Parte III-Cap.VI-Braccato!
Sentì la nausea stringerrgli in una morsa,mentre un fiotto acido gli invadeva la gola...Lo ributtò giù.
Non ora.
Continuava a sentirsi fischiare le orecchie,e pregò
perché fossero le strilla della vecchia e non l'ennesimo segno
di quel che non voleva ammettere : ora sarebbe dovuto andare in
ospedale a farsi dare una controllata e...
Opzione esclusa.
Vide qualcosa di nero,in quel preciso istante, volare addosso alla campagnola e buttarla
giù,conocchia ed occhiali compresi e capì solo dopo uno
spintone al vecchio,costatogli l'ennesima fitta,che era la borsa dei trucchi di Q.
La preziosa borsa di Q.
Si sbrigò a riafferrarla,non prima d'aver sferrato un pugno
diretto al naso del vecchio come intimidazione.Il millantato credito d'una forza che non
aveva,e di cui spese l'ultima oncia buttandosi finalmente fuori da
quella stanza,scavalcando quella cosa canuta.
Due passi,e cadde bocconi sulla moquette di velluto.Le urla ricominciarono.
"Oh,Justin!Justin!Rispondimi!Judas Priest!"
Al vecchio non doveva aver fatto comunque granché bene,poco ma sicuro.
Ting!
Un tintinnìo improvviso rimbombò nelle sue orecchie con un'eco da caverna.
Sorrise e,se non avesse avuto bisogno d'ogni singola particella d'aria presente nei suoi polmoni,avrebbe anche riso.
L'ascensore!
Domandava sempre la stanza accanto al vano-ascensori in ogni albergo in
cui gli capitasse d'alloggiare.Stramberia da eccentrico Inglese,la
spiegazione che dava in ricezione.Normale precauzione sul lavoro,il reale motivo.
Si rannicchiò su stesso,teso come una molla,ignorando la sensazione,orribile,d'essere a bordo d'una nave in piena tempesta.Lo scatto gli doveva riuscire,punto!
Nelle sue condizioni,le scale non erano decisamente un'opzione avallabile....
Si buttò.
§
La fortuna aiuta gli audaci,ma anche per gli imbecilli ha un occhio di riguardo.
Gli riuscì : s'incastrò fra le due porte,nel centesimo di
secondo in cui lo spiraglio stava per diventare troppo grosso per
il suo pur esile corpo.
"Scusate,ma..."
Lo sguardo,guidato dalla voce, si rizzò verso l'ospite inatteso nel vano.
Due belle coscie,con tanto di collants neri,gli spiegarono che si
trovava di fronte all'ennesima cameriera,stavolta una discreta biondina
dall'aria d'agnello.
Quell'albergo gli sembrava
sempre più una succursale del Playboy's Mansion...
Succursale del Playboy's Mansion?
Pessima battuta!Non era proprio nelle sue scarpe...
"Eeehk...kk..k..."
Lei doveva aver notato il piccolo particolare d'avere davanti un uomo ricoperto di sangue non suo,ma quell'urlo belluino,reazione prevedibile, non lo colse impreparato : un breve sibilìo attraverso l'aria,e le morì in gola praticamente sul nascere.
I microdardi del suo Rolex non sbagliarono il colpo nemmeno stavolta.
S'arrampicò sul cestone della biancheria,alto cinque piedi buoni,
sufficientemente robusto da dargli sostegno,e si diede un'occhiata alla
specchiera interna.
Ribrezzo : era quanto provò vedendo quella figura scarmigliata.
Pensò,inoltre, malinconicamente come quell'abito da sera,nuovo e
appena giunto da Milano,fosse già da buttare,tinto com'era dei
colori di una delle sue squadre maggiori ,nera la giacca e rossa la
camicia.
Sangue.
Si sbrigò a nasconderlo coi risvolti della giacca,per quel che poteva.Sarebbe stato un pò difficile sostenere d'essersi macchiato col ketchup..
Uno scossone indicò l'inizio della discesa .
Guardò al bottone della pulsantiera pigiato dalla ragazza.Era il
pianoterra,partendo dal quarantesimo piano: qualche minuto ci sarebbe
senz'altro voluto.
Guardò anche alla ragazza.
Schiantata per terra fra i panni sporchi,immersa nel sonno senza sogni
del Morfeo chimico,sembrava solo una bambola di stracci,che gli fece
comunque una grandissima invidia.
Aprì la valigietta di Q : quanto cercava,l'extrema ratio, era là in due fialette verdastre.Le prese in mano.
Lei poteva riposarsi.
Ne spezzò il tappo d'una e ne bevve avidamente il contenuto,fino
all'ultima goccia.L'intero vano esplose in un lampo di luce,mentre il
ricostituente "Ultraz" faceva il suo effetto.
Lui no.
§
Si lasciò alle spalle il vano-ascensore,lasciando che proseguisse il suo viaggio verso i sotterrarnei,ragazza,panni sporchi e tutto.
Camminò a passo sciolto,con tutta la normalità che gli consentisse la debolezza d'un micino appena nato.
Precauzione inutile.
Era totalmente deserta quella parte dell'atrio,come del resto lo sembrava tutto il resto.
Da buon suddito di Sua Maestà seppe e comprese il motivo,certamente epocale per una nazione per nulla abituatacisi come l'America : Stati Uniti-Algeria,Mondiali di Calcio.
Ora doveva solo andare in uno dei tanti rifugi predisposti dal Dipartimento Americhe dell'M-6,farsi una bella doccia,guardare chi schierava in campo il suo Capello e....
"Polizia dello Stato di Nuova York!"
A quell'ordine imperioso non rabbia,non sorpresa,ma due pensieri s'affacciarono nella sua testa.
Primo,anche i campagnoli,al giorno d'oggi,hanno i cellulari.
Secondo,la Polizia di Stato a Nuova York era diventata dannatamente efficiente negl'ultimi tempi.
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