Libri > Sophie Kinsella, Varie
Segui la storia  |       
Autore: Luz_    13/09/2010    2 recensioni
Ho bisogno di spendere.
Questa parola rimbomba nella mia testa e fa male, tanto male.
Spendere! Spendere! Spendere!
Giro famelica per quella via, quella meravigliosa, ma tremenda via di New York, e non so dove andare.
E’ tutto così bello, scintillante, glamour.
I manichini sembrano chiamarmi verso di loro, sembrano tirarmi con una corda invisibile verso le porte dei negozi e come non poter seguire il canto delle sirene? Sarebbe stato impossibile.
Ed eccola..la luce. Lì, davanti a me, dietro quel doppio vetro, di quella boutique...
"..." Corro a prendere le buste e con un gesto teatrale, tiro fuori le mie incredibili, meravigliose, divine anime gemelle. Le pongo davanti gli occhi di Luke, che le osserva inespressivo.
“Sai cosa sono queste?”gli chiedo quasi con la bava alla bocca. Lui scrolla le spalle e con fare semplice risponde “Delle scarpe.”
Delle scarpe! Mantieni la calma Becky, non è colpa sua, non è colpa sua.
“Queste non sono delle scarpe. Guarda attentamente..suola rosso sangue.”gli suggerisco.
“Ci hanno ucciso qualcuno?”
“No!”quasi grido indignata. “Sono delle incantevoli Louboutin, le ultime..che io dovevo avere.”
“Cosa hanno di speciale?”
Spalanco gli occhi. Sono al massimo dell’indignazione, non potrei sopportare altro. Rinfilo bruscamente le scarpe nella scatola, mentre osservo Luke che cerca di trattenere una risata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5.

La sveglia suona incessantemente e con uno sbuffo mi allungo verso il comodino di Luke, che ronfa bellamente, per spegnerla.

Mi rigiro nel letto, sperando di poter recuperare cinque minuti di sonno, ma sento la suoneria del mio cellulare squillare in quell’attimo e alzo la testa di scatto come un automa.

Solo una persona può avere il coraggio di chiamarmi alle sei di mattina.

Sbuffando mi alzo dal letto e dopo cinque minuti interminabili riesco a trovare il cellulare dentro la borsa e con gli occhi ancora semichiusi per via del sonno leggo sul display il nome di David. Strano.

“Dimmi.”sbadiglio e vado verso la cucina per preparare la colazione.

“Muoviti. Lavati, vestiti ed esci. Ci sono grandi novità. Anche per te.”

“Che vuoi dire?”

Lo sento sbuffare sonoramente. “Non fare domande! E’ già tardi! Devi venire immediatamente qui! Christine sta anche per arrivare!”

“Ma sono le sei!”mi lamento, non comprendendo ancora la gravità della situazione, ma il sonno mi ha sempre fatto quest’effetto.

“Becky Grif, muoviti!”strilla David e mi richiude il telefono in faccia. Rimango ad osservare il display vuoto. Ma da quando in qua han una così particolare estensione di voce da poter urlare in quel modo? Continuo a preparare il caffè, finchè la frase ‘ci sono grandi novità, anche per te ’ mi desta dal sonno e spalanco gli occhi automaticamente.

“Oh merda!”

Corro verso la camera da letto e mentre spalanco le porte della cabina armadio, vedo con la coda dell’occhio Luke alzarsi.

“Che succede?”domanda curioso, appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.

Grandi novità. Grandi novità. Anche per me! Ci vuole qualcosa di speciale da indossare.

Perlustro tutto il mio lato, finchè non trovo un abito nero con in vita un cintone a cui abbino le  Yves Saint Laurent altrettanto nere, poi corro verso la doccia.

Non ho mai impiegato così poco per decidere cosa indossare, mai. Ci sarebbe stato un uragano, sicuramente.

“Becky, mi spieghi che diavolo succede?”domanda ancora una volta Luke dalla porta del bagno.

“Ci sono grandi novità! Anche per me!”esclamò eccitata e termino di insaponare il mio corpo per poi accogliere il getto d’acqua per sciacquarmi.

“Cioè?”

“Come posso saperlo se sono ancora qui? Devo correre alla redazione! Ah, prendimi la Birkin di pelle di coccodrillo fucsia!”

Lo sento tornare indietro per cercarla e nel frattempo termino di lavarmi ed esco dalla doccia, passando subito alla fase ‘incrematura’.

“Se vuoi mi vesto e ti do un passaggio.”propone, mentre mi guarda armeggiare con il beauty case per tirare fuori matita, mascara, fard e eyeliner. Mi dovrebbero dare un premio per la velocità; nessuna donna a Manhattan impiega così poco tempo per vestirsi. Sono un mito.

“No, fa nulla. Perderei solo tempo.” Ed inizio a passare l’eyeliner sull’occhio, seguito dalla matita e dal mascara ed infine un ultimo tocco di fard sugli zigomi ed il viso è a posto.

Corro di nuovo nella cabina e mentre cerco la biancheria giusta nel cassetto, Luke mi segue come un’ombra; sa essere davvero irritante a volte.

“Pausa pranzo al solito posto?”

“Amore non so cosa mi sta aspettando in redazione, quindi non so neppure se potrò pranzare oggi. Mi tiri su la zip?”

Gli do le spalle e intanto che lui mi allaccia l’abito, io infilo i piedi nelle incantevoli Yves Saint Laurent, ancora nuove.

“Merda si è bloccata.”impreca lui e per poco non mi volto per picchiarlo.

“Tira su quella maledetta lampo Luke!”mi ritrovo a dire adirata e dopo diversi tentativi sento finalmente il rumore della zip chiudersi.

Corro verso il salotto con la Birkin al braccio e mentre indosso il cappotto Luke mi avvisa di stare attenta a quella chiusura, poiché potrebbe rompersi all’improvviso.

“Non portarmi sfiga.”ridacchio, ma in verità vorrei solo schiaffeggiarlo per averlo detto.

Gli do un veloce bacio ed esco di casa, cercando di fermare il primo taxi disponibile.

Per fortuna è ancora presto e il traffico non è terribile come quello delle sette e dopo un quarto d’ora, arrivo davanti il grattacielo in cui risiede la redazione e corro sino agli ascensori, ignorando il solito “Buongiorno signorina” del portiere.

La salita verso il trentesimo piano mi sembra interminabile e quando le porte dell’ascensore si aprono, accompagnate dal solito dlin, un sospiro di sollievo fuoriesce dalle mie labbra.

“Becky!”

Mi volto e vedo David venirmi in contro di fretta. Se non fossi stata agitata per quella situazione, sarei scoppiata a ridere per la sua effeminatissima camminata. Ho ancora dubbi sul suo essere etero.

“Diavolo, non mi avevi detto che eri riuscita ad avere una Birkin!”esclama scandalizzato, sfiorando il gioiello che porto al braccio.

“Me ne sono dimenticata. Allora, cosa succede?”

“Crudelia mi ha chiamato questa mattina alle cinque, dicendo di riunire tutti entro le sette. Questioni importanti da discutere. E ha aggiunto, ‘Voglio parlare anche con Betty’.”

Si, quella megera mi chiama Betty, evidentemente il mio vero nome non le gusta particolarmente.

Il mio labbro inizia a tremare convulsamente e così le mie mani. “Non è che mi vuole licenziare, Dav?”

“Ma zitta. Secondo me è qualcosa riguardo la settimana della moda. Insomma, su cos’altro bisognerebbe discutere urgentemente? E’ questo l’unico appuntamento importante che abbiamo!”

Si siede sulla mia scrivania e capisco che è nervoso, molto nervoso, altrimenti non si azzarderebbe a distruggere le sue intoccabili unghie che ogni settimana fa curare da una delle più costose estetiste di Manhattan. Non so davvero come faccia Claire, la sua ragazza, a vivergli accanto, ma dopotutto si intenderanno alla perfezione, rispetto alle normali coppie .

“E se ha deciso di togliermi la sfilata e dà l’incarico a quella troglodita di Jennifer? Mi uccido.”

“Non può fare una cosa del genere. Sa che sei di gran lunga migliore di Jennifer. Non c’è paragone.”

Lui annuisce secco e riprende a dondolare le gambe, mentre la sua bocca non si stacca dalle sue  unghie.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, finchè non sentiamo la voce di Christine giungere dall’ascensore e ci guardiamo terrorizzati.

Seguita da tutta la troupe, cammina verso di noi, impartendo ordini alla sua segretaria personale. “..annulla tutti gli appuntamenti di oggi e dì a Carl che la data di consegna dell’articolo sulla nuova collezione di Dolce e Gabbana è anticipata a domani.”

Non ci degna di uno sguardo, ma sappiamo di doverci unire al gruppo che le cammina dietro e così facciamo fino a giungere nella sala riunioni dove ognuno di noi si siede attorno al tavolo di cristallo. Sono obbligata a portare le mani sotto il tavolo per non mostrare quanto tremino, ma David, accorgendosene, ne stringe una. Chi le osservasse si sarebbe spaventato: il tremore di entrambe le fa muovere convulsamente.

“Bene. Ho poco tempo, perciò aprite le orecchie perché non ripeterò due volte ciò che ho da dirvi.”

Christine lascia vagare il suo sguardo sul volto di ogni presente e quando sfiora il mio, sento un brivido percorrere la mia schiena.

“Come sapete tra un mese ci sarà la Settimana della Moda qui a New York e non c’è evento più importante che possa accadere. La settimana della moda è un evento che dura una settimana e che permette agli stilisti ed alle case di moda di presentare le proprie ultime collezioni ed al pubblico di realizzare quale siano le ultime tendenze. Ma quest’anno c’è una novità: una giornata sarà dedicata completamente ai nuovi stilisti nascenti, stilisti che appartengono naturalmente alle più famose case di moda e riviste. Come noi. Perciò, dopo un’accurata e attenta riflessione, ho deciso di dare questa enorme possibilità a David Letter.”

“Si!”grida involontariamente David, divenendo immediatamente bordeaux per la vergogna. “Scusatemi. E’ la gioia.”

Lo vedo incrociare per un attimo lo sguardo adirato di Jennifer e girare il capo con superiorità e trattengo una risata con difficoltà.

“Spero non mi deluderai, David.”mormora Christine, senza accennare minimamente un sorriso.

Sorrido solare a Dav e gli stringo forte la mano, ma dentro mi sento morire.

E se davvero mi volesse licenziare? Cosa faccio? Insomma, non è possibile! Sono sempre stata efficiente! Non le ho mai fatto mancare nessun caffè e sono stata sempre puntuale con le consegne o gli orari. Oh Dio, tranne quella volta in cui..

“Andiamo avanti.” Continua Christine. La tensione in quella stanza è palpabile. L’unico ad essere calmo, ovviamente, è David, che disegna distrattamente sul suo block notes.

Alla faccia del sostegno morale di un amico.

“Ovviamente durante quella settimana ho bisogno di uno staff efficiente, organizzato, che sappia risolvere le problematiche che sicuramente compariranno all’improvviso. Non voglio problemi, non voglio errori, voglio la perfezione. Non intendo vedere Anna Wintour e il suo Vogue America rubarci la scena! Naturalmente non parteciperanno tutte le persone presenti ora qui, ma solo chi mi ha dimostrato di essere all’altezza di tale impegno. Jack, Sarah, Liam, Jennifer, Roby e Susan. Un solo errore e rischiate di dire addio alle vostre scrivanie.”

 Ecco. Io non ci sono. Ora mi licenzia. Bè, è stato bello lavorare qui dentro, nonostante sia stata anche una bella tortura, ma alla fine ho imparato tante cose, che potrei mettere a frutto altrove. Si, domani inizierò subito a cercare..

“Becky.”

Alzo di scatto il capo e vedo che tutti mi stanno guardando. E’ arrivato il momento. La tensione è così alta che neppure mi accorgo di essere stata chiamata col mio vero nome.

Tranquilla Becky, questo non è l’unico lavoro che esiste. Ne troverai un altro. Ora che penso potrei andare ad aiutare Luke nello studio legale, come segretaria o assistente. Non sarebbe male dopotutto.

“Tu sarai il capo di tutti loro.”

Cosa?!? Tutti nella stanza trattengono il respiro come scioccati.

“Come prego?”balbetto; forse ho sentito male, anzi, sicuramente ho sentito male. Christine alza gli occhi al cielo e con studiata lentezza, come se stesse parlando con un malato mentale, mi ripete: “Tu sarai a capo di ogni persona che ho nominato. Ora..potete andare. Manderò un’e-mail ad ognuno di voi con le indicazioni e i compiti da svolgere.”e si alza dalla poltrona, uscendo poi dalla sala.

Non ci posso credere. E’ un sogno, non può essere vero, no..devo essere impazzita all’improvviso.

“Congratulazioni, Becky.”iniziano a dirmi man mano che escono dalla sala, ma non ho neppure la forza di muovere il capo per ringraziare.

Poi sento il silenzio attorno a me e riesco a percepire la mano di Davide ancora stretta nella mia.

“Sto sognando vero?”mormoro con voce atona.

“No, tesoro. E’ tutto vero!”

Lo guardo e vedo i suoi brillare dalla felicità e all’improvviso realizzo ciò che è appena successo.

“Sarò a capo dell’organizzazione! Sarò a capo dell’organizzazione!”grido e inizio a saltare dalla gioia per la stanza, mentre David se la ride bellamente con il capo indietro e le mani sullo stomaco.

Io, Becky Grif, sono un mito.



Mi spiace non poter rispondere alle vostre recensioni, ma sono un po’ di fretta, perciò..un GRAZIE generale a chi recensisce, a chi legge questa semplice ff in silenzio, a chi l’ha inserita tra i preferita, a chi nelle seguite o da ricordare. Ne sono felice =)

Al prossimo capitolo.

Vostra Lu <3

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sophie Kinsella, Varie / Vai alla pagina dell'autore: Luz_