Udite-udite, gente! Non so come, ma sto aggiornando
dopo un solo giorno! xD Ah, beh, connessione e famiglia permettono e io ne approfitto.
Passiamo alle Cronache del Mondo Emerso <3 Non sono
sicura che sia un capitolo ben riuscito, ma sono gli effetti della scrittura in
preda all’insonnia xP
Tutte le frasi
pronunciate dai personaggi – anche interiormente – appartengono al
primo libro della trilogia (Nihal della Terra del
Vento). Tutto il resto è il risultato dei miei viaggi mentali sull’adorabilissimo
Sennar adolescente.
Elos: Nuuu, dai,
che brutto, ti hanno già detto praticamente il peggio ç__ç
Però coraggio, ti assicuro io che il finale ci sta tutto; è
triste ma incompleto, per cui in un certo senso ti lascia sperare. Difatti in Kuroshitsuji II… Alt, non voglio farti
spoiler anch’io! xD Sono contenta che il
capitolo ti sia piaciuto nonostante le libertà grafiche ^^’
Purtroppo quella è una cosa di cui non riesco a fare a meno. Immagino
dipenda dai temi della storia; a volte sono superfissata con l’impaginazione
perfetta, altre volte me ne esco con cose come l’ultima shot, perché se una storia trascende nel nonsense
anche la grafica fa la sua parte ^^ Grazie ancora per i complimenti, come
sempre!
Fede_Wanderer: ç__ç Io con Ciel ho un
rapporto di amore/odio, però ti confesso che spesso mi fa una tenerezza
infinita. Come nell’ultimo episodio, appunto. E ti sono veramente,
veramente, veramente grata per quel che mi hai detto. Averti fatta piangere per
lui è una cosa che non mi sarei mai aspettata, e non ci sono abbastanza
parole per ringraziarti delle tue. <3 Per quanto riguarda Kuroshitsuji II, beh, io ho visto i primi due
episodi, ma non sono sicura che continuerò a seguirlo: anche se
Sebastian e tutti gli altri (eh
già, hai capito bene ^^) sono presentissimi, i nuovi personaggi sono
decisamente odiosi è__é (a tale proposito, no, l’unica cosa
della shot che si ricollega un po’ alla nuova
serie è la frase “Ora potete dormire”; il resto è un
altro mio viaggio mentale u///ù) Grazie ancora, Fede, davvero. Spero tanto
di riuscire a sentirti al più presto. <3
Akachi: Ma grazie *-* Davvero anche tu ti eri
spoilerata il finale? Ma no xD
Uffa, ci siamo cascate tutte allora!! Ti ringrazio davvero tanto per i
complimenti, spero che la raccolta continui a piacerti ^^ Un bacio!
Dany92: Awww *__* Guarderai Kuroshitsuji? Kyah, spero tanto
che ti piaccia! Sissì, Sebastian-san
è così affascinante, come
darti torto? *megasospiro* Sono felicissima
che tu abbia letto comunque il capitolo, e che ti sia piaciuto; se sono
riuscita ad incuriosirti anche con un fandom che non
conoscevi non posso che esserne felice *__* Grazie infinite, ancora e ancora!
Ringrazio come sempre
tutti i lettori di questa bislacca raccolta. Uno ad uno. God bless you. <3
Buona lettura a tutti!
Un velo di fumo
Fandom: Cronache del Mondo
Emerso
Personaggi: Sennar, Nihal
Genere: Romantico, Introspettivo
Rating: Verde
Ambientazione: Durante la notte
precedente all’iniziazione di Sennar alla magia
Prompt: #6. Sleeping (Dormendo)
Da
quando la ragazzina dai capelli blu era comparsa sulla sua strada, per Sennar non c’era più stato un attimo di
tregua.
Beh,
d’accordo, forse non era andata proprio così. In fin dei conti non
era stata lei a pararsi sulla strada
di lui. Semmai il contrario; era stato lui
a recarsi a Salazar per sfidare quella curiosa bambina con le orecchie a punta
che tutti dicevano tanto invincibile nel duello. Era stato lui a voler conoscere lei e a volerle dimostrare che non si
dovrebbe mai combattere, specie se per gioco. Era stato lui a batterla e a guadagnarsi il suo eterno rancore.
Nulla
di cui stupirsi che poi se la fosse ritrovata sulla porta della casa di Soana, con la richiesta di imparare la magia e il tacito
intento di usarla per vendicarsi di lui.
Ma
non era questo il punto.
Da
quando aveva incontrato Nihal, da quando vivevano
insieme con la maga al limitare della foresta, Sennar
era rimasto travolto dagli avvenimenti. Prima di lei c’era stato lo studio lo studio lo studio lo studio.
Nulla contava se non imparare e migliorare; Soana era
una maestra esigente – una brava donna, senza dubbio, ma in primo luogo
una maestra esigente. Lui non aveva avuto molte occasioni di vivere qualcosa
che non fosse la preparazione teorica e pratica alle arti magiche, in quei
primi sette anni trascorsi con lei, a dimenticare la vita sui campi di
battaglia e a cercare di imparare a costruire una strada per la pace.
Ma
poi era arrivata Nihal. E per Sennar
non c’era più stato un attimo di tregua.
Tanto
per cominciare, le giornate in casa di Soana erano
diventate molto più chiassose. Se prima la maga sedeva a leggere in
silenzio mentre lui si esercitava o studiava, adesso erano entrambi costretti a
guardarsi dall’ultimo disastro involontario provocato da Nihal; se prima Sennar poteva
contare sulla totale solitudine durante un incantesimo particolarmente
complicato, adesso il più delle volte si scopriva spiato dalla
ragazzina, che puntualmente – una volta smascherata – faceva
schizzare il naso all’insù e se ne andava via con aria di saccente
sufficienza, come se fosse capitata lì nei pressi per puro caso e non
fosse semplicemente curiosa da morire.
E
poi c’erano state le prime notti. Sennar
pensava di essere piuttosto bravo a far finta di niente, ma aveva capito
benissimo che Nihal era imbarazzata all’idea di
dividere la stanza con lui, e che si ostinava a mangiarselo a furia di
rispostacce soltanto per non dargli a vedere la sua parte più timida e
femminile. Anche questo era un problema che non c’era mai stato, prima
– non si era mai dovuto preoccupare di mettere qualcuno a proprio agio,
perché Soana a volte era tanto fredda e
distante che in un certo senso era quasi come se vivessero lontanissimi. Nihal era tutta un’altra cosa; era fragile. E lo camuffava
in tutti i modi.
Proprio
come quella sera, quando lui era andato a cercarla nella foresta per
tranquillizzarla, e lei lo aveva prima preso a pugni e poi era scoppiata a
piangere tra le sue braccia.
«
Stanotte sto qui con te, così potrai dormire tranquilla. Ma domattina me
ne vado: devi o non devi sostenere una prova? »
E
oggi, a distanza di due anni, le cose erano ulteriormente cambiate.
Disteso
nella penombra del pavimento, Sennar guardava la ragazzina
addormentata nel letto, avvolta nella sua coperta, e rimuginava senza sosta.
Erano
diventati amici. Grandi, grandissimi amici. Eppure c’era ancora una sorta
di barriera tra di loro, un velo di fumo che lui non riusciva ad oltrepassare
in alcun modo, e che era costituito dagli incubi di Nihal.
Avrebbe
tanto voluto capire cosa le stesse succedendo.
Fin
dalla prima volta, quando lei era entrata nel cuore della notte in camera sua
– dopo che Soana si era risolta a dividerli
– stritolandosi le mani e supplicandolo di lasciarla dormire con lui, si
era detto che qualcosa non andava. Nihal non
ammetteva facilmente di avere paura. Lei le affrontava, le sue paure, o
comunque quando non ci riusciva si limitava a sopprimerle dentro di sé
perché non le vedesse nessuno. C’era qualcosa di strano in quella
dimostrazione inedita di bisogno, in quella richiesta di aiuto. Gli aveva detto
che aveva avuto « un incubo », e lui non aveva chiesto nulla di
più. Soltanto, l’aveva fatta stendere nel suo letto e
l’aveva guardata assopirsi, senza capire.
A
quell’episodio ne erano seguiti altri, invariabilmente; ogni volta Nihal cercava di resistere fino alla fine, ma poi,
imbarazzata, il visetto chino e le guance rosse, bussava alla sua porta e
quando lui le apriva si lanciava tra le sue lenzuola sfatte. Mai una volta che
gli avesse raccontato la natura di quegli incubi. Mai.
A
diciassette anni, Sennar era – perché
mancavano solo poche ore ormai – a tutti gli effetti un mago, era
bravissimo a leggere gli animi delle persone e sapeva anche come era più
giusto confortarle e aiutarle. Eppure, ancora si struggeva perché non
riusciva a capire fino in fondo la sua migliore amica.
Si
alzò cautamente dal pavimento, senza un rumore. Nihal
dormiva di un sonno agitato. Si chiese in quale misura potesse dipendere dalla
sua recente cotta adolescenziale per Fen, o dalle
parole che lui stesso le aveva rivolto in proposito – lascialo perdere, lui ama Soana, lascialo perdere se non vuoi soffrire. Quanto
dipendeva invece dai suoi fantasmi?
Neanche
avesse avuto modo di sentire i suoi pensieri, la ragazza iniziò ad
agitarsi. Mormorò addirittura qualcosa nel sonno, un miagolio di
lamento, un suono così innaturale
da parte sua che Sennar si spaventò.
Rimase
a fissarla, improvvisamente triste. Come poteva aiutarla? Come poteva riuscire
a liberare la sua anima dai demoni, se lei si chiudeva così – se non vedeva che lui era lì per lei,
con le mani tese ad aspettare di poterle dare di nuovo l’abbraccio che li
aveva uniti nella foresta?
«
Sennar, posso farti una domanda? »
«
Dimmi. »
«
Sei mai stato innamorato? »
Nihal si agitò un po’ di
più. A sorpresa, le lacrime le solcarono il viso, ma lei non si
svegliò. Sennar non sapeva davvero che fare.
Disperato, si distese al suo fianco e la circondò con le braccia.
Su, su, non
piangere. Ora ci sono qui io. È tutto finito.
E
miracolosamente, dopo qualche lunghissimo istante, fu tutto come allora. Le
membra di Nihal si rilassarono, il suo corpo scosso
dai singhiozzi si premette un po’ di più contro il suo, e Sennar ebbe ancora una volta la conferma che avrebbe voluto
fare qualsiasi cosa, qualsiasi cosa,
per comprendere e cancellare per sempre quel dolore.
Le
accarezzò i capelli, sfiorando la punta di un lungo orecchio. Gli
sembrò che la ragazza sorridesse nel buio, pacificata. Allora sorrise
anche lui.
Forse
c’era ancora un velo di fumo tra di loro, ma prima o poi avrebbe trovato
il modo di disperderlo nel vento e di vederla sorridere ancora.
«
Beh… Credo di sì. »
Da
quando la ragazzina dai capelli blu era comparsa sulla sua strada, per Sennar il mondo era del colore viola degli occhi di lei.