Londra, Inghilterra
Qualche minuto era passato dalla sconvolgente notizia e io me ne stavo
ancora lì con le mani premute sulla bocca gli occhi
spalancati, incapace di dire alcun che. Draco mi fissava in silenzio
aspettandosi forse una qualche mia reazione ma io al momento avevo le
idee troppo confuse. Non sapevo di preciso cosa provassi per Malfoy, mi
rendevo conto che qualcosa fra noi era nato in quei giorni, stavo bene
con lui, molto più di quanto non lo fossi mai stata con Ron
ma c’era come un ostacolo fra noi, qualcosa che mi blocca
ogni volta che provo anche solo a pensare a me e Draco insieme , ad una
vita felice al suo fianco.
“Mi dispiace” riuscii a pronunciare infine
sospirando. Forse avrei dovuto dire qualcos’altro ma questa
era l’unica cosa che mi era venuta in mente.
Draco sorrise mestamente “E successe un
po’ di tempo fa” alzò il volto verso di
me puntando i suoi occhi di ghiaccio nei miei “e la vita va
avanti” proseguì guardandomi serio e in quel
momento riuscii a scorgere un bagliore di tristezza balenare nei suoi
occhi ma si trattò solo di pochi istanti e tutto
tornò come prima.
In quel momento Lysandra si infilò fra le nostre gambe
strattonando i pantaloni di suo padre
“Papà, andiamo a mangiare tutte queste cose buone?
Ti prego, io ho fame!” disse mostrando fiera i dolciumi
che teneva fra le braccia. Osservandola dovetti
ammettere che era molto simile a Draco, pelle chiara, capelli
biondissimi e lineamenti aristocratici ma gli occhi erano di un
magnifico verde acqua probabilmente ereditati dalla madre.
“Lysa, quante volte ti ho setto di non interrompere le
persone mentre parlano” la rimproverò Draco ma
senza usare un tono troppo freddo o distaccato infatti Lysandra mise su
un tenerissimo broncio ma accortasi che il padre non era realmente
arrabbiato esclamò con l’ovvietà tipica
dei bambini “ma voi eravate in silenzio!” a quelle
parole non potei far altro che sorridere seguita da Draco.
“Non fa niente Draco…” dissi
“Papà? Può fermarsi ad assaggiare i
dolci con noi anche Hermione?” Draco a quelle parole mi
osservò per un attimo per poi rivolgersi alla figlia
“Devi chiedere a lei tesoro”
“Hermione, ti va di assaggiare questi dolci con
me?” Chiese pronta Lysa. Io non sapevo che fare, ero ancora
confusa ma poi mi dissi che qualche dolcetto non mi avrebbe fatto che
bene
“Certo che mi va” dissi infine prendendola per mano
e sorridendole.
Poco dopo eravamo seduti a tavola con i dolciumi sparpagliati sul
tavolo e Lysa, comodamente seduta sulle gambe del suo papà,
masticava felice una ciocco rana e Draco ogni tanto le puliva la bocca
sporca di cioccolato con un tovagliolo.
Mi faceva un certo effetto vedere Draco alle prese con una bambina nel
ruolo di papà, lui sempre un po’ freddo e poco
espansivo ora sorrideva felice stringendo calorosamente la figlia fra
le sue braccia,quasi a volerla proteggere dal resto del mondo.
Ad un certo punto Lysa si voltò verso di me sorridendomi
“Hermione posso venire in braccio a te?” ma prima
che potessi rispondere Draco disse serio “No, Lysa non dare
fastidio ad Hermione” a quel punto la bambina mi
guardò tristemente “Non vuoi che ti vengo in
braccio?” io, intenerita da quei dolci occhioni, le sorrisi
rassicurante
“Vieni dai e non ascoltare quello scontroso di tuo
padre” appena abbi finito di pronunciare quelle parole Lysa
si fiondò fra le mie braccia accomodandosi sulle mie gambe
mentre Draco faceva una finta faccia offesa
“Traditrice” mormorò e noi due scoppiamo
a ridergli in faccia “Papà, sei proprio
buffo”.
Mezz'ora dopo girovagavo per il salone della casa osservando tutto
ciò che mi circondava, in effetti la casa di Draco non era
fredda o troppo suntuosa, come la immaginavo, ma abbastanza calda e
accogliente, adatta insomma ad una bambina. Una enorme libreria
ricopriva un’intera parete mentre al lato opposto della sala
troneggiava un imponente camino di marmo raffinato su cui erano
disposte diverse fotografie,quasi tutte raffiguranti Lysa tranne una in
cui Draco sorrideva con accanto la moglie, una bellissima
donna dai lunghi capelli castani e gli occhi identici a quelli della
figlia, che stringeva fra le braccia un piccolo fagottino rosa che
agitava le piccole manine cercando di toccare il viso della sua mamma.
Alla vista di quella foto mi si strinse il cuore, non sapevo come era
morta la mamma di Lysa ma sapevo per certo che non era giusto, per
niente.
“Un penny per i tuoi pensieri” mi voltai trovando
Draco appoggiato alla porta d’ingresso al salone che mi
osservava, dopo aver insistito tanto e aver promesso a Lysa che un
giorno sarei tornata a trovarla, anche si in effetti non sapevo ne come
e ne quando, doveva essere riuscito a farla addormentare.
“Stavo cercando di capire perché non mi hai
parlato di Lysa” mentii anche se in effetti era
ciò che mi ero chiesta per tutta la serata, non ci
conoscevamo da moltissimo, è vero ma non vedevo la ragione
per nascondermi la sua esistenza.
“Di solito alle donne che ho frequentato non parlo di lei,
tutto qui”
“Quindi io sono solamente una donna con cui sei andato a
letto una volta” dissi incupita, forse mi stavo semplicemente
illudendo che Draco provasse qualcosa di più per me, forse
avevo fantasticato troppo, la nostra era una storia impossibile e lo
sapevo bene. Avevo sbagliato a cercarlo di nuovo quella sera e,
conoscere Lysa, anche se era una bambina dolcissima a cui mi ero subito
affezionata, non aveva che compicato le cose.
Draco sospirò avvicinandosi
“La verità è che non volevo presentarle
qualcuno che non avrebbe più rivisto, non dopo la morte di
sua madre” schietto, diretto e dannatamente vero,
perché questa era la verità, io fra qualche
giorno sarei partita, non lo avrei più rivisto, lui doveva
pensare a sua figlia e chiedergli di partire con me sarebbe stato da
egoisti. Lo amo, solo adesso forse me ne rendo conto davvero ed
è proprio per questo che la cosa deve finire qui, ho
sofferto abbastanza, Draco ha sofferto abbastanza, è inutile
continuare ad illudersi
“Mi sa che abbiamo appena complicato le cose” dissi
in un filo di voce ma abbastanza perché potesse sentirmi.
Non gli diedi il tempo d ribattere, mi avviai decisa verso
l’uscita, afferrai il cappotto e spalancai decisa la porta
“Ci rincontreremo?” mi chiese speranzoso Draco
dalle mie spalle mi voltai verso di lui e con fatica riuscii a
guardarlo negli occhi
“Un giorno forse” dissi per poi chiudermi la porta
alle mie spalle. Sentii le lacrime che avevo trattenuto fino a quel
momento rigarmi il volto e col sapore di salato ancora sulle labbra mi
smaterializzai a casa.
Los
Angeles, California
Era la vigilia di Natale ed ero da poco tornata a casa dopo aver
noleggiato qualche film per la serata e osservavo Harry seduto sul
divano trangugiare Firewhiskey dal suo bicchiere con aria stravolta, mi
sentivo dispiaciuta e tremendamente impotente, vederlo in quello stato
mi faceva veramente star male. Pensare che fino a qualche minuto prima
era allegro e felice finchè, mentre ero in coda alla cassa,
l’avevo visto schizzare fuori dal negozio e correre
incontro ad una ragazza che poi riconobbi come la sua fidanzata e fin
qui tutto a posto se no fosse che la ragazza era abbracciata ad un
altro uomo e si sorridevano dolcemente. Per un attimo avevo sentito il
mondo crollarmi sotto i piedi, i ricordi, il dolore, era tutto
riaffiorato in superficie cogliendomi alla sprovvista, Blaise, la mia
relazione con lui e infine la scoperta dell’esistenza di
Sarah.
Sapevo perfettamente come poteva sentirsi Harry in quel momento,
abbandonato, solo, insignificante e sapevo che aveva un disperato
bisogno d'aiuto.
Avevo pagato in fretta il conto e avevo raggiunto Harry che nel
frattempo era rimasto solo sul marciapiede con aria persa.
L’avevo preso per un braccio e trascinato in un vicolo
lì vicino “Ora ti porto a casa con me”
gli dissi e senza lasciargli il tempo di protestare ci eravamo
smaterializzati.
Ed ora eccoci qui.
“Perché mi innamoro sempre della donna
sbagliata?” ruppe il silenzio ad un certo punto tenendo gli
occhi abbassati
“Non sapevi che fosse sbagliata” gli risposi
“E invece si, sapevo che non era giusta, insomma,
perché sono attirato da una persona anche se so che non
è giusta?” io sospirai levandogli il bicchiere di
mano prima che cominciasse ad ubriacarsi sul serio
“Perché speri di sbagliarti e quando ti fa una
cosa brutta la ignori mentre quando fa una cosa bella e ti conquista
perdi la scommessa con te stesso che lei non è adatta a
te”
“Esatto! Mi chiedo se non sia stata con me solo
perché sono Harry Potter, il salvatore, colui che sconfisse
l’oscuro signore e bla bla bla… a volte vorrei
essere solamente Harry, insomma, Harry e basta”
“Per me lo sei” risposi sinceramente sorridendogli
“Grazie Iris.” Mi disse ricambiando il sorriso
anche se appena accennato “Senti non voglio rovinarti il
natale, non devi starmi a sentire” fece per alzarsi per
andarsene ma io lo rispinsi a sedere
“Figurati, rimani, almeno mi fai
compagnia” passare la vigilia di Natale chiusa in casa, da
sola a guardare un film mi sembrava in effetti troppo deprimente e se
Harry aveva bisogno di me in quel momento, e di questo ero
più che certa, non mi sarei tirata indietro “Che
ne pensi di mangiare qualche cosa?” chiesi
“Non ne ho voglia” mi rispose subito lui
“Senti so che è difficile credere quando ti dicono
-so cosa provi- ma io lo so davvero quello che provi” non
sapevo se fosse la cosa giusta raccontargli quello che mi era successo
ma lui aveva bisogno di distrarsi, di sentirsi consolato e
chissà, forse aprirmi sul serio con qualcuno non mi avrebbe
fatto che bene. Così mi accomodai meglio sul divano
rinvagando i ricordi
“Vedi, frequentavo un uomo a Londra. Lavoriamo entrambi per
la Gazzetta del profeta e poi ho scoperto che vedeva anche
un’altra donna, Sarah, e così ho capito che non
era innamorato di me come credevo.
Sto cercando di dire che capisco cosa vuol dire sentirsi insignificanti
e come può far male e non importa quanto cerchi di
migliorarti, vai lo stesso a dormire ogni sera chiedendoti dove hai
sbagliato e come hai fatto a non capire, riesci anche a convincerti che
lui si accorgerà di ciò che ha perso e
tornerà a riprenderti e dopo tutto questo finalmente vai a
vivere in un luogo lontano e conosci nuove persone, persone che ti
fanno tornare viva, la tua anima sembra ricomporsi pezzo per pezzo e la
confusione, gli anni di vita sprecati… svaniscono come per
magia, ma in realtà è solo
un’illusione, quella sensazione di vuoto, di dolore, non
svanisce mai davvero, si nasconde ma è sempre pronta a
rispuntare fuori quando meno te lo aspetti” conclusi
chiudendo gli occhi e sospirando, ero riuscita, forse per la prima
volta, a confidarmi con qualcuno che non fosse Draco, l’amico
di infanzia, qualcuno che conoscevo da poco ma che al contempo non
faceva che ispirarmi affetto e fiducia.
Harry mi osservò in silenzio per qualche istante per poi
concludere “Stai proprio peggio di me credo” io
sorrisi amaramente. Lo vidi alzarsi “Senti, ho cambiato idea
per la cena, mangiamo qualcosa assieme e ci guardiamo un bel film, che
ne dici Iris?” mi chiese sorridendo e tendendomi la mano.
Io sorrisi e l’afferrai sollevandomi
“Andata!”
Salve
gente!!!! Vi prego non uccidetemi!!! Lo so che avevo detto
avrei aggiornato dopo il 9 giugno ma la mia migliore amica che
aveva promesso di aiutarmi con la storia è stata investita e
così sono stata un po’ presa ecco!!!!
Comunque adesso si è ripresa e ora che sono più
tranquilla sono riuscita a riprendere in mano la storia!!!!
Innanzitutto questo capitolo ho deciso di scriverlo in prima persona
perché le emozioni da descrivere, soprattutto nella parte di
Hermione, erano abbastanza e non sarei riuscita a rendere
l’idea di ciò che provavano se avessi scritto in
terza persona come al solito. Poi non mancano tanti capitoli alla fine,
anzi direi veramente pochi quindi DOVREI, e dico DOVREI, riuscire ad
aggiornare abbastanza presto, si vedrà…
Spero di non avervi deluso con questo capitolo!!!!
Ringrazio di cuore tutti quelli che mi seguono, i lettori silenziosi ma
soprattutto chi recensisce che mi da la forza per continuare a scrivere
questa storia!!!!!
Bacioni a tutti quanti!!!!
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