Lussuria 7 peccati
Sette peccati:
Superbia
Caro fratello,
Spero che questa mia ti arrivi prima che l'inverno finisca, altrimenti
sarà troppo tardi.
So che questa lettera verrà letta da tua moglie e tu la
ignorerai: è passata troppa acqua sotto i nostri vecchi
ponti, non potrai mai perdonarmi dopo tutto cià che
è successo.
Tuttavia, eccomi qui a scrivere una lettera di perdono: per i miei atti
osceni contro nostra sorella, per il male contro di te, per la mia
vanagloriosa stupidità. Per la mia superbia.
Ti chiederai, o melgio, tua moglie si chiederà cosa ha a che
fare nostra sorella Elena in questa storia.
Lascia che io riveli la parte più infima di me stesso,
fratello adorato.
In quelle afose giornate di giugno stavamo sdraiati tutti e tre al sole
sulle rive del lago di Como; ricordi come Elena cantava le sue dolci
canzoni su Genova, la città nella quale eravamo nati? Io
adoravo ascoltarla cantare: la sua voce era melodiosa e intonata come
quella di una rondine, e come una rondine nostra sorella volava felice
e leggiadra portando la primavera nel cuore di chi l'amava.
Tu sai bene che io, allora un giovane ragazzo sui vent'anni, ero molto
geloso di Elena; quante litigate abbiamo fatto per lei, quanti pugni ci
siamo dati per avere l'onore di accompagnarla alle lezioni di canto!
Ed Elena sembrava giore di questa contesa. Ha sempre avuto un'alta
considerazione di sè, come me d'altronde. Ahimè,
fratello mio! Se solo tu ed Elena non mi aveste lodato sempre per i
miei voti all'Università o per le mie creazioni in vetro, questa superbia, regina dei vizi
e dell'immoralità, forse non mi avrebbe mai sfiorato, nostra
sorella sarebbe ancora viva e la mia anima sarebbe intatta. E
soprattutto, avrei accanto a me il mio adorato fratello dal quale mi
sono separato diec'anni or sono.
Ma via! Ormai tutto è successo e il tempo non scorre
all'indietro.
Ricordo che la mia superbia crebbe al punto in cui mi offendevo ogli
qual volta Elena passava un po' di tempo con te invece che con me; mi
chiedevo come potesse scegliere te all'uomo di successo e di
bell'aspetto quale ero.
Pretendevo l'attenzione di nostra sorella tutta per me e guai a chi
ribatteva! Elena da parte sua, non voleva lasciarti da parte e, come ho
già scritto, anch'essa era talmente superba che non riusciva
a credere che io volessi comandarla e gestirla a quel modo. Tu non
ribattevi più; probabilmente ti eri abituato a questo mio
nuovo atteggiamento e ti limitavi a restartene in disparte, ad
allontanarti sempre di più da noi.
Fuggivi da una stanza ogni qual volta vi entravo, evitavi persino di
parlarmi. Questo mi rendeva furioso: come potevi non sopportare la mia
presenza quando ero un uomo così buono e giusto?! Io mi
credevo perfetto e pensavo che fossi uno stolto. Dubitavo, anzi, che tu
fossi davvero mio fratello per quanto eravamo diversi: io avevo da poco
aperto un negozio di vasi e ceramiche che andava già a
gonfie vele, mentre tu eri un compositore fallito.
Una sera decisi di portare Elena con me a teatro, ma all'uscita, quando
le dissi di venire in montagna con me l'indomani, ella si
ribellò. Finalmente ebbe il coraggio di dirmi quello che ero
diventato: un uomo da disprezzare, vergognosamente vanesio e superbo.
Persi la testa, le tappai la bocca e la portai dietro ad un vicolo.
Perdonami fratello mio, perdonami! Quella notte io commisi un atto
orribile di cui, cosa peggiore, mi vergognai solo anni dopo: la
violentai.
Lo stesso sangue ci scorreva nelle vene e tuttavia io la obbligai a
ricevere il mio seme. Adesso sai perchè Elena
partì dalla casa paterna così all'improvviso: io
decisi che doveva nascondersi in una delle mie case fuori
città, nessuno doveva scoprire ciò che era
successo quella notte. Ti ricorderai che anche io partii pochi giorni
dopo, dicendo che avevo aperto altri negozi oltre la Lombardia.
Fu l'inizio di una vita vergognosa e squallida per Elena: viveva con me
a Barcellona, era la mia sorella folle di giorno e la mia
amante di notte. Sei mesi dopo il nostro trasferimento nella
città rimase incinta; non me lo confessò, ma dopo
quattro mesi notai che il ventre era gonfiato e capii. Spaventato e
infuriato dal fatto che mi avesse tenuta nascosta una cosa tanto
importante, la picchiai e la torturai fino a che non
abortì. Ricordo che le tirai un pugno nella pancia e
sentì chiaramente il piccolo corpo del feto dentro di lei.
Dopo quell'episodio diventai un animale. Ogni scusa era buona per
torturarla: se non aveva pulito bene la stanza, se non aveva ancora
preparato la cena...
Elena sembrava morta. Respirava, ma dentro era morta. Io me ne
accorgevo, ma ignoravo tutto, non m'importava nulla!
Passarono due anni ed Elena era rimasta di nuovo incinta. Decisi di
farla partorire: se riuscivo a controllare la sua vita, avrei potuto
farlo benissimo anche con quella dei nostri figli. Nacquero due
gemelli. Non avevano un nome, o almeno io non glieli diedi. Ho saputo
il nome di uno di loro solo poco fa.
Passarono altri quattro lunghi anni. Sentivo la tua mancanza. Vedevo
crescere quei bambini con il terrore negli occhi e iniziavo lentamente
ad accorgermi di ciò che avevo fatto, di ciò che
ero diventato.
Provai a scriverti delle lettere nella quale chiedevo come stavi, ma mi
venivano tutte rispedite indietro. Elena si ammalò di
tubercolosi l'inverno successivo, uno dei gemelli era cresciuto male,
era storpio: aveva un braccio più corto dell'altro e una
mano con sei dita. Era quello che mi guardava di più, che
cercava un aiuto silenzioso. Comprai delle medicine e le diedi ad Elena,
ma non avevo considerato il fatto che non volesse più
vivere...
Il bambino sano morì poco tempo dopo, non si sa per quale
motivo. Forse era sano solo all'apparenza, forse aveva problemi
cardiaci. Fatto sta che una notte lo trovai davanti alla porta della
mia camera con la bava alla bocca e gli occhi voltati all'indietro, bianchi. Credo che il
fratello storpio sapesse qualcosa, ma non disse mai nulla. Non li sentii
mai parlare, quei bambini. E anche Elena non parlava più,
nè mangiava o si muoveva più.
Passarono altri anni nei quali Elena viveva come un vegetale, accudita
dal figlioletto storpio, fino ad un mese fa.
Un mese fa, novembre, quando tutta la mia coscienza si è
risvegliata definitivamente e i miei occhi si sono aperti. Che cosa ho
fatto, fratello?! Ho avuto due figli da mia sorella, ne ho lasciato
morire uno e ignorato l'altro! Ho ucciso lentamente la mia amata Elena,
la mia migliore amica insieme a te nell'infanzia, la mia famiglia!
Ho preso una decisione, ieri. Ho scoperto da poco, un mese circa, di
avere un male incurabile all'addome, una macchia scura che all'inizio
sembrava un neo ma adesso è diventato della grandezza del
pugno di un neonato. So di non avere speranze, perciò ho
confessato tutto in questa lettera: voglio che almeno alla fine la mia
anima si purifichi in parte delle mie azioni.
Fratello mio, o moglie di mio fratello, chiunque tu sia e che stai
leggendo la mia missiva in questo momento, ti chiedo di recarti a
Parigi, Rue des Acacias 13, primo piano alla porta con il nome di
Lambruge (cambiai nome quando mi trasferii da Barcellona a
Parigi, tre anni fa). Troverai le chiavi allegate alla lettera. La
chiave più piccola apre la porta della cantina:
lì dentro troverai la cara Elena, morta due giorni fa e che
non ho avuto tempo di sepellire, e accanto il figlio storpio. In questo
unico mese ho avuto molte cose da fare: ho depositato tutto il mio
denaro in banca e l'ho intestato a te, fratello; ho comprato molti
viveri affinchè il bambino possa sopravvivere fino al tuo
arrivo quest'inverno; ho comprato un acido corrosivo che berrò dopo aver
scritto questa lettera. Mi farà morire tra i più
atroci dolori, non di certo paragonabili a quelli che ho inferto a mia
sorella e i miei figli. Ti prego, tu che stai leggendo questa lettera,
prenditi cura di questo bambino sfortunato, o dallo in custodia a
persone buone. Ha già sofferto troppo nella sua breve vita!
Sai, fratello, ho chiesto al bambino il suo nome oggi, quando gli ho
portato da mangiare. Era sorpreso perchè non gli avevo mai
sorriso o rivolto la parola. E lui sa parlare, sai? E come parla bene,
com'è educato e gentile! Vuoi sapere il suo nome?
Si chiama Emanuele, fratello mio. Come te.
Con le più ardenti speranze e supplicando il tuo perdono,
Giacomo
Perdonatemi!
Ho smesso di scrivere a causa della depressione indotta da vari
problemi che ho avuto su EFP (del tipo, mi hanno segnalato due
fanfiction e le hanno cancellate...) e sono diventata parte della
redazione del giornalino della mia scuola e ogni mese dovevo
inventtarmi qualcosa di nuovo sia in vignette che articoli... Comunque
ora sono tornata piena di idee grazie a Saw VI e tutti gli altri Saw,
che ho rivisto; purtroppo la fanfiction sta per finire... sigh! Manca
un capitolo! ç_ç
Non siate tristi,
mettete via i
fazzoletti. Ho intenzione di scrivere una piccola raccolta su anzune
leggende metropolitane che mi hanno appassionata (ne ho giusto una in
mente... ma no, prima devo finire il capitolo dell'Ira, già
in
cantiere da un pezzo)! Comunque, che ne pensate di questo capitolo
epistolare? Ovviamente la via di Parigi è inventata...
Perdonate gli errori di battitura che, ovviamente, saranno molti!
Mi sono ispirata leggermente alla storia del mostro di Amstetten, una
triste e sconvolgente realtà.
Detto tutto questa
pappardella di roba, passiamo alle recensioni:
VioletNana: Come fai
a leggere ad
alta voce in casa da sola??? Io dei problemi veramente grandi quando
devo esercitarmi a recitare poesie (faccio poesia al liceo,
ahimè!)... Eeeeh, gli errori di battitura ci saranno sempre,
fino a quando non mi ricorderò dove li ho letti e allora li
correggerò; comunque, sai che pensavo proprio a Silent Hill
quando ho scritto Lussuria? In fondo anche la città attirava
persone malvagie o "che se lo meritano". Ricordo infatti che in uno dei
videogiochi c'era una bambina che vedeva Silent Hill come una
città normale... Grazie ancora per i complimenti, spero ti
sia
piaciuto anche questo capitolo!
nikoletta89:
Grazie dei complimenti, la mia fantasia semi-malata ti fa un inchino e
ti prega di seguirla ancora, come sempre! :)
Enlin: Io e mio
padre ti
ringraziamo per i bei complimenti che fai ogni volta! Il mio professore
dice che sono anche troppo colloquiale, ma è più
forte di
me! D'altronde, scrivere con un registro alto in una fanfiction
splatter mi sembra davvero poco azzeccato... E il "venire" l'ho messo
perchè non sapevo che altro mettere! XD Perdonami, non ho
mai
scritto nemmeno accenni porno, figuriamoci delle scene! Mi spieghi cosa
vuol dire violenza alla Cannibal Corpse? Purtroppo non ho mai visto il
film, nè intendo vederlo senza qualcuno accanto a me...
Aspetto
con ansia la tua recensione! ^^
Sweetkiller: Avevo
iniziato a
leggere il Codice Da vinci, ma ho smesso quando sono arrivata alla
parte del monaco biondo che si fustigava XD L'ho trovavo noioso...
Comunque grazie per i complimenti, ti prego di continuare a seguirmi!
Clonexazz81:
Cambiati 'sto nome
perchè davvero non riesco nè a scriverlo
nè a
pronunciarlo! Come noterai, forse, dalla data anch'io smarrii la retta
via e mi ritrovai per una selva oscura. Non badare troppo alle regole
delle recensioni, nessuno le rispetta mai! :D
lagadema:
è davvero un
nick bellissimo ed è probabile che te lo ruberò
:D
Scherzavo! Grazie per i tuoi complimenti e per aver recensito anche
questo capitolo! Spero lascerai un piccolo commento anche in questo,
magari ti becchi un punto... Ma poi a che servono questi punti? O_o
anythingforyou:
Grazie per la
tua correzione (che non ricordo se ho già aggiunto al
capitolo,
forse no...)! Grazie anche per i tuoi complimenti, sono sempre graditi!
^_^
Sif: Ovviamente
qui le colpe
sono esagerate al massimo! Io non credo che una ragazza che si fa tanti
maschi solo per divertirsi meriti la morte... o forse lo penso?! Magari
una piccola frustata ci sta... Vabbè, passiamo ai
ringraziamenti: grazie! Ho finito... XD Se mi prometti che, nonostante
i miei enormi ritardi, continuerai a leggerai questi ultimi due
capitoli prometto che non ti farò mai più battute
scialbe
come questa!
desirepellegrino:
Ti ringrazione
per la tua recensione al capitolo dell'Accidia! Spero che tu abbia
gradito anche questo e, inquanto alla pubblicazione di queste storie,
forse se non le avessi pubblicate qui avrei potuto farlo XD Comunque ci
sono buone possibilità che io mandi qualcosa ad una casa
editrice... Poi si vedrà. Continua a seguirmi, grazie!
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