Ciao a tutti, questa doveva essere 1 shot nata ascoltando 1 canzone, ma
mi è venuta l'ispirazione per continuarla =) avrà massimo 5 6 capitoli,
è 1 Edwardx Bella =)
Scopriremo ora la reazione di Edward alla notizia =) ma tranquilli non
tutto è perduto =) Fidatevi di me,
Grazie a chi ha commentato =)
Correvo velece nella
foresta, ero quasi arrivato, un anno e qualche giorno era passato da
quando ero andato via, ma ora non riuscivo qui a resistere senza lei.
Avevo sbagliato a
lasciarla sola, senza di lei la mia vita non ha senso.
Correvo, gli alberi, i
paesi, le città, le persone, mi passavano di fianco a velocità
pazzesca, potevano benissimo scambiarmi per un soffio di vento, forte,
veloce.
Avevo passato un anno a
vagare per l'america, allontandomi il più possibile da Forks, non
volevo cedere.
Volevo per lei una vita
migliore, volevo che non rischiasse di morire ogni momento.
Volevo che si sposasse,
che avesse figli, ma nel contempo l'idea di lei tra le braccia di uno
che non ero io, mi faceva stare ancora più male.
Ti ho mentito ed è questo
quello che mi fa più male, averti detto di non amarti, aver detto che
non eri quella giusta per me, aver detto che non ti volevo, che eresia.
E come se Romeo dicesse
di non amare, di non volere, di non bramare Giulietta.
C'ero quasi, Forks è a
pochi passi da me.
Rallento il cammino.
Eccomi d'avanti a casa
Swan.
Era come la ricordavo,
solo più tetra.
Cos'era successo?
In casa c'erano
Charlie e degli amici.
Di cosa parlavano?
In Charlie leggevo,
dolore, tristezza, vuoto.
"Non rivedrò più la mia
bambina."
-Non hai pensato di far
arrivare ai Cullen la lettera lasciata da Bella prima di...-
Prima di ? Cos'era
succeso?
Dai loro pensieri non
usciva nulla che mi face capire.
Poi un immagine.
Lo zaino di Bella vicino
ad uno scoglio.
Un foglietto lasciato
sopra.
Delle parole.
Un addio.
Non era possibile.
Iniziai a correre per le
strade di Forks.
Mi aveva lasciato lei ora.
Era andata via, per
sempre.
Morta.
Può un non-morto morire
per il dolore?
Bruciavo dentro, ogni
fibra di me stava annegando nella sofferenza, un dolore troppo forte da
sopportare, forse, più potente della trasformazione.
Correvo per il bosco,
arrivai nella nostra raduno, mi lasciai andare sulle gionocchia e
urlai, forte, in preda al dolore, l'angoscia, la tristezza, ma cioè che
faceva più male era il senso di colpa.
"Se tu non ci sei più è
perchè ti ho lasciata andare."
Dannato. Mostro.
Ecco cos'ero, un essere
come me non si meritava di vivere.
Iniziai a correre,
veloce, più che potevo, così veloce da non poter pensare, speravo, di
stancarmi, cadere a terre e non risvegliarmi.
Ma per un essere come me,
morire non era facile.
Sentivo sulla mia pella
ogni sua carezza, ogni suo bacio, ogni suo sospiro quando stretta sul
mio petto, dormeva ogni notte.
Sentivo l'odore del suo
sangue che intonava la più dolce delle canzoni.
Sentivo il battito del
suo cuore correre come un treno ogni volta che la sfioravo, guardavo,
sorridevo, baciavo, abbracciavo.
Mio piccolo grande amore,
mi manchi.
Continuai a correre.
Avevo deciso.
Vivere non seriva.
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