SHE IS
Capitolo 4: More than this
More than this - tell me one thing
More than this - there is nothing
It was fun for a while
There was no way of knowing
Like dream in the night
Who can say where we're going
No care in the world
Maybe I'm learning
Why the sea on the tide
Has no
way of
turning
More than this -
Roxy Music
Quello
che la faceva davvero soffrire, non era tanto la sua assenza, quanto
piuttosto
accorgersi che Naozumi, dopotutto, non le mancava poi così tanto.
Sana
si rigirò nel letto, allungando una mano per afferrare il cellulare sul
suo
comodino.
Il
display le annunciava felicemente che aveva ricevuto una decina di
messaggi.
Mittente
: Naozumi.
Ed
ognuno di quei messaggi, racchiudeva una frase, un pensiero, che lui le
aveva
voluto dedicare quella notte, durante la quale sicuramente non aveva
chiuso
occhio.
La prima
notte
affrontata con la consapevolezza che lei non era più sua.
Il
messaggio che le aveva fatto più male di tutti, non era stato quello
con
scritto “Il pensiero di continuare a
vivere senza di te, mi spezza il fiato”, ma bensì “Ora
capisco come si è sentito Akito tre anni fa”.
Già,
Sana si era spesso domandata se in seguito alla loro rottura, Akito
avesse
sofferto o se invece se ne fosse andato in qualche locale a divertirsi.
Era
abbastanza convinta che la risposta fosse la prima.
-Ehi,
Sana – Fuka fece capolino dalla porta della sua stanza – Come ti senti?
– le
domandò dolcemente, accomodandosi sulla sponda del letto, accanto a
lei.
Quando
la sera prima aveva visto arrivare la sua amica, gli occhi rossi e
colmi di
lacrime, nemmeno le aveva chiesto spiegazioni : aveva già sentito
Tsuyoshi per
telefono.
Aveva
subito chiamato il suo ufficio dicendo che il giorno dopo, cioè quel giorno, sarebbe stata a casa perché
influenzata. Come sapeva mentire Fuka, nessuno mai.
Sana
le sorrise e si mise a sedere – Bene, grazie Fuka – le disse.
L’amica
le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Ti ho comprato la
colazione. Cornetto alla crema e cappuccino con cacao, la tua preferita
– le
disse, sorridente, afferrandola per la mano e strattonandola con
dolcezza per
convincerla ad alzarsi.
-Sei
un vero tesoro –
Mentre
Sana consumava la sua colazione, Fuka rimase in silenzio ad osservarla.
Sana
addentò il suo cornetto e un sottile strato di zucchero a velo si
sollevò,
depositandosi sul suo naso. La ragazza starnutì.
Fuka
rise – Sei buffa. Sembri una bambina per come mangi - .
Le
porse un fazzoletto e continuò a fissarla, le mani incrociate sotto il
suo
mento.
Sana
se ne era accorta già da prima, ma ora non poté più ignorarla – Fuka.
Perché mi
fissi così? –
Quella
sospirò –Pensieri – disse misteriosa.
-Che
pensieri? –
Fuka
rise – Pensieri su te. Su Akito. Su Naozumi –
L’amica
inarcò un sopracciglio e Fuka rise ancora. Una risata ironica e anche
abbastanza agguerrita.
-Perché
alla fine è l’eterno triangolo che finirà soltanto quando tu,
finalmente, ti
deciderai a scegliere. Akito o Naozumi?
Ti sei decisa, adesso, Sana? –
Sana
non sapeva se sentirsi aggredita da quelle parole o se rispondere
all’amica, in
modo da soddisfare quella che, all’apparenza, sembrava una semplice
curiosità
di Fuka. Alla fine optò per la seconda ipotesi.
-Io...
Io credo di aver deciso, questa volta. Per
davvero –
Fuka
sospirò –Ieri sera, io non ti ho chiesto niente. Ma immagino che tu ti
sia
incontrata con Naozumi. Tsuyoshi mi ha telefonato poco dopo essere
uscito di
casa per andare a prendere Aya – spiegò, porgendo a Sana un altro
tovagliolo di
carta per pulirsi le labbra – Posso sapere cos’è successo tra di voi? –
Sana
parve tentennare, ma alla fine rispose – L’ho lasciato –
Ebbe
poi la stranissima sensazione che Fuka si trattenesse dal saltare in
piedi ed
urlare di gioia. Ma, ovviamente, la sua amica mantenne la sua solita
compostezza.
-Davvero?
–
-Si-
-E
hai già parlato con Akito? –
-No
–
-
Cos’aspetti? –
Ecco,
ormai l’impazienza trapelava impertinente dal suo tono di voce.
Sana
sospirò – Senti, Fuka. È successo ieri. Ti sembra normale che già oggi
io mi
butti tra le braccia di Akito, prontissimo, ne sono sicura, a
consolarmi? –
Lo
sguardo di Fuka non lasciava dubbi : si,
le sembrava non solo normale, ma anche doveroso. Obbligatorio.
-Certo!
–
Appunto.
-Senti
Sana – continuò allora quella, spazientita – Tu e Akito vi amate da
quando
avete undici anni. Vi siete
finalmente messi insieme a diciotto
anni. Ne avete fatti passare sette,
ti rendi conto? A diciannove vi siete
mollati, così, per caso, e non ho alcuna voglia di sopportarti per
altri quattro anni, visto che tre
sono già passati, in attesa che voi
torniate insieme ancora, visto i vostri precedenti –
sbottò Fuka, più acida che mai.
Inutile
sottolineare che tutti quei calcoli e tutti quei numeri, fecero venire
a Sana
il mal di testa e il mal di pancia contemporaneamente.
La
ragazza sfoggiò la sua migliore espressione da babbea –Non cominciare
con
questi tuoi ragionamenti che tanto sai che non ci capisco niente. Primo. Secondo, secondo te, genio,
cosa dovrei fare allora? –
Fuka
pensò alle parole e poi squillò – La prossima volta che vedi Akito... –
cominciò, tentennante.
Sana
non era propriamente sicura che quello che avrebbe sentito le sarebbe
piaciuto.
-Ecco,
la prossima volta che lo vedi, portatelo a letto –
Sana
rimase a bocca aperta, per la sfacciataggine della sua amica.
-Sono
sicura che la salute sessuale di entrambi si risolleverà e magari,
finalmente,
la finirete di stressare la vita mia e del povero Tsuyoshi...-
concluse, un
sorriso strafottente sulla faccia.
Sana
era semplicemente senza parole.
Fuka
parve poi ripensarci – A proposito di Tsuyoshi. Lo sai che ha
cominciato a
frequentare uno psicologo? –
Sana
aggrottò le sopracciglia, non capendone il motivo – Per il bambino che
aspetta
Aya? –
Fuka
rise, ancora una volta – No. Per te ed
Akito –
*
Non
sapeva nemmeno lei come cavolo erano riuscite Fuka ed Hisae a
convincerla ad
uscire di casa quel giorno. Era il primo giorno d’autunno, ma il caldo
del
giorno prima era, se possibile aumentato. Le foglie cominciavano ad
ingiallire
e pure le giornate, nonostante l’afa incredibile, cominciavano ad
accorciarsi.
-Sana,
sveglia! Dobbiamo attraversare – la richiamò Hisae, indicando il
semaforo
divenuto verde. Sana parve svegliarsi da un sonno profondo.
-Si,
scusa. Pensavo –
Fuka
sospirò – Non ti si può proprio vedere così depressa –
Hisae
annuì – Esatto, quindi cerca di distrarti un po’ oggi. Ne hai bisogno –
sorrise.
Sana
rivolse uno sguardo di gratitudine alle sue amiche: erano veramente
fantastiche, non c’era proprio niente da dire.
La
trascinarono nella gelateria più rinomata della città dove, seduti ad
un
tavolino fuori, stavano Gomi e Tsuyoshi, in compagnia di Aya che
sorrideva,
divertita. Probabilmente il suo ragazzo le aveva appena fatto una
battuta.
I
loro amici le salutarono da lontano. A Sana si gelò il sangue nelle
vene. Prese
Fuka per un braccio e le soffiò in un
orecchio –Ehi. Dimmi che non hai invitato anche Akito, altrimenti giuro
che
scappo seduta stante –
Fuka
sbuffò – Stai tranquilla. Lo abbiamo invitato, ma ha detto che aveva da
fare.
Ricomincia a respirare, Sana – .
La
ragazza sospirò, più sollevata.
*
-Ciao
Sana – squillò Aya, alzandosi in piedi e abbracciando la sua amica.
Non
la vedeva da appena qualche giorno, ma già le mancava. Il pancino non
si notava
ancora, ma Sana provò un moto di emozione accarezzandoglielo.
-Ciao
Aya – rispose sorridendo – Come stai? –
Aya
sorrise, rilassata – Benissimo. Tsuyoshi mi stanca perché io rimanga a
riposo
sempre e si prende cura di me in ogni momento. È un po’ stressante
effettivamente – rise, quando Sana roteò gli occhi al cielo. Quando ci
si
metteva Tsuyoshi era davvero un fissato.
-Ehi
– le sussurrò l’amica all’orecchio – Che è successo tra te e Akito,
l’altro
giorno si è fiondato a casa nostra. Era abbastanza disperato – le
confidò,
l’espressione un poco preoccupata.
Sana
annuì –Tsuyoshi mi ha accennato qualcosa – ammise – Comunque penso che
Akito vi
abbia raccontato già tutto. E non ho motivo di pensare che abbia
mentito –
sospirò.
Sperò
vivamente di tagliare lì la conversazione, ma l’espressione
interrogativa di
Aya la costrinse a continuare con il suo discorso –Comunque, ieri sera
ho
lasciato Naozumi -
Come
sempre, Tsuyoshi dimostrò a Sana che, tutto sommato, raccontare i fatti
propri
alla propria migliore amica utilizzando il vecchio e sano metodo dei
bigliettini, fosse incredibilmente più sicuro. Di fatti, il ragazzo si
alzò in
piedi, strasognante e squillò – Hai lasciato Kamura, Sana? –
Quella
roteò gli occhi al cielo, rimpiangendo il fatto che lo psicologo di
Tsuyoshi
non lo avesse fatto internare in qualche clinica.
Aya
sorrise – Amore, non essere così invadente –
Quello
manco la ascoltò – Ma quale invadente.
Finalmente l’ha mollato. Ragazzi vi rendete conto di che cosa significa
questo?
–
Segni
di diniego dalla tavolata. Effettivamente sia Aya, che Hisae, che Gomi,
nonché
Sana, pendevano dalle labbra di Tsuyoshi. Fuka invece li ignorava,
trattenendosi dalla tentazione di accendere una sigaretta soltanto per
rispetto
di Aya e del bambino che portava in grembo. Tsuyoshi lo avrebbe
volentieri
strozzato. Non gli era venuto in mente che, forse, Sana preferisse
tenere tali
informazioni riservate?
Fuka
rifletté poi sul fatto che sia Sana che Akito si fossero catapultati
centinaia
di volte a casa di Tsuyoshi per fare chiarezza e per scaricare sul
povero
malcapitato tutte le loro elucubrazioni mentali. E allora non poté fare
altro
che ammirarlo, almeno un po’.
-Sana
si sta svegliando! – spiegò Tsuyoshi – Ha mollato Kamura finalmente. Ha
realizzato che non era innamorata di lui –
Una
serie di cenni di approvazione si intravidero da parte di Gomi.
Sana
ne fu irritata – Gomi, si può sapere che cavolo hai da annuire? –
Quello
la guardò male – Senti Kurata. È da quando andavamo alle elementari che
io e i
miei compagni abbiamo scommesso che tu ed Hayama vi sareste messi
insieme, che vi
sareste sposati. Finché sei stata con
quell’imbecille di Kamura, mi hai fatto perdere una quantità non ben
definita
di yen, quindi spero che al tuo pranzo di nozze ci sia molto da
mangiare,
almeno mi rifarò in qualche modo –
Hisae,
che gli stava aggrappata al braccio – giusto per spiegarci, negli
ultimi anni
aveva mollato il matusa che frequentava ai tempi delle superiori e si
era
finalmente decisa a considerare un minimo Gomi, finendo ben presto per
innamorarsi di lui. Ovviamente, pur di non ammetterlo si sarebbe
offerta come
cavia da laboratorio. Infatti non stavano proprio
insieme – non poté fare a meno di tirargli uno scappellotto sulla
testa.
Sana
era a dir poco scandalizzata : sentire i consigli di Fuka quella
mattina, le
prese in giro di Tsuyoshi e le scommesse barbare di Gomi sulla sua vita
sentimentale, l’aveva sconvolta. Begli amici, si ritrovò a pensare, ma
subito
dopo si disse di non fare la vittima, perché forse tutti loro avevano
ragione. Giusto un po’.
Tsuyoshi
continuò, felice – Devo subito dirlo ad Akito - . Tirò fuori il
cellulare dalla
tasca dei pantaloni. Fuka lo guardò e subito dopo spostò lo sguardo su
Sana.
Questa
ringhiò – Provaci. Provaci Tsuyoshi e ti giuro che tuo figlio rimarrà
orfano –
L’amico
continuò a sorridere, ironico – E’ una minaccia, Sana? –
Ignorandola
bellamente, compose il numero di Akito e si allontanò dal tavolo dove
stava con
i suoi amici. Almeno mentre gli raccontava la bella novella e gli
faceva una
ramanzina per convincerlo (perché si, Tsuyoshi già sapeva che ci
sarebbe stato
bisogno di convincerlo) ad andare da Sana quella stessa sera, voleva un
po’ di
privacy.
Sana
si alzò in piedi ma Gomi scattò al suo fianco e la rimise a sedere.
-Bene,
ora in questo mondo uno non può nemmeno decidere da sé della propria
vita
sentimentale. Bene! E mi raccomando Fuka, Aya ed Hisae, non toglietemi
questo
scorfano di dosso, mi dona così tanto – Sana era fuori di sé, rimbeccò
le sue
amiche, che però si limitarono a ridere.
Fuka
non ce la fece più e si accese una sigaretta – Scusami Aya, ma con
questa
idiota nei paraggi proprio non posso resistere. Senti Sana – le disse,
rivolgendo lo sguardo su di lei – Visto che a quanto pare tu sei
completamente
tarda ed incapace di gestire la tua vita, è arrivato il momento che ci pensiamo noi –
Hisae
annuì, ringraziando un attimo il cameriere che aveva portato loro i
gelati
ordinati – Esatto Sana, anche perché… -
Assaggiò
un po’ di gelato alla fragola e, dalla sua espressione, parve
apprezzare
moltissimo.
-A
che cosa servono, sennò, gli amici? –
*
Non
riusciva a capacitarsene. Che Sana fosse da sempre stata poco normale,
lo
sapeva, eccome se lo sapeva, la conosceva dall’ultimo anno delle
elementari. Ma
che per un confronto avuto con lui mettesse in discussione una storia
durata la
bellezza di due anni (persino più della loro) gli sembrava troppo,
persino per
lei.
E
poco importava che Tsuyoshi gli avesse detto che quel folletto dai
capelli
rossi fosse ancora innamorata di lui.
Dettagli, così
li aveva
chiamati lui per telefono mentre, ancora sconvolto, cercava di dare un
senso al
vociare allegro del suo amico, dall’altro capo del ricevitore.
-Akito!
Akito, ho
grandi novità. Sana ha lasciato Kamura –
Akito
si ricordò di come, improvvisamente, la stanza avesse cominciato a
girare. Era
stato costretto a sedersi sul suo letto, altrimenti, ne era certo, le
gambe non
lo avrebbero sorretto.
-Cosa? –
In
un sussurro, in una carezza di voce appena roca ed udibile, Akito aveva
posto
la sua domanda.
-Hai
capito
benissimo. Stasera… Stasera vai da lei e parlale –
E
quella rabbia, che sempre affiorava in superficie come
rifiuti abbandonati in acque troppo agitate,
di chi gli diceva cosa fare e
soprattutto come.
-Te lo
puoi
sognare. Io stasera non vado da nessuna parte –
Aveva
sentito distintamente lo sbuffare scocciato di Tsuyoshi. Ormai non si
dava più
nemmeno la pena di nasconderglielo. Chissà quanto doveva essere
stressato, quel
povero uomo.
-Okay – gli aveva concesso – Fai quello che
vuoi. Te lo dico Akito, non
mi interessa più. Non venire più a piangere a casa mia, non ci sarò più
per te.
– subito si era corretto – O meglio, non
ci sarà più per le questioni che riguardano Sana –
E
poi l’aveva buttata li, quella mezza frase che lo aveva fatto sperare,
che gli
aveva fatto mancare un battito, riaccendendo quella fiamma vitale che
nel suo
cuore si era spenta molto tempo addietro. Da quando lei non c’era più.
-Una
volta tanto
che siamo riusciti a convincere Sana –
Akito
lo sapeva, quella frase di Tsuyoshi non era stata sparata a caso. Non a caso Tsuyoshi aveva scelto ormai il
suo futuro come arredatore. Piazzare il mobilio giusto al posto giusto.
E,
ahimè, il suo amico era in grado di fare la stessa cosa anche con le
parole.
-Che
cosa? –
E
la sua domanda, che lasciava trapelare fin troppa curiosità. Attesa. Finalmente ripagata.
Akito
stava correndo come un pazzo fino a casa di Sana. Certo, forse prendere
un taxi
o la macchina che aveva parcheggiato in garage sarebbe stato meglio. Ma
con il
traffico di quell’ora correva il rischio di arrivarci il giorno dopo da
Sana. E
lui aveva già aspettato. Pure troppo.
Puzzava,
la sudata che si era fatto correndo per tutti quei chilometri non era
mica uno
scherzo. E al diavolo tutte le ragazzette che ai tempi delle superiori
spargevano storie favoleggianti su di lui che sudava profumo. In quel
momento
puzzava, eccome!
Non
che gliene importasse poi tantissimo.
Trovò
il portone del palazzo di Sana aperto e ringraziò qualcuno lassù per la
sua
botta di fortuna. Qualcosa nel suo cervello gli suggeriva che riuscire
a parlare
con Sana, convincerla ad aprirgli la porta, non fosse proprio
facilissimo,
visto quanto era orgogliosa.
Cominciò
a scagliare una lunga serie di pugni sulla sua porta di casa.
-Chi
è? –
Bene,
era in casa. Il tono circospetto della voce gli aveva anche lasciato
intuire
che lei avesse capito perfettamente chi si nascondeva dietro la porta,
chi era
quel pazzo che a quell’ora di sera bussava con quella forza inaudita.
-Sana,
apri! Subito. Sono Akito –
-NO!-
-Sana,
non fare la bambina apri subito questa porta o giuro che la sfondo –
*
Quello
era esattamente il genere di minaccia che si aspettava da Akito. Perché
lei lo
sapeva fin troppo bene che lui, se preso alla sprovvista, avrebbe anche
trovato
la forza di buttare giù quella porta. Fu per questo che Sana si
auto-convinse
ad aprirgli.
L’Akito
che le si parò davanti ansimava e aveva la fronte imperlata di sudore.
I suoi
occhi frugarono a lungo sul viso di Sana alla ricerca dei suoi: quando
li
trovarono, non li lasciò più andare. E Sana nemmeno cercò di
sfuggirgli. Sapeva
che tanto sarebbe stato tutto inutile.
-Che
cosa vuoi? –
Aveva
addosso un forte odore di sudore, misto all’odore di bagnoschiuma
sportivo che
lui utilizzava sempre quando si faceva la doccia.
Entrò
in casa, richiudendosi la porta alle spalle e continuando a fissarla
negli
occhi.
-Perché
hai lasciato Kamura? –
Lei
strinse i pugni e lo guardò minacciosa – Non sono affari tuoi. Vattene
ora –
-Sei
una stupida Sana! –
-Ti
ho già detto che non sono affari tuoi –
-Sei
in casa da sola? –
-Cosa
te ne frega –
-Rispondimi
–
-Si!
Fuka è uscita poco fa –
Akito
non poté fare a meno di accorgersi quanto la desiderasse. Sana era lì,
davanti
a lui, con indosso i pantaloncini corti del pigiama – le lasciavano
scoperte le
gambe e questo non andava affatto bene
– e quella maglietta con le maniche troppo lunghe che lui le aveva
regalato due
anni prima. Ai piedi aveva due calzettoni.
“La solita contraddittoria. Con questo caldo
porta una maglietta a maniche lunghe e le calze”. Sorrise.
Sana
se ne accorse –Allora, che diavolo hai da ridere, idiota? –
-Adesso
cominci ad insultare, Kurata? – le domandò, il tono di voce dolce come
una
pioggia di zucchero a velo sulle loro figurine arrabbiate.
-Che
cosa significa? –
Akito
sospirò – Quando non sai più dove andare a parare, cominci ad
insultarmi. Se
non ti conoscessi, potrei pensare che tu abbia paura –
Sana
strinse i pugni e digrignò i denti, avvicinandosi a lui – Io non ho
paura di
niente. Tanto meno di te, Akito –
Quello
la fissò, ancora sorridente – Allora perché non mi spieghi perché hai
lasciato
Kamura. Perché non possiamo discutere come due persone civili? –
Sana
lo guardò male per qualche istante e poi abbassò i pugni – L’ho
lasciato perché
mi sono accorta che non ero più innamorata di lui – ammise, riportando
le sue
mani all’altezza e nella stessa posizione di prima.
Akito
rise, osservandola e cominciò a desiderare di poterla baciare più di
qualsiasi
altra cosa al mondo - Come hai fatto ad
accorgerti? –
Vide
Sana tentennare, incerta. La osservò mentre i suoi occhi perdevano la
concentrazione e gli venne quasi istintivo ordinarle di guardarlo negli
occhi.
-Guardami,
mentre ti sto parlando. Come hai fatto ad accorgerti che non amavi più
Kamura?
- le domandò ancora, il tono di voce
incalzante.
Sana
tornò a fissarlo con uno sguardo di sfida – Ho parlato con Fuka e
Tsuyoshi che
mi hanno aperto gli occhi – ammise e si complimentò subito dopo con se
stessa
per quanto fosse stata brava a divagare.
Ma
Akito era più furbo – A proposito di cosa
hai parlato con loro? –
L’animale
che
scappa, ormai in trappola, a cui sono state precluse tutte le vie di
fuga.
Akito
le si fece più vicino. Talmente tanto vicino che i loro corpi si
sfioravano.
Sana fu costretta ad inclinare ancora di più la testa all’indietro per
poterlo
guardare negli occhi.
Un’altra
cosa che Akito aveva sempre adorato di Sana era che lei, rispetto a
lui, fosse
così piccola. Sana non era una tappa,
intendiamoci, per essere una ragazza aveva un fisico anche molto
slanciato,
solo che confronto a lui sembrava un po’ una formichina.
Tra
le sensazioni più belle che lui ricordava, c’era quella di sentirla
accoccolarsi sul suo corpo prima di addormentarsi, mentre lui le
passava le
braccia intorno a quella vita così sottile che si ritrovava.
-Allora?
–
Sana
parve incerta quando gli rispose, la voce proveniente dalle sue labbra
appena
udibile – Beh, con loro parlavo di Naozumi, no? –
Lui
inarcò un sopracciglio – Di Naozumi?
–
-Si-
-E
ti aspetti che io ci creda? –
-Dovresti
–
-Ma
smettila –
-Davvero
–
-Perché?-
-Perché
è la verità –
Litigare.
Con quel
tono di voce così squisito che aveva indotto entrambi a desiderarlo
ancora, e
ancora, fino ad essere completamente sazi. E accorgersi che sazi, l’uno
dell’altra, non lo sarebbero stati mai.
Akito
le passò le braccia intorno alla vita e l’avvicinò a sé ancora di più.
Quello
che prima era un innocente sfiorarsi di tessuti maledetti che
nascondevano ad
entrambi la pelle calda ed invitante dell’altro, ora era contatto, puro
scontro
di due corpi elettrici che desideravano soltanto fondersi in uno con
una
scarica di piacere divina.
Inclinò
il capo verso quello di Sana e poté sentire lei che tratteneva il
respiro, in
attesa. Gli occhi, appena velati di
paura, non riuscivano a nascondere stavolta il desiderio che vi
aleggiava come
un fantasma costretto a rifugiarsi dietro ad ogni angolo per non farsi
vedere. Per anni. Ad Akito non servì altro.
-Ma
stai zitta, bugiarda! –
Un
attimo dopo le sue labbra furono ancora una volta contro quelle di lei.
E il
ricordo di quel sogno che continuava a tormentarlo da qualche settimana
a
questa parte, si rese conto, non rendeva giustizia a quella bocca dolce
che lui
aveva desiderato con tutto se stesso.
Cominciò
a baciarla con una passione talmente forte da apparire quasi
tormentata,
l’urgenza di lei cresceva insieme alla foga con cui Sana adesso si
aggrappava a
lui.
Gli
passò le braccia dietro al collo e si alzò in punta di piedi per
poterlo
raggiungere meglio. Lui la strinse più forte, attirandola ancora di più
contro
il suo corpo.
Le
baciò le labbra, cercò la sua lingua con la propria per poterci
giocare, per
poterla accarezzare, come se fosse l’unica cosa di cui lui aveva
bisogno in
quel momento.
Come? Quella
era l’unica cosa di cui lui aveva
bisogno in quel momento.
Quando
si staccò da lei per riprendere fiato, la sentì gemere e non passò
molto tempo
prima che lui riprendesse possesso delle sue labbra, strappandole un
bacio
mozzafiato.
Sentì
la mano di Sana insinuarsi sotto la propria maglietta, bisognosa di un
contatto
maggiore con lui.
Era sua.
Ma
a quel punto una voce nella sua testa, gli suggerì di scostarla da sé.
Sana
apparve visibilmente frastornata.
-Cosa…-
riuscì a malapena a biascicare, mentre lui allontanava il proprio corpo
dal
suo.
Akito
mise su un cipiglio adorabile –Niente, Kurata. Mi fermerei più che
volentieri
con te, stanotte – dicendole questo
ebbe la fortuna di vederla arrossire, come una bambina – Ma ho
decisamente
bisogno di una doccia e temo che, se me la facessi qui, distruggerei l’incanto –
Sana
parve contrariata, ma ancora in subbuglio dai baci di poco prima non
riuscì a
dire una parola.
Akito
le si avvicinò ancora, per depositarle sulle labbra un lungo bacio
carico di
desiderio, accompagnato da un sospiro. Poi si scostò da lei e si
diresse verso
la porta d’ingresso, alle sue spalle.
-Buonanotte!
–
Sana
rimase a fissare la porta di casa per qualcosa come dieci minuti. Poi
si
riscosse e corse subito a prendere in mano il telefono.
Avrebbe
avuto qualcos’altro di cui parlare a Tsuyoshi il che, già lo sapeva, lo
avrebbe
costretto a tornare in analisi.
I could feel at the time
There was no way of knowing
Fallen leaves in the night
Who can say where they're blowing
As free as the wind
And hopefully learning
Why the sea on the tide
Has no
way of
turning
More than this -
Roxy Music
****************************************
Eccomi
qua, puntuale anche se sono sotto esami – sinceramente? Non mi sto
ammazzando
di studio per niente, come va, va e non vedo l’ora delle vacanze per
potermi
dedicare alla scrittura, alla lettura, ad uscire tutto il giorno e
basta studio
._. Non vi interessa, giusto? :D
Passando al capitolo : pareri? Sto dando larga – larghissima –
importanza agli
amici di Sana e Akito, ritengo (ribadisco, l’ho già detto mille volte)
che
senza di loro ‘sti due testoni non combinerebbero nulla. Infatti se è
successo
quello che è successo, è solo perché Tsu – in questo caso – si è
imposto con
Akito.
Passo
a ringraziare tutte voi :
roby5b:
l’unica ragazza
che, a parte Sana, potrà mettersi con Akito è la sottoscritta (perché
io lo amo
davvero *-*). Cavolate a parte, vedrai che altri scherzi combinerà la
gelosia.
Ma stavolta, dovranno cavarsela da soli, altro che amici sempre pronti
ad
imboccarli. Bacio **
ryanforever: *-* ma
grazie,
anche per l’attenta analisi del capitolo e delle reazioni dei
personaggi – sono
contenta che tu abbia trovato certi comportamenti “da loro”. Alla fine
è stato
Akito ad andare da Sana, ma solo perché Tsu l’ha convinto, altrimenti
avremmo
tirato avanti questa storia per secoli ._. Bacio bella! **
trixina: TU!
Ormai ho
deciso che mi ispiri troppo per la scrittura – continua! Natsumi io
personalmente la adoro e le litigate con Akito sono stupende –
nell’anime le ho
adorate tutte! Al tuo “Naozumi ha cercato di fare l’uomo” sono
scoppiata *-* Io
lo odio, non ci posso fare niente ._. Un bacione **
Midao: e
finalmente
Tsuyoshi smetterà di andare in analisi, povero uomo con questi due
idioti prima
o poi impazzirà :D Mmm, più che felice Akito era sconvolto, ma visti i
suoi canoni
(per ciò che riguarda le emozioni) è più o meno la stessa cosa ._. Al
solito,
onoratissima di un tuo commento. Un bacio ^_^
Castiel: mancata è poco, le tue recensioni le adoro
troppo, senza contare il fatto che ti sciroppi sempre tutte le canzoni
e sei un
tesoro. Mi soffermo sul discorso “come descrivo Akito” : a me piace più
scrivere di lui che di Sana, sai? Non so per quale motivo, ma tra i due
la
sensazione che lui sia sempre quello più coinvolto. Sana... è sempre
troppo
stordita, ma lo ama anche lei! :D Un bacio enorme **
marypao: a quanto vedo l’odio verso il povero (?)
Naozumi è abbastanza diffuso. Compatiamolo, d’accordo :D Sono contenta
che le
frasi che hai citato ti siano piaciute tanto, al solito ci perdo quarti
d’ora
interi della mia vita dietro a queste storie. Un bacione grande **
dancemylife: ecco
vedi? Lo
sapevo che tu eri una ragazza intelligente. Ti sei espressa in merito a
Tsuyoshi nel modo corretto. Senza di lui sarebbe un macello ._. (modo
di dire
coniato da conoscenti, ormai sono contagiata anch’io!). Ti veniva quasi
da
piangere per Nao? Che cos’ho combinato?! Ç__ç Consolati con Sana e
Akito
tesoro. Bacio **
Mantovanina: ._.
lontana! Tu –
tu – mi spii! Allora, posso dirti che sul lavoro ci hai quasi (quasi)
beccato.
E come tu ci sia riuscita, non ne ho idea. Non voglio dirti niente, ma
diciamo
che la questione “lavoro” assumerà una certa importanza nei prossimi
capitoli.
Un bacione grande **
_Rob_ : ehi,
mi hai
perforato un timpano con il tuo urlo! ^_^ Fare la scrittrice sarebbe
stupendo
ora che ci penso, ma no, non credo di essere all’altezza. Comunque,
dai, povero
Nao, lui amava Sana tantissimo, lei lo ha scaricato. Lascialo piangere,
tanto
le sue lacrime non cambiano la situazione. Lei è e rimane di Akito.
Bacio **
Deb:
tesoro! Com’è
andato l’esame? Quanto siamo prese tutte con questo studio – a
proposito,
comincio ad odiare matematica ._. Akito frustrato è un immagine troppo,
ma
troppo, bella. Probabilmente è come dici tu, ma in questo capitolo come
hai
visto, è riuscito a trattenersi. Mi odi per il mancato zum-zum? No
ç___ç Un
bacione **
Ili91: sorvoliamo sulla questione
maturità che è meglio ._. Due giorni e comincia, panico! I tuoi
dialoghi con
Naozumi sono meravigliosi – sul serio – specialmente quando gli hai
detto “Tu,
invece... sei solo inutile”. Ma LOL. :D Spero che questo capitolo ti
abbia
aiutato a staccare un po’. Un bacio ** e buono studio.
Smemo92: hai
beccato in
pieno la questione e, tra le tue parole, c’è un piccolo indizio su come
si
evolverà la storia in un prossimo futuro. Tsu che si preoccupa per Aya
è...
Esasperante! Felicissima che tu abbia apprezzato l’apparizione di
Natsumi. La
adoro troppo quella ragazza. Un bacione **
fragolina92: “quel
coso
femmineo di Kamura”. Credo di aver avuto una crisi respiratoria a causa
delle
troppe risate. I tuoi dialoghi con Nao, certo, hanno contribuito.
Felicissima
del tuo fioretto e che la storia ti piaccia. Spero che anche questo
capitolo ti
sia piaciuto. Bacio **
_Dangerous_Child_ : oh
mio Dio, una
delle storie più belle della sezione? ^///^ A momenti mi sciolgo, ma
grazie.
Sei davvero un tesoro, lo sai? Brava, la farsa non poteva continuare,
chiaramente, e Sana l’ha capito. Eccoti come si evolve la faccenda **
Bacio.
Tin_Tin: ma si,
una buona
dose di insulti per Nao ci sta sempre bene (io dico che ha i capelli viola
il che, non so cosa c’entra, ma me lo fa odiare ancora di più :D).
Akito torna
con Sana, ma sappi che se lei dovesse rifiutarlo me lo prendo prima io.
Si sì
(: Un bacione bella **
Yesterday:
tesoro, eh alla
fine ti avrei aspettata comunque perché il mio tranquillo pomeriggio si
è
trasformato in una “tremenda mezza giornata”. U.U gli errori filo
subito a
correggerli – grazie che li hai notati bimba – mentre, ehm, sono felice
che tu
ti sia immedesimata in Nao. Odio a parte penso che lui ci stia male,
visto che
di Sana era ed è tuttora innamorato. Il Tsu POWER non l’avevo ancora
sperimentato, diciamo che ne è disseminata tutta la storia *-* E... Sì.
Akito
tutte vorremmo baciarlo, l’unica cretina che non se ne accorge è Sana – al solito ._. Grazie, semplicemente,
di tutto tesoro! Un bacione **
Ragazze.
Siete magnifiche. Fantastiche. Dico sul serio, se con lo studio trovo
l’entusiasmo per continuare a postare, è solo merito vostro. Grazie *_*
Il
quinto capitolo sarà “Tentazione”, ancora devo decidere se lasciarlo in
italiano o metterlo all’inglese. Vedremo. Comunque, a quel punto sì che
mi
odierete .__. Non dico nient’altro.
Ringrazio
tutti quelli che hanno messo la storia tra le Ricordate, tra le
Preferite e le
Seguite. E, già che ci sono, anche chi continua a farlo con “My Sorrow”
–
vedere che i numeri continuano ad aumentare... Mi fa perdere un
battito, ogni
volta *-* Grazie.
Alla
prossima settimana quindi.
Una
pioggia di baci.
Ale69
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