5.
La sveglia suona incessantemente e con uno sbuffo
mi allungo verso il comodino di Luke, che ronfa bellamente, per spegnerla.
Mi rigiro nel letto, sperando di poter recuperare
cinque minuti di sonno, ma sento la suoneria del mio cellulare squillare in
quell’attimo e alzo la testa di scatto come un automa.
Solo una persona può avere il coraggio di chiamarmi
alle sei di mattina.
Sbuffando mi alzo dal letto e dopo cinque minuti
interminabili riesco a trovare il cellulare dentro la borsa e con gli occhi
ancora semichiusi per via del sonno leggo sul display il nome di David. Strano.
“Dimmi.”sbadiglio e vado verso la cucina per
preparare la colazione.
“Muoviti. Lavati, vestiti ed esci. Ci sono grandi
novità. Anche per te.”
“Che vuoi dire?”
Lo sento sbuffare sonoramente. “Non fare domande!
E’ già tardi! Devi venire immediatamente qui! Christine sta anche per
arrivare!”
“Ma sono le sei!”mi lamento, non comprendendo
ancora la gravità della situazione, ma il sonno mi ha sempre fatto
quest’effetto.
“Becky Grif, muoviti!”strilla David e mi richiude
il telefono in faccia. Rimango ad osservare il display vuoto. Ma da quando in qua han una così particolare estensione di voce da poter urlare in quel modo? Continuo a
preparare il caffè, finchè la frase ‘ci
sono grandi novità, anche per te ’ mi desta dal sonno e spalanco gli occhi
automaticamente.
“Oh merda!”
Corro verso la camera da letto e mentre spalanco le
porte della cabina armadio, vedo con la coda dell’occhio Luke alzarsi.
“Che succede?”domanda curioso, appoggiandosi con
una spalla allo stipite della porta.
Grandi novità. Grandi novità. Anche per me! Ci
vuole qualcosa di speciale da indossare.
Perlustro tutto il mio lato, finchè non trovo un
abito nero con in vita un cintone a cui abbino le Yves Saint Laurent altrettanto nere, poi
corro verso la doccia.
Non ho mai impiegato così poco per decidere cosa
indossare, mai. Ci sarebbe stato un uragano, sicuramente.
“Becky, mi spieghi che diavolo succede?”domanda
ancora una volta Luke dalla porta del bagno.
“Ci sono grandi novità! Anche per me!”esclamò
eccitata e termino di insaponare il mio corpo per poi accogliere il getto
d’acqua per sciacquarmi.
“Cioè?”
“Come posso saperlo se sono ancora qui? Devo
correre alla redazione! Ah, prendimi la Birkin di pelle di coccodrillo fucsia!”
Lo sento tornare indietro per cercarla e nel
frattempo termino di lavarmi ed esco dalla doccia, passando subito alla fase ‘incrematura’.
“Se vuoi mi vesto e ti do un passaggio.”propone,
mentre mi guarda armeggiare con il beauty case per tirare fuori matita,
mascara, fard e eyeliner. Mi dovrebbero dare un premio per la velocità; nessuna
donna a Manhattan impiega così poco tempo per vestirsi. Sono un mito.
“No, fa nulla. Perderei solo tempo.” Ed inizio a
passare l’eyeliner sull’occhio, seguito dalla matita e dal mascara ed infine un
ultimo tocco di fard sugli zigomi ed il viso è a posto.
Corro di nuovo nella cabina e mentre cerco la
biancheria giusta nel cassetto, Luke mi segue come un’ombra; sa essere davvero
irritante a volte.
“Pausa pranzo al solito posto?”
“Amore non so cosa mi sta aspettando in redazione,
quindi non so neppure se potrò pranzare oggi. Mi tiri su la zip?”
Gli do le spalle e intanto che lui mi allaccia
l’abito, io infilo i piedi nelle incantevoli Yves Saint Laurent, ancora nuove.
“Merda si è bloccata.”impreca lui e per poco non mi
volto per picchiarlo.
“Tira su quella maledetta lampo Luke!”mi ritrovo a
dire adirata e dopo diversi tentativi sento finalmente il rumore della zip
chiudersi.
Corro verso il salotto con la Birkin al braccio e
mentre indosso il cappotto Luke mi avvisa di stare attenta a quella chiusura,
poiché potrebbe rompersi all’improvviso.
“Non portarmi sfiga.”ridacchio, ma in verità vorrei
solo schiaffeggiarlo per averlo detto.
Gli do un veloce bacio ed esco di casa, cercando di
fermare il primo taxi disponibile.
Per fortuna è ancora presto e il traffico non è
terribile come quello delle sette e dopo un quarto d’ora, arrivo davanti il
grattacielo in cui risiede la redazione e corro sino agli ascensori, ignorando
il solito “Buongiorno signorina” del
portiere.
La salita verso il trentesimo piano mi sembra
interminabile e quando le porte dell’ascensore si aprono, accompagnate dal
solito dlin, un sospiro di sollievo
fuoriesce dalle mie labbra.
“Becky!”
Mi volto e vedo David venirmi in contro di fretta.
Se non fossi stata agitata per quella situazione, sarei scoppiata a ridere per
la sua effeminatissima camminata. Ho ancora dubbi sul suo essere etero.
“Diavolo, non mi avevi detto che eri riuscita ad
avere una Birkin!”esclama scandalizzato, sfiorando il gioiello che porto al
braccio.
“Me ne sono dimenticata. Allora, cosa succede?”
“Crudelia mi ha chiamato questa mattina alle
cinque, dicendo di riunire tutti entro le sette. Questioni importanti da
discutere. E ha aggiunto, ‘Voglio parlare anche con Betty’.”
Si, quella megera mi chiama Betty, evidentemente il
mio vero nome non le gusta particolarmente.
Il mio labbro inizia a tremare convulsamente e così
le mie mani. “Non è che mi vuole licenziare, Dav?”
“Ma zitta. Secondo me è qualcosa riguardo la
settimana della moda. Insomma, su cos’altro bisognerebbe discutere
urgentemente? E’ questo l’unico appuntamento importante che abbiamo!”
Si siede sulla mia scrivania e capisco che è
nervoso, molto nervoso, altrimenti non si azzarderebbe a distruggere le sue
intoccabili unghie che ogni settimana fa curare da una delle più costose
estetiste di Manhattan. Non so davvero come faccia Claire, la sua ragazza, a vivergli accanto, ma dopotutto si intenderanno alla perfezione, rispetto alle normali coppie .
“E se ha deciso di togliermi la sfilata e dà
l’incarico a quella troglodita di Jennifer? Mi uccido.”
“Non può fare una cosa del genere. Sa che sei di
gran lunga migliore di Jennifer. Non c’è paragone.”
Lui annuisce secco e riprende a dondolare le gambe,
mentre la sua bocca non si stacca dalle sue
unghie.
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, finchè
non sentiamo la voce di Christine giungere dall’ascensore e ci guardiamo
terrorizzati.
Seguita da tutta la troupe, cammina verso di noi,
impartendo ordini alla sua segretaria personale. “..annulla tutti gli
appuntamenti di oggi e dì a Carl che la data di consegna dell’articolo sulla
nuova collezione di Dolce e Gabbana è anticipata a domani.”
Non ci degna di uno sguardo, ma sappiamo di doverci
unire al gruppo che le cammina dietro e così facciamo fino a giungere nella
sala riunioni dove ognuno di noi si siede attorno al tavolo di cristallo. Sono
obbligata a portare le mani sotto il tavolo per non mostrare quanto tremino, ma
David, accorgendosene, ne stringe una. Chi le osservasse si sarebbe spaventato:
il tremore di entrambe le fa muovere convulsamente.
“Bene. Ho poco tempo, perciò aprite le orecchie
perché non ripeterò due volte ciò che ho da dirvi.”
Christine lascia vagare il suo sguardo sul volto di
ogni presente e quando sfiora il mio, sento un brivido percorrere la mia
schiena.
“Come sapete tra un mese ci sarà la Settimana della
Moda qui a New York e non c’è evento più importante che possa accadere. La settimana della moda è un evento che
dura una settimana e che permette agli stilisti ed alle case di moda di presentare
le proprie ultime collezioni ed al pubblico di realizzare quale siano le ultime
tendenze. Ma quest’anno c’è una novità: una giornata sarà dedicata
completamente ai nuovi stilisti nascenti, stilisti che appartengono
naturalmente alle più famose case di moda e riviste. Come noi. Perciò, dopo
un’accurata e attenta riflessione, ho deciso di dare questa enorme possibilità
a David Letter.”
“Si!”grida involontariamente David, divenendo
immediatamente bordeaux per la vergogna. “Scusatemi. E’ la gioia.”
Lo vedo incrociare per un attimo lo sguardo adirato
di Jennifer e girare il capo con superiorità e trattengo una risata con
difficoltà.
“Spero non mi deluderai, David.”mormora Christine,
senza accennare minimamente un sorriso.
Sorrido solare a Dav e gli stringo forte la mano,
ma dentro mi sento morire.
E se davvero mi volesse licenziare? Cosa faccio?
Insomma, non è possibile! Sono sempre stata efficiente! Non le ho mai fatto
mancare nessun caffè e sono stata sempre puntuale con le consegne o gli orari.
Oh Dio, tranne quella volta in cui..
“Andiamo avanti.” Continua Christine. La tensione
in quella stanza è palpabile. L’unico ad essere calmo, ovviamente, è David, che
disegna distrattamente sul suo block notes.
Alla faccia del sostegno morale di un amico.
“Ovviamente durante quella settimana ho bisogno di
uno staff efficiente, organizzato, che sappia risolvere le problematiche che
sicuramente compariranno all’improvviso. Non voglio problemi, non voglio
errori, voglio la perfezione. Non intendo vedere Anna Wintour e il suo Vogue
America rubarci la scena! Naturalmente non parteciperanno tutte le persone
presenti ora qui, ma solo chi mi ha dimostrato di essere all’altezza di tale
impegno. Jack, Sarah, Liam, Jennifer, Roby e Susan. Un solo errore e rischiate
di dire addio alle vostre scrivanie.”
Ecco. Io non
ci sono. Ora mi licenzia. Bè, è stato bello lavorare qui dentro, nonostante sia
stata anche una bella tortura, ma alla fine ho imparato tante cose, che potrei
mettere a frutto altrove. Si, domani inizierò subito a cercare..
“Becky.”
Alzo di scatto il capo e vedo che tutti mi stanno
guardando. E’ arrivato il momento. La tensione è così alta che neppure mi
accorgo di essere stata chiamata col mio vero nome.
Tranquilla Becky, questo non è l’unico lavoro che
esiste. Ne troverai un altro. Ora che penso potrei andare ad aiutare Luke nello
studio legale, come segretaria o assistente. Non sarebbe male dopotutto.
“Tu sarai il capo di tutti loro.”
Cosa?!? Tutti nella stanza trattengono il respiro
come scioccati.
“Come prego?”balbetto; forse ho sentito male, anzi,
sicuramente ho sentito male. Christine alza gli occhi al cielo e con studiata
lentezza, come se stesse parlando con un malato mentale, mi ripete: “Tu sarai a
capo di ogni persona che ho nominato. Ora..potete andare. Manderò un’e-mail ad
ognuno di voi con le indicazioni e i compiti da svolgere.”e si alza dalla
poltrona, uscendo poi dalla sala.
Non ci posso credere. E’ un sogno, non può essere
vero, no..devo essere impazzita all’improvviso.
“Congratulazioni, Becky.”iniziano a dirmi man mano
che escono dalla sala, ma non ho neppure la forza di muovere il capo per
ringraziare.
Poi sento il silenzio attorno a me e riesco a
percepire la mano di Davide ancora stretta nella mia.
“Sto sognando vero?”mormoro con voce atona.
“No, tesoro. E’ tutto vero!”
Lo guardo e vedo i suoi brillare dalla felicità e
all’improvviso realizzo ciò che è appena successo.
“Sarò a capo dell’organizzazione! Sarò a capo
dell’organizzazione!”grido e inizio a saltare dalla gioia per la stanza, mentre
David se la ride bellamente con il capo indietro e le mani sullo stomaco.
Io, Becky Grif, sono un mito.
Mi spiace non poter rispondere alle vostre
recensioni, ma sono un po’ di fretta, perciò..un GRAZIE generale a chi
recensisce, a chi legge questa semplice ff in silenzio, a chi l’ha inserita tra
i preferita, a chi nelle seguite o da ricordare. Ne sono felice =)
Al prossimo capitolo.
Vostra Lu <3
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