“vedete,
io sono, anche se forse sarebbe meglio dire ero, la
principessa di un regno meraviglioso, chiamato Isperia,
ricco di vita e
di
verde, di villaggi allegri, ruscelli vivaci e cinguettanti
boschi… mio padre ne
era il re, e governava il regno con fare saggio
finché…”
la giovane fece una
pausa mordendosi un labbro
“finché non morì
mia madre, una donna molto generosa
e bella, a causa di una brutta malattia. Da allora egli non si riprese
mai più:
dapprima
si rinchiuse nel suo dolore, in seguito divenne repellente a
ogni
forma di cortesia, non faceva che accanirsi contro chiunque pareva
essere
felice, la vita di
sua moglie era stata spezzata e tutti, a parer suo, dovevano
soffrire per portarle rispetto. Il suo dolore cominciò a
diventare tirannia e
le sue pretese
furono sempre più assurde, finché
vietò addirittura ai sudditi
di sposarsi”
La ciurma seguiva il racconto
della giovane attentamente,
cercando di comprendere il dolore che lei e il padre avevano dovuto
patire.
“ma è
terribile” affermò Chopper mentre porgeva un
fazzoletto a Franky, in lacrime.
“già, lo
è stato… anch’io ho sofferto per la
perdita di mia
madre, e non trovavo il coraggio, forse anche per la mia giovinezza, di
contraddire mio padre,
fino a quando non vidi lui” il volto della giovane si
illuminò per un istante “ero nel castello e un
aitante cavaliere si allenava
per la giostra nel terreno
adiacente ai nostri orti: bastò uno sguardo per
innamorarci, un maledetto sguardo che ci portò alla
rovina” concluse malinconica,
gli occhi cerulei erano appannati e Sanji le porse subito un fazzoletto.
“vai avanti Miriam,
cosa successe dopo?” incalzò
l’archeologa, curiosa di fare luce sulla leggenda dei due
spiriti.
“oh certo,
scusatemi.. come potrete immaginare mio padre non
prese bene la notizia, quando ci scoprì.. cercai di
parlargli e all’inizio
sembrò rinsavire,
capire che quello che stava facendo a noi e al popolo non era
giusto, così
gli proposi di pensarci su
una notte. Il giorno seguente purtroppo, qualcosa in
lui cambiò. Si era
convinto che lo stavo tradendo, che il mio amato ed io volessimo solo
prendere
il suo posto di regnante, il trono e il potere ora erano le
uniche cose che lo
interessavano.. sospetto che dietro al cambiamento repentino di
politica di mio
padre ci fosse il suo consigliere, un uomo malvagio, di
cui non ho mai
condiviso la presenza a corte. Lo aveva convinto che sposandomi gli
avrei
deliberatamente disubbidito, ignorando il dolore che lo
tormentava
ancora per
la morte della regina e ancor più sminuendo la sua
autorità di re.
Io e James fummo costretti a
fuggire quella stessa notte, ma
il consigliere, non contento di aver allontanato l’unica
legittima erede al
trono, per essere
sicuro di poter raggirare al meglio mio padre, ci
fece
maledire da uno stregone: fummo costretti a vivere in due dimensioni
diverse in
vita come nella
morte, obbligati a vagare per sempre
nell’inutile speranza di
ritrovarci. La notte in cui ci imbarcammo per la fuga una tempesta si
abbatté
sulla nave e ci
divise dalla vita e nello spazio. Io destinata a
restare in
queste acque e James costretto sulla terraferma.”
La ciurma riflettè
in silenzio. Miriam aveva terminato il
suo racconto ma all’archeologa non quadrava ancora qualche
dettaglio. Rufy
l’anticipò.
“è una
storia molto triste Miriam, ma non temere, noi ti
aiuteremo a ritrovare il tuo James!” esclamò
sorridente.
Subito la ciurma
impazzì, Sanji schiacciava la testa del
capitano urlandogli di non fare promesse che non poteva mantenere,
Chopper e
Usopp tremavano
al sol pensiero di incontrare un altro fantasma mentre
Robin
sorrideva non curante della nuova avventura in cui li stava trascinando
il loro
capitano.
“solo una cosa non mi
è chiara” disse Brook sorseggiando una
tazza di the “il vortice nero che ha portato via i nostri
amici come può
intrecciarsi con la tua storia”
Tutti si voltarono verso la
giovane alla domanda dello
scheletro che fu lieta di poter rispondere “beh vedete, una
buona stella in
realtà si fece dalla
nostra parte quella sera.. la speranza
non è perduta,
siamo in grado di ritrovarci, per quanto sia difficile, le due
dimensioni in
cui siamo divisi sono
collegate da questi vortici: essi sono la nostra
unica
speranza di rincontrarci.”
“e cosa succede a chi
viene risucchiato?” chiese Robin, che
aveva già intuito la risposta.
“finisce nella mia
epoca, dove è bloccato lo spirito di
James. Ed è per questo motivo Rufy, che ti ringrazio per
avermi offerto il tuo
aiuto,
ma purtroppo non posso proprio accettarlo. In verità
non c’è nulla che
tu possa fare e inoltre, non ho alcuna intenzione di mettervi in
pericolo.
Solo
chi è stato mandato nella mia epoca ha i requisiti giusti
per salvarci.”
“requisiti?”
ripeterono in coro Robin e Franky.
La vicenda si stava
complicando. Non solo la povera Miriam
era vittima di un destino crudele, persino Zoro e Nami ora sembravano
legati a
quell’ orribile episodio.
Intanto in un’altra
dimensione…
“ma che razza di
posto è mai questo? È un’isola, come
diavolo siamo finiti qui?” domandò irritato Zoro a
un tu inesistente.
“è…
è tutto così… perfetto”
esclamò Nami sorpresa. Zoro
condivise il pensiero della rossa.
Il paesaggio era verde e
regolare, distese di fiori
rallegravano la valle ai loro piedi e profumavano l’aria
tiepida che gli
sfiorava il viso.
In lontananza si intravedevano un villaggio e un
castello.
“forse loro sapranno
dirci cosa fare” suggerì Nami indicando
il centro abitato.
“o forse vorranno
ucciderci” contro propose Zoro.
“ma perché
voi uomini non volete mai chiedere informazioni!”
sbuffò Nami rassegnata dal comportamento dello spadaccino.
“e perché
voi donne invece dovete sempre chiederle?” la
stuzzicò lui. Nami optò per
l’indifferenza. Poi osservò il cielo, il sole
stava
calando,
comunque non sarebbero riusciti a raggiungere il villaggio
prima di
sera.
“va bene, facciamo
come vuoi te, cosa proponi?” chiese
all’improvviso lei, facendo sobbalzare lui, che non si
aspettava gli desse
ragione.
“mi accamperei sotto
quell’albero per la notte, accendendo
un bel fuoco” fece indicandolo e incamminandosi , lasciando
la navigatrice
dietro di lui,
prima di aggiungere, senza mai voltarsi
“sarà meglio riposare,
mocciosa, domani andremo al villaggio a chiedere
informazioni”
Nami sorrise,
scrollò la testa e lo raggiunse tirandogli un
debole pugno sulla spalla “ sei proprio un idiota”
“ e tu una
mocciosa” la rimbeccò lui, mentre lei di tutta
risposta gli fece una linguaccia correndo verso l’albero
prescelto.
Sulla Sunny intanto…
“AHAHAHAHHAHAHAHAHAH!!”
una fragorosa risata si alzò nel
cielo cupo che sorvolava la nave di cappello di paglia.
Miriam guardò
esterrefatta i membri della ciurma sbellicarsi
dalle risate dopo le ultime spiegazioni che aveva loro dato.
“nami…
ahahppffah… zoro… ahahha!!” urlava
Usopp lacrimando
dal ridere mentre Sanji strattonava Rufy per il colletto del gilet
cercando di
farlo
smettere di ridere “ la mia piccola Nami-swan
è imprigionata con quel
mostro verdognolo in un’altra epoca e non ha
possibilità di uscirne, cos’hai da
ridere imbranato!”
Robin, l’unica a
mantenere un certo contegno, si affrettò e
risolvere l’espressione interrogativa della principessa.
“vedi, devi sapere
che in realtà loro due non vanno molto
d’accordo”
“eppure se il vortice
li ha portati lì è perché hanno i
requisiti…” controbattè la giovane non
capendo.
Robin sorrise “non ho
detto che non hanno i requisiti, è solo che se fossero
presenti negherebbero
fino alla morte di possederli”
“già!
Ahahaha!” aggiunse Chopper continuando a ridere.
“beh ma li possiedono
giusto?” chiese preoccupata la
ragazza, evidentemente non divertita quanto loro “devono
possederli, voi siete
in gamba,
anche loro lo sono, riusciranno a tornare , si
innamoreranno e si scambieranno una promessa d’amore
così apparirà un altro
vortice,
torneranno e il mio James apparirà!”
La giovane era convinta della
sua affermazione.
Tutti la guardarono seri per un
attimo.
“P-promessa
d’amore?”
ripetè Sanji sconcertato.
Un’altra risata
ancora più fragorosa della prima fece
sobbalzare la Sunny. Questa volta Robin intervenne.
“da ridere
c’è ben poco ragazzi, se non troveranno il modo
di andar d’accordo resteranno bloccati laggiù e
noi bloccati qui!” la mora riuscì
a
raccogliere l’attenzione di tutti.
Rufy si fece serio.
“quindi cosa
facciamo?” domandò il cecchino.
“aspettiamo, Usopp,
aspettiamo” rispose l’archeologa,
lasciando sul volto di tutti un’espressione afflitta e un
sospeso senso di inutilità.
Note:
ciao! Mi scuso, mi sembra che
non sia venuto un gran che…
pubblico lo stesso
perché ho il capitolo nel pc da mesi e continuare a
guardarlo non lo renderà migliore!! ^^
un saluto a tutti
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