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Autore: Botan    08/04/2010    5 recensioni
“Là dove c’è luce, si annida sempre l’oscurità, nera come pece. Fin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno conosciuto la paura dell’oscurità. Ma un giorno, grazie alla spada di un cavaliere capace di fendere le tenebre, gli esseri umani ritrovarono la luce della speranza.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seta

                                   Seta

                                   #07

 

 

 

 

 

“L’oscurità inghiotte la luce, e piega l’animo impuro dell’uomo.  

Brilla nell’era, così come ordina la canzone del destino, e splende al chiaro di luna la luce di un cavaliere solitario. Una luce nell’oscurità.”

 

 

 

 

 

Suonò per ben 3 volte, il campanello dell’enorme villa Saejima, prima che Gonza spalancasse l’imponente portone.

 

- E’ qui che abita Saejima Kouga? – gli domandò una ragazza dall’aspetto fine ed accurato.

Gonza, prima di rispondere la squadrò attentamente e con un certo interesse. Era alta, la pelle del viso bianca quasi quanto quella di Kaoru, ed i capelli scuri, di un liscio che sembrava essere seta, incredibilmente lucenti e lunghi. Legati da una coda di cavallo che lasciava libere solo due ciocche ai lati del viso, le sfioravano le spalle. Mentre gli occhi, probabilmente la parte più sorprendente di quella sconosciuta, si facevano notare perché, anche se dal taglio tipicamente orientale, erano meravigliosamente tinti d’un azzurro puro come il ghiaccio. Ma la cosa più incredibile, però, senza dubbio riguardava il suo modo di vestire. Indossava un kimono, bianco come la neve, legato in vita da un obi dello stesso colore. Quel particolare indumento aveva le maniche assai lunghe, che le sfioravano di poco le ginocchia, in più, anziché terminare a tubino, la gonna della veste era svasata, simile ad una campanula bianca che guardava verso terra.

 

- S-sì! – rispose Gonza, finalmente, e poi accadde all’improvviso: il maggiordomo riconobbe i lineamenti di quel viso snello ed aggraziato, di quel colore freddo d’un paio d’occhi meticolosi e ben attenti, e si stupì all’istante: - Voi siete…!?

 

 

 

 

 

                                                                       ***

 

 

 

 

 

Kouga, lasciato il palazzo del Cane da Guardia, era quasi arrivato a casa. Il sole, alto nel cielo risplendeva come non mai in quella calda mattinata.

Aprì la porta, Gonza lo accolse con un “bentornato, signorino”, e poi gli comunicò che aveva visite.

- Vi sta aspettando in giardino. – disse, accompagnandolo lungo il percorso.

 

- Di chi si tratta? – domandò il Cavaliere Mistico, ancor prima di varcare la soglia del terreno verdeggiante, ma la risposta del maggiordomo fu interrotta dal suono di una voce femminile.

 

- Kouga Saejima! – si sentì chiamare, e una volta raggiunto l’esterno vide la sagoma di una donna con indosso un kimono bianco. Ella attendeva di spalle, senza mostrare il proprio viso.

 

- Chi sei? – chiese all’istante il ragazzo, mentre accigliato continuava a squadrarla.

La presentazione di quell’ospite fu davvero singolare. Kouga di certo non se lo sarebbe mai aspettato, tuttavia riuscì a reagire in tempo.

Si udì un rumore simile a quello di due oggetti metallici che subiscono tra loro un forte contatto.

Quello, era il suono di un duello. 

 

- Bravo, ottima parata! – si complimentò la ragazza, incrociando la propria lama con quella del suo presunto avversario.

 

- Chi sei!? – tuonò quest’ultimo, senza ostentare taluna forma di gentilezza. La fissò bruscamente negli occhi che, per via di quel colore così caratteristico, per un istante lo fecero raggelare.

Lei sospirò, amareggiata, sperava un pochino che Kouga avrebbe ricordato perlomeno il suo nome, ma forse era passato troppo tempo, dall’ultima volta che si erano rivisti.

 

- Tu avevi solamente otto anni, ed io cinque. - rispose, e con la mente parve tornare indietro nel tempo. – Tuttavia, il tuo sguardo è rimasto sempre lo stesso. Sei cambiato moltissimo e, a quanto vedo, in meglio. – commentò la giovane combattente, senza farsi sottomettere dalla spada di Kouga. – Sono Souka, Souka Saejima!

 

Kouga si fece sconcertato, e confuso ribatté: - Souka…?

 

- Lo sapevo – disse, con un tono praticamente scontato. Sbuffò un pochino, senza perdere contegno, ma solo per gioco. – Sono la figlia di Sanae.

 

Lo spadaccino alla fine ricordò. - Zia Sanae…- disse, articolando quel nome a voce bassa.

 

- Esatto. La sorella di tuo padre. – Souka emise un sorriso. Kouga non poteva di certo dimenticarsi di sua zia, l’unica sorella di Taiga Saejima.

Il giovane ridusse pian pianino la pressione della spada, ma la donna in kimono non fu per niente contenta. Passò al contrattacco scagliandogli la lama addosso, l'altro la respinse appena in tempo per poi vedersi arrivare la mano di Souka allo stomaco. Parò anche quella, servendosi dell’arto libero, ma lo scontro non volse al termine.

 

- Smettila! – ordinò furente lui, perché costretto a difendersi controvoglia dagli attacchi dell’abile spadaccina.

 

- Mostrami la tua forza, cugino! – sorrise sprezzantemente, con fare dispotico, senza fermarsi.

 

Esattamente in quell’attimo, Kaoru era da poco rientrata a casa. Asciugandosi la fronte sudaticcia con il braccio, aveva chiamato Gonza il maggiordomo, ma invano.

- Sarà forse in giardino? – si guardò attorno, nella speranza di intravedere il buon uomo, poi si accinse a raggiungere la parte opposta della hall, per apparire in quel luogo circondato dal verde.

 

- Oh, signorina Kaoru! – esclamò Gonza, vedendola sopraggiungere di sorpresa alle sue spalle. Non sapeva esattamente cosa dire.

Kouga e Souka stavano duellando, Kaoru li guardava con la bocca semiaperta, in preda allo stupore.

 

- Che sta succedendo?! – chiese impensierita, mentre assisteva con i suoi occhi al frenetico combattimento.

 

Gonza la rassicurò istantaneamente:

- E’ tutto apposto, state pure tranquilla! Ecco – premise con garbo, com’era suo solito fare- quella ragazza è la figlia della sorella di Taiga, per cui cugina del signorino. Il suo nome è Souka.

 

Kaoru scosse un pochino il capo in preda allo stupore.

- Il padre di Kouga aveva una sorella? Non me ne ha mai parlato…

 

Il maggiordomo annuì: - Dopo la morte del padre, il signorino preferì separarsi dal resto della famiglia. Temeva che loro non gli avrebbero permesso di diventare un Cavaliere Mistico, e poter un giorno vendicare Taiga.

 

- Non deve essere stata una decisione tanto facile. – comprese la giovane Mitsuki, poi ripensò all’infanzia di Kouga, senza dubbio tutta in salita. Gonza era stato l'unico a prendersi cura di lui, a dargli quell'affetto che gli era mancato fin da piccolo.

No, di sicuro non doveva essere stata una decisone facile.

 

Il duello tra i due improvvisamente cessò. Le spade avevano smesso di roteare.

Era stata Souka a fermarsi per prima. In quel preciso istante, Kaoru notò che l’ospite la stava squadrando. E fu grazie a questo gesto, che la pittrice si accorse di quel colore azzurro ghiaccio che riempiva le iridi della donna. Non aveva mai visto prima d’ora un orientale avere occhi simili a quelli. Decisamente una rarità, pensò. Si sentì un pochino in imbarazzo, così prese a strofinarsi le mani con fare nervoso, e a fissare il suolo.

L’ospite rimise in un fodero nero la propria arma, successivamente si avvicinò all’artista.

 

- Ti sei preso una nuova domestica dopo Gonza? – disse rivolta al cugino, con una cadenza vocale a prima vista educata. 

Kaoru divenne subito rossa, oltretutto si sentì a disagio nel ritrovarsi di fronte una figura femminile così raffinata e bella come lei. Vedendola poi da più vicino, pensò che ella aveva l’eleganza della seta. Già, era veramente incantevole, soprattutto quando combatteva. Il kimono le volteggiava nell’aria con delicatezza, accompagnando i movimenti del corpo in quella che sembrava quasi essere una danza, e non uno spietato duello.

All’artista la scena del combattimento tra Kouga e la cugina, gli rimase particolarmente impressa. Entrambi vestiti di bianco, avevano duellato con maestria ed estrema classe.

Sembravano quasi una coppia di provetti ballerini, e per altro molto affiatati.

 

Tornando alle parole di Souka, al figlio di Taiga diedero molto fastidio, tant’è che assunse automaticamente un’espressione non proprio luminosa.

Gonza agguantò la situazione al volo, per spiegare la realtà dei fatti.

- Vedete, signorina Souka, questa ragazza è… - si trattenne solo qualche istante, e poi affermò di botto: - La fidanzata del signorino! 

 

L’ospite si svoltò di scatto verso il cugino. Compiaciuta, gli sorrise: - Mi chiedo come tu abbia fatto, con il carattere che hai, a trovare una ragazza… - trasse un sospiro - Ma d'altronde, un tipo come te non passa di certo inosservato. - commentò, poi si girò ancora verso Kaoru, e le accennò un inchino in segno di saluto: - Mi chiamo Souka Saejima, molto piacere. 

 

Kaoru provò ancora quella sensazione di disagio che aveva avvertito pochi minuti prima. Si fece coraggio e quindi dichiarò: - Il piacere è tutto mio! – Parve chiaramente timida ed impacciata. La presenza di quella ragazza le metteva soggezione, inoltre imbambolata da ciò, si era dimenticata perfino di enunciare il suo nome. Dopo un attimo di smarrimento, rimediò a quella mancanza – Sono Kaoru Mitsuki! – disse infine, e sorrise. Ma nervosamente.

 

 

 

  

 

                                                                         ***  

 

 

 

 

 

Erano seduti tutti a tavola. Stavano pranzando. Tra di loro c’era anche la bella Souka. La ragazza nel frattempo si era cambiata. Adesso indossava una canotta bianca con spalline molto sottili, ed una gonna color miele svasata alla fine, che non raggiungeva neppure il ginocchio. Anche senza kimono, lei continuava ad esibire un portamento fine ed armonioso, liscio come la seta.

 

- Quindi, ti fermerai qui per un po’? – le chiese Kaoru, per rompere il ghiaccio.

 

- Beh, era questa la mia intenzione, solo che… - Souka si trattene un secondo, poi riprese- non vorrei che la mia presenza qui, possa in qualche modo arrecarvi disturbo. – finì, con un tono che aveva un qualcosa di malizioso. Anche se nessuno sembrò accorgersene.

 

- Ma no, non pensarci nemmeno! La casa è fin troppo grande, ci fa più che piacere averti qui con noi! – esclamò la figlia di Yuuji, con sincerità. Perchè felice di averla tra loro.

Era convinta che prima o poi, anche se molto distanti, lei e Souka sarebbero diventate ottime amiche. Certo, per Kaoru la cugina di Kouga non poteva di certo competere con lei: la spadaccina aveva molta più classe e fascino, constatò.

 

- Ti ringrazio, ma… Non pensi che dovrebbe deciderlo Kouga? Dopotutto, è lui il proprietario di questa maestosa villa. –  le rispose ben presto, e con un gesto impeccabile si tamponò appena la bocca con un lembo del tovagliolo. Ancora una volta, l’affermazione di Souka sapeva di malizia, o addirittura malevolenza. Stavolta Kaoru se ne accorse, tuttavia sperò di essersi sbagliata. La cugina del suo ragazzo all’apparenza poteva sembrare un pochino altezzosa, ma forse era solo un fattore transitorio.

 

Lo sguardo delle due si spostò su Kouga che, naturalmente, si sentì osservato.

- Per me puoi restare. Basta che non intralci il mio lavoro. – dichiarò infine, senza tirare per le lunghe.

 

Kouga Saejima, con gli Orrori aveva il suo bel da fare. E poi, non c’erano solo quelle perfide creature a dargli dei grattacapi.

Il suo gemello, l'altro Garo, gli stava arrecando un bel po’ di problemi. Oramai la notizia era divenuta ufficiale: i settori dell’Est, dell’Ovest e del Sud, avevano informato i rispettivi Cavalieri Magici della sua presenza.

Kouga quindi non doveva più fare i conti con colleghi che volevano dargli una lezione, come Jin, ormai divenuto suo amico. Ma per lui, ovviamente questo non bastava. Tuttavia, stando agli ordini del Cane da Guardia del Nord, il giovane combattente si doveva dedicare solo al proprio operato: trovare e sconfiggere gli Orrori.

Solo e soltanto Orrori. Nulla più doveva tormentarlo.

Inoltre, per quelle Sentinelle da Guardia, il gemello indemoniato, a parte arrecare fastidi di poco conto, non era una minaccia.

Almeno non per ora.

 

 

 

 

 

                                                                         ***

 

 

 

 

 

Kouga se ne stava seduto nel suo studio, con i gomiti appoggiati sulla scrivania.

 

- Potrebbe essere questo, signorino. – espresse Gonza, mostrandogli il ritratto di un Orrore impresso sulle pagine di un vecchio libro del Makai.

 

- In effetti- premise lo spadaccino, osservando attentamente la foto- ha tre ali.

 

- Potrebbero elaborarle un po’ più chiare, le Lettere di Missione, non trovi Kouga? – commentò Zarba, e il proprietario con un sospiro assentì.

Qualcuno in quell’attimo varcò la soglia dello studio. I due uomini si girarono, e videro la cugina del signorino, Souka Saejima, raggiungere con scioltezza la scrivania.

 

- Quanti libri...- commentò, osservando il tavolo pieno di tomi e… confusione - Qual è l’Orrore che stai cercando?- disse dopo, dimostrando di conoscere abbastanza bene la materia.

 

- Non lo so ancora… Non è facile. – replicò l'altro, senza dilungarsi troppo.

 

Souka si accostò a lui, poi gli raccolse il libro dalle mani, e si mise ad osservare la foto dell’Orrore alato.

- E’ proprio sgraziato… - commentò, facendo una faccia disgustata. Il cugino gli strappò letteralmente quel libro dalle mani senza tanti preamboli.

 

- Sto lavorando! – disse burbero, facendosi vedere infastidito.

 

Souka, con una sfacciata indifferenza, si riprese per l’ennesima volta l’oggetto.

- Zarba, potresti dirmi che cosa diceva il messaggio della Lettera di Missione?

 

L’anello ripeté per filo e per segno le stesse parole di quella frase: - Non una non due ma tre. Sono un ornamento, e nel cielo non volano. Il centro è la debolezza, ma loro lo proteggono divenendone barriera.

 

La giovane ci pensò su. Le bastò giusto un attimo per decifrare il significato sibillino di quella missiva. Sfogliò alla svelta quel grosso libro, cercò di essere rapida, poi guardò Gonza il maggiordomo:

- Posso avere il Registro del Makai che riguarda le creature alate? – chiese, formulando la richiesta con maniere gentili. L’uomo assentì, e le porse quasi subito l’oggetto.

 

 

 

Kaoru si stava avvicinando allo studio. Doveva uscire. Aveva la lezione di quel corso d’arte.

Per educazione, prima di lasciare la dimora voleva salutarli, tuttavia si affacciò appena, e, vedendoli indaffarati, rinunciò per non disturbare. Non sarebbe stato corretto, soprattutto nei riguardi di Souka, pensò lei. Si allontanò in punta di piedi per non essere scoperta, e quindi andò via. Ci rimase lì per lì un po’ male, ma poi passò subito. Salutare Kouga, prima di uscire, per Kaoru era quasi un rito. A lei faceva piacere, e, tutto sommato, quel gesto così affettuoso rendeva anche lui felice.

 

Souka in quel frangente aveva trovato l’Orrore.

- Eccolo. E’ lui quello a cui dovrai dare la caccia. Si chiama Sanbasa, ed ha tre ali.

 

Kouga si riprese un’altra volta il libro, stavolta fece in modo che Souka non glielo portasse nuovamente via, e quindi si alzò dalla sedia.

- Ha le stesse caratteristiche dell’altro. – appuntò, quasi seccato.

 

Lei scosse il capo: - Ti sbagli, cugino. Sanbasa ha tre ali, come diceva la frase di quella missiva, però la centrale, più piccola delle altre due, è il suo punto debole. Il centro è la debolezza, ma loro lo proteggono divenendo barriera. Sembra combaciare, no?– s’incrociò le braccia al petto, poi alzò mezzo sopracciglio- Sono o non sono una brava Spalla Mistica? – concluse, con un sorrisino fiero e baldanzoso.

Eh, doveva ammetterlo Kouga: sua cugina era davvero un tipo in gamba. Tuttavia, si limitò solo a pensarlo.

 

Parlando di Souka, invece, le sue abilità derivavano dal fatto che ella era una cosiddetta “Spalla Mistica”.

 

Questa tipologia di persone, ha il compito di assistere in tutto e per tutto, nella lotta contro gli Orrori, i Cavalieri Mistici. A differenza del gioiello Madougu, ovvero chiamato “Guida Mistica”, le Spalle assistono il Cavaliere soprattutto nei combattimenti, fornendogli spesso un valido aiuto a livello fisico. Fin da bambini, vengono addestrati nel combattimento corpo a corpo nonché con le armi, inoltre devono imparare a conoscere le numerose tipologie di Orrori, compresi punti di forza e debolezza. Abilissimi quindi nel decifrare le Lettere di Missione, le Spalle Mistiche velocizzano il compito dei propri assistiti, trasformando ogni incarico in un successo.

Tuttavia, i Cavalieri del Makai possono scegliere se avvalersi o no di questi preziosi alleati: non tutti, infatti, amano il lavoro di squadra. La maggior parte di loro preferisce un cammino solitario, in compagnia del proprio Madougu.

 

Kouga stava per infilarsi il soprabito bianco e partire. Gonza glielo sistemò per bene e con molta premura, da bravo maggiordomo, mentre Souka se ne stava in silenzio ad osservare la scena. Aveva le spalle appoggiate allo stipite della porta dello studio, e pareva soprattutto guardare con attenzione il cugino.

- Perché non mi lasci venire con te? Potrei offrirti un valido aiuto. – gli disse, proponendosi di accompagnarlo, anche se lei lo sapeva benissimo che quel ragazzino con lo sguardo sempre torvo non avrebbe mai accettato la proposta.

 

- Non voglio ulteriori problemi. – commentò lui, senza rivolgerle neppure uno straccio di sguardo. Infine andò via, lasciandola lì da sola come un oggetto inutile ed ingombrante.

 

 La ragazza si strinse nelle spalle. “Peggio per te”, sembrò dire quel gesto.

 

 

 

 

 

                                                                                 ***

 

 

 

 

 

Al corso, Kaoru Mitsuki pareva avere la cosiddetta “testa tra le nuvole”, un po’ come tutti gli artisti simili a lei.

Il giovane Ikuo, il suo nuovo amico, seduto esattamente dietro di lei si accorse che la ragazza se ne stava in un mondo tutto suo, senza seguire con interesse la lezione.

Il docente di pittura aveva da poco finito di scrivere sulla lavagna il tema che gli studenti dovevano rappresentare sui loro fogli.

Per una qualche ragione sconosciuta, Kaoru portò lo sguardo su quei caratteri bianchi scritti col gesso, e qualcosa sembrò incredibilmente rianimarla.

“Imprimere su carta il concetto di eleganza”. Era questa la lezione di oggi.   

Raccolse i capelli in una coda di cavallo, prese la matita e cominciò magicamente a creare una figura.

Si affacciò con segretezza, Ikuo, e diede una sbirciatina. Kaoru era estremamente concentrata: in quel momento c’era lei e il ritratto, tant’è che non smetteva di levare quegli occhi grandi e luminosi che aveva dal foglio. Il ragazzo ne rimase folgorato. Non l’aveva mai vista così attenta e, soprattutto, contornata da una luce a dir poco sfavillante.

 

- Wow! – le esclamò, durante la lezione, e finalmente la figlia di Yuuji sembrò accorgersi di lui.

Si voltò appena, poi sorrise.

 

- Ah, sei tu Ikuo!– disse, come per fargli un saluto. – Scusami, non mi ero accorta che c’eri anche tu.

 

- Lo credo bene... Poco fa sembravi addirittura orbitare su un altro pianeta! – le fece notare l’amico, poi lanciò un occhio al disegno- Non c’è che dire! Il tuo concetto di “eleganza” è davvero impressionante! - Kaoru arrossì e ringraziò subito. Quel soggetto impresso su carta, sprizzava raffinatezza da ogni tratto. Come le era venuta, alla signorina Mitsuki, una simile idea? Ikuo proprio non riusciva a spiegarselo, per cui constatò che per avere la risposta giusta, bisognava farle quella domanda –  Dimmi una cosa… Per te il concetto di eleganza assomiglia ad una donna fasciata da un sinuoso kimono bianco? - L’artista osservò il suo ritratto, poi assentì timidamente. – E il viso di quella donna… Sembra molto accurato. Ti sei ispirata a qualcuno?

 

- Lei- premise la bella mora- è la cugina del mio ragazzo. L’ho conosciuta questa mattina, e resterà con noi per un po’ di tempo. – Ecco, per Kaoru il concetto era questo: Eleganza -uguale- Souka.

 

- Aaah… Adesso è tutto chiaro! – disse all’improvviso e con enfasi il ragazzo- Stavi pensando a lei, ed ecco perché eri soprappensiero! Ti capisco… avere un’altra donna in casa per te non deve essere facile. Soprattutto con un tipo attraente come il tuo ragazzo…- annotò, facendo di sì più volte con la testa. E poi, egli sputò fuori una di quelle sentenze che colpiscono come un fulmine a ciel sereno lasciando il diretto interessato di stucco- Fa attenzione: potrebbe fregarti il fidanzato. Un paio di occhi azzurro cielo come quelli, farebbero perdere la testa a chiunque.

 

Kaoru sussultò all’istante, e si sentì attanagliare da una gran brutta sensazione. Un colpo di sudore freddo la investì, e per di più le venne un lungo e pungente tremito addosso. Nonostante tutto, tentò di riprendersi esclamando verso la fine la più banale delle frasi: – Ma no! Loro due sono cugini. – disse, quasi come se nulla fosse, con tranquillità. Perché quel legame la faceva sentire al sicuro. Souka oltretutto sembrava un tipo così preciso e corretto… Non avrebbe mai importunato gli uomini delle ragazze altrui. Oltretutto, c’era anche un grado di parentela che frenava simili pensieri.

 

Fu in quell’istante che Ikuo si rese finalmente conto della sua ingenuità.

- Se fossi in te, non dormirei sugli allori! Ti do un consiglio…- premise, e parve diventare serio, o comunque finse di esserlo- Spesso bisogna temere di più le persone che fanno parte della nostra famiglia, anziché gli estranei, in quanto i primi hanno molte più possibilità di intrufolarsi nelle relazioni altrui, e portare scompiglio. 

 

Potevano per davvero le parole di Ikuo, trovare una loro verità talmente forte, da riuscire a concretizzarsi?

Kaoru non poteva, e soprattutto non voleva crederci. Primo perché Kouga non avrebbe mai fatto una simile cosa, anche se non vedeva la cugina da anni. Forse poteva reputarla un tipino mostruosamente attraente, fatto su misura per lui, ma nulla più. Secondo perché Souka era una ragazza seria, di buona famiglia, che non si sarebbe di certo andata ad innamorare proprio di suo cugino! O almeno, queste erano le presunte apparenze.

 

 

 

 

 

                                                                         ***

 

 

 

 

 

Kouga, riuscito finalmente a stanare Sanbasa l’Orrore, lo stava inseguendo a grande velocità tra i sentieri tortuosi di una boscaglia incustodita.

L’essere con le tre ali, di cui una piccola posta in mezzo alle altre due che dovevano proteggerla, incapace di spiccare il volo, ma abile nell’arrampicarsi su qualsiasi superficie, aveva preferito nascondersi tra le fronde di un grosso albero secolare.

Lo spadaccino si fermò, non aveva ancora sguainato la spada, e prese a guardarsi intorno.

Sanbasa, inoltre, aveva un’abilità particolarmente e pericolosamente rara: poteva indebolire se non annientare del tutto la propria energia Mistica, in modo da impedire ai Madougu di percepirne l’ubicazione. Quindi l’aiuto di Zarba, in quel caso, non sarebbe stato possibile.

Il Cavaliere doveva basarsi solo ed unicamente sul suo intuito. Ma quel bosco era così sconfinato e pieno d’alberi, che stanare l’Orrore non sarebbe stato per nulla semplice.

Era come giocare a moscacieca sull'autostrada. Un passo falso, e per lui non ci sarebbe stata più salvezza.

 

- Non va bene…- si lamentò il Madougu, molto turbato - Mi sento praticamente inutile!

Il Cavaliere si avviò verso est a passo lento. Non sapeva quale strategia mettere in atto per beccare Sanbasa. Tutto sommato, era più che preparato ad un eventuale attacco da parte sua, quindi tentò di tenere sotto stretta sorveglianza l'intero luogo.

 

- Alla tua destra, nascosto tra le fronde di quell’albero secolare! – irruppe una voce, senza dare preavviso. Kouga si voltò e vide Souka, in abito da battagliata, indicargli il nascondiglio dell’Orrore.

Era sorpreso di vederla lì, nonostante avesse detto di non volerla tra i piedi. Tuttavia, non c’era tempo per mettersi a discutere: doveva occuparsi della bestia.

Souka lanciò un pugnale di Haja, che aveva tirato fuori dalla lunga manica del kimono, in direzione dell’albero. La piccola arma colpì l’Orrore, che a quel punto si sentì costretto ad abbandonare il rifugio. Il Cavaliere del Makai finalmente lo vide, e arrivò il momento di sguainare la spada.

 

- Ricorda il suo punto debole! – gli ribadì la Spalla Mistica, gridando affinché sentisse la sua voce.

 

- Lo so! – reagì il cugino, e lo fece in modo seccato, infastidito probabilmente dal suo intervento.

Cercò in tutti i modi di recidere l’ala centrale, ma i primi tentativi andarono a vuoto.

Le ali laterali impedivano alla spada di fare il proprio dovere, perché si trasformavano in una sorta di scudo molto simile alle estremità di una conchiglia che si abbassa di colpo per proteggere la perla che custodisce al suo interno.

Kouga non sprecò altro tempo, e si trasformò in Garo. Il Lupo Dorato dell’Est si avvicinò più di una volta al mostro, ma riuscì a ferirgli solo una gamba. Ferita che, grazie ai poteri della terza ala, si rimarginò in un lampo. Garo si lanciò ancora all’attacco, ma le ferite inferte all’Orrore guarivano costantemente, rendendo così i suoi sforzi completamente vani.

- Ci vuole un piano... O così ti stancherai presto. – appuntò Zarba. E aveva ragione.

 

Il Cavaliere D'Oro del Makai pensò ad un modo per sorprendere l’Orrore, mentre il tempo messogli a disposizione per indossare l’armatura, stava velocemente finendo.

 

Con la spada sguainata, Souka si decise ad intervenire: lanciò quell’arma con una precisione impressionante, mirando all’ala destra dell’Orrore. Quest’ultimo si piegò a terra, strepitando, e grazie a ciò, Garo approfittò dell’attimo per agire.

Priva di difese, la piccola ala centrale si sentì sguarnita. Il Cavaliere d’Oro la acchiappò con una mano, ed infine, stringendola forte, la recise con l’ausilio della spada.

Sanbasa, con le mani strette ai lati del suo testone, e le ginocchia a terra, iniziò a sgretolarsi.

La polvere del suo misero corpo fluttuò nell’aria, e poi sparì magicamente.

Il Lupo Dorato dell’Est rinfoderò la Garoken, l’armatura svanì e… per Souka non ci fu nessun perdono.

 

- Ti avevo detto di restarne fuori!

 

La giovane reagì con un sorriso sdegnoso: - Ti ho aiutato a sconfiggere quell’Orrore, di cosa ti lamenti? Senza di me, dubito che avresti fatto così in fretta. – sottolineò, quasi a farlo di proposito. E in effetti, non aveva tutti i torti.

 

Davanti a lei, Kouga non si trattenne di certo: - Che cosa sei venuta a fare qui, dopo tutti questi anni?!

 

- Il Cavaliere Mistico che assistevo, è morto. – disse Souka, liberamente, come se niente fosse - Non sono più la Spalla di nessuno.

 

- Stai perdendo tempo, con me. Non sottoscriverò nessun contratto. – la replica di Kouga tuonò categorica e, soprattutto, irremovibile.

 

Souka si portò una mano dietro la testa, e da lì sciolse la coda di cavallo che le teneva i capelli legati.

La chioma cadde giù, elegantemente come un pesante manto di seta, e si arrestò rovesciandosi sulle spalle.

- Ho bisogno proprio di lavare questi capelli…- fece, prendendo una ciocca tra le dita, e storcendo le labbra con aria disgustata- Torniamo a casa. – concluse, e con una certa noncuranza si rimise in cammino.

 

- Ma che bel caratterino ha la tua piccola cuginetta! – osservò Zarba, compiaciuto da ciò.

Da parte di Kouga, uscì solo un sospiro sommesso.

 

 

 

 

 

                                                                           ***

 

 

 

 

 

Gonza stava apparecchiando la lunga tavola situata nel soggiorno, per la cena della sera, mentre Kaoru aspettava seduta sulla sedia lì accanto.

Sembrava turbata. Aveva saputo dal maggiordomo che la bella Saejima era uscita per raggiungere Kouga e dargli una mano a catturare un Orrore.

Diede un’occhiata all’orologio, che segnava le 22, e si mise pensierosa. L’idea di quei due, insieme, un po’ la tormentava.

Colpa delle parole di Ikuo. Pensò inoltre che forse avrebbe fatto meglio a non andare a quella lezione.

Se fosse rimasta a casa, forse adesso non si sarebbe sentita così inquieta e nervosa.

 

- Vedrete che arriverà a momenti! – esclamò Gonza, pensando che la signorina fosse preoccupata per il ritardo di Kouga, e non certo perché stava insieme alla cugina.

Lei annuì, facendo finta di nulla, e in quello stesso attimo si sentì spalancare l’uscio del portone.

L’artista schizzò in piedi, eppure l’agitazione non le fece muovere un solo passo. Riuscì a malapena a raggiungere la soglia d’ingresso del soggiorno. Gonza si recò ad accogliere i due, sfilò come sempre il soprabito dalle spalle di Kouga, e lo ripose con cura nell’armadio della hall. Souka era piuttosto stanca, disse a Gonza che avrebbe saltato la cena e fatto subito un bagno, e si avviò su per le scale. Kaoru notò subito che i capelli della ragazza erano sciolti.

Perché?”, si domandò, mentre le iniziarono a venire una serie stratosferica di sospetti.

Si era sciolta i capelli poiché stufa di tenerli legati?

Oppure per incantare Kouga con l’incredibile fascino di una capigliatura liscia e lucente come un manto di seta?  

La giovane artista rimuginava assorta, aveva la testa tra le nuvole tanto che non si era neppure accorta che qualcuno, in quel preciso momento, stava osservando proprio lei. Poi le nuvolette dei suoi pensieri sparirono di colpo quando capì di avere occhi puntati addosso, così alzò il capo.

 

- Ah… ben tornato! – esclamò, nel vedere Kouga davanti a lei. La voce parve smorzarsi in gola. Emise un colpetto di tosse, per nascondere la tensione, ma di certo a Kouga non l’avrebbe mai data a bere. Il signorino si avvicinò, le posò una mano sulla guancia, poi guardò attentamente la sua faccia.

 

- C’è qualcosa che non va? – disse, avvertendo in lei qualcosa di strano.

 

Scosse il capo. Dopotutto, non poteva certamente raccontargli la verità. Kouga avrebbe potuto pensare male, o addirittura arrabbiarsi.

 

- E’ solo stanchezza! – mentì, facendo uno sforzo sovrumano.

 

- Dovresti cercare di riposare di più, ogni tanto.

 

Calò il silenzio, poi la figlia di Yuuji lo ruppe con una mezza risposta a cui seguì poco dopo una curiosa domanda. - Lo farò, o perlomeno…proverò a farlo. Lo sai che disegnare mi piace molto, no? – disse, e poi sorrise con dolcezza. Ma fu in questo frangente, che la curiosa domanda sopraggiunse: - Kouga… - pigolò dapprima, tremolando con la voce - I miei occhi… - non riuscì a finire la frase.

Insomma, Kaoru proprio non ce la faceva a chiedergli se a lui piacevano di più un paio d’occhi dal colore banale come i suoi, oppure quelli dipinti da iridi chiare quasi quanto il cielo come quelli di Souka.

 

- Che cosa hanno i tuoi occhi? C’è forse qualche problema?

 

La giovane scosse il capo.

- No, va tutto bene, ma… - lo fissò con tremendo imbarazzo, dopodichè riuscì a malapena a dire: - a te come sembrano?

 

Quel quesito di certo lo stupì. Tuttavia, prese a fissarla ancora in volto. 

Schiuse le labbra. - Sono grandi, sono scuri, e…- fece una pausa che parve durare un’infinità. E soltanto alla fine, guardandola dritta negli occhi, con una sconfinata dolcezza concluse: - e pieni di luce.

Alla ragazza mancò per un istante il respiro. Le sue guance si colorarono di un porpora caldo, chinò il capo verso terra e sorrise al contempo. Si sentì estremamente risollevata da quell’affermazione.    

E soltanto dopo, con il cuore che ancora le batteva forte, si rese conto di essere da sola, in compagnia di Kouga, mentre tutto intorno a loro taceva.

C’era solo un rumore che però potevano udire soltanto loro: quello di due cuori che palpitavano all’unisono.

 

Un momento simile, doveva per forza finire con un bacio. Ma la cosa bella, era che lo sapevano entrambi. E nonostante sapessero di provare imbarazzo, sapevano anche cosa avrebbero dovuto fare. La domanda, però, era “come?”, e soprattutto “chi?”. Chi è che avrebbe fatto il primo passo? Chi si sarebbe avvicinato per primo?

Poi tutto avvenne spontaneo, com’era consono che fosse, e quel “chi”, assunse il nome di Kouga: la mano di quest’ultimo scivolò sotto il mento di Kaoru. Si cercarono con gli occhi, entrambi timidi ma desiderosi allo stesso tempo, e senza rendersene conto, per riflesso i loro visi cominciarono ad avvicinarsi.

Kaoru schiuse le labbra, si lasciò trasportare da quella presa gentile che in un certo senso la voleva solamente accompagnare. Con lentezza, forse un pizzico di tremore, quelle labbra si ritrovarono l’una ad un semplice saltello dall’altra.

Bastava ancora un pochino affinché avvenisse il tanto bramato contatto. Kouga reclinò il capo, schiuse la bocca, e…

L’arrivo a sorpresa di Souka arrestò tutto.

Quest’ultima si rese conto della situazione, quindi sentì il dovere di aprir bocca:

- Vi chiedo scusa. – disse, facendosi vedere piuttosto desolata – Spero proprio di non aver interrotto nulla.

 

L’occasione ormai non c’era più. Kaoru e Kouga fecero molta attenzione a non rivolgersi a vicenda lo sguardo. C’era ancora troppo imbarazzo tra i due.

- Nulla di particolare! – pronunciò a stento l’artista, cercando di trattenere l’agitazione- Stavamo per andare a cenare…! – si giustificò, e sorrise nervosa.

 

- Allora… - premise Souka, poco prima di andare nuovamente via- vi auguro una buona cena! – finì, sfoggiando una voce che sì, era gentile, ma che aveva un certo non so ché di artefatto. Ma forse, chissà! Era solo apparenza.

Kaoru infondo la conosceva davvero pochissimo.

Magari sperava che con il tempo avrebbe cominciato a capirla di più. Eppure, Souka sembrava non gradire molto la presenza di quell’artista. Sembrava addirittura scostante, nei suoi riguardi.

Kaoru scosse la testa. No, si stava sicuramente sbagliando.

Ci voleva solo tempo, tutto qui.

Tempo per avvicinarle, e farle diventare amiche.

Sempre che a Souka, l’idea di divenire sua amica, facesse piacere, ovviamente!

 

 

 

                                                               Fine episodio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I VANEGGIAMENTI E LE RISPOSTE DI BOTAN:

 

Bene, eccoci qua dopo la fine di questo settimo episodio!

Dunque, vorrei dire una cosa in particolare che riguarda Yuka, guest star del capitolo precedente. Vi parlo con tutta sincerità: non mi sarei mai aspettata un simile attaccamento verso di lei da parte vostra.

Personalmente, la reputavo un personaggio di passaggio, dato che l’idea di legarla a Rei, a sua volta ancora legato a Shizuka, non mi piaceva per niente. E’ difficile trattare un argomento come questo, però io penso che quando due persone si amano, ed una delle due muore improvvisamente, l’altra continuerà ad esserle legata in eterno, senza legarsi a sua volta a nessun’altro. Lo so, può sembrare un pensiero strano il mio, però l’ho sempre pensata così, probabilmente perché sono un’inguaribile romantica…! E poi, penso che una volta morta quella persona continui a restare ugualmente al nostro fianco, solo che noi non possiamo vederla perché ciò condizionerebbe inevitabilmente il nostro modo di vivere, dato che l’amore tra un essere vivente ed uno spirito non è concepibile. Ma questo avviene solo per coerenza. Perché infondo sappiamo tutti che ragionando con il cuore ogni cosa diventa possibile!

Tornando a Yuka, vi dirò, adesso sono confusa. Non lo so bene di preciso, comunque in futuro potrei anche cambiare idea e farla ritornare! Ci sto attualmente pensando, ma soprattutto sto pensando anche al ruolo che avrà in futuro Souka, l’elegante cuginetta del giovane Saejima. Ci sono talmente tante cose che vorrei inserire in questa fanfiction, che temo supererà abbondantemente i 20 capitoli. Magari riuscirò ad eguagliare gli episodi della prima serie. Per il momento ne ho scritti 16, ma credo di “sentirmi” solo a metà dell’opera. Non so spiegarvelo bene, forse non sono ancora pronta per mettere la parola “fine” alla storia, e credo di sapere anche il perché: Quando lavoro alla GSS, mi sento in pace con me stessa. Lo dico spesso, ma sono pronta a ripeterlo: scrivere per me è una terapia contro gli orrori che tutti i giorni siamo costretti ad affrontare. E credetemi, ringrazio la serie di Garo ogni benedetta volta che sto veramente male, che sento ormai di non farcela più, di essere giunta al capolinea.

Penso di dovergli la vita, perché se riesco a stare in piedi, per un’abbondante parte è merito suo, e farò quanto in mio potere per evitare che le persone si dimentichino di lui!  

Scusate lo sfogo, ma sentivo profondamente il bisogno di farlo.

Tornando alla new entry… Ebbene, Souka Saejima dubito che riscuoterà lo stesso successo di Yuka… Non si fa di certo volere bene, questo lo avrete capito. E nelle puntate successive, scommetto che alcuni di voi la vorranno prendere a sassate… ^^,

Però, non so dirvi perché, ma Souka mi piace. E’ un personaggio ambiguo, indefinibile e a dirla tutta pure cattivello, però proprio come il cugino, lei indossa una maschera. Avrete modo di scoprire meglio la sua personalità nei prossimi episodi, e forse vi passerà anche la voglia di pestarla… chissà!

Riguardo l’aspetto fisico, mi sono palesemente ispirata ad una statua del marchio “Les Alpes”, che acquistai tempo fa. Ho solo aggiunto alcuni particolari all’abito e modificato il colore degli occhi, ma la base resta quella.

Comunque, riprendendo la questione dei disegni, finalmente ne arriva uno! Lo potete vedere qua:  http://picasaweb.google.com/lh/photo/IQVT-bvzPnScsfkKjUN5lA?feat=directlink

Ecco, questa è la famigerata Souka Saejima!

Come potete vedere, è truccata (ha il rossetto sulle labbra, l’ombretto sopra agli occhi e le ciglia ben definite. Volevo rendere l’effetto dell’eye liner, ma a dire il vero non so se nel complesso si nota). Si differenzia da Kaoru proprio perché cura maggiormente il suo aspetto, avvalendosi della cosmetica in generale. Diciamo che non è il classico tipo che rinuncia al trucco solo perché combatte gli Orrori e fa un lavoro sporco! Ho voluto darle questa caratteristica, perché spesso vedo donne che nonostante lavorino in fabbriche o svolgano mansioni poco femminili, non rinunciano al loro aspetto. Penso che sia ammirevole, soprattutto per le donne che fanno lavori stancanti.

 

Ma ora passiamo alle vostre risposte:

 

To Mitra: Well, dear MitraYuka  has been a revelation, it looks like! More people love her, and this is incredible! I still can’t believe this is happening. However, Yuka is a special guest star only. When I say “only”, I mean that she won’t return at moment. And yes, Rei plays a more important role into the fiction, as Tsubasa Yamagatana. You will see them in action soon! Especially into the final! Get ready for the next battle? ^__^   

 

Per Stelly89_s: Una curiosità: che musica ascolti quando leggi la fanfiction? Mi ha molto incuriosito questa cosa! Penso che la musica, soprattutto quella presa dall’O.S.T. di Garo (che secondo me è uno dei più belli in assoluto! E te lo dice una persona che non ama affatto gli O.S.T.) aiuti in qualche modo a sollevare la giusta atmosfera! Comunque, non credo che Yuka ritorni… é__è Almeno,  non era questa la mia intenzione. Devo decidere un bel po’ di cose, ma visto il successo che ha ottenuto, un pensierino lo sto già facendo!

 

Per _Elentari: Che bello sentirti sia qua che sul forum! Lo trovo magnifico! Cioè, non mi era mai successo prima d’ora, quindi mi piace! E, grazie come al solito del commento. Usi sempre le parole giuste!

 

Per Seasons_girl: Un’altra fan di Yuka! ^__^ Ok, lo ammetto: mi sa che l’ho sottovalutata troppo…

Sì, amo scrivere perché -come il disegno ed il canto- ciò mi rende libera. Sono alla perenne ricerca della libertà, per cui sfrutto queste mie passioni per spiccare il volo. Ed è anche vero che siamo simili! Molto, direi. E’ fantastica questa cosa!

Sai, quando aggiorno la storia, penso principalmente a coloro che leggeranno il nuovo capitolo. Mi piace pensare che ci sia qualcuno ad aspettarlo con ansia, e soprattutto mi piace pensare che quel qualcuno, leggendo ciò che scrivo riesca a stare meglio. E’ sorprendente sapere che attraverso la scrittura si possa ridare ad altri il sorriso. Ti mando anche io un affettuosissimo abbraccio!

 

 

IMPORTANTE! LEGGETE PER FAVORE!

 

Prima di andare, ho bisogno gentilmente di avere un vostro parere: Ho deciso di inserire una breve anticipazione di ogni nuovo episodio, alla fine del capitolo, proprio come accadeva alla serie tv, in cui Zarba ci svelava la trama della puntata successiva dopo i titoli di coda, vi ricordate?

Ciò che vi chiedo, è questo: Potreste esprimere, con una vostra preferenza all’interno delle recensioni, se preferite avere o no questo tipo di anteprima?

Preferisco fare scegliere a voi, perché molti non potrebbero gradire “spoiler” di questo tipo.

 

Nel frattempo, per darvi un’idea, vi lascio con il riassunto del prossimo episodio:

 

Kaoru cercherà di fare amicizia con Souka, ma sarà più dura del previsto. Kouga dovrà assentarsi da casa, e resterà via un giorno, lasciando da sole le due ragazze che in questo modo avranno la possibilità di conoscersi più a fondo, ma ciò scatenerà una serie di eventi che metteranno a dura prova la vita di Kaoru.

Prossimo episodio: #08 Fermaglio.

 

Alla prossima puntata!

 

Botan

 

   
 
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