--- Capitolo Sedicesimo ---
L’odore
del suo sangue si espandeva in quella stanza.
Era tornato indietro giusto in tempo per toglierla dalle grinfie di
quel maledetto Kitsune. Quindi aveva ragione: era ancora vivo!
Shinichi si leccò le unghie insanguinate.
Aveva una presa talmente salda sul braccio di lei che, per liberarla,
le unghie le avevano ferito profondamente la carne.
Damon l’appoggiò sul letto, ancora priva di sensi.
«Cambi continuamente amante, Damon, vedo che le buone
abitudini non ti
hanno abbandonato» sorrise il demone, uscendo dallo specchio
a braccia conserte «Ma questa è una
faccenda che seguo da mesi e che non ti riguarda. Non sto infrangendo
il nostro accordo, stavolta,
quindi…» lo guardò serio in volto, una
rabbia
quasi repressa trapelava dai suoi occhi dorati «Non
immischiarti!» sibilò.
Damon lo afferrò per il collo, sbattendolo al muro e
stringendo la
presa. «Da mesi? Tsk. Non so di cosa tu stia parlando,
demone, ma mi spiace illuderti: qui sei nella mia città, di
conseguenza io mi immischio» strinse la presa al collo con un
sogghigno appena accennato «Nuovamente stai valicando i miei
confini»
Shinichi mantenne il ghigno beffardo, per niente intimorito dal vampiro
che quasi lo strozzava. Usò la sua aura di Kitsune per
scansarlo prima che lui
potesse accorgersene «Lei non appartiene a Fell's Church, mio
caro vampiro» posò
lo sguardo sulla ragazza addormentata. Il sangue continuava a colarle
dal braccio.
Damon la guardò impercettibilmente, stringendo i pugni.
Ferite inferte da un demone potevano essere velenose per il corpo
umano, tanto da riuscire a putrefarlo in poche ore se non curate
adeguatamente.
«E poi è intenzione di Misao ucciderla, non
mia»
tornò a posare lo sguardo sul ragazzo che, con la sua
presenza, copriva la ragazza per non farlo avvicinare nuovamente
«Oh! Ma vedo che, stavolta, la cosa è molto
più seria del previsto» ironizzò,
riferendosi
alla sua posizione.
Damon lo guardò impassibile
«Ma potrei lasciarla in vita, Damon, dopo aver ottenuto
ciò
che voglio»
il vampiro portò le braccia al petto con fare beffardo
«E, esattamente, cos’è che vorresti,
stavolta?»
Shinichi rise «Oh! Ma niente di
particolare»
Damon lo canzonò infastidito «Vedi di smetterla,
la tua risata è fastidiosa»
il Kitsune calmò la sua risata continua «Ma come
sei suscettibile, stasera, eppure la prima volta che ci siamo
incontrati…»
«Cosa vuoi, Shinichi?»
rimarcò il vampiro, con rabbia.
La pazienza non era proprio una delle sue virtù e,
ultimamente, la stava usando anche troppo.
Colui che aveva davanti poteva benissimamente essere oggetto di sfogo
per la sua rabbia repressa.
Il demone sospirò, appoggiandosi al muro «E va
bene…» gesticolò e socchiuse gli occhi
«Lei, Sabrina
giusto? Sarà solo un contenitore per un
bambino…»
sorrise con aria compiacente, mettendosi una mano sul petto
«mio figlio»
Damon iniziò a ridere, a ridere di cuore, prendendo in giro,
così, le parole del Kitsune.
Shinichi ringhiò impercettibilmente, continuando,
però, a mostrare il suo magnifico sorriso «Ti fa
tanto ridere?! Beh, allora lo prenderò come un
consenso»
«Tu devi essere pazzo» il Salvatore
caricò il suo Potere.
Una furia tale che, lasciandola andare improvvisamente, senza
controllo, avrebbe potuto distruggere il nemico che aveva davanti, o
forse anche l’intera Fell's Church, in un solo istante.
Aveva già sperimentato il Potere di Damon, Shinichi. Prese
forma di
volpe, cercando di fuggire.
Il vampiro, però, lo intrappolò in una sfera di
Potere, stringendolo sempre più come per schiacciarlo
«L’ultima volta è stata la tua sorellina
a
sperimentare questa sfera, ricordi?» ghignò
maligno «Ci ritroviamo punto e a capo, Shinichi, solo che
stavolta
non ci sono ragazze con parti del corpo tagliate, putrefatte, o ragazzi
che si mangiano da soli, come l’ultima volta. Il tuo inferno
in terra è passato da un pezzo, come anche la
mezzanotte»
Lasciami andare! Gli
disse mentalmente la volpe.
E
potremmo metterci d’accordo!
«Avete portato alla follia Fell's Church, divertendovi alle
loro
spalle, non che a me sia mai importato ciò che facevate ma,
sai, non vorrei rischiare di coinvolgere nuovamente le persone a cui
tengo, solo per un mio errore. Come puoi, quindi, chiedermi di fidarmi
di te?! Di mettermi di nuovo
d’accordo con te?!
L’ultima volta non è andata bene» gli
rispose a
voce alta, stringendo ancora di più la sfera, gli occhi del
colore del sangue «Chissà che poteri
può darti il sangue di un Kitsune»
Damon, non farmi arrabbiare, o patti, accordi, o checchessia,
stavolta farò di peggio… e ci
rimetterà anche la tua fanciulla.
Damon si infuriò ancora di più, a quelle parole,
al limite, ormai, della sopportazione. «Ti mostro io
stavolta…»
«D-Damon?!»
Sussultò, sentendo la sua voce: Sabrina aveva ripreso
conoscenza.
Si voltò a guardarla e in quel momento Shinichi
fuggì, approfittando della distrazione del suo avversario.
In quel luogo, i suoi poteri erano stranamente limitati e combattere
Damon nel suo territorio non era proprio una buona idea.
«Maledizione!» il moro ringhiò,
vedendolo svanire «La
prossima volta morirai, maledetto Kitsune!»
Si sentì, improvvisamente, abbracciare di spalle, il sangue
che gli macchiava la camicia nera e dei singhiozzi nascosti appena.
«Sei proprio una calamita di guai, tu» disse, in
tono sprezzante,
rimanendo immobile.
Sabrina non rispose, stringendolo di più.
«Smettila di frignare!» si voltò,
afferrandola per le spalle
e guardandola con freddezza «Devi essere forte, ok? Non
capisci che la tua debolezza porta solo problemi?» si
bloccò
di colpo. Ancora una volta aveva mostrato la sua debolezza davanti a
lei.
Ma era preoccupato perché sapeva di cos’era capace
Shinichi.
Lui poteva batterlo, dopotutto, ma lei… fragile
com’era… l’avrebbe inghiottita in un
boccone.
Se solo pensava, poi, a ciò che lui voleva farle…
La spinse sul letto, standole di colpo addosso
«Damon?!» Sabrina arrossì, guardandolo
stupita «Cosa-!»
si era preoccupato per lei, era preoccupato per ciò che
quell’essere poteva farle.
Lo strinse a se, sorridendo appena. Quasi le sembrava di non sentire
quel maledetto bruciore al braccio, a cui tentava di non dar peso.
Avrebbe chiesto in seguito chi fosse quel ragazzo.
Damon rimase immobile, lasciandosi abbracciare.
«Ti prometto che sarò forte, d’ora in
poi, se
ciò possa servire a non farti preoccupare per me»
Non le rispose, limitandosi a sorriderle impercettibilmente
«Dobbiamo curare queste ferite, prima che sia
tardi» le afferrò dolcemente il braccio destro,
iniziando a
leccarle le ferite.
Sabrina si lasciò scappare un leggero lamento.
Bruciava.Ogni suo tocco bruciava terribilmente.
Pian piano, però, il dolore lasciò spazio ad uno
strano senso di piacere.
Socchiuse gli occhi, ansimando, lasciandolo continuare.
Le ferite che lui aveva leccato si chiusero, come se non fossero mai
state inferte.
Nessuno dei due parlò, solo, si guardarono, baciandosi, poi,
con passione.
«Non permetterò a nessuno…»
le
sussurrò lui fra un bacio e l’altro «di
toccare
di nuovo ciò che ritengo mio»
Sabrina arrossì, ricambiando ogni bacio con una passione mai
provata prima «Damon...» era forse vittima del suo
Potere ancora una volta?!
No... questa volta era qualcosa di veramente reale.
Lui scese a baciarle il collo, lei lo gettò indietro,
ansimando,
mentre con le mani le alzava pian piano la maglia del pigiama, baciando
ogni parte di quel corpo che iniziava a scoprire.
La privò completamente della maglia, guardandola negli occhi.
Entrambi volevano la stessa cosa.
Tornarono a baciarsi, lasciando libero sfogo alla passione.
La guardò, mentre si rivestiva, coprendole il corpo nudo.
Sorrise, baciandole la fronte.
Dormiva serena e sapeva di poterla lasciare sola. Shinichi non sarebbe
di certo tornato nuovamente la stessa notte. Lo conosceva bene.
Mai nessuna, in 500 anni, era riuscita a fargli provare un simile
desiderio carnale.
Mai, come quella sera, si era sentito così sopraffatto dalla
passione, come se fosse stato ancora uno stupido umano.
Mentre si amavano, era come se
improvvisamente il suo cuore inanimato fosse tornato a battere.
Scosse il capo, scacciando quei pensieri.
Adesso aveva cose più importanti a cui pensare.
Prese le sue sembianze di corvo, sparendo
nell’oscurità della notte.
Stefan dormiva sereno, abbracciato ad Elena.
Da quando erano tornati dalla Dimensione Oscura e il suo angelo era
riuscito a riavere la sua vita da umana grazie alle Guardiane, tutto
era tornato come prima dell'arrivo di Katherine e le prime catastrofi a
Fell's Church. In più la Zia Judit e lo Zio Robert
permettevano alla loro figlioccia di stare tranquillamente con lui
senza ricordare nulla degli avvenimenti passati. A volte poteva anche
fare colazione con loro e la piccola Margareth - la sorellina minore di
Elena -.
Damon entrò nella stanza, inarcando le sopracciglia
«Ma quanto siete romantici» fece col suo solito
tono sprezzante alla
vista dei due quasi novelli sposini.
Stefan sussultò, mettendosi seduto ed Elena,
sentendolo alzarsi, si svegliò di colpo, arrossendo alla
vista di
Damon, coprendosi il corpo seminudo con le lenzuola.
«Cosa vuoi?» Stefan infilò i jeans,
avvicinandosi al
fratello.
«Bravo, copriti, non vorrei rischiare un
voltastomaco» gli sorrise l'altro,
fingendosi allegro.
Elena sospirò «Non litigherete di nuovo,
spero»
Damon la guardò, mantenendo il sorriso «Oh, io
sono qui con buone intenzioni. Capisco che il tuo ragazzo abbia
i bollenti spiriti ancora attivi, scommettendo ciò che
avrete certamente fatto, ma calma lui, non me, lapislazzulo»
Stefan scosse il capo, esasperato ancora una volta da lui
«Seriamente, Damon, cosa vuoi? Che ci fai qui a
quest’ora?» di certo, poi, non si aspettava una sua
visita. Erano mesi che non si presentava nel suo appartamento.
Damon si appoggiò alla finestra, inarcando le braccia col
sorriso beffardo «Vuoi sapere prima una cattiva notizia o una
cattivissima notizia?»
Oo Angolino
Dell'Autrice oO
E
rieccomi qui ^^
alla fine sn riuscita ad aggiornare prima del previsto.
Vorrei
riuscire a
fare lo stesso con dark and light però -.- beh,
cercherò di aggiornare in sett anche quella.
Spero
che il nuovo
capitolo vi sia piaciuto ^^
Grazie
a tutti
quelli che continuano a seguirmi, commentando o leggendo soltanto.
Alla prossima.
MikuChan
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