Deserto e Male, diceva il foglio del giornale. Deserto e
Male avrei dovuto affrontare se volevo tornare a casa mia...
Ma non mi aspettavo certo di finire
lì.
Lì dove, tra parentesi? Non c'era niente e non udivo
niente... Cioè, la
cosa che più assomigliava a quel luogo in cui mi trovavo era la Stanza dello
Spirito e del Tempo di Dragon Ball... ma...
Di certo non lo era. Aveva qualcosa di diverso.
E soprattutto in Dragon Ball non c'era nessun
cavaliere senza volto.
Era di fronte a me, imponente sul suo cavallo, rivestito di
un'armatura completamente bianca, così come lo era
il suo immenso cavallo e... anche il cielo in quel posto.
Non aveva occhi, ma sapevo che mi stava fissando.
Poi sorrise, ma non aveva bocca con cui farlo. Però io sapevo che l'aveva appena fatto.
Scese quindi da quel cavallo, continuando a fissarmi.
Anche sceso era imponente, alto almeno due
metri e largo di spalle: una perfetta macchina da combattimento.
Però, stranamente, nonostante questo suo aspetto, non mi incuteva timore né terrore; solo molto rispetto.
Poi parlò, pur non avendo la bocca e disse:
“Dunque sei tu il Prescelto delle
Entità di questo secolo, eh?”
Prescelto... delle Entità?
“Bene, sbrigati, non so quanto tempo abbiamo, ma è comunque
meglio fare il più possibile.”
“Fare... cosa?” dissi, trovando il coraggio di parlare.
“Allenarci, ovviamente!” disse il cavaliere “Che altro
vorresti fare? Non penserai che le Entità ti abbiano mandato così allo sbaraglio, vero?”
“Le... Entità?”
“Sì, le Entità! Chi credi ti permetta di viaggiare tra un
mondo e l'altro?”
“Pensavo...” dissi, scoprendo che mi mancava il fiato “qualche mia abilità
innata...”
“Ahahaha!”rise “Sei divertente,
ragazzino! Ma che ti insegnano a scuola al giorno d'oggi?”
Sorrise di nuovo.
Cosa diavolo pensava che insegnassero a scuola?
“Ok, in pratica io sono il tuo Maestro. D'ora in poi ti
rivolgerai a me chiamandomi così e farai tutto quello che ti dirò.”
“Ehi, aspett...”
“Le spiegazioni a dopo, adesso a terra e fammi 50 flessioni”
“COSA?”
“Sdraiati e sbrigati!”
Non potei che ubbidire. La voce era carica di una tale...
decisione e forza... forza proveniente dai millenni... una forza a cui era
impossibile opporsi...
E mi sdraiai e incominciai a fare flessioni.
“Bene” diceva mentre facevo la prima flessione “ti spiego un
po' come funziona.”
Seconda flessione.
“Ogni secolo Eris, la dea della
discordia, si risveglia dal suo lungo sonno.”
Feci la terza flessione.
“E, ogni secolo, le Entità scelgono un Prescelto che ha il
compito di viaggiare tra i mondi e recuperare qualcosa, che cambia da persona a
persona. Attraverso questi viaggi il Prescelto matura e si rafforza fino a
raggiungere un grado di forza necessario per sconfiggere Eris.
Ma la dea non se ne sta certo con le mani in mano, o no! Ovviamente non può
intervenire direttamente, per cui manda qualcuno che uccida il Prescelto quando
non è ancora forte; forse ti sarà già
capitato... ragazzo? Ragazzo?”
Ero arrivato, sforzandomi grandemente, a tredici flessioni. Ma
poi non c'è l'avevo più fatta, ero crollato a terra, esausto.
“Tredici flessioni?” fece il cavaliere “Che rammollito! Eh,
spero davvero che, dopo quaranta vittorie consecutive, il mondo non si trovi
nuovamente nel chaos! Sarebbe anche un peccato per me
interromperne la serie...”
“Quaranta... vittorie consecutive?” dissi ansimando.
“Esatto! Chi credi abbia fatto vincere voi Prescelti negli
ultimi quattromila anni? Prima non c'era nessun
allenatore e arrivavano completamente impreparati di fronte a Eris.”
Non riuscivo a rispondere, avevo ancora il fiatone.
“Strano...” dissi quando finalmente riuscii a parlare “Nel
mio mondo riuscivo a farne almeno una trentina prima di cadere in questo
stato...”
“E' normale” rispose il cavaliere “Qui l'aria è più
rarefatta e la gravità un tantino maggiore; il posto perfetto per allenarti!”
“Ma scusa...”
Ricevetti un'occhiataccia che mi fece subito correggere la
frase.
“Mi scusi maestro... ma come sono arrivato qui? Dov'è Jigen?”
“Ah, per quello non preoccuparti!” disse “Questo è il Mondo
di Mezzo, un mondo che è e che non è... Il centro si può dire. Il Prescelto
arriva qui quando ha raggiunto una forza necessaria a sostenere l'allenamento.
Anche se, non saprei... solo tredici flessioni... il precedente ne fece
cinquanta senza alcuno sforzo.”
“Cinquanta?!”Strabuzzai gli occhi “Ma chi era il precedente
Prescelto, Achille?”
“No, Achille è stato uno dei Prescelti nel... non ricordo
più, comunque almeno dieci prescelti fa, credo.” mi rispose il maestro.
Si grattò la testa.
“Ma non è importante adesso, al lavoro!”
Forse non è il caso che vi racconti a quali e a quanti
massacranti allenamenti fui sottoposto.
Davvero non è il caso.
Posso solo dirvi che in confronto quelli di “Kenichi: Il Discepolo Più Forte della Storia” non erano che
bazzecole.
E posso elencarvi gli allenamenti che fece: sollevamenti con
manichini progressivamente più grandi, flessioni con castagne bollenti sotto
gli addominali e corsa con gomme di macchina appese al busto, trasportando il
maestro stesso che lo frustrava, nel frattempo.
E il mio maestro, l'esimio Cavaliere Senzavolto,
sembrava conoscere alla perfezione tutti questi tipi di allenamenti, visto che
fui sottoposto ad ognuno di essi…
Senza contare... senza contare...
Sigh!
Che questi erano tra quelli più umani!
Certo, perché avevo ragione, visto che ero il Prescelto
avevo dei poteri superfighi da utilizzare... Peccato
che per utilizzarli dovessi sottopormi ad allenamenti disumani.
Senza contare che voleva... assolutamente... senza alcuna
possibilità di rifiuto, insegnarmi ad utilizzare il mio Ki.
No, non sono un bimbominkia che
mette “K” al posto del “ch”... con il Ki intendo
l'energia interna. Avete presente la Kamehameha di
Dragon Ball, Hadouken di Street Fighter? Ecco quelle
sono manifestazioni del Ki, dell'Energia Interna.
Sarei riuscito anch'io a lanciare una Kamehameha
o un Hadouken?
Il Maestro mi rispose di No... ci voleva un allenamento
costante per esternare il proprio Ki.
Il massimo che poteva fare con me era farmi imparare ad
utilizzarlo... e a farlo scorrere dentro il corpo in modo da rendermi un po'
più resistente del normale.
Per essere offensivo avrei utilizzato la magia elementare il
cui uso era concesso al solo Prescelto, ovvero io.
La magia elementare era quella basata sui quattro elementi,
terra, acqua, fuoco, e aria.
***
Ero in alto, troppo in alto.
Sotto di me c'era solo una
foresta e, se non mi fossi fermato subito, mi sarei fatto mooooolto
male!
Provai ad armeggiare, a biascicare
qualche parola strana per fermarmi ma... riuscii a rallentare solo di poco la
mia caduta. Di molto poco.
L'aria mi sferzava addosso, colpendomi quasi fino a farmi
male. Vedevo la foresta vicinissima.
Sentii il mio nuovo cappotto sventolare nell'aria.
Le orecchie percepivano solo uno strano ronzio, unito ad un
altrettanto strano fischio.
Tuttavia, per quanto fossi preoccupato di schiantarmi
addosso ad una foresta, non potevo che godermi quella caduta da paracadutista.
Paracadutista senza paracadute, mi
ricordò una vocina interiore.
“O merda o merda o merda!” urlai, continuando ad agitare le
mani per cercare di fermarmi.
La mia voce si perse nel fragore del vento.
“O dannaz...”
Beccai un primo ramo, dritto in faccia, sotto l'occhio, che
si spezzò sotto il mio peso.
Poi sempre più giù, rompendone altri con tutti gli
arti che possedevo, graffiandomi in ogni punto umanamente possibile, pregando
di fermarmi, finché non...
“Aaaaaah...”
La mia voce andò affievolendosi sempre di più; un ramo,
bello grosso tra l'altro, aveva colpito proprio la mia parte più delicata...
Probabilmente distruggendo tutta la mia futura progenie...
Non che questo servì a fermarmi. Continuai a cadere
precipitosamente. Chiusi gli occhi per aspettare l'impatto che sapevo non mi
avrebbe ucciso ma che sicuramente mi avrebbe fatto davvero molto male, ma...
Non avvenne mai. A circa 20 metri dal suolo i miei improperi
e i miei movimenti erano serviti a qualcosa e mi ero fermato di botto.
Per poi cadere di nuovo.
“NOOOOOOOOOOOOOO!”
Caddi sul terreno... anzi, no quello non era il terreno,
cioè sarebbe stato troppo morbido. Poi ero sicuro di aver urtato contro
qualcosa o qualcuno... ma era strano perché da qualche metro in giù non
avrebbero più dovuto esserci rami....
Era qualcuno.
Lo capì visto che avevo la mano su qualcosa di
incredibilmente caldo. E morbido.
Molto morbido.
Non avevo mai sentito niente del genere.
Ma avevo l'impressione di sapere che fosse.
Continuai a tastare per accertarmene. Essì,
pensai proprio che fosse una tett...
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Mi alzai di botto, mettendomi con la schiena attaccata ad un
albero, in preda al panico.
Se fossimo stati nel mondo reale avrei potuto spiegare... e
al massimo me la sarei cavata con uno schiaffo e invece...
E invece... ero in un anime o un manga (ma in quale?) e se
la ragazza era violenta...
Potevano succedermi varie cose tra cui la terminazione
completa della mia progenie o, nel minore dei casi, pugni, schiaffi e
quant'altro che mi avrebbe mandato in orbita come solo il Team Rocket sapeva fare.
La ragazza in effetti non aveva preso bene il mio palpeggio
selvaggio, perché di palpeggio selvaggio si trattava, e mi guardava da terra
con espressione arcigna.
Ok, ok, sarò sincero. Non era arcigna. Era arrabbiata...
cioè, no, non era proprio arrabbiata... era incazzata nera... cioè... eheheh, in realtà aveva in volto un'espressione omicida, e
dire omicida era dire poco.
Il suo sguardo mi perforava e guardava oltre, come se già
non esistessi più. Certo, perché non avevo il minimo dubbio che volesse usare
la mia pelle, opportunamente svuotata degli organi interni, a mo' di scendiletto,
per poi mettermi davanti al camino mentre avrebbe sorseggiato un buon thé verde.
Poi magari, caduto il rancore e trovatomi fuori moda, sarei
stato sbattuto in soffitta e non avrei mai più rivisto la luce del sole... Se
non mille anni dopo, quando i discendenti
della ragazza mi avrebbero trovato e venduto a qualche museo.
Ma che la mia pelle, in un tempo remoto e alquanto
improbabile, divenisse un oggetto da museo non era certo il mio problema principale.
In effetti, se davvero non volevo diventare uno scendiletto,
mi sarei dovuto difendere da quella ragazza che adesso si stava alzando da
terra, sempre con quello sguardo omicida.
Beh, sguardo arcigno a parte, non si poteva certo dire che
non fosse una bella ragazza.
Era poco più bassa di me,
con una coda di cavallo e due ciocche di capelli che le scendevano davanti le
orecchie. Ed era senz'altro una ninja, quello era certo. Aveva una spada sul
fianco un po' più lunga del normale, che mi avrebbe messo volentieri in posti
innominabili. Anche questo era certo.
E io ne avevo paura.
Le sorrisi nervosamente e mi allontanai lentamente, facendo
dei passi indietro, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.
…
Esatto, la stavo trattando come un animale pericoloso.
“Allontanati, Leo, allontanati...” mi dicevo “Abbastanza,
almeno perché non ti affetti con un colpo...”
Almeno un po' dignitosamente volevo difendermi! Morire al
primo colpo dopo tutti gli allenamenti passati? Troppa fatica sprecata!
Continuai ad indietreggiare, lentamente... poi... mi girai e
incominciai a scappare a gambe levate.
“Dove credi di andare maledetto maniaco?!”
Mi girai un attimo.
Diavolo! Stava sfoderando la sua spada! E... o porc...!
A parte che la spada era lunga due volte il suo fodero.... a
parte che mi stava arrivando una strana cosa tagliente verde che aveva appena
dilaniato un albero...
Ma quale a parte! Era quello l'importante!
Mi gettai su un lato per cercare di evitarlo... MA MANCO PER
scherzo!
Quel coso mi inseguiva! Sì, mi stava maledettamente
inseguendo!
Forse avrei potuto attuare il classico scherzetto “Alla
Freezer”, ma certo quella ragazza non si meritava di fare la stessa fine di
quel megalomane asessuato. Insomma, per quanto avesse reagito male.... alla fine
la colpa era la mia... credo...
“Però” pensavo, mentre la sua lama di vento mi faceva le
basette “Non voglio certo morire io!”
E in più quella ragazza mi stava davvero sul cazzo.
Scusate la scurrilità, ma è vero.
Guardala, lì lontana! A ridere di me, non intervenendo
nemmeno! Certo! Ovvio! A lei non serviva intervenire! Ci pensavano le sue Lame
di Vento! Leonardo Silvestri non era abbastanza per farla scomodare
personalmente.
Diavolo.
No.
Cazzo.
Era ora di toglierle quel ghigno dalla faccia con una di
quelle mosse che avevo imparato quasi a costo della vita.
Misi le mani quasi come uno scudo... “E come fai a far
mettere le mani come uno scudo?” Vi starete chiedendo; ebbene, non lo so
neanche io, anche perché non è un vero scudo cioè…
volevo essere un po' epico... insomma... Ok, avete presente “Specchio riflesso
bacia il cesso?” che facevamo quando avevamo sei anni in risposta agli insulti,
insieme a l'onnipresente, “Chi lo dice lo è”? Ecco, la posizione era quella.
L’incantesimo funzionò alla perfezione! Dopotutto ci avevo
sputato sangue! Ecchecavolo!
Praticamente, la lama di vento si fermò precisamente davanti
al mio “Scudo”, per poi ritornare indietro sotto forma di “Palla d’energia
fatta di vento”.
Il principio era semplice: convertivo l’energia elementare
che mi si mandava contro in quella che solo io, il Prescelto del bla bla bla
e del bla bla bla, poteva utilizzare.
Evidentemente la ragazza non se l’aspettava per niente,
perché non ebbe che il tempo di stramazzare al suolo.
“O cazz…”
Dannazione a me e al mio spirito di cavaliere! Perché mi
dovevo preoccupare di una ragazza che non avevo mai visto?
Forse avrei fatto la stessa cosa con un uomo? No,
maledizione! Non l’avrei fatto! Però ero preoccupato ugualmente per lei,
nonostante mi avesse tirato addosso “lame del vento non meglio specificate”,
che probabilmente avevano tutta l’intenzione di dare (anche loro) un deciso
taglio alla mia futura progenie.
Quindi corsi verso di lei e mi assicurai su come stesse. Respirava e il suo cuore batteva; forse
avrebbe avuto un po’ di mal di testa quando si sarebbe svegliata…ma
vabbè…
Essì, era davvero carina ed era
sdraiata scompostamente sul terreno ricoperto di varie foglie, arancioni,
rosse, verdi…
I tipici colori autunnali. Che in quel mondo fosse autunno?
E soprattutto in quale mondo di anime o manga ero finito?
Cioè, l’unica persona che avevo incontrato era questa
ragazza... E non avevo idea di chi fosse o da quale anime venisse.
Era possibile? NAAAAAAA, non credo, sono troppo Nerd… pardon, Otaku,
per non conoscerla nemmeno di vista… Almeno che non
fosse qualche personaggio ultra secon…
La ragazza emise un gemito e lentamente riaprì gli occhi.
Diavolo! Non avevo preventivato che si sarebbe svegliata
così presto! E non volevo certo essere lì quando questo sarebbe successo! Ho capito… dovrò dire davvero addio al mio Generale e ai suoi
due Colonnelli…
O forse potevo fare del mio meglio perché questo non accadesse…
“Salve” dissi “scusa per prim..”
“Scusa per avermi palpato le tette?” disse, sempre rimanendo
per terra, con lo sguardo più truce che potesse mandarmi.
“Beh, sì” dissi incerto “Non l’ho fatto certo apposta. Sai
praticamente sono caduto…”
“Caduto da dove?” continuò la ragazza, più truce che mai
“C’ero io sopra gli alberi…”
“Ehm… beh…”
A questo punto mi venne un dubbio. A che punto era arrivata
la tecnologia di questo mondo? No, perché se le dicevo che ero caduto dal cielo
in un mondo in cui la mongolfiera non era stata ancora inventata... Nella
migliore ipotesi mi dava del bugiardo e nella peggiore…
avrebbe tentato di uccidermi!(Di nuovo!)
“In sostanza… sono inciampato
mentre camminavo su un albero più alto di quello su cui camminavi tu!”
Mi sorpresi di me stesso e della mia capacità di inventare
balle credibili (E quella era una balla credibile? In quale universo
parallelo?) in un così breve lasso di tempo.
“Beh… sembra credibile…”
disse la ragazza guardandomi sottecchi, quasi imbarazzata “E anche io ho
reagito violentemente senza neanche darti il tempo di dare spiegazioni…”
Alleluia! La ragazza l’aveva detto! Aveva riconosciuto di
essere in torto! Lei sì che avrebbe avuto un futuro! Un piccolo passo per le
ragazze violente dei manga… e un grande passo per me!
“Meglio così.” le dissi con un sorriso “Vuoi una mano?”
E, da perfetto gentiluomo qual ero, le porsi la mano per rialzarsi… mano che venne sdegnosamente ignorata, visto che
si rialzò da sola. Probabilmente ce l’aveva ancora con me.
“Ehm…”ripresi guardandola negli
occhi “Volevo sapere… ehm…
Dove siamo di preciso?”
Ecco, le feci la domanda che mi premeva di più senza pensare
alle conseguenze! Davvero geniale, Prescelto dei miei stivali!
“E tu… senza…
nemmeno sapere dove sei… Sali sugli alberi…”
“Beh, cercavo di capire dov’ero salendo in cima all’albero
più alto…”
Ancora una volta mi sorpresi della mia abilità di
contaballe: che anni di scuola mi avessero dato queste capacità soprannaturali?
“Ehm… sì, hai ragione…”disse
un po’ imbarazzata, grattandosi la folta chioma nera con nonchalant.
“Praticamente siamo nella foresta che conduce al villaggio
di Konoha.”
“CHE COOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAA?”
E quasi contemporaneamente al mio urlo, uno stormo di
uccelli si alzò in cielo, cinguettando e gracchiando.