Buonsalve a tutti! =D
Come state??
Tutt'apposto??
Allora, che ne dite di
questo tempo da mare??
Fantastico, vero???
Non per me! -.-
Primo: non un minuto
libero per il cambio di stagione
e mi ritrovo ancora i
maglioni di lana nell'armadio
Secondo: sono chiusa
in casa da tre giorni ormai, in quarantena,
perchè mia
madre è convinta che stia ancora male (mai stata meglio di
così)
Che bello.... -.-
ale04_94: ciao!! =D
si, mentre scrivevo l'immagine di te con l'ascia in mano che
mi minacciavi era molto pressante....XD Marcus ci
arriverà... è intelligente... prima o poi! =P
e già, non mi ero accorta del grave errore di
grammatica... se le leggesse la mia professoressa delle medie... aiuto!
me lo diceva sempre "chi sbaglia i congiuntivi è un
ignorante!" -.-''' eccola!! grazie per avermelo fatto notare, e scusami
per l'erroraccio... l'ho corretto subito... che vergogna... -.-'''
mi hai commosso... ç.ç ....quando hai
detto che questa storia ti mancherà... davvero, sto
piangendo! grazie grazie grazie! grazie di aver recensito, grazie di
avermi seguito, grazie di aver letto di qst ff... e sapere che ti
mancheranno i miei capitoli mensili non fa altro che riempirmi di
gioia! Grazie di tutto! =D
Hale Lover: ciao!! =D tranqui, Darko
Bello era con me anche quando ero dispersa! XDXD ahahaha! te l'ho fatto
prendere un colpo con quello scherzetto, vero!???! XDXD me perfida e si
diverte! XP uao! più originale della Meyer!! questo si che
è un complimento!! mi commuovo... ç.ç
beh, devo ammettere che se avessi fatto morire Nessie alla
fine un po' mi sarebbe dispiaciuto... mi ci sono affezionata alla
fine... come se fosse una parte di me... ok, adesso la pianto di fare
la poetica! -.-'' cmq, prima che tu vada a leggere il
capitolo, ti volevo ringraziare... ringraziare per recensito,
ringraziare per avermi seguito, ringraziare per avermi letto.... grazie
grazie grazie! davvero, grazie.... un bacione! =D
Renesmee_CuLLen: ciao!! =D sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! ^^ spero anche
quest'ultimo.... scusa se cio messo un mese per aggiornare, ma visto
che era l'ultimo capitolo me la sono presa comoda.... in ogni caso, ti
volevo ringraziare per il tempo che hai dedicato a questa ff... davvero
grazie mille!! =D
puzzonaedbell: ciao!! =D
modestamente, il piano di Nessie l'ho inventato io... ok, ora
la pianto di vantarmi.... -.-''' mi dispiace cara, ma niente da
fare.... la ff finisce qui, con questo capitolo.... non so se
scriverò mai un seguito, anche se le idee ci sono.... ma per
adesso ho un altro progetto in mente... ah, prima che mi dimentichi,
grazie di tutto! sul serio, grazie per aver letto questa storia, averla
recensita, e avermi seguito con i miei soliti tempi lunghi.... davvero
grazie! bacio... =D
Lallix__: ciao!! =D
bravissima! ci sei arrivata subito che Nessie non poteva
morire, perchè altrimenti si sarebbe scatenato il caos tra i
due clan! anche se, come finale ipotetico poteva andare... insomma,
come hai detto, scrivevo altri 6-7 capitoli in più! ma
lasciamo stare! tutto è bene quel che finisce bene! =D=P
ti ho fatto versare due lacrime!!??! OMG!! anche questo
è un record da segnare! XDXD hai fatto bene a trattenerti,
anche perchè se no addio computer! ma si, cosa
vuoi che sia! un trono più, un trono meno... che gliene
frega! u.u visto che me lo chiedi, te lo dirò: la
love story tra Darko e Jane continuerà fino alla morte... di
uno dei due! non faccio nomi! ma questa è un'altra storia...
scusa se non sono riuscita a postare prima del 27 aprile, ma me la sono
presa comoda per via che era l'ultimo capitolo... sorry! ^^'' cmq, dove
te ne vai di bello?? =D a parte di tutto, ti volevo dire
grazie... grazie di avermi seguito, grazie di avermi sopportato, e
grazie per aver letto questa storia!! un bacione!! =D PS:
grazie per il voto, davvero, ma con il concoerso centro ben poco! ^^'''
MimiMiaotwilight4e: ciao!! =D com'è
andata la verifica?? spero bene...! =D andiamo, non potevo
far succedere niente... per la mia incolumità! hai detto
benissimo.... per cui, visto che sono stata magnanima e non ho fatto
morire nessuno, potresti anche gettare nel fuoco la tua mazza da
baseball... ke ne dici? ^^''' sai, metti soggezione... XD e
non ti preoccupare per Marcus, alla fine riuscirà a capire
tutto... prima o poi... beh, e adesso partono i ringraziamenti....
grazie per avermi seguito da sempre... grazie per avermi letto
così assiduamente... grazie per avermi recensito quando
potevi... e grazie per avermi sopportato: non sono una con un carattere
facile! -.-''' grazie di tutto! un bacio! =D
Lady_Queen: ciao!! =D
obiettivamente, Nessie riesce a scappare dalla furia di Aro e
poi l'ammazza Marcus? puoi ben capire che c'è una qualche
incoerenza o.O Darko e Marcus con i Cullen? mmm,
interessante... magari per un possibile seguito... XDXD non ci
sperare... per adesso! XP grazie per l'uovo! =D e
anche grazie per avermi seguito, grazie per aver letto tutti i
capitoli, e grazie epr aver sopportato una semi-scrittrice ritardataria
e strana come me! davvero, grazie! =D
Nessie93: ciao!! =D tagliare
il capitolo era solo per farvi una bastardata... farmi godere
un po' nel vedere voi col fiato sospeso... ma poi, mi sono detta che
magari mi uccidevate in blocco, e in fondo vi voglio bene, che ve l'ho
postato tutto intero! si, quando voglio sono brava! =D Marcus
insieme ai Cullen... il quadretto è carino, ma per adesso
è meglio lasciare le cose così come stanno! =P
grazie per i complimenti... come al solito sei sempre troppo
gentile!! e grazie anche per avermi seguito per tutto questo tempo, per
aver aspettato i miei capitoli anche dopo un mese, e per aver
sopportato una come me... lo riconosco, non ho un carattere facile!
-.-'' grazie di tutto cara, un bacione!! =D
noe_princi89: ciao!! =D sono strafelice che
l'esame sia andato bene! lo sapevo che ce l'avresti fatta! =D
su msn ormai, non ci entro più... non so, forse
perchè la cosa non mi attira più come prima, o
frose perchè non ho quasi mai tempo... speriamo
che questo ultimo capitolo concluda in bellezza, e che il bentornata
sia di tuo gradimento... =D e per concludere, grazie! si, ti
devo ringraziare per avermi letto, per avermi seguito, per esserti
sopportata una tizia strana come me, e per avermi recensito. davvero
davvero grazie!! un bacione =D
Paretta: ciao!! =D daje!! e
annamo, che è andato tutto bene!! già,
sono un genio! si, perchè il piano l'ho inventato io, poi
l'ho dato in mano a qui due... modestamente.. ù.ù
si, adesso la pianto di vantarmi... sono patetica! -.-'''
non ciavevo pensato!! che carina quest'idea!! si, Marcus che
ogni due settimane (facciamo anche due mesi, se no è troppo
presto) va in America per salutare Nessie... oh., ma che carino!
è adorabile come idea!! =D brava!! e adesso, vai con i
ringraziamenti! grazie, per avermi segutio fin dall'inizio e grazie per
aver speso un po' del tuo tempo a leggere e recensiere questa storia!
grazie di tutto! =D
mileybest: ciao!! =D troppo! troppo!
troppi complimenti.... non li posso accettare! grazie! =D
già, un po' per Marcus diaspiace, ma se vogliamo
raggiungere uno scopo, qualcosa dovrà pur essere
sacrificata! O.o e sta frase molto poetica, da dove mi è
uscita??? mah, va beh! spero che il ritorno a casa ti piaccia...
insomma, non mi va di deludervi all'ultimo capitolo! XD
davvero ti sei affezionata alla storia!??! me piange
ç.ç davvero, grazie! grazie di tutto...
del tempo che hai passato a leggere, del tempo che hai passato a
recensire... del tempo che hai aspettato per leggere un mio capitolo...
che ci vuoi fare, io sono così! un bacio! =D
Ely_11: ciao!! =D beh, tesoro se sei
abituata ad aspettare i secoli, allora dopo quest'ultimo mio mese di
attesa sarà come di tornare alla normalità per
te! XDXD certo, fare tardi anche con l'ultimo capitolo...
è un tocco di classe: non mi smentisco mai! =D e
colgo l'occasione per ringraziarti.... ringraziarti del tempo che hai
dedicato a questa storia e soprattutto per aver sopportatao una come
me, con un carattere odioso! -.-'' un bacione!!! =D
NemoTheNameless: ciao!! =D si, immagino che
per Marcus quello è stato davvero una scena comica... ho
riso io mentre la scrivevo! XD per quanto riguarda i tuoi
dubbi, ti rispondo subito: effettivamente come argomenti erano ben
validi, e Aro ne avrebbe dovuto aver paura... ma poi, ho pensato che se
lasciavo che Aro liberava Nessie per questi due argomenti, lei avrebbe
sicuramente detto la verità a Marcus... e allora guerra!
ovvio, avrei dovuto descriverla perchè Nessie & co.
ne avrebbero fatto parte... come puoi ben comprendere, se volevo far
finire la storia non era proprio un ottima idea! -.-' e
infine volevo ringraziarti per avermi seguito, ringraziarti per aver
recensito, e per aver speso una parte del tuo tempo a leggere questa
storia...grazie di cuore! =D
_alice cullenzina_: ciao!! =D eh già,
l'ultimo capitolo!! beh, se proprio vuoi parlare con me, puoi sempre
mandarmi un e-mail! XDXP un'altra ff? beh, due è
tre idee ci sono... il tempo, non molto... ho un altro progetto che
bolle in pentola... un libro? magari! sare la donna più
felice del mondo... anche se provare non costa nulla... ti
prometto cmq, che se qualcosa scriverò (anche la lista della
spesa XDXD ) te lo dirò! =D e grazie
quindi per tutto il tempo che hai dedicato alla storia, allae
recensioni, e a me che non sono propria una tipa normale!! un bacione =D
memols: ciao!! =D beh, che dirti?
grazie per aver dedicato tutto questo tempo a leggere la mia storia!!
davvero, grazie!! spero che l'ultimo capitolo sia ti tua gradimento! =D
Dreamerchan: ciao!! =D cosa ti potevi
aspettare?? quella ragazza è un genio... l'ho sempre detto
io che è degna figlia del padre... XDXD e Aro fa
ridere perchè è Aro! XD strano, dovremmo temerlo,
ma ormai è uno di famiglia.... XP ti
mancherà la mia storia?? sul serio??
ç.ç me piange di gioia... ti ringrazio per
questo... e non solo: grazie anche per il tempo che hai ritagliato per
leggere la mia storia e per recensiere, e soprattutto grazie per avermi
sopportato! =D
kiriri93: ciao!! =D uao! in poche ore
hai letto tutto quello che ho scritto in un anno e mezzo!!??! O.O sono
impressionata... sul serio... e sono contenta che ti sia piaciuto
tutto!! si, Sulpicia che da del deficente ad Aro è
fantastico!! ho riso come una pazza quando mi è venuto in
mente!! XDXD allora, che altro! ah certo, grazie! grazie per
aver letto tutti i miei capitoli in un giorno e grazie per aver
recensito! =D
LAZIONELCUORE: ciao!! =D davvero
l'adori?? beh, sono contentissima!! =D perchè ho inserito i
Volturi?? beh, mi era venuto in mente l'idea che Nessie poteva entrarne
nella loro Casa e da lì poi è partito tutto.... e
prima di lasciarti leggere l'ultimo capitolo, ti volevo ringraziare per
aver dedicato del tempo a questa storia... per averla letta e per
averla recensita! grazie! =D
ale_sele: ciao!! =D sono contenta che
la storia ti piaccia... !! =D spero che anche lìultimo
capitolo sia di tua gradimento... sai, ci rimarrei male nel deluderti
proprio con l'ultimo!! ^^''' si, lo so cio messo tempo a scrivere e
postare questo capitolo, ma sinceramente me la sono presa comoda visto
che era l'ultimo... XDXD e adesso ne approfitto per ringraziarti del
tempo che hai spedo nel leggere questa storia e nel recensirla!! grazie
mille! =D
lupo_sorridente: ciao!! =D piacere
simona, silvia! =) lascia il tempo... manca sempre! -.-'''
a) modestamente, lo so! ok, basta vanterie! -.-''
b) sono contenta che la storia ti piaccia!! beh si, con
l'andare avanti diciamo che mi sono "specializzata"... all'inizio erano
pagine che scrivevo tanto per, ma con il tempo ho capito che potevo
rendere immagini nitide con le parole... insomma, matura la storia
maturo ankio! XDXD è ovvio che Ashley è
solo una copertura... avevo pensato a te quando ho scritto
dell'impriting... ma sai com'è, ho preferito non scrivere il
tuo vero nome... avrebbero potuto pensare che facevo preferenze u.u
XDXD Michael Sheen è diventato un dio da
quando ha fatto quell'interpretazione di Aro... è perfetto!
cioè, esattamente come me l'ero immaginato... un genio! si,
sono un po' Aro fan... forse sono anche l'unica! o.o
comunque, grazie per i complimenti.... e grazie per avermi
letto... e grazie per aver recensito... e grazie per aver aspettato
questo capitolo!! insomma, grazie di tutto!! un bacione =D
OMG...
Questa è
l'ultima volta che risponda alle vostre recensioni...
Sto piangendo...
ç.ç
Ormai mi ci ero
abituata...
Mi ero affezionata a
voi...
Basta! Evitiamo le
lacrime al capitolo finale!
Coraggio....
Ecco a voi 14 pagine
di ultimo
capitolo..!!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
40.
Casa
Le
porte scorrevoli dell'aeroporto si aprirono. Di fronte
a me, casa. Il familiare paesaggio plumbeo di Port Angeles mi accolse
per darmi
il benvenuto. Anzi, il bentornata. La flora dello stato di Washington
non mi
era mai sembrata così rigogliosa come in quel momento: la
foresta, gli alberi,
i cespugli, anche quei tre fili d'erba che spuntavano tra le crepe
dell'asfalto, erano accesi di un verde scuro brillantissimo, che quasi
non
ricordavo più. Il cielo era la perenne coltre di nuvole che
360 giorni l'anno
copriva questo angolo d'America, e la sua aria fredda e colma
d'umidità mi
fecero sentire al sicuro. E le montagne, che frammentavano l'orizzonte
con le
loro cime altissime, concludevano il paesaggio con somma eleganza che
quasi mi
venne da piangere.
Non
so per quanto tempo rimasi a fissare il paesaggio che
si stagliava di fronte ai miei occhi. Non lo avevo mai fatto prima.
Quei monti,
quella vegetazione, quelle nuvole, c'erano sempre state ogni mattina
che mi
alzavo e ogni notte che andavo a dormire. Erano lo sfondo della mia
vita, e non
ci avevo mai fatto realmente caso. In quel momento, dopo quasi due mesi
di
assenza da casa, quel paesaggio non mi parve un semplice sfondo, ma lo
spettacolo più bello che avessi mai visto.
-Ciao
casa- mormorai -Sono tornata.
Finalmente
mi sbloccai: non mi ero resa conto di essere
rimasta immobile al centro dell'ingresso principale. Presi il trolley e
mi
diressi verso la fermata dell'autobus. Al centro informazioni
dell'aeroporto
avevo chiesto riguardo ad un possibile passaggio fino a Forks. In taxi
mi
sarebbe costato una fortuna, e non avevo nessuna intenzione di farmela
di corsa
con la valigia in mano e lo zaino sulle spalle. Fortunatamente c'era
una linea
di autobus che partiva dall'aeroporto e passava anche per Forks. Optai
per
quella possibilità. Anche perché era
l'unica! Certo, avrei potuto
chiamare i miei e farmi venire a prendere, ma volevo fargli una
sorpresa.
L'autobus
stava per partire. Caricai la mia valigia nel
portabagagli, feci vedere il biglietto comprato poco prima all'autista
e salii
su. Mi sedetti in fondo, al posto vicino al finestrino, e occupando
quello
affianco a me con lo zaino. Non volevo essere disturbata da nessuno. Mi
misi le
cuffiette dell'iPod nell'orecchi e aspettai che l'autista mettesse in
moto. Fai
in fretta, voglio andare a casa!
Dopo
circa 10 minuti l'autobus partì, e mi ritrovai con
la fronte attaccata al vetro mentre l'mp3 delle melodie di mio padre mi
risuonava in testa. Guardavo la strada senza vederla. Da quanto tempo
era che
non sentivo le canzoni di Edward? Troppo. Circa due mesi. L'mp3 non
rende come
dal vivo, e inoltre nella Casa non avevo né il tempo
né la voglia di sentirle:
troppo da fare e troppo da ricordare.
Fu
in quel vorticare di pensieri e accordi musicali che
mi tornarono alla mente alcune immagine sfalsate del mio soggiorno in
Italia:
gli immensi corridoi della Casa, le iridi scarlatte delle guardie, la
faccia
compiaciuta di Aro, l'espressione disgustata di Caius, la tristezza del
mio
maestro Marcus, l'altezzosa Sulpicia, Jane sconfitta dalla
sottoscritta, il mio
amico Darko, le mura medievali di Volterra, il sole di mezzogiorno, la
rabbia e
la disperazione di essere stata catturata, la felicità e la
soddisfazione di
essere tornata libera. E più di tutti, il riflesso allo
specchio di me, con il
mantello e con gli occhi marroni sfumati di rosso. Guardia.
Chiusi
gli occhi e sorrisi: passato. Tutti quei ricordi
appartenevano al mio passato. Non al mio presente, e assolutamente non
al mio
futuro. Passato, punto e basta. Rivangarli era solo per raccontarli,
per
ricordo, oppure per imparare dagli errori. Perché tutta
quest'avventura mi è
servita da lezione. Lezione che ho imparato e che da quel momento in
poi avrei
sempre seguito.
Abbandonai
i miei pensieri riguardo la mia ultima gita
scolastica, e lasciai vagare libera la fantasia sulle note della ninna
nanna di
Bella, mentre dal finestrino vidi il profilo della cittadina farsi
sempre più
vicino. Sentii il cuore iniziare a battere vorticosamente mentre il
respiro
affannava: Forks. Quel minuscolo agglomerato urbano sembrava come una
luce in
un baratro buio. Non mi aveva mai entusiasmato come città,
altro carattere
ripreso da mia madre: piccola, poche case, poche persone, pochi luoghi
di
intrattenimento, poco tutto. Però era la mia casa. E l'amavo
per questo. Solo
in quel momento capii che se mi fossi trasferita in qualsiasi altra
parte del
globo, non mi sarei mai sentita così bene come lo ero a
Forks. È una parte
di me. Una parte che mi era mancata da morire in quel
periodo di prigionia.
Il
pullman si fermò nel centro di Forks. Centro, meglio
dire punto di riferimento per tutti gli abitanti della cittadina. Scesi
solo io
dall'autobus. Non che fosse pieno di persone: i miei compagni di
viaggio erano
stati una signora anziana che dormiva appoggiata sul sedile, ronfando e
con un
rivolo di bava all'angolo della bocca, e un ragazzo di cerca trent'anni
che
stava leggendo con particolare attenzione un tomo scritto piccolissimo.
Non
deve essere una linea molto frequentata.
Recuperai
la mia valigia e l'autobus ripartì. In giro per
la strade non c'era nessuno. Beh, non sei in una metropoli, e
sono comunque
le 5 di domenica mattina. La gente normale starà riposando. Certo,
la gente
normale, ma i vampiri non dormono mai.
Mi
feci coraggio e m'incamminai verso casa Cullen.
Sentivo la stanchezza invadermi tutto il corpo, ma l'eccitazione di
essere
finalmente a casa era più forte. Neanche sull'aereo ero
riuscita a dormire: 12
ore passate a sentire musica, scrivere sul mio diario due o tre righe
su quello
che avevo passato, disegnare qualsiasi cosa mi passasse per la testa.
Ma di
dormire, non ne volevo proprio sapere. Ad un certo punto, mi ero messa
perfino
a giocare a carte con la hostess mentre il resto dell'aereo era tra le
braccia
di Morfeo.
Dopo
molto camminare e molte canzoni del mio iPod, mi
ritrovai di fronte alla strada sterrata che conduceva a casa Cullen.
Ci
siamo. Mi sentivo come un lottatore di boxe prima di salire
sul ring. Non
sapevo neanche spiegarmi il perché. In fin dei conti, non
dovevo fare niente di
complicato, niente di rischioso. Dovevo solo tornare a casa. Dannazione
Nessie, ma tutta questa agitazione da dove è uscita fuori? Dalla
felicità.
Probabilmente dalla felicità che avevo per essere
lì, di nuovo. Respirai
profondamente, sentendo gli occhi pizzicare. Non iniziare a
piangere che ti
do una pizza in bocca che te la ricordi per il resto della tua vita!
Iniziai
a camminare lungo la strada sterrata, in
silenzio, lentamente. Unici compagni, gli immensi alberi della foresta
che
costeggiavano il sentiero quasi invisibile. Cercai di calmarmi, di
evitare di
piangere, e di concentrarmi solo sulla musica. Non volevo arrivare dai
Cullen
con le lacrime agli occhi e tremante come una foglia al vento. Per
l'emozione ci
sarebbe stato tempo dopo, quando li avrei rivisti e riabbracciati. Su
Nessie, dai! Mi stai diventando una femminuccia! Solo al pensiero
già hai gli
occhi lucidi! Un po' di spina dorsale, ragazza!
Finalmente
arrivai. Di fronte a me, casa Cullen. Il suo stile
inconfondibile, le sue pareti bianche, le sue finestre originali, il
suo
immenso garage, tutto mi fece sentire realizzata. Per circa due mesi il
mio
obiettivo era stato quello di poter tornare a vedere questo
inconfondibile
profilo che si stagliava nella foresta, e alla fine l'avevo raggiunto.
Posai
sul trolley lo zaino e mi tolsi le cuffiette dagli orecchi. Mi avviai
verso la
porta, oltrepassando silenziosamente la veranda. Stavo per bussare,
tutta
eccitata, quando mi accorsi che la porta era semiaperta. Rimasi di
stucco. Mi
hanno sentita arrivare? Mi hanno lasciato la porta aperta apposta? Volevo
fargli una sorpresa, e invece mi avevano guastato il piano. Ma poi
sentii delle
voci. Delle voci molto familiari.
-Avanti
Alice, ti prego, cerca di concentrarti.
Mamma.
-Ci
sto provando Bella, ma non riesco a fare di più.
Zia
Alice.
-Non
riesci a fare di più? Vuoi dire che l'unica cosa che
vedi sono i Volturi senza Nessie!??
Papà.
-SI!!
Ma se forse la piantassi di stressarmi, riuscirei a
vedere qualcosa in più!
-Edward
calmati, tua sorella sta facendo del suo meglio.
Nonna.
-Lo
so, lo vedo! Non faccio altro che concentrarmi sulle
sue visioni! Non sento i pensieri di nessun altro tranne i suoi!
-Secondo
quello che ti ha detto Nessie, il suo piano si
sarebbe concluso in pochi giorni. È probabile che ora sia in
viaggio verso
casa?
Nonno.
-È
probabile, certo, ma allora sarebbe già qua no? Quanto
tempo ci metterebbe a tornare a casa!
-Alice,
perché non provi a concentrarti su qualcosa che
non riesci a vedere? Così possiamo capire dove si trova
Nessie? Con Nahuel
aveva funzionato.
Zia
Rose.
-Non
è facile Rosalie. Con Nahuel potevo spostarmi,
andare dove meno riuscivo a vedere e avvicinarmi così sempre
di più verso di
lui. Ma adesso, non posso.
-Non
ti preoccupare, fai del tuo meglio senza stancarti.
Zio
Jazz.
-Scusatemi
tanto, ma io non ci sto capendo niente. Se
Alice riesce a vedere di nuovo i Volturi, significa che Nessie non
è più con
loro. E quindi, perché mai vi state preoccupando? Non
è un bene se non sta più
con loro?
Zio
Emmett.
-Certo
che è un bene, ma vorrei sapere se mia figlia non
è più con loro perché l'anno uccisa o
perché è riuscita a scappare.
-Oh
come sei pessimista Bella! Quella ragazzina è tanto
furba da riuscire a imbrogliare noi più i Volturi. Vedrai
che è riuscita a
evadere di lì.
-Chiudi
il becco Emmett, forse riesco a vedere
qualcosa...
E
tutti si zittirono. Non riuscivo a crederci: erano
talmente impegnati a cercarmi attraverso le visioni di Alice, che non
si sono
neanche resi conto che io ero là, a un metro di distanza. Che
vampiri!
-No
niente, non vedo niente. Niente di quello che avessi
già visto- disse Alice disperata.
-Tranquilla,-
le disse dolcemente Jasper -hai fatto il
possibile.
Carlisle
sospirò. -Non ci resta che aspettare, quindi.
-Aspettare
cosa?- chiese Bella nervosa.
-Aspettare
che Nessie torni, sempre se lo farà. Se entro
la fine della settimana non è ancora qui, torniamo subito in
Italia.
-E
fino ad allora che cosa dovrei fare? Cosa dovrei
fare!?! Aspettarla a braccia conserte, come se nulla fosse? Ma siamo
impazziti!
-Bella
ha ragione- disse Rosalie fermamente -Dobbiamo
agire in qualche modo.
-Abbiamo
fatto il possibile. Se neanche Alice riesce a
capire dove potrebbe essere, che cosa vorresti fare? Abbi pazienza
tesoro,-
disse teneramente Edward -vedrai che tornerà.
-Tornerà?
Ma pensi sul serio che Nessie si presenterà qui
dicendo “Sono tornata!”??
E
allora aprii di scatto la porta, catturando
l'attenzione di tutti. -Sono tornata!!
Fu
strano: invece delle urla, dei sorrisi, delle
espressioni felici che mi aspettavo, mi sembrava di essere entrata in
un museo,
in una sala dedicata alla scultura greca: fissi, immobili, rigidi, i
Cullen mi
fissavano senza respirare, senza fiatare, senza emozione. Neanche lo
stupore,
la sorpresa, lo sbalordimento, niente. I vampiri erano diventati statue
di
cera. Suona decisamente buffo.
La
mia espressione al settimo cielo scemò i breve tempo:
era così che mi accoglievano dopo tutto quello che avevo
passato? La delusione
s'impossessò di me.
La
presi sul comico. -Ehi, tutto bene? Disturbo? No,
perché se è ripasso tra un'oretta, non ci sono
problemi...
E
appena finii la frase, senza neanche capire come, mi
ritrovai nella morsa di mia madre. Sentii le sue braccia di ferro
avvolgermi
con troppa potenza, la sua testa affondare pesantemente nel mio collo,
e i suoi
capelli colpirmi violentemente in faccia. Più che un
abbraccio, sembrava una
tortura
-Nessie,
Nessie, Nessie!- continuava a ripetere, in preda
alla gioia -Nessie!! Sei qui!! Sei tornata!!
-Si
mamma, anch'io sono contenta di vederti. Potresti
cortesemente allentare la presa che mi manca l'aria?
Bella
si staccò da me, ma le sue mani rimasero sulle mie
spalle. -Nessie... Renesmee... sei tornata.
Le
sorrisi. -Si. E non voglio più andare via.
E
ci fu un nuovo abbraccio, meno forte ma ugualmente
intenso. Sentii le lacrime uscire dagli occhi e bagnare la spalla di
Bella, ma
non me importava. L'unica cosa importante era l'abbraccio con mia
madre: quel
contatto così dolce, così famigliare,
così protettivo, e così pieno d'amore, mi
fece tornare bimba, quando ancora non sapevo dire una parola, piccola e
bisognosa di attenzioni. Respirai a fondo il profumo floreale di mia
madre,
rendendomi conto solo allora di quanto fosse buono e di come mi
ispirasse tenerezza.
Strinsi ancora più forte le braccia intorno al suo collo,
per non farla
scappare o andare via: in quel momento era mia e solo mia. La
mia mamma. Non
riuscivo neanche a capire quanto mi era mancata. Volevo soltanto che
quel
momento non finisse più.
L'abbraccio
purtroppo finì e vidi che anche Bella era
rimasta colpita dalla stretta: non faceva altro che guardarmi e
accarezzarmi i
capelli o il viso. Sembrava come se non riuscisse a credere che fossi
realmente
lì. Come se fossi un fantasma, destinato a sparire da un
momento all'altro. È
tutto vero mamma, la tua piccola è tornata.
-Oh
Nessie!- l'inconfondibile urlo della zia Rose rotto
dalla gioia e dalla commozione mi fracassò i timpani -Gioia
mia, dove sei
stata? Perché non hai fatto una telefonata, mandato un sms,
una lettera, una
e-mail, qualcosa che ci dicesse dove eri, che stavi bene, che eri sana
e salva?
-Volevo
farvi una sorpresa- dissi con voce strozzata
-Zia, il discorso vale anche per te: non troppo forte! Non respiro!
Abbracciai
tutti, e senza morire soffocata: la zia Rose
era felice e raggiante come la madre della sposa durante il matrimonio
della
figlia, la nonna mi coccolò raccomandandomi di non farle
prendere mai più uno
spavento simile, zia Alice e zio Jazz ero felicissimi che fossi sana e
salva,
il nonno mi abbracciò orgoglioso di come mi ero comportata,
e lo zio Emmett non
fece che prendermi in giro mentre mi faceva il solletico. Tutto
quest'affetto,
queste emozioni, questi sentimenti dei mie famigliari mi fecero
piangere ancora
di più. I miei sforzi erano ripagati, e la delusione di poco
prima scomparsa
completamente.
-E
a me non mi saluti?
Lasciai
stare l'ironia di Emmett per voltarmi verso mio
padre. In piedi vicino al piano, mi sorrideva tranquillo. Era rilassato
e
sollevato: tutto era andato per il meglio, il mio piano aveva
funzionato ed ero
tornata a casa. Lo capii subito: Edward non era mai stato un segreto
per me, ne
io per lui. Gli corsi in contro lanciandogli le braccia al collo. La
prima
impressione di essere andata a sbattere contro un muro di cemento
armato fu
affievolita dalla sua risata soffocata dai miei capelli. Una risata di
gioia e
felicità: ero viva. Ero sicurissima che durante tutto il
tempo che era passato
dal nostro ultimo incontro, la sua unica domanda era quella se fossi
uscita
viva dalla Casa.
Si
papà, sono viva. Te l'avevo detto che il mio piano
avrebbe funzionato!, pensai senza staccarmi da lui.
-Non
ne avevo dubbi- mi sussurrò all'orecchio.
Mi
staccai giusto quel po' per guardarlo in faccia. -Ma
per favore! Se quel giorno non ne volevi sapere di andartene via senza
di me!
Rise.
-Ok lo ammetto, qualche dubbio ce l'ho avuto, ma
adesso non importa. Sei viva e sei a casa. Questo è
l'essenziale.
E
mi sollevò da terra facendomi girare in aria, proprio
come quand'ero bambina. Risi di gioia e quando mi rimise
giù, barcollai un
pochino ma continuai a ridere. Niente era paragonabile al divertimento
e alla
sicurezza che mi dava mio padre. Ripensai a quei due mesi in cui non lo
avevo
avuto vicino: come ero riuscita ad andare avanti? C'era sempre stato e
avevo
sempre potuto contare su di lui. Quella sicurezza, quella stima,
quell'incoraggiamento, sapeva darmeli sono Edward, anche solo con la
sua
presenza. Solo allora capii che se forse quell'incontro con la mia
famiglia non
fosse avvenuto, sarei ancora nella Casa: mio padre mi ha dato una
spinta con il
suo appoggio, una mano invisibile disposta ad aiutarmi in cambio della
mia
determinazione. È stato fondamentale e non potei fare altro
che abbracciarlo di
nuovo.
Mi
sei mancato, Daddy Eddy! Sentii la sua risata a
quel pensiero.
-Allora,-
esortò Emmett -raccontaci un po': come ci si
sente ad essere riuscita a fuggire dalla terrificante prigione dei
Volturi?
-La
verità? Esausta. Sul serio, sono stanca da morire.
Non sono neanche riuscita a dormire sull'aereo! Non si direbbe, ma
scappare dai
Volturi è un lavoraccio!
Iniziai
a raccontare il soggiorno all'interno della Casa
dalla mia prospettiva: loro mi avevano sempre visto dalla telecamere,
ma certe
cose apparivano diversamente da quello che erano in realtà.
Non mi dilungai
molto: quel racconto pesava tanto a loro quanto a me.
-Sei
stata davvero grande Nessie- mi disse Alice -Sul
serio: comportarti da guardia, mentire in quel modo, darla a bere a
tutti...
non è una cosa facile. Hai convinto perfino noi.
-Vero-
concordò mia madre -Quel giorno del nostro
incontro mi hai davvero spaventato- e mi cinse le spalle con un braccio
-Pensavo di averti perso.
-Quella
è stata l'unica occasione in cui la lettura del
pensiero di papà è stata utile.
-Sono
contento che tu lo riconosca- gongolò Edward.
Continuai.
-E per quanto riguarda il comportamento da
guardia, me l'ha detto Darko, un giovane vampiro che mi ha aiutato
molto.
-Un
Volturo ti ha aiutato a scappare?- chiese Jasper
scettico.
-Si.
È stato l'unico amico che avevo all'interno della
Casa, tranne Marcus ovviamente- sorrisi al ricordo di Darko che
balbettava -Era
un timidone, e balbettava in continuazione. Pensate che era innamorato
follemente di Jane.
-Di
Jane!!??- commentò stralunato lo zio Emmett -Sicuro
che non avesse problemi mentali? Piuttosto che innamorarmi di Jane
preferirei
essere arso vivo!
-Piuttosto
che innamorarti di Jane ti arderei io vivo-
rimarcò ferrea Rosalie.
-Piantatela
voi due!- disse Bella -Prima hai accennato a
Marcus. Sbaglio o era il tuo insegnante?
-Il mio maestro- precisai -L'unico che abbia scoperto il mio piano.
-E
non l'ha detto ad Aro?- chiese Carlisle curioso.
-No.
Non voleva che mi riducessi come lui- e gli
raccontai tutta la storia di Didyme, di chi era, di come è
morta realmente e
della copertura architettata da Aro. La verità era che a mio
padre questo
particolare non glielo avevo detto, ed è stata una fortuna
che Aro abbia
creduto al mio bluff. Altrimenti ero già bella che morta.
-Caspita,
non credevo che Aro potesse essere tanto
malvagio- commentò alla fine del mio racconto la nonna.
-Aro
è un prepotente, uno stratega, un'egoista che agisce
solo per i suoi scopi. Punto e basta. Non c'è da
meravigliarsi se ha ucciso la
sorella- concluse Edward.
-È
comunque contro natura- disse Bella -Non credevo che
esistessero dei mostri del genere.
-Aro
è un megalomane e un fissato con il potere. In poche
parole, un'idiota- dissi con ovvietà -E quanto è
stato bello dirglielo in
faccia alla fine. Mi sono sentita realizzata!
-No,
non è giusto!- si lamentò Emmett -Anch'io voglio
prendere a parolacce Aro!
-Diventa
guardia, studia un piano per fuggire, e il gioco
è fatto!- e scoppiammo tutti a ridere.
Quella
mattina, a casa Cullen, regnava la spensieratezza
e l'allegria. Nessun influsso malefico avrebbe potuto rompere
quell'armonia.
-Ma
i tuoi bagagli?- mi chiese la nonna.
-Oh!
Li ho lasciati fuori la porta!
Esme
si alzò e andò a prendere la mia valigia e il mio
zaino. -Non te li scordare. Portali a casa, poi ci pensiamo io e Alice
a
disfare la valigia.
-Fammi
dare un'occhiata veloce ai tuoi vestiti- disse
Alice lanciandosi sul mio povero trolley -Ti avverto che se puzzano di
Volturi,
li brucio e ti ricompro un guardaroba nuovo- e nell'aprire la cerniera
saltò
fuori il mantello nero da guardia -E questo?
Risposi
con tranquillità. -Ah, è il mantello che
indossavo nella Casa.
Mia
zia lo guardò con disgusto. -Ok, lo possiamo anche
buttare.
-No,
non lo buttare.
Sentii
gli occhi dei Cullen addosso. E non erano neanche
amichevoli: sembrava che avessi appena detto qualcosa di sacrilego.
-Per
ricordo- mi limitai a spiegare sulla difensiva -E
come testimonianza che sono stata nella Casa per un bel periodo. Tutto
qui.
Quindi, calmatevi che non ci penso minimamente a tornare da quei pazzi
svitati.
Fu
la mia ultima frase a farli sospirare di sollievo,
specialmente i miei genitori. Alice alzò le spalle e
appoggiò il mantello da
una parte prendendolo con solo due dita, quasi potesse contagiarla con
qualche
strana malattia.
Osservai
quel pezzo di tessuto accasciato a terra. -In
ogni caso, è stata un'esperienza dura che non rifarei mai e
poi mai. Ma come
tutte le esperienze, servono per insegnare una lezione. Quel mantello,
ogni
volta che lo vedrò, non farà altro che
ricordarmela. Perchè l'ho imparata. Per
cui...- mi alzai in piedi e mi rivolsi verso tutti i miei famigliari
-Mamma,
papà, zii, zie, nonni, famiglia, io vi debbo le scuse. Voi
mi avevate avvisato
che era pericoloso andare in Italia e io non vi ho ascoltato. Infatti
poi ne ho
pagato le conseguenze. Spero che accettiate le mie scuse. Sono stata
una
stupida ad ignorare i vostri avvertimenti.
-Era
ovvio che li avresti ignorati- disse mio nonno -Vuoi
fare sempre di testa tua. E fortunatamente è andata bene lo
stesso. Ti
chiediamo scusa anche noi allora, per non aver creduto nelle tue
capacità. Sei
stata davvero brava ad inventarti quel piano complicato e riuscire a
portarlo a
termine.
-Siamo
fieri di te- mi disse la nonna.
-E
abbiamo piena fiducia nelle tue abilità- concluse zio
Jasper.
-Grazie-
dissi contentissima -Quindi sono perdonata?
-Sei
più che perdonata- mi rincuorò mia madre -E non
sei
stupida, sei semplicemente testarda come un mulo. Proprio come tuo
padre.
-Ehi!-
esclamò risentito Edward -Chi voleva ostinatamente
diventare vampiro?
-E
chi voleva ostinatamente lasciarmi umana?- ribatté
Bella.
-Secondo
me, Nessie è un ottimo mix di entrambi- dedusse
Alice.
-Concordo
in pieno- dissero all'unisono Rosalie e Emmett.
Io
alzai semplicemente le spalle. -Non ve la prendete con
me, io sono nata così!
Le
nuvole si erano diramate un pochino, e un tiepido sole
cercava inutilmente di spargere un po' di calore su Forks. Anche se
verso
LaPush, dovetti ammettere che c'era quasi riuscito. Rimaneva sempre la
spiaggia
più piovosa d'America, con il suo mare perennemente agitato
e con le sue onde
perennemente alte e pericolose, ma quel piccolo sole giallo che
appariva come
una navicella extraterrestre era riuscito a farla assomigliare ad una
vera
spiaggia.
Ancora
una volta, la mia spiaggia era diventata poco più
che lo scenario della spettacolo teatrale che era la mia vita. Era
diventato il
paesaggio che avevo sempre sognato e che mai mi ero resa conto di
farlo.
L'acqua scura e immensa, amica o nemica, a seconda delle sue
intenzioni. La
scogliera, altissima e quasi terrificante, sulla quale si scagliavano
le onde,
violente e che non concedono perdono. La sabbia scura e dura, intrisa
di acqua
salata, che lascia il sentiero segnato per aiutarti a tornare indietro,
sempre
se le onde sono magnanime e non lo distruggono. E infine l'orizzonte,
infinito,
irraggiungibile, che ti fa sentire un essere insignificante di questo
mondo.
Non mi ricordavo che fosse tutto così bello.
Camminavo
a piedi nudi lungo il bagnasciuga, con i jeans
ripiegati fino al polpaccio e con le mani in tasca. Potevo sembrare
spensierata
ma in realtà ero irrequieta: percorrevo quella spiaggia
famigliare alla ricerca
di qualcuno. Jacob.
Dopo
aver passato la mattinata con i Cullen, ero scesa a
LaPush per riabbracciare il branco, o meglio un suo membro in
particolare. Sono
stata accolta da Seth, che non la smetteva di saltellare in tondo
mentre mi
abbracciava. Rimasi sbalordita di come fosse diventato forte e di come
si fosse
alzato: era più alto di me di circa 15 cm! Rimasi attaccata
a lui mentre
saltellava perché avevo paura di cadere. In poco tempo
(perché la notizia non
ci mise molto a diffondersi) arrivarono anche gli altri del branco:
Sam, Paul,
Quil, Embry, Jared, perfino Leah, e anche le ragazze lupo Claire,
Emily,
Rachel. Mancava Ashley, e Embry mi disse che era fuori città
con i suoi. Fu un
gran festa: ci trovammo tutti a casa di Sam e Emily, e i licantropi non
la
smettevano più di farmi domande sulla mia avventura,
chiedendomi i dettagli più
macabri. Quell'atmosfera così calda e accogliente mi fece
ricordare i vecchi
falò sulla spiaggia che ogni tanto i licantropi di LaPush
organizzavano. Non mi
ricordavo più l'ultimo a cui avevo partecipato. Mi ero persa
due mesi di
divertimento con la tribù, e volevo assolutamente riparare
al più presto.
Visto
che si era fatto pomeriggio inoltrato e i ragazzi
non ne volevano sapere di lasciarmi andare, ringraziai tutti per il
bentornata
e dissi che mi sarebbe piaciuto continuare a stare con loro, ma volevo
passare
da Jacob. Il silenzio che cadde a quelle parole fu strano: comprensivo
da parte
di tutti perché capivano che dopo due mesi di prigionia il
mio primo pensiero
era lui, ma imbarazzante per me perché stavo lasciando loro
per andare dal mio
ragazzo, e non c'era bisogno di Edward per capire cosa stesse pensando
il
branco al completo. Decisamente imbarazzante.
Rachel
mi disse che erano giorni che stava chiuso in casa
a non fare niente. Un morto vivente, lo definì: mangiava,
beveva, dormiva, ma
per il resto niente. Non voleva neanche uscire con i suoi fratelli,
aggiunse
Sam. Era in uno stato pietoso. Sentii un tuffo al cuore: Jacob era
depresso
perché gli mancavo, perché era troppo tempo che
non stavamo un po' insieme,
perché aveva bisogno di me come una pianta ha bisogno
dell'acqua. Inutile dire
che mi sentii uno schifo: era tutta colpa mia. Durante il tragitto
verso casa
sua, non vedevo l'ora di poterlo abbracciare di nuovo, di poterlo
baciare, e
chiedergli scusa per tutto il dolore che gli avevo fatto passare. Ma
rimasi
delusa: Billy, che appena mi vide irradiò
felicità da tutti i pori, mi disse
che quel giorno era andato sulla spiaggia ed era da stamattina che non
lo
vedeva.
Dannazione
Jacob, dove sei? Non avevo idea di
quanto avessi camminato, ma capii che stava cominciando ad essere
parecchio
quando il sole puntò pericolosamente verso l'orizzonte. Mi
ero fatta tutta la
spiaggia da casa sua lungo la riserva, ma di Jacob neanche l'ombra.
Avrei
potuto tornare a casa e andare da lui il giorno dopo: se ci fossi
andata la
mattina presto, lo avrei sicuramente trovato nel letto che ronfava, e
buttarlo
giù era uno dei miei divertimenti preferiti. Ma non volevo.
Ero tornata a casa
mia, avevo rivisto la mia famiglia, avevo rivisto i miei amici, volevo
rivedere
il mio ragazzo. Mi sembra più che logico! Ero
in astinenza di Jake da
circa due mesi, e volevo recuperare al più presto.
Cominciai
a perdere la pazienza, quando in lontananza
vidi il profilo di un ragazzo seduto sulla sabbia. Lo riconobbi subito
e gli
corsi incontro: Jacob era così vicino e io volevo tanto
toccarlo, anche solo
sfiorarlo.
Mi
fermai a tre metri da lui. Non si era accorto della
mia presenza: fissava l'orizzonte con il mento poggiato sulle
ginocchia.
Indossava un paio di bermuda di jeans e una canottiera nera. Il cuore
prese a
battermi all'impazzata e sentii ogni fibra del mio corpo incendiarsi:
ma quanto
era bello il mio Jacob?
Feci
un passo verso di lui, ancora provata sia dalla
corsa sia dalla sua presenza. -Jake...
Alla
pronuncia del suo nome si voltò, mi guardò, e
come
se niente fosse se ne tornò a guardare l'orizzonte.
Cosa?
Strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca:
non ci eravamo né visti né sentiti (tranne in
alcune spiacevoli circostanze)
per quasi due mesi e in quel momento che eravamo a pochi passi di
distanza,
fece come se non ci fossi?? Non è normale! -Jake!
Jake, ma sono io,
Nessie! Che fai, non mi riconosci?
-Ma
certo che ti riconosco,- disse talmente brusco che mi
fece sobbalzare -ti vedo! E adesso sparisci per favore, ne ho
abbastanza di voi
fantasmi della mia testa.
Rimasi
ancora più sbalordita: pensava che fossi un
fantasma. -Pensi che io sia un fantasma?
-E
cos'altro dovresti essere, scusa? Un ologramma?
Un'apparizione magica? Un tizio mascherato?
Era
insolente e scorbutico. Sta soffrendo Nessie, e lo
sai come Jake esterna la sofferenza... -Jake, sono io, sono
Nessie. Non
sono un fantasma della tua immaginazione.
-Certo,
è quello che dite sempre voi fantasmi! Sono
Nessie, solo quella vera, sono tornata...- e allora alzò
parecchio la voce
-Basta! Lei non tornerà più! È inutile
che tentate di tirarmi su il morale con
i vostri ricordi dolorosi: non serve a niente- e si sdraiò
di schiena sulla
sabbia.
In
quel momento capii cosa si prova quando si riceve una
pugnalata al petto senza avvertimento. -Che vuol dire che lei non
tornerà più?-
dissi senza voce.
Jacob
si mise seduto di scatto. -Come fantasma non sei un
granché, sai? Fai parte della mia testa, quindi c'eri quando
siamo andati a
trovarla nella Casa. Cos'altro dovrei spiegarti? Hai visto la sua
reazione,
no?- e facendo una smorfia, tornò a sdraiarsi sulla sabbia
-Nessie è una dei
Volturi. Chiuso il discorso.
Mi
bloccai. -Jake... io...- non sapevo che dire. Jacob
era convinto che ero diventata una dei Volturi. Ne era sicuro: la mia
recita è
stata fin troppo credibile.
Però
c'era qualcosa che non quadrava: papà aveva detto la
verità a tutti, anche a lui. -Ma cosa ti ha detto Edward!
Che è stata tutta una
recita! Che Nessie stava solo mentendo- strano, ma sembrava che
cercassi di
convincere più me che lui -Non ci pensi a quello?- lo
supplicai. Cercavo di
muovermi, di fare qualche passo verso lui, ma il corpo era di pietra,
non osava
muovermi: la ferita del petto era ancora aperta, e non sapevo quando ci
avrebbe
messo a richiudersi.
Con
mia grande sorpresa, scoppiò a ridere. E anche di
pieno gusto. -Andiamo...- e si alzò di nuovo a sedere, con
un sorriso ironico
sulla labbra e un'espressione scettica negli occhi -Davvero ti sei
bevuta le
scemenze di Edward? È ovvio che è una menzogna!
Durante il volo di ritorno,
stranamente Edward non ha detto una parola, e non la smetteva di
guardare
Bella, Rosalie, e tutti gli altri, con i loro musi lunghi e con la loro
disperazione. Fissava perfino me, ti dico solo questo! E poi, appena
atterriamo
in America, ci dice che era tutto un piano architettato da Nessie per
fuggire
dai Volturi? Ma per piacere!
-Pensi
che abbia mentito?- il dolore divenne
improvvisamente indignazione.
-Per
forza!- rispose con un'ovvietà spaventosa -Edward si
è inventato tutta questa storia solo per non far soffrire
Bella. La ama troppo.
E visto che c'era, ha fatto sospirare di sollievo anche il resto della
sua
famiglia. Pensava di fare lo stesso con me, ma non ci è
riuscito. Io so la
verità.
Adesso
ero incavolata. Diamine Jake, sei un
deficiente! Mi sto sentendo in colpa per averti fatto soffrire, ma tu
non credi
ad una sola parola di quello che ti ho fatto dire per Edward!?! -E
quale
sarebbe la verità?- e incrociai le braccia, assumendo
un'aria poco amichevole.
Jacob
non ci fece caso. -Te l'ho detto: che Nessie è
diventata una dei Volturi. Ho visto il suo sguardo ed era troppo duro
per
essere una recita. Nessie non è mai stata un'ottima attrice,
mai! Si faceva
scoprire subito... però poi voleva avere ragione a tutti
costi! Quant'è
orgogliosa e testarda quella donna...
Adesso
non ero più incavolata. Ero decisamente furiosa.
Il mio corpo non fece storie quando mi avvicinai a Jacob e gli diedi un
forte
calcio nelle costole. Si accasciò per terra, di lato.
Sorrisi soddisfatta: la
mia forza era decisamente aumentata.
-Primo!-
iniziai -Se mio padre dice di avermi letto nel
pensiero sarà pur vero, no? Non è che si inventa
le cose così, su due piedi...
Secondo! Non ci hai pensato che mio padre non ha potuto dirvi niente
sul suolo
italiano, perché i Volturi hanno spie dovunque? Terzo! Per
tua informazione
sono diventata un'ottima attrice, tanto che mi merito un Oscar solo per
non
esserti corsa incontro appena ti ho visto l'ultima volta, nonostante la
voglia
che avevo di te era al di sopra di ogni immaginazione. E quarto,- la
mia voce
si assottigliò -non ti azzardare a darmi della testarda
un'altra volta che ti
picchio a sangue.
Jacob
non ci capiva niente: mi guardava come se fossi un
alieno appena sceso dall'astronave. Uao, da Casper a E.T. in
cinque secondi!
Si massaggiava il fianco incredulo, e allo stesso tempo non
la smetteva di
fissarmi da capo e piedi. Vidi la trasformazione del suo sguardo: da
smarrito
totale, a improvvisamente realizzato.
-Nessie,
ma sei tu?- esclamò incredulo.
-Ah
non lo so, vedi un po'! Sbaglio in questo periodo hai
iniziato a parlare con i fantasmi?- e gli voltai le spalle
incamminandomi verso
dove ero arrivata -Fattelo dire da loro!
Che
razza di licantropo! Ero appena tornata a casa,
non vedevo l'ora di corrergli incontro e abbracciarmelo per un po', e
lui che
cosa fece? Mi scambiò per un fantasma. Deficiente!
Edward è mio padre! Se
dice una cosa, sarà vera giusto? Il punto era che
Jacob era testardo fino
all'ultimo: se aveva ragione lui, aveva ragione lui punto e basta. Si,
lo
so: siamo perfetti per stare insieme.
Avevo
fatto si e no una decina di passi, borbottando tra
me e me, quando sentii afferrarmi il polso, tirarmi da quella parte, e
così
rimasi imprigionata nell'abbraccio di Jacob. Mi stringeva talmente
forte che
non riuscivo a muovere le braccia, schiacciate contro il suo petto.
-Nessie,
ma sei proprio tu! Sei davvero tu!- era fuori di
se dalla gioia.
Benché
la vista di Jacob felice e euforico, insieme al
suo abbraccio tanto ferreo quanto bollente, risvegliarono in me un
istinto che
conoscevo fin troppo bene, rimanevo fermamente ancorata ai miei
principi. -Uao!
Ci sei arrivato tutto da solo? E adesso molla la presa Jake!- cercai di
muovere
una mano, ma rimasi esattamente come prima, con i pugni sulle sue
scapole.
Ma
la gioia di Jacob non aveva limiti. -Sei qui. Sei
proprio qui! Sei tornata! Sei tornata... da me...
Sospirai:
non riuscivo a mostrarmi arrabbiata con Jacob
quando usava quel tono così tenero. -Obiettivamente Jake, ma
sul serio pensavi
che sarei rimasta con i Volturi? Andiamo, mi conosci da quando sono
nata. Sai
che non farei mai e poi mai un cosa del genere.
Il
suo sguardo vacillò. -È che non ti ho mai vista
così:
così fredda, dura, ostile... non eri tu. Non eri Nessie. E
mi riuscivo a
capacitare come era possibile. Ho perso la testa.
-Hai
decisamente perso la testa: ti sei ridotto a parlare
con i fantasmi! Guarda che non è una cosa positiva!- allora
alzai un po' il
tono -Tutto perché sei un cretino! Papà te
l'aveva detto che stavo fingendo, ma
tu no, non è vero. Questo perché vuoi sempr...
Non
mi fece finire la frase. Le sue labbra premevano
sulle mie. Quel bacio era così desiderato, così
violento, così caldo, così
eccitante, che mi ci volle tutta la buona forza di volontà
per dargli uno
schiaffo in faccia. La sua espressione sbalordita reclamava una
spiegazione.
-Non
mi interrompere quando parlo! Sto finendo un
discorso, abbi la cortesia di aspettare!- dovevo far valere le mie
ragioni, su
di lui e anche su quella parte di me stessa che mi dava dell'idiota per
aver
interrotto il bacio.
Jacob
rise. -Sei sempre la solita: orgogliosa fino in
fondo. Quanto mi fai impazzire- e mi baciò di nuovo.
Secondo
schiaffo. Senti Nessie, se lo interrompi per
la terza volta, giuro che ti ammazzo. -Ti sembra che abbia
finito? No! Stai
zitto e ascolta! Se uno ti dice che stavo mentendo perché me
l'ha letto nella
mente, sarà la verità no? Non puoi fare di testa
tua e dire che si è inventato
tutto, andiamo...
Un
altro bacio. Questa volta non gli diedi nessuno
schiaffo perché tutto il mio corpo si era alleato contro il
mio orgoglio. Per
cui, visto che Jacob mi teneva la testa impedendomi di muoverla
all'indietro,
aspettai che finisse.
Quando
ebbi di nuovo la bocca libera, ripresi esattamente
da dove mi ero interrotta. -Dovevi ragionare, dovevi capire che se
Edward ha
detto tutto solo in America una motivazione doveva pur esserci...- ci
accorgemmo entrambi che la mia voce aveva totalmente perso il suo tono
inflessibile
e severo, e che le mie guance si erano improvvisamente ravvivate.
Capendo
che stava inesorabilmente vincendo questa inutile
battaglia che avevo intrapreso, Jake mi baciò tutto
trionfante per la quarta
volta di fila. Il bacio si sdoppiò: uno a stampo, leggero,
tenero, all'angolo
della bocca, giusto per provocarmi, e l'altro più profondo,
più passionale.
Dischiuse le labbra per far sentire l'uno il respiro dell'altro. E poi
si
staccò, osservando sicuro di se la mia reazione.
Che
ovviamente fu difficile da controllare: il respiro di
Jake mi aveva scatenato un uragano in corpo che mi
scombussolò tutta. Dovetti
attendere un istante prima di riprendere a parlare. -N-Non d-dovevi
lasciarti
guidare d-dalle e-emozioni in q-quel m-modo...- stai
balbettando. Vuoi ancora
opporre resistenza?
Quinto
bacio: Jacob si avvicinò cauto, posò
delicatamente
le sue labbra sulle mie, le dischiuse ad agio, e iniziò a
muoverle, dolcemente,
senza strafare, sempre con le stesse movenze che mi mandavano in
estasi. La sua
mano discese dalla mia testa sul mio collo, per permettere al pollice
di
accarezzarmi la guancia.
Quando
si staccò, sentii la sua risata. Aprii gli occhi:
mi ero sporta verso di lui per non rompere il contatto. La cosa
sembrava
divertirlo. Rimasi lì a fissarlo come un ebete, mentre i
miei pugni si
allentavano pericolosamente per esplorare le sue spalle muscolose.
Apparve
sul suo volto quel sorriso malizioso che tanto
adoravo. -Stavi dicendo?
-Eh?-
il mio cervello era KO, ma il mio orgoglio ancora
esigeva la sua parte -Ah. Che eri stato uno stupido...
perché hai pensato che
io... e non ti sei...- frasi senza senso, messe insieme senza logica.
Potevo
mai vincere in quel modo?
Il
sesto bacio mi colse di sorpresa: interrompendo il mio
monologo patetico, sentii di nuovo le sue labbra muoversi sulle mie,
questa
volta con più decisione, e quando la sua lingua mi
inumidì il labbro inferiore,
quell'uragano che avevo in corpo divenne fuoco.
Jacob
si staccò e mi fissò con quel sorriso malizioso.
Io
ero nello stato di un'ameba senza ambizioni. L'orgoglio urlava dalla
gabbia nel
quale l'avevo rinchiuso ma riuscivo ad evitarlo senza problemi. Avevo
il
respiro affannato e sentii salire la pelle d'oca. -Non è che
potresti...?- fu
il mio unico sussurro e desiderio, che ovviamente Jacob capì
e esaudì.
In
quest'ultimo bacio ci misi parecchio di mio: le sue
labbra si avvicinarono, ma le mie furono molto più impulsive
e bramose che
sancirono per prime il contatto. Le dischiusi immediatamente: il suo
respiro
doveva essere il mio. Le nostre lingue si incontrarono senza
esitazione, e
iniziarono a danzare vorticosamente come due saette legate l'una
all'altra. I
nostri corpi agirono di conseguenza: mi arrampicai addosso a lui,
appoggiandomi
con gli avambracci sulle sue spalle, stringendogli i corti capelli neri
per
evitare che il contatto delle nostre labbra si potesse interrompere.
Jacob era
alto, e in quella posizione i miei piedi sfioravano terra: fu
automatico il
movimento della mie gambe che si allacciavano ai suoi fianchi. Allora
sentii le
sue mani muoversi sul mio corpo: quella che mi circondava la schiena
scese giù
giusto per poter passare sotto la maglietta, e accarezzarmi
così la pelle nuda
dolcemente. La sua mano bollente al contatto con la mia fredda pelle mi
provocò
dei brividi assurdi. Mentre l'altra mano, che era rimasta sul mio
collo, scese
lentamente giù, per andare a stuzzicare il mio fianco
scoperto. Mentre scendeva
indugiò giusto un po' sul profilo del mio seno, facendomi
sussultare di
piacere.
Ad
un certo punto uno dei due esagerò (non chiedetemi
chi!), perché perdemmo l'equilibrio e ci
ritrovammo a terra, coperti di
sabbia, incatenati tra di noi, mentre ridevamo come due pazzi.
Scherzammo un
po', sdraiati sulla spiaggia: sembravamo due cuccioli che giocavano
alla lotta.
Alla fine eravamo esausti. Ci sdraiammo per riposare un po', sempre
abbracciati: io respiravo agonizzante con la testa sul suo petto, e lui
riprendeva fiato tenendomi a se con le mani sulla mia schiena. Dopo un
po'
alzai la testa e mi spostai in avanti per poterlo guardare in faccia,
dall'alto
in basso appoggiandomi con le mani sulla sabbia. Jake mi guardava
ancora con il
sorriso sulle labbra.
-Ringrazia
il cielo che sai baciare da dio,- gli dissi
con una punta di malizia -altrimenti sarei ancora incavolata con te.
Rise
di gusto. -Vieni qui.
Mi
abbassai verso di lui, appoggiandomi sui gomiti, per
poterlo baciare. Non fu come quello precedente: questo era
più tenero, più
dolce, meno irruento e eccitante dell'altro. Era giusto una coccola, e
quando
le labbra si staccavano per un secondo, si scambiavano sorrisini e
risatine. Le
mie mani erano intrecciate ai suoi capelli, mentre le sue mi
solleticavano i
fianchi scoperti.
Ero
la donna più felice del mondo in quel momento:
lì,
sdraiata su Jake, durante il tramonto. Le sensazioni e le emozioni che
provavo
quando stavo con lui erano indescrivibili, ma soprattutto necessarie:
lui aveva
bisogno di me tanto quanto io ne avevo di lui. A volte mi sono chiesta
se
l'imprinting non ce l'avessi avuto anch'io con lui: il bisogno che
avevo di lui
ogni giorno era troppo per trattarsi di semplice amore. Durante questo
periodo
di allontanamento da casa, ogni volta che i miei pensieri ricadevano
sulla mia
famiglia, sull'America, o anche sull'amore in generale, sentivo
crescere un
masso che mi opprimeva il petto impedendomi di respirare.
Perché Jake non era
vicino a me. Questo è amore? No, questo
è qualcosa di più.
Lo
guardai negli occhi. Mi persi in quell'oscurità
così
rassicurante. Quando sentivo le braccia di Jacob intorno a me, ero al
sicuro.
Poteva succedere di tutto, un terremoto, uno zumami, la fine del mondo,
a me
non importa nulla. Ero con lui. Bastava. Mi resi conto di quanto avevo
sofferto
in silenzio la sua mancanza, e di come mi sentivo bene in quel momento.
Di come
mi sentivo libera e di nuovo me stessa. Non stavo più male
perché lui era
vicino a me. Allora riflettei un attimo: se io ero stata malissimo per
due
mesi, che cosa aveva patito lui?
Jacob
vide il mio sguardo incupirsi. -Che c'è?
-Sto
pensando a quanto hai sofferto in questi due
mesi...- e gli accarezzai il viso -Se per me è stato un
inferno, non riesco a
immaginare cosa...- e la frase mi morì in gola: non riuscivo
a finirla senza
piangere, e non volevo in quel momento.
-È
stata dura, a volte quasi impossibile. Ma adesso è
finita. Sei qui. Sei qui con me. Non ho bisogno d'altro- e mi diede un
piccolo
bacio.
-Mi
dispiace. Non sai quanto...
-Shh-
e non mi fece continuare -Non voglio più sentire
un'altra parola sull'argomento. Te l'ho detto, sei qui con me, ed
è questo
quello che conta davvero.
Gli
sorrisi. -Ti amo.
Mi
accarezzò il mento. -Ti amo- e fece incontrare le
nostre labbra per l'ennesima volta.
Mentre
il bacio proseguiva, sentii il corpo di Jacob
spingermi verso l'alto e in un attimo mi ritrovai con la schiena sulla
sabbia.
I nostri corpi rimasero comunque in contatto. Si appoggiò
con i gomiti per
terra per non pesarmi troppo. Risi e tornai a baciarlo, sempre con le
mani
intrappolate nei suoi capelli.
Però,
dopo altri svariati baci, accadde che
“accidentalmente” la canottiera di Jacob
volò via, lontano da dove eravamo noi.
Adesso pare che è colpa mia... non necessariamente!
Lo
sentii ridere, mentre le mie mani si muovevano ingorde
sui suoi muscoli. -Nessie, lo sai che i tuoi ci ammazzano, vero?
Sorrisi
maliziosa. -Già. Ma per come mi sento adesso, non
me ne frega assolutamente niente.
Quei
due edifici messi insieme. Quel parcheggio
minuscolo. Quei 200 studenti o poco più. La scuola superiore
di LaPush, anche
dopo due mesi di assenza, rimaneva sempre uguale. Fu strano vederla
come me la
ricordavo: sembrava che il tempo non fosse passato, e che ero appena
tornata
insieme ai miei compagni dalla settimana in Italia. Peccato
che non è così.
L'edificio
mi salutò da lontano, mentre raggiungevo il
parcheggio con la mia moto (era stata un'emozione forte anche
riabbracciare
quel fantastico mezzo tutto mio). Era un lunedì mattina, e i
volti degli
studenti non erano proprio i più felici del mondo. Il rombo
che mi accompagnò
durante la mia entrata sorprese tutti, e i loro volti assunsero un
colorito più
curioso del solito: avrebbero avuto un'altra storia da raccontare
quella
mattina, oltre al loro passato weekend.
Spargete
la voce ragazzi: Nessie è tornata. Parcheggiai
la moto e mi tolsi il casco. Mentre prendevo lo zaino e mettevo apposto
la
moto, sentivo benissimo i mormorii degli altri studenti: meravigliati,
increduli, sorpresi. Nessie era tornata dopo due mesi di inspiegabile
assenza.
Sorrisi sotto i baffi, nascondendo il mio sguardo alla folla:
chissà se erano
contenti di vedermi, oppure scocciati perché ero tornata. Fate
un po' voi.
Io adesso sto qua, e non ho intenzione di andarmene!
Qualcuno
si avvicinò: ragazzi con cui frequentavo gli
stessi corsi, conoscenti a mensa o per i corridoi, o semplicemente
curiosi. Le
esclamazioni erano sempre le stesse: che bello sei tornata, ma da
quanto tempo,
sei sempre la stessa, guarda un po' chi si rivedere, ecc. E ovviamente,
anche
le domande erano sempre le stesse: ma che fine avevi fatto, dove eri
andata a
finire, cos'è successo, dove sei stata, da dove sbuchi
fuori, ecc.
Salutai
tutti, riabbracciai i più stretti, e risposi
sempre nello stesso modo: ero tornata in Alaska perché un
mio lontano zio stava
molto male ed era in procinto di morire; tutta la mia famiglia si era
riunita a
casa del vecchio zio, e per due mesi abbiamo sperato che si salvasse; e
alla
fine, è scampato alla morte. Non vi pare che
assomigli vagamente alla mia
avventura? Questa era la copertura principale per l'assenza
della famiglia
Cullen/Robbinson. I miei l'avevano studiata in poco tempo e a me era
piaciuta
abbastanza.
In
mezzo all'attenzione generale del corpo studentesco,
entrai nella scuola. Era proprio vero, non era cambiato nulla: stessi
armadietti, stessi poster attaccati alle pareti, stesse persone. È
incredibile. Mi sentii rincuorata da quella vista. Era tutto
come era
sempre stato. Non mi ero persa niente della mia vita scolastica. Potevo
ricominciare da dove avevo lasciato. Sembrava come se non fossi mai
partita per
l'Italia. E questo mi rese ancora più felice.
Andai
verso il mio armadietto. Me lo guardai un po'. E
se l'avessero dato ad un altro studente? Con un po' di
titubanza misi la
combinazione e lo aprii. Quasi scoppiai a piangere nel rivedere tutte
le mie
cose all'interno, tutti i mie libri al solito posto. Sullo sportello,
c'erano
ancora alcuni miei disegni della mia famiglia, di Jacob, dei miei amici
vampiri
e non, e perfino un copia dell'itinerario della gita in Italia. Certo,
c'era
anche un centimetro di polvere ovunque io guardassi.
-Tranquillo
mio caro armadietto, sono tornata- sussurrai
a quell'ammasso di metallo -Ora ti metto apposto io.
Soffiai
sui libri levando tutta la polvere che c'era, e
per poco non ne rimasi intossicata. Feci un po' d'ordine e sistemai i
vecchi
libri più altri che avevo ancora a casa. Staccai tutti i
disegni che avevo
fatto per metterne altri più nuovi, dei cui due erano i
ritratti di Marcus e
Darko. Ragazzi, vi voglio bene. Quando ebbi
finito, richiusi tutto e me
ne andai lungo il corridoio, alla ricerca di qualcuno che volevo
assolutamente
salutare.
Non
li trovai ne in corridoio, ne in cortile. Così provai
nell'ultimo posto disponibile, che poi era anche quello dove ci
incontravano di
solito: la mensa. Appena entrai, altra botta di felicità: la
stessa identica
stanza “enorme” con i tavolini e le sedie che avevo
visto circa due mesi fa. Cavolo,
devo proporre al preside una bella ristrutturazione generale!
Mi
guardai intorno alla ricerca dei miei amici. Vidi
altre facce che conoscevo, e che salutai con un cenno e un sorriso, e
sentii
altri mormorii di sorpresa. Cercai nei tavolini centrali, dove di
solito
sedevamo, ma c'erano solo ragazzini del primo anno. Poi guardai quelli
in
fondo, ma c'erano solo i membri del club di scacchi e dei musicisti (abbiamo
un club di scacchi e di musicisti a scuola!??!). E infine li
trovai, vicino
alle finestre, con i libri sul banco, che ripassavano aspettando il
suono della
campanella di inizio lezioni.
Fu
un colpo: erano sempre gli stessi! Più mi avvicinavo
con discrezione e più erano uguali a come li avevo lasciati.
Sarah e Alex, le
mie primissime amiche, non avevano niente di diverso, la stessa aria di
fiducia
e simpatia; giusto Alex si era fatta crescere i capelli un po' di
più. Terry e
Miriam, le ex “ochette”, avevano lo stesso
carattere esuberante e pieno di vita
(Terry) e riservato e timido (Miriam), ma d'aspetto fisico erano
identiche a
due mesi fa. E i tre ragazzi, Chris, Kevin e Nick, forse erano gli
unici che
avevano qualcosa di diverso, come se fossero cresciuti un po'; Nick mi
sembrava
più uomo che il solito ragazzino vivace che era stato, a
Kevin cominciava a
crescere la barba, e Chris mi sembrava più grosso, come se
avesse fatto
palestra. Mah, sarà perché i ragazzi
sviluppano più tardi delle ragazze. Comunque
rimanevano sempre i miei soliti vecchi amici.
Mi
fermai non troppo vicina al loro tavolo. Non si erano
accorti della mia presenza, e chiacchieravano tranquillamente tra di
loro, come
tutti i giorni. Sorrisi vedendoli così tranquilli e sereni.
Non si ricordavano
assolutamente niente dell'incontro con i Volturi: il potere di Clarissa
gli
aveva cancellato la memoria, e di conseguenza il loro unico ricordo era
una
tranquilla gita di una settimana in Italia. Ai loro genitori avranno
raccontato
di divertimenti, di scherzi, di bellezze artistiche visitate, di ottimi
cibi
gustati, ma niente riguardo ad un incontro con dei vampiri assetati di
sangue.
Mi salì un po' d'invidia per loro: non ricordavano niente ed
erano ancora
convinti che i vampiri fossero creature di fantasia, avrei voluto
anch'io avere
la loro fortuna. Certo, finché si parla della mia famiglia e
altri andava tutto
bene, ma i Volturi era tutta un'altra cosa. Mi venne la nausea solo a
pensarci,
e mi domandai per l'ennesima volta come avevo fatto a restare
là dentro per due
mesi. Due facce della medaglia: vampiri buoni, e vampiri cattivi. Se ne
conosci
una devi per forza conoscere l'altra. E io ho avuto questa fortuna. Non
dimentichiamoci poi, che il 50% del tuo DNA è vampiresco!
Se
avessi ascoltato i miei genitori e il mio ragazzo,
probabilmente adesso non dovrei sentirmi tanto disgustata per quello
che avevo
passato. Avrei passato due mesi tranquilli, continuando ad andare a
scuola e a
frequentare i miei amici. Ma loro non sarebbero qui... M'illuminai:
diamine, era vero! Loro dovevano la vita a me! Con la mia entrata
all'interno
della Casa avevo salvato loro la vita. I Volturi non li avevano uccisi.
Era
vero. Non mi ero ricordata di questo piccolo particolare. E allora li
guardai
meglio, uno ad uno, e anche tutti gli altri che avevano partecipato
alla gita e
che in quel momento erano sparsi nella mensa: era per loro che avevo
sopportato
due mesi di prigionia. Per salvare loro, ero entrata nella Casa.
Ne
è valsa la pena? Ne è valsa la pena patire due
mesi di
tortura, di lotte continue, di menzogne, d'inganni, solo per salvare
loro? Si.
Ne è valsa la pena. Mi sentii sollevata dopo troppo tempo
che non lo ero stata:
tutto quello che avevo fatto era servito a qualcosa. E quel qualcosa
corrispondeva a vite umane sane e salve. In poche parole, sei
una grande mia
cara! Te lo meriti.
Quando
finii con quei ragionamenti, tornai di nuovo con
lo sguardo al tavolo dei miei amici. Trovai i loro volti che mi
fissavano
sbalorditi.
Risi.
Finalmente si sono accorti di me! -Ehi, dico
a voi! Non si salutano gli amici quando tornano?
Vidi
Alex saltare giù dalla sedia e corrermi incontro.
-Nessie! Sei tornata! Finalmente!- mi urlò mentre mi
abbracciava.
-Eh
si!- le risposi -Finalmente.
Poi
arrivò Sarah, che mi staccò di dosso Alex nello
stesso modo in cui i pescatori staccano da uno scoglio una cozza.
Abbracciai
anche Sarah, e dopo Terry e Miriam. I ragazzi invece, strafelici che
ero
tornata, mi presero in braccio e iniziarono a lanciarmi in aria, con
l'attenzione
generale puntata su di noi e con mia gran paura. Se mi fanno
cadere per
terra, giuro che li ammazzo! Fortunatamente, mi rimisero a
terra sana e
salva.
-Ma
dove ti eri cacciata per tutto questo tempo?- mi
chiese Chris.
-Già!-
aggiunse Terry -Che fine avevi fatto? Potevi anche
mandarci un sms o farci una telefonata!
-Ti
davamo per dispersa!- concluse Alex.
-Sono
dovuta tornare di corsa in Alaska. Un mio lontano
zio stava molto male e siamo dovuti stargli molto vicino.
-O
mio Dio!- esclamò Miriam -È morto?
-No!-
dissi subito -È riuscito a salvarsi,
fortunatamente.
-Meglio
così... Lo sai Nessie, ci sei mancata da morire!-
mi disse Alex.
Risi.
-Davvero?
-Due
mesi senza di te in questa scuola sono stati una
noia assurda- commentò Nick.
-È
vero- aggiunse Kevin -Mancava completamente il
divertimento!
-Oh,
mi fate commuovere ragazzi- e feci finta di
asciugarmi una lacrima.
-Perchè
poi sei partita così, su due piedi- disse Sarah
-Non hai neanche finito la gita.
Alzai
un pochino la guardia. -Purtroppo no. I miei sono
venuti a prendermi direttamente in aeroporto... neanche me la ricordo
tanto
bene... voi invece?- chiesi con noncuranza.
-Io
me la ricordo benissimo!- esclamò Chris -Fantastica!
Bellissima! Buonissima! Adoro l'Italia!
-Anch'io
mi ricordo tutto- commentò Terry -Ma dell'ultimo
giorno, proprio niente. Ricordo solo il viaggio in aereo.
Alex
annuì. -Pure io!
-La
maggior parte di noi non si ricorda niente
dell'ultimo giorno- concluse Kevin.
Per
forza, un vampiro vi ha cancellato la memoria! -Va
beh, ma che importa! È solo un giorno! E poi, sono comunque
passati due mesi! È
un bel po'.
-È
troppo- e con fare minaccioso Alex puntò la matita
contro di me -Non ti azzardare ad assentarti ancora per così
tanto tempo, che
ti uccido. Siamo intesi.
Alzai
le mani, spaventata. -Assolutamente. Ma adesso posa
la matita. È appuntita!- e scoppiammo tutti a ridere.
La
campanella suonò. La mensa cominciò a svuotarsi e
noi
ci alzammo per andare in classe. Per il corridoio c'era un casino di
gente.
-Sapete
una cosa?- dissi ai miei amici -Saranno pure
passati due mesi, ma questa scuola rimane sempre la stessa. Sempre la
solita
gente!
Nick
alzò le spalle. -Che ci vuoi fare. È
così!
-Si
lo so, però...- ribattei -Andiamo! Un po' di
modernizzazione non fa mica male ogni tanto!
-Per
me, possono mettere anche un parco giochi in
cortile- disse Chris -La scuola fa comunque schifo!
-La
scuola va benissimo così com'è-
sentenziò Miriam
-Forse sei tu che la vedi da una nuova prospettiva.
Rallentai
un po' per camminare affianco a lei. -Cosa?
Miriam
mi guardò. -Non lo so Nessie, forse è una mia
impressione, ma secondo me sei cambiata.
-Cambiata!?!
-Si,
più o meno. Hai qualcosa di diverso. Qualcosa che
prima non avevi. Come se fossi maturata più di noi.
Mi
fermai in mezzo al corridoio. -Ragazzi, vi sembro
cambiata?
I
miei amici si fermarono e mi studiarono per un po'. Lo
stesso feci con me stessa. Mi sentivo cambiata? No, secondo me ero
sempre la
stessa. Forse ero diventata più forte e più agile
del solito, ma era pur vero
che mi allenavo con Jane ogni pomeriggio. E poi avevo imparato
parecchia storia
dell'Italia, a parlare italiano e anche un po' di latino. Ma per il
resto,
credevo di essere sempre la stessa. Forse però qualcosa era
cambiato sul serio:
mi sentivo più responsabile, più sicura di me,
più forte dell'animo. Più
grande. Probabilmente è stata tutta quell'esperienza che mi
ha fatto crescere,
tutte le sfide che mi si sono parate davanti, e che sono riuscita ad
affrontare. Per un momento ripensai a Drew e Amanda, i vampiri che
avevo affrontato
prima della mia gita in Italia: all'epoca avevo avuto bisogno di
qualcuno, o la
mia famiglia o il branco, che mi aiutasse. Ma se adesso mi sarei
trovata ad
affrontarli di nuovo, ero sicura che sarei stata in grado di farcela da
sola.
Era più sicura delle mie capacità e della mia
forza, e soprattutto ero
indipendente. Potevo cavarmela da sola, ovunque e comunque.
Forse
era proprio l'indipendenza quella che mi ero
conquistata in due mesi, e allora capii che quell'esperienza era
servita a
tutti. In un modo o nell'altro.
La
prima a commentare fu Terry. -Nah! Sei sempre la
stessa!
-No,
qualcosa di diverso ce l'ha... Forse sei un po'
cresciuta...
-Ha
ragione Sarah- disse Alex -Non sei più una
studentessa liceale. Sembri più una universitaria.
-Vero.
Ti manca solo un caffè in mano, e il gioco è
fatto!- concluse Sarah.
Bene!
Anche il mio fisico è cresciuto! Fantastico! -Bah,
se lo dite voi... Un commento maschile?- e mi voltai verso i ragazzi.
Ancora
mi guardavano, ma nessuno si decideva a fiatare.
Alla fine lo fece Chris. -Secondo me, sei più sexy delle
altre volte.
Scoppiai
a ridere insieme a tutte le altre. Nel
frattempo, Nick e Kevin guardarono Chris.
-Ti
sembra una cosa normale da dire?- lo apostrofò Kevin.
-Andiamo!
Non ditemi che non lo avete pensato anche voi!
I
due rimasero a bocca aperta, con la volontà di
rispondergli ma con l'incapacità di farlo. E allora le loro
guance si
colorarono e i loro sguardi si abbassarono.
Chris
incrociò le braccia, con aria soddisfatta. -Non
sono mica l'unico ad essermene accorto!
Continuavo
ancora a ridere. -Ragazzi, quanto mi siete
mancati- e li abbracciai tutti e tre.
Ed
era proprio vero. Quella semplice allegria che
sapevano darmi i miei amici umani era impossibile da trovare in
qualsiasi altra
parte del mondo, con qualsiasi altre persone. Era bello sentirla di
nuovo. È
bello essere tornata a casa.
-Su
andiamo in classe prima di fare tardi!- ci spronò
Sarah.
-Uh,
guarda sta arrivando Ashley!- e Alex indicò una
ragazza che correva -Mi sta battendo nell'arrivare in ritardo!
-Voi
andate avanti,- dissi ai miei amici -l'aspetto io.
Ognuno
andò verso la sua classe, e io mi voltai verso
Ashley. L'ultima volta che c'eravamo viste, io stavo negoziando con
Aro, e lei
stava registrando tutto con il telefonino. Lì fu molto
coraggiosa. E aveva
dovuto davvero mettercela tutta perché quando si parlava di
vampiri, diventava
un fascio di nervi. Era solo per merito suo che i Cullen avevano capito
che
cosa era successo ed erano subito venuti in Italia. Ashley era stata
fantastica
e io dovevo dirglielo.
All'inizio
non si accorse di me: salutò con una mano Alex
mentre correva per non fare tardi a lezione. Fu quando la vide andare
verso la
classe di fisica e il suo indice puntato contro di me, che si accorse
della mia
presenza. Si fermò ad un metro da me, con la bocca
spalancata e gli occhi fuori
dalle orbite. Il corridoio si era svuotato, e rimanevamo solo noi due e
circa
altri cinque studenti. Me la guardavo sorridente, con le braccia aperte
in
attesa di un abbraccio.
Che
non tardò ad arrivare: dopo essersi resa conto che
ero lì sul serio, mi corse incontro abbracciandomi
più forte che poté. In
confronto agli abbracci a cui sono abituata, questo è niente!
Ashley
era molto provata. -O mio Dio Nessie, sei tu?
-No,
sono Mariavittoria. Certo che sono io! Scusa, non
sai chi stai abbracciando?
-Si,
è che... è che non ci credo... insomma,
è
impossibile... incredibile... non lo so neanch'io com'è!
Le
accarezzai. -Tranquilla, sono qui e sto bene.
Ci
separammo. La guardai negli occhi: avevano iniziato a
luccicare.
-Non
iniziare a piangere, altrimenti ti vengo dietro- la
avvertii.
Rise,
mentre si asciugava le lacrime con la manica della
camicia. -È che sono felice di vederti. Non sai quanto.
-Anch'io
sono felice di essere tornata a casa.
-E
poi...- continuò -t-ti devo chiedere scusa... io
non...- stava per scoppiare.
Sospirai:
mi ero dimenticata di quanto fosse fragile
quella ragazza. -Calma... tranquilla... va tutto bene... - e le
accarezzai la
testa.
-Si,
si, è che...- prese un bel respiro profondo e poi
parlò -Nessie, io devo scusarmi con te.
-E
per quale motivo?
-Perchè
ti ho coinvolto in quella gita. Io ti ho detto di
venire. Io ti ho convinta a disubbidire ai tuoi. Se avessi tenuto la
bocca
chiusa, tu non avresti mai dovuto...- e ricominciò a
singhiozzare.
-Ashley,
guardami. Non è colpa tua se sono voluta partire
per forza. Mi ero messa in testa di dimostrare alla mia famiglia che
ero in
grado di cavarmela da sola, e tu sai quanto sono testarda. E poi, meno
male che
sono venuta, altrimenti tutti voi sareste diventati la cena di quattro
vampiri
assetati di sangue!
Ashley
si asciugò le lacrime con un fazzoletto. -Ma...
ma...
La
interruppi subito. -Niente ma. E soprattutto, niente
sensi di colpa. Sono stata chiara?
Mi
sorrise.
-Piuttosto,-
ripresi -sono io che devo dirti qualcosa.
Grazie. Davvero. Con le tue registrazioni i Cullen sono riusciti a
raggiungermi, e hanno contribuito parecchio al mio piano. Sei stata
davvero
grande quel giorno.
-Magari
potessi ricordarmelo!- sbottò improvvisamente
-Nessie, io non mi ricordo assolutamente niente di quello che
è successo con i
Volturi. Ricordo solo che prima eri con me e stavamo comprando del
cioccolato,
e poi siamo saliti sull'aereo per tornare a casa e tu non c'eri. Sul
serio, ho
un vuoto di memoria assurdo!
-Per
forza, Clarissa ti ha cancellato la memoria. Un
potere decisamente potente.
-È
stato bruttissimo- raccontò -Stavo sull'aereo e tu non
c'eri. Nessuno sapeva che fine avevi fatto, neanche il prof. Sarah era
sicura
che fossi tornata a casa prima di noi, e questo abbiamo creduto tutti.
Ma io
non ero convinta: me lo sarei ricordato. E invece niente, buio totale.
Quando
siamo atterrati, all'aeroporto c'era tutta la tua famiglia,
più Jacob e Embry.
E quando mi hanno chiesto dov'eri, io non sapevo che dirgli!
Sospirai.
-Immagino... e cosa è successo dopo?
-Siamo
andati a casa dei tuoi nonni. Tuo padre mi ha
chiesto di rievocare nel pensiero tutta la gita, così che
potesse vedere quello
che era successo. Ma quando ho ripensato all'ultimo giorno, anche lui
ha visto
il nulla. L'ultima volta che ti ho vista eravamo in Umbria, vicina
della
Toscana e dei Volturi. Doveva essere successo qualcosa. Allora ho
cominciato a
sentirmi male, perché non mi ricordavo niente. Mi sentivo
completamente
inutile. Ho iniziato a piangere, e mentre cercavo un fazzoletto nello
zaino, ho
trovato quel foglietto con i codici bancari che avevi scritto tu.
Riconoscevo
la tua scrittura ma non mi ricordavo quando me l'avevi dato! L'ho dato
a tuo
padre, che ha subito chiamato la banca e prenotato i biglietti aerei
per
l'Italia.
-E
le registrazioni?
-Le
ho scoperte la sera. Stavo andando a dormire, benché
non avessi sonno, quando è squillato il cellulare. Era
Sarah, che si era
dimenticata una cosa nella mia valigia e mi avevo chiesto se gliela
portavo il
giorno dopo. Finita la conversazione ho attaccato, e ho visto che era
rimasta
aperta l'applicazione del registratore. Ma non mi ricordavo
perché. Vado a
controllare le registrazioni fatte e vedo che ce n'è una
dell'ultimo giorno di
gita. Chiamo immediatamente Embry, che era rimasto con Jacob a casa dei
Cullen,
e mi faccio venire a prendere. C'eravamo tutti: la tua famiglia, Jacob,
Embry,
Leah, Sam, perfino Emily. Abbiamo ascoltato la conversazione e abbiamo
capito tutto.
Il giorno dopo sono partiti per l'Italia.
-Uao!
Caspita- esclamai.
Ashley
continuò. -Non puoi capire come mi sono sentita!
Tu eri entrata nei Volturi, ci avevi salvato la vita, e io non mi
ricordavo
neanche di averlo registrato! Non mi ricordavo una ceppa di niente! Ero
diventata isterica come non mai. Stavo tutti i giorni con Embry per
sentire se
aveva notizie di Jacob o Sam. E più arrivavano,
più era peggio: tu che
soffrivi, tu che eri diventata guardia, tu che bevevi sangue umano... e
poi
sono tornati qui, dicendo che tu avevi un piano per scappare, ma Jacob
non ci
credeva e diceva che ormai non eri più tu. Io non ci capivo
niente! E la cosa
che mi dava più fastidio era non ricordare.
Il
racconto fu agghiacciante. La mia avventura da quella
prospettiva era veramente raccapricciante. -Deve essere stato
terribile...- fu
il mio unico commento.
-Si,
davvero. Ma cosa è successo? Insomma, cosa hai fatto
in questi due mesi là dentro?
Mi
scappò una risata ironica. -Cosa ho fatto? Niente, ho
passato il tempo.
Ashley
si sentì a disagio. -Non me lo vuoi raccontare?
-Beh,
è una storia lunga. Ma se vuoi te la racconto.
Compresi i particolari più sanguinolenti.
Allora
alzò le mani e fece un passo indietro. -No, lascia
stare! Ho chiuso con i vampiri!
Feci
l'offesa. -Vuoi dire che ti faccio schifo.
Mi
guardò dalla testa ai piedi. -Si.
-Mi
hai terribilmente offeso. Ce l'avrò con te per
l'eternità- e le feci una faccia spaventosa -Non ti conviene
aver per nemico un
vampiro, anche solo a metà.
Ashley
si coprì le mani con la bocca. -Aiuto! Aiuto! C'è
una mezza vampira che vuole bere il mio sangue!
Scoppiammo
a ridere come due cretine. Quelle scenette
erano solite tra me e lei, e in quel momento servivano proprio per
sdrammatizzare. Nonché per risollevare il morale a Ashley,
che era ancora
sconvolta dalla vicenda, e a me, che volevo sentire di nuovo l'umorismo
di noi
ragazze lupo.
Suonò
di nuovo la campanella. Ovvero, che le lezioni
iniziarono in quel momento. Scattammo rapidissime verso l'aula di arte.
Entrammo sul filo del rasoio: la professoressa Wait stava per iniziare
l'appello. Si prese un colpo quando sbattemmo la porta e irrompemmo in
classe.
E se ne prese un altro quando mi vide.
-Renesmee!-
esclamò -Sei tornata! Ma dove sei stata per
tutto questo tempo?
-A
combattere i vampiri cattivi, prof!- urlò Ashley,
mentre prendevamo posto in fondo all'aula.
La
fulminai mentre la classe scoppiò a ridere. -Ho avuto
da fare in Alaska. Problemi familiari.
La
prof si preoccupò. -Risolti, spero.
-Certo
prof- risposi raggiante -Alla grande!
La
professoressa Wait mi sorrise e continuò con
l'appello.
-Ehi
Nessie- mi disse Ashley a bassa voce -Volturi a
parte, mi prometti una cosa? Prometti che in futuro eviterai di
cacciarti nei
guai?
Risi.
-Ashley cara, vorrei farti ben presente la situazione.
Il 50% del mio corpo è quello di un normale umano, e l'altro
50% è quello di un
normale vampiro. Sono nata dall'incrocio delle due specie. Ho spinto le
mie
capacità al massimo, tanto da essere alla pari con quelle di
un altro vampiro.
Sono una creatura essenzialmente orgogliosa e testarda. Posso
trasmettere
immagini nella mente attraverso un semplice tocco. Faccio parte del
secondo
clan di vampiri più numeroso al mondo, su cui posso contare
sempre e comunque,
e che ha amici sparsi in tutto il globo. Il mio ragazzo è un
licantropo che
quando si arrabbia diventa un lupo enorme, e fa parte di un branco che
difende
gli abitanti della riserva LaPush e non solo. E solo nei miei primi 15
anni di
immortalità ho affrontato nemici che vanno da una semplice
reginetta della
scuola come Aisha, al capo della casata reale dei Volturi Aro- e le
sorrisi con
un pizzico di malizia -Obiettivamente, in futuro, potrei mai non
cacciarmi nei
guai?
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Signori, non riesco a
crederci....
E'
FINITA!!! THE END!!!!
Sto dicendo:
6° ciclo "Soggiorno
dai Volturi":
[concluso]
OMG!!!
Non potete immaginare
cosa sia finire qst storia...
Sul serio è
stupendo!
Era da un anno e mezzo
che andava avanti, e adesso
è finita...
sono riuscita a finirla...
Mi sento realizzata e
allo stesso svuotata...
sono contenta e
dispiaciuta...
ma è
così che deve essere....
Adesso:
ringraziamenti!!
Grazie alle 571 che hanno commentato!
Grazie alle 247 che l'hanno messa tra i
preferiti!
Grazie alle 128 che l'hanno messa tra le
seguite!
Grazie a tutti quelli
che l'hanno semplicemente letta!
Grazie a tutti i
lettori del forum!
Grazie a tutti....
Sarà
un'abitudine che mi mancherà, scrivere il capitolo,
cercare inutilmente di
postarlo in tempo,
rispondere alle
recensioni...
Me piange...
Va beh, ma mo non se
fami pia dalla disperazione
perchè non
è mica la fine del mondo!
Mancano ancora due
anni al 2012!! XDXD
Allora, spero che la
fine vi sia piaciuta...
..e per un possibile
seguito sperateci, ma non avvererà!
Certo, mai dire mai...
Un bacione a tutti!!
Grazie...
Civia
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