Ch.7
Ciao a
tutti!!! Chiedo venia per il ritardo con il quale aggiorno, ma sono
stata un pò presa con l'uni e non ho avuto molto tempo!
Perdonate l'attesa! eco quindi un altro capitolo, spero che
vi piaccia e che continuiate a seguire la storia!
Un ringraziamento very very special a: lirinuccia, marrion ed Erica_8 per i loro
bellissimi commenti!
Naturalmente ringrazio di cuore chi continua a leggere la mia fic!
Mi scuso in anticipo se l'impaginazione rende difficile la lettura, ma
purtroppo non ho ancora capito come sistemare l'html: nonostante
su word abbia aumentato l'interlinea, quando lo riporto in
html diventa così...devo farci ancora amicizia, quindi
scusatemi per il disagio!!!
Via abbraccio forte e vi mando un bacione! Al prossimo capitolo!
Sandy
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Arrivò davanti alla casa di Atsuko verso le 12 e
parcheggiò la macchina poco distante. Era una tipica
villetta situata in un quartiere residenziale tranquillo ed elegante.
Sperò vivamente che il tale fosse in casa e varcò
il cancelletto del giardino che era aperto. Arrivata davanti alla
porta, deglutì rumorosamente e suonò il
campanello. Poco dopo le aprì un uomo di circa
cinquant’anni di bell’aspetto e molto distinto.
Kagome si presentò dicendogli che era la figlia del prof.
Kyosuke Higurashi e chiese garbatamente se per caso lo aveva visto
negli ultimi giorni. L’uomo, con somma sorpresa della
giovane, negò categoricamente di conoscere suo padre e,
dicendo che aveva cose ben più importanti da sbrigare, le
chiuse la porta in faccia. Kagome digrignò i denti
infastidita, aveva voglia di sfondare la porta di casa di quel
bugiardo. L’aveva guardata come se fosse stata una che non si
rende conto di quello che dice, con quell’aria altezzosa
tipica di chi crede di sapere tutto: se prima le poteva apparire come
un uomo di buone maniere, ora le sembrava il più cafone su
tutta la faccia della terra. Stava per andarsene, quando le venne la
brillante idea di fare il giro della casa e andare nella parte
retrostante per sbirciare dalle finestre e scoprire cosa aveva di
più importante da fare quell’individuo maleducato.
Lo vide dalla finestra socchiusa della cucina, era girato di spalle e
parlava animatamente al telefono. Kagome poteva sentire la voce
dell’uomo, ma per timore di essere vista nel caso si fosse
girato, decise di mettere il suo smartphone sul davanzale per
registrare la conversazione di Atsuko, lo avrebbe comunque tenuto
d’occhio attraverso lo specchietto che si portava nella
trousse dei trucchi. Quando egli finì di parlare,
prontamente la ragazza riprese il cellulare e sgattaiolò
furtiva verso la sua auto. Si allontanò velocemente e,
quando fu sicura di essere abbastanza lontana, si mise ad ascoltare la
registrazione vocale. La voce dell’uomo sembrava
agitata, aveva menzionato più volte il nome di suo padre e
parlava del fatto che probabilmente doveva essere successo qualcosa che
era strettamente legato a un evento successo nel 1988. Dunque Atsuko
aveva mentito spudoratamente e in più sapeva molte cose su
Kyosuke Higurashi. Decise di andare da Inuyasha al museo e raccontargli
le ultime scoperte e chiedergli se magari gli andava di accompagnarla a
trovare quel bugiardo di un cafone: era sicura che una volta di fronte
al mezzo demone non si sarebbe permesso di sbattergli la porta in
faccia!
Nello studio al museo,
trovò il ragazzo che ascoltava la musica con le cuffie ed
era intento a fare dei calcoli complicati, era talmente assorto che non
si era accorto dell’arrivo di Kagome e quando lei gli
sfiorò la spalla, sobbalzò spaventato.
I:
“Ahh!!! Oh, buon pomeriggio Kagome, che sorpresa! Stavo
ascoltando la musica e non ti ho sentita entrare! Tutto bene? Hai
qualche novità? Scusa se te lo dico, ma non mi sembri molto
in forma oggi…cioè sei sempre in forma, ma non
come al solito…è successo qualcosa?”
K:
“Ciao Inuyasha, scusa se ti disturbo e se sono entrata senza
bussare, ma ho delle novità importanti. Ieri sera, via da
qui, sono andata a casa di mio padre e sono stata aggredita da
qualcuno, era buio e praticamente ho intravisto solo una
figura nera, mi ha colpito in testa e sono svenuta. Non aveva
intenzione di uccidermi altrimenti avrebbe avuto tutto il tempo per
farlo. Gli serviva solamente tempo per frugare in camera di mio padre.
Non ho idea di che cosa stesse cercando e ho scartato già
l’ipotesi del ladro: ha guardato solo nella camera, il resto
della casa era intatto."
I:
“Per tutti i Kami!!! Kagome, è terribile! Non
avrei dovuto lasciarti andare a casa da sola! Se fossi stato
lì con te, ti avrei evitato quella brutta botta in testa e
il grande spavento. Ora stai meglio?”
K:
“Per fortuna è tutto passato, ora sto bene, ti
ringrazio Inuyasha, sei davvero molto gentile e premuroso…
Comunque tra le altre cose ho scoperto che mio padre,
nell’ultima settimana, ha avuto uno scambio di mail con due
tizi: Totosai Mizuki e Onigumo Atsuko. Il primo non so chi sia e non
sono riuscita a rintracciarlo, mentre il
secondo…beh…sono andata a trovarlo verso
l’ora di pranzo e, quando gli ho chiesto di mio padre ha
detto che non conosceva nessuno chiamato Kyosuke Higurashi e mi ha
letteralmente chiuso la porta in faccia. Ho registrato una parte della
sua conversazione al telefono che ha avuto poco dopo avermi liquidata e
ho appurato che, a quanto pare lui, mio padre, lo conosce bene e anche
da parecchio tempo. Tu che dici di fare?”
I:
“Accidenti potresti fare la 007! Bella intuizione quella di
registrarlo! Comunque…hai detto Totosai Mizuki? Questo nome
non mi è nuovo…Uhmmmm fammi pensare…Ma
certo! Totosai Mizuki è un archeologo che insegna
all’Università di Glasgow, un mio ex compagno del
college per un periodo è stato il suo assistente, dopo la
specializzazione è rimasto lì e so che talvolta
collaboravano. Vedo di rintracciarlo subito e di chiedergli se mi
può mettere in contatto con lui. Che fortunata coincidenza,
non trovi anche tu?”
K:
“Già Inuyasha…che strane
coincidenze…ormai non riesco neanche a rimanerne stupita.
C’è qualcosa di strano, sono sicura che tutti
questi fatti e questi individui sono strettamente legati tra loro e,
non so perché ma mi torna alla mente quando mi dicesti che
in una delle spedizioni di mio padre, scomparve nel nulla uno
scienziato del suo gruppo di ricerca…chissà se
c’entra anche l’avvenimento del 1988 menzionato da
Atsuko…Inuyasha potresti cercare informazioni anche su
questi argomenti? Mi dispiace averti coinvolto in questo guazzabuglio
intricato, mi sembra di approfittare della tua
disponibilità…ma non è
così, solo che tu sei l’unico che in questo
momento sembra capire come mi sento e che mi ascolta. Non
saprò mai come sdebitarmi per tutto l’aiuto che mi
stai dando.”
I:
“Kagome non devi dire così, ti ho offerto io il
mio aiuto e sono felice di averlo fatto, non mi piace vedere il volto
di una bella ragazza oscurato dalla tristezza, soprattutto se la
ragazza in questione è la quasi-sorella del mio migliore
amico. A proposito, credo che sia il caso di informare Miroku di tutta
questa vicenda, magari anche lui ci può dare una mano per la
ricerca, che ne dici?”
K:
“Hai ragione, ora vado in ufficio da Miroku. Vieni insieme a
me?”
I:
“Sì ti accompagno, non voglio che ti accada nulla
come invece è successo ieri sera. Vado a prendere dei libri
che possono tornare utili e che sono in magazzino, torno tra poco,
aspettami qui nel mio ufficio.”
Inuyasha
andò a prendere i libri e Kagome rimase da sola nello
studio. Si poteva notare benissimo che era una sistemazione provvisoria
e che l’ufficio era stato ricavato da una specie di
stanza/magazzino. Era pieno di reperti ancora da catalogare: si
guardò intorno curiosa e vide che oltre ai fossili di
rettili preistorici, c’erano monili egiziani, calendari Maya,
spade romane, e dei calchi in gesso di ossa di chissà quale
animale. Che accozzaglia di antichità! Decise di andare un
momento nello studio del padre per vedere che cosa avevano prelevato i
poliziotti supervisionati dall’ispettore Tamaki. Quando vi
entrò si rese conto che era rimasto tutto come il giorno
precedente e non c’erano neanche i nastri di delimitazione
che impedivano l’accesso ai non addetti: era pur sempre una
zona interdetta, visto che suo padre era sparito. Cominciò
subito a dubitare dell’affidabilità di Tamaki.
Gironzolò in mezzo ai fogli sparsi sul pavimento e si
avvicinò alla teca di vetro, ormai rotta, dove suo padre
custodiva la sua preziosa collezione di monete romane.
C’erano tutte e decise di raccoglierle per metterle in un
posto sicuro, non voleva che andassero perse visto che ci teneva molto.
Mentre era alla ricerca di un contenitore dove metterle,
inciampò in uno dei cassetti divelti e, per non cadere si
aggrappò al bancone delle soluzioni chimiche.
Inevitabilmente una fiaschetta cadde a terra e il suo contenuto si
rovesciò su un foglio. Kagome cercò di ripulire
immediatamente e prese da terra il foglio zuppo di quella strana
soluzione. Mentre lo stava asciugando con la carta assorbente, si
accorse che tra le righe era comparso un codice numerico, scritto con
una sorta di inchiostro simpatico, che sembrava quello dei libri che
erano conservati al museo. Si mise a cercarlo e lo trovò ben
mimetizzato nella libreria super fornita dell’ufficio di suo
padre. Lo aprì e notò che non era un libro,
bensì il diario di una delle spedizioni intraprese
dall’archeologo Higurashi. Cominciò a leggerlo
avida di informazioni e capì che si riferiva ad una ricerca
fatta tra il 1986 e il 1988 nella tundra siberiana, che riguardava la
caduta di un meteorite avvenuta nel 1908 nella località di
Tunguska. Durante la lettura cadde l’etichetta con il codice
di un altro libro conservato al museo. Non trovandolo, pensò
di chiedere ad Inuyasha di cercarlo nel magazzino, e infatti per sua
fortuna il libro era lì: si trattava di un libro di
mineralogia scritto da uno scienziato cinese negli anni cinquanta e che
era finito anche sui giornali. Quando il ragazzo tornò di
sopra chiese a Kagome il perché di quella richiesta e, in
risposta, la ragazza gli fece vedere l’etichetta e il diario
e insieme sfogliarono il libro. L’autore, tale Yao Xihuan,
nella zona di impatto del meteorite di Tunguska, aveva trovato un
oggetto di forma indefinita di un materiale sconosciuto e lo aveva
analizzato: era risultato diverso da qualsiasi altro materiale presente
sulla Terra; in seguito poi l’oggetto studiato
svanì misteriosamente e non venne mai più
ritrovato.
I due ragazzi si
guardarono sbalorditi. Yao Xihuan sosteneva che l’oggetto
fosse un manufatto alieno. Erano increduli. Decisero di andare da
Miroku per parlargli, la faccenda si stava complicando parecchio e
volevano un parere sul da farsi. Fecero per uscire
dall’ufficio quando gli si parò davanti il
detective Tamaki, che li guardava con aria minacciosa. Prima che
potesse parlare, venne colpito da un vaso e cadde a terra svenuto.
Colui che aveva “salvato” i ragazzi non era altri
che Onigumo Atsuko! Egli si presentò a dovere e
invitò i giovani, che volevano delle spiegazioni, ad andare
con lui alla villa del padre di Kagome. Una volta arrivati
lì, egli raccontò la sua storia e si
scusò sinceramente con la ragazza per essere stato tanto
sgarbato quella mattina, ma spiegò che il suo comportamento
era stato dettato dal timore che fosse stato rintracciato da una
squadra speciale dell’esercito russo, che ultimamente
prendeva in custodia alcuni scienziati per poter condurre delle
ricerche sconosciute ai più. L’uomo conosceva da
molti anni Kyosuke Higurashi, era un geologo che aveva collaborato con
lui in diversi scavi e che faceva parte del gruppo di ricerca sul
meteorite caduto in Siberia. Dopo quella missione interruppero i loro
contatti, soprattutto a causa degli eventi terribili che la
caratterizzarono. Infatti fu proprio a Tunguska che si persero
misteriosamente le tracce del chimico Myoga Takigawa, uno degli
scienziati del gruppo di Higurashi che non fu mai più
rintracciato; inoltre, per cercarlo, persero un altro componente della
spedizione che cadde in un fiume e morì annegato. Si
rivelò quindi un’esperienza talmente traumatica
che vennero sospese le ricerche e nessuno volle più avere
rapporti con gli altri partecipanti. Ultimamente però Atsuko
e Higurashi erano nuovamente in contatto, poiché erano
giunte voci che nella base scientifica di Tunguska fossero riprese le
ricerche con un massiccio investimento da parte di un privato e uno
strano spiegamento di forze militari, che avevano
“sequestrato” diversi studiosi e scienziati di
varie università. Ciò li incuriosiva e li faceva
temere che ci fosse qualcosa sotto, per questo avevano deciso di
incontrarsi. Purtroppo però Higurashi era irreperibile e
l’incontro non avvenne mai, era convinto che fosse stato
prelevato e portato nella base di ricerca siberiana.
Atsuko, che possedeva
un aeroplano e aveva dei contatti a Mosca, propose ai ragazzi di
partire alla volta di Tunguska e cercare di scoprire cosa stesse
accadendo. Kagome avrebbe cercato informazioni infiltrandosi nelle
truppe dell’esercito che sarebbero state convogliate in
Siberia: era il soggetto adatto poiché non avrebbe destato
alcun sospetto per via dei suoi lineamenti leggermente occidentali. Si
sarebbe potuta spacciare benissimo per una russa. Atsuko poteva essere
riconosciuto da qualcuno e Inuyasha non sarebbe riuscito ad ingannare
nessuno, il suo viso dai tipici tratti giapponesi era fin troppo
evidente, quindi loro due, dopo la sosta a Mosca, sarebbero
direttamente andati a Tunguska e lì si sarebbero
ricongiunti. Kagome e Inuyasha decisero di fidarsi, dopotutto non
sembrava avere cattive intenzioni, del resto poi la ragazza aveva
capito che la reazione che l’uomo aveva avuto quella mattina
era scaturita dalla paura che gli potesse succedere qualcosa, dopo aver
saputo degli altri suoi colleghi era plausibile che anche lui temesse
una requisizione in piena regola. La partenza era fissata per due
giorni dopo, Onigumo doveva far controllare l’aereo e
consegnare il piano di volo alla torre di controllo. Si diedero quindi
appuntamento all’aeroporto cittadino di Haneda, che oltre ad
essere molto affollato a causa dei voli intercontinentali, possedeva
anche le piste per i velivoli privati. -Perfetto – pensarono
contemporaneamente i ragazzi, in questo modo avrebbero avuto il tempo
per andare da Miroku il giorno dopo. Onigumo si congedò e
Inuyasha (sperando di non fare la figura dell’approfittatore
e del provolone) si offrì di rimanere a casa Higurashi per
assicurarsi che non succedesse nulla a Kagome. La ragazza dal canto suo
era rassicurata dalla presenza del bel mezzo demone ed era felice di
poter passare qualche ora in sua compagnia. Dopo aver cenato si
salutarono e andarono a dormire. Kagome si chiuse nella stanza dei
genitori e si buttò sul letto…si mise a piangere
sommessamente, aveva bisogno di stare da sola e non voleva che qualcuno
la sentisse, anche se era sicura che Inuyasha con il suo udito
finissimo lo avesse già fatto. Stremata dal tanto piangere,
si asciugò le lacrime residue e, prima di addormentarsi, le
sembrò di essere avvolta in un caldo
abbraccio…anche se solo per un istante, ebbe come
l’impressione di sentire il profumo di sua madre. Rasserenata
e cullata da quella dolce sensazione, cadde in un sonno profondo e
senza sogni.
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