Nel mio mondo corro.

di CreepyLullaby
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Correvi sempre, me lo ricordo bene, correvi con me, correvi con le parole nemmeno inciampavi e se succedeva a te non importava o forse non te ne accorgevi proprio

Correvi sempre, me lo ricordo bene, correvi con me, correvi con le parole, nemmeno inciampavi e se succedeva a te non importava o forse non te ne accorgevi proprio.

Mi piaceva come correvi, mi faceva sentire parte di una cosa iniziata un secolo fa, mai finita e forse nemmeno a metà. Mi è sempre piaciuto come sorridevi e mi piaceva come non portavi i capelli.

No, forse quello era uno dei motivi per i quali ho deciso che non valeva la pena scrivere sino a notte fonda. Che forse ti ricorderai come io non riesca mai a chiedere scusa e soprattutto come non riesca a lasciarmi andare e come parlo affannosamente e come ogni mio capello emani fumo. Sono un albero di nicotina e fiori. Se ci penso bene quando correvi inciampavi e ti bucavi le ginocchia e a me piaceva tanto trattarti male perché mi faceva sentire un po’ buona. E’ sempre stato brutto tempo, diciamoci la verità e diciamo pure che ora non corri più. Diciamo che ora corro io e non accetto di cadere così rischio l’esaurimento e tu ripensi a come riesco a sorridere con una sciarpa al collo.

Non mi hai mai parlato dei tuoi problemi, a grandi linee ho capito che forse a te piace solo contare i chilometri e aspettare e correre anche se ora fai finta. Ho capito anche che io mi sento sola anche in mezzo a mille persone ma mi riempie di gioia e infinita tristezza, che a me, da eterna scontenta come sono, fa impazzire, essere in  un cerchi tondo con panchine di sassi circondata da alberi.

C’era anche lei, che ora ha lasciato un anello e non verrà a riprenderselo e nemmeno a dirmi che quando rido e dico che non so se ho sete o fame sono semplicemente fantastica. Sto divagando. Gli alberi se ci penso bene, c’erano anche attorno a quei vetri, in quel prato sempre tagliato di fresco e i cartelli di divieto che dovrò vedere per anni. Odio i capelli fini e chiari. Odio anche quelli spessi e scuri e pure quelli che sembrano seta e pece. Quando non c’è nessuno, io, sto davvero bene, perché il mio mondo ha un altro nome e il mio soffitto diventa un aquilone.

 

 

 





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