Socchiusi leggermente gli occhi. La luce giallina
del sole tingeva di quel colore tutti gli oggetti, irriconoscibili e dai
contorni sfocati. Avevo l’impressione di aver dormito molto, ma mi sentivo ancora
assonnata, perciò richiusi gli occhi e mi girai dall’altra parte. Mentre mi
sistemavo, il mio naso sfiorò qualcosa, che poi toccò la fronte. Quella cosa
era morbida e profumata, così mi ci rannicchiai contro, sentendomi in qualche
strano modo protetta. Rientrai rapidamente nel dormiveglia e il mio respiro si
fece più pesante. Ogni volta che inspiravo il profumo delizioso di quella cosa
un essenza famigliare mi entrava nel naso e arrivava al cervello, rilassando le
mie terminazioni nervose. Per non so quanto rimasi così, nel dormiveglia. Poi
mi svegliai un poco come qualche attimo prima, e cercai di capire quale fosse
l’odore così piacevole che mi aveva cullata. Inspirai ed espirai qualche volta,
ma solo alla settima riconobbi il profumo. Quello era il solito odore di … Nick?!? Spalancai gli occhi e scoprii di
avere la faccia incollata al suo petto. Stavo per urlare, mi veniva proprio da
dentro, quando alzai lo sguardo e lo vidi. Era ancora addormentato: tenero,
sereno, perfetto. Era la seconda volta che lo vedevo nel sonno e per la seconda
volta fui travolta dalla calma. Ora infatti non volevo più urlare, però fu
impossibile evitare di arrossire. Avevamo dormito insieme? Cercai di ricordare:
la sera – o meglio, mattina – prima, ero così stanca che non mi ero nemmeno
accorta di dove mi ero addormentata, ma non avrei mai immaginato di averlo
fatto sul letto di Nick! Scossi la testa, meglio non pensarci. Arrivai a fatica
ad avere il viso all’altezza del suo, intenzionata a svegliarlo nel suo modo
preferito, ovviamente con un bacio. Poco prima che le mie labbra toccassero le
sue, mi venne da pensare. Misi una mano davanti alla bocca e provai l’alito.
Mmh, tremendo! Mi alzai dal letto
facendo meno rumore possibile per non svegliare Nick. Se si fosse ridestato da
solo non avrei potuto fargli una sorpresa. Cercai la mia borsa in giro per la
sua stanza, trovandola appesa alla maniglia della porta. Frugai al suo interno,
cercando di non ricordare cos’era successo per avermela fatta lasciare lì, e ci
trovai il beauty case. Avevo previsto di rimanere fuori a dormire, così mi ero
premunita di spazzolino, dentifricio, trucchi e altre cose essenziali. Afferrai
la borsetta e uscii dalla stanza, in punta di piedi. Mi guardai attorno per
controllare che nessuno mi avesse vista uscire da lì. Per fortuna no. Iniziai a
camminare verso il bagno, mentre frugavo nel beauty alla ricerca del mio
spazzolino. Concentrata com’ero, non mi accorsi di Kevin Sr. e ci andai a
sbattere contro.
- Oh scusa. – mormorai, alzando lo sguardo. Vidi le sue
pupille dilatarsi. – Che c’è?
- Tranquilla, niente. Che stai cercando lì dentro? – mi
chiese, senza smettere di squadrarmi.
- Lo spazzolino, sai com’è. – risposi, cercando di
intuire dal suo sguardo cosa avessi di strano.
- Già, ho presente. – Sorrise. – Vuoi usare il bagno? –
domandò poi, scuotendo la testa e smettendo di fissarmi.
- Oh sì, grazie.
- Fai come fossi a casa tua, Aki. – L’ho fatto fin troppo!
- Ah, e se potessi svegliare Nicholas te ne sarei grato.
– aggiunse. Come se mi dispiacesse! Kevin
s’incamminò in cucina.
- Sì capo. – dissi, facendo il saluto militare. Mi
avvicinai alla porta più vicina ed entrai, era quello il bagno. Avevo paura di
guardarmi allo specchio, ma lo feci comunque. OH MY GOSH!! Ero in uno stato un
po’ pietoso: i capelli si erano dimenticati cos’era la spazzola, avevo
sbavature di rossetto e mascara su tutta la faccia, i vestiti erano
stropicciati. Grazie di avermi avvertito,
eh, Kevin! Mi lavai i denti e la faccia, tolsi il trucco, spazzolai i
capelli e sistemai i vestiti come potei. Alla fine il risultato era migliorato
rispetto a prima, ma non ero ancora perfetta. Per esserlo avrei dovuto
cambiarmi. Risistemai i miei “attrezzi da lavoro” nel beauty case e tornai in
camera di Nick, sempre facendo attenzione a non svegliarlo. Mi rinfilai
arrossendo nel letto. Mi avvicinai al suo viso perfetto e gli diedi un bacio a
stampo; poi mi sistemai e chiusi gli occhi, così che sembrassi addormentata. Lo
sentii muoversi e sbadigliare.
- Aki? Piccola? – mormorò. Mi sfiorò la guancia con le
dita e poi con le labbra. Queste ultime si posarono poi sulle mie, e allora
sorrisi.
- Ti avevo già preceduto. – lo presi in giro, dandogli un
altro bacio.
- Ah, ecco chi mi ha svegliato in quella maniera
adorabile. – sorrise, scroccando un altro incontro di labbra. Arricciò il naso.
– Mmh, devo andare in bagno. – aggiunse, alzandosi. – Mi aspetti qui? – chiese
poi, lasciandomi intendere che voleva che lo facessi. Annuii, sorridendo
maliziosa. Arrivò poco dopo, aveva un aspetto migliore, era più sveglio. Si
appoggiò in fondo al letto e si avvicinò a me, sembrava un leone pronto a
lanciarsi sulla preda. L’unico caso mai sperimentato in cui la “preda” non
desidera altro che farsi possedere dal “leone”. Attaccò, con un bacio fin
troppo passionale. Lo allontanai, un po’ per riprendere fiato, un po’ perché
ero consapevole che non poteva spingersi troppo in là. Eh già, io non avevo il
Purity Ring, anche se ero ancora vergine. Una volta con Hoshi ci ero andata
vicina, ma alla fine non era successo niente.
- Che c’è? – sussurrò Nick, quando lo allontanai
nuovamente da me. Non funzionò a lungo, prese istantaneamente a baciarmi il
collo.
- C’è che tu dovresti darti una calmata, lo sai meglio di
me. – lo ammonii, sfuggendo di malavoglia dal contatto delle sue labbra con la
mia pelle. Sbuffò.
- Hai ragione, ma tu mi provochi. – si difese.
- E cosa farei io per provocarti? – chiesi. Mi diedi una
controllata: la maglietta effettivamente era un po’ scollata, ma a dire il vero
neanche abbastanza per poter dare una sbirciata. Si era anche un po’ sollevata,
scoprendomi la pancia. Ma in fondo, niente di che a mio avviso.
- Beh, non lo so, cercavo di darti la colpa. – rise. –
Che dici, ci alziamo?
- Ok, tanto qui non abbiamo niente da fare. Ah, Nick,
posso chiederti un favore?
- Sì?
- Mi presti una maglietta? La mia è ridotta un po’ male.
– dissi, indicandola. Era tutta spiegazzata, non si riconoscevano più disegni e
scritte.
- Ehm, certo, ma credo che ti starà un po’ grande. –
constatò, aprendo il suo armadio. Mi avvicinai a lui, per dargli una mano.
- Pensi di uscire con me oggi? – domandò, sbirciando in
una pila di magliette.
- Veramente no, perché? – risposi.
- Perché mi va di mettermi una tuta e non mi va di
cambiarmi più tardi se vuoi uscire. – spiegò, tirando fuori una maglietta e
piazzandomela in mano. Poi prese una tuta e la buttò sul letto, e infine si
mise a riordinare un po’ la stanza. Vabbè, “riordinare” è una parola grossa,
diciamo più che prendeva i vestiti e le varie cianfrusaglie da terra e le
sbatteva in un angolo.
- Beh, mettitela pure. – dissi, dando un’occhiata alla
maglietta. Niente male! – Ti dispiace se mi cambio qui? Tanto è solo una
maglietta. – chiesi poi.
- Va bene, ma se ti salto addosso non ti lamentare. –
rispose, arrossendo e sorridendo allo stesso tempo.
- Ehi, mi hai già vista in costume, non è che sono
cambiata da quella volta. – ricordai, sfilandomi la mia maglietta. Solo in quel
momento ricordai di avere il reggiseno di seta rossa che mi aveva regalato zia
Maggie per Natale. Infatti, ecco che Nick mi abbracciò da dietro, così che non
lo potessi allontanare, e prese a baciarmi la pelle nuda delle spalle, le
braccia e la schiena.
- E poi ti chiedi cosa fai per provocarmi. – mi accusò,
tra un bacio e l’altro.
- Ehm, mi sono ricordata adesso del regalo di mia zia
Maggie. – mi giustificai, arrossendo un po’ e dimenandomi perché mi lasciasse
andare.
- Hai altri regali di zia Maggie? – ridacchiò. In
quell’istante avrei voluto dissolvermi nel nulla, tanto era l’imbarazzo.
- Nicky? Dai basta. – tentai di oppormi e girai la testa
verso di lui ma quando le sue labbra trovarono le mie non potei fare a meno di
rispondere al bacio. Ma che diavolo sto
facendo? Mi allontanai da lui, ma mi prese in braccio di modo che avessi i
piedi ben lontani da terra.
Toc toc!
- Nick posso entrare? – la voce di Frankie convinse il
fratello a lasciarmi a terra. Mi infilai istantaneamente la maglietta di Nick,
mentre lui andava a controllare alla porta. La aprì un poco giusto per mettere
fuori la testa, ma il Bonus Jonas si infilò nella stanza in un attimo. Non
appena mi vide, mi saltò addosso – anche lui! – salutandomi.
- Ma Aki tu hai dormito qui? – mi chiese, sedendosi sul
letto. Sia io che Nick arrossimmo, e lui tagliò la corda dicendo che andava in
bagno a cambiarsi. Grazie, eh!
- Beh, se per “qui” intendi a casa tua, allora sì. –
dissi, affiancandolo seduta sul letto. Ti
prego, non me lo chiedere!
- Fin lì ci arrivo anche da solo, Sophie me lo ha detto
che voi tre avete passato il capodanno assieme. Volevo dire, tu hai dormito
nella stanza di mio fratello? - rifece
la domanda. Dannazione! Una scusa,
una scusa, una scusa … Non potevo certo dirgli che avevamo dormito assieme!
- Sì, ho dormito qui. – Vero. – ma Nick no. – Falso.
- Ah no? E dove ha dormito? – chiese poi il tenero,
casto, innocente Frankie.
- N-non lo so, so solo che è stato lui a svegliarmi. –
Falso!!!
- Ah ok. Non importa. – Eh meno male! – Comunque, ha chiamato … Ehi perché hai la maglietta
di Nick? – notò. Mannaggia me ne ero dimenticata!
- La mia era ridotta un po’ male, così ne ho chiesta una
a lui – Vero. – Chi hai detto che ha chiamato? – cercai di cambiare argomento.
Non avevo problemi a mentire, ma farlo con Frankie era davvero difficile!
- Ah sì. Ha chiamato Fu-chan, ha detto che lei e Joe
tornano dopo pranzo, ti deve assolutamente parlare e ha avuto un idea. – disse,
contando sulle dita.
- Dal tono che aveva hai capito qualcosa? – indagai.
- Solo che era felice. Tanto. Forse troppo. – mi guardò
esasperato. Tradussi mentalmente le sue parole: Fujiko era mortalmente felice.
- Ok, grazie piccolo. – gli diedi un bacio sulla guancia,
prima che se ne andasse. In quel momento tornò Nick, infilato in una tuta. Ma
come faceva a essere così figo anche con dei semplicissimi, banalissimi
pantaloni, maglietta e felpa?
- Mi fai ingelosire di Frankie! - si lamentò, mettendo un
finto, adorabile broncio. Glielo tolsi all’istante con un bacio a stampo.
Mentre scendevamo in salotto, gli dissi della chiamata di FuFu, come la
chiamava lui.
- Un idea? Non so te, ma io sono leggermente preoccupato,
conoscendola. – disse, prendendomi la mano e tirandomi in cucina.
- Ciao mamma. – salutò.
- Buongiorno, tesori. – rispose lei, chiudendo il
frigorifero nel quale aveva appena riposto qualcosa, prima del nostro arrivo.
- Hai dormito bene qui da noi, Aki? – chiese poi.
- Si, si. Sta tranquilla, Denise, trovarsi male a casa
tua è impossibile. – dissi, avvicinandomi a lei e salutandola con un bacio
sulla guancia. Mi sorrise.
- Ah, tesoro, hanno telefonato i tuoi genitori. Mi hanno
chiesto di tenerti qui tutto il giorno, loro vanno con Jamie a fare un giro
d’auguri a un po’ di parenti e amici.
- E non mi hanno costretta ad andare? Davvero?
- A quanto pare no. Probabilmente hanno preferito
lasciarti fare come vuoi, visto che ormai sei abbastanza grande e responsabile
per decidere. – spiegò la donna.
- Da quando i Jonas sono entrati nella mia vita, sta
cambiando un po’ tutto in meglio. – dissi, guardando Nick. Sorrise, abbassando
quasi involontariamente lo sguardo. A Denise scappò una lieve risata ad
assistere al nostro scambio di battute. Uscì dalla stanza, lasciandoci soli. In
quel momento, mi squillò il cellulare. Era Fujiko, risposi subito.
- Ehi, Fu-chan! – la salutai in giapponese.
- Good morning, honey! Piccola, ti devo parlare. Non hai
idea di cosa è successo! – mi assaltò, lasciandomi a malapena il tempo di
aprire bocca.
- Neanche tu, scommetto che quello che è capitato a me
non lo immagineresti mai. – dissi, sentendo Nick che mi abbracciava da dietro e
appoggiava l’orecchio al telefono. Imprecai in giapponese.
- Nick? – chiese lei, cominciammo a parlare in inglese.
- Già. Senti, di quello che ci è successo parliamone
dopo. Adesso, Frankie mi aveva detto che avevi avuto un idea. – accennai.
- Sì, sì. – rispose, pimpante, per poi non dire più
niente. Aveva lasciato il discorso in sospeso, per chissà quale motivo.
- Allora? – le diedi corda.
- Ah, tocca a me, scusa ho delle “piacevoli distrazioni”
– disse le due parole in giapponese – che rompono le scatole.
Mi venne da ridere pensando che si riferiva sicuramente a
Joe.
- Che … ? – provò Nick, ma io portai il telefono
all’altro orecchio. Ovviamente lui cambiò posizione, senza comunque lasciare i
miei fianchi.
- Allora, ti ricordi che quella volta che siamo andate in
Italia e ci hanno fatto vedere come preparano la pizza migliore del mondo? –
domandò.
- E come potrei scordarmelo? – risposi, ripensando al
gusto di quella meravigliosa composizione di pasta, pomodoro e mozzarella.
- Beh, ho costretto Joe a passare a prendere gli
ingredienti, la mia idea consiste nel … Fare la pizza! – svelò. Immaginai la
scena: io, lei, Sophie, Joe, Nick e due aggiunte impossibili, Kevin e Danielle,
coperti di farina mentre ridevamo come pazzi.
- Fu-chan, ma tu sei … Un genio! – esclamai. Chiusi
istantaneamente la chiamata, eccitata all’idea.
- FuFu è incredibile. – disse Nick. – Aspetta un momento,
questo vuol dire che la mia maglietta sarà ridotta male? – chiese poi,
guardandomi perplesso.
- Peggio della mia stamattina. – lo presi in giro.
Emise un verso, sembrava stesse facendo le fusa, prima di
cingermi i fianchi e baciarmi. Portai le mani dietro alla sua nuca. Chiusi gli
occhi, staccai le labbra e sfiorai il naso contro il suo, poi appoggiai la
fronte contro la sua. In quei momenti mi veniva sempre da dirgli “ti amo”
infinite volte, ma sapevo di dirglielo senza aprire bocca. E lui capiva ogni
singola volta.
Dopo un po’ ci allontanammo l’uno dall’altra, ma le
nostre dita s’intrecciarono non appena riaprimmo gli occhi. Lo trascinai a
cercare sua madre.
- Denise? – la chiamai.
- Sì, tesoro? – rispose subito, la trovammo seduta sul
divano che guardava la TV.
- Ti dispiace se usiamo la cucina? Sai, Fujiko ha
proposto di preparare la pizza … - spiegai.
- Aki, la pizza piace molto a tutti noi, quindi potete
farla a condizione la facciate anche per noi e che poi risistemiate tutto. –
sorrise. Oh uffa, no dai!, mi
lamentai mentalmente. Ma Denise era troppo convincente, con quel suo dolce
sorriso e la sua voce così gentile. Nick da lei aveva preso la persuasione,
anche se con metodi diversi.
- O … k. – sbuffai.
Io e Nick andammo in camera sua e passammo un po’ di
tempo a suonare la chitarra e canticchiare, scherzando. Parlavamo anche di
lavoro, in un certo senso, delle canzoni che stavamo scrivendo. Io avrei
pubblicato un nuovo album tra una settimana, e lui a inizio febbraio avrebbe
divulgato il suo solista con la band “The Administration”. Cercavo di non
pensare che già dal giorno dopo sarebbe partito per un mini-tour, anche se era
solo per un mese mi rattristava un po’. A un certo punto mi misi a suonare
sovrappensiero “Please Be Mine” con la sua chitarra acustica. Mi fermai subito,
lievemente imbarazzata.
- Che c’è? – sorrise.
- Scusa, non ci stavo pensando. – mi giustificai, posando
la chitarra.
- Scommetto che stiamo pensando la stessa cosa. – disse,
abbandonando l’espressione felice. Si avvicinò a me e l’abbracciai.
- Mi mancherai in tour, lo sai? – sussurrò, baciandomi i
capelli.
- Anche tu mi mancherai, inutile dirlo. Cercavo di non
pensarci fino all’ultimo. – aggiunsi, chiudendo gli occhi.
- Anche io. L’altra notte mi sono messo a pensare una
cosa ovvia, ma che non volevo assolutamente credere.
- Cosa?
- Che questo tour finisce a gennaio. Ma a marzo tu parti
con il tuo tour, e una settimana prima del tuo ritorno, riparto io con i Jonas
Brothers. Praticamente possiamo passare febbraio assieme, e poi per più di sei
mesi più niente. – confessò. Avrei voluto tapparmi le orecchie, urlare, pestare
i piedi a terra come una bambina. Presi la sua mano e la strinsi forte.
- E’ difficile stare assieme quando si fa entrambi questo
lavoro. – mormorai. – Ma io ci voglio provare lo stesso. – Mi allontanai per
fissarlo negli occhi. – Perciò promettimi che qualunque cosa accadrà, qualunque
sia la distanza che ci separa, tu ed io resteremo insieme.
- Lo prometto. Anzi, in più giuro che non ti farò del
male. Io … non voglio perderti. – aggiunse. Sorridemmo, e lo baciai con
dolcezza. Sentivo il suo dolore, il suo bisogno di me, in quel semplice
incontro di labbra. In quel momento, il campanello di casa suonò. Nick emise un
sospiro, si alzò e mi prese la mano, mentre mi drizzavo anche io. Quando
arrivammo al piano di sotto, Denise – efficiente e veloce come al solito, aveva
già aperto a Joe e Fujiko, che erano in cucina a fare casino. Da loro due avrei
dovuto aspettarmelo. Stavano tirando fuori delle confezioni da alcuni sacchetti
di plastica bianchi appoggiati sul tavolo. Avvicinandomi notai che erano pacchi
di farina, uova, olio, sale, sugo al pomodoro, mozzarella e altre varietà come
prosciutto, tonno, peperoni, funghi e altro ancora.
- Ma che pizza volete fare? – chiesi, ridendo.
- Akiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! – Fu-chan mi
assaltò, fui quasi soffocata dal suo abbraccio stritola ossa. – Cugi, ti devo
assolutamente parlare. - aggiunse poi, e
senza darmi il tempo di rispondere mi afferrò la mano, intenzionata a tirarmi
probabilmente in una delle camere dei fratelli.
- Credo che dovrete parlare dopo. – sentii Joe, il quale
mi afferrò per la mano libera e mi attirò a sé, abbracciandomi. Intanto Fujiko
mi aveva mollato, per fortuna. Se non lo avesse fatto, probabilmente mi sarei
spezzata un braccio.
- Buon anno, piccola. – disse Danger, lasciandomi.
- Anche a te, Joey.
Un quarto d’ora dopo, eravamo tutti pieni di farina.
Sophie ci aveva raggiunto, e ci davamo tutti da fare per non combinare
disastri. La preparazione della pizza procedeva tra scherzi e risate, ogni
tanto Nick mi tirava la farina e io rispondevo senza esitare, Joe e Fujiko si erano
addirittura sporcati di sugo mentre preparavamo la pasta, Sophie invece ne
combinava di tutti i colori, aveva rotto tre uova, fatto cadere a terra la
farina, quasi distrutto un bicchiere del servizio di Denise. Insomma, con lei
c’era sempre da ridere.
- Wow, ehi Nick, grazie per averci mostrato il tuo
meraviglioso lato B. – rise a un certo punto Fujiko, fissando il fondoschiena
del mio ragazzo. – E belle mutande. – aggiunse poi, scoppiando a ridere.
- Cavolo, mi stanno cadendo i pantaloni! – imprecò lui,
tirandoseli su con le mani piene di farina. – Ma perché mi stavi guardando il
sedere? – chiese poi, sospettoso.
- Ah, è una specie di gioco che di solito faccio con
Aki-chan quando siamo in giro. – fece spallucce lei. La fulminai con lo
sguardo.
- A dire la verità, è un gioco che facevamo ma ormai non più. – rettificai, calcando sul tempo
imperfetto. Nick alzò il sopracciglio.
- Infatti, non abbiamo più tempo, ma appena ci riusciamo
lo rifacciamo di sicuro. – continuò imperterrita Fu-chan. Emisi un verso stile
Homer Simpson, “d’oh!”. Mi fissarono tutti, tacendo.
- Un colpo di tosse, mi è andata la saliva di traverso.
- Ah ok. E in cosa consiste questa specie di gioco,
Fu-chan? – chiese Sophie. E no,
eccheccavolo! Imprecai mentalmente, sperando che mia cugina capisse dai
miei sguardi che doveva cucirsi la bocca. Non capì.
- Allora, quando andiamo in giro, io e lei guardiamo il
lato B dei ragazzi che incontriamo, e poi diamo i voti. – Cavolo! Ti prego, fa che Nick non sia geloso, fa che Nick non sia
geloso, fa che Nick non sia geloso!!!
- Chissà perché, ma sono geloso. – disse Nick,
avvicinandosi protettivo a me.
Ridacchiai come un idiota, per farmi perdonare, ma finii
col grufolare. Ed ecco un altro “d’oh!” uscirmi dalla bocca.
Scossi la testa e tornai “seria”.
- Posso spiegare. – tentai, ma Fujiko m’interruppe di
nuovo.
- Non ce n’è bisogno, tesoro, ci penso io. – sorrise,
rimettendo le mani nell’impasto e … impastandolo (chiedo scusa per il gioco di
parole! xD Nota di chi se non me? xD)
- Questo nostro giochetto può avere dei problemi. Cioè,
sì, a volte ci sono dei ragazzi che hanno un sedere niente male, ma certe volte
alcuni sono orribili. – cinguettò la pazza.
- Beh, non è il tuo caso FuFu. – disse Joe. – Per me sei
da 9 e mezzo.
In un istante, mia cugina diventò rossa fino alla punta
dei capelli. Aspetta un momento, Fujiko era arrossita?
Ma che diavolo … ?
Le diedi una gomitata per farla tornare al suo normale
colorito: finché eravamo in pubblico lei non
poteva arrossire, era contro tutti, e sottolineo tutti, i suoi principi!
- Uhm, io le do otto e mezzo. – ribattè Nick, come se
stessero parlando di una gomma da masticare invece che del sedere di una
ragazza presente nella stessa stanza.
- Solo perché stai con Aki. – mugolò Joseph. – A
proposito, a lei io do 8 e mezzo. – aggiunse, schietto.
Girai intorno al tavolo per raggiungerlo e dargli un
coppino.
- Naa, ma stai scherzando? È decisamente da 10 meno. –
ribattè il mio ragazzo. Sbuffai, e diedi un coppino anche a lui.
- Ma che ho fatto? Non hai detto che facevi sempre questo
gioco? – cercò una scusa.
- Innanzitutto io sono una ragazza, è un altro discorso.
E poi non l’ho mai fatto col mio ragazzo. – spiegai, infornando l’ultima pizza.
Mentre parlavamo avevamo finito di prepararle.
- Ah. Scusa – disse, facendolo la sua solita faccia da
cucciolo. Significava che voleva un bacio. Sorrisi e gliene diedi uno a stampo,
per fargli capire che era una sciocchezza e l’avevo già perdonato.
- Io mi infilo nella doccia. – annunciò Joe.
- Ok, divertiti con la tua paperella di gomma. – lo prese
in giro Fujiko. Lui arricciò il naso, prima di sparire sorridendo al piano di
sopra. Uhm, quei due covavano decisamente qualcosa, e io avrei scoperto presto
cosa. Infatti la presi per mano e me la tirai vicina sul divano, mettendola tra
me e Nick, il quale si adattò di malavoglia.
- Ma che è successo? – le chiesi, in un sussurro.
Arrossì.
Ignorò la domanda e me ne rivolse un’altra.
- Cosa intendi? – mormorò, ingenuamente. Ma sapevo che in
realtà aveva capito benissimo.
- Che avete combinato tu e Joe questa notte? Sembra che
abbiate fatto chissà cosa! – rettificai.
Arrossì ancora di più, perciò le diedi una gomitata.
- Ahio! Va bene, ok, te lo dico. Solo, non qui. – disse,
prendendomi la mano e trascinandomi via. Nick protestò.
- Ma si può stare con la propria ragazza senza essere
interrotti da sua cugina? – bofonchiò, prendendomi l’altra mano e tirandomi a
sé.
- No, se le devo dire una cosa di importanza vitale. –
rispose Fu-chan ritirandomi via.
- E non posso saperla anche io? – ribattè Nick,
trainandomi ancora verso di lui, ora che era in piedi ed era più forte di
Fujiko.
- Credo che la saprai presto, non so quanto tuo fratello
sappia tenere la bocca chiusa. E comunque adesso lascia Aki, grazie. – Fu-chan
parlò velocemente, come faceva quando non poteva avere subito quello che
voleva. Era un suo difetto: se non gli era dato quello che desiderava,
cominciava a comportarsi da bambina, in modo sgarbato. La fulminai con lo
sguardo, mentre Nick le rispondeva diplomatico:
- Visto che lo verrò comunque a sapere, perché non
dirmelo ora?
- Ma …
- Che differenza vuoi che faccia?
A quest’ultima domanda FuFu non seppe rispondere. Si
riaccasciò sul divano, lasciandomi abbastanza spazio per mettermi vicino a
Nick.
- Allora? – la incitai.
- Ecco, io e Joe abbiamo …
Angolo Autrice:
lo so, sono in ritardo. E tanto anche. Ho avuto un bel
po’ di problemi, mi dispiace tantissimo! Cooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooomunque
mi sembra ovvio che questo è un po’ il capitolo più pervertito della storia, o
almeno fin ora *sguardo malizioso*
mah, chi lo sa? Io, ovviamente! Non
credo che per ora ci saranno altre cose simili, ma questo non vuol dire
che non ce ne saranno … come non vuol dire che ce ne saranno … Boh! ^^ xD va
bene, basta con i commenti stupidi e passiamo ai ringraziamenti:
jeeeeee : ciao, bella! Grazie perché continui a leggerla,
ultimamente ci metto ogni volta più tempo ad aggiornare … ma prometto che stavolta sarà diverso, sto
già lavorando al 14! Alla prossima, teso, ciauuuuuuuuuuuuu!
Xxx
Chiara : Kira, Kira, perché sei tu Kira? xD lo spoiler te
l’ho mandato talmente tanto tempo fa che sicuramente non ti ricordavi una
mazza, eh? Scuuuuuuuuuuuuuuuuuuusa! Anche perché non
sto più leggendo … e non lo vado a fare nemmeno adesso perché mi prudono le
mani da quanto voglio scrivere, meglio che sfrutti l’occasione, no? Ci si vede
su msn e FB bellissima, ciaooooooo!
Xxx
Virgy : tu l’hai già letta (in
teoria) quindi ho già commentato i tuoi commenti (suona strana come frase … xD)
comunque, grazie per averla rilegata, non vedo l’ora di vedere che lavoro hai
fatto! Spero che ti sia divertita in Grecia e che ti diverta anche a Roma (-.-“)
ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Wow! Le recensioni sono calate un bel po’, eh? Guardate
che se ce ne sono troppo poche non la pubblico più e la scrivo per me e i miei
compagni, quindi decidete voi, oki? Va bene, ciao
alla prossima!
La vostra
[--->Chibi≈Aki<---]