sunset, di eclinu (/viewuser.php?uid=14297)
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sunset,
sunset,
«Ranma!» Urla, cercando di raggiungermi per pestarmi
con la sua scopa preferita. «Fermati maledetto!» Ribadisce
per la quarta volta.
«Fossi matto! Se vuoi che mi fermi, posa l'ascia di guerra»
dico, correndo per il giardino di casa Tendo. «A proposito: prima
di crepare posso sapere cosa ho combinato stavolta?» Domando,
voltandomi e iniziando a correre all'indietro.
«Ecco cosa hai fatto!» Afferma fermandosi e lanciandomi un
sasso coperto da un foglio che va a finire dritto sul mio viso: il naso
rischia di essere risucchiato dal volto ma, per fortuna, sono abituato
a ricevere colpi di questa portata.
Mi fermo cadendo col fondo schiena a terra ed il sasso cade sull'erba,
fra le gambe: Akane si avvicina ed incrocia le braccia sul petto,
osservandomi con sguardo omicida.
«Aiah...» mormoro toccandomi il naso; abbasso lo sguardo
verso il foglio e lo prendo per poi leggerlo: la calligrafia è
elegante e precisa, sembra quella di una ragazza.
Il testo dice: "Caro Ranma, ti aspetto al parco per un pic nic
domenicale davvero romantico con tanto di tramonto sul laghetto e
chissà, magari con l'aria romantica ci scappa anche un bacio
appassionato. Ti aspetto.
Firmato: la tua Shampoo"
Alzo gli occhi verso Akane «Perchè ti arrabbi così
tanto? Non sarai mica gelosa?» Mi alzo in piedi e mi pulisco i
pantaloni per poi arrotolare il foglio: lo lancio fuori casa, so che
lì c'è un bel bidone per la raccolta dei rifiuti.
Riporto i miei occhi su Akane che è ancora infuriata con me: ma cosa c'entro io?
«Non sono gelosa! Figurati!» Risponde a volume ancora alto. «Sono solo urtata dal fatto che la tua Shampoo abbia distrutto la finestra di camera mia per spedire un messaggio a te facendomi saltare dal letto!»
«Dai Akane, cosa vuoi che sia? La finestra di camera tua è
praticamente sempre distrutta.» Faccio spallucce come per
dargliene atto. «Quanto al risveglio poco delicato: non credo che
per te faccia differenza se vieni svegliata con un carezza o con
una cannonata; da maschiaccio quale sei, dovresti essere abituata a
cose ben peggiori» Non termino neanche di parlare che mi ritrovo
con la faccia spiaccicata al suolo e due, tre bernoccoli che spuntano
fra i capelli neri.
«Come siamo vitali di mattina!» La voce di Nabiki proviene
dalla porta della sala da pranzo che affaccia sul laghetto
-praticamente dove sono steso.
Mi alzo e noto che in spalla ha uno zainetto di quelli che di solito si portano per andare in gita.
Il signor Tendo passa alle sue spalle, anch'egli con uno zainetto e lo
stesso mio padre mentre Kasumi, seduta alla tavola, infila qualcosa
nella cesta da pic nic che ha fra le mani.
«Stiamo andando da qualche parte?» Chiedo a Nabiki.
Lei mi guarda e mi risponde con una delle sue risa isteriche «Noi
andiamo alle terme oggi. Kasumi ha vinto quattro biglietti per le terme
ad un concorso al supermercato e così ne approfittiamo prima che
scadano.» M'informa.
La guardo con tanto di occhi da fuori «Hai detto quattro?»
Lei annuisce. Questo vuol dire che se ne sono quattro, il quarto
biglietto non va ad Akane ma a mio padre perchè anche lui aveva
uno zainetto sulle spalle.
Nabiki mi viene in contro e si appoggia con fare cospiratorio alla mia
spalla: «Ebbene sì mio caro Ranma: tu ed Akane soli per
un'intera giornata, nella stessa casa.» Mormora per poi ridere.
Si allontana da me e si avvicina a Kasumi dicendole qualcosa; la prima
delle sorelle Tendo si alza e sorridendomi mi dice «Ranma ho
lasciato qualcosa facile da cucinare nel frigo, se ti viene fame sai
dove trovarlo» e mi saluta con un inchino per poi urlare nel
corridoio d'uscita «Papà! Signor Saotome! Andiamo?»
Rimango nel giardino a lungo, ad osservare la casa semi vuota.
Ma Akane sapeva di questa gita? Perchè non ha protestato? O al massimo perchè non mi ha avvertito?
La mia rabbia sale alle stelle e con passo pesante decido di scambiare quattro parole con la mia fidanzata.
Salgo le scale per dirigermi in camera sua e una volta fuori la porta busso in modo violento.
«Avanti» Dice tranquilla.
Entro sbattendomi la porta alle spalle «Akane! Si può
sapere perchè non mi hai detto niente della gita di oggi?»
La mia voce è davvero alta.
Lei, che stava cercando di sistemare come poteva la finestra, si volta
verso di me con le sopracciglia corrugate dalla rabbia
«Perchè tu non stai mai a sentirmi! Te l'avevo detto ieri!
Ma tu eri troppo impegnato ad amoreggiare con Ukyo per ascoltarmi!»
«Io non amoreggio con nessuno!»
«Oh, sì che lo fai!»
«Non è vero! E poi non è vero che me lo hai detto, ti avrei ascoltata!»
«Ah, davvero?» Il suo tono sembra di sfida «E dimmi
Ranma, cosa ti ho detto ieri mattina prima di andare a scuola? Era una
cosa importante»
La guardo un pò sorpreso. Cosa mi aveva detto di importante ieri mattina?
Rimugino a lungo ma non riesco a raccapezzarmi. Incrocio le braccia cerco di concentrarmi ma niente, non riesco a ricordare.
«Ecco lo vedi? Sei uno stupido» La sua grinta sembra
svanita e così mi scansa per poi uscire dalla stanza e scendere.
Resto da solo nella sua camera ed osservo le pareti colorate: è
davvero così? Davvero io non ascolto Akane quando mi parla?
«Aaaaah!» Urlo grattandomi la testa ed uscendo da quella
camera; scendo le scale e mi dirigo in sala pranzo: Akane sta guardando
la tv mentre sgranocchia dei biscotti.
Mi siedo dall'altra parte della tavola, opposto a lei e la vedo con uno
sguardo un pò perso mentre osserva un programma di cucina.
«Tanto non riuscirai mai a fare qualcosa di simile» Le
dico, cercando di farla arrabbiare: mi sembra giù. Che sia per
causa mia ormai mi è evidente.
«Lo so» Risponde stranamente accondiscendente.
La guardo e storcio la bocca: stavolta l'ho fatta grossa. «Posso prendere un biscotto?» Chiedo.
«No» Risponde, sgranocchiando il suo.
Mi allungo e le rubo la ciotola dalle mani, lei si volta irritata e si
allunga per riprenderla ma non ce la fa, così si alza e mi viene
in contro: io allungo il braccio all'indietro per non farla arrivare;
Akane appoggia una mano sulla mia spalla e allunga l'altra verso la
ciotola, cercando di raggiungerla. Mi stendo a terra e lei mi cade
addosso.
Viso contro viso arrossisco e l'immagine di lei che mi dice «Sai, domani resteremo da soli tutta la giornata» mentre arrossiva, mi torna alla mente.
La vedo arrossire da quell'improvvisa vicinanza e le sussurro «Scusami, hai ragione, me lo avevi detto.»
Akane si mette a sedere di fronte a me e le sue gote restano di un
delizioso color porpora; i suoi occhi brillano per poi tornare tristi
«Però non ti sei ricordato di ciò che ti ho detto
ieri, vero?»
Mi metto a sedere anche io e nego con la testa, sinceramente dispiaciuto.
Lei sospira e approfitta del mio essere in sovrappensiero per
riprendersi i biscotti: torna al suo posto e continua a guardare la tv
come se nulla fosse accaduto.
Resto ancora un pò seduto lì, cercando di ricordare ma esausto di pensare, decido di andarmi ad allenare.
Indossata la mia tuta mi dirigo nel dojo ed inizio la mia sequenza di
esercizi; dopo essermi riscaldato abbastanza, decido di combattere
però non avendo mio padre in casa, l'unica persona disponibile
è Akane, anche se non credo voglia allenarsi con me.
Ma, in fondo, provare non costa nulla, no?
Esco di corsa dal dojo e trovo Akane in tuta proprio nel corridoio esterno.
Anche se non lo dirò mai ad alta voce, vederla con quella tuta
addosso mi fa impazzire: la cintura stretta in vita le mette in risalto
i fianchi e il lungo scollo della parte superiore mi fa annullare la
salivazione.
«Akane, vorresti combattere contro di me?» Le chiedo.
Lei prima mi guarda a lungo, poi annuisce senza proferire parola.
Messi entrambi in posizione di difesa uno di fronte all'altro, ci
guardiamo negli occhi pronti per capire chi dei due faccia la prima
mossa; la prima a sferrare l'attacco è lei. Si avvicina
velocemente a me ed inizia con una sequenza di pugni che riesco
facilmente ad evitare; dai pugni passa ad un poderoso calcio che evito
saltando.
Faccio una rotazione in aria e atterro alle sue spalle, Akane si volta
sempre in posizione di difesa e aspetto che attacchi lei per prima:
eccola che corre di nuovo verso di me e stavolta le blocco entrambi i
polsi, prima che mi colpisca, con un piede le faccio uno sgambetto;
chiude gli occhi pronta a ricevere il colpo della caduta, ma prima che
ciò avvenga, l'affero per un fianco e la lascio cadere sul mio
braccio, mentre con l'altra mano le tengo entrambi i polsi.
Apre gli occhi ed arrossisce della posizione, dei nostri corpi vicini
forse, ma subito cambia espressione e con un piede fa sì che io
perda l'equilibrio e cada rovinosamente su di lei.
Mi alzo tenendomi con entrambe le mani sul pavimento, ai lati della sua
testa, ed apro gli occhi: siamo vicini, forse troppo vicini.
Un uragano di emozione si impadronisce di me e colora di rosso le mie
guance, come anche le sue; sento il mio cuore battere all'impazzata,
come se stesse prendendo a pugni il mio petto per poter uscire, preme
sul suo seno e posso sentire che anche il suo cuore ha la stessa
velocità del mio.
Quindi non sono l'unico a sentirmi così strano. Tutto ciò
sarà dovuto al fatto che tra me e lei c'è sempre stata
una certa attrazione e che siamo praticamente soli in casa.
La vedo deglutire ed inumidirsi le labbra, espira quasi temendo di
farlo ed io perdo la ragione: c'è il suo viso colorato di rosso
ed un desiderio mai provato prima. Schiudo le labbra, e cerco di non
pensare a ciò che sto per fare, altrimenti, a causa della mia
timidezza, non riuscirei a proseguire.
Lentamente mi chino verso di lei, non pensando a nulla e guardandola
negli occhi: le sue mani prendono il mio viso e mi accarezzano le
guance come ad invitarmi a proseguire.
Manca poco ormai, ma con mio grave imbarazzo, il mio stomaco brontola e
così lei volta la testa, spingendo lontano la mia.
Sospiro e mi alzo dal suo corpo, sedendomi accanto a lei, con la faccia
in fiamme «Perdonami» Le dico e forse non sa che mi
riferisco al fatto di aver distrutto il momento.
Akane si alza senza dire una parola e va via.
«Aaaaaaaaaaaaah! Stupido! Stupido! Stupido!» Mi do dello
stupido finché il mio stomaco non brontola ancora e così
decido di alzarmi ed andare in cucina: lì vi trovo Akane; si
è cambiata e adesso sta infilando un grembiule.
«Che fai?» Le chiedo.
«Cucino»
Un brivido mi corre lungo la schiena «Ma no... se lo fai per me,
non preoccuparti, ci penso io» Rido, cercando di nascondere il
malcontento.
«Sto cucinando per me» Chiarisce gelida. Che non abbia apprezzato il mio gesto in palestra?
Ma è chiaro, io ad Akane non piaccio neanche un pò, la
insulto continuamente e non le mostro mai un minimo di gratitudine
quando si mostra gentile con me.
Sono un cretino.
«Per farmi perdonare, posso cucinare io... se vuoi...anche se è poco virile» Borbotto rosso dalla vergogna.
«O lo fai per non morire avvelenato?»
Rido nervosamente, beh, anche per quello in effetti.
Akane sospira e si sfila il grembiule, andandosene in sala da pranzo.
Sospiro anche io e mentre cerco di ricordare cosa diavolo mi abbia
detto il giorno prima, metto a bollire l'acqua e a far riscaldare
l'olio con un pò di aglio. Prendo delle erbe aromatiche dal
frigo ed una fetta di prosciutto, infilo gli spaghetti nell'acqua
e intanto faccio a pezzettini il prosciutto e trito le erbe.
Quando la pasta è quasi cotta, la scolo e la verso nella padella
dell'olio con il prosciutto e le erbe e faccio saltare tutto
finchè non è pronto. Impiatto il tutto e lo porto nella
sala da pranzo dove Akane ha apparecchiato per due.
Le metto il piatto davanti e lei lo guarda apprezzandolo «Sembra ottimo» Commenta.
Io le sorrido e prendo le bacchette iniziando a mangiare; lei fa il
primo assaggio e si porta una mano alla guancia, assumendo una strana
espressione beata.
«Che c'è? Non ti piace?» Le domando; a me sembra buono.
«Anzi, è perfetto. Complimenti Ranma, sei un cuoco
provetto» Continua a mangiare per poi dire «Che vergogna,
cucini meglio tu che io»
Rido «Beh, con un padre che sa cucinare solo riso mi sono dovuto adattare»
Continuiamo a mangiare in silenzio e alla fine lei mi ringrazia e si dirige in cucina a lavare i piatti.
Non sapendo cosa fare, la seguo e la osservo mentre sbriga le faccende domestiche.
«Lanma! Dove sei finito! Lanma!»
La voce di Shampoo mi fa sobbalzare e mi giro per poi ritrovarmela di fronte, infuriata nera.
«Shampoo! Chi ti ha fatto entrare?!» Le chiedo agitato e
guardo Akane che ci osserva apatica mentre stringe un piatto
gocciolante fra le mani.
«Sono entlata con la folza! Lanma, perchè non sei venuto
all'appuntamento? Ti stavo aspettando» domanda attaccandosi al
collo e strusciando la faccia sul mio petto.
Guardo Akane che nel frattempo ci ha dato le spalle.
«Beh ecco...io...stavo facendo compagnia ad Akane» Dico, cercando una scusa e nello stesso tempo di non offenderla.
«Pelchè?»
«Siamo solo noi due in casa e non era carino lasciarla da sola, non credi?» Rido, grattandomi dietro la testa.
«Se ci tenevi tanto potevi anche andarci Lanma» La voce di Akane è dura come la roccia. «So badare a me stessa»
«Che bello! Lanma, amole, possiamo lecupelale! Andiamo!» Shampoo inizia a tirarmi verso il corridoio di uscita.
«No! No ferma! No Shampoo! No!» Le urlo, per poi liberarmi. «Non mi va di uscire con te oggi, va bene?»
«Ma...ho plepalato il pic nic...» I suoi occhi si riempiono
di lacrime ma stringo i denti e ribadisco che non mi va di uscire.
Akane è già arrabbiata con me per qualcosa di molto
più grave della finestra rotta e non voglio che mi tenga il muso
per una settimana anche perchè sono uscito con Shampoo.
Shampoo corruga le sopracciglia e promettendo vendetta, se ne va.
«Oggi è stato facile liberarsene» mormoro.
Akane mi passa accanto e sale le scale per dirigersi in camera sua, sento la porta chiudersi e poi più niente.
Credo che passerò il pomeriggio da solo. Mi avvio nella sala da
pranzo ed una volta steso a terra resto fermo a guardare il cielo.
Cosa mi aveva detto? Ricordo solo che io le avevo risposto "Sì,
sì certo, me lo ricorderò" e poi avevo iniziato a
litigare con mio padre.
Niente. Vuoto totale.
Però, per arrabbiarsi a questo modo era qualcosa di davvero importante per lei. Ma cosa poteva mai essere?
Valuto tutte le ipotesi ma nessuna sembra la risposta giusta.
Non so quando durante la catena di pensieri, mi addormento.
Mi risveglio che è tardo pomeriggio e decido di salire sopra da
Akane per chiederle cosa mi avesse detto e chiederle scusa.
Arrivato fuori la porta di camera sua, busso ma non ottengo risposta,
così entro e trovo la finestra aperta: che fosse scappata?
Esco dalla finestra e salto sul tetto, per fortuna la trovo seduta
lì che guarda il tramonto mentre si stringe le ginocchia al
petto.
Mi siedo accanto a lei e per un pò restiamo in silenzio, aspettando che il sole cali.
Quando mi faccio coraggio inizio a parlare: «Akane, ti chiedo
scusa. Sono uno stupido è vero, ma non so per quale motivo ieri
non ti abbia ascoltata e non ci sono nemmeno scuse per questo. So che
questo non è un caso isolato, ma sono fatto così, non
è colpa mia, ho più difetti che pregi e credo che tu
questo adesso lo abbia capito. Però...però quando mi ci
metto d'impegno ti rendo felice, come a Natale, ricordi? Ricordai tutti
i regali che volevi e te li comprai. Scusami, davvero.»
Lei si volta verso di me e dice «Sei un vero cretino, non ti chiedevo niente di impossibile, ma tu proprio quella cosa dovevi dimenticare! Stupido! Stupido! Non me ne faccio niente delle tue scuse!»
Un nervo sulla fronte inizia a pulsare: io le chiedo scusa e lei dice che delle mie scuse non se ne fa niente?
La guardo negli occhi e mi domando come possa piacermi un maschiaccio
del genere, senza un minimo di tatto o di bontà, senza neanche
un pò di sex appeal con...con quelle labbra rosa e
piccole...quegli occhi così grandi e lucidi, così belli
al tramonto...con quella pelle liscia e pallida...
La mia mano si posa sulla sua guancia e stavolta senza indugiare, la
guardo serio avvicinandomi al suo viso. Il rosso delle sue guance si
mischia con il riflesso del sole e dopo aver inumidito le labbra, le
appoggio piano sulle sue, chiudendo gli occhi per godermi meglio il
momento.
Le sue labbra sono lisce e morbide come le immaginavo, dolci e buone.
Improvvisamente ricordo cosa mi aveva detto il mattino precedente: mi
allontano dal suo viso e aspetto che apra gli occhi prima di parlare.
Quando i suoi occhi lucidi si perdono nei miei le sussurro «Buon compleanno, Akane»
I suoi occhi si riempiono di lacrime ed io ne approfitto per regalarle un altro bacio al tramonto.
________
QUESTA E' PER TE FRANCYYYYYYYYYYYYYYYY! *O*
Scusatemi, non ho mai scritto su Ranma anche se mi piace molto -come
tutti gli anime tratti dai manga della Takahashi ù.ù
*nota nickname ewe*- spero che la shot sia piaciuta ^-^
Avevo promesso che ti avrei ricambiato il piacere, ci ho messo un bel pò, ma l'ho fatto *w*
Questa shot la dedico a _ Mrs. Cold *-*
Sperando che ti sia piaciuta *O*
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