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Autore: Gillywater    21/06/2010    16 recensioni
La storia tra Sana e Akito è finita da tre lunghi anni. Lei ora sta con Naozumi e lui, come sempre, cerca di fare chiarezza nel caos che ha in mente. Ma cosa potrebbero mai combinare, quei due, senza l'aiuto provvidenziale degli amici?
"Fuka non era propriamente annoiata, solo che quella storia era stata costretta a sentirla per anni. Anni. Non confidenze sussurrate nei bagni della scuola, che si perdevano in uno sbuffo di fumo, mentre la sigaretta stretta tra le dita si consumava. Anni. Ore continue della sua vita che lei e Tsuyoshi, soprattutto, avevano passato a scervellarsi per capire quali contorti ragionamenti si nascondessero dietro le menti malate di Akito e Sana. E nessuno dei due, quasi servisse qualcosa sottolinearlo, riusciva a capire perché si erano lasciati e perché attendessero tanto tempo a rimettersi insieme."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SHE IS

Capitolo 4: More than this

 
More than this - tell me one thing
More than this - there is nothing
It was fun for a while
There was no way of knowing
Like dream in the night
Who can say where we're going
No care in the world
Maybe I'm learning
Why the sea on the tide
Has no way of turning
                   More than this - Roxy Music
 
Quello che la faceva davvero soffrire, non era tanto la sua assenza, quanto piuttosto accorgersi che Naozumi, dopotutto, non le mancava poi così tanto.
Sana si rigirò nel letto, allungando una mano per afferrare il cellulare sul suo comodino.
Il display le annunciava felicemente che aveva ricevuto una decina di messaggi.
Mittente : Naozumi.
Ed ognuno di quei messaggi, racchiudeva una frase, un pensiero, che lui le aveva voluto dedicare quella notte, durante la quale sicuramente non aveva chiuso occhio.
La prima notte affrontata con la consapevolezza che lei non era più sua.
Il messaggio che le aveva fatto più male di tutti, non era stato quello con scritto “Il pensiero di continuare a vivere senza di te, mi spezza il fiato”, ma bensì “Ora capisco come si è sentito Akito tre anni fa”.
Già, Sana si era spesso domandata se in seguito alla loro rottura, Akito avesse sofferto o se invece se ne fosse andato in qualche locale a divertirsi.
Era abbastanza convinta che la risposta fosse la prima.
-Ehi, Sana – Fuka fece capolino dalla porta della sua stanza – Come ti senti? – le domandò dolcemente, accomodandosi sulla sponda del letto, accanto a lei.
Quando la sera prima aveva visto arrivare la sua amica, gli occhi rossi e colmi di lacrime, nemmeno le aveva chiesto spiegazioni : aveva già sentito Tsuyoshi per telefono.
Aveva subito chiamato il suo ufficio dicendo che il giorno dopo, cioè quel giorno, sarebbe stata a casa perché influenzata. Come sapeva mentire Fuka, nessuno mai.
Sana le sorrise e si mise a sedere – Bene, grazie Fuka – le disse.
L’amica le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Ti ho comprato la colazione. Cornetto alla crema e cappuccino con cacao, la tua preferita – le disse, sorridente, afferrandola per la mano e strattonandola con dolcezza per convincerla ad alzarsi.
-Sei un vero tesoro –
 
Mentre Sana consumava la sua colazione, Fuka rimase in silenzio ad osservarla.
Sana addentò il suo cornetto e un sottile strato di zucchero a velo si sollevò, depositandosi sul suo naso. La ragazza starnutì.
Fuka rise – Sei buffa. Sembri una bambina per come mangi - .
Le porse un fazzoletto e continuò a fissarla, le mani incrociate sotto il suo mento.
Sana se ne era accorta già da prima, ma ora non poté più ignorarla – Fuka. Perché mi fissi così? –
Quella sospirò –Pensieri – disse misteriosa.
-Che pensieri? –
Fuka rise – Pensieri su te. Su Akito. Su Naozumi –
L’amica inarcò un sopracciglio e Fuka rise ancora. Una risata ironica e anche abbastanza agguerrita.
-Perché alla fine è l’eterno triangolo che finirà soltanto quando tu, finalmente, ti deciderai a scegliere. Akito o Naozumi? Ti sei decisa, adesso, Sana? –
Sana non sapeva se sentirsi aggredita da quelle parole o se rispondere all’amica, in modo da soddisfare quella che, all’apparenza, sembrava una semplice curiosità di Fuka. Alla fine optò per la seconda ipotesi.
-Io... Io credo di aver deciso, questa volta. Per davvero
Fuka sospirò –Ieri sera, io non ti ho chiesto niente. Ma immagino che tu ti sia incontrata con Naozumi. Tsuyoshi mi ha telefonato poco dopo essere uscito di casa per andare a prendere Aya – spiegò, porgendo a Sana un altro tovagliolo di carta per pulirsi le labbra – Posso sapere cos’è successo tra di voi? –
Sana parve tentennare, ma alla fine rispose – L’ho lasciato –
Ebbe poi la stranissima sensazione che Fuka si trattenesse dal saltare in piedi ed urlare di gioia. Ma, ovviamente, la sua amica mantenne la sua solita compostezza.
-Davvero? –
-Si-
-E hai già parlato con Akito? –
-No –
- Cos’aspetti? –
Ecco, ormai l’impazienza trapelava impertinente dal suo tono di voce.
Sana sospirò – Senti, Fuka. È successo ieri. Ti sembra normale che già oggi io mi butti tra le braccia di Akito, prontissimo, ne sono sicura, a consolarmi? –
Lo sguardo di Fuka non lasciava dubbi : si, le sembrava non solo normale, ma anche doveroso. Obbligatorio.
-Certo! –
Appunto.
-Senti Sana – continuò allora quella, spazientita – Tu e Akito vi amate da quando avete undici anni. Vi siete finalmente messi insieme a diciotto anni. Ne avete fatti passare sette, ti rendi conto? A diciannove vi siete mollati, così, per caso, e non ho alcuna voglia di sopportarti per altri quattro anni, visto che tre sono già passati, in attesa che voi torniate insieme ancora, visto i vostri precedenti –  sbottò Fuka, più acida che mai.
Inutile sottolineare che tutti quei calcoli e tutti quei numeri, fecero venire a Sana il mal di testa e il mal di pancia contemporaneamente.
La ragazza sfoggiò la sua migliore espressione da babbea –Non cominciare con questi tuoi ragionamenti che tanto sai che non ci capisco niente. Primo. Secondo, secondo te, genio, cosa dovrei fare allora? –
Fuka pensò alle parole e poi squillò – La prossima volta che vedi Akito... – cominciò, tentennante.
Sana non era propriamente sicura che quello che avrebbe sentito le sarebbe piaciuto.
-Ecco, la prossima volta che lo vedi, portatelo a letto –
Sana rimase a bocca aperta, per la sfacciataggine della sua amica.
-Sono sicura che la salute sessuale di entrambi si risolleverà e magari, finalmente, la finirete di stressare la vita mia e del povero Tsuyoshi...- concluse, un sorriso strafottente sulla faccia.
Sana era semplicemente senza parole.
Fuka parve poi ripensarci – A proposito di Tsuyoshi. Lo sai che ha cominciato a frequentare uno psicologo? –
Sana aggrottò le sopracciglia, non capendone il motivo – Per il bambino che aspetta Aya? –
Fuka rise, ancora una volta – No. Per te ed Akito
 

*

 
Non sapeva nemmeno lei come cavolo erano riuscite Fuka ed Hisae a convincerla ad uscire di casa quel giorno. Era il primo giorno d’autunno, ma il caldo del giorno prima era, se possibile aumentato. Le foglie cominciavano ad ingiallire e pure le giornate, nonostante l’afa incredibile, cominciavano ad accorciarsi.
-Sana, sveglia! Dobbiamo attraversare – la richiamò Hisae, indicando il semaforo divenuto verde. Sana parve svegliarsi da un sonno profondo.
-Si, scusa. Pensavo –
Fuka sospirò – Non ti si può proprio vedere così depressa –
Hisae annuì – Esatto, quindi cerca di distrarti un po’ oggi. Ne hai bisogno – sorrise.
Sana rivolse uno sguardo di gratitudine alle sue amiche: erano veramente fantastiche, non c’era proprio niente da dire.
La trascinarono nella gelateria più rinomata della città dove, seduti ad un tavolino fuori, stavano Gomi e Tsuyoshi, in compagnia di Aya che sorrideva, divertita. Probabilmente il suo ragazzo le aveva appena fatto una battuta.
I loro amici le salutarono da lontano. A Sana si gelò il sangue nelle vene. Prese Fuka per un braccio e le  soffiò in un orecchio –Ehi. Dimmi che non hai invitato anche Akito, altrimenti giuro che scappo seduta stante –
Fuka sbuffò – Stai tranquilla. Lo abbiamo invitato, ma ha detto che aveva da fare. Ricomincia a respirare, Sana – .
La ragazza sospirò, più sollevata.
 

*

 
-Ciao Sana – squillò Aya, alzandosi in piedi e abbracciando la sua amica.
Non la vedeva da appena qualche giorno, ma già le mancava. Il pancino non si notava ancora, ma Sana provò un moto di emozione accarezzandoglielo.
-Ciao Aya – rispose sorridendo – Come stai? –
Aya sorrise, rilassata – Benissimo. Tsuyoshi mi stanca perché io rimanga a riposo sempre e si prende cura di me in ogni momento. È un po’ stressante effettivamente – rise, quando Sana roteò gli occhi al cielo. Quando ci si metteva Tsuyoshi era davvero un fissato.
-Ehi – le sussurrò l’amica all’orecchio – Che è successo tra te e Akito, l’altro giorno si è fiondato a casa nostra. Era abbastanza disperato – le confidò, l’espressione un poco preoccupata.
Sana annuì –Tsuyoshi mi ha accennato qualcosa – ammise – Comunque penso che Akito vi abbia raccontato già tutto. E non ho motivo di pensare che abbia mentito – sospirò.
Sperò vivamente di tagliare lì la conversazione, ma l’espressione interrogativa di Aya la costrinse a continuare con il suo discorso –Comunque, ieri sera ho lasciato Naozumi -
Come sempre, Tsuyoshi dimostrò a Sana che, tutto sommato, raccontare i fatti propri alla propria migliore amica utilizzando il vecchio e sano metodo dei bigliettini, fosse incredibilmente più sicuro. Di fatti, il ragazzo si alzò in piedi, strasognante e squillò – Hai lasciato Kamura, Sana? –
Quella roteò gli occhi al cielo, rimpiangendo il fatto che lo psicologo di Tsuyoshi non lo avesse fatto internare in qualche clinica.
Aya sorrise – Amore, non essere così invadente –
Quello manco la ascoltò – Ma quale invadente. Finalmente l’ha mollato. Ragazzi vi rendete conto di che cosa significa questo? –
Segni di diniego dalla tavolata. Effettivamente sia Aya, che Hisae, che Gomi, nonché Sana, pendevano dalle labbra di Tsuyoshi. Fuka invece li ignorava, trattenendosi dalla tentazione di accendere una sigaretta soltanto per rispetto di Aya e del bambino che portava in grembo. Tsuyoshi lo avrebbe volentieri strozzato. Non gli era venuto in mente che, forse, Sana preferisse tenere tali informazioni riservate?
Fuka rifletté poi sul fatto che sia Sana che Akito si fossero catapultati centinaia di volte a casa di Tsuyoshi per fare chiarezza e per scaricare sul povero malcapitato tutte le loro elucubrazioni mentali. E allora non poté fare altro che ammirarlo, almeno un po’.
-Sana si sta svegliando! – spiegò Tsuyoshi – Ha mollato Kamura finalmente. Ha realizzato che non era innamorata di lui –
Una serie di cenni di approvazione si intravidero da parte di Gomi.
Sana ne fu irritata – Gomi, si può sapere che cavolo hai da annuire? –
Quello la guardò male – Senti Kurata. È da quando andavamo alle elementari che io e i miei compagni abbiamo scommesso che tu ed Hayama vi sareste messi insieme, che vi sareste sposati. Finché sei stata con quell’imbecille di Kamura, mi hai fatto perdere una quantità non ben definita di yen, quindi spero che al tuo pranzo di nozze ci sia molto da mangiare, almeno mi rifarò in qualche modo –
Hisae, che gli stava aggrappata al braccio – giusto per spiegarci, negli ultimi anni aveva mollato il matusa che frequentava ai tempi delle superiori e si era finalmente decisa a considerare un minimo Gomi, finendo ben presto per innamorarsi di lui. Ovviamente, pur di non ammetterlo si sarebbe offerta come cavia da laboratorio. Infatti non stavano proprio insieme – non poté fare a meno di tirargli uno scappellotto sulla testa.
Sana era a dir poco scandalizzata : sentire i consigli di Fuka quella mattina, le prese in giro di Tsuyoshi e le scommesse barbare di Gomi sulla sua vita sentimentale, l’aveva sconvolta. Begli amici, si ritrovò a pensare, ma subito dopo si disse di non fare la vittima, perché forse tutti loro avevano ragione. Giusto un po’.
Tsuyoshi continuò, felice – Devo subito dirlo ad Akito - . Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Fuka lo guardò e subito dopo spostò lo sguardo su Sana.
Questa ringhiò – Provaci. Provaci Tsuyoshi e ti giuro che tuo figlio rimarrà orfano –
L’amico continuò a sorridere, ironico – E’ una minaccia, Sana? –
Ignorandola bellamente, compose il numero di Akito e si allontanò dal tavolo dove stava con i suoi amici. Almeno mentre gli raccontava la bella novella e gli faceva una ramanzina per convincerlo (perché si, Tsuyoshi già sapeva che ci sarebbe stato bisogno di convincerlo) ad andare da Sana quella stessa sera, voleva un po’ di privacy.
Sana si alzò in piedi ma Gomi scattò al suo fianco e la rimise a sedere.
-Bene, ora in questo mondo uno non può nemmeno decidere da sé della propria vita sentimentale. Bene! E mi raccomando Fuka, Aya ed Hisae, non toglietemi questo scorfano di dosso, mi dona così tanto – Sana era fuori di sé, rimbeccò le sue amiche, che però si limitarono a ridere.
Fuka non ce la fece più e si accese una sigaretta – Scusami Aya, ma con questa idiota nei paraggi proprio non posso resistere. Senti Sana – le disse, rivolgendo lo sguardo su di lei – Visto che a quanto pare tu sei completamente tarda ed incapace di gestire la tua vita, è arrivato il momento che ci pensiamo noi
Hisae annuì, ringraziando un attimo il cameriere che aveva portato loro i gelati ordinati – Esatto Sana, anche perché… -
Assaggiò un po’ di gelato alla fragola e, dalla sua espressione, parve apprezzare moltissimo.
-A che cosa servono, sennò, gli amici? –
 

*

Non riusciva a capacitarsene. Che Sana fosse da sempre stata poco normale, lo sapeva, eccome se lo sapeva, la conosceva dall’ultimo anno delle elementari. Ma che per un confronto avuto con lui mettesse in discussione una storia durata la bellezza di due anni (persino più della loro) gli sembrava troppo, persino per lei.
E poco importava che Tsuyoshi gli avesse detto che quel folletto dai capelli rossi fosse ancora innamorata di lui.
Dettagli, così li aveva chiamati lui per telefono mentre, ancora sconvolto, cercava di dare un senso al vociare allegro del suo amico, dall’altro capo del ricevitore.
-Akito! Akito, ho grandi novità. Sana ha lasciato Kamura –
Akito si ricordò di come, improvvisamente, la stanza avesse cominciato a girare. Era stato costretto a sedersi sul suo letto, altrimenti, ne era certo, le gambe non lo avrebbero sorretto.
-Cosa? –
In un sussurro, in una carezza di voce appena roca ed udibile, Akito aveva posto la sua domanda.
-Hai capito benissimo. Stasera… Stasera vai da lei e parlale –
E quella rabbia, che sempre affiorava in superficie come  rifiuti abbandonati in acque troppo agitate, di chi gli diceva cosa fare e soprattutto come.
-Te lo puoi sognare. Io stasera non vado da nessuna parte –
Aveva sentito distintamente lo sbuffare scocciato di Tsuyoshi. Ormai non si dava più nemmeno la pena di nasconderglielo. Chissà quanto doveva essere stressato, quel povero uomo.
-Okay – gli aveva concesso – Fai quello che vuoi. Te lo dico Akito, non mi interessa più. Non venire più a piangere a casa mia, non ci sarò più per te. – subito si era corretto – O meglio, non ci sarà più per le questioni che riguardano Sana –
E poi l’aveva buttata li, quella mezza frase che lo aveva fatto sperare, che gli aveva fatto mancare un battito, riaccendendo quella fiamma vitale che nel suo cuore si era spenta molto tempo addietro. Da quando lei non c’era più.
-Una volta tanto che siamo riusciti a convincere Sana –
Akito lo sapeva, quella frase di Tsuyoshi non era stata sparata a caso. Non a caso Tsuyoshi aveva scelto ormai il suo futuro come arredatore. Piazzare il mobilio giusto al posto giusto. E, ahimè, il suo amico era in grado di fare la stessa cosa anche con le parole.
-Che cosa? –
E la sua domanda, che lasciava trapelare fin troppa curiosità. Attesa. Finalmente ripagata.
 
Akito stava correndo come un pazzo fino a casa di Sana. Certo, forse prendere un taxi o la macchina che aveva parcheggiato in garage sarebbe stato meglio. Ma con il traffico di quell’ora correva il rischio di arrivarci il giorno dopo da Sana. E lui aveva già aspettato. Pure troppo.
Puzzava, la sudata che si era fatto correndo per tutti quei chilometri non era mica uno scherzo. E al diavolo tutte le ragazzette che ai tempi delle superiori spargevano storie favoleggianti su di lui che sudava profumo. In quel momento puzzava, eccome!
Non che gliene importasse poi tantissimo.
Trovò il portone del palazzo di Sana aperto e ringraziò qualcuno lassù per la sua botta di fortuna. Qualcosa nel suo cervello gli suggeriva che riuscire a parlare con Sana, convincerla ad aprirgli la porta, non fosse proprio facilissimo, visto quanto era orgogliosa.
Cominciò a scagliare una lunga serie di pugni sulla sua porta di casa.
-Chi è? –
Bene, era in casa. Il tono circospetto della voce gli aveva anche lasciato intuire che lei avesse capito perfettamente chi si nascondeva dietro la porta, chi era quel pazzo che a quell’ora di sera bussava con quella forza inaudita.
-Sana, apri! Subito. Sono Akito –
-NO!-
-Sana, non fare la bambina apri subito questa porta o giuro che la sfondo –
 

*

 
Quello era esattamente il genere di minaccia che si aspettava da Akito. Perché lei lo sapeva fin troppo bene che lui, se preso alla sprovvista, avrebbe anche trovato la forza di buttare giù quella porta. Fu per questo che Sana si auto-convinse ad aprirgli.
L’Akito che le si parò davanti ansimava e aveva la fronte imperlata di sudore. I suoi occhi frugarono a lungo sul viso di Sana alla ricerca dei suoi: quando li trovarono, non li lasciò più andare. E Sana nemmeno cercò di sfuggirgli. Sapeva che tanto sarebbe stato tutto inutile.
-Che cosa vuoi? –
Aveva addosso un forte odore di sudore, misto all’odore di bagnoschiuma sportivo che lui utilizzava sempre quando si faceva la doccia.
Entrò in casa, richiudendosi la porta alle spalle e continuando a fissarla negli occhi.
-Perché hai lasciato Kamura? –
Lei strinse i pugni e lo guardò minacciosa – Non sono affari tuoi. Vattene ora –
-Sei una stupida Sana! –
-Ti ho già detto che non sono affari tuoi –
-Sei in casa da sola? –
-Cosa te ne frega –
-Rispondimi –
-Si! Fuka è uscita poco fa –
Akito non poté fare a meno di accorgersi quanto la desiderasse. Sana era lì, davanti a lui, con indosso i pantaloncini corti del pigiama – le lasciavano scoperte le gambe e questo non andava affatto bene – e quella maglietta con le maniche troppo lunghe che lui le aveva regalato due anni prima. Ai piedi aveva due calzettoni.
La solita contraddittoria. Con questo caldo porta una maglietta a maniche lunghe e le calze”. Sorrise.
Sana se ne accorse –Allora, che diavolo hai da ridere, idiota? –
-Adesso cominci ad insultare, Kurata? – le domandò, il tono di voce dolce come una pioggia di zucchero a velo sulle loro figurine arrabbiate.
-Che cosa significa? –
Akito sospirò – Quando non sai più dove andare a parare, cominci ad insultarmi. Se non ti conoscessi, potrei pensare che tu abbia paura –
Sana strinse i pugni e digrignò i denti, avvicinandosi a lui – Io non ho paura di niente. Tanto meno di te, Akito –
Quello la fissò, ancora sorridente – Allora perché non mi spieghi perché hai lasciato Kamura. Perché non possiamo discutere come due persone civili? –
Sana lo guardò male per qualche istante e poi abbassò i pugni – L’ho lasciato perché mi sono accorta che non ero più innamorata di lui – ammise, riportando le sue mani all’altezza e nella stessa posizione di prima.
Akito rise, osservandola e cominciò a desiderare di poterla baciare più di qualsiasi altra cosa al mondo  - Come hai fatto ad accorgerti? –
Vide Sana tentennare, incerta. La osservò mentre i suoi occhi perdevano la concentrazione e gli venne quasi istintivo ordinarle di guardarlo negli occhi.
-Guardami, mentre ti sto parlando. Come hai fatto ad accorgerti che non amavi più Kamura? -  le domandò ancora, il tono di voce incalzante.
Sana tornò a fissarlo con uno sguardo di sfida – Ho parlato con Fuka e Tsuyoshi che mi hanno aperto gli occhi – ammise e si complimentò subito dopo con se stessa per quanto fosse stata brava a divagare.
Ma Akito era più furbo – A proposito di cosa hai parlato con loro? –
L’animale che scappa, ormai in trappola, a cui sono state precluse tutte le vie di fuga.
Akito le si fece più vicino. Talmente tanto vicino che i loro corpi si sfioravano. Sana fu costretta ad inclinare ancora di più la testa all’indietro per poterlo guardare negli occhi.
Un’altra cosa che Akito aveva sempre adorato di Sana era che lei, rispetto a lui, fosse così piccola. Sana non era una tappa, intendiamoci, per essere una ragazza aveva un fisico anche molto slanciato, solo che confronto a lui sembrava un po’ una formichina.
Tra le sensazioni più belle che lui ricordava, c’era quella di sentirla accoccolarsi sul suo corpo prima di addormentarsi, mentre lui le passava le braccia intorno a quella vita così sottile che si ritrovava.
-Allora? –
Sana parve incerta quando gli rispose, la voce proveniente dalle sue labbra appena udibile – Beh, con loro parlavo di Naozumi, no? –
Lui inarcò un sopracciglio – Di Naozumi? –
-Si-
-E ti aspetti che io ci creda? –
-Dovresti –
-Ma smettila –
-Davvero –
-Perché?-
-Perché è la verità –
Litigare. Con quel tono di voce così squisito che aveva indotto entrambi a desiderarlo ancora, e ancora, fino ad essere completamente sazi. E accorgersi che sazi, l’uno dell’altra, non lo sarebbero stati mai.
Akito le passò le braccia intorno alla vita e l’avvicinò a sé ancora di più. Quello che prima era un innocente sfiorarsi di tessuti maledetti che nascondevano ad entrambi la pelle calda ed invitante dell’altro, ora era contatto, puro scontro di due corpi elettrici che desideravano soltanto fondersi in uno con una scarica di piacere divina.
Inclinò il capo verso quello di Sana e poté sentire lei che tratteneva il respiro, in attesa.  Gli occhi, appena velati di paura, non riuscivano a nascondere stavolta il desiderio che vi aleggiava come un fantasma costretto a rifugiarsi dietro ad ogni angolo per non farsi vedere. Per anni. Ad Akito non servì altro.
-Ma stai zitta, bugiarda! –
Un attimo dopo le sue labbra furono ancora una volta contro quelle di lei. E il ricordo di quel sogno che continuava a tormentarlo da qualche settimana a questa parte, si rese conto, non rendeva giustizia a quella bocca dolce che lui aveva desiderato con tutto se stesso. 
Cominciò a baciarla con una passione talmente forte da apparire quasi tormentata, l’urgenza di lei cresceva insieme alla foga con cui Sana adesso si aggrappava a lui.
Gli passò le braccia dietro al collo e si alzò in punta di piedi per poterlo raggiungere meglio. Lui la strinse più forte, attirandola ancora di più contro il suo corpo.
Le baciò le labbra, cercò la sua lingua con la propria per poterci giocare, per poterla accarezzare, come se fosse l’unica cosa di cui lui aveva bisogno in quel momento.
Come? Quella era l’unica cosa di cui lui aveva bisogno in quel momento.  
Quando si staccò da lei per riprendere fiato, la sentì gemere e non passò molto tempo prima che lui riprendesse possesso delle sue labbra, strappandole un bacio mozzafiato.
Sentì la mano di Sana insinuarsi sotto la propria maglietta, bisognosa di un contatto maggiore con lui.
Era sua.
Ma a quel punto una voce nella sua testa, gli suggerì di scostarla da sé. Sana apparve visibilmente frastornata.
-Cosa…- riuscì a malapena a biascicare, mentre lui allontanava il proprio corpo dal suo.
Akito mise su un cipiglio adorabile –Niente, Kurata. Mi fermerei più che volentieri con te, stanotte – dicendole questo ebbe la fortuna di vederla arrossire, come una bambina – Ma ho decisamente bisogno di una doccia e temo che, se me la facessi qui, distruggerei l’incanto
Sana parve contrariata, ma ancora in subbuglio dai baci di poco prima non riuscì a dire una parola.
Akito le si avvicinò ancora, per depositarle sulle labbra un lungo bacio carico di desiderio, accompagnato da un sospiro. Poi si scostò da lei e si diresse verso la porta d’ingresso, alle sue spalle.
-Buonanotte! –
Sana rimase a fissare la porta di casa per qualcosa come dieci minuti. Poi si riscosse e corse subito a prendere in mano il telefono.
Avrebbe avuto qualcos’altro di cui parlare a Tsuyoshi il che, già lo sapeva, lo avrebbe costretto a tornare in analisi.
 
I could feel at the time
There was no way of knowing
Fallen leaves in the night
Who can say where they're blowing
As free as the wind
And hopefully learning
Why the sea on the tide
Has no way of turning
                   More than this - Roxy Music
 

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Eccomi qua, puntuale anche se sono sotto esami – sinceramente? Non mi sto ammazzando di studio per niente, come va, va e non vedo l’ora delle vacanze per potermi dedicare alla scrittura, alla lettura, ad uscire tutto il giorno e basta studio ._. Non vi interessa, giusto? :D
Passando al capitolo : pareri? Sto dando larga – larghissima – importanza agli amici di Sana e Akito, ritengo (ribadisco, l’ho già detto mille volte) che senza di loro ‘sti due testoni non combinerebbero nulla. Infatti se è successo quello che è successo, è solo perché Tsu – in questo caso – si è imposto con Akito.

 
Passo a ringraziare tutte voi :
 
roby5b: l’unica ragazza che, a parte Sana, potrà mettersi con Akito è la sottoscritta (perché io lo amo davvero *-*). Cavolate a parte, vedrai che altri scherzi combinerà la gelosia. Ma stavolta, dovranno cavarsela da soli, altro che amici sempre pronti ad imboccarli. Bacio **
ryanforever: *-* ma grazie, anche per l’attenta analisi del capitolo e delle reazioni dei personaggi – sono contenta che tu abbia trovato certi comportamenti “da loro”. Alla fine è stato Akito ad andare da Sana, ma solo perché Tsu l’ha convinto, altrimenti avremmo tirato avanti questa storia per secoli ._. Bacio bella! **
trixina: TU! Ormai ho deciso che mi ispiri troppo per la scrittura – continua! Natsumi io personalmente la adoro e le litigate con Akito sono stupende – nell’anime le ho adorate tutte! Al tuo “Naozumi ha cercato di fare l’uomo” sono scoppiata *-* Io lo odio, non ci posso fare niente ._. Un bacione **
Midao: e finalmente Tsuyoshi smetterà di andare in analisi, povero uomo con questi due idioti prima o poi impazzirà :D Mmm, più che felice Akito era sconvolto, ma visti i suoi canoni (per ciò che riguarda le emozioni) è più o meno la stessa cosa ._. Al solito, onoratissima di un tuo commento. Un bacio ^_^
Castiel:  mancata è poco, le tue recensioni le adoro troppo, senza contare il fatto che ti sciroppi sempre tutte le canzoni e sei un tesoro. Mi soffermo sul discorso “come descrivo Akito” : a me piace più scrivere di lui che di Sana, sai? Non so per quale motivo, ma tra i due la sensazione che lui sia sempre quello più coinvolto. Sana... è sempre troppo stordita, ma lo ama anche lei! :D Un bacio enorme **
marypao:  a quanto vedo l’odio verso il povero (?) Naozumi è abbastanza diffuso. Compatiamolo, d’accordo :D Sono contenta che le frasi che hai citato ti siano piaciute tanto, al solito ci perdo quarti d’ora interi della mia vita dietro a queste storie. Un bacione grande **
dancemylife: ecco vedi? Lo sapevo che tu eri una ragazza intelligente. Ti sei espressa in merito a Tsuyoshi nel modo corretto. Senza di lui sarebbe un macello ._. (modo di dire coniato da conoscenti, ormai sono contagiata anch’io!). Ti veniva quasi da piangere per Nao? Che cos’ho combinato?! Ç__ç Consolati con Sana e Akito tesoro. Bacio **
Mantovanina: ._. lontana! Tu – tu – mi spii! Allora, posso dirti che sul lavoro ci hai quasi (quasi) beccato. E come tu ci sia riuscita, non ne ho idea. Non voglio dirti niente, ma diciamo che la questione “lavoro” assumerà una certa importanza nei prossimi capitoli. Un bacione grande **
_Rob_ : ehi, mi hai perforato un timpano con il tuo urlo! ^_^ Fare la scrittrice sarebbe stupendo ora che ci penso, ma no, non credo di essere all’altezza. Comunque, dai, povero Nao, lui amava Sana tantissimo, lei lo ha scaricato. Lascialo piangere, tanto le sue lacrime non cambiano la situazione. Lei è e rimane di Akito. Bacio **
Deb: tesoro! Com’è andato l’esame? Quanto siamo prese tutte con questo studio – a proposito, comincio ad odiare matematica ._. Akito frustrato è un immagine troppo, ma troppo, bella. Probabilmente è come dici tu, ma in questo capitolo come hai visto, è riuscito a trattenersi. Mi odi per il mancato zum-zum? No ç___ç Un bacione **
Ili91: sorvoliamo sulla questione maturità che è meglio ._. Due giorni e comincia, panico! I tuoi dialoghi con Naozumi sono meravigliosi – sul serio – specialmente quando gli hai detto “Tu, invece... sei solo inutile”. Ma LOL. :D Spero che questo capitolo ti abbia aiutato a staccare un po’. Un bacio ** e buono studio.

Smemo92: hai beccato in pieno la questione e, tra le tue parole, c’è un piccolo indizio su come si evolverà la storia in un prossimo futuro. Tsu che si preoccupa per Aya è... Esasperante! Felicissima che tu abbia apprezzato l’apparizione di Natsumi. La adoro troppo quella ragazza. Un bacione **
fragolina92: “quel coso femmineo di Kamura”. Credo di aver avuto una crisi respiratoria a causa delle troppe risate. I tuoi dialoghi con Nao, certo, hanno contribuito. Felicissima del tuo fioretto e che la storia ti piaccia. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Bacio **
_Dangerous_Child_ : oh mio Dio, una delle storie più belle della sezione? ^///^ A momenti mi sciolgo, ma grazie. Sei davvero un tesoro, lo sai? Brava, la farsa non poteva continuare, chiaramente, e Sana l’ha capito. Eccoti come si evolve la faccenda ** Bacio.
Tin_Tin: ma si, una buona dose di insulti per Nao ci sta sempre bene (io dico che ha i capelli viola il che, non so cosa c’entra, ma me lo fa odiare ancora di più :D). Akito torna con Sana, ma sappi che se lei dovesse rifiutarlo me lo prendo prima io. Si sì (: Un bacione bella **
Yesterday: tesoro, eh alla fine ti avrei aspettata comunque perché il mio tranquillo pomeriggio si è trasformato in una “tremenda mezza giornata”. U.U gli errori filo subito a correggerli – grazie che li hai notati bimba – mentre, ehm, sono felice che tu ti sia immedesimata in Nao. Odio a parte penso che lui ci stia male, visto che di Sana era ed è tuttora innamorato. Il Tsu POWER non l’avevo ancora sperimentato, diciamo che ne è disseminata tutta la storia *-* E... Sì. Akito tutte vorremmo baciarlo, l’unica cretina che non se ne accorge è  Sana – al solito ._. Grazie, semplicemente, di tutto tesoro! Un bacione **

Ragazze. Siete magnifiche. Fantastiche. Dico sul serio, se con lo studio trovo l’entusiasmo per continuare a postare, è solo merito vostro. Grazie *_*
 
Il quinto capitolo sarà “Tentazione”, ancora devo decidere se lasciarlo in italiano o metterlo all’inglese. Vedremo. Comunque, a quel punto sì che mi odierete .__. Non dico nient’altro.
 
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le Ricordate, tra le Preferite e le Seguite. E, già che ci sono, anche chi continua a farlo con “My Sorrow” – vedere che i numeri continuano ad aumentare... Mi fa perdere un battito, ogni volta *-* Grazie.
 
Alla prossima settimana quindi.
 Una pioggia di baci.
 Ale69
  
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