Seta
#07
“L’oscurità
inghiotte la luce, e piega l’animo impuro dell’uomo.
Brilla
nell’era, così come ordina la canzone del destino, e splende al chiaro di luna
la luce di un cavaliere solitario. Una luce nell’oscurità.”
Suonò
per ben 3 volte, il campanello dell’enorme villa Saejima,
prima che Gonza spalancasse l’imponente portone.
- E’
qui che abita Saejima Kouga?
– gli domandò una ragazza dall’aspetto fine ed accurato.
Gonza,
prima di rispondere la squadrò attentamente e con un certo interesse. Era alta,
la pelle del viso bianca quasi quanto quella di Kaoru,
ed i capelli scuri, di un liscio che sembrava essere seta, incredibilmente
lucenti e lunghi. Legati da una coda di cavallo che lasciava libere solo due
ciocche ai lati del viso, le sfioravano le spalle. Mentre gli occhi,
probabilmente la parte più sorprendente di quella
sconosciuta, si facevano notare perché, anche se dal taglio tipicamente
orientale, erano meravigliosamente tinti d’un azzurro puro come il ghiaccio. Ma la cosa più incredibile, però, senza dubbio riguardava il
suo modo di vestire. Indossava un kimono, bianco come la neve,
legato in vita da un obi dello stesso colore. Quel particolare indumento aveva
le maniche assai lunghe, che le sfioravano di poco le ginocchia, in più,
anziché terminare a tubino, la gonna della veste era
svasata, simile ad una campanula bianca che guardava verso terra.
- S-sì! – rispose Gonza, finalmente, e poi accadde
all’improvviso: il maggiordomo riconobbe i lineamenti di quel viso snello ed
aggraziato, di quel colore freddo d’un paio d’occhi meticolosi e ben attenti, e
si stupì all’istante: - Voi siete…!?
***
Kouga, lasciato il palazzo del Cane da Guardia, era quasi
arrivato a casa. Il sole, alto nel cielo risplendeva come non mai in quella
calda mattinata.
Aprì
la porta, Gonza lo accolse con un “bentornato, signorino”, e poi gli comunicò
che aveva visite.
- Vi
sta aspettando in giardino. – disse, accompagnandolo lungo il percorso.
- Di
chi si tratta? – domandò il Cavaliere Mistico, ancor
prima di varcare la soglia del terreno verdeggiante, ma la risposta del
maggiordomo fu interrotta dal suono di una voce femminile.
- Kouga Saejima! – si sentì
chiamare, e una volta raggiunto l’esterno vide la
sagoma di una donna con indosso un kimono bianco. Ella
attendeva di spalle, senza mostrare il proprio viso.
- Chi
sei? – chiese all’istante il
ragazzo, mentre accigliato continuava a squadrarla.
La
presentazione di quell’ospite fu davvero singolare. Kouga di certo non se lo sarebbe mai aspettato, tuttavia riuscì a reagire in tempo.
Si
udì un rumore simile a quello di due oggetti metallici che subiscono
tra loro un forte contatto.
Quello,
era il suono di un duello.
- Bravo, ottima parata! – si complimentò la ragazza,
incrociando la propria lama con quella del suo presunto avversario.
- Chi
sei!? – tuonò quest’ultimo,
senza ostentare taluna forma di gentilezza. La fissò bruscamente negli occhi
che, per via di quel colore così caratteristico, per un istante lo fecero
raggelare.
Lei
sospirò, amareggiata, sperava un pochino che Kouga avrebbe
ricordato perlomeno il suo nome, ma forse era passato troppo tempo, dall’ultima
volta che si erano rivisti.
- Tu
avevi solamente otto anni, ed io cinque. - rispose, e con la mente parve
tornare indietro nel tempo. – Tuttavia, il tuo sguardo è rimasto sempre lo
stesso. Sei cambiato moltissimo e, a quanto vedo, in meglio.
– commentò la giovane combattente, senza farsi sottomettere dalla spada di Kouga. – Sono Souka, Souka Saejima!
Kouga si fece sconcertato, e confuso ribatté: - Souka…?
- Lo
sapevo – disse, con un tono praticamente scontato.
Sbuffò un pochino, senza perdere contegno, ma solo per gioco. – Sono la figlia
di Sanae.
Lo
spadaccino alla fine ricordò. - Zia Sanae…- disse, articolando
quel nome a voce bassa.
-
Esatto. La sorella di tuo padre. – Souka emise un
sorriso. Kouga non poteva di certo dimenticarsi di
sua zia, l’unica sorella di Taiga Saejima.
Il
giovane ridusse pian pianino la pressione della spada,
ma la donna in kimono non fu per niente contenta. Passò al
contrattacco scagliandogli la lama addosso, l'altro la respinse appena
in tempo per poi vedersi arrivare la mano di Souka
allo stomaco. Parò anche quella, servendosi dell’arto libero, ma lo scontro non
volse al termine.
-
Smettila! – ordinò furente lui, perché costretto a difendersi controvoglia
dagli attacchi dell’abile spadaccina.
-
Mostrami la tua forza, cugino! – sorrise sprezzantemente, con fare dispotico,
senza fermarsi.
Esattamente
in quell’attimo, Kaoru era
da poco rientrata a casa. Asciugandosi la fronte sudaticcia con il braccio,
aveva chiamato Gonza il maggiordomo, ma invano.
-
Sarà forse in giardino? – si guardò attorno, nella speranza di intravedere il
buon uomo, poi si accinse a raggiungere la parte opposta della
hall, per apparire in quel luogo circondato dal verde.
- Oh,
signorina Kaoru! – esclamò Gonza, vedendola
sopraggiungere di sorpresa alle sue spalle. Non sapeva esattamente cosa dire.
Kouga e Souka stavano duellando, Kaoru li guardava con la bocca semiaperta, in preda allo
stupore.
- Che
sta succedendo?! – chiese impensierita, mentre assisteva
con i suoi occhi al frenetico combattimento.
Gonza
la rassicurò istantaneamente:
- E’ tutto apposto, state pure tranquilla! Ecco – premise con
garbo, com’era suo solito fare- quella ragazza è la figlia della sorella di
Taiga, per cui cugina del signorino. Il suo nome è Souka.
Kaoru scosse un pochino il capo in preda allo stupore.
- Il
padre di Kouga aveva una sorella? Non me ne ha mai
parlato…
Il
maggiordomo annuì: - Dopo la morte del padre, il signorino preferì separarsi
dal resto della famiglia. Temeva che loro non gli avrebbero permesso di
diventare un Cavaliere Mistico, e poter un giorno
vendicare Taiga.
- Non
deve essere stata una decisione tanto facile. – comprese la
giovane Mitsuki, poi ripensò all’infanzia di Kouga, senza dubbio tutta in salita. Gonza era stato
l'unico a prendersi cura di lui, a dargli quell'affetto
che gli era mancato fin da piccolo.
No,
di sicuro non doveva essere stata una decisone facile.
Il
duello tra i due improvvisamente cessò. Le spade avevano smesso di roteare.
Era
stata Souka a fermarsi per prima. In quel preciso
istante, Kaoru notò che l’ospite la stava squadrando.
E fu grazie a questo gesto, che la pittrice si accorse
di quel colore azzurro ghiaccio che riempiva le iridi della donna. Non aveva
mai visto prima d’ora un orientale avere occhi simili a quelli. Decisamente una rarità, pensò. Si sentì un pochino in
imbarazzo, così prese a strofinarsi le mani con fare nervoso, e a fissare il
suolo.
L’ospite
rimise in un fodero nero la propria arma, successivamente
si avvicinò all’artista.
- Ti
sei preso una nuova domestica dopo Gonza? – disse rivolta al cugino, con una
cadenza vocale a prima vista educata.
Kaoru divenne subito rossa, oltretutto si sentì a disagio
nel ritrovarsi di fronte una figura femminile così raffinata e bella come lei.
Vedendola poi da più vicino, pensò che ella aveva
l’eleganza della seta. Già, era veramente incantevole, soprattutto
quando combatteva. Il kimono le volteggiava nell’aria con delicatezza,
accompagnando i movimenti del corpo in quella che sembrava quasi essere una
danza, e non uno spietato duello.
All’artista
la scena del combattimento tra Kouga e la cugina, gli
rimase particolarmente impressa. Entrambi vestiti di bianco, avevano duellato
con maestria ed estrema classe.
Sembravano
quasi una coppia di provetti ballerini, e per altro molto affiatati.
Tornando
alle parole di Souka, al figlio di Taiga diedero
molto fastidio, tant’è che assunse automaticamente
un’espressione non proprio luminosa.
Gonza
agguantò la situazione al volo, per spiegare la realtà dei fatti.
-
Vedete, signorina Souka, questa ragazza è… - si
trattenne solo qualche istante, e poi affermò di botto: - La fidanzata del
signorino!
L’ospite
si svoltò di scatto verso il cugino. Compiaciuta, gli sorrise:
- Mi chiedo come tu abbia fatto, con il carattere che hai, a trovare una
ragazza… - trasse un sospiro - Ma d'altronde, un tipo come te non passa di
certo inosservato. - commentò, poi si girò ancora verso Kaoru,
e le accennò un inchino in segno di saluto: - Mi chiamo Souka
Saejima, molto piacere.
Kaoru provò ancora quella sensazione di disagio che aveva
avvertito pochi minuti prima. Si fece
coraggio e quindi dichiarò: - Il piacere è tutto mio! – Parve chiaramente
timida ed impacciata. La presenza di quella ragazza le metteva
soggezione, inoltre imbambolata da ciò, si era dimenticata perfino di
enunciare il suo nome. Dopo un attimo di smarrimento, rimediò
a quella mancanza – Sono Kaoru Mitsuki! – disse infine, e sorrise. Ma
nervosamente.
***
Erano
seduti tutti a tavola. Stavano pranzando. Tra di loro c’era anche la bella Souka. La ragazza nel frattempo si era cambiata. Adesso
indossava una canotta bianca con spalline molto
sottili, ed una gonna color miele svasata alla fine,
che non raggiungeva neppure il ginocchio. Anche senza
kimono, lei continuava ad esibire un portamento fine ed armonioso, liscio come
la seta.
- Quindi, ti fermerai qui per un po’? – le chiese Kaoru, per rompere il ghiaccio.
-
Beh, era questa la mia intenzione, solo che… - Souka
si trattene un secondo, poi riprese- non vorrei che la mia presenza qui, possa
in qualche modo arrecarvi disturbo. – finì, con un tono che aveva un qualcosa
di malizioso. Anche se nessuno sembrò accorgersene.
- Ma no, non pensarci nemmeno! La casa è fin
troppo grande, ci fa più che piacere averti qui con noi! – esclamò la
figlia di Yuuji, con sincerità. Perchè felice di averla tra loro.
Era
convinta che prima o poi, anche se molto distanti, lei
e Souka sarebbero diventate ottime amiche. Certo, per
Kaoru la cugina di Kouga
non poteva di certo competere con lei: la spadaccina aveva molta più classe e
fascino, constatò.
- Ti
ringrazio, ma… Non pensi che dovrebbe deciderlo Kouga?
Dopotutto, è lui il proprietario di questa maestosa villa. – le rispose ben presto, e con un gesto
impeccabile si tamponò appena la bocca con un lembo del tovagliolo. Ancora una
volta, l’affermazione di Souka sapeva di malizia, o
addirittura malevolenza. Stavolta Kaoru se ne accorse, tuttavia sperò di essersi sbagliata. La cugina
del suo ragazzo all’apparenza poteva sembrare un pochino
altezzosa, ma forse era solo un fattore transitorio.
Lo
sguardo delle due si spostò su Kouga che,
naturalmente, si sentì osservato.
- Per
me puoi restare. Basta che non intralci il mio lavoro. – dichiarò infine, senza
tirare per le lunghe.
Kouga Saejima, con gli Orrori
aveva il suo bel da fare. E poi, non c’erano solo
quelle perfide creature a dargli dei grattacapi.
Il
suo gemello, l'altro Garo, gli stava arrecando un bel
po’ di problemi. Oramai la notizia era divenuta ufficiale: i settori dell’Est,
dell’Ovest e del Sud, avevano informato i rispettivi Cavalieri Magici della sua
presenza.
Kouga quindi non doveva più fare i conti con colleghi che
volevano dargli una lezione, come Jin, ormai divenuto
suo amico. Ma per lui, ovviamente questo non bastava.
Tuttavia, stando agli ordini del Cane da Guardia del Nord, il giovane
combattente si doveva dedicare solo al proprio operato:
trovare e sconfiggere gli Orrori.
Solo
e soltanto Orrori. Nulla più doveva tormentarlo.
Inoltre,
per quelle Sentinelle da Guardia, il gemello indemoniato, a parte arrecare
fastidi di poco conto, non era una minaccia.
Almeno
non per ora.
***
Kouga se ne stava seduto nel suo studio, con i gomiti
appoggiati sulla scrivania.
-
Potrebbe essere questo, signorino. – espresse Gonza,
mostrandogli il ritratto di un Orrore impresso sulle pagine di un vecchio libro
del Makai.
- In
effetti- premise lo spadaccino, osservando attentamente la
foto- ha tre ali.
- Potrebbero elaborarle un po’ più chiare, le Lettere di Missione,
non trovi Kouga? – commentò Zarba, e il proprietario con un sospiro assentì.
Qualcuno
in quell’attimo varcò la soglia dello studio. I due
uomini si girarono, e videro la cugina del signorino, Souka
Saejima, raggiungere con scioltezza la scrivania.
- Quanti libri...- commentò, osservando il tavolo pieno di tomi e…
confusione - Qual è l’Orrore che stai cercando?- disse dopo, dimostrando di
conoscere abbastanza bene la materia.
- Non
lo so ancora… Non è facile. – replicò l'altro, senza
dilungarsi troppo.
Souka si accostò a lui, poi gli raccolse il libro dalle
mani, e si mise ad osservare la foto dell’Orrore alato.
- E’
proprio sgraziato… - commentò, facendo una faccia disgustata. Il cugino gli
strappò letteralmente quel libro dalle mani senza tanti preamboli.
- Sto
lavorando! – disse burbero, facendosi vedere infastidito.
Souka, con una sfacciata indifferenza, si riprese per
l’ennesima volta l’oggetto.
- Zarba, potresti dirmi che cosa
diceva il messaggio della Lettera di Missione?
L’anello
ripeté per filo e per segno le stesse parole di quella frase: - Non una non
due ma tre. Sono un ornamento, e nel cielo non volano. Il centro è la debolezza, ma loro lo proteggono divenendone barriera.
La
giovane ci pensò su. Le bastò giusto un attimo per decifrare il significato
sibillino di quella missiva. Sfogliò alla svelta quel
grosso libro, cercò di essere rapida, poi guardò Gonza il maggiordomo:
-
Posso avere il Registro del Makai che riguarda le
creature alate? – chiese, formulando la richiesta con maniere gentili. L’uomo
assentì, e le porse quasi subito l’oggetto.
Kaoru si stava avvicinando allo studio. Doveva uscire. Aveva
la lezione di quel corso d’arte.
Per
educazione, prima di lasciare la dimora voleva salutarli, tuttavia si affacciò
appena, e, vedendoli indaffarati, rinunciò per non disturbare. Non sarebbe stato corretto, soprattutto nei riguardi di Souka, pensò lei. Si allontanò in punta di piedi per
non essere scoperta, e quindi andò via. Ci rimase lì per lì un po’ male, ma poi
passò subito. Salutare Kouga, prima di uscire, per Kaoru era quasi un rito. A lei faceva
piacere, e, tutto sommato, quel gesto così affettuoso rendeva anche lui
felice.
Souka in quel frangente aveva trovato l’Orrore.
-
Eccolo. E’ lui quello a cui dovrai dare la caccia. Si
chiama Sanbasa, ed ha tre ali.
Kouga si riprese un’altra volta il libro, stavolta fece in
modo che Souka non glielo portasse nuovamente via, e
quindi si alzò dalla sedia.
- Ha
le stesse caratteristiche dell’altro. – appuntò, quasi seccato.
Lei
scosse il capo: - Ti sbagli, cugino. Sanbasa ha tre
ali, come diceva la frase di quella missiva, però la centrale, più piccola
delle altre due, è il suo punto debole. Il centro è la debolezza,
ma loro lo proteggono divenendo barriera. Sembra combaciare, no?– s’incrociò
le braccia al petto, poi alzò mezzo sopracciglio- Sono
o non sono una brava Spalla Mistica? – concluse, con un sorrisino fiero e
baldanzoso.
Eh,
doveva ammetterlo Kouga: sua cugina era davvero un
tipo in gamba. Tuttavia, si limitò solo a pensarlo.
Parlando
di Souka, invece, le sue abilità derivavano dal fatto
che ella era una cosiddetta “Spalla Mistica”.
Questa
tipologia di persone, ha il compito di assistere in tutto e per tutto, nella
lotta contro gli Orrori, i Cavalieri Mistici. A differenza del gioiello Madougu, ovvero chiamato “Guida
Mistica”, le Spalle assistono il Cavaliere soprattutto nei combattimenti,
fornendogli spesso un valido aiuto a livello fisico. Fin da bambini, vengono addestrati nel combattimento corpo a corpo nonché
con le armi, inoltre devono imparare a conoscere le numerose tipologie di
Orrori, compresi punti di forza e debolezza. Abilissimi quindi nel decifrare le
Lettere di Missione, le Spalle Mistiche velocizzano il compito dei propri
assistiti, trasformando ogni incarico in un successo.
Tuttavia,
i Cavalieri del Makai possono scegliere se avvalersi o
no di questi preziosi alleati: non tutti, infatti, amano il lavoro di squadra.
La maggior parte di loro preferisce un cammino solitario, in compagnia del
proprio Madougu.
Kouga stava per infilarsi il soprabito bianco e partire.
Gonza glielo sistemò per bene e con molta premura, da bravo maggiordomo, mentre
Souka se ne stava in silenzio ad osservare la scena.
Aveva le spalle appoggiate allo stipite della porta dello studio, e pareva soprattutto
guardare con attenzione il cugino.
- Perché non mi lasci venire con te? Potrei offrirti un valido
aiuto. – gli disse, proponendosi di accompagnarlo, anche se lei lo sapeva
benissimo che quel ragazzino con lo sguardo sempre torvo non avrebbe mai accettato
la proposta.
- Non
voglio ulteriori problemi. – commentò lui, senza rivolgerle
neppure uno straccio di sguardo. Infine andò via, lasciandola lì da sola come
un oggetto inutile ed ingombrante.
La ragazza si strinse nelle spalle. “Peggio
per te”, sembrò dire quel gesto.
***
Al
corso, Kaoru Mitsuki pareva
avere la cosiddetta “testa tra le nuvole”, un po’ come tutti gli artisti simili
a lei.
Il
giovane Ikuo, il suo nuovo amico, seduto esattamente
dietro di lei si accorse che la ragazza se ne stava in un mondo tutto suo,
senza seguire con interesse la lezione.
Il
docente di pittura aveva da poco finito di scrivere sulla lavagna il tema che
gli studenti dovevano rappresentare sui loro fogli.
Per
una qualche ragione sconosciuta, Kaoru portò lo
sguardo su quei caratteri bianchi scritti col gesso, e qualcosa sembrò
incredibilmente rianimarla.
“Imprimere
su carta il concetto di eleganza”. Era questa
la lezione di oggi.
Raccolse
i capelli in una coda di cavallo, prese la matita e cominciò magicamente a
creare una figura.
Si
affacciò con segretezza, Ikuo, e diede una
sbirciatina. Kaoru era estremamente
concentrata: in quel momento c’era lei e il ritratto, tant’è
che non smetteva di levare quegli occhi grandi e luminosi che aveva dal foglio.
Il ragazzo ne rimase folgorato. Non l’aveva mai vista così attenta e,
soprattutto, contornata da una luce a dir poco sfavillante.
-
Wow! – le esclamò, durante la lezione, e finalmente la figlia di Yuuji sembrò accorgersi di lui.
Si
voltò appena, poi sorrise.
- Ah,
sei tu Ikuo!– disse, come
per fargli un saluto. – Scusami, non mi ero accorta
che c’eri anche tu.
- Lo credo bene... Poco fa sembravi addirittura orbitare su un
altro pianeta! – le fece notare l’amico, poi lanciò un
occhio al disegno- Non c’è che dire! Il tuo concetto di “eleganza” è davvero
impressionante! - Kaoru arrossì e ringraziò subito.
Quel soggetto impresso su carta, sprizzava raffinatezza da ogni tratto. Come le
era venuta, alla signorina Mitsuki, una simile idea? Ikuo proprio non riusciva a spiegarselo, per
cui constatò che per avere la risposta giusta, bisognava farle quella
domanda – Dimmi una cosa… Per te il
concetto di eleganza assomiglia ad una donna fasciata da un sinuoso kimono
bianco? - L’artista osservò il suo ritratto, poi assentì
timidamente. – E il viso di quella donna… Sembra molto
accurato. Ti sei ispirata a qualcuno?
-
Lei- premise la bella mora- è la cugina del mio
ragazzo. L’ho conosciuta questa mattina, e resterà con noi per un po’ di tempo.
– Ecco, per Kaoru il concetto era questo: Eleganza -uguale- Souka.
- Aaah… Adesso è tutto chiaro! – disse all’improvviso e con
enfasi il ragazzo- Stavi pensando a lei, ed ecco
perché eri soprappensiero! Ti capisco… avere un’altra donna
in casa per te non deve essere facile. Soprattutto con un tipo attraente
come il tuo ragazzo…- annotò, facendo di sì più volte con la testa. E poi, egli sputò fuori una di quelle sentenze che
colpiscono come un fulmine a ciel sereno lasciando il
diretto interessato di stucco- Fa attenzione: potrebbe fregarti il fidanzato.
Un paio di occhi azzurro cielo come quelli, farebbero
perdere la testa a chiunque.
Kaoru sussultò all’istante, e si sentì attanagliare da una
gran brutta sensazione. Un colpo di sudore freddo la investì, e per di più le
venne un lungo e pungente tremito addosso. Nonostante
tutto, tentò di riprendersi esclamando verso la fine la più banale delle frasi:
– Ma no! Loro due sono cugini. – disse, quasi come se nulla fosse, con
tranquillità. Perché quel legame la faceva sentire al sicuro.
Souka oltretutto sembrava un tipo così preciso e
corretto… Non avrebbe mai importunato gli uomini delle
ragazze altrui. Oltretutto, c’era anche un grado di parentela che frenava
simili pensieri.
Fu in
quell’istante che Ikuo si
rese finalmente conto della sua ingenuità.
- Se fossi in te, non dormirei sugli allori! Ti do un
consiglio…- premise, e parve diventare serio, o comunque
finse di esserlo- Spesso bisogna temere di più le persone che fanno parte della
nostra famiglia, anziché gli estranei, in quanto i primi hanno molte più
possibilità di intrufolarsi nelle relazioni altrui, e portare scompiglio.
Potevano
per davvero le parole di Ikuo,
trovare una loro verità talmente forte, da riuscire a concretizzarsi?
Kaoru non poteva, e soprattutto non voleva crederci. Primo perché Kouga non avrebbe mai fatto
una simile cosa, anche se non vedeva la cugina da anni. Forse poteva
reputarla un tipino mostruosamente attraente, fatto
su misura per lui, ma nulla più. Secondo perché Souka
era una ragazza seria, di buona famiglia, che non si sarebbe di certo andata ad
innamorare proprio di suo cugino! O almeno, queste
erano le presunte apparenze.
***
Kouga, riuscito finalmente a stanare Sanbasa
l’Orrore, lo stava inseguendo a grande velocità tra i
sentieri tortuosi di una boscaglia incustodita.
L’essere
con le tre ali, di cui una piccola posta in mezzo alle altre due che dovevano
proteggerla, incapace di spiccare il volo, ma abile nell’arrampicarsi
su qualsiasi superficie, aveva preferito nascondersi tra le fronde di un grosso
albero secolare.
Lo
spadaccino si fermò, non aveva ancora sguainato la
spada, e prese a guardarsi intorno.
Sanbasa, inoltre, aveva un’abilità particolarmente e
pericolosamente rara: poteva indebolire se non annientare del tutto la propria
energia Mistica, in modo da impedire ai Madougu di
percepirne l’ubicazione. Quindi l’aiuto di Zarba, in quel caso, non sarebbe stato possibile.
Il
Cavaliere doveva basarsi solo ed unicamente sul suo intuito. Ma quel bosco era
così sconfinato e pieno d’alberi, che stanare l’Orrore non sarebbe
stato per nulla semplice.
Era
come giocare a moscacieca sull'autostrada. Un passo
falso, e per lui non ci sarebbe stata più salvezza.
- Non
va bene…- si lamentò il Madougu, molto turbato - Mi
sento praticamente inutile!
Il
Cavaliere si avviò verso est a passo lento. Non sapeva quale strategia mettere
in atto per beccare Sanbasa. Tutto
sommato, era più che preparato ad un eventuale attacco da parte sua, quindi
tentò di tenere sotto stretta sorveglianza l'intero luogo.
-
Alla tua destra, nascosto tra le fronde di quell’albero
secolare! – irruppe una voce, senza dare preavviso. Kouga
si voltò e vide Souka, in abito da battagliata,
indicargli il nascondiglio dell’Orrore.
Era
sorpreso di vederla lì, nonostante avesse detto di non volerla tra i piedi.
Tuttavia, non c’era tempo per mettersi a discutere: doveva occuparsi della
bestia.
Souka lanciò un pugnale di Haja,
che aveva tirato fuori dalla lunga manica del kimono,
in direzione dell’albero. La piccola arma colpì l’Orrore, che a quel punto si
sentì costretto ad abbandonare il rifugio. Il Cavaliere del Makai
finalmente lo vide, e arrivò il momento di sguainare la spada.
-
Ricorda il suo punto debole! – gli ribadì la Spalla Mistica, gridando
affinché sentisse la sua voce.
- Lo
so! – reagì il cugino, e lo fece in modo seccato, infastidito probabilmente dal
suo intervento.
Cercò
in tutti i modi di recidere l’ala centrale, ma i primi tentativi andarono a
vuoto.
Le
ali laterali impedivano alla spada di fare il proprio dovere, perché si trasformavano
in una sorta di scudo molto simile alle estremità di una conchiglia che si
abbassa di colpo per proteggere la perla che custodisce al suo interno.
Kouga non sprecò altro tempo, e si trasformò in Garo. Il Lupo Dorato dell’Est si avvicinò più di una volta
al mostro, ma riuscì a ferirgli solo una gamba. Ferita che, grazie ai poteri
della terza ala, si rimarginò in un lampo. Garo si
lanciò ancora all’attacco, ma le ferite inferte all’Orrore guarivano
costantemente, rendendo così i suoi sforzi completamente vani.
- Ci
vuole un piano... O così ti stancherai presto. – appuntò Zarba.
E aveva ragione.
Il Cavaliere D'Oro del Makai pensò ad
un modo per sorprendere l’Orrore, mentre il tempo messogli a disposizione per
indossare l’armatura, stava velocemente finendo.
Con
la spada sguainata, Souka si decise ad intervenire:
lanciò quell’arma con una precisione impressionante,
mirando all’ala destra dell’Orrore. Quest’ultimo si
piegò a terra, strepitando, e grazie a ciò, Garo
approfittò dell’attimo per agire.
Priva di difese, la piccola ala centrale si sentì sguarnita.
Il Cavaliere d’Oro la acchiappò con una mano, ed infine,
stringendola forte, la recise con l’ausilio della spada.
Sanbasa, con le mani strette ai lati del suo testone, e le
ginocchia a terra, iniziò a sgretolarsi.
La
polvere del suo misero corpo fluttuò nell’aria, e poi sparì magicamente.
Il
Lupo Dorato dell’Est rinfoderò la
Garoken, l’armatura svanì e… per Souka non ci fu nessun perdono.
- Ti
avevo detto di restarne fuori!
La
giovane reagì con un sorriso sdegnoso: - Ti ho aiutato a sconfiggere quell’Orrore, di cosa ti lamenti? Senza di me, dubito che avresti fatto così in fretta. – sottolineò,
quasi a farlo di proposito. E in effetti, non aveva
tutti i torti.
Davanti
a lei, Kouga non si trattenne di certo: - Che cosa
sei venuta a fare qui, dopo tutti questi anni?!
- Il Cavaliere Mistico che assistevo, è morto. – disse Souka, liberamente, come se niente fosse - Non sono più la Spalla di nessuno.
- Stai perdendo tempo, con me. Non sottoscriverò nessun
contratto. – la replica di Kouga tuonò categorica e,
soprattutto, irremovibile.
Souka si portò una mano dietro la testa, e da lì sciolse la
coda di cavallo che le teneva i capelli legati.
La
chioma cadde giù, elegantemente come un pesante manto di seta, e si arrestò
rovesciandosi sulle spalle.
- Ho
bisogno proprio di lavare questi capelli…- fece, prendendo una ciocca tra le
dita, e storcendo le labbra con aria disgustata- Torniamo a casa. – concluse, e
con una certa noncuranza si rimise in cammino.
- Ma che bel caratterino ha la tua piccola cuginetta!
– osservò Zarba, compiaciuto da ciò.
Da
parte di Kouga, uscì solo un sospiro sommesso.
***
Gonza
stava apparecchiando la lunga tavola situata nel soggiorno, per la cena della
sera, mentre Kaoru aspettava seduta sulla sedia lì
accanto.
Sembrava
turbata. Aveva saputo dal maggiordomo che la bella Saejima
era uscita per raggiungere Kouga
e dargli una mano a catturare un Orrore.
Diede un’occhiata all’orologio, che segnava le 22, e si mise
pensierosa. L’idea di quei due, insieme, un po’ la tormentava.
Colpa
delle parole di Ikuo. Pensò inoltre
che forse avrebbe fatto meglio a non andare a quella lezione.
Se fosse rimasta a casa, forse adesso non si sarebbe sentita
così inquieta e nervosa.
-
Vedrete che arriverà a momenti! – esclamò Gonza, pensando che la signorina fosse
preoccupata per il ritardo di Kouga, e non certo
perché stava insieme alla cugina.
Lei
annuì, facendo finta di nulla, e in quello stesso attimo si sentì spalancare
l’uscio del portone.
L’artista
schizzò in piedi, eppure l’agitazione non le fece muovere un solo passo. Riuscì
a malapena a raggiungere la soglia d’ingresso del soggiorno. Gonza si recò ad
accogliere i due, sfilò come sempre il soprabito dalle spalle di Kouga, e lo ripose con cura nell’armadio della
hall. Souka era piuttosto stanca, disse a Gonza
che avrebbe saltato la cena e fatto subito un bagno, e si avviò su per le
scale. Kaoru notò subito che i capelli della ragazza
erano sciolti.
“Perché?”, si domandò, mentre le iniziarono a venire una
serie stratosferica di sospetti.
Si
era sciolta i capelli poiché stufa di tenerli legati?
Oppure per incantare Kouga con
l’incredibile fascino di una capigliatura liscia e lucente come un manto di
seta?
La
giovane artista rimuginava assorta, aveva la testa tra le nuvole tanto che non
si era neppure accorta che qualcuno, in quel preciso momento, stava osservando
proprio lei. Poi le nuvolette dei suoi pensieri sparirono di colpo
quando capì di avere occhi puntati addosso, così alzò il capo.
- Ah…
ben tornato! – esclamò, nel vedere Kouga davanti a
lei. La voce parve smorzarsi in gola. Emise un colpetto di tosse, per
nascondere la tensione, ma di certo a Kouga non l’avrebbe mai data a bere. Il signorino si avvicinò, le posò
una mano sulla guancia, poi guardò attentamente la sua faccia.
- C’è
qualcosa che non va? – disse, avvertendo in lei qualcosa di strano.
Scosse
il capo. Dopotutto, non poteva certamente raccontargli la verità. Kouga avrebbe potuto pensare male, o addirittura
arrabbiarsi.
- E’
solo stanchezza! – mentì, facendo uno sforzo sovrumano.
-
Dovresti cercare di riposare di più, ogni tanto.
Calò
il silenzio, poi la figlia di Yuuji lo ruppe con una
mezza risposta a cui seguì poco dopo una curiosa domanda. - Lo farò, o
perlomeno…proverò a farlo. Lo sai che disegnare mi
piace molto, no? – disse, e poi sorrise con dolcezza. Ma fu in questo
frangente, che la curiosa domanda sopraggiunse: - Kouga…
- pigolò dapprima, tremolando con la voce - I miei
occhi… - non riuscì a finire la frase.
Insomma,
Kaoru proprio non ce la faceva a chiedergli se a lui piacevano di più un paio d’occhi dal colore banale come i
suoi, oppure quelli dipinti da iridi chiare quasi quanto il cielo come quelli
di Souka.
- Che cosa hanno i tuoi occhi? C’è forse qualche problema?
La
giovane scosse il capo.
- No,
va tutto bene, ma… - lo fissò con tremendo imbarazzo, dopodichè riuscì a
malapena a dire: - a te come sembrano?
Quel
quesito di certo lo stupì. Tuttavia, prese a fissarla ancora in volto.
Schiuse
le labbra. - Sono grandi, sono scuri, e…- fece una
pausa che parve durare un’infinità. E soltanto alla fine,
guardandola dritta negli occhi, con una sconfinata dolcezza concluse: - e pieni
di luce.
Alla
ragazza mancò per un istante il respiro. Le sue guance si colorarono di un porpora caldo, chinò il capo verso terra e sorrise al
contempo. Si sentì estremamente risollevata da quell’affermazione.
E soltanto dopo, con il cuore che ancora le batteva forte, si
rese conto di essere da sola, in compagnia di Kouga,
mentre tutto intorno a loro taceva.
C’era
solo un rumore che però potevano udire soltanto loro:
quello di due cuori che palpitavano all’unisono.
Un
momento simile, doveva per forza finire con un bacio. Ma
la cosa bella, era che lo sapevano entrambi. E nonostante
sapessero di provare imbarazzo, sapevano anche cosa avrebbero dovuto fare. La
domanda, però, era “come?”, e soprattutto “chi?”. Chi è che avrebbe fatto il
primo passo? Chi si sarebbe avvicinato per primo?
Poi
tutto avvenne spontaneo, com’era consono che fosse, e quel “chi”, assunse il
nome di Kouga: la mano di quest’ultimo
scivolò sotto il mento di Kaoru. Si cercarono con gli occhi, entrambi timidi ma desiderosi allo stesso
tempo, e senza rendersene conto, per riflesso i loro visi cominciarono
ad avvicinarsi.
Kaoru schiuse le labbra, si lasciò trasportare da quella
presa gentile che in un certo senso la voleva solamente accompagnare. Con
lentezza, forse un pizzico di tremore, quelle labbra si ritrovarono l’una ad un
semplice saltello dall’altra.
Bastava
ancora un pochino affinché avvenisse il tanto bramato contatto. Kouga reclinò il capo, schiuse la bocca, e…
L’arrivo
a sorpresa di Souka arrestò tutto.
Quest’ultima si rese conto della situazione, quindi sentì
il dovere di aprir bocca:
- Vi
chiedo scusa. – disse, facendosi vedere piuttosto desolata – Spero proprio di
non aver interrotto nulla.
L’occasione
ormai non c’era più. Kaoru e Kouga
fecero molta attenzione a non rivolgersi a vicenda lo sguardo. C’era ancora
troppo imbarazzo tra i due.
-
Nulla di particolare! – pronunciò a stento l’artista,
cercando di trattenere l’agitazione- Stavamo per andare a cenare…! – si
giustificò, e sorrise nervosa.
-
Allora… - premise Souka, poco prima di andare
nuovamente via- vi auguro una buona cena! – finì, sfoggiando una voce che sì,
era gentile, ma che aveva un certo non so ché di
artefatto. Ma forse, chissà! Era solo apparenza.
Kaoru infondo la conosceva davvero
pochissimo.
Magari
sperava che con il tempo avrebbe cominciato a capirla di più. Eppure, Souka sembrava non gradire
molto la presenza di quell’artista. Sembrava
addirittura scostante, nei suoi riguardi.
Kaoru scosse la testa. No, si stava sicuramente sbagliando.
Ci
voleva solo tempo, tutto qui.
Tempo
per avvicinarle, e farle diventare amiche.
Sempre
che a Souka, l’idea di divenire sua amica, facesse
piacere, ovviamente!
Fine episodio
I VANEGGIAMENTI E LE
RISPOSTE DI BOTAN:
Bene, eccoci
qua dopo la fine di questo settimo episodio!
Dunque, vorrei dire una cosa in particolare
che riguarda Yuka, guest star del capitolo
precedente. Vi parlo con tutta sincerità: non mi sarei mai aspettata un simile
attaccamento verso di lei da parte vostra.
Personalmente, la reputavo un
personaggio di passaggio, dato che l’idea di legarla a Rei, a sua volta ancora
legato a Shizuka, non mi piaceva per niente. E’
difficile trattare un argomento come questo, però io penso che quando due
persone si amano, ed una delle due muore improvvisamente, l’altra continuerà ad
esserle legata in eterno, senza legarsi a sua volta a nessun’altro. Lo so, può sembrare un pensiero strano
il mio, però l’ho sempre pensata così, probabilmente perché sono un’inguaribile
romantica…! E poi, penso che una volta morta quella
persona continui a restare ugualmente al nostro fianco, solo che noi non
possiamo vederla perché ciò condizionerebbe inevitabilmente il nostro modo di
vivere, dato che l’amore tra un essere vivente ed uno spirito non è concepibile.
Ma questo avviene solo per coerenza. Perché infondo sappiamo tutti che ragionando con il cuore
ogni cosa diventa possibile!
Tornando a Yuka,
vi dirò, adesso sono confusa. Non lo so bene di preciso, comunque
in futuro potrei anche cambiare idea e farla ritornare! Ci sto attualmente pensando, ma soprattutto sto pensando anche al
ruolo che avrà in futuro Souka, l’elegante cuginetta del giovane Saejima. Ci
sono talmente tante cose che vorrei inserire in questa fanfiction,
che temo supererà abbondantemente i 20 capitoli. Magari riuscirò ad eguagliare
gli episodi della prima serie. Per il momento ne ho scritti 16,
ma credo di “sentirmi” solo a metà dell’opera. Non so spiegarvelo bene,
forse non sono ancora pronta per mettere la parola “fine” alla storia, e credo
di sapere anche il perché: Quando lavoro alla GSS, mi sento in pace con me
stessa. Lo dico spesso, ma sono pronta a ripeterlo: scrivere per me è una
terapia contro gli orrori che tutti i giorni siamo
costretti ad affrontare. E credetemi, ringrazio la
serie di Garo ogni benedetta volta che sto veramente
male, che sento ormai di non farcela più, di essere giunta al capolinea.
Penso di dovergli la vita, perché se
riesco a stare in piedi, per un’abbondante parte è merito suo, e farò quanto in
mio potere per evitare che le persone si dimentichino di lui!
Scusate lo sfogo, ma sentivo
profondamente il bisogno di farlo.
Tornando alla new entry… Ebbene, Souka Saejima dubito che riscuoterà lo stesso successo di Yuka…
Non si fa di certo volere bene, questo lo avrete capito. E
nelle puntate successive, scommetto che alcuni di voi la vorranno prendere a
sassate… ^^,
Però, non so dirvi
perché, ma Souka mi piace. E’ un personaggio ambiguo,
indefinibile e a dirla tutta pure cattivello, però proprio come il cugino, lei
indossa una maschera. Avrete modo di scoprire meglio la sua personalità nei
prossimi episodi, e forse vi passerà anche la voglia di pestarla… chissà!
Riguardo l’aspetto
fisico, mi sono palesemente ispirata ad una statua del marchio “Les Alpes”, che acquistai tempo
fa. Ho solo aggiunto alcuni particolari all’abito e modificato il colore degli
occhi, ma la base resta quella.
Comunque, riprendendo la questione dei disegni,
finalmente ne arriva uno! Lo potete vedere qua: http://picasaweb.google.com/lh/photo/IQVT-bvzPnScsfkKjUN5lA?feat=directlink
Ecco, questa è la famigerata Souka Saejima!
Come potete vedere, è
truccata (ha il rossetto sulle labbra, l’ombretto sopra agli occhi e le ciglia
ben definite. Volevo rendere l’effetto dell’eye liner, ma a dire il vero non so se
nel complesso si nota). Si differenzia da Kaoru
proprio perché cura maggiormente il suo aspetto, avvalendosi della cosmetica in
generale. Diciamo che non è il classico tipo che
rinuncia al trucco solo perché combatte gli Orrori e fa un lavoro sporco! Ho
voluto darle questa caratteristica, perché spesso vedo donne che nonostante lavorino
in fabbriche o svolgano mansioni poco femminili, non rinunciano al loro
aspetto. Penso che sia ammirevole, soprattutto per le donne che fanno lavori
stancanti.
Ma ora passiamo alle vostre risposte:
To Mitra: Well, dear Mitra…
Yuka has been a
revelation, it looks like! More people love her, and this is incredible! I
still can’t believe this is happening. However, Yuka is a special guest star
only. When I say “only”, I mean that she won’t return at moment. And yes, Rei plays a more important role into the fiction, as Tsubasa Yamagatana. You will see
them in action soon! Especially into the final! Get ready for the next battle?
^__^
Per Stelly89_s: Una curiosità: che musica ascolti quando leggi la fanfiction?
Mi ha molto incuriosito questa cosa! Penso che la
musica, soprattutto quella presa dall’O.S.T. di Garo (che secondo me è uno dei più
belli in assoluto! E te lo dice una persona che non ama
affatto gli O.S.T.) aiuti in qualche modo a
sollevare la giusta atmosfera! Comunque, non credo che
Yuka ritorni… é__è Almeno, non era questa la mia intenzione. Devo
decidere un bel po’ di cose, ma visto il successo che ha ottenuto, un
pensierino lo sto già facendo!
Per _Elentari: Che bello sentirti sia qua che sul forum! Lo trovo magnifico! Cioè,
non mi era mai successo prima d’ora, quindi mi piace! E, grazie come al solito del commento. Usi sempre le parole giuste!
Per Seasons_girl: Un’altra
fan di Yuka! ^__^ Ok, lo
ammetto: mi sa che l’ho sottovalutata troppo…
Sì, amo scrivere perché -come il disegno
ed il canto- ciò mi rende libera. Sono alla perenne
ricerca della libertà, per cui sfrutto queste mie
passioni per spiccare il volo. Ed è anche vero che
siamo simili! Molto, direi. E’ fantastica questa cosa!
Sai, quando aggiorno la storia, penso
principalmente a coloro che leggeranno il nuovo
capitolo. Mi piace pensare che ci sia qualcuno ad aspettarlo con ansia, e
soprattutto mi piace pensare che quel qualcuno, leggendo ciò che scrivo riesca
a stare meglio. E’ sorprendente sapere che attraverso la scrittura si possa ridare ad altri il sorriso. Ti mando anche io un
affettuosissimo abbraccio!
IMPORTANTE! LEGGETE PER FAVORE!
Prima di andare, ho bisogno gentilmente
di avere un vostro parere: Ho deciso di inserire una breve anticipazione di ogni nuovo episodio, alla fine del capitolo, proprio come
accadeva alla serie tv, in cui Zarba ci svelava la
trama della puntata successiva dopo i titoli di coda, vi ricordate?
Ciò che vi chiedo, è questo: Potreste
esprimere, con una vostra preferenza all’interno delle recensioni, se preferite
avere o no questo tipo di anteprima?
Preferisco fare scegliere a voi, perché
molti non potrebbero gradire “spoiler” di questo tipo.
Nel frattempo, per darvi un’idea, vi
lascio con il riassunto del prossimo episodio:
Kaoru cercherà di fare amicizia con Souka, ma sarà più dura del previsto. Kouga
dovrà assentarsi da casa, e resterà via un giorno, lasciando da sole le due
ragazze che in questo modo avranno la possibilità di conoscersi più a fondo, ma
ciò scatenerà una serie di eventi che metteranno a
dura prova la vita di Kaoru.
Prossimo
episodio: #08 Fermaglio.
Alla prossima puntata!
Botan