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Titolo:
Breakfast at Blair’s.
Autrice:
Melanyholland
Summary: Chuck guardò la
figura addormentata di Blair e capì che le cose gli erano davvero sfuggite di
mano.
Rating: arancione
Timeline:
1x18 (Much ‘I do’ About Nothing)
Pairing: Chuck/Blair
Breakfast at Blair’s
Quando aveva quindici anni,
Chuck aveva chiesto a Nate perché si ostinasse a fare il fidanzatino perfetto di
Blair.
“Le ragazze della Constance
venderebbero tutte le loro Louboutin per farsi dare una ripassata da te”, gli
aveva fatto notare, con un sospiro. “E tu continui ad andare in giro con l’unica
che non te la dà”.
Nate aveva scosso la testa,
sulle labbra il sorriso rassegnato e leggermente divertito che riservava ai suoi
commenti salaci.
“Io e Blair abbiamo deciso di
aspettare.”
“Blair lo ha deciso.” lo
aveva corretto Chuck, tagliente. “Almeno è quello che spero, o comincerò ad
avere seri dubbi sui tuoi gusti, Nathaniel”.
Per tutta risposta, Nate lo
aveva mandato allegramente al diavolo. Chuck aveva ghignato, per poi posare lo
sguardo su Blair, che mangiava yogurt insieme a Serena sui gradini del Met.
“Se vuoi fare centro, Archibald,
non puoi fermarti al primo no”, gli aveva spiegato paziente, scoccando
un’occhiata di apprezzamento alle ragazze che chiacchieravano sulla scalinata.
Con le sue gonne corte e camicette scollate, Serena lasciava ben poco
all’immaginazione altrui; sapeva di avere un corpo da sogno e lo sfoggiava senza
vergogna, un comportamento che Chuck aveva sempre trovato degno di lodi
licenziose che di solito si prendeva personalmente il piacere di fare. Blair era
esattamente l’opposto, con le sue invitanti curve celate da strati di tessuto e
i suoi atteggiamenti che a volte rasentavano la repressione. Anni che la
conosceva e Chuck poteva contare sulle dita le occasioni in cui aveva potuto
ammirare qualcosa di nudo sotto la clavicola e sopra le ginocchia, da quando
l’infanzia era finita. Oh, sarebbe stato così stuzzichevole svestirla
lentamente, scoprendo ogni particolare di quel corpo innocente e illibato, così
soddisfacente scoparla fino a farle perdere totalmente il controllo. Chuck si
era chiesto se Nate se ne rendesse conto. “Alcune donne amano fare le preziose.”
aveva proseguito, con tono sapiente. “Ma in realtà, vogliono solo darci dentro.
Credimi.”
“Parli come uno stupratore.”
aveva ribattuto Nate, a metà fra il rimprovero e il faceto. Chuck aveva
scrollato le spalle, imperturbato.
“Beh, comunque è quello che
capita a me. Non importa come comincia, finiscono tutte a implorare per averne
ancora.” si era vantato con un sorrisetto lascivo, mentre gli tornava alla
memoria la sua ultima prestazione. Verso la fine, la ragazza era un bozzolo
voglioso e incoerente completamente alla sua mercè. Nate aveva ridacchiato.
“Ora devo lasciarti, amico. Ho
promesso a Blair che saremmo andati …” la voce era sfumata; Nate aveva corrugato
la fronte, poi si era stretto nelle spalle. “…da qualche parte, immagino”.
Di certo non a letto,
aveva pensato Chuck sorridente, facendo un distratto cenno di assenso al suo
migliore amico. In un certo senso era dispiaciuto per il ragazzo. Stuzzichevole
o no, nessuna donna valeva tanto da ammettere quella servile costrizione. Niente
sesso, solo incombenze? Chuck non riusciva a concepire come un sano adolescente
ricco e attraente potesse accettare un orrore simile. Osservò Nate andare
incontro alla sua ragazza – o palla al piede, termine nella sua opinione più
appropriato- e darle un bacio sulle labbra perfetto per un film Disney.
No, aveva concluso Chuck disgustato, non ci sarebbero state Blair Waldorf nella
sua vita, mai.
A diciassette anni, mentre
ammirava l’avvenente figura di un’addormentata Blair Waldorf, Chuck ricordò
quella conversazione e si chiese come le cose potessero essergli sfuggite di
mano in quel modo. Certo, c’era il fatto che Blair non si era rivelata
semplicemente dilettevole, bensì incredibile, e in ogni aspetto della
loro interazione: sexy e fervente sotto le lenzuola, arguta e intrigante fuori,
Chuck era inebriato da lei e non credeva di poterne mai essere sazio. Si gustava
ogni sguardo impertinente, ogni ondulazione tentatrice dei fianchi, perfino ogni
battuta perfida pronunciata a suo danno. Il suo ego protestava talvolta, gli
ricordava duramente –come in quel momento- che lui era Chuck Bass e che non
poteva abbassarsi ad avere fidanzate, ma c’era un modo facile e gradito per
metterlo a tacere e Chuck fu lieto di poterlo utilizzare all’istante: dormiente,
con i capelli scompigliati, le labbra dischiuse e la pelle scoperta dalla corta
camicia da notte estiva, Blair era una visione erotica di fronte alla quale gli
era impossibile trattenersi. Non che ci provasse, ovvio. La libertà di potersi
lasciar andare con lei era uno dei vantaggi di averla finalmente conquistata.
Chuck sorrise e si chinò per baciarla.
Prima ancora di svegliarsi del
tutto, Blair mugolò deliziata contro la sua bocca e rispose indolente al bacio,
reazione che lo riempì di compiacimento. C’era qualcosa di estremamente dolce
nel sapere di poterla accendere così facilmente, dolce come la sensazione delle
mani di lei che si intrecciavano dietro il suo collo per attirarlo contro quel
corpo morbido e accogliente.
“Buongiorno, bellissima.” la
salutò lui pieno di fascino, quando si divisero. Blair lo guardava attraverso le
lunghe ciglia degli occhi socchiusi, un sorriso pigro ma felice sulle labbra.
“Chuck, che ci fai qui?” gli
chiese, un sussurro arrochito dal sonno.
Non avevano ancora fatto sesso
da quando si erano messi insieme perché Chuck si era ripromesso di andarci
piano, decisione che spesso si ritrovava a rimpiangere acutamente. Avere Blair e
non poter passare la notte con lei era una tortura, ma non voleva rischiare di
rovinare tutto e lei stravedeva per quel comportamento pseudo-romantico da film
anni cinquanta.
Per questo motivo era andato a
trovarla di buonora, portando con sé i migliori croissant di New York
caldi e fragranti. Se non era smielato quel gesto, non sapeva proprio che altro
inventarsi.
“Comincio bene la giornata.”
rispose lui seducente, baciandola di nuovo. Era pur sempre Chuck Bass e avrebbe
approfittato di ogni contatto fisico permesso. Stavolta le labbra di lei si
schiusero sotto la sua insistenza e Chuck si godé approfonditamente il bacio,
facendo scorrere le mani sul corpo di Blair, piacevolmente caldo per il sonno e
gradevolmente liscio sotto la veste di seta.
Finché una mano di lei non gli
artigliò i capelli, staccandolo bruscamente da quella bocca paradisiaca. Chuck
imprecò, ritrovandosi davanti due occhi castani spalancati.
“Chuck! Mi sono appena
svegliata!” protestò, poi serrò le labbra e distolse gli occhi, nervosa. Lui la
fissò, cercando di decifrare quell’improvviso e seccante cambio di
atteggiamento. Quando prevedibilmente ci riuscì, sorrise divertito. Certe volte
quella ragazza si preoccupava delle cose più ridicole, forse per la mania che
aveva di vedere la sua vita come un film.
“Blair”, la chiamò teneramente,
posandole una mano sulla guancia. Blair si rilassò, ma solo un poco. Gli amati
occhi castani furono di nuovo tutti suoi. Chuck notò i respiri lenti e profondi
di lei, il modo in cui l’aria era risucchiata ed effusa dalle labbra umide
socchiuse, da cui faceva capolino il bianco dei denti e il rosa della lingua.
Quella vista gli dava alla testa e Chuck rifletté che Blair non era l’unica lì
dentro ad eccitarsi facilmente. Mai nessuna donna, per quanto attraente, aveva
avuto quell’effetto devastante su di lui.
“Adoro la tua bocca.” sussurrò
suadente e sincero, accarezzandole col pollice il labbro inferiore. Si chinò e
le baciò la tempia e la guancia prima di aggiungere:
“Adoro il tuo sapore. Sempre”.
Ma quando cercò di dimostrare
con i fatti quelle parole, lei voltò la testa di lato, ancora a disagio. Chuck
sbuffò, spazientito.
“Preferiresti davvero che mi
disgustasse?” la provocò astutamente e quando lei aprì la bocca per
rispondergli, Chuck ne approfittò per raggiungere il suo scopo, prendendo
possesso di quelle labbra che tanto lo avevano sedotto. La baciò famelico per
parecchi minuti, incurante della mano sulla nuca che inizialmente cercava di
allontanarlo e che dopo un po’ lo afferrò, vogliosa. Quando Blair fu di nuovo
ricettiva ed entusiasta, lui assaporò avido la sua bocca, che lasciò solo per
premere il viso contro il suo collo morbido e mordicchiare la pelle sensibile
dietro l’orecchio, guadagnandosi un sospiro rapito da lei.
Chuck fu costretto a
interrompere quel contatto meraviglioso quando percepì le cosce di Blair che gli
imprigionavano i fianchi, perché stava per perdere definitivamente il controllo
ed erano passati appena tre giorni dalle nozze di Bart. Desiderava ardentemente
affondare in lei fino a perdersi nell’estasi squisita che era il sesso con Blair
Waldorf, ma ancora di più voleva che tra loro funzionasse, che lei non lo
vedesse solo come un intrattenimento afrodisiaco in attesa del vero amore della
sua vita. Non di nuovo.
Nel momento in cui Chuck si
sottrasse a malincuore ma con decisione alla presa delle sue gambe, Blair lo
guardò con aria delusa e quasi tradita. Ansimante, con le labbra gonfie e le
guance accalorate, era ancora più attraente e Chuck dovette distogliere
brevemente lo sguardo per non saltarle addosso, mandando al diavolo ogni
proposito di romanticheria.
“So quanto è dura per te,
Waldorf.” la sbeffeggiò, rivolgendole un sorrisetto insolente. “Mi dispiace
torturarti così, credimi.”
“Ti credo, Bass. Vedo quanto
ti dispiace”, lo rimbeccò lei maliziosamente, fissando gli occhi sul cavallo dei
suoi pantaloni. Bella e acuta, pensò Chuck, ammirato e decise di concederle
quella piccola vittoria perché adorava vederla maligna e su di giri.
“Ti ho portato un regalo.”
annunciò galante, prendendo il sacchetto dei croissant che aveva posato
sul comodino. Non erano più caldi come quando li aveva comprati, ma Chuck non
rimpiangeva di aver perso un po’ di tempo prima di fare colazione.
“Sono quelli de La Bonne
Boulangerie sulla West Broadway?”
“Solo il meglio per la mia
ragazza.” confermò lui ed era assurdo essere così contento di poter rivendicare
Blair come sua. Quando si accorse che anche il sorriso di lei si era addolcito a
sentirsi chiamare così, Chuck percepì lo stomaco mandare un frullo di giubilo.
Fecero colazione seduti l’uno
accanto all’altra contro i cuscini del letto e Chuck scoprì di non essere molto
disturbato dal chiaro paragone con una coppia sposata che quella situazione
evocava. Il suo ego si lamentò, ma Blair scelse proprio quel momento per
leccarsi lo zucchero a velo dalle dita e Chuck dimenticò tutto fuorché la
stupenda e desiderabile ragazza che aveva accanto. Le prese la mano e finì il
lavoro lui stesso, beandosi del sussulto eccitato che le sfuggì dalle labbra
quando succhiò il primo dito.
“Serena mi ha detto che starà
agli Hamptons questa estate.” lo informò Blair dopo un po’, in un tono
esageratamente vivace. “Ci vai anche tu?”.
Chuck accarezzò con lo sguardo
il profilo delicato di lei e si chiese come una ragazza così splendida potesse
avere tante insicurezze. Serena era uno schianto, ma Blair era perfetta.
Comunque, anche se sapeva che
era da bastardi godere del turbamento di lei, Chuck provò un moto di puro
piacere nel constatare che Blair era gelosa di lui e temeva di poterlo perdere.
I suoi piani per l’estate comprendevano solo lei e nemmeno lontanamente la loro
bionda e turbolenta amica comune, ma ebbro della gioia che la reazione di Blair
gli aveva procurato, decise di stuzzicare un po’ la sua ragazza. Dopotutto, lei
non si era fatta scrupoli a farlo ingelosire mesi prima, baciando Nate di fronte
a lui.
“Sembra allettante, in effetti.”
la pungolò allusivo, guadagnandosi un’occhiata tetra.
“Beh, divertiti allora.”
concluse Blair, gelida.
Chuck sorrise e la circondò con
le braccia, vincendo i suoi risentiti divincolamenti. La schiena che aveva
contro il petto era rigida e ostile, ma per Chuck era comunque un piacere averla
così vicina e poter premere il viso nel soffice profumo dei suoi capelli. Lo era
sempre.
“Lo farò. La spiaggia ha le sue
attrattive. Pensavo a un bikini.”
“Per te o per Serena?” scherzò
lei, mordace.
“Per te.” ribatté lui,
domandandosi come facesse una ragazza sveglia come Blair a cascare così
facilmente nei suoi giochetti. Il corpo fra le sue braccia si rilassò, ma non
prima di avergli mollato uno schiaffo sorprendentemente forte sulla coscia.
“Sei insopportabile, Bass.”
commentò Blair, realizzando di essere stata presa in giro. Ma come c’era stata
asprezza nella battuta, ora ci fu dolcezza nell’insulto. “Se anche venissi con
te agli Hamptons, metterei costumi interi tutta l’estate solo per darti
fastidio.”
“Oh, non farlo”, sussurrò Chuck
nel collo di lei, con voce supplichevole. “Ti ho già comprato un bikini
favoloso.”
“Conoscendoti, sarà osceno e di
cattivo gusto.”
“Il tanga non è di cattivo
gusto, Waldorf. È sexy”.
Blair rise, vibrando contro di
lui in modo piacevolmente stuzzicante. “Se credi che andrò in giro per la
spiaggia col sedere di fuori, Bass, lo scotch ti ha bruciato le ultime cellule
cerebrali che ancora ti restavano.”
“Ora che ci penso, meglio
lasciar perdere il mare”, ritrattò lui, in tono riflessivo. “Mi piace l’idea che
solo io posso ammirare quel tuo delizioso culetto.”
“Non esserne tanto certo, dopo
il giochetto di poco fa.” replicò Blair nel suo tono più teneramente dispotico.
Chuck sorrise divertito e usò la presa sul suo giro vita per sollevarla e
spostarla di colpo, in modo da avere accesso alla dilettevole parte del corpo di
cui parlavano.
“Chuck!” lo redarguì lei
in tono oltraggiato e sorpreso, poi cominciò a dimenarsi, ribelle e combattiva
come un fiera gatta selvatica. Chuck si godé la sensazione del corpo di lei che
gli si agitava addosso mentre la tratteneva con un braccio e usava l’altra mano
per accarezzarle con fare possessivo la dolce curva fremente dei glutei
attraverso la seta.
“Come ho detto, delizioso.”
sussurrò, amorevolmente. Si prese la libertà di posarvi un bacio affettuoso
prima di lasciarla andare.
“Sei un maniaco.” lo accusò
Blair, allontanandosi fino al bordo del letto. Era arrabbiata, ma la pelle era
accaldata e gli occhi languidi e scintillanti. Una spallina della camicia da
notte era scivolata durante i divincolamenti e Chuck si compiacque della vista
della soda rotondità del seno. Quando si accorse della direzione impudica dello
sguardo di lui, Blair si aggiustò la spallina con un gesto irritato e Chuck
sorrise, riportando l’attenzione sul viso di lei.
“Sono Chuck Bass.” replicò,
scrollando le spalle e alzando le sopracciglia in un’espressione da cosa
vuoi aspettarti. Blair sbuffò, ma stava reprimendo un sorriso.
“Perché devi sempre comportarti
così male?” si lamentò, alzando gli occhi al soffitto. Chuck le scoccò il suo
sorriso più seducente, raggiungendola.
“Perché so quanto ti piace il
modo in cui mi faccio perdonare”.
Così intrecciò la mano nei suoi
lunghi capelli e l’attirò a sé. Mentre la baciava, Chuck riconobbe la dolcezza
dei croissant e pensò che sarebbero diventati la sua colazione preferita.
“Niente Hamptons, dunque?”
chiese Blair dopo, senza fiato.
“Ho in mente qualcosa di
meglio.”
“Sarebbe?”. Il tono era
scettico, ma lei era curiosa ed emozionata. Chuck poteva vederlo senza
difficoltà. Le sorrise, affascinante.
“Mai stata in Italia, Waldorf?”.
Quando aveva quindici anni,
Chuck aveva pensato che niente al mondo valesse il sacrificio di un impegno
esclusivo con una ragazza sola.
A diciassette anni, Chuck
realizzò che stare con Blair non era affatto un sacrificio, perché il sorriso
felice che gli stava rivolgendo valeva ogni cosa che avesse mai avuto.
Fine#4
[1] Il titolo è (ovviamente) un gioco di parole con “Breakfast at
Tiffany’s”, il noto film del 1961.
[2] Le Louboutin sono scarpe firmate dal celebre stilista francese
Christian Louboutin.
[3] Esiste davvero a New York “La Bonne Boulangerie”. Non so se fanno i
croissant migliori della città, ma tant’è.
[4] Dedico questo spazio a chi ha commentato lo scorso aggiornamento, le
vostre recensioni sono state adorabili.
Kaicchan: grazie di aver
recensito entrambi i capitoli e ovviamente di tutte le lodi che mi fai. Sono
molto contenta di riuscire ad entusiasmarti con le mie piccole storie. Spero di
non deluderti mai e di continuare a ricevere le tue impressioni, perché mi sono
sempre graditissime.
Honest: grazie! Mi fa
piacere che la raccolta continui a piacerti. :)
sciops: il tuo commento
mi ha davvero lusingato, spero che anche questa storia ti appassioni, anche se
ritrae Chuck e Blair in un rapporto ufficiale, non più clandestino.^^ A
risentirci!
Ray08: ti ringrazio
veramente di cuore per le tue parole, leggerle mi fa sempre molto piacere.
Riguardo alla tua domanda: le idee per le storie mi vengono per caso, quindi non
so dirti con certezza se scriverò mai qualcosa su un determinato periodo, per
esempio il post 2x25. In questo momento ho una predilezione per il rapporto
amore/odio di Chuck e Blair (come hai notato), ma li trovo adorabili anche come
coppia fissa, quindi è probabile che prima o poi mi verrà in mente una storia
ambientata in quel periodo. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.^^” Un
abbraccio.
speranza19: ciao! È
sempre bello ricevere le tue impressioni, grazie davvero per tutte le lodi e le
osservazioni che mi fai. Le apprezzo tanto. Sono felice che ti sia piaciuta
anche “The Driver’s Tale”. Mi fai pubblicità? Beh, wow, grazie. Sono
lusingata.^^ Spero che le mie storie siano sempre all’altezza delle tue
aspettative. Baci.
Katiuscia87: ciao! Ti
ringrazio del commento, sono contenta che la storia ti sia piaciuta. Fammi
sapere che ne pensi di questo aggiornamento, se ti va.
JosephineAntoniette: mi
fa molto piacere essere riuscita ad appassionarti. Grazie di cuore per le tue
osservazioni, mi auguro che anche le prossime storie ti siano gradite e spero di
ricevere ancora i tuoi commenti.
minny88: grazie della
recensione, ho apprezzato molto le tue parole.
Okay, anche per oggi è tutto.
Un abbraccio,
Melany
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