I'll
remember you
Non
se la sarebbe mai scordata.
Anche
se fosse andato in Paradiso, o all'Inferno, piuttosto che finire in
quel Limbo colmo di emozioni e dolore, lui non l'avrebbe mai
scordata.
I
suoi capelli neri e la sua bocca carnosa.
La
sua pelle profumata di miele e la sua voce che sussurrava il suo nome
tutte le volte che la stringeva tra le braccia facendola sua.
Mai!
Lui
non l'avrebbe mai scordata.
Si
sarebbe ricordato di Olivia Baker per il resto dei suoi giorni.
Lì,
condannato a vivere una specie di supplizio eterno, ogni ricordo di
loro, gli appariva vivido e forte davanti agli occhi.
L'aveva
amata, intensamente e totalmente.
La
prima e unica donna che avesse mai amato, gli era costata la vita.. E
lui era stato sereno e sicuro davanti alla scelta di morire per lei.
Non
aveva avuto nemmeno un dubbio.
Scegliere tra la sua vita e la
salvezza di Olivia era stata la scelta più semplice che si
fosse mai
ritrovato a compiere.
La
morte e la sofferenza erano sembrati niente, se considerava il motivo
per cui lo stava facendo.
Per
salvare la donna che amava.
E
con una lacrima lì a rigargli il viso, l'aveva guardata per
un'ultima volta dicendole addio.
Addio
alla beata meraviglia che la sua vista gli offriva.
Addio
a quel senso di dolcezza che lei sapeva dargli.
Addio
a quella sensazione di essere a casa che i suoi occhi gli regalavano
dolcemente ogni volta che lo guardava.
Addio
alla sua voglia di vivere con lei per il resto dei suoi giorni,
rinunciando a tutto quello che aveva e che era, solo per essere
giusto per lei.
Addio
a tutto.
Ma non all'amore che provava.
Quello
non sarebbe mai passato. Se lo sarebbe portato dentro per il resto
della sua vita, o forse era meglio dire non vita.
E non
avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.
L'avrebbe
custodito gelosamente dentro il suo cuore lasciandolo uscire solo
attraverso le lacrime che gli solcavano il viso e i singhiozzi che
gli impedivano di respirare.
E poi
l'avrebbe ripreso con sé, bevendo il suo dolore e ingoiando
quegli
stessi singhiozzi, ancora e ancora.
Si alzò
e
camminò distrattamente su e giù per la valle
desolata a cui era
destinato.
Condannato
a rimanere da solo, con i suoni e le immagini del suo passato
intatti.
Condannato
solo perchè aveva amato.
Un amore
marcio, sbagliato per chi stava sopra di lui.
Ma giusto e
quasi disperato per lui che lo aveva vissuto minuto per minuto senza
mai pentirsi.
Non c'era
niente di sbagliato in quel sentimento, eccetto forse la troppa
intensità che lo caratterizzava.
Chiuse gli
occhi abbandonandosi alla dolce reminiscenza di un bacio, o di un
abbraccio, o di una parola gentile.
Si
lasciò
cadere in ginocchio, scosso di nuovo dai singhiozzi e pianse
disperato urlando con tutta la voce che aveva.
Affranto,
perso, solo..
Non voleva
stare lì. Voleva tornare dalla sua donna e amarla,
stringerla e
coccolarla.
Godere del
caldo della sua pelle e del morbido delle sue labbra.
Si
rannicchiò su stesso desiderando di morire..
Che
stupido!
Era già
morto e non l'avrebbe rivista mai più.
L'unica
speranza che gli rimaneva, era quella che lei stesse bene.
Che fosse
felice e che trovasse la forza di andare avanti senza di lui.
Chiuse gli
occhi stremati dal pianto e immaginando di accarezzarla,
accarezzò
l'asfalto intorno, singhiozzando di nuovo, come un bambino.
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