Titolo:
Non voglio perderti
Autore:
Goten
Beta:
Giusy
Capitoli:
Non so proprio dirlo... ^^
Paring:
Edward – Bella
Capitolo
7
La
voce della gravidanza di Bella si sparse in pochi giorni, ogni volta
che usciva da casa e che incontrava qualcuno, lo sguardo ricadeva
sempre sulla pancia che poco alla volta si stava formando. Detestavo
questa situazione, soprattutto perché c'era di mezzo la mia Bella.
Ma lei sembrava non farci caso, mentre invece il futuro padre si era
stranamente volatilizzato.
L'intero
paese non stava dando vita facile alla giovane futura mamma, ma
sembrava che più cattiverie si dicessero sul suo conto, più il suo
sorriso e la sua voglia di felicità aumentassero.
Non
capivo davvero come avesse potuto sopportare tutte quelle
chiacchiere, quelle maldicenze e quegli sguardi con il sorriso sempre
in vista. Isabella era la felicità fatta persona.
Il
rumore di passi mi fece alzare lo sguardo. Eccola con la sua pancia
bella rotondina, la pelle bianca, i lunghi capelli boccolosi sciolti
e il sorriso sulle labbra. Non era alta e non era bellissima, una
semplice ragazza come tante altre, eppure, la sua vitalità e la sua
gioia la rendevano diversa; particolare.
Bella
era quel tipo di persona che a Forks veniva etichettata come
“strana”. Ma in realtà non lo era davvero, aveva solo un gran
coraggio per affrontare tutto quello che le stava accadendo. Ed io
ero più che certo che nessun'altra ragazza in quella cittadina
avrebbe mai avuto il fegato di affrontare la vita come Bella Swan.
In
meno di una giornata avevo rimesso a nuovo la stanza che avrebbe
dovuto ospitare mia sorella e suo marito. << Che ne dici? >>
Mi guardai attorno, osservando critico il lavoro che avevo fatto, le
pareti erano state imbiancate, i mobili spolverati e sistemati.
<<
Ottimo lavoro. >> Sorrise compiaciuta. << Ti assumerò
come governante tutto fare per questa casa. >> Ridacchiò.
Finsi
di pensarci su... << Stipendio concordato? >>
Lei
stette al gioco. << Tanta pace e una pacca sulle spalle. >>
Mi
scappò un sorriso. << Accetto. Mi considero assunto. >>
Era
piacevole scherzare con Bella su tutto, ero libero di esternare i
miei pensieri, perché sapevo di aver trovato in lei una persona che
non si sarebbe mai fatta sottomettere, se aveva qualcosa da dire, la
diceva. Era una parte della sua persona che mi piaceva, anche troppo.
Quello
che ogni giorno mi lasciava sempre di più stupito, era la sua totale
fiducia nei miei confronti, non temeva il vampiro in me, anzi, lo
rispettava e a volte lo prendeva in giro. Non avevo mai sperimentato
una cosa simile in tutta la mia esistenza. Riusciva sempre a
lasciarmi senza parole.
Era
unica.
<<
Quando arriveranno i tuoi fratelli? >> Domandò addentando una
focaccia dolce.
<<
Fra tre giorni. >> La guardai attento. << Qualche
ripensamento? >>
Morsicò
nuovamente la focaccia. << No, figurati. >> Deglutì
spolverandosi via dalle mani lo zucchero rimasto. << Pensavo
solo a quanto tempo avessi per finire un lavoro che avevo quasi
portato a termine. >>
In
effetti, era da qualche giorno che non bazzicava più nel suo
laboratorio, non le avevo detto nulla perché amavo troppo la sua
compagnia e vederla tutta impegnata con quelle sue invenzioni,
m’irritava non poco.
<<
Non andrai adesso a finirlo? Giusto? >> Arcuai un sopracciglio.
<<
Sbagliato. >> Mi puntò il suo dito indice sul naso. <<
Vado immediatamente. >> Era veramente convinta di quello che
diceva, ma non aveva conteggiato me. Ancora prima che si voltasse, la
afferrai sotto le gambe e le cinsi un braccio attorno alla vita
sollevandola da terra. << Edward! >> Urlò spaventata.
Ridacchiai
scioccamente, era una mossa che non aveva calcolato. Con la mia
velocità arrivai in meno di un battito di ciglia nel suo
laboratorio. << Siamo arrivati. >> Sorrisi giocoso.
Le
sue braccia si erano attaccate al mio collo, sentivo il suo naso
accarezzarmi la pelle. Deglutii un fiotto di veleno.
<<
Tu sei matto. >> Sospirò, lasciando che il suo fiato caldo
cozzasse contro la mia pelle fredda. Sapevo che una parte di me
continuava a urlare una semplice e verissima frase: stai
attento Edward, rischi di affezionarti troppo a lei... ma
decisi anche di non dargli retta, non aveva senso...
<<
Guarda che puoi mettermi giù, sai?! >> Fu proprio la sua voce
a destarmi, la guardai abbozzando un sorriso.
<<
Hai ragione. >> Con gentilezza la feci scendere dal mio
abbraccio. Era piccola, minuta e fragile, l'avrei protetta, non c'era
alcun dubbio su questo, decisi invece di prendere il mio pensiero di
prima e di chiuderlo bene con doppia mandata da qualche parte nella
mia mente. Non avrei mai e poi mai pensato a lei in quel modo.
Osservai
l'orologio appeso alla parete, era quasi mezzogiorno. << Vado a
preparati qualcosa, tu prometti di stare attenta? >> La
osservavo scettico, mentre lei mi liquidava con un gesto della mano.
Il mio udito era comunque un'ottima cosa, dato che non potevo tenerla
sott'occhio tramite la mia mente.
Appena
arrivai in cucina, contattai Esme, avevo intenzione di provare una
delle sue ricette. Sorrisi un po' triste per mia madre, lei che
adorava cucinare regalava via tutti i suoi piatti per la gente del
posto. Soprattutto durante le festività che si svolgevano a Volterra
un paio di volte l'anno. Era sempre una “donatrice anonima” a
fornire la maggior parte dei cibi per quegli eventi.
Uno
squillo, due squilli.... << Pronto? >> Mi sentivo
impacciato, proprio come un vero figlio di fronte alla propria madre
biologica.
<<
Mamma, sono Edward. >> Potevo quasi vederla sorridere amorevole
nei miei confronti.
<<
Edward, ciao Va tutto bene? >> Che bello risentire la sua voce.
Una parte di me avrebbe voluto raggiungerla immediatamente, tanto mi
mancava.
<<
Certo. >> La rassicurai. << Volevo chiederti un favore.
>>
<<
Dimmi, come posso aiutarti. >> Era sempre così gentile con
noi. Eravamo maledettamente fortunati.
<<
Vorrei preparare qualcosa per Bella, qualcosa di buono e di sano. >>
Esme era al corrente delle condizioni della futura mamma e sapevo che
questa cosa l'avrebbe fatta felice.
<<
Edward, è un pensiero veramente carino il tuo... prendi nota... >>
E cominciò la spiegazione di alcune delle sue ricette. Non avevo
seriamente bisogno di prendere nota di qualcosa, la mia mente era
impeccabile anche in questo.
Era
quasi l'una e mezza quando mi decisi che tutto era pronto e che
potevo recuperare la mammina geniale dal suo laboratorio.
Soddisfatto, scesi le scale ed entrai nella stanza, la notai subito,
mi dava la schiena, era impegna a finire qualcosa, mi avvicinai
curioso.
La
vidi notarmi con la coda dell'occhio. << Solo un attimo,
Edward, ho quasi finito. >> Era talmente concentrata sulla
saldatura di quel piccolo pezzo da non sollevare neppure per un
secondo lo sguardo verso di me. << Ecco, ho fatto. Dimmi pure.
>> Si tolse la visiera dagli occhi ed io mi sentii più
tranquillo nel vedere il suo sguardo limpido.
<<
Il pranzo è pronto. >> Le annunciai, voltando poi il mio
sguardo su quello che aveva appena finito. << Cos’è? >>
Il
suo sguardo esprimeva soddisfazione e una lieve traccia di
divertimento. << E' per te. O meglio, per facilitarti il
compito di tenermi sotto controllo. >> Emise un risolino
leggero, la mia espressione doveva essere proprio buffa.
<<
In che senso? >> Non capivo.
<<
Questo, >> e indicò con l'indice un piccolo scatolino
metallico << lo applicherò sul muro della sala, porterà un
segnale in tutta la casa e con questi >> indicò dei piccoli
monitor dalla grandezza di una cornice per fotografie << potrai
osservarmi in qualunque posto l'installerò. Ovviamente, il bagno è
escluso. >> Sorrise maliziosa. << Lo scatolino ha un
raggio di duecento chilometri, forse ho un po' esagerato... >>
Si grattò il naso imbarazzata.
Io
ero ancora imbambolato e senza parole. << Hai fatto tutto
questo per darmi la possibilità di tenerti d'occhio? >> Lo
aveva fatto per facilitarmi il compito che mi ero assunto.
<<
S..si... ho sbagliato, vero? >> Sospirò abbassando lo sguardo.
<< Non volevo mancarti di rispetto o altro, è solo che così
pensavo di aiutarti, di renderti le cose più facili. >>
Lei
voleva aiutare me?! Lei voleva che io la tenessi d'occhio meglio!?
Lei non disturbata dalla mia presenza! Di slancio le presi le mani e
la guardai sorridendole grato. << Grazie, è stato un
bellissimo pensiero. >> Ed era vero. Sentii gioia nel vederle
sbocciare nuovamente in viso il suo dolce sorriso.
Il
gorgoglio dello stomaco di Bella non si fece attendere, una nuvola di
rosso le imporporò le guance e per la prima volta la mia mente
formulò un pensiero nuovo; è bellissima.
Le
lascia libere le mani e la condussi in cucina dove, dopo aver
sorpassato l'iniziale sorpresa per quello che avevo preparato grazie
all'aiuto di Esme, ingoiò con voracità tutto quello che le misi
sotto il naso.
<<
Delizioso, davvero Edward. Buonissimo. >> Si pulì la bocca con
un tovagliolo di carta.
Mi
misi seduto di fronte a lei. << Lieto che ti sia piaciuto. >>
Sorrisi. << Allora, che ne dici se sistemiamo quello che mi hai
mostrato prima? Possiamo appenderne uno in ogni stanza. >>
Proposi.
Annuì
sazia, mentre beveva l'ultimo sorso d'acqua. << Sono d'accordo.
>>
<<
Ovviamente il lavoro lo farò io... >> Stava per ribattere, ma
la precedetti. << Tu sarai il mio supervisore e su questo non
si discute. >>
Sbuffò
osservandomi con gli occhi ridotti a due fessure.
<<
Bella... >> Sospirai, era una tale zuccona. << Cerca di
capirmi, vorrei aiutarti come posso. >>
Abbandonò
la sua posizione rigida e alzò gli occhi al cielo, aveva ceduto. <<
E' impossibile rimanere arrabbiati con te, Edward. >> Brontolò,
imitandomi nell'alzarmi da tavola.
Ogni
piccolo monitor aveva trovato la sua postazione, uno per stanza,
bagno escluso, e uno anche nel corridoio, dovevo ammettere che erano
veramente utili quei cosi. << Finito. >> Sentenziai,
voltandomi per osservare il volto di Bella soddisfatto.
<<
Finito. >> Mi fece eco. Ma vedevo in lei una sorta di
soddisfazione. Mi piaceva sapere di esserle stato d'aiuto. Era una
sensazione bella, piacevole.
ANGOLO DI GOTEN: Arrivo come sempre in ritardo e come sempre mi scuso profondamente ^^ volevo fare una piccola richiesta da parte di una ragazza che mi ha scritto tramite mail: A VOI AUTRICI: non lasciate in sospeso le vostre ficci, per chi legge è una vera tortura ed è anche maleducazione verso appunto il lettore. Portatele a termine.
Bene, io il favore l'ho fatto, spero vivamente che il messaggio venga ascoltato ^_^. Come sempre vi auguro buona giornata e taaanto caldo! XD Ciao a tutti! ^_^