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Autore: The White Lotus23    07/03/2010    2 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fic in assoluto ed è nata come una sorta di esperimento. Kagome Higurashi, appena tornata da una vacanza, si ritroverà faccia a faccia con la misteriosa sparizione del padre. Deciderà di mettersi sulle sue tracce e vivrà un'avventura piena di enigmi e di incontri pericolosi. Mi sono ispirata alla trama di un pc-game molto avvincente e ho ambientato la vicenda ai giorni nostri. Spero vivamente che sia di vostro gradimento, vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ch.7 Ciao a tutti!!! Chiedo venia per il ritardo con il quale aggiorno, ma sono stata un pò presa con l'uni e non ho avuto molto tempo! Perdonate l'attesa!  eco quindi un altro capitolo, spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia!
Un ringraziamento very very special a: lirinuccia, marrion ed Erica_8 per i loro bellissimi commenti!
Naturalmente ringrazio di cuore chi continua a leggere la mia fic!
Mi scuso in anticipo se l'impaginazione rende difficile la lettura, ma purtroppo non ho ancora capito come sistemare l'html: nonostante  su word abbia aumentato l'interlinea, quando lo riporto in html diventa così...devo farci ancora amicizia, quindi scusatemi per il disagio!!!
Via abbraccio forte e vi mando un bacione! Al prossimo capitolo!
Sandy


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Arrivò davanti alla casa di Atsuko verso le 12 e parcheggiò la macchina poco distante. Era una tipica villetta situata in un quartiere residenziale tranquillo ed elegante. Sperò vivamente che il tale fosse in casa e varcò il cancelletto del giardino che era aperto. Arrivata davanti alla porta, deglutì rumorosamente e suonò il campanello. Poco dopo le aprì un uomo di circa cinquant’anni di bell’aspetto e molto distinto. Kagome si presentò dicendogli che era la figlia del prof. Kyosuke Higurashi e chiese garbatamente se per caso lo aveva visto negli ultimi giorni. L’uomo, con somma sorpresa della giovane, negò categoricamente di conoscere suo padre e, dicendo che aveva cose ben più importanti da sbrigare, le chiuse la porta in faccia. Kagome digrignò i denti infastidita, aveva voglia di sfondare la porta di casa di quel bugiardo. L’aveva guardata come se fosse stata una che non si rende conto di quello che dice, con quell’aria altezzosa tipica di chi crede di sapere tutto: se prima le poteva apparire come un uomo di buone maniere, ora le sembrava il più cafone su tutta la faccia della terra. Stava per andarsene, quando le venne la brillante idea di fare il giro della casa e andare nella parte retrostante per sbirciare dalle finestre e scoprire cosa aveva di più importante da fare quell’individuo maleducato. Lo vide dalla finestra socchiusa della cucina, era girato di spalle e parlava animatamente al telefono. Kagome poteva sentire la voce dell’uomo, ma per timore di essere vista nel caso si fosse girato, decise di mettere il suo smartphone sul davanzale per registrare la conversazione di Atsuko, lo avrebbe comunque tenuto d’occhio attraverso lo specchietto che si portava nella trousse dei trucchi. Quando egli finì di parlare, prontamente la ragazza riprese il cellulare e sgattaiolò furtiva verso la sua auto. Si allontanò velocemente e, quando fu sicura di essere abbastanza lontana, si mise ad ascoltare la registrazione vocale.  La voce dell’uomo sembrava agitata, aveva menzionato più volte il nome di suo padre e parlava del fatto che probabilmente doveva essere successo qualcosa che era strettamente legato a un evento successo nel 1988. Dunque Atsuko aveva mentito spudoratamente e in più sapeva molte cose su Kyosuke Higurashi. Decise di andare da Inuyasha al museo e raccontargli le ultime scoperte e chiedergli se magari gli andava di accompagnarla a trovare quel bugiardo di un cafone: era sicura che una volta di fronte al mezzo demone non si sarebbe permesso di sbattergli la porta in faccia!

Nello studio al museo, trovò il ragazzo che ascoltava la musica con le cuffie ed era intento a fare dei calcoli complicati, era talmente assorto che non si era accorto dell’arrivo di Kagome e quando lei gli sfiorò la spalla, sobbalzò spaventato.

I: “Ahh!!! Oh, buon pomeriggio Kagome, che sorpresa! Stavo ascoltando la musica e non ti ho sentita entrare! Tutto bene? Hai qualche novità? Scusa se te lo dico, ma non mi sembri molto in forma oggi…cioè sei sempre in forma, ma non come al solito…è successo qualcosa?”

K: “Ciao Inuyasha, scusa se ti disturbo e se sono entrata senza bussare, ma ho delle novità importanti. Ieri sera, via da qui, sono andata a casa di mio padre e sono stata aggredita da qualcuno, era buio e praticamente ho intravisto solo una figura  nera, mi ha colpito in testa e sono svenuta. Non aveva intenzione di uccidermi altrimenti avrebbe avuto tutto il tempo per farlo. Gli serviva solamente tempo per frugare in camera di mio padre. Non ho idea di che cosa stesse cercando e ho scartato già l’ipotesi del ladro: ha guardato solo nella camera, il resto della casa era intatto."

I: “Per tutti i Kami!!! Kagome, è terribile! Non avrei dovuto lasciarti andare a casa da sola! Se fossi stato lì con te, ti avrei evitato quella brutta botta in testa e il grande spavento. Ora stai meglio?”

K: “Per fortuna è tutto passato, ora sto bene, ti ringrazio Inuyasha, sei davvero molto gentile e premuroso… Comunque tra le altre cose ho scoperto che mio padre, nell’ultima settimana, ha avuto uno scambio di mail con due tizi: Totosai Mizuki e Onigumo Atsuko. Il primo non so chi sia e non sono riuscita a rintracciarlo, mentre il secondo…beh…sono andata a trovarlo verso l’ora di pranzo e, quando gli ho chiesto di mio padre ha detto che non conosceva nessuno chiamato Kyosuke Higurashi e mi ha letteralmente chiuso la porta in faccia. Ho registrato una parte della sua conversazione al telefono che ha avuto poco dopo avermi liquidata e ho appurato che, a quanto pare lui, mio padre, lo conosce bene e anche da parecchio tempo. Tu che dici di fare?”

I: “Accidenti potresti fare la 007! Bella intuizione quella di registrarlo! Comunque…hai detto Totosai Mizuki? Questo nome non mi è nuovo…Uhmmmm fammi pensare…Ma certo! Totosai Mizuki è un archeologo che insegna all’Università di Glasgow, un mio ex compagno del college per un periodo è stato il suo assistente, dopo la specializzazione è rimasto lì e so che talvolta collaboravano. Vedo di rintracciarlo subito e di chiedergli se mi può mettere in contatto con lui. Che fortunata coincidenza, non trovi anche tu?”

K: “Già Inuyasha…che strane coincidenze…ormai non riesco neanche a rimanerne stupita. C’è qualcosa di strano, sono sicura che tutti questi fatti e questi individui sono strettamente legati tra loro e, non so perché ma mi torna alla mente quando mi dicesti che in una delle spedizioni di mio padre, scomparve nel nulla uno scienziato del suo gruppo di ricerca…chissà se c’entra anche l’avvenimento del 1988 menzionato da Atsuko…Inuyasha potresti cercare informazioni anche su questi argomenti? Mi dispiace averti coinvolto in questo guazzabuglio intricato, mi sembra di approfittare della tua disponibilità…ma non è così, solo che tu sei l’unico che in questo momento sembra capire come mi sento e che mi ascolta. Non saprò mai come sdebitarmi per tutto l’aiuto che mi stai dando.”

I: “Kagome non devi dire così, ti ho offerto io il mio aiuto e sono felice di averlo fatto, non mi piace vedere il volto di una bella ragazza oscurato dalla tristezza, soprattutto se la ragazza in questione è la quasi-sorella del mio migliore amico. A proposito, credo che sia il caso di informare Miroku di tutta questa vicenda, magari anche lui ci può dare una mano per la ricerca, che ne dici?”

K: “Hai ragione, ora vado in ufficio da Miroku. Vieni insieme a me?”

I: “Sì ti accompagno, non voglio che ti accada nulla come invece è successo ieri sera. Vado a prendere dei libri che possono tornare utili e che sono in magazzino, torno tra poco, aspettami qui nel mio ufficio.”

Inuyasha andò a prendere i libri e Kagome rimase da sola nello studio. Si poteva notare benissimo che era una sistemazione provvisoria e che l’ufficio era stato ricavato da una specie di stanza/magazzino. Era pieno di reperti ancora da catalogare: si guardò intorno curiosa e vide che oltre ai fossili di rettili preistorici, c’erano monili egiziani, calendari Maya, spade romane, e dei calchi in gesso di ossa di chissà quale animale. Che accozzaglia di antichità! Decise di andare un momento nello studio del padre per vedere che cosa avevano prelevato i poliziotti supervisionati dall’ispettore Tamaki. Quando vi entrò si rese conto che era rimasto tutto come il giorno precedente e non c’erano neanche i nastri di delimitazione che impedivano l’accesso ai non addetti: era pur sempre una zona interdetta, visto che suo padre era sparito. Cominciò subito a dubitare dell’affidabilità di Tamaki. Gironzolò in mezzo ai fogli sparsi sul pavimento e si avvicinò alla teca di vetro, ormai rotta, dove suo padre custodiva la sua preziosa collezione di monete romane. C’erano tutte e decise di raccoglierle per metterle in un posto sicuro, non voleva che andassero perse visto che ci teneva molto. Mentre era alla ricerca di un contenitore dove metterle, inciampò in uno dei cassetti divelti e, per non cadere si aggrappò al bancone delle soluzioni chimiche. Inevitabilmente una fiaschetta cadde a terra e il suo contenuto si rovesciò su un foglio. Kagome cercò di ripulire immediatamente e prese da terra il foglio zuppo di quella strana soluzione. Mentre lo stava asciugando con la carta assorbente, si accorse che tra le righe era comparso un codice numerico, scritto con una sorta di inchiostro simpatico, che sembrava quello dei libri che erano conservati al museo. Si mise a cercarlo e lo trovò ben mimetizzato nella libreria super fornita dell’ufficio di suo padre. Lo aprì e notò che non era un libro, bensì il diario di una delle spedizioni intraprese dall’archeologo Higurashi. Cominciò a leggerlo avida di informazioni e capì che si riferiva ad una ricerca fatta tra il 1986 e il 1988 nella tundra siberiana, che riguardava la caduta di un meteorite avvenuta nel 1908 nella località di Tunguska. Durante la lettura cadde l’etichetta con il codice di un altro libro conservato al museo. Non trovandolo, pensò di chiedere ad Inuyasha di cercarlo nel magazzino, e infatti per sua fortuna il libro era lì: si trattava di un libro di mineralogia scritto da uno scienziato cinese negli anni cinquanta e che era finito anche sui giornali. Quando il ragazzo tornò di sopra chiese a Kagome il perché di quella richiesta e, in risposta, la ragazza gli fece vedere l’etichetta e il diario e insieme sfogliarono il libro. L’autore, tale Yao Xihuan, nella zona di impatto del meteorite di Tunguska, aveva trovato un oggetto di forma indefinita di un materiale sconosciuto e lo aveva analizzato: era risultato diverso da qualsiasi altro materiale presente sulla Terra; in seguito poi l’oggetto studiato svanì misteriosamente e non venne mai più ritrovato.
I due ragazzi si guardarono sbalorditi. Yao Xihuan sosteneva che l’oggetto fosse un manufatto alieno. Erano increduli. Decisero di andare da Miroku per parlargli, la faccenda si stava complicando parecchio e volevano un parere sul da farsi. Fecero per uscire dall’ufficio quando gli si parò davanti il detective Tamaki, che li guardava con aria minacciosa. Prima che potesse parlare, venne colpito da un vaso e cadde a terra svenuto. Colui che aveva “salvato” i ragazzi non era altri che Onigumo Atsuko! Egli si presentò a dovere e invitò i giovani, che volevano delle spiegazioni, ad andare con lui alla villa del padre di Kagome. Una volta arrivati lì, egli raccontò la sua storia e si scusò sinceramente con la ragazza per essere stato tanto sgarbato quella mattina, ma spiegò che il suo comportamento era stato dettato dal timore che fosse stato rintracciato da una squadra speciale dell’esercito russo, che ultimamente prendeva in custodia alcuni scienziati per poter condurre delle ricerche sconosciute ai più. L’uomo conosceva da molti anni Kyosuke Higurashi, era un geologo che aveva collaborato con lui in diversi scavi e che faceva parte del gruppo di ricerca sul meteorite caduto in Siberia. Dopo quella missione interruppero i loro contatti, soprattutto a causa degli eventi terribili che la caratterizzarono. Infatti fu proprio a Tunguska che si persero misteriosamente le tracce del chimico Myoga Takigawa, uno degli scienziati del gruppo di Higurashi che non fu mai più rintracciato; inoltre, per cercarlo, persero un altro componente della spedizione che cadde in un fiume e morì annegato. Si rivelò quindi un’esperienza talmente traumatica che vennero sospese le ricerche e nessuno volle più avere rapporti con gli altri partecipanti. Ultimamente però Atsuko e Higurashi erano nuovamente in contatto, poiché erano giunte voci che nella base scientifica di Tunguska fossero riprese le ricerche con un massiccio investimento da parte di un privato e uno strano spiegamento di forze militari, che avevano “sequestrato” diversi studiosi e scienziati di varie università. Ciò li incuriosiva e li faceva temere che ci fosse qualcosa sotto, per questo avevano deciso di incontrarsi. Purtroppo però Higurashi era irreperibile e l’incontro non avvenne mai, era convinto che fosse stato prelevato e portato nella base di ricerca siberiana.
Atsuko, che possedeva un aeroplano e aveva dei contatti a Mosca, propose ai ragazzi di partire alla volta di Tunguska e cercare di scoprire cosa stesse accadendo. Kagome avrebbe cercato informazioni infiltrandosi nelle truppe dell’esercito che sarebbero state convogliate in Siberia: era il soggetto adatto poiché non avrebbe destato alcun sospetto per via dei suoi lineamenti leggermente occidentali. Si sarebbe potuta spacciare benissimo per una russa. Atsuko poteva essere riconosciuto da qualcuno e Inuyasha non sarebbe riuscito ad ingannare nessuno, il suo viso dai tipici tratti giapponesi era fin troppo evidente, quindi loro due, dopo la sosta a Mosca, sarebbero direttamente andati a Tunguska e lì si sarebbero ricongiunti. Kagome e Inuyasha decisero di fidarsi, dopotutto non sembrava avere cattive intenzioni, del resto poi la ragazza aveva capito che la reazione che l’uomo aveva avuto quella mattina era scaturita dalla paura che gli potesse succedere qualcosa, dopo aver saputo degli altri suoi colleghi era plausibile che anche lui temesse una requisizione in piena regola. La partenza era fissata per due giorni dopo, Onigumo doveva far controllare l’aereo e consegnare il piano di volo alla torre di controllo. Si diedero quindi appuntamento all’aeroporto cittadino di Haneda, che oltre ad essere molto affollato a causa dei voli intercontinentali, possedeva anche le piste per i velivoli privati. -Perfetto – pensarono contemporaneamente i ragazzi, in questo modo avrebbero avuto il tempo per andare da Miroku il giorno dopo. Onigumo si congedò e Inuyasha (sperando di non fare la figura dell’approfittatore e del provolone) si offrì di rimanere a casa Higurashi per assicurarsi che non succedesse nulla a Kagome. La ragazza dal canto suo era rassicurata dalla presenza del bel mezzo demone ed era felice di poter passare qualche ora in sua compagnia. Dopo aver cenato si salutarono e andarono a dormire. Kagome si chiuse nella stanza dei genitori e si buttò sul letto…si mise a piangere sommessamente, aveva bisogno di stare da sola e non voleva che qualcuno la sentisse, anche se era sicura che Inuyasha con il suo udito finissimo lo avesse già fatto. Stremata dal tanto piangere, si asciugò le lacrime residue e, prima di addormentarsi, le sembrò di essere avvolta in un caldo abbraccio…anche se solo per un istante, ebbe come l’impressione di sentire il profumo di sua madre. Rasserenata e cullata da quella dolce sensazione, cadde in un sonno profondo e senza sogni.
  
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