Salve a
tutti! Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa fanfiction. Non
è molto fantasioso, l'ammetto, ma in fondo era
così che l'avevo pensato sin da quando ho iniziato a
sciverlo, dovendomi ricollegare all'inizio del primo film.
Ringrazio
tutti coloro che hanno seguito questa storia, chi l'ha messa tra le
preferite e chi mi ha lasciato un commento: Lione94, Summerbest,
stellysisley, duedicoppe, Roxar, Laura Sparrow, Nebbia4e, LadyKiki90,
xLostMemoryx.
Lione94,
Summerbest, stellysisley, duedicoppe: a voi, che siete state le mie
più assidue lettrici e commentatrici, va il mio
più sentito ringraziamento. Mi avete spinta a continuare
attraverso il vostro affetto e apprezzamento. Grazie anche a chi leggerà in futuro.
Buona lettura e a presto!
Epilogo:
Caccia grossa
L’aria era
ancora fresca e limpida e il cielo striato di blu e violetto si stava
spogliando delle ultime stelle della notte, mentre riecheggiavano i
canti degli uccelli mattutini.
Capitan Barbossa con
uno scatto deciso balzò sulla piattaforma della palafitta e
diede alcuni colpetti di nocche alla porta.
Tia Dalma si
affacciò appena con un grosso sbadiglio che
diventò poi un sorriso fioco:
- Bentornato, mio
dannato amico – lo accolse beffarda, stringendosi nello
scialle ricamato.
- Sono venuto a
portarti il mio pagamento – annunciò indispettito
lui spingendola per entrare. La donna gli voltò le spalle e
si affrettò ad accendere qualche candela per illuminare
l’interno.
Il pirata
gettò sul tavolo un borsellino di stoffa scura che
all’impatto con il legno emise un rumore sordo. La
sacerdotessa lo raccolse e, tirando via il cordino che lo chiudeva, ne
uscì fuori con cura il contenuto.
Prima si
soffermò ad analizzare il tessuto di pelle rotondeggiante
che recava alcuni ideogrammi: - Sì, è lui!
– esclamò inviando un’occhiata di
ringraziamento al capitano, quindi sollevò dalla catenella
una collana con un grande ciondolo argentato con inciso un volto a
forma di cuore. Strinse i denti corrugandosi.
Barbossa, preoccupato
di aver fallito, afferrò di nuovo il sacchettino tirando
fuori un altro medaglione, verde e a forma di rombo, mostrandolo alla
signora.
- No, quello puoi
tenerlo – gemette lei stringendo più forte
l’oggetto che teneva in mano e sospirando. – Su di
voi c’è ancora la maledizione, vedo –
asserì dopo qualche secondo, alzandosi e scagliandogli uno
sguardo derisorio.
- Il denaro viaggia
più in fretta della Perla Nera – ammise con stizza
il filibustiere mentre la fattucchiera gli affibbiava la collana con il
gioiello verde bottiglia.
- Dovreste
concentrarvi più alacremente sull’obiettivo.
L’oro vi chiamerà di nuovo, fino
all’ultima moneta – gli garantì lei
sfiorandogli vezzosa il mento – E non dimenticatevi del
sangue – gli rammentò più severa.
– Ora ho da fare – concluse spiccia sospingendolo
verso l’esterno.
- Le abbiamo contate e
ricontate, signore. Sono 882!
- Quella fottuta
sgualdrina vi ha ingannato! – lo accusò
Bo’sun calciando alcune suppellettili pregiate poggiate alla
rinfusa tra le rocce della caverna.
Hector manteneva gli
occhi irosi e delusi sulle splendenti monete racchiuse nel forziere di
pietra, rifiutandosi di ascoltare le imprecazioni della ciurma e
arrovellandosi sul possibile errore che ancora li rendeva schiavi di
quel maleficio.
- Ci vuole
più sangue! – sostenne Twigg, tagliandosi una vena
e invitando altri a copiarlo.
All’improvviso
qualcuno gridò trionfante: - Aspettate! Sono 881!
Il capitano in parte
si rianimò: - Ne siete sicuro, mastro Ragetti?
- Da quando sai
contare, tu? – confutò Pintel scettico.
- Da sempre, amico
– si scrollò altezzoso quello.
Grapple si frappose
drizzando due dita: - Vuol dire che ne manca una sola? –
domandò incerto, il collega annuì guardando
Barbossa che restava assorto e neutro.
- Ma è
impossibile! – riprese a sbraitare il luogotenente
– Sono più di due anni che mettiamo a ferro e
fuoco tutti i porti e le navi dei Caraibi! Come può esserci
sfuggita?
Altri uomini alzarono
la voce associandosi alla sua incredulità e frustrazione.
Il capitano ebbe
un'illuminazione, esplose in alto un colpo di pistola e quando tutti si
zittirono sillabò con acredine: - Sputafuoco!
- Il vecchio Bill!
– pigolò Ragetti deglutendo.
- L’ha
portata con sé?! – replicò afflitto
Pintel scatenando ulteriori lamentele e supposizioni fra i colleghi.
- Ci serve anche il
suo sangue! – gracchiò Barbossa – Quel
meschino furfante era con noi quando abbiamo scoperto il tesoro!
- E potrebbe averne
spedito un pezzo alla famiglia – dedusse il bucaniere con
l’occhio finto mentre altri annuirono.
- Diavolo! –
sputacchiò Koheler - È fastidioso anche da morto
quello lì!
- Ma come facciamo a
recuperarlo? – chiesero Jacoby e qualche altro.
- Non si
può più, ormai appartiene al mare –
ammise con amarezza Barbossa; quindi rialzò lo sguardo fiero
contagiando i suoi – Però se ha un erede ora
sappiamo dove cercare. Preparate la rotta per l’Inghilterra:
si va a caccia.
Piccolo appunto sul medaglione: ho pensato che Barbino, non avendo
avuto da Tia indicazioni precise, avesse preso sia quello con il
carillon che l'altro che alla fine indossa lui stesso. Lo intravediamo
spuntare dalla sua camicia in qualche sequenza, non è
proprio un rombo, ma ci assomiglia. Spero sorvolerete, oppure mi
indicherete come sostituire il termine, così lo correggo :p
In ogni caso a lei serviva come prova che il capitano avesse davvero
ucciso il tizio che, se avete capito, ho immaginato avesse pure dei
tatoo sulla testa! Per cui serviva lo scalpo!
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