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Capitolo Tredicesimo ---
Non ne capiva
nemmeno lui il motivo.
Come diavolo era riuscita quella ragazzina a farlo sentire
così… vivo?!
Elena non era nulla al confronto! Per lei aveva provato amore
soprattutto perché gli ricordava
Katherine.
Ma Sabrina… lei… era diversa.
Forse quella sua ingenuità, il fidarsi di lui senza un
preciso motivo, i puri sentimenti che provava per lui senza
l’aiuto del lavaggio del cervello… forse la sua
somiglianza mista fra l'angelo e il pettirosso...
Forse tutto ciò era riuscito ad attirarlo in quella
ragnatela invisibile che pian piano lei aveva creato senza accorgersene.
Ghignò. Un vampiro preda di una semplice creatura umana.
Abbassò lo sguardo e le carezzò il viso
dolcemente.
Lei dormiva tranquilla, in camera sua, ignara della sua presenza. Dopo
Elena, non aveva mai agito in modo simile con nessun'altra. Quella
donna gli aveva segnato la vita.
Si chinò per baciare la fanciulla che ora si ritrovava
dinnanzi, oscurandola nelle tenebre.
Nuovamente era lì, in quell’antica sala da ballo
di quel castello del ‘800, vestita col suo meraviglioso abito
rosa confetto.
Quanto amava quegli abiti antichi.
E ancora una volta lo cercava invano.
Possibile che non si facesse mai trovare facilmente da lei?!
Uscì fuori al balcone, allontanandosi un po' dalla musica
che
riempiva il salone in festa e alzò lo sguardo al cielo.
La luna era piena e sola nel cielo: una debole luce rossa la ricopriva.
Le stelle l’avevano abbandonata quella notte.
Si strinse le braccia attorno al corpo.
Un mantello le venne appoggiato sulle spalle, riscaldandola almeno un
po'.
Si voltò e sorrise al suo cavaliere «Finalmente
siete arrivato, signor Damon Salvatore. Volevate farmi
attendere ancora molto?»
lui ricambiò il sorriso e le circondò la vita in
un abbraccio «Mi dispiace. Ho avuto un
contrattempo» le baciò il collo e
lei gettò il capo indietro, ansimando
«Non è giusto… sai sempre come
prendermi…»
egli ghignò, sfiorandole il viso per poi rubarle un bacio
passionale.
Sabrina ricambiò, mettendo le mani nei fluenti capelli nero
corvino di Damon.
Si scansò per farla respirare. Il volto di lei era rosso
come non mai mentre lui si chinava nuovamente
sul suo collo
«Damon…» ansimò lievemente il
suo nome, mentre lui la mordeva. Lo strinse. Si sentiva così
in estasi ogni volta che i suoi denti penetravano nella sua carne per
cibarsi di lei.
Lui era l’uomo che desiderava e non le importava cosa fosse
in
verità.
Si leccò le labbra, sorridendole e stringendola a se
«Damon… io…»
«Si?» le rispose dolcemente, accarezzandole i
capelli. Non sembrava nemmeno lui in quel momento. Da dove usciva tutta
quella dolcezza?!
«Mi piaci veramente...» trovò tutto il
coraggio possibile per dirglielo, e lui, in risposta,
sussultò sorpreso, scansandola e guardandola con
perplessità.
Ma come diamine si stava comportando?! Che cavolo stava facendo?!
Sembrava suo fratello Stefan in quel momento!
Fece una smorfia, disgustato dal pensiero che solo minimamente potesse
somigliare a lui. «Meglio se ti svegli, adesso»
Lei lo guardò stupita «Svegliarmi?» si
guardò intorno: tutto stava svanendo, Damon compreso
«No! Aspetta…»
«Damon!» urlò, svegliandosi di
soprassalto, ritrovandosi nel
suo letto con la fronte rigata dal sudore e la mano tesa verso il cielo.
Sul pavimento, una piuma nera.
Si alzò di colpo per poi affacciarsi alla finestra: la piuma
fra le mani e il vento
che le scompigliava i capelli «Damon…»
Non provava un simile desiderio carnale da… beh, da molto.
Ma il suo volto, sincero e sereno fra le sue braccia, il suo sangue, le
sue labbra…
Diede un pugno in un albero, facendolo crollare.
Non doveva pensarci, non poteva permettere che quella ragazza lo
cambiasse. Non anche lei.
Aveva bisogno di nutrirsi di più, di andare a caccia.
Solo così si sarebbe calmato.
Guidava ad alta velocità, in una stradina secondaria.
Erano ore ormai che sfrecciava sull'asfalto e il sole si era levato
alto in cielo.
Notò una donna, sola alla fermata del bus, e
rallentò la sua corsa: lunghi capelli neri e occhi color
nocciola, pelle pallida e collo
immacolato.
Ecco la sua prossima preda!
Fermò la Ferrari nera accanto alla donna e
abbassò il finestrino dello sportello del passeggero.
Sorrise, abbassando gli occhiali da sole nello sporgersi verso di lei
«Posso darti un passaggio?»
Ovviamente, sotto l’influsso del suo Potere, la donna non
poté rifiutare il cortese invito.
Stava guidando… da quanto? Un’ora? Beh, aveva solo
dato peso al nome della donna, Charlotte, per il resto non aveva dato
grande importanza alle sue parole.
Faceva troppi bla bla bla.
Parcheggiò l’auto tra gli alberi. Era ora di
mangiare.
«Non hai mai provato desiderio del mio sangue, Angel? Oppure
dei nostri
compagni?»
Angel scosse il capo alla domanda dell’amica.
Lei e Sabrina avevano deciso di passare un tranquillo pomeriggio
insieme, come non facevano da tanto: a spettegolare, giocare alla play
e guardare la tv. Le serviva un pomeriggio simile con la sua migliore
amica, sopratutto per cercare di dimenticare ciò che lei le
aveva nascosto. Di certo, non voleva perdere la loro amicizia, quindi
si sarebbe aiutata a perdonare.
«No! Beh, cioè… forse un po' per il
tuo, - e non solo quando Damon ti ha ferita quasi a morte -
ma…» arrossì, guardandosi intorno. Il
fatto che la sua migliore amica volesse mantenere il loro rapporto
nonostante tutto, la rendeva sollevata. D'altro canto, lei, si sarebbe
impegnata a non mentirle più «Forse
perché
sei la mia migliore amica»
Sabrina sorrise accarezzando i lunghi capelli neri della ragazza la
quale cambiò subito discorso «Nonostante tutto,
hai preso piuttosto bene il fatto che sono un vampiro»
sorrise «Non me lo aspettavo.»
«Beh» la bruna afferrò un biscotto dalla
busta, portandolo alle labbra «sono circondata da vampiri
ultimamente, quindi ormai non mi
stupisco più di tanto» sorrise, scuotendo il capo
mentre iniziava a masticare «Mi sento quasi
anormale»
Angel rise nuovamente, scuotendo il capo «Sei
unica» la guardò «Ti voglio
bene»
«Tò. ora me lo dice per farsi perdonare, la
bugiarda!» Sabrina ammiccò all'espressione
dispiaciuta dell'amica, abbracciandola poi, forte «Scema.
Anche io ti voglio bene» le diede un colpo sulla spalla e si
scansò «Ma dimmi» fece «Il
fatto di essere mezzo
vampiro, complica la tua natura?»
«No, in verità no» la vampira fece una
smorfia e si sdraiò sul letto «Sino ad un tot di
anni siamo quasi umani - possiamo nutrirci sia di sangue che non - e
dopo una certa
età, puf! Vampiri! L’unica cosa forte è
che non moriamo alla luce del sole. Siamo tipo degli Hunters,
credo.»
Sabrina la guardò con stupore, prendendo poi nota sul
blocknotes che si era portata dietro - come ogni volta che andava dalla
sua migliore amica - «Wow! Prendo appunti,
và»
Angel sorrise «Non direi proprio “wow”,
ma… ok!»
sospirò, mettendole una mano sul quadernino per fermarla
«Piuttosto pensiamo a te»
la ragazza inarcò un sopracciglio, guardandola con fare
interrogativo «A me?»
«No. A tua madre» alzò gli occhi al
cielo, l'altra «Certo, a te! Sei tu che dici di provare
qualcosa per Damon - bastardo - Salvatore»
abbassò lo sguardo, ella, facendo spallucce «Che
ti devo dire, di più?! Non saprei spiegarlo con precisione
ma… io sento di provare qualcosa di sincero. E poi... mi
è capitato in alcuni casi di notare che forse non
è cattivo come sembra»
«Hai ragione» Angel la guardò seria in
volto, annuendo poi con convinzione «è
peggio»
una risata sincera uscì dalle labbra della sua migliore
amica «Angy!»
questa si lasciò contagiare dalla risata «E che
vuoi?!»
«Io sento che Damon ha solo tanto bisogno di affetto, di
essere amato davvero…» si appoggiò con
la schiena alla spalliera del letto, Sabrina «Se è
cambiato una volta, e se è stato capace di provare qualcosa
per ben due donne,
non dev'essere così orribile.»
«Sabrina…» le prese le mani, White,
sospirando sonoramente «E ha anche fatto di peggio a chi lo
ha rifiutato, però. Ha rovinato la vita di Elena e ha ucciso
Katherine! Io ho solo paura per
te»
«Ti prego, Angel» l'altra gliele strinse,
guardandola con determinazione e convinzione «Io,
però, ho sentito una sola campana e mi sono fidata solo
delle apparenze - seppur solo alcune di esse -. Convinci anche Stefan e
gli
altri. Fatemi agire da sola per una volta. Altrimenti mi sembra sul
serio che questa protezione sia opprimente, a questo punto.»
la vampira rimase in silenzio per qualche attimo e Sabrina
ribadì «Angel! Ti prego.»
ella sospirò «E va bene… ma ti concedo
una sola chance. E non farti uccidere.»
Damon lasciò Charlotte sotto casa, ovviamente senza memoria
di
ciò che fosse appena accaduto.
Il suo sangue non era proprio dei migliori ma si sarebbe accontentato
per il momento.
Mise in moto l’auto e partì nuovamente.
Aveva lasciato casa di Angel da un po' e si era rifugiata come al
solito nella foresta.
I suoi genitori erano fuori città per promuovere un nuovo
romanzo e non sarebbero tornati prima di una settimana.
La luna aveva rubato il posto al sole e lei si era lasciata cullare dal
buio.
Sentì dei passi, quasi inudibili, e sussultò nel
voltarsi: una figura spaventosa le era davanti.
Un vampiro, con una strana creatura che sembrava uscirgli dal corpo
deforme.
«Un… vampiro!» urlò.
Cercò di fuggire ma il
vampiro le fu davanti in men che non si dica: gli occhi rossi e i
canini sporgenti. Possibile che chi - come diceva Angel - la volesse
morta, infine fosse arrivato a Fell's Church?!
«Sta tranquilla» farfugliò questi, con
un sogghigno malefico e una voce terrificante
«sarà una morte indolore. Il mio signore ti vuole
viva... però non sempre riusciamo a trattenerci...
perciò: mi spiace»
Non riusciva a muoversi, tale era la paura che aveva in corpo: allora
ci aveva visto giusto. Ma perché?! Chi poteva volerle fare
del male?!
Stefan aveva detto che Fell's Church stava diventando sempre
più il centro del soprannaturale, ma non credeva che il
pericolo fosse così enorme da richiamare anche un vecchio
pericolo.
Tutto era dovuto al sangue di Elena che, da quando era tornata
dall’aldilà, prima di tornare del tutto umana,
aveva un Potere tale da rendere forte
non solo lei ma anche la persona che ne avesse bevuto il sangue.
Ma Stefan le aveva anche detto che, grazie all’aiuto di
Damon, il pericolo era quasi cessato, e dei pericolosi demoni di cui le
aveva accennato, erano svaniti del tutto.
Guardò bene il vampiro: era davvero spaventoso.
Improvvisamente qualcosa lo colpì al petto e il mostro si
tramutò in cenere.
Damon era in piedi, davanti a lei, con in mano il cuore del mostro
appena ucciso. Guardò ciò che ne rimaneva e
ringhiò, frantumando quell'unico segno rimasto di quel
corpo, in cenere. «Giù le mani dalla mia
preda»
Sabrina sussultò e, senza rendersene conto, quasi come se in
quel momento lui fosse la sua unica via di fuga, allungò il
passo, fino a stringerlo.
Damon rimase sorpreso da quel gesto ma non lo diede a vedere e
sospirò «Stai bene?» le
accarezzò i capelli e lei annuì
«Damon, sei qui…» singhiozzò
«non sono mai stata tanto felice di vederti»
lui ridacchiò «E dove dovrei essere,
sennò?! Grazie mille, eh!» sorrise debolmente,
scuotendo il capo.
A quanto pareva, entrambi aveva fatto tanto per non caderci ma alla
fine… erano a punto e a capo.
Lei lo guardò negli occhi, mentre le asciugava le lacrime.
Gli sorrise e Damon si chinò su di lei, rubandole un bacio.
Oo Angolino Dell'Autrice oO
Salveeee
^^ scusate
il ritardo ma ho avuto problemi con internet!
Che
ve ne pare del
nuovo capitolo? Spero piaccia!
Grazie
mille a:
vaned1995
hollerbaby
alice
brendon cullen
Jayden
Akasuna
Delilah_
Gloglo_96
HeLsey
jenny
cullen
Per
aver commentato
gli scorsi capitoli ^^
E
grazie a tutti quelli
che continuano a seguirmi leggendo soltanto **
Siete
dolcissimi
^\\\^
Un
bacione e alla
prossima.
MikuChan
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