Ciao ragazze vi lascio il
nuovo capitolo. Spero vi piaccia anche questo. Ma prima naturalmente
rispondo alle recensioni!
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sandy69
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Ciao sandy, hai
ragione, penso proprio che Edward il piano lo userà
spesso!!! E sono sicura che il finale di questo capitolo ti
piacerà molto! Buona lettura! |
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vanderbit
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Ciao vanderbit! Bella vero
l'idea del matrimonio, e poi ad Alice basta festeggiare! Qualsiasi
motivo va bene! Anch'io non sono per Jacob, ma vedrai che in questa
fiction ti piacerà. E visto che ti piacciono anche Leah e
Seth, ne rimarrai contenta!!! Un bacione! |
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CAPITOLO
5
Jacob
Pov
Bella
Appena
arrivata A La Push, controllai l’ora e anziché
andare a cercare Jake a casa, andai dritta nel posto dove ero sicura
che lo avrei trovato, il suo garage-officina.
Come
sentì il rumore del pick-up si affacciò dalla
porta e mi corse incontro.
-Bells,
come sono felice di vederti, che sorpresa!- esclamò,
prendendomi tra le braccia e facendomi volteggiare.
-Ehi!
Piano Jake, sai che il mio equilibrio è molto precario, se
poi mi fai anche girare la testa, una caduta e un livido sono
assicurati- lo rimproverai, ridendo.
-Effettivamente
hai ragione! Non sono mai riuscito a spiegarmi come non riesci a
camminare su una superficie piana senza inciampare, e allo stesso
tempo, essere così brava quando vai in moto. Per non parlare
poi di quando balli, in quei momenti diventi estremamente sexy-
affermò, ammiccando malizioso.
-Ehi! Ci
stai per caso provando, Jacob Black?- domandai, schiaffeggiandogli un
braccio.
-Già
fatto! Ma non ha funzionato molto bene, no?- mi rispose, facendo finta
di imbronciarsi.
-No…
decisamente no! Non farmi ricordare quella stranissima esperienza-
dichiarai, con un’espressione palesemente nauseata.
-Ehi!
Hai cominciato tu a fare allusioni, e poi così mi offendi!-
si lamentò, pizzicandomi il fianco; -Guarda che sei proprio
strana!- mi schernì ridendo e appoggiandomi piano per terra,
sostenendomi ancora un po’ per un braccio per accertarsi che
non cadessi. Mi conosceva meglio delle sue tasche.
-Non mi
sembra di aver mai detto di non esserlo! Anzi… -lo
assecondai, ridendo anch’io.
-Allora
dimmi… come mai sei qui? Vista l’ora non penso che
sia una visita di cortesia. A proposito ti fermi a cena, Billy
sarà molto contento di vederti- mi invitò.
-Sì
grazie! E riguardo alla visita hai perfettamente ragione: ho bisogno di
un favore… ma andiamo da Billy perché mi serve
anche il suo aiuto- gli risposi, misteriosa.
-Ok…
ma mi stai incuriosendo sempre di più- rispose, mentre ci
avviavamo verso casa sua. E quando mai non era curioso? La sua
principale caratteristica!
Quando
entrammo Billy ci venne incontro sulla sua sedia a rotelle e mi
salutò con un abbraccio caloroso e affettuoso.
Il padre
di Jacob purtroppo, dieci anni prima, aveva avuto un terribile
incidente d’auto e da allora era paraplegico. Per fortuna
aveva uno spirito molto forte e non si era lasciato abbattere dalle
avversità, anzi… era sempre stato
l’uomo più solare e ottimista che avessi mai
conosciuto e Jake aveva ereditato quella caratteristica da lui. Era il
migliore amico di mio padre e io, Jazz, Jake e Rose eravamo
praticamente cresciuti insieme.
-Bella,
come sono contento di vederti, ti fermi a cena?- mi chiese, con un
enorme sorriso sulle labbra.
-Sì,
grazie Billy! Ma prima devo parlarvi di una cosa importante- affermai.
Spiegai
loro la nostra idea e furono molto felici di aiutarci. Intanto che io
avvertivo Rosalie, Billy chiamò Sue, la mamma di Seth e
Leah, due nostri carissimi amici, che a sua volta avrebbe
fatto un giro di telefonate per avvertire tutti. Billy mi
spiegò cosa avessero deciso: le donne della riserva si
sarebbero occupate del pranzo, mentre gli uomini con i ragazzi
avrebbero pensato al gazebo e a tutto il resto. Noi dovevamo
preoccuparci degli addobbi, del reverendo, degli inviti e naturalmente
degli sposi. Durante la cena riuscii anche a convincere Jacob a farmi
un grossissimo favore in occasione del matrimonio: gli altri ne
sarebbero stati entusiasti! Sapevo che aveva accettato unicamente per
il bene che voleva alla nostra famiglia e che gli costava
molto… e ne fui veramente felice.
Dopo
cena, salutai Billy e io e Jacob ci rifugiammo in garage a
chiacchierare, mentre lucidavamo i nostri gioiellini.
-Allora
Bells, come va con la nuova famiglia?- mi chiese Jacob.
In quei
giorni caotici, non ci eravamo visti perché volevo stare con
gli altri per conoscerci meglio, e poi Alice ci aveva trascinato non so
quante volte a fare shopping, con la scusa che non era preparata per un
inverno così glaciale come quello di Forks e per comprare
nuovi pezzi d’arredo per la sua camera e quelle dei fratelli.
Eppure ne arrivava da N.Y., non è che l’inverno
lì fosse proprio una passeggiata.
-Bene,
Jake… sinceramente non credevo. Non posso negare che quello
che è successo è stato un vero e proprio
shock… ma devo dire che mi trovo bene... siamo stati
fortunati. Esme è dolcissima, una brava cuoca e una brava
mamma. E’ una famosa arredatrice d’interni, molto
richiesta, ma per fortuna grazie all’uso del computer non si
deve assentare spesso. Papà è molto
felice… come non lo vedevo da tanti anni. Sembra rinato:
ride, scherza, e poi quando può la abbraccia, la bacia, la
riempie di coccole e spesso le porta fiori o cioccolatini. È
un piacere vederlo così, è un lato di mio padre
che non conoscevo, anche se con noi è sempre stato molto
affettuoso… non posso che essere grata a Esme per averlo
reso così felice!
Emmett
è il maggiore: ha l’aspetto di un grande
orso… la sua stazza potrebbe incutere un po’ di
timore a prima vista, ma è di una simpatia unica e mi sembra
fondamentalmente buono. E’ riuscito a legare subito con
tutti; e si è rivelato molto dolce e premuroso. Ha sempre
qualche attenzione in più per noi ragazze, anche se si
nasconde dietro le sue battutine- gli raccontai; poi decisi di
sganciare la bomba, tanto se ne sarebbe senz’altro accorto
anche lui non appena l’avesse visto con i propri occhi.
-E ora
tieniti!- lo avvertii; -Sono quasi certa che Emmett stia conquistando
Rose, ogni giorno di più!- continuai, facendogli strabuzzare
gli occhi. Per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
-Credo
di non aver capito bene!- mormorò, ancora incredulo; -A Miss
Iceberg piace un ragazzo?!- domandò, ancora completamente
scioccato. Bè, effettivamente era un evento più
unico che raro!
Tutti i
ragazzi della riserva ci avevano provato con lei (per non parlare di
quasi tutta la popolazione maschile della scuola di Forks!), facendole
anche una corte serrata… ma nessuno era mai riuscito ad
ottenere neanche un piccolo appuntamento… tanto che alla
fine quel nomignolo, che le era stato affibiato a scuola, aveva anche
fatto il giro della riserva.
-E dai
Jake! Non ti ci mettere pure tu! Conosci benissimo la nostra
Rose… sai che la sua è una solo una facciata per
non soffrire. Cerca di non essere cattivo- lo rimproverai,
assestandogli uno scappellotto sul collo.
-Sì,
scusa, hai ragione. E’ che mi hai lasciato completamente
spiazzato. E ora sono ancora più curioso di conoscere questo
ragazzo che sta riuscendo nell’impossibile!-
affermò, prendendosi un altro pungo.
-Ancora?!
Ma la finisci, cretino!- lo redarguii. Mi sembrava di parlare con un
bambino!
-Ma sei
proprio sicura?- mi chiese.
-Direi
di sì… Ho notato come lo guarda, appena pensa di
non essere vista... Giuro che è la prima volta che Rose ha
quello sguardo… sai… quando gli occhi prendono la
forma di tanti cuoricini, come nei cartoni animati!- sghignazzai,
facendolo ridere sguaiatamente.
-Non lo
perde d’occhio un attimo, e poi ha sempre voglia di scherzare
con lui… Ti rendi conto?! Rose che ride e scherza con un
ragazzo come se fosse il suo più caro amico! Sembra
un’altra! Spero solo che per una volta nella sua vita riesca
lasciarsi andare- continuai pensierosa.
-Lo
spero anch’io per lei… se lo merita…
sai quanto le voglia bene! Per me è come una
sorella… E lui? Ti sembra interessato?- domandò.
-Bè,
chi non sarebbe interessato a Rose?! Sembra una modella! Comunque a
parte il lato fisico, mi sembra che anche Emmett sia parecchio
interessato… però… bè,
anche lui è un po’ come Jazz riguardo le
relazioni… Alice ci ha raccontato che ad entrambi i fratelli
piace passare di fiore in fiore!- gli spiegai triste. Non volevo che la
prima volta che Rose si prendeva una cotta, poi dovesse soffrire
perché il tizio non voleva impegni.
-Può
darsi che finora non abbia semplicemente mai trovato la ragazza giusta.
Chissà…- affermò Jake.
-Già…
lo spero! Comunque le mie sono solo supposizioni, non lo conosco
bene… proverò a chiedere a Alice se anche a lei
suo fratello le è parso interessato… mi sembra
molto in confidenza con loro e un’attenta
osservatrice… magari con il suo aiuto potrei tentare di
organizzare qualcosa, improvvisandoci delle piccole cupido- dichairai,
ammiccando.
-Sei
sempre la solita! Non sarebbe meglio che ti facessi gli affari tuoi,
anziché intromettersi in cose che non ti riguardano?- mi
rimproverò, scompigliandomi i capelli.
-Ehi!
Così mi offendi! E se io mi offendo non ti potrò
aiutare con quel favorino che mi avevi chiesto, no? Anzi penso proprio
che comincerò da adesso a farmi gli affari miei- gli risposi
piccata, incrociando le braccia al petto.
-Eh no!
Avevi promesso! Dai su scherzavo… come sei permalosa!- mi
schernì, anche se un velo di preoccupazioni gli era balenato
nello sguardo. Sporse in fuori il labbro inferiore, in un autentico
broncetto da bambino e sbattè le ciglia, facendomi gli
occhioni dolci. Scoppiai a ridere! Che scemo! Come potevo resistere a
quell’espressione.
-Anch’io
scherzavo! Non rinuncerei alla mia missione per niente al
mondo… Come potrei non aiutare un cucciolotto come te- lo
rassicurai. E poi il matrimonio potrebbe essere una buona occasione,
per mettere in pratica il nostro piano!- proposi, abbracciandolo.
Ricambiò, stringendomi forte a sé e sussurrandomi
un grazie.
-Dai
continua. La ragazza, invece, che tipo è?- si riprese
immediatamente. Non ce la faceva proprio a frenare la sua innata
curiosità.
-Alice…
Alice è una vera forza della natura, un ciclone! Dove
c’è lei, non si può stare tranquilli,
perché non sta ferma un attimo e soprattutto non sta mai
zitta… Sembra una macchinetta! E’ minuta, ma ha
dentro di sé una carica che farebbe invidia a chiunque.
È simpaticissima e riesce a influenzare tutti con la sua
allegria. L’idea della festa è stata sua- gli
raccontai ancora.
-Non
vedo l’ora di conoscere questo piccolo uragano-
affermò Jacob, sorridendo.
-Domani
ne avrai l’occasione. Dopo la scuola andremo a Seattle a
comprare tutto quello che ci serve e poi, se non è troppo
tardi, verremo qui a portare tutto l’occorrente, ok? Ora
sarà meglio che vada.. si è fatto tardi e domani
c’è scuola- dichiarai, alzandomi.
-Scusa…
ma dove pensi di andare? Non ti sei dimenticata di parlarmi di
qualcuno? Sbaglio o c’è ancora un ragazzo in casa
tua?- mi domandò, immediatamente sospettoso per il mio
atteggiamento evasivo. Diavolo! E io che pensavo di cavarmela con poco.
-Mmm…
sì, c’è… E’
Edward… stronzo come pochi! Preferirei non parlarne,
è un argomento piuttosto spinoso e non fa altro che
irritarmi!- dichiarai, sperando di concludere lì il
discorso. Ma non avevo fatto i conti col mio migliore amico, che
continuava a fissarmi con quel sorrisino a fior di labbra di chi la sa
lunga… Come lo odiavo quando si stampava quel ghigno sulla
faccia! Mi arresi, tanto sapevo che non mi avrebbe fatta andare via
finchè non avessi sputato il rospo.
-E va
bene! E’ il ragazzo più bello che abbia mai visto!
Ma è uno stronzo colossale e non ci sopportiamo. O
meglio… è lui che non sopporta me! Non so
perché, ma dal primo giorno che ci siamo conosciuti mi
tratta sempre come se fossi spazzatura. Con me è sempre
antipatico e mi risponde peggio di un cane, mentre con Jazz e Rose si
trasforma in un normale ragazzo: simpatico, educato, gentile,
disponibile. So che non si può essere simpatici a tutti e
nemmeno lo pretendo… però Jake… non mi
ha dato nemmeno la possibilità di farmi
conoscere… ha deciso che mi odia solo guardandomi!
Così… anche se ci sto male cerco di non darlo a
vedere… sai meglio di chiunque altro che non sono tipo da
farmi mettere i piedi in testa! Quando si rivolge a me con quel tono
strafottente, non riesco a trattenermi e gli rispondo di
conseguenza… col risultato che finiamo con lo stuzzicarci
tanto che concludiamo litigando furiosamente!- gli spiegai tristemente,
tutto di colpo, senza nemmeno riprendere fiato. Jake mi
accarezzò dolcemente una guancia.
-Bells…
guardami negli occhi e sii sincera…- mormorò
serio; -Sei proprio convinta che non ti sopporti?- mi
domandò, facendo di nuovo spuntare quel sorrisino sardonico.
Dio come lo non lo sopportavo! Se non se lo toglieva subito dalla
faccia rischiavo di cancellarglielo io e non in modo gentile.
-Sì,
sono convinta! Penso di riuscire a capire una cosa così
elementare! E poi stamattina ho anche provato a chiedergli
cosa gli avessi fatto per trattarmi in modo così odioso e il
deficiente, come se niente fosse, mi ha semplicemente
risposto che non si può essere simpatici a tutti- gli
risposi, sempre più irritata, sia
dall’atteggiamento di Jake, sia dai ricordi delle discussioni
con Edward.
-Sarà….-
sussurrò, tra sé e sé. Ora lo
picchiavo selvaggiamente, se non la piantava subito!
-Ma
‘sarà’ cosa?! Ora mi stai facendo
proprio incazzare Jake! Sarà meglio che vada a dormire
perché il genere maschile per me è troppo
contorto, specialmente a quest’ora… sono troppo
stanca per cercare di capire le vostre menti bacate!- esclamai,
alzandomi di scatto e avviandomi al pick-up.
-Ci
vediamo domani Bells, e sappi che sei molto carina anche quando sei
incazzata- mi urlò dalla porta dell’officina,
sghignazzando senza ritegno.
Mi
girai, lo guardai e gli feci un gestaccio con il dito e lui si
sganasciò ancora di più dal ridere.
Mmm che
nervoso! Prima o poi avrei preso un bel bastone e gliele avrei date di
santa ragione! Salii in auto e tornai a casa.
Era
già mezzanotte passata e le luci erano tutte spente. Entrai
facendo attenzione a non fare rumore e mi diressi in cucina per bere un
bicchiere d’acqua prima di andare a dormire.
Pov
Edward
Era
già mezzanotte passata e Bella non era ancora rientrata. Ma
cosa diavolo stava facendo?! I miei pensieri furono interrotti proprio
dal rumore del pick-up sul vialetto e senza rendermene conto, ancora
prima che lei entrasse in casa, mi ritrovai in cucina.
La
sentii entrare piano e, senza accendere le luci, venne anche lei in
cucina. Nella penombra, data dalla luce della luna che filtrava dalle
finestre, intravedevo la sua sagoma muoversi sicura verso il frigo, ma
lei non si era accorta di me che ero appoggiato al lavandino.
-Divertita
abbastanza per stasera?- domandai improvvisamente, non riuscendo a
trattenermi oltre.
La vidi
sobbalzare per lo spavento e inciampò... fu questione di un
attimo: d’istinto mi mossi verso di lei per sostenerla, e
dopo un attimo lei era tra le mie braccia e i nostri visi si
stavano sfiorando vicinissimi. Il mio cuore prese a galoppare impazzito
e il mio respiro si stava intensificando. Il calore e la morbidezza del
suo corpo, e il profumo della sua pelle si infrangevano su di me,
eccitandomi all’inverosimile. Anche lei respirava veloce e mi
fissava come in trance. I nostri sguardi era intrecciati e
non capivo più niente… desideravo solo sentire
finalmente la morbidezza di quelle labbra carnose che mi richiamavano
con una potenza inaudita… stavo per annullare la
distanza tra le nostre bocche, quando il rumore di una porta al piano
di sopra mi fece riprendere un attimo di lucidità.
Che
diavolo stavo facendo?! La scostai da me bruscamente, raddrizzandomi e
sciogliendo l’abbraccio… un vuoto enorme mi
colpì come un pugno in pieno stomaco. Dovevo essere certo
che non si fosse accorta della mia debolezza, quindi rialzai la mia
barriera di scortesia.
-E’mai
possibile che non puoi stare un po’ più attenta?!-
la rimproverai, sgarbatamente. I suoi occhi si spalancarono, dapprima
sorpresi , ma poi si socchiusero lasciando trasparire tutta la sua
rabbia.
-Se non
mi avessi spaventata, stando qui al buio come un ladro, non sarei
inciampata!- mi rispose, stizzita.
Non
aveva tutti i torti… ma era stato più forte di
me… la voglia di sapere cosa avesse fatto tutta la sera con
quel Jacob mi stava logorando.
-Sono
solo sceso a bere, e non mi sembrava il caso di accendere la luce, col
rischio di disturbare qualcuno- affermai, cercando di risultare il
più indifferente possibile.
-Be’,
potevi palesare la tua presenza appena sono entrata-
continuò, sempre più acida; -E poi…
cosa ti importa se mi sono divertita? Non sono di certo affari tuoi, ma
se proprio lo vuoi sapere… sì, ho passato proprio
una bella serata- dichiarò soddisfatto, facendomi andare il
sangue al cervello.
-Era
solo una domanda retorica! Non me ne frega proprio niente di cosa fai
nel tuo tempo libero… Se hai voglia di farti ripassare da
tutta Forks, è un problema tuo! Non sono di certo affari
miei!- ribattei seccato, all’idea che qualcun altro avesse
potuto godere di quel favoloso corpo che avrei voluto tutto per me. Il
pensiero che quel ragazzo l’avesse toccata, accarezzata
baciata… oddio, mi faceva stare male!
-Ma come
ti permetti! Io non mi faccio ripassare da tutta Forks! E
comunque… non mi sembra di parlare con un integerrimo
cittadino, visto che dopo qualche ora di scuola eri già a
scopare con una appena conosciuta. Quindi Mr Squallore vedi di
lasciarmi in pace che mi stai proprio stufando!- si risentì,
palesemente indignata.
Le
parole che disse mi colpirono come uno schiaffo in pieno viso, e
così non potei fare a meno di ribattere.
-Be’…
se non eri a scopare con qualcuno perché te la prendi
tanto?- la provocai, sorridendo sarcasticamente.
-Vaffanculo,
Edward!- mi gridò, e corse via, lasciandomi lì
come un cretino.
Già…
un cretino! Idiota, deficiente e stronzo! Perché non potevo
essere altro…
Cosa mi
era saltato in mente di offenderla in quella maniera?! Lei non aveva
nessuna colpa! Ero io lo stupido che non riusciva a tenere addosso i
pantaloni. Lei non si meritava un trattamento del genere e se avessi
sentito un altro ragazzo parlarle con quel tono e darle della puttana,
come avevo appena fatto io, probabilmente non sarebbe rimasto integro
per molto. Sospirai rassegnato.
Ormai
avevo capito che lei era il mio frutto proibito… come la
mela per Adamo: così dolce, succosa e tentatrice. Ma cosa
era capitato ad Adamo quando l’aveva colta? Aveva perso il
paradiso…
E
così sarebbe successo a me! Non dovevo sentirmi attratto da
Bella… lei ormai faceva parte della mia famiglia, e non
avrei potuto certo portarmela a letto e poi mollarla come facevo con
tutte le altre… lei non era una di quelle sciacquette pronte
a farsi sbattere in qualsiasi modo e momento… lei era una
brava ragazza, matura, posata, intelligente e… belissima,
sexy, sensuale e ingenuamente provocante. Già…
nemmeno si rendeva conto dell’effetto che era in grado di
scatenare in me.
Cazzo!
Stavo uscendo fuori di testa! Dovevo assolutamente trovare una
soluzione… e in fretta! Rischiavo di far diventare
insostenibile per tutti questa nuova convivenza, ma soprattutto per me!
Non potevo continuare ad accanirmi su di lei in quella
maniera… ci stavo male anch’io…
Ma non
potevo neanche avvicinarmi troppo… altrimenti chi mi avrebbe
impedito di cogliere quella mela?
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