(Embrance) <-- Leggere
prima di questa OS.
L’amico
è qualcuno,
che conosce la canzone del
tuo cuore e può cantartela
anche quando hai dimenticato
le parole.
La strinsi
forte contro il mio petto.
Era fragile,
mi aveva mentito al telefono, quando l’avevo chiamata la sera
prima.
“Ehi, allora sei pronta per
partire?”,
le domandai ansiosa ed emozionata.
“Certo, ho già
fatto le valigie, sono
sul letto..”.
Era strana, non mi piaceva il tono
della sua voce.
“Ehi Mel, va tutto
bene?”, le domandai
con il cuore in gola.
Se il suo
nome
fosse ancora uscito dalle sue labbra, sarai andata a cercare di persona
quell’essere
spregevole.
“Si, certo! Sai, sono solo
un po’
agitata!”, ammise.
Effettivamente la aspettava un lungo
viaggio.
“Sicura di non mentirmi? Lo
sai, di me
ti puoi fidare”.
“Si Kate, non ti
preoccupare! Vedrai che
domani andrà tutto bene. Devo pensare a come passare il
tempo sul treno. Non voglio
che le vecchiette inizino a parlarmi della loro vita”.
“Potresti chiamare una chat
erotica”,
scoppiammo subito a ridere, ricordando la chiamata con mia madre,
qualche mese
prima.
“Dai, fammi
respirare..allora, adesso
mi preparo psicologicamente. Così domani mattina
sarò bella fresca..”.
“Mel?”, avevo la
voce rotta dalla
felicità.
L’avrei vista, finalmente.
Dopo mesi di
chiacchierate telefoniche, finalmente l’avrei guardata negli
occhi.
“Si?”.
“Non vedo l’ora
che arrivi domani. Non sai
quanta voglia ho di stringerti tra le mie braccia”, e
scoppiai a piangere, come
una stupida.
“Oh, ti prego”,
anche lei aveva la voce
tremolante, “non fare così, che poi domani
inondiamo Genova se continui”.
Sorrisi, scoprendomi sempre
più
meravigliata, nel notare quanto Melanie riuscisse a risollevarmi il
morale nel
giro di pochi secondi.
“Hai ragione! Qui
c’è già abbastanza
acqua. Allora, ci vediamo domani?”.
“Fa un certo effetto
sentirlo dire”,
rise.
“Eh, non dirlo a me, che lo
devo dire..”.
“Buona notte Kate”.
“Buona notte
Panda”, sorridemmo un’ultima
volta, prima di riattaccare.
Poche ore, e finalmente avrei potuto
toccare con le mani, un sogno che finalmente diventava
realtà.
La sentii
singhiozzare.
Forse io mi
ero preparata di più, e quindi era quello il motivo per il
quale riuscivo ad
essere più lucida, ma sapevo che lei stava male per
dell’altro.
Ed io ero
lì per quello.
“Ehi
Pandina..”, cercai di farla allontanare, per guardarla negli
occhi.
“Ora mi
chiami con il tuo gatto?”, abbozzò un sorriso,
asciugandosi le lacrime.
“Certo, vedrai,
ti piacerà!”.
La strinsi
di nuovo, emozionandomi anche io, forse più di lei.
“Lo sai che
ora ci sono io con te, vero? Lo sai che non ti lascio da
sola?”.
“Si, lo
so..ed è per questo che piango. Per la prima volta, da tre
mesi, piango perché sono
felice Kate”.
Altre lacrime
solcarono le mie guance.
“Ed io
piangerò con te, amica mia, nel bene e nel male, io
starò per sempre con te..”.
Ci stringemmo
più forte, sapendo che nonostante ci fossero mille persone
in quella stazione,
nonostante il tempo, e le distanze giocassero a nostro sfavore,
l’una poteva
contare sempre sull’altra.
Ti voglio bene piccola Rò.
Ricordati che Kate
c’è.
Sempre.