my killer angel
Buona sera!!! È la prima volta che mi cimento in una one shot! Spero vi piaccia. Vi lascio alla lettura...
MY KILLER ANGEL
Si guardò attorno, come previsto non c’era nessuno in vista.
Le telecamere facevano mezzo giro sul loro perno ogni cinque secondi.
Cinque secondi in cui il perimetro era scoperto da qualsiasi tipo di
sorveglianza. Cinque secondi era tutto il suo tempo a disposizione per
raggiungere il gazebo, e poi altri cinque per raggiungere il muro della
casa. Cinque secondi erano pochi, per questo era stato scelto lui, il
migliore.
Aveva studiato la missione nei minimi dettagli, tutto era stato
programmato al millimetro, niente sarebbe potuto sfuggire al suo
controllo, un solo secondo di ritardo e poteva considerarsi cadavere.
Era il momento di entrare in azione, ripose la foto del suo obbiettivo
nella tasca della tuta nera che indossava e prese un bel respiro
profondo. Una missione come un’altra, uguale a altre mille che
aveva portato a termine con successo.
Sarebbe stato un fantasma, un imprendibile miraggio...come sempre.
5, 4, 3, 2, 1...ora...1, 2, 3, 4, 5. Veloce come una saetta. Dal muro
di cinta su cui era appostato da circa un’oretta, era scivolato
lungo il prato, fermandosi solo per riprendere fiato al riparo del
gazebo. Era il migliore, ma nemmeno lui avrebbe potuto coprire
l’intera distanza in cinque secondi. Per fortuna il senso
estetico femminile giocava a suo favore, doveva ringraziare la donna
che aveva messo quell’inutile oggetto d’arredamento in
quella posizione. Dopo quella notte lo avrebbe sicuramente bruciato.
5, 4, 3, 2, 1...ora...1, 2, 3, 4, 5. Riprese a correre una volta al
muro sarebbe stato in salvo, le telecamere non lo avrebbero visto.
Si aggrappò al reticolato su cui si avviluppava il glicine, in
fiore in quella stagione. Appena in tempo, neanche mezzo secondo dopo,
la telecamera compì il suo giro.
La sua finestra era al secondo piano, salì il più
silenziosamente possibile, le foglie e i fiori non lo aiutavano in
questo, frusciavano sotto di lui. Ma quello era solo un particolare,
tutto stava andando per il meglio.
Era tutto troppo semplice per i suoi gusti, anche quello era lavoro.
Non si sarebbe di certo se per una volta le cose non fossero state
troppo complicate. Tutto era troppo semplice, oppure, pensò, lui
era troppo bravo e loro si sentivano al sicuro, protetti tra quelle
quattro mura. Illusi, se pesti i piedi a certa gente non sei mai al
sicuro.
Disattivò senza problemi il semplice allarme perimetrale
collegato all’apertura della sua finestra, mandandolo in
cortocircuito, non produsse nemmeno un sibilo.
Era il momento di agire, face scattare la chiusura della finestra, nessuna serratura poteva resistergli.
CLIC.
Aveva preventivamente oliato le cerniere per evitare qualsiasi rumore,
il silenzio era fondamentale. Con un balzo felino, appoggiandosi al
margine inferiore della finestra per issarsi, fu all’interno
della stanza.
Il suo obbiettivo dormiva placidamente ignaro di quello che stava per
succedere, nel letto attaccato alla parete di fondo, tutto come
previsto.
Quell’intrusione così intima nella sua stanza era stata
richiesta dal tipo di missione per due motivi. Il primo tecnico, un
cecchino appostato su un qualsiasi albero delle via adiacenti non
avrebbe mai potuto colpirla, proprio per la posizione del letto, quasi
invisibile dalla finestra. L’altro motivo...beh, i suoi datori di
lavoro, avevano richiesto quel colpo dritto al cuore della loro vita
privata. Un segnale forte, mai, mai mettersi contro gente così
spietata.
Si avvicinò al letto, prese la sua fedele pistola dalla fondina e vi avvitò il silenziatore.
Non poté fare a meno di notare quanto fosse bella, la fotografia
che gli era stata consegnata non le rendeva giustizia, un vero peccato
ucciderla. Ghignò, non sarebbe stato il suo viso angelico a
salvarla, lui non era il tipo di cedere a certi sentimentalismi molto
banali e dannosi se si faceva un lavoro come il suo.
Amaramente pensò che ancora una volta le colpe dei padri
sarebbero state pagate dai figli, lei dopotutto non era colpevole di
niente, se non essere nata nella famiglia sbagliata. Suo padre, con il
suo lavoro, aveva intralciato le operazioni commerciali di potenti
famiglie. Operazioni illegali, naturalmente. Se sei un procuratore il
tuo compito è quello di mettere dietro alle sbarre i cattivi. I
cattivi come lui, quello che lo avrebbe privato della sua unica figlia.
Isabella.
Ancora pochi passi lo dividevano da quella figurina avvolta nelle
coperte. Erano gli inizi di giugno ma le notti erano ancora fredde a
Seattle.
La ragazza sorrise nel sonno, lui si arrestò incredulo e
considerando come il destino certe volte è davvero assurdo. Lei
stava sorridendo inconsapevolmente al suo assassino. Un sorriso dolce,
chissà cosa stava sognando. Poteva aspettare ancora qualche
minuto prima di mettere fine alla sua vita, non aveva fretta di portare
a termine la missione.
Isabella si mosse nel sonno, temendo che si svegliasse alzò la pistola, stupido, si era incantato a guardarla.
Angelo mio...abbassò l’arma, la ragazza stava sognando un
angelo. Di nuovo quel sorriso caldo e coinvolgente. Che gli stava
succedendo? Era un killer di professione, aveva ucciso moltissime
persone, uno sparo e poi via, in fuga, nessuna traccia del suo
passaggio se non un corpo freddo con una pallottola nel cuore.
E invece quelle due semplici parole lo fermarono, beh, anche i sorrisi
ebbero la loro parte nel suo tentennamento. Si sedette sulla poltrona,
alla destra del letto, solo per guardarla dormire...e riflettere sulla
sua vita.
Era giovane, forse aveva solo qualche anno in più di quella ragazza.
Era spietato e niente e nessuno poteva fermarlo.
Fino ad ora.
Sapeva dove ricercare la causa di quello suo stato d’animo. Dopo
anni di lavoro senza mai una pausa, aveva deciso di trascorrere qualche
settimana nel suo luogo d’origine, con la sua straordinaria
famiglia. Per loro, lui era solo un tetro impiegatuccio di una grossa
azienda, sempre in viaggio per trovare nuovi clienti a cui far firmare
grossi contratti. I suoi genitori, pur non approvando il suo lavoro
perché sapevano che aveva delle grandi potenzialità,
erano comunque orgogliosi di lui, i suoi fratelli lo stimavano. E lui
ripagava tutta quella fiducia nei loro confronti uccidendo persone.
Scosse la testa, lui non meritava tutto quello. Il dubbio si era
insinuato in lui in quelle settimane, era stanco di quel lavoro, ogni
vita presa era un peso sul cuore.
Aveva accettato un compito così importante, così
particolare, uccidere la figlia di un procuratore ficcanaso e troppo
ligio al dovere, solo per ritrovare quel brivido che lo aveva sempre
scosso in ogni missione, voleva ritrovare il suo motivo di vita, il suo
scopo.
Ma ora, osservandola, si chiese a cosa sarebbe servito sacrificare
un’altra vita. la risposta che la sua coscienza formulò
era così ovvia che gli fece bruciare il cuore per non esserci
arrivato prima. Non serviva assolutamente a niente. A NIENTE.
Si alzò dalla poltrona, uscì dalla finestra,
ricollegò l’allarme e seguendo il percorso e la tempistica
che aveva usato per entrare, ritornò sul muro di cinta.
Restò fermo lì, a fissare quella finestra, fino a che non
vide che il suo orologio segnava le sei, presto sarebbe sorto il nuovo
sole. Per lui sarebbe iniziata una nuova vita.
Quella mattina Isabella si svegliò con la piacevole sensazione
che solo un bel sogno ti lascia. Non ricordava affatto le immagini
prodotte dalla sua mente durante l’incoscienza, ma era
sicuramente qualcosa di bello...forse un angelo. Si diede della
stupida, un angelo...che assurdità.
Il vento primaverile entrò nella sua camera portando un dolce
profumo di fiori, strano era sicura di aver chiuso bene tutte le
finestre la sera prima, suo padre era stato categorico su certi piccoli
particolari che, secondo lui, facevano la differenza tra la vita e la
morte.
La richiuse stupendosi di non sentire più quel fastidioso
cigolio a cui ormai era abituata. Forse finalmente qualcuno si era
deciso ad oliare le cerniere.
Per tutto il giorno si sentì osservata. Non era lo sguardo
insistente e talvolta asfissiante delle guardie del corpo che il padre
l’aveva costretta ad accettare. Era orgogliosa di suo padre e del
lavora che stava svolgendo, eppure ogni tanto desiderava solo essere
una ragazza come tutte le altre...
Di nuovo quello sguardo alle sue spalle. Era uno sguardo discreto,
nascosto nell’ombra, non sapeva da dove venisse né di chi
fosse, ma non se ne sentiva minimamente minacciata.
Teneva la situazione sotto controllo, di notte e di giorno, dormiva solo poche ore per essere sempre vicino a lei.
Chi gli aveva commissionato il lavoro presto avrebbe scoperto il suo
fallimento. Fallimento? No, non lo era, risparmiare la vita a Isabella
Swan per lui era stata una conquista, si sentiva già migliore.
La seguiva all’università, era sempre scortata da qualche
uomo, il padre aveva ragione ad essere preoccupato per la sua
sicurezza. Sapeva bene che nessun sicario avrebbe mai agito così
allo scoperto in un luogo tanto pubblico. Eppure la seguiva, la
proteggeva con il suo sguardo vigile, aveva già ampiamente
dimostrato che gravi falle presentasse la sicurezza di casa Swan.
Tornava da lei ogni sera, la osservava dormire, aveva imparata a
conoscerla. Sapeva che era una gran sognatrice, che parlava nel
sonno, che molto spesso si agitava. Quando succedeva le posava una mano
sulla testa, le accarezzava i morbidi capelli castani e lei si
tranquillizzava. Lei si calmava al tocco di un assassino, assurdo.
Molto spesso ripeteva quelle due parole che gli avevano cambiato la
vita.
Angelo mio...
Angelo mio...
All’alba se ne andava con il cuore pieno di tristezza, in quelle
notti lui rinasceva come persona. Aveva bisogno di sentirsi di nuovo
umano, solo lei glielo permetteva, lei era diventata la sua droga e il
suo sostegno, il suo motivo per continuare giorno per giorno. Lasciava
sempre la finestra aperta, come per segnalare il suo passaggio, forse
inconsciamente voleva che lei si accorgesse di avere davvero un angelo
accanto a lei. Un angelo sorto dal suo personale inferno...
Era passato quasi un mese dalla prima notte in cui si era introdotto in
quella camera. E ancora quella notte si arrampicò sul reticolati
attaccato al muro, il glicine stava lentamente sfiorendo.
Entrò e provò una strana sensazione, c’era qualcosa
fuori posto. Si sedette come sempre sulla poltrona, ora la considerava
sua. Prese la pistola e la posò sulle gambe, doveva sempre stare
all’erta, chi lo aveva assoldato presto o tardi avrebbe mandato
qualcuno a completare il lavoro.
Era nervoso, non gli era mai successo quando la osservava dormire, qualcosa non andava.
Lei dormiva tranquillamente avvolta nel piccolo bozzolo formato dalle lenzuola stropicciate.
Spostò inquieto lo sguardo per tutta la stanza e lo notò
appoggiato sul comodino della ragazza, accanto al letto. Lo prese in
mano, il diario di Isabella era aperto su una pagina in particolare,
era stata scritta proprio quel giorno.
Il testo di una canzone riempiva la pagina di sinistra, non la conosceva, ne lesse il testo rapito.
When I see your smile
Tears run down my face I can't replace
And now that I'm stronger I've figured out
How this world turns cold and breaks through my soul
And I know I'll find deep inside me I can be the one
I will never let you fall
I'll stand up with you forever
I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven
It's ok. It's ok. It's ok.
Seasons are changing
And waves are crashing
And stars are falling all for us
Days grow longer and nights grow shorter
I can show you I'll be the one
I will never let you fall
I'll stand up with you forever
I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven
Cuz you're my, you're my, my true love, my whole heart
Please don't throw that away
Cuz I'm here for you
Please don't walk away,
Please tell me you'll stay, stay
Use me as you will
Pull my strings just for a thrill
And I know I'll be ok
Though my skies are turning gray*
I will never let you fall
I'll stand up with you forever
I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven
(Your guardian angel - Red Jumpsuit Apparatus)
Sorrise, non avrebbe mai voluto essere il suo angelo custode, ma in
qualche modo lo era diventato. Lesse anche la pagine affianco, la
ragazza non scriveva di certo bene! fu un’impresa decifrare quei
geroglifici.
Raccontava tutto quel mese, si era accorta della sua presenza, lei lo
considerava davvero il suo angelo custode! Ne rimase sorpreso. Sorrise,
peccato che non sapesse come lui lo fosse diventato, non avrebbe avuto
la stessa alta considerazione che aveva del suo angelo custode!
Si sentiva protetta...si, il destino era davvero assurdo quando giocava con la sua vita.
Una voce cristallina, non impastata dal sonno, alle sue spalle gli
chiese se trovava la lettura interessante. E se non sapeva che era
violazione della privacy leggere un diario personale come quello.
Era sveglia. Si girò di scatto e la trovò seduta sul
materasso con le braccia incrociate e le gambe piegate sotto il corpo.
quello era un errore da principiante, mai voltare le spalle al nemico,
potrebbe prenderti in contropiede, come aveva fatto la ragazza.
Era stupenda, i capelli, scompigliati, i grandi occhi color cioccolato
fuso lo fissavano indagatori. La leggera camicia da notte le copriva le
forme delicate, facendole risaltare.
Niente nel suo atteggiamento gli fece sospettare che lei si sentisse
minacciata o spaventata dalla sua presenza, anzi sembrava quasi che lo
aspettasse.
Noncurante ripose al suo posto il diario prima di alzare le spalle come
se niente fosse, come se la sua presenza in quella stanza fosse
normale. Si alzò, ripose la pistola nella fondina e si
avviò verso la finestra. Il suo cuore batteva in modo
forsennato, erano pochi quello che lo avevano visto in volto e potevano
raccontarlo. Perché proprio lei doveva aver quel privilegio?
Perché la figlia di un procuratore che avrebbe potuto solo
metterlo nei guai? Perché i suoi occhi lo avevano stregato?
Perché piano piano in quel mese si era lasciato coinvolgere da
quella ragazza? Perché se ne era scioccamente innamorato? Tanti
parchè, nessuna risposta. Era arrivato alla finestra, ma ancora
una volta la sua voce lo immobilizzò, gli chiese di restare.
Accettò, non aveva voglia di separarsi da lei prima del tempo,
anche se era sveglia, anche se il suo istinto di sopravvivenza gli
diceva di lasciare quella stanza.
La ragazza si presentò, Isabella, ma preferiva essere chiamata Bella.
Ormai il danno era fatto, si presentò anche lui, Edward Cullen,
in pochi conoscevano la sua vera identità. Stupidamente si stava
fidando del nemico, lei faceva domande di tutti i tipi e lui rispondeva.
Rispose anche alla domanda che mai avrebbe voluto sentirsi fare, come
mai era lì. Le raccontò tutto, con sincerità. Lei
lo ascoltò assorta, non si mosse nemmeno una volta dalla sua
posizione, nessuna emozione sul suo volto, una maschera di pietra.
Edward concluse il suo discorso con un mio dispiace, e abbassò
gli occhi, non poteva più sostenere quegli occhi che gli
perforavano l’anima.
Bella gli sollevò il viso e gli posò un piccolo bacio sulla guancia.
Grazie, gli disse. E sorrise, quel sorriso che lo aveva incantato la prima notte...
Parlavano, ridevano, scherzavano, come se si conoscessero da sempre, per tutta la notte. Si stavano conoscendo.
Ma l’alba era vicina e lui doveva andare. Lei a malincuore lo
fece andare non prima di avergli strappato la promessa che si sarebbero
visto di nuovo, la sera successiva.
Bella, una notte, mentre erano distesi sul suo letto, gli
confessò che sapeva della sua presenza costante nella sua
camera, che aveva lasciato il diario aperto apposta su quella pagina,
percepiva la sua vicinanza e aveva voluto dimostrarsi di non essere
pazza.
Si persero in una risata. Gli occhi di uno non si staccavano da quelli
dell’altro. Incatenati da un sentimento che piano piano aveva
riempito il cuore di entrambi.
Fu il loro primo bacio. Ne seguirono tanti altri nelle notti successive.
p.s.
dell’autrice: siete sopravvissuti? Spero proprio di
si...così potete lasciarmi un commentino, no??? XD che ruffiana
che sono!!
Grazie per il tempo che avete
dedicato a questa mio piccolo esperimento, nato in modo totalmente
casuale questa mattina all'alba, molto prima che suonasse la sveglia
(gli effetti del poco sonno si vedono, direte voi...), solo
perchè mi sono svegliata in preda al dubbio di non aver chiuso
la tapparella della sala...piano piano la storia si è delineata
nella mia mente e sono riuscita a scriverla in un giorno solo...beh,
scrivere sui mezzi pubblici non è il massimo, la mia povera
agenda ha visto di tutto, ormai...ok, basta deliri....
Un ringraziamento speciale va alla
mia migliore amica, uno per avermi fatto conoscere questa splendida
canzone, secondo perché ha letto questa piccola storia in
anteprima, approvandola, e terzo perchè ha scelto il titolo!!! XD Beh se questa one shot nasce è merito suo!!!
avviso per chi segue
altre mie storie: i capitoli sono in fase d'elaborazione, scusate il
ritardo ma l'ispirazione quando ti coglie è imprevedibile e non
sempre sceglie la storia adatta da scrivere!!!! entro la fine della
settimana cmq i capitoli saranno postati, promesso! grazie per la
pazienza...
Vi lascio la traduzione della canzone...per me è fantastica...
Il Tuo Angelo Custode
Quando vedo il tuo sorriso
Le lacrime corrono giù per il mio viso e non posso cancellarle
E adesso che sono più forte ho capito
Come questo mondo diventa freddo e irrompe attraverso la mia anima
E so che troverò, nel profondo di me stesso, che posso essere l'unico uomo per te
Non ti farò mai cadere
Mi alzerò con te per sempre
Sarò lì per te qualsiasi cosa accada
Anche se salvarti mi manderà in cielo
Va bene. Va bene. Va bene.
Le stagioni stanno cambiando
E le onde si stanno infrangendo
E le stelle stanno cadendo solo per noi
I giorni diventano più lunghi e le notti più corte
Posso dimostrati che sarò l'unico uomo per te
Non ti farò mai cadere
Mi alzerò con te per sempre
Sarò lì per te qualsiasi cosa accada
Anche se salvarti mi manderà in cielo
Perché tu sei il mio vero amore, il mio cuore intero
Ti prego, non gettarlo via
Perché sono qui per te
Ti prego, non andare via
Ti prego, dimmi che resterai, resta
Usami a tuo piacimento
Tira le mie catene solo per un brivido di piacere
E so che starò bene
Anche se i miei cieli stanno diventando grigi
Non ti farò mai cadere
Mi alzerò con te per sempre
Sarò lì per te qualsiasi cosa accada
Anche se salvarti mi manderà in cielo
Angolo pubblicità (vero, io non faccio mai pubblicità ma a tutte le regole ci sono eccezioni!!!):
Io, a Beverly Hills by me XD
Storie che beto e che trovo molto belle:
Il ragazzo perfetto di bellacullen889
Isabella Fat di meredhit89
Storia che ho visto nascere (quasi...) e che merita tantissimo:
Elizabethtowncafè di HAYLS
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