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Autore: Botan    08/03/2010    4 recensioni
“Là dove c’è luce, si annida sempre l’oscurità, nera come pece. Fin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno conosciuto la paura dell’oscurità. Ma un giorno, grazie alla spada di un cavaliere capace di fendere le tenebre, gli esseri umani ritrovarono la luce della speranza.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Hey, Silva

                          Acchiappasogni

                                  #06

 

 

 

 

 

“L’oscurità inghiotte la luce, e piega l’animo impuro dell’uomo.  

Brilla nell’era, così come ordina la canzone del destino, e splende al chiaro di luna la luce di un cavaliere solitario. Una luce nell’oscurità.”

 

 

 

 

Non ce la faceva proprio più. Guardò in alto, la luna era piena, la notte fonda da sembrare infinita, ma di certo non lo era la sua pazienza.

- Ehi, Silva… E’ più di mezz’ora che stiamo aspettando… – sbraitò al magico Madougu, poi corrugò fronte e sopracciglia con fare nervoso - Cinque minuti! Gli do ancora cinque minuti, e se non salta allo scoperto, lo farò uscire a modo mio!

 

L’oggetto mistico emise un sottile sospiro.

- Abbi pazienza, Rei. Vedrai che tra non molto arriverà qualcuno che attirerà l’interesse di quell’Orrore.

 

- Nessuno percorrerà una via piena di fossi e desolata come questa! - Il giovane incrociò le braccia al petto, reclinò un po’ il capo e sollevò il sopracciglio: - Secondo te, esiste qualcuno di così avventato da fare una simile cosa?

 

Silva rise a fior di labbra: - A quanto pare- fece in un primo momento-  sembra proprio di sì!

 

Il Cavaliere dell’Ovest sollevò di scatto la testa. Una volta messa a fuoco l’immagine, la sensazione di stupore si tramutò in inquietudine.    

- E’ una ragazza! – appuntò sconsolato.

 

Silva non capì il perché di tutta quella delusione.

- E’ un’esca perfetta! Perché ti lamenti?

 

- Perché quell’esca, come la definisci tu, fa parte del gentil sesso.

 

- Adesso non metterti a fare lo schizzinoso… Preferivi forse passere un’intera notte ad aspettare qui?

 

Rei sbuffò alzando gli occhi in aria – E va bene! – disse fiacco, con un’esclamazione scocciata, infine sciolse le braccia dall’incrocio – Vorrà dire che cercherò di ridurle lo stress e soprattutto…- l’espressione del suo volto si fece più seria- la paura. – Toccò i manici delle sue piccole armi, e si preparò ad entrare in scena.

 

Nel frattempo, in lontananza, quella giovane donna stava correndo tutta affaccendata, mentre guardava il suo orologio da polso con un’espressione a dir poco nervosa.

Rallentò il passo perché uno dei lacci delle sue scarpe si era sciolto. Si fletté verso terra, agguantò entrambe le estremità di quei cordoni, e rifece il nodo.

Si sollevò con l’intento di rimettersi a correre, ma qualcuno la colse di sorpresa e gli impedì i movimenti tenendola ferma per il collo.

La ragazza si accorse che in quella stretta c’era qualcosa di strano. La mano dell’aggressore era molto fredda, viscida e rugosa. Sembrava perfino inumana. Poi lo strano tizio emise un ruggito famelico: stava per divorarla.

 

- Ehi! – irruppe una voce. Era quella di Zero, la Zanna d’Argento dell’Ovest. L’Orrore sussultò, colto alla sprovvista. – Sei troppo brutto e maleducato per chiederle un appuntamento! – lo schernì, e subito dopo passo al contrattacco. La creatura lasciò la sua preda per pararsi dall’imminente attacco del Cavaliere, usò le braccia, ma Zero gli affondò una delle armi nel costato. Prima di sfilare la lama, il Lupo dell’Ovest, con quegli occhi gialli, fissò rapidamente l’umana- Mettiti in salvo! - disse, e quest’ultima, con le gambe tremanti si allontanò di corsa.

Fu in quell’istante, che esso estrasse con ferocia la lama dal costato dell’Orrore, e lo mandò al suolo.

La creatura del Makai esalò il suo ultimo respiro. – Lui… mi vendicherà…! – sibilò, e con le ultime forze rimaste, cercò di agguantare la caviglia del suo avversario, strascicandosi verso di lui lungo il terreno.

 

- Stai strisciando esattamente come un verme. Infondo, è questo ciò che sei!- esclamò Zero, trapassando il cranio dell’Orrore con una pedata, e ponendo fine alla sua inutile esistenza.

 

- Ottimo lavoro, Zero! – si complimentò Silva, come al solito.

 

- E’ anche merito tuo, amica mia! – replicò il Lupo d’Argento, poco prima di riprendere le sue vere sembianze.

 

Rei si stiracchiò in mezzo a quello che prima era stato un campo di battaglia.

- Direi che adesso possiamo anche tornarcene a casa. – attuò il dietrofront che gli avrebbe permesso di allontanarsi da quel posto, ma una voce lo fece fermare:

 

- Aspetta! – disse quest’ultima. Il moro si voltò, poi storse le labbra. Rimase sorpreso nel vedere la ragazza, quella che inconsapevolmente gli aveva fatto da esca, essere ancora lì.

 

- Sbaglio, o ti avevo detto di andartene, sorella?

 

Lei abbassò gli occhi, poi gli si avvicinò.

- Volevo solo ringraziarti.- rispose, timidamente- Tu mi hai salvato da quella… cosa. – Non sapeva bene come chiamarla.

 

- In realtà, sarebbe molto più corretto chiamarlo “Orrore”, anziché “cosa”.

 

- Orrore? – replicò la giovane, increspando la fronte. – Cos’è un… Orrore? – chiese in seguito, incuriosita dal termine.

Essendo un essere umano qualunque, non lo poteva di certo sapere, per cui il ragazzo si preparò a darle una spiegazione semplice ma concisa – Un Orrore è una creatura che si nutre di noi persone, e che non bada di certo alla linea! – commentò scherzando, per addolcire una spiegazione già amara di suo.

 

La ragazza sorrise. Quella battuta aveva in un certo senso sminuito il tutto. Dopotutto, non era il caso di darle un’interpretazione cruda e spietata, per quanto in realtà lo fosse per davvero.

 

Rei si preparò a salutarla con un cenno della mano, tuttavia la sconosciuta lo trattenne per l’ennesima volta, con una proposta: - Vorrei offrirti la cena! – esclamò, di punto in bianco, sotto lo sguardo sbalordito di Silva. – Non fraintendermi! – spiegò subito al ragazzo- E’ per sdebitarmi.

 

Il moretto scosse il capo: - Non occorre! Salvare gli essere umani da quelle creature, per me è un dovere.

 

- Ma io voglio farlo! Ti prego, accetta!

 

Come poteva, Rei Suzumura, rifiutare un così allettante invito?

- Beh- premise- Una fetta di torta andrà più che bene! – dichiarando ciò, fece un bel sorriso.

Stava già pensando al sapore di quella torta, quando la sua collana lo riprese acida:

 

- Rifiuta subito, Rei! Non è corretto approfittare della gentilezza di una persona che hai appena salvato.

 

Il ragazzino sogghignò. Sapeva benissimo che il motivo di tanta acidità era un altro.

- Hai smesso con Kaoru, e adesso vorresti cominciare con lei? La tua gelosia non conosce ostacoli!

 

- Kaoru adesso è la ragazza di Kouga! Non è più necessario che io mi preoccupi di lei. – commentò sempre più acidula.

 

- Dunque, è così!

 

- Così? – ribatté Silva, senza capire.

 

- Con la tua risposta, hai appena ammesso di essere gelosa! – La collana trattenne il fiato, pareva quasi avere assunto un colore rosso, anche se tutto ciò poteva essere solo frutto dell’immagine, visto che l’Animetallo non poteva di certo arrossire!

 

- Sei davvero crudele! – gli rispose il Madougu, e per dispetto decise di non parlare più.

 

 

 

 

 

                                                                             ***

 

 

 

 

 

- Dunque, tu fai parte dei Cavalieri Mistici d’Oro? – chiese la ragazza, e Rei, alle prese con una bella fetta di torta completamente piena di panna, seduto al tavolino di un locale pubblico, scosse il capo e ridacchiò.

 

- Oh, no, no! Sono un Cavaliere d’Argento! Un Cavaliere d’Oro non avrebbe mai accettato il tuo invito, credimi! – commentò, rivolgendo chissà perché, un simpatico pensiero a Kouga.

 

- Da quanto tempo fai questo lavoro?

 

- Mmh…- il moro si mise pensieroso- Da prima che tu nascessi! – disse così, per scherzare. L’altra assunse presto un’espressione attonita. – Scherzavo! Mi fai così vecchio?

 

La ragazza scosse il capo. –No, scusami! E’ solo che, tutte queste cose che mi stai raccontando, mi sembrano così…

 

- Assurde, dico bene?

 

Dalla parte opposta, la giovane fu costretta ad annuire. In effetti, tutto ciò per lei era fin troppo assurdo.

Quegli esseri, gli Orrori, che si nutrivano di loro umani, e poi i Cavalieri Mistici come Rei, che invece combattevano per proteggerli ed annientare il male. Tutto ciò era davvero incredibile. Quasi non riusciva a crederci, però nello stesso momento, doveva farlo. Perché nella trappola di quelle pericolose creature, era caduta anche lei.

Il moro finì di mandar giù l’ultimo boccone della torta, poi appoggiò il piattino sul tavolo del bar.

- Io sono cresciuto con gli Orrori. All’età di 5 anni, scoprii che l’umanità doveva guardarsi bene le spalle da quegli esseri. Però la faccenda non mi sembrò così assurda. Forse perché ero solo un bambino. E i bambini, con la fantasia ci lavorano molto. Però ti capisco! Sei confusa, e questo è normale. L’unica cosa che mi preoccupa è… - Rei si fermò un attimino, fissò quella giovane diritta negli occhi. – Riuscirai, adesso che conosci la verità, a spegnere la luce e a restare da sola nel buio, come facevi prima che ti accadesse tutto ciò?

La sua domanda poteva avere molti significati.

Azioni come aprire l’armadio, guardare sotto al letto, camminare da sola per strada, restare senza luce anche per pochi secondi, chiudere gli occhi e dormire serenamente, forse non sarebbero state più possibili.

 

- Io…- premise la giovane, scuotendo il capo dopo un primo attimo di esitazione- Ci proverò! – disse infine, sforzandosi di sorridere.

Rei in quell’istante non ebbe scampo: il suo cuore cominciò stranamente a battere forte.

La semplicità di quell’esclamazione, il sorriso all’apparenza timido eppure così pieno di volontà, tutto ciò gli fece uno strano effetto. Un bell’effetto.

 

Silva spezzò l’attimo intromettendosi nel discorso: - Ti consiglio di adoperarmi alla svelta per cancellarle una parte di quei ricordi legati a tutta questa storia.

 

Il Cavaliere avrebbe potuto farlo senza chiedere alla ragazza il consenso, malgrado tutto, preferì che fosse lei a decidere.

- Hai sentito, no? Posso renderti la vita molto più facile, se lo desideri. Vuoi che lo faccia?

 

Ci pensò su, ma in realtà la risposta la sapeva già da un pezzo:

- Se perdo quei ricordi, allora perderò anche te. Ed io non voglio dimenticare una persona che lotta coraggiosamente per salvare l’umanità dalle tenebre che ci minacciano!

 

Rei arrossì, pesantemente, quella frase fu davvero imbarazzante. Ma per spezzare quello stesso imbarazzo, fece un colpetto di tosse.

Si sentì, inoltre, Silva borbottare qualcosa. Ahimé, il significato di quelle parole non fu udibile da ambedue i ragazzi. Anche perché lo blaterò nell’antica lingua del Makai.

 

- Che sciocca! – esclamò di botto la giovane donna- Non ci siamo nemmeno presentati… Io sono Yuka! Piacere di conoscerti, Cavaliere d’Argento dell’Ovest! – disse, e gli tese con gentilezza una mano.

 

- Rei, mi chiamo Rei! E’ più corto e, molto più facile da ricordare! – scherzò dapprima, poi ricambiò la stretta- Il piacere è tutto mio, sorella!

 

Tra una chiacchiera e l’altra, si era fatto notevolmente tardi.

Lo sguardo di Yuka finì accidentalmente sul suo orologio da polso. La ragazza sbiancò.

- Accidenti! E’ tardissimo!

 

- Cos’è? I tuoi ti hanno imposto di rispettare il coprifuoco?

 

- No, non è questo, oltretutto, vivo da sola…- si affaccendò a spiegargli – Ho perso l’ultima corsa del pullman, mi toccherà farmi un’oretta di cammino, prima di ritornare a casa…

 

Rei si incrociò le braccia al petto ed accavallò le gambe con fare sbarazzino: - Facciamo 15 minuti, ed in sella ad una moto!

 

 

 

 

 

                                                                         ***

 

 

 

 

 

Sulla moto di Rei, Yuka si teneva stretta a lui, cingendogli la vita con le braccia. Il veicolo sfrecciava a gran velocità per le vie illuminate e piene di luci della metropoli.

Imboccò una stradina laterale, tutt’altro che trafficata, e in seguito, in fondo ad essa, le ruote del possente bolide rallentarono per fermarsi poi sul ciglio della via. Poco distante, si trovava l’abitazione di Yuka. Una casa a due piani, non molto grande, a due passi dalla carreggiata.

Ancora con il motore acceso, Yuka scese dalla moto e si preparò a salutare Rei.

 

- Mi toccherà sdebitarmi un’altra volta! – gli disse, poi arrossendo si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

Rei sventolò la mano: - Figurati! La fetta torta è stata più che sufficiente! Beh- premise, aprendo il gas- E’stato un piacere!

 

Lo sguardo di Yuka si rattristò.

- Ci rivedremo?

 

Rei alzò le spalle, poi le sorrise: - Chissà! La vita è tutta un caso! – in seguito, togliendo il piede dal suolo, sfrecciò via come un fulmine, mentre il soprabito nero volteggiava nell’aria, agitato qua e la dal vento.      

 

 

 

 

 

                                                                           ***

 

 

 

 

 

Erano le cinque del pomeriggio. Il Cavaliere dell’Ovest si era da poco svegliato dal solito riposino pomeridiano, stavolta durato più a lungo del consueto.

 

- Credevo che non ti saresti più svegliato…- borbottò Silva, adagiata sul comodino di fianco al letto.

 

Rei si scarmigliò un po’ i capelli, poi fece un grosso sbadiglio stiracchiandosi lungo tutta la branda. Agguantò la sveglia, vicino Silva, e sbadigliò ancora.

- Non è poi così tardi. – appuntò, con la voce ancora impastata dal sonno.

 

- Hai dormito un’ora più del solito. Tutto questo perché ieri hai fatto le ore piccole.- sottolineò la collana, esibendo un tono stizzito.

 

- Ancora gelosa?- la canzonò il ragazzino, mettendosi a sedere.

 

- Guarda che ho capito, sai? Quella ragazza ti piace!

 

- Quale ragazza? Quella del negozio di dolci, o la fioraia?  

 

Silva sbuffò, più rabbiosa che mai.

- Non prendermi in giro! Lo sai bene a quale ragazza mi sto riferendo… - il Madougu fece una pausa, sperava che Rei avesse fatto quel nome prima di lei, ma alla fine cedette al silenzio del suo proprietario, e fu costretta a rivelare– Sto parlando di Yuka!

 

Il ragazzo sospirò per gioco, poi si alzò dal letto per dirigersi verso l’armadio della camera.

- Sei logorroica! E poi, non hai nulla da temere: non credo che la rivedremo più. – Afferrò il soprabito nero di pelle, e lo indossò. Nell’armadio, attaccata all’anta, c’era una foto grande quanto una cartolina. Rei la osservò a lungo con quegli occhi scuri e vispi che in quel momento avevano iniziato ad oscillare. Su quella foto c’era il viso dolce e sorridente di Shizuka. La sua splendida e meravigliosa Shizuka.

Preso da quell’attimo, toccò quella foto con le dita, per carezzarne la superficie. In realtà, lui avrebbe voluto accarezzare la sua amata, e non un gelido pezzo di carta.      

Tolse le dita da quel luminoso sorriso, abbassò lentamente il braccio, ma la rabbia che sentiva dentro gli fece chiudere a pugno la mano.

 

-Rei, dobbiamo andare.- lo richiamò Silva.

Lui richiuse l’armadio, si voltò, raccolse il mezzo guanto con la collana, ed uscì.

 

 

 

Raggiunto il Palazzo del Cane da Guardia dell’Ovest, ritirò la sua Lettera di Missione e si servì del Fuoco Mistico scaturito dall’accendino, per bruciare l’involucro e leggere il messaggio.

 

- Voglia colui a cui la vita hai salvato, divenire una preda del male che finirà il lavoro intrapreso dal fratello perduto. – Letta la missiva, ci pensò su, infine si congedò dalla Sentinella dell’Ovest vestita di bianco e ritornò in città.

 

 

 

Camminava e nello stesso tempo rifletteva.

Il significato di quella frase sembrava quasi saperlo. Eppure, non riusciva proprio a capire.

- Voglia colui a cui la vita hai salvato… . ripeté, ragionando a voce alta- E’ evidente, si riferisce senz’altro a qualcuno che ho salvato in passato.

 

- Già, ma tu hai difeso centinaia di esseri umani dagli Orrori… Come farai ad individuare la persona giusta? – commentò Silva. Le sue parole suonavano quasi come una sentenza. Rei non aveva tutto quel tempo per rintracciare una ad una le persone che aveva aiutato: erano troppe, e c’era troppo poco tempo per agire.

Poi, accadde tutto all’improvviso. Il Cavaliere dell’Ovest ebbe un’intuizione. Svelto, salì sulla sua moto, e spalancò il gas in un attimo.

 

- Rei! Rallenta! – gridò Silva, con il vento che le veniva in faccia.

 

- Non posso! Non c’è tempo! –replicò il moro, con gli occhi attenti sulla via.

 

- Ma si può sapere dove stiamo andando?     

 

Serio come non mai, l’altro ribatté seduta stante: - A casa di Yuka!

 

 

 

 

 

                                                                           ***

 

 

 

 

 

La ragazza stava per lasciare la propria abitazione. Si accinse a chiudere a chiave la porta dell’appartamento, ma in quell’istante si voltò e trasalì.

 

- Rei! – disse, trovandosi faccia a faccia con il giovane, stupita ma felice allo stesso tempo di rivederlo. Il moro afferrò con rapidità la sua mano e la trascinò via di corsa. – Che succede?! – pronunciò a stento, sentendosi strattonare con violenza.

 

- Hai visto o sentito qualcosa di strano?

 

- No, nulla di tutto ciò… Ma perché mi fai questa domanda?

 

- Rei! E’ qui vicino! – tuonò improvvisamente Silva, e il giovane frenò quella corsa quasi subito.

 

Il Cavaliere si guardò attorno.

- Maledizione! Non qui! C’è troppa gente…- appuntò, poi si girò in direzione dell’appartamento di Yuka. – Ho dei Talismani Mistici… Dici che potrebbe funzionare? – domandò a Silva, sollevando la mano fasciata dal mezzo guanto. 

 

Lei intuì al volo le intenzioni dell’altro, quindi annuì.

 

- Ok, allora torniamo indietro! – mano nella mano, sempre di corsa, lui e Yuka fecero dietrofront e raggiunsero l’abitazione della ragazza. – Svelta! Apri!

 

La donna estrasse la chiave, le mani le tremavano un po’, ma riuscì ugualmente ad aprire la porta.

 

- E adesso? – chiese, disorientata, fissando Rei con incertezza. Quest’ultimo attaccò due Talismani Mistici ad ambedue i lati dell’entrata.

 

Poi sorrise a Yuka, come per tranquillizzarla.

- E adesso entriamo!

Una volta dentro, il ragazzo chiuse immediatamente il portone, e solo dopo poté finalmente trarre un profondo respiro.

 

- Adesso mi dici che sta succedendo? – gli chiese Yuka, con le mani chiuse intrecciate in petto, e l’espressione sconvolta.

 

- Ascoltami bene- premise, mettendole le mani sulle spalle, e fissandola con certezza in viso- Là fuori c’è un Orrore, ti sta cercando, ma ho sigillato questo posto, per cui non potrà entrare qui dentro. Almeno non per ora.

 

Yuka scosse la testa, era molto turbata: - Non capisco… Non lo avevi eliminato per sempre?

 

- Si tratta di suo fratello.

 

- Suo fratello?! – esclamarono sia Yuka che Silva, facendo un coro.

 

Rei annuì.

- L’orrore che avevo ucciso l’altra sera, prima di morire disse che presto qualcuno sarebbe venuto a vendicare la sua morte. Le parole di quella Lettera di Missione alla fine dicevano che il male avrebbe finito il lavoro cominciato dal fratello, quindi ho subito collegato le due cose.

 

- Ottimo lavoro, Rei! – enunciò Silva, poi proseguì – Ma adesso cosa pensi di fare?

 

- Fuori è ancora giorno, e ci sono troppe persone in strada. Qualcuno potrebbe farsi male… Aspetteremo che il flusso di gente diminuisca, e poi mi occuperò di lui.

 

Yuka guardò il suo orologio da polso: - Conosco bene questo quartiere… Tra un paio di ore si svuoterà completamente. Nel frattempo, andiamo a sederci in salotto. – Ambedue si avviarono in quell’ambiente e si sedettero sulla morbida seduta di un divano. 

La curiosità di Rei era tanta, così prese a guardarsi intorno, attratto da quel posto.

- Però! – fece, stupito- Hai davvero un sacco di foto! Quello, è il tuo ragazzo? – domandò, indicando con il dito un ritratto appeso al muro. Il più grosso di tutti.

Lei scosse il capo, e nello stesso momento il suo viso sembrò rabbuiarsi.

- Era mio fratello. – disse, e quell’espressione fece intuire allo stesso Rei che il tizio nel ritratto, purtroppo, non c’era più.

 

- Quando è successo?

 

- Due anni fa, fu investito da una macchina mentre andava in bicicletta. – reclinò il capo, voleva nascondere gli occhi lucidi e il viso triste.

 

Rei si lasciò scivolare con la schiena all’indietro, verso la spalliera del divano. Sollevò il capo e gli occhi in aria.

- Anche io ho perso qualcuno, diversi anni fa. – disse. Yuka gli rivolse con curiosità l’attenzione. – Lei, è morta tra le mie braccia, regalandomi per l’ultima volta uno dei suoi sorrisi. – La Zanna d’Argento ripensò alla sua Shizuka, e all’attimo in cui la raccolse da quel gelido pavimento, ormai esanime. – Yuka… - il ragazzo calò gli occhi su di lei. – Non te l’ho detto, ma gli Orrori possono manifestarsi in questo mondo usando come porta un individuo dall’anima oscura. Quindi, questo significa che quella creatura ti ha scelto perché…

 

- Ho capito. – lo interruppe la giovane, poi prese a fissare il pavimento. – Io… sono una persona cattiva… - fece in un primo momento, e poi insisté di colpo- Molto cattiva. Mio fratello… l’ho ucciso io! –  Lo sguardo di Rei si fece di colpo attonito.

Una persona così dolce, dal sorriso mite e i modi garbati, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non si sarebbe mai potuta macchiare di un crimine così crudele, lei. No, Yuka non lo avrebbe mai fatto, eppure, scoppiò in lacrime, si nascose il viso tra le mani, singhiozzò a più non posso, in quello che voleva sembrare un pianto liberatorio.

 

- Tu non hai fatto del male a tuo fratello. Io lo so, Yuka. Lo sento. – gli disse Rei, cercando di consolarla. Con il viso rigato dal pianto, la giovane gli gettò uno sguardo torvo.

 

- Come fai a dire una cosa simile?! Tu non mi conosci nemmeno!

 

Rei scosse il capo. Le prese il viso tra le mani, ricambiò lo sguardo, poi la fissò attentamente:

- I tuoi occhi raccontano la verità al posto tuo. – le sussurrò.- Vedi, sono loro a dirmi che non è così. – gli abbozzò un piccolo sorriso, con la speranza di rincuorarla, e grazie a quei suoi modi di fare talvolta veramente speciali, fu così. Yuka pian piano smise di singhiozzare, si tranquillizzò, ed infine schiuse le labbra.

 

- Quel pomeriggio dissi a mio fratello se poteva venirmi a prendere al lavoro. Lo aspettai per più di un’ora, ma senza sapere che non sarebbe venuto mai più. – guardò il Cavaliere Mistico di scatto – Se quella sera non glielo avessi chiesto, lui a quest’ora sarebbe ancora qui con me!

 

Rei alzò le spalle con uno scattino: - Non puoi averne la certezza, e non puoi nemmeno accollarti la colpa di un crimine che non hai commesso! Tuo fratello non lo vorrebbe. – Ciò gli fece ripensare nuovamente alla morte di Shizuka. Lui non era riuscito a salvarle la vita, non aveva fatto in tempo a raggiungerla. Per molto tempo, troppo, si era comportato esattamente come Yuka, condividendo la sua vita con il peso del rimorso. Eppure, tutte le volte in cui, lì su quelle foto, rivedeva lo sfavillante sorriso della sua amata, il suo animo si faceva più sereno. Shizuka, così come il fratello di Yuka, non avrebbe mai voluto vederlo soffrire. Mai. Doveva essere felice, anche senza di lei, proprio per il bene di quella ragazza che ormai non c’era più.

Quant’era strano il destino, pensò in quel momento. Shizuka in un certo senso era sua sorella acquisita. E tra il caso suo e quello di Yuka, c’erano diverse analogie.

- Sai una cosa? – gli confidò il Cavaliere Magico, amichevolmente- La sera in cui persi per sempre quella persona, qualche ora prima lei era entrata in camera mia per regalarmi un acchiappasogni.

 

- Un acchiappasogni?

 

- Mi disse che serviva a scacciare via tutti gli incubi, e a fare dei bei sogni. Non ho mai avuto modo di provarlo, perché deposi quell’oggetto sulla sua tomba, affinché non le facesse mai avere incubi, ma penso che se qualcuno ti dona un simile oggetto, e lo fa soprattutto con il cuore, allora sicuramente funzionerà!

 

Yuka sorrise con tenerezza. – Le volevi veramente bene, vero?

 

- Quando qualcuno rende la nostra vita speciale, è inevitabile che quella persona lo sia altrettanto per noi! Non lo credi anche tu? – Rei la guardò, e quest’ultima, ancora con gli occhi lievemente umidi annuì.

Calò un manto di silenzio. I due si fissarono a lungo, ma ad un tratto, forse per un qualche riflesso influenzato certamente dall’atmosfera, la ragazza sembrò quasi accostare il proprio viso a quello di Rei. Facendo ciò, i loro occhi si fecero vicini, le loro bocche adiacenti l’una all’altra. Forse l’intenzione di dare, o perlomeno di ricevere un bacio, era ciò che sperava la ragazza.

E quello di sfiorare le labbra di Yuka, fu un pensiero che per un attimo toccò fuggevolmente anche lo stesso Rei. Tuttavia, non accadde.

Durò, per l’appunto, proprio un attimo quel pensiero. E ciò che fece, fu continuare a fissarla, soltanto questo.

In quello stesso istante, Silva gli fece notare che ormai era scesa la sera. Il ragazzo lanciò un’occhiata alla finestra, e tra le strade di quel quartiere non c’era più nessuno.

Si sollevò dal divano, e mise mano alle armi: Finalmente, era giunta l’ora di combattere.

 

- Tu resta qui dentro, e non uscire! In casa tua sei al sicuro. – gli ordinò il Cavaliere.

Yuka annuì, e in apprensione gli disse: - Ti prego…! Stai attento!

 

- Io sono la Zanna d’Argento dell’Ovest! Per me sarà una passeggiata annientare quella bestia demoniaca! – detto questo, con un’uscita teatrale, Rei si lanciò all’esterno, ordinando alla sua protetta di richiudere all’istante la porta di casa.

Con le armi sguainate, si mise al centro della via, poi alzò la mano sinistra: - Riesci a sentirlo, Silva?

 

- Verso Nord! A pochi metri da qui! – gli comunicò il Madougu. – Di sicuro ti starà aspettando.

 

Rei si voltò di scatto. Secondo le indicazioni della sua Guida Mistica, l’Orrore si trovava alle spalle dell’appartamento di Yuka. Dietro quel fabbricato c’era una sorta di giardino con delle erbacce alte quasi mezzo metro. Quando il piede di Rei toccò il terreno erboso, la creatura, nascostasi tra i fili di quel prato incolto, gli tese un agguato. Gli sbucò proprio davanti, e si lanciò come una belva pulciosa verso di lui.

 

- Tu hai ucciso mio fratello! – gli ringhiò dritto in faccia, ostentando una dentatura incredibilmente affilata. Le sue zanne somigliavano a quelle di una tigre molto, ma molto grossa.

 

- Non preoccuparti! – ribatté Rei, cercando di contrastare e respingere l’Orrore, evitando così che lo buttasse a terra- Tra non molto lo raggiungerai anche tu!

 

- Devo finire il compito che lui ha iniziato! E non sarai tu ad impedirmelo! – agguantò le spalle del ragazzo con una potenza inaudita, e lo sollevò da terra. – Quella umana è mia! Levati di mezzo! – strepitò, infine lo scaraventò via.

 

L’impatto non fu dei più dolci. Accasciato al suolo digrignò i denti dal dolore e cercò perlomeno di rimettersi in piedi.

 

- Il perimetro della casa è sigillato dai talismani! Non riuscirai ad entrare! – gli disse presto all’Orrore. Tuttavia, l’essere sfoderò gli artigli e cominciò a scavare.

 

- Ha intenzione di entrare dal suolo! – esclamò Silva, alquanto nervosa – L’effetto dei Talismani Mistici copre solo i lati esterni della casa, ma il potere non riesce a penetrare nel sottosuolo!   

 

- Maledizione! – imprecò il ragazzo, rimettendosi di corsa in piedi. Si portò le armi sopra la testa, e, correndo verso il mostro escavatore, le ruotò per trasformarsi nella Zanna d’Argento dell’Ovest: Zero.

 

L’Orrore continuava imperterrito a scavare. La terra asportata terminava a casaccio in ogni dove, come una pioggia fangosa. 

Dal terreno l’unica parte di quel corpo che si poteva vedere da lontano, era la coda. Lunga, agile e piena di scaglie.

Zero riuscì ad agguantarla, per estrarre quel mostro dal suolo. Oppose resistenza, si ancorò con i lunghi artigli nel terreno, ma il Cavaliere aumentò la potenza di quella presa, e con uno scatto finale riuscì a portarlo allo scoperto, estirpandolo da quella terra proprio come una vecchia radice putrefatta. L’impatto provocato da quella mossa fece schizzare l’Orrore a terra e, senza dargli neppure l’aggio di riprendersi dalla percossa, Zero si preparò ad infliggergli il colpo mortale.

Le due sciabole squarciarono l’Orrore in tre parti, e la belva cessò di esistere.

Alla fine il bene era riuscito a trionfare.

Il lupo solitario dell’Ovest sollevò il capo in direzione di una finestra.

Yuka era stata lì, ad osservarlo e a pregare per lui affinché riuscisse a farcela. La giovane, con le mani appoggiate al vetro di quelle limpide lastre, guardandolo con gli occhi pieni di commozione, lo accolse con un sorriso radioso, uno dei più belli che Rei avesse mai visto.

Al pari di quello della sua amata Shizuka.

 

 

 

 

 

                                                                            ***

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, avvolti dalle prime luci di un tramonto spettacolare, pieno di colori caldi e sfumature intense, Rei e Yuka si rividero ancora. La ragazza aveva qualcosa tra le mani che doveva assolutamente dargli.

- Non ci rivedremo più, vero? – gli disse, ma il suo cuore però non era triste. Lui aveva amato una sola donna nella propria vita, e questo Yuka lo sapeva. Anche se infondo al suo animo, provava per quel moretto dagli occhi vispi un forte sentimento. - E’ per te! – esclamò, porgendogli un sacchetto blu tra le mani. – Per dirti semplicemente grazie! Con il tuo aiuto, ho smesso finalmente di addossarmi una colpa che non mi apparteneva, e adesso mi sento finalmente libera di guardare la foto di mio fratello con più serenità!

 

Il giovane Suzumura si grattò la nuca, era chiaramente a disagio. Raccolse ed accettò quel regalo, ma lo aprì solo dopo che lui e quella ragazza si furono salutati. Lo scartocciò quando ormai il tramonto era quasi sparito, e Silva curiosa cercò di sbirciare, con l’orgoglio che le impediva di fare domande. Tuttavia, il desiderio di conoscere prevalse sopra ogni sentimento:

- Che cosa ti ha regalato?

 

Con la felicità nel cuore e nell’anima, pensando a Shizuka, Rei sorridendo le rispose:

- Un acchiappasogni.

 

 

 

                                                               Fine episodio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I VANEGGIAMENTI E LE RISPOSTE DI BOTAN:

 

Prima del previsto, finalmente sono riuscita ad aggiornare!

Speravo però di farlo ancora più prima, tuttavia il lavoro in questo periodo non mi permette neppure di dedicarmi alle fanfic, e spesso mi ritrovo la sera stanca a scrivere piccoli pezzi, giusto per mantenere la mano allenata e, cosa più importante, per passare un’oretta felice in assoluta santa pace!  

Scrivere mi piace, ma amo ancor di più scrivere questa storia perché ciò mi permette di far rivivere personaggi come Kouga e Kaoru, a cui voglio un bene sconfinato, anche al di fuori del video. Credetemi, per me non c’è nulla di più soddisfacente!

Per quanto riguarda questo episodio… beh, che dire? Dedicato interamente a Rei, per la gioia di tutte le sue innumerevoli fans!

 

 

Per Seasons_girl: Ma non scusarti nemmeno per il ritardo! Quando hai voglia e tempo, lasci un commento! Poi, sono io che ringrazio te tutte le volte che ricevo un complimento, mi rendi molto felice! Inoltre, sei l’unica che non giudica male ciò che vi scrivo quasi sempre a fine capitolo. I cosiddetti “vaneggiamenti”, diciamo! A volte li butto giù di getto, altre invece me li studio a puntino basandomi su particolari sensazioni, ma spesso mi sembra di scrivere solo sciocchezze, ecco perché li chiamo così. Sono un po’ una valvola di sfogo, ecco! ^^, 

Infine, mi dispiace e non sai quanto che tu stia attraversando un brutto periodo… Lo dico sul serio, parlando veramente con il cuore, e questo perché anche io non me la passo per niente bene, tuttavia, se hai bisogno di parlare con qualcuno sappi che io sono qui, che ci sono e ci sarò sempre, sulle mie mani tu puoi contare, farò quanto in mio potere per darti un appoggio. E anche se non siamo vicine, nulla può impedirmi di abbracciarti forte forte almeno con l’uso delle parole!

Un bacio!   

 

Per Stelly89_s: Sì, in effetti d’acchito può sembrare il rigido Tsubasa, e pensa che all’inizio Jin doveva avere un carattere più sciolto, come quello del suo Madougu Danda, però la cosa non mi filava per il verso giusto, quindi per svariate esigenze ho cambiato. Continua a seguire che in futuro ne vedrai delle belle!

Per akiko: Eeh! Succederà, succederà, abbi fede! Non ora, ma prima o poi accadrà qualcosa tra i due! Ho già pianificato il tutto! Adesso però divento muta come un pesce… Mi son lasciata scappare già troppo! ^.^

 

Per _Elentari: Grazie, grazie grazie! Il tuo affetto, il fatto che segui la storia con così tanta passione, mi emoziona sul serio. Mi piace sapere che ci sono persone come te che si affezionino così tanto ad una fanfic. E’ veramente ammirevole. Grazie ancora! 

 

 

Infine…

Ci tengo a ringraziare tutte ma proprio tutte le persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti e seguiti!

Quando e se vi va, lasciate pure una recensione! Può farmi solo piacere leggerle, perché così alimentate in me la voglia di scrivere, e questo vi assicuro che per me significa tanto!

 

Al prossimo aggiornamento!

 

Botan

 

                                                                                                       

 

   
 
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