
Tutto inutile: ha dovuto accettare di saltare nel buio, benché l’istinto – e la
convivenza biennale con quella stronzetta di
ragazzina – gli suggerissero fermamente il contrario.
Oh, insomma. Questione di orgoglio e di sopravvivenza.
Dopotutto – si è poi consolato –
quante probabilità ci sono che i tre vetusti vincano un premio appartenente ai Muse per naturale
selezione?!
_ * _
Orbene,
è tempo che lo sappiate, carissime: questa storia si
era fermata un paio di mesi or sono prima del settimo capitolo (quello di MK
Ultra, per intenderci), e da allora non è più andata avanti. Sto attraversando
un periodo molto peculiare della mia, ehr, produzione
letterocomesichiama, e in questo strano para-mondo
non ho più molto spazio per il Mollamy. Chiaramente
si tratta di uno stallo temporaneo, dato che BatuffolBri
e MatteoBellino mi hanno quale loro umile serva e
devota, devotissima compositrice. Insomma, abbiate fede ma
non trattenete il respiro. Intanto spero non vi sia
dispiaciuta questa perfida Unnatural Selection (pensate agli EMA’s
di fine 2009 e ditemi se non sono stata crudele!).
Grazie a TimeWarpAddicted
e a KikiMay (ma
ciao, carissima! :3) per aver commentato l’ulTimo capitolo.
Nota
conclusiva: chi fosse in attesa della conclusione di .:Second
Sight:. non dovrà aspettare
ancora. Conto di postare nell’arco di questo stesso week-end, inizio settimana
al più tardi. Solo così potrò prendere effettivamente il mio momentaneo congedo
dal Mollamy ‘^^ .
Ci
si rivede presto, ragazze! (Magari l’8 giugno, a San
Siro? :p)