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Autore: chibi aki    06/04/2010    2 recensioni
Aki Blues è una nuova star Disney ed è follemente innamorata di Nick Jonas. Vorrebbe tanto conoscere lui e i suoi fratelli, e quello sarà l'inizio di una bella amicizia!
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13

 Socchiusi leggermente gli occhi. La luce giallina del sole tingeva di quel colore tutti gli oggetti, irriconoscibili e dai contorni sfocati. Avevo l’impressione di aver dormito molto, ma mi sentivo ancora assonnata, perciò richiusi gli occhi e mi girai dall’altra parte. Mentre mi sistemavo, il mio naso sfiorò qualcosa, che poi toccò la fronte. Quella cosa era morbida e profumata, così mi ci rannicchiai contro, sentendomi in qualche strano modo protetta. Rientrai rapidamente nel dormiveglia e il mio respiro si fece più pesante. Ogni volta che inspiravo il profumo delizioso di quella cosa un essenza famigliare mi entrava nel naso e arrivava al cervello, rilassando le mie terminazioni nervose. Per non so quanto rimasi così, nel dormiveglia. Poi mi svegliai un poco come qualche attimo prima, e cercai di capire quale fosse l’odore così piacevole che mi aveva cullata. Inspirai ed espirai qualche volta, ma solo alla settima riconobbi il profumo. Quello era il solito odore di … Nick?!? Spalancai gli occhi e scoprii di avere la faccia incollata al suo petto. Stavo per urlare, mi veniva proprio da dentro, quando alzai lo sguardo e lo vidi. Era ancora addormentato: tenero, sereno, perfetto. Era la seconda volta che lo vedevo nel sonno e per la seconda volta fui travolta dalla calma. Ora infatti non volevo più urlare, però fu impossibile evitare di arrossire. Avevamo dormito insieme? Cercai di ricordare: la sera – o meglio, mattina – prima, ero così stanca che non mi ero nemmeno accorta di dove mi ero addormentata, ma non avrei mai immaginato di averlo fatto sul letto di Nick! Scossi la testa, meglio non pensarci. Arrivai a fatica ad avere il viso all’altezza del suo, intenzionata a svegliarlo nel suo modo preferito, ovviamente con un bacio. Poco prima che le mie labbra toccassero le sue, mi venne da pensare. Misi una mano davanti alla bocca e provai l’alito. Mmh, tremendo! Mi alzai dal letto facendo meno rumore possibile per non svegliare Nick. Se si fosse ridestato da solo non avrei potuto fargli una sorpresa. Cercai la mia borsa in giro per la sua stanza, trovandola appesa alla maniglia della porta. Frugai al suo interno, cercando di non ricordare cos’era successo per avermela fatta lasciare lì, e ci trovai il beauty case. Avevo previsto di rimanere fuori a dormire, così mi ero premunita di spazzolino, dentifricio, trucchi e altre cose essenziali. Afferrai la borsetta e uscii dalla stanza, in punta di piedi. Mi guardai attorno per controllare che nessuno mi avesse vista uscire da lì. Per fortuna no. Iniziai a camminare verso il bagno, mentre frugavo nel beauty alla ricerca del mio spazzolino. Concentrata com’ero, non mi accorsi di Kevin Sr. e ci andai a sbattere contro.

- Oh scusa. – mormorai, alzando lo sguardo. Vidi le sue pupille dilatarsi. – Che c’è?

- Tranquilla, niente. Che stai cercando lì dentro? – mi chiese, senza smettere di squadrarmi.

- Lo spazzolino, sai com’è. – risposi, cercando di intuire dal suo sguardo cosa avessi di strano.

- Già, ho presente. – Sorrise. – Vuoi usare il bagno? – domandò poi, scuotendo la testa e smettendo di fissarmi.

- Oh sì, grazie.

- Fai come fossi a casa tua, Aki. – L’ho fatto fin troppo!

- Ah, e se potessi svegliare Nicholas te ne sarei grato. – aggiunse. Come se mi dispiacesse! Kevin s’incamminò in cucina.

- Sì capo. – dissi, facendo il saluto militare. Mi avvicinai alla porta più vicina ed entrai, era quello il bagno. Avevo paura di guardarmi allo specchio, ma lo feci comunque. OH MY GOSH!! Ero in uno stato un po’ pietoso: i capelli si erano dimenticati cos’era la spazzola, avevo sbavature di rossetto e mascara su tutta la faccia, i vestiti erano stropicciati. Grazie di avermi avvertito, eh, Kevin! Mi lavai i denti e la faccia, tolsi il trucco, spazzolai i capelli e sistemai i vestiti come potei. Alla fine il risultato era migliorato rispetto a prima, ma non ero ancora perfetta. Per esserlo avrei dovuto cambiarmi. Risistemai i miei “attrezzi da lavoro” nel beauty case e tornai in camera di Nick, sempre facendo attenzione a non svegliarlo. Mi rinfilai arrossendo nel letto. Mi avvicinai al suo viso perfetto e gli diedi un bacio a stampo; poi mi sistemai e chiusi gli occhi, così che sembrassi addormentata. Lo sentii muoversi e sbadigliare.

- Aki? Piccola? – mormorò. Mi sfiorò la guancia con le dita e poi con le labbra. Queste ultime si posarono poi sulle mie, e allora sorrisi.

- Ti avevo già preceduto. – lo presi in giro, dandogli un altro bacio.

- Ah, ecco chi mi ha svegliato in quella maniera adorabile. – sorrise, scroccando un altro incontro di labbra. Arricciò il naso. – Mmh, devo andare in bagno. – aggiunse, alzandosi. – Mi aspetti qui? – chiese poi, lasciandomi intendere che voleva che lo facessi. Annuii, sorridendo maliziosa. Arrivò poco dopo, aveva un aspetto migliore, era più sveglio. Si appoggiò in fondo al letto e si avvicinò a me, sembrava un leone pronto a lanciarsi sulla preda. L’unico caso mai sperimentato in cui la “preda” non desidera altro che farsi possedere dal “leone”. Attaccò, con un bacio fin troppo passionale. Lo allontanai, un po’ per riprendere fiato, un po’ perché ero consapevole che non poteva spingersi troppo in là. Eh già, io non avevo il Purity Ring, anche se ero ancora vergine. Una volta con Hoshi ci ero andata vicina, ma alla fine non era successo niente.

- Che c’è? – sussurrò Nick, quando lo allontanai nuovamente da me. Non funzionò a lungo, prese istantaneamente a baciarmi il collo.

- C’è che tu dovresti darti una calmata, lo sai meglio di me. – lo ammonii, sfuggendo di malavoglia dal contatto delle sue labbra con la mia pelle. Sbuffò.

- Hai ragione, ma tu mi provochi. – si difese.

- E cosa farei io per provocarti? – chiesi. Mi diedi una controllata: la maglietta effettivamente era un po’ scollata, ma a dire il vero neanche abbastanza per poter dare una sbirciata. Si era anche un po’ sollevata, scoprendomi la pancia. Ma in fondo, niente di che a mio avviso.

- Beh, non lo so, cercavo di darti la colpa. – rise. – Che dici, ci alziamo?

- Ok, tanto qui non abbiamo niente da fare. Ah, Nick, posso chiederti un favore?

- Sì?

- Mi presti una maglietta? La mia è ridotta un po’ male. – dissi, indicandola. Era tutta spiegazzata, non si riconoscevano più disegni e scritte.

- Ehm, certo, ma credo che ti starà un po’ grande. – constatò, aprendo il suo armadio. Mi avvicinai a lui, per dargli una mano.

- Pensi di uscire con me oggi? – domandò, sbirciando in una pila di magliette.

- Veramente no, perché? – risposi.

- Perché mi va di mettermi una tuta e non mi va di cambiarmi più tardi se vuoi uscire. – spiegò, tirando fuori una maglietta e piazzandomela in mano. Poi prese una tuta e la buttò sul letto, e infine si mise a riordinare un po’ la stanza. Vabbè, “riordinare” è una parola grossa, diciamo più che prendeva i vestiti e le varie cianfrusaglie da terra e le sbatteva in un angolo.

- Beh, mettitela pure. – dissi, dando un’occhiata alla maglietta. Niente male! – Ti dispiace se mi cambio qui? Tanto è solo una maglietta. – chiesi poi.

- Va bene, ma se ti salto addosso non ti lamentare. – rispose, arrossendo e sorridendo allo stesso tempo.

- Ehi, mi hai già vista in costume, non è che sono cambiata da quella volta. – ricordai, sfilandomi la mia maglietta. Solo in quel momento ricordai di avere il reggiseno di seta rossa che mi aveva regalato zia Maggie per Natale. Infatti, ecco che Nick mi abbracciò da dietro, così che non lo potessi allontanare, e prese a baciarmi la pelle nuda delle spalle, le braccia e la schiena.

- E poi ti chiedi cosa fai per provocarmi. – mi accusò, tra un bacio e l’altro.

- Ehm, mi sono ricordata adesso del regalo di mia zia Maggie. – mi giustificai, arrossendo un po’ e dimenandomi perché mi lasciasse andare.

- Hai altri regali di zia Maggie? – ridacchiò. In quell’istante avrei voluto dissolvermi nel nulla, tanto era l’imbarazzo.

- Nicky? Dai basta. – tentai di oppormi e girai la testa verso di lui ma quando le sue labbra trovarono le mie non potei fare a meno di rispondere al bacio. Ma che diavolo sto facendo? Mi allontanai da lui, ma mi prese in braccio di modo che avessi i piedi ben lontani da terra.

Toc toc!

- Nick posso entrare? – la voce di Frankie convinse il fratello a lasciarmi a terra. Mi infilai istantaneamente la maglietta di Nick, mentre lui andava a controllare alla porta. La aprì un poco giusto per mettere fuori la testa, ma il Bonus Jonas si infilò nella stanza in un attimo. Non appena mi vide, mi saltò addosso – anche lui! – salutandomi.

- Ma Aki tu hai dormito qui? – mi chiese, sedendosi sul letto. Sia io che Nick arrossimmo, e lui tagliò la corda dicendo che andava in bagno a cambiarsi. Grazie, eh!

- Beh, se per “qui” intendi a casa tua, allora sì. – dissi, affiancandolo seduta sul letto. Ti prego, non me lo chiedere!

- Fin lì ci arrivo anche da solo, Sophie me lo ha detto che voi tre avete passato il capodanno assieme. Volevo dire, tu hai dormito nella stanza di mio fratello?  - rifece la domanda. Dannazione! Una scusa, una scusa, una scusa … Non potevo certo dirgli che avevamo dormito assieme!

- Sì, ho dormito qui. – Vero. – ma Nick no. – Falso.

- Ah no? E dove ha dormito? – chiese poi il tenero, casto, innocente Frankie.

- N-non lo so, so solo che è stato lui a svegliarmi. – Falso!!!

- Ah ok. Non importa. – Eh meno male! – Comunque, ha chiamato … Ehi perché hai la maglietta di Nick? – notò. Mannaggia me ne ero dimenticata!

- La mia era ridotta un po’ male, così ne ho chiesta una a lui – Vero. – Chi hai detto che ha chiamato? – cercai di cambiare argomento. Non avevo problemi a mentire, ma farlo con Frankie era davvero difficile!

- Ah sì. Ha chiamato Fu-chan, ha detto che lei e Joe tornano dopo pranzo, ti deve assolutamente parlare e ha avuto un idea. – disse, contando sulle dita.

- Dal tono che aveva hai capito qualcosa? – indagai.

- Solo che era felice. Tanto. Forse troppo. – mi guardò esasperato. Tradussi mentalmente le sue parole: Fujiko era mortalmente felice.

- Ok, grazie piccolo. – gli diedi un bacio sulla guancia, prima che se ne andasse. In quel momento tornò Nick, infilato in una tuta. Ma come faceva a essere così figo anche con dei semplicissimi, banalissimi pantaloni, maglietta e felpa?

- Mi fai ingelosire di Frankie! - si lamentò, mettendo un finto, adorabile broncio. Glielo tolsi all’istante con un bacio a stampo. Mentre scendevamo in salotto, gli dissi della chiamata di FuFu, come la chiamava lui.

- Un idea? Non so te, ma io sono leggermente preoccupato, conoscendola. – disse, prendendomi la mano e tirandomi in cucina.

- Ciao mamma. – salutò.

- Buongiorno, tesori. – rispose lei, chiudendo il frigorifero nel quale aveva appena riposto qualcosa, prima del nostro arrivo.

- Hai dormito bene qui da noi, Aki? – chiese poi.

- Si, si. Sta tranquilla, Denise, trovarsi male a casa tua è impossibile. – dissi, avvicinandomi a lei e salutandola con un bacio sulla guancia. Mi sorrise.

- Ah, tesoro, hanno telefonato i tuoi genitori. Mi hanno chiesto di tenerti qui tutto il giorno, loro vanno con Jamie a fare un giro d’auguri a un po’ di parenti e amici.

- E non mi hanno costretta ad andare? Davvero?

- A quanto pare no. Probabilmente hanno preferito lasciarti fare come vuoi, visto che ormai sei abbastanza grande e responsabile per decidere. – spiegò la donna.

- Da quando i Jonas sono entrati nella mia vita, sta cambiando un po’ tutto in meglio. – dissi, guardando Nick. Sorrise, abbassando quasi involontariamente lo sguardo. A Denise scappò una lieve risata ad assistere al nostro scambio di battute. Uscì dalla stanza, lasciandoci soli. In quel momento, mi squillò il cellulare. Era Fujiko, risposi subito.

- Ehi, Fu-chan! – la salutai in giapponese.

- Good morning, honey! Piccola, ti devo parlare. Non hai idea di cosa è successo! – mi assaltò, lasciandomi a malapena il tempo di aprire bocca.

- Neanche tu, scommetto che quello che è capitato a me non lo immagineresti mai. – dissi, sentendo Nick che mi abbracciava da dietro e appoggiava l’orecchio al telefono. Imprecai in giapponese.

- Nick? – chiese lei, cominciammo a parlare in inglese.

- Già. Senti, di quello che ci è successo parliamone dopo. Adesso, Frankie mi aveva detto che avevi avuto un idea. – accennai.

- Sì, sì. – rispose, pimpante, per poi non dire più niente. Aveva lasciato il discorso in sospeso, per chissà quale motivo.

- Allora? – le diedi corda.

- Ah, tocca a me, scusa ho delle “piacevoli distrazioni” – disse le due parole in giapponese – che rompono le scatole.

Mi venne da ridere pensando che si riferiva sicuramente a Joe.

- Che … ? – provò Nick, ma io portai il telefono all’altro orecchio. Ovviamente lui cambiò posizione, senza comunque lasciare i miei fianchi.

- Allora, ti ricordi che quella volta che siamo andate in Italia e ci hanno fatto vedere come preparano la pizza migliore del mondo? – domandò.

- E come potrei scordarmelo? – risposi, ripensando al gusto di quella meravigliosa composizione di pasta, pomodoro e mozzarella.

- Beh, ho costretto Joe a passare a prendere gli ingredienti, la mia idea consiste nel … Fare la pizza! – svelò. Immaginai la scena: io, lei, Sophie, Joe, Nick e due aggiunte impossibili, Kevin e Danielle, coperti di farina mentre ridevamo come pazzi.

- Fu-chan, ma tu sei … Un genio! – esclamai. Chiusi istantaneamente la chiamata, eccitata all’idea.

- FuFu è incredibile. – disse Nick. – Aspetta un momento, questo vuol dire che la mia maglietta sarà ridotta male? – chiese poi, guardandomi perplesso.

- Peggio della mia stamattina. – lo presi in giro.

Emise un verso, sembrava stesse facendo le fusa, prima di cingermi i fianchi e baciarmi. Portai le mani dietro alla sua nuca. Chiusi gli occhi, staccai le labbra e sfiorai il naso contro il suo, poi appoggiai la fronte contro la sua. In quei momenti mi veniva sempre da dirgli “ti amo” infinite volte, ma sapevo di dirglielo senza aprire bocca. E lui capiva ogni singola volta.

Dopo un po’ ci allontanammo l’uno dall’altra, ma le nostre dita s’intrecciarono non appena riaprimmo gli occhi. Lo trascinai a cercare sua madre.

- Denise? – la chiamai.

- Sì, tesoro? – rispose subito, la trovammo seduta sul divano che guardava la TV.

- Ti dispiace se usiamo la cucina? Sai, Fujiko ha proposto di preparare la pizza … - spiegai.

- Aki, la pizza piace molto a tutti noi, quindi potete farla a condizione la facciate anche per noi e che poi risistemiate tutto. – sorrise. Oh uffa, no dai!, mi lamentai mentalmente. Ma Denise era troppo convincente, con quel suo dolce sorriso e la sua voce così gentile. Nick da lei aveva preso la persuasione, anche se con metodi diversi.

- O … k. – sbuffai.

Io e Nick andammo in camera sua e passammo un po’ di tempo a suonare la chitarra e canticchiare, scherzando. Parlavamo anche di lavoro, in un certo senso, delle canzoni che stavamo scrivendo. Io avrei pubblicato un nuovo album tra una settimana, e lui a inizio febbraio avrebbe divulgato il suo solista con la band “The Administration”. Cercavo di non pensare che già dal giorno dopo sarebbe partito per un mini-tour, anche se era solo per un mese mi rattristava un po’. A un certo punto mi misi a suonare sovrappensiero “Please Be Mine” con la sua chitarra acustica. Mi fermai subito, lievemente imbarazzata.

- Che c’è? – sorrise.

- Scusa, non ci stavo pensando. – mi giustificai, posando la chitarra.

- Scommetto che stiamo pensando la stessa cosa. – disse, abbandonando l’espressione felice. Si avvicinò a me e l’abbracciai.

- Mi mancherai in tour, lo sai? – sussurrò, baciandomi i capelli.

- Anche tu mi mancherai, inutile dirlo. Cercavo di non pensarci fino all’ultimo. – aggiunsi, chiudendo gli occhi.

- Anche io. L’altra notte mi sono messo a pensare una cosa ovvia, ma che non volevo assolutamente credere.

- Cosa?

- Che questo tour finisce a gennaio. Ma a marzo tu parti con il tuo tour, e una settimana prima del tuo ritorno, riparto io con i Jonas Brothers. Praticamente possiamo passare febbraio assieme, e poi per più di sei mesi più niente. – confessò. Avrei voluto tapparmi le orecchie, urlare, pestare i piedi a terra come una bambina. Presi la sua mano e la strinsi forte.

- E’ difficile stare assieme quando si fa entrambi questo lavoro. – mormorai. – Ma io ci voglio provare lo stesso. – Mi allontanai per fissarlo negli occhi. – Perciò promettimi che qualunque cosa accadrà, qualunque sia la distanza che ci separa, tu ed io resteremo insieme.

- Lo prometto. Anzi, in più giuro che non ti farò del male. Io … non voglio perderti. – aggiunse. Sorridemmo, e lo baciai con dolcezza. Sentivo il suo dolore, il suo bisogno di me, in quel semplice incontro di labbra. In quel momento, il campanello di casa suonò. Nick emise un sospiro, si alzò e mi prese la mano, mentre mi drizzavo anche io. Quando arrivammo al piano di sotto, Denise – efficiente e veloce come al solito, aveva già aperto a Joe e Fujiko, che erano in cucina a fare casino. Da loro due avrei dovuto aspettarmelo. Stavano tirando fuori delle confezioni da alcuni sacchetti di plastica bianchi appoggiati sul tavolo. Avvicinandomi notai che erano pacchi di farina, uova, olio, sale, sugo al pomodoro, mozzarella e altre varietà come prosciutto, tonno, peperoni, funghi e altro ancora.

- Ma che pizza volete fare? – chiesi, ridendo.

- Akiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! – Fu-chan mi assaltò, fui quasi soffocata dal suo abbraccio stritola ossa. – Cugi, ti devo assolutamente parlare. -  aggiunse poi, e senza darmi il tempo di rispondere mi afferrò la mano, intenzionata a tirarmi probabilmente in una delle camere dei fratelli.

- Credo che dovrete parlare dopo. – sentii Joe, il quale mi afferrò per la mano libera e mi attirò a sé, abbracciandomi. Intanto Fujiko mi aveva mollato, per fortuna. Se non lo avesse fatto, probabilmente mi sarei spezzata un braccio.

- Buon anno, piccola. – disse Danger, lasciandomi.

- Anche a te, Joey.

 

Un quarto d’ora dopo, eravamo tutti pieni di farina. Sophie ci aveva raggiunto, e ci davamo tutti da fare per non combinare disastri. La preparazione della pizza procedeva tra scherzi e risate, ogni tanto Nick mi tirava la farina e io rispondevo senza esitare, Joe e Fujiko si erano addirittura sporcati di sugo mentre preparavamo la pasta, Sophie invece ne combinava di tutti i colori, aveva rotto tre uova, fatto cadere a terra la farina, quasi distrutto un bicchiere del servizio di Denise. Insomma, con lei c’era sempre da ridere.

- Wow, ehi Nick, grazie per averci mostrato il tuo meraviglioso lato B. – rise a un certo punto Fujiko, fissando il fondoschiena del mio ragazzo. – E belle mutande. – aggiunse poi, scoppiando a ridere.

- Cavolo, mi stanno cadendo i pantaloni! – imprecò lui, tirandoseli su con le mani piene di farina. – Ma perché mi stavi guardando il sedere? – chiese poi, sospettoso.

- Ah, è una specie di gioco che di solito faccio con Aki-chan quando siamo in giro. – fece spallucce lei. La fulminai con lo sguardo.

- A dire la verità, è un gioco che facevamo ma ormai non più. – rettificai, calcando sul tempo imperfetto. Nick alzò il sopracciglio.

- Infatti, non abbiamo più tempo, ma appena ci riusciamo lo rifacciamo di sicuro. – continuò imperterrita Fu-chan. Emisi un verso stile Homer Simpson, “d’oh!”. Mi fissarono tutti, tacendo.

- Un colpo di tosse, mi è andata la saliva di traverso.

- Ah ok. E in cosa consiste questa specie di gioco, Fu-chan? – chiese Sophie. E no, eccheccavolo! Imprecai mentalmente, sperando che mia cugina capisse dai miei sguardi che doveva cucirsi la bocca. Non capì.

- Allora, quando andiamo in giro, io e lei guardiamo il lato B dei ragazzi che incontriamo, e poi diamo i voti. – Cavolo! Ti prego, fa che Nick non sia geloso, fa che Nick non sia geloso, fa che Nick non sia geloso!!!

- Chissà perché, ma sono geloso. – disse Nick, avvicinandosi protettivo a me.

Ridacchiai come un idiota, per farmi perdonare, ma finii col grufolare. Ed ecco un altro “d’oh!” uscirmi dalla bocca.

Scossi la testa e tornai “seria”.

- Posso spiegare. – tentai, ma Fujiko m’interruppe di nuovo.

- Non ce n’è bisogno, tesoro, ci penso io. – sorrise, rimettendo le mani nell’impasto e … impastandolo (chiedo scusa per il gioco di parole! xD Nota di chi se non me? xD)

- Questo nostro giochetto può avere dei problemi. Cioè, sì, a volte ci sono dei ragazzi che hanno un sedere niente male, ma certe volte alcuni sono orribili. – cinguettò la pazza.

- Beh, non è il tuo caso FuFu. – disse Joe. – Per me sei da 9 e mezzo.

In un istante, mia cugina diventò rossa fino alla punta dei capelli. Aspetta un momento, Fujiko era arrossita? Ma che diavolo … ?

Le diedi una gomitata per farla tornare al suo normale colorito: finché eravamo in pubblico lei non poteva arrossire, era contro tutti, e sottolineo tutti, i suoi principi!

- Uhm, io le do otto e mezzo. – ribattè Nick, come se stessero parlando di una gomma da masticare invece che del sedere di una ragazza presente nella stessa stanza.

- Solo perché stai con Aki. – mugolò Joseph. – A proposito, a lei io do 8 e mezzo. – aggiunse, schietto.

Girai intorno al tavolo per raggiungerlo e dargli un coppino.

- Naa, ma stai scherzando? È decisamente da 10 meno. – ribattè il mio ragazzo. Sbuffai, e diedi un coppino anche a lui.

- Ma che ho fatto? Non hai detto che facevi sempre questo gioco? – cercò una scusa.

- Innanzitutto io sono una ragazza, è un altro discorso. E poi non l’ho mai fatto col mio ragazzo. – spiegai, infornando l’ultima pizza. Mentre parlavamo avevamo finito di prepararle.

- Ah. Scusa – disse, facendolo la sua solita faccia da cucciolo. Significava che voleva un bacio. Sorrisi e gliene diedi uno a stampo, per fargli capire che era una sciocchezza e l’avevo già perdonato.

- Io mi infilo nella doccia. – annunciò Joe.

- Ok, divertiti con la tua paperella di gomma. – lo prese in giro Fujiko. Lui arricciò il naso, prima di sparire sorridendo al piano di sopra. Uhm, quei due covavano decisamente qualcosa, e io avrei scoperto presto cosa. Infatti la presi per mano e me la tirai vicina sul divano, mettendola tra me e Nick, il quale si adattò di malavoglia.

- Ma che è successo? – le chiesi, in un sussurro. Arrossì.

Ignorò la domanda e me ne rivolse un’altra.

- Cosa intendi? – mormorò, ingenuamente. Ma sapevo che in realtà aveva capito benissimo.

- Che avete combinato tu e Joe questa notte? Sembra che abbiate fatto chissà cosa! – rettificai.

Arrossì ancora di più, perciò le diedi una gomitata.

- Ahio! Va bene, ok, te lo dico. Solo, non qui. – disse, prendendomi la mano e trascinandomi via. Nick protestò.

- Ma si può stare con la propria ragazza senza essere interrotti da sua cugina? – bofonchiò, prendendomi l’altra mano e tirandomi a sé.

- No, se le devo dire una cosa di importanza vitale. – rispose Fu-chan ritirandomi via.

- E non posso saperla anche io? – ribattè Nick, trainandomi ancora verso di lui, ora che era in piedi ed era più forte di Fujiko.

- Credo che la saprai presto, non so quanto tuo fratello sappia tenere la bocca chiusa. E comunque adesso lascia Aki, grazie. – Fu-chan parlò velocemente, come faceva quando non poteva avere subito quello che voleva. Era un suo difetto: se non gli era dato quello che desiderava, cominciava a comportarsi da bambina, in modo sgarbato. La fulminai con lo sguardo, mentre Nick le rispondeva diplomatico:

- Visto che lo verrò comunque a sapere, perché non dirmelo ora?

- Ma …

- Che differenza vuoi che faccia?

A quest’ultima domanda FuFu non seppe rispondere. Si riaccasciò sul divano, lasciandomi abbastanza spazio per mettermi vicino a Nick.

- Allora? – la incitai.

- Ecco, io e Joe abbiamo …

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

lo so, sono in ritardo. E tanto anche. Ho avuto un bel po’ di problemi, mi dispiace tantissimo! Cooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooomunque mi sembra ovvio che questo è un po’ il capitolo più pervertito della storia, o almeno fin ora *sguardo malizioso* mah, chi lo sa? Io, ovviamente! Non  credo che per ora ci saranno altre cose simili, ma questo non vuol dire che non ce ne saranno … come non vuol dire che ce ne saranno … Boh! ^^ xD va bene, basta con i commenti stupidi e passiamo ai ringraziamenti:

 

jeeeeee : ciao, bella! Grazie perché continui a leggerla, ultimamente ci metto ogni volta più tempo ad aggiornare …  ma prometto che stavolta sarà diverso, sto già lavorando al 14! Alla prossima, teso, ciauuuuuuuuuuuuu! Xxx

 

Chiara : Kira, Kira, perché sei tu Kira? xD lo spoiler te l’ho mandato talmente tanto tempo fa che sicuramente non ti ricordavi una mazza, eh? Scuuuuuuuuuuuuuuuuuuusa! Anche perché non sto più leggendo … e non lo vado a fare nemmeno adesso perché mi prudono le mani da quanto voglio scrivere, meglio che sfrutti l’occasione, no? Ci si vede su msn e FB bellissima, ciaooooooo! Xxx

 

Virgy : tu l’hai già letta (in teoria) quindi ho già commentato i tuoi commenti (suona strana come frase … xD) comunque, grazie per averla rilegata, non vedo l’ora di vedere che lavoro hai fatto! Spero che ti sia divertita in Grecia e che ti diverta anche a Roma (-.-“) ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

 

Wow! Le recensioni sono calate un bel po’, eh? Guardate che se ce ne sono troppo poche non la pubblico più e la scrivo per me e i miei compagni, quindi decidete voi, oki? Va bene, ciao alla prossima!

 

La vostra

[--->Chibi≈Aki<---]

  
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