Hogsmeade
Il mese di settembre volò via
e prima che Hermione se ne accorgesse, erano già arrivati alla seconda
settimana di ottobre. Un viaggio per Hogsmeade era previsto per il terzo anno,
ma lei era già impaziente di esplorare la città, appena fuori di Hogwarts.
Amava Hogwarts -davvero- ma le pareti sembravano troppo soffocanti dalle prime
settimane del suo soggiorno. L'unica cosa che teneva sana la sua mente era il
miglioramento delle abilità sociali con Harry, Ginny, Ron, e sorprendentemente,
Luna. Anche se trovava ancora che la frizzante bionda fosse una vicina
contendente alla ottava meraviglia del mondo, pensò fosse una persona
interessante con cui parlare quando si accorse del sovraccarico dei corsi, cosa
che accadde abbastanza spesso.
Si svegliò presto il Sabato, con una strana sensazione allo
stomaco, come quelle che aveva quando sentiva che qualcosa di brutto stava per
accadere. Hermione non aveva avuto quei dolori negli
ultimi anni; l'ultima volta che li ricordava era all’età di undici anni, durante
l'estate. Era convinta di aver avuto un tocco di influenza magica, ma
non si era mai avvicinato a quella sensazione di nausea allo stomaco. Quello stesso giorno, i Malfoy avevano avuto un
incendio originato dal camino più grande. Non le avevano mai detto come
e perché era scoppiato il fuoco; le dissero solo che doveva rimanere nella sua
stanza per un paio di giorni, mentre venivano fatte le riparazioni. Essendo la
ragazza giovane e ingenua, passò la questione senza porre domande. Il loro elfo
domestico, Dobby, le portava pasti di ogni genere, e divenne la prima persona con
cui poter parlare, insieme a Draco. Era strano considerare un elfo da pari a
pari, ma la natura gentile di Dobby la colpiva anche dopo il suo licenziamento,
quando aveva tredici anni. Sentiva
davvero la sua mancanza.
Stropicciandosi gli occhi
stanchi, scese dal comodo letto e si preparò all’insegna della giornata, ma
invece dell’uniforme, vestì in jeans e maglione, pensando al freddo vento
esterno. Le sue compagne di stanza non erano ancora sveglie a quell’ora,
di nuovo, anche se quello era un giorno feriale. Dormire
era un relax sopravvalutato, a suo parere. Che cosa avevano i sogni più della
vita reale? Hermione sognava raramente, se non del tutto, così non capiva la
logica nel perdere tempo extra per dormire durante la giornata, se tutto ti
rendeva più pigro e irritabile. Davvero, che senso c’era?
Ginny l’aspettava nella sala comune, com’era ormai
d’abitudine. Ginny l’aveva suggerito, avendo
notato dopo alcune settimane che sia lei che Hermione arrivavano alla sala
Grande per colazione, a distanza di pochi minuti. Hermione resistette
inizialmente, come faceva sempre con tipi del genere, ma alla fine cedette,
dopo che Ginny provò a tirare il “broncio del cucciolo di cane”, per quello che
ne sapeva. Doveva ammettere che qualcosa si era mosso dentro di lei vedendo il
suo labbro inferiore sporgente, ma molto probabilmente si trattava del fastidio.
"Buon giorno Herm!" suonò allegramente la rossa. Ancora un'altra nuova aggiunta della sua vita ad
Hogwarts, i soprannomi che facevano venire voglia di tirare fuori un coltello e
pugnalare ripetutamente al petto di chi la chiamava in quel modo. La maggior
parte del tempo era Ginny, la cui voce dolce come lo zucchero non facilitava le
cose quando faceva colare quel nome dalla bocca. L'unica persona che aveva il
permesso di chiamarla con un altro nome che non era quello di nascita, era
Draco, ma anche in quel caso si esasperava di tanto in tanto.
Fingendo che l'attuale stato di salute di Ginny non fosse a
rischio, Hermione rispose in quella che sperava fosse una voce allegra,
"'Giorno, Ginny."
Ginny le sorrise e seppe di essere salva. Le due ragazze si fecero strada fuori dalla torre e si
sedettero al tavolo dei Grifondoro, arrivando presso la sala praticamente
vuota. C'era già del cibo posto di fronte a loro, e così sprecarono il tempo
accumulandolo sui loro piatti e divorandolo. Hermione era ormai dipendente
dalla cucina che Hogwarts forniva, e desiderò ci fosse un modo per possederla
tra le punta delle dita. Ma, ahimè, lo chiese a Ginny dopo il primo assaggio
della crostata con la melassa, risultò senza speranza. La posizione
della cucina era un altro segreto che Hermione aveva intenzione di scoprire.
"Allora" chiese Ginny
con un mezzo boccone di uova, "non vedi l’ora della tua prima visita a Hogsmeade?"
Ignorando la mancanza di buone maniere di Ginny a tavola, per il momento, rispose
con un sorriso: "Certo! Voglio dire, amo tutto di questo posto, ma un
cambiamento di scenario sarebbe un sollievo".
Ginny annuì, "Mi sono sentito così quando raggiunsi l'età per andarci. Ron
e Harry si vantavano sempre su quanto incredibile fosse quel posto e non vedevo
l'ora di vederlo di persona. Un luogo che vuoi vedere in particolare?”
"I tre manici di scopa sembra interessante, e così anche Mielandia.” disse
Hermione con interesse, ricordando i pochi negozi che aveva letto e di cui
aveva sentito parlare.
"Entrambi meritano una visita, te l’ho assicuro. Sono sicuro che ad Harry,
Ron, e me piacerebbe accompagnarti alla tua prima visita all’ambito villaggio.”
Disse Ginny.
Hermione non poté fare a meno di sorridere alla finta formalità "Beh ti
ringrazio per la tua gentile offerta e farò bene a ricordarlo."
Entrambe le ragazze risero continuando
a prendere del cibo. Harry e Ron arrivarono nei minuti seguenti, coi
loro volti sorridenti che segnalavano un buon fine settimana. Uno dei molti vantaggi del weekend: Harry e Ron non
erano facilmente scambiati per Inferi e le loro abitudini alimentari erano di
nuovo tornate ad un normale ritmo di smaltimento di rifiuti.
"Buongiorno Signorine" chiamò Ron felicemente prima di infilsarsi con
ciò che sembrava essere un mucchio di Frittelle, sul piatto. Ginny ed Hermione
gli fecero un cenno e Harry continuò a mangiare.AscoltaTrascrizione
fonetica
Recentemente, Hermione aveva scoperto una strana sensazione
ogni qual volta guardava Harry. Poteva solo provare che i muscoli dello stomaco
palpitavano e sentiva che le stessero arrivando in gola. Non era una sensazione
piacevole, e certamente non vi era abituata. Questa strana esperienza era
qualcosa del tutto nuova e la confondeva a dismisura. C’era qualcuno che si sentisse in quel modo quando lo guardavano? Ron? Ginny?
Ma, aveva evitato con semi-successo i suoi occhi per un buon
paio di settimane senza che lui glielo chiedesse. E non si sentiva nemmeno in
colpa, perché sapeva di chi era la colpa - Luna! Quello che aveva detto dopo il primo incontro con l’ES l’aveva
afflitta fin da quando aveva pensato al suo significato. Hermione non voleva neanche pensarci ... ma non ci riusciva.
Stupida
Luna e i suoi stupidi indovinelli ...
"Allora, quando partono
le carrozze?" chiese Hermione, distraendosi dai pensieri interiori.
"In
una decina di minuti" rispose Harry, guardando l'orologio.
Hermione annuì in
comprensione e finì il piatto. Chiacchieravano ogni minuto, eccitati per il
viaggio programmato. Dopo un tempo che sembrò durare in eterno, venne
annunciato che le carrozze erano arrivate e gli studenti si affaccendarono ad
uscire dalla sala per cercare di ottenere il posto migliore. Hermione seguì
Ginny verso una delle carrozze poste in fondo e finì per sedersi accanto ad
Harry. Grande, pensò, proprio
quello di cui avevo bisogno. Il ragazzo che mi sta facendo provare una certa esperienza
fisica, oltre al dolore mentale di essere seduto accanto a me in una carrozza
confinata. Fan-fottut-astico.
Harry le sorrise e il suo stomaco fece nuovamente quella
strana contrazione, facendole fare una smorfia. A
parte quel sentimento, vi era qualcosa nel basso ventre che faceva piuttosto
male. "Stai bene?" chiese preoccupato.
"Sì", mentì senza
problemi, "Sto bene".
Le diede uno sguardo che le diceva chiaramente di non averla
creduta, ma non le fece pressioni, e di questo ne fu riconoscente. Come aveva avuto modo di conoscere Harry, aveva sempre
la netta sensazione che lui sapesse
cosa stava succedendo nella sua testa, ma quando gli mentiva, lui non voleva
farla sentire a disagio. Hermione pensava che fosse dovuto alla….situazione. Luna
aveva detto che non era abituato ad essere aperto come in quei tempi. Forse era
questo il motivo? Sapeva che odiava la gente che voleva sapere ogni singolo dettaglio in tutto ciò che faceva. Ginny era il tipo
di persona che tirava fuori quella sensazione a volte, ma si conteneva quando
Hermione le dava uno dei suoi famigerati "se me lo chiedi di nuovo, giuro su
Merlino Che Ti Uccido”sguardi.
Il tragitto fino a Hogsmeade
fu breve, come si aspettava. La città era a poche miglia di distanza dalla
scuola e quasi dieci minuti dopo, arrivarono. Hermione fu la prima a
spingersi fuori dalla carrozza, praticamente spintonata da un Ron altrettanto
desideroso, per la strada. Ginny ridacchiò
dietro di lei ed Hermione poté immaginarsi lo sguardo incredulo che Ron le
stava dando alle sue spalle. Ma prima che potesse girarsi e ridere di lui e delle
sue reazioni infantili, venne colpita dalla bellezza del villaggio di
Hogsmeade.
Gli edifici alti le ricordavano una versione più familiare
di Diagon Alley. Vedeva gli studenti più grandi che correvano verso i loro
negozi preferiti e i terzi anni che guardavano con meraviglia il paese, molto
simile al modo in cui lo faceva lei. La maggior parte dei negozi sembravano
essere lungo la grande strada e in pochi altri vialetti. Erano tutti molto vicini, formavano vicoli bui dove pensò
vi fosse spazzatura e parassiti. Non aveva mai visto un posto come quello
prima, che trasudava magia e felicità. Sorprendentemente, non ne era affatto disturbata,
ma il contrario piuttosto. Si sentiva come se fosse parte di essa, luoghi in
cui si potevano sentire risate dietro ogni angolo e in cui ci si poteva
immaginare di vivere negli anni a venire.
"Bello, vero?" disse una voce femminile da dietro.
Sapeva che era Ginny, e non prese la briga di girarsi. "Allora, dove vuoi andare prima?"
"Mi limiterò a seguire il vostro esempio", disse passivamente. In
verità, voleva andare ovunque, ma sapeva che doveva tenersi a freno, poichè non
avevano tutta la giornata. Il suo compito si trovava in una pila sul
comodino, in attesa di essere completato.
Ginny annuì e afferrò la mano di Harry,
intrecciando le loro dita. Si fecero strada verso un edificio con un cartello
che diceva "Paiolo Magico" ed Hermione sorrise, visto che quello era
uno dei luoghi che voleva visitare.
Quando entrò attraverso la porta venne colpita da un soffio
di ciò che sembrava essere caramella. Riconobbe il profumo della burrobirra e
uno largo sorriso apparì sul suo volto. Era di
gran lunga una delle sue bevande preferite e raramente aveva avuto modo di
assaggiarlo. Aveva un limite quando viveva a Malfoy Manor, poiché si diceva
avrebbe rovinato la loro salute e li avrebbe resi deboli. Si poteva trovare a
Casa Riddle, visto che al Signore Oscuro piaceva gustarlo. Era abituata a
rubarne un po’ quando uscivano per le missioni, il che risultava come premio
dopo il tempo speso fuori. A volte, era l'unica cosa che attendeva in quei
giorni.
Trovarono un tavolo vicino alla curva schiena di una donna che si avvicinò loro
per le ordinazioni. Hermione notò che era anche
molto bella e quando si avvicinò loro, il viso di Ron sembrava avere una
tonalità più rossa. Hermione ridacchiò sotto il respiro e cercò di ricordare di
menzionare la cosa in un secondo momento.
"Cosa volete oggi, cari?" chiese mentre guardava da un'altra parte.
"Penso che saremo tutti contenti di alcuni burrobirre." disse Harry a
nome del tavolo. Si rivolse a Hermione per un attimo, dopo un secondo in cui
sembrava aver pensato, "Ti piace la burrbirra, Hermione?"
Hermione
rispose senza mezzi termini, "Oh, sì!"
Harry le rivolse un altro
sorriso e lei dovette mettere una mano sul ventre per sistemarsi. La donna fece
un cenno su di loro e si voltò per andare verso un bar ed ottenere le loro
ordinazioni. Hermione si rivolse a Ron, il cui volto sembrava lentamente tornare
alla normale ombra pallida. "Allora Ron, sembri un po’ strozzato."
Ron si voltò verso il tavolo e borbottò qualcosa che Hermione non riuscì a
comprendere. Ginny, che era seduto accanto a lui, lo guardò e gli accarezzò la
testa scherzosamente. "Ronny e Madama Rosmerta hanno quello che a me piace
chiamare una relazione da “adula e salta.”
Hermione ed Harry si misero a ridere, vedendo le spalle di
Ron crollare. Egli raccolse la forza di tirare
la testa verso l'alto e cercò di guardarli, inducendoli a ridere ancora di più.
"Aspettate e vedrete, un giorno saremo sposati e bacerete la terra su cui
camminano i suoi bellissimi piedi!"
Harry diede una leggera gomitata al fianco di Hermione per ottenere la sua
attenzione e disse sottovoce: "Questo è quello che ha detto su Fleur
Delacour, che ha finito per sposare Bill."
Hermione ricordava il nome di uno dei fratelli più grandi di Ron e rise dell'atmosfera
patetica che ne derivava. Ginny sentì il bisogno
di terminare quella particolare situazione ma Hermione non era proprio disposta
ad ascoltare quello che aveva da dire. "Quella stupida flemmaccia
faceva parte dei Veela, così Ronny non aveva chance. Anche Harry non era
incline al suo aspetto- ma quando si trattava di personalità, era un fiasco
totale. Anche se, sono sicura che se gli
somministreresti del Veritaserum, direbbe ancora di volersela scopare."
“Non è vero!" disse
Ron, offeso.
"Ah, davvero, quindi se dicessi di avere
una fiala di Veritaserum in tasca adesso, lo berresti e lo diresti comunque."
Disse Harry, molto divertito.
"Certo" disse Ron, incrociando le
braccia sul petto. Dopo un momento, diede uno sguardo diffidente ad Harry e gli
chiese in tono sommesso: "Non
l’hai, vero?"
Sembrava serio e tutti, tranne Ron, scoppiarono a ridere.
Madama Rosmerta venne dopo pochi secondi con le loro bevande e tutti la
ringraziarono. Ron scelse di evitare il suo sguardo, una mossa che ad Hermione
risultò essere divertente. Tutti i pensieri in
brutti commenti cessarono, tuttavia, quando prese il suo primo sorso di burrobirra,
da oltre un anno. Il caldo liquido riempì il suo palato e lo risvegliò
come se ci fosse stato un periodo di siccità e questo era il dolce nettare di
cui aveva bisogno per recuperare. Hermione
trattenne un gemito, non volendo attirare l'attenzione dei suoi commensali. Ma,
a quanto pare, la sua espressione si fece a vedere. Ascolta
Trascrizione fonetica
"Sei sicuro di aver bevuto una burrobirra prima,
Herm?" Chiese Ginny con un sopracciglio
sollevato.
Hermione annuì, prendendo un altro sorso del delizioso elisir, "Sì,
saranno secoli dall’ultima volta che l’ho bevuta."
Tutti annuirono e tornarono alle loro bevande. Trascorsero una buona
mezz'ora a parlare della scuola e degli ultimi pettegolezzi che filtravano
attraverso Hogwarts. Harry sembrò annoiarsi velocemente con le storie che avevano
a che fare con lui, visto che era completamente stravaccato sulla sedia e
fissava la bottiglia vuota di burrobirra con espressione vitrea. Ginny e Ron sembravano ignorarlo e continuarono a
chiacchierare. Hermione, comunque, si trovò a guardarlo, osservando il modo in
cui faceva girare la bottiglia e lasciava sotto un mucchio bagnato di acqua.
"State bene, voi due?" La voce di Ron la risvegliò, persa nei suoi insensibili pensieri. Harry
sembrò tornare dall’universo in cui si trovava la sua mente, medesimamente, e
stava guardando Ron con un'espressione strana. "Ragazzi, sembrate trovarvi
in un altro mondo."
"Stavo solo pensando" rispose Harry rapidamente.
"Anch’io" disse Hermione.
Ron sembrò accettarlo e sollevò la manica per guardare l'orologio. "Dobbiamo
andare, se vogliamo andare da Zonko e Mielandia".
Furono tutti d'accordo e
pagarono le consumazioni in fretta, scendendo in fondo alla strada, per passare
alcuni negozi fino a giungere a Mielandia. L'esterno del negozio sembrava
appetitoso da cui osservare la vetrina piena di dolci succulenti e gli oggetti
in movimento che sembravano essere messi lì semplicemente per attirare la gente
nel negozio. Hermione entrò dopo Ron e si fermò ai primi passi, attirata
dal numero di caramelle in cima alle mensole dell’alto soffitto. Ebbe l’acquolina in bocca aspettando di avvicinarsi ad
uno schermo di caramelle celeste in mezzo al negozio affollato, tutti
confezionati in scatole di colori vivaci. Ringraziò Merlino di aver portato una
discreta quantità di galeoni mentre prendeva un paio di quelle che sembravano
più appetitose e continuò ad esplorare il resto del negozio.
Nel momento in cui pensò di aver finito, trovò un cestino e
ammucchiò le caramelle e i cioccolatini con vigore, facendosi strada per pagare
rapidamente, intenta a divorare ogni pezzo in condizione umanamente possibile .
Hermione finì per aspettare dietro Ginny che si
voltò a guardarla con un sorriso, guardando poi con occhi da cerbiatta ciò che Hermione
aveva tra le mani. Hermione tirò subito le caramelle fuori dai riflettori,
visto come la fissava Ginny.
"Hai davvero intenzione
di comprarli tutti?" chiese in soggezione.
Hermione annuì e rise un po' di se stessa: "Continuo a dimenticare che è
la tua prima volta qui."
Hermione sorrise e continuò ad aspettare il momento di
pagare gli articoli. Ginny si salvò dall'essere una distrazione, mentre si
avvicinava e pagava la manciata di caramelle. Hermione si mosse dietro di lei e
posò il cestino sopra il bancone, facendo finta di non notare lo sguardo di
stupore del commesso per il gran numero di caramelle. Pagò rapidamente l’acquisto e volse a camminare verso il punto in cui Harry,
Ron e Ginny la stavano aspettando all'uscita. Ma quando si voltò un attimo per guardare
fuori dalla finestra, vide Draco che toccava leggermente il vetro e puntava a
un vicolo appartato tra due negozi di fronte a dove si trovavano. Si voltò
rapidamente verso le tre persone con la quale doveva incontrarsi e annuì. Si
fece strada verso il vicolo dopo la conferma, schivando il traffico di persone
lungo la strada.
Hermione si avvicinò a loro e
tutti si volsero per sorriderle. Ritornò il sorriso, con una falsa aria di
fiducia e costruì rapidamente una bugia, "Devo spedire molto velocemente
una lettera per i miei genitori, vi dispiace andare da Mielandia senza di me e incontrarci
lì tra poco?"
Si guardarono l’un l'altro e Ginny parlò a nome
di tutti, "Certo, nessun problema. Ci vediamo fra pochi minuti."
Hermione sorrise con gratitudine e pensò, Beh,
è stato più facile di quanto pensassi. Queste
persone diventano sempre più ingenue col passare delle settimane.
Li lasciò passare fuori del negozio di fronte a lei e attese
che fossero abbastanza lontano per raggiungere il punto in cui Draco si era
nascosto senza essere notata. Arrivò nel vicolo buio in fretta e cercò la testa
di capelli color platino, sempre luminosa anche nelle aree più scure. Lo trovò
verso il fondo, dove c'era un’alta recinzione e qualche scatola accatastata
piena di spazzatura e oggetti magici utilizzati, che sembravano essere
difettoso. Draco si girò verso di lei che lasciò
cadere la sua borsa lungo il muro. L’appoggiò rapidamente contro il duro muro e
la baciò con forza, catturandola senza difese. Era da un po' che non lo facevano
e aveva dimenticato quanto fosse spontaneo. Gli permise di sondare l'ingresso
della bocca e di tracciare la lunghezza della lingua con la sua. Gemette quando
toccò la sua schiena e sollevò l'orlo del maglione per denudare la sua pelle. Era davvero un fantastico baciatore.
Ma aveva promesso a se stessa
che non avrebbe alcun coinvolgimento romantico (se si può definire così),
durante la missione. Quindi, con improvviso scoppio di forza, lo spinse
via e lo fece inciampare nella parete di fronte con espressione divertita sul
viso. "Ehi, cosa c’è?" chiese, mentre toglieva
la piccola porzione di terra che si era infilato nella giacca dopo la caduta
sulle spalle.
"Sai bene cosa c’è, ignorante!"
disse con leggero umorismo in voce: "Ti ho già detto che non possiamo
farlo mentre sono in missione."
“Ma avevo bisogno di azione, Mia, sto
morendo!" disse, gesticolando con le mani esasperato.
"Prenditi Pansy, sono sicura che sarebbe più che disposta a soddisfare le
tue esigenze." Disse con un lieve sorrisetto.
Ri
tornò il suo sguardo: "Tu ed io sappiamo
che non è brava come te a letto."
Hermione si strinse nelle spalle in modo vago, “Non è un mio problema."
Sapeva che non vi era alcuna motivazione su quel punto, così il volto di lui
cadde a terra per la delusione. "Allora, perché mi hai trascinata fin qui?
Sicuramente sarà qualcosa che non includa i pazzi ormoni che ti escono dai
pantaloni."
"Ah ah" rise seccamente. Si avvicinò a lei e la sua espressione voltò bruscamente in serietà. Sfuggì
subito l’atteggiamento calmo e lo guardò negli occhi grigi con intensità. "Vuole
parlare con te."
Il suo cuore fece
un balzo.
"Adesso?"
Lui annuì e fece un passo indietro verso il recinto.
Hermione lo seguì fino a vedere una vasca riempita con un liquido
incandescente, simile a un pensatoio, disteso su una delle le pile di scatole. Draco si fece da parte e permise ad Hermione di
avvicinarsi. Si chinò a guardare nel liquido vorticoso e vide il volto del
Signore Oscuro comparire lentamente nella sostanza. Hermione dovette trattenere
un netto apporto di respiro, divenendo faccia a faccia con il suo padrone. Lui
sembrava aver visto, però, la sua sorpresa e sorrise.
"Ciao Hermione, vedo che Malfoy è stato fedele alla
parola di portarti al pensatoio.” Espresse la
sua profonda voce in eco. Lei fece solo un cenno in risposta, non sapendo
cos’altro dire. “È venuta a mia conoscenza il fatto che sei stata smistata tra
i Grifondoro, giusto?"
Lo stomaco di Hermione barcollò per la paura. L’avrebbe sicuramente disprezzata
e le avrebbe chiesto cose a cui lei non aveva risposta. Fece ricorso a una
risposta di una sola parola, cercando di salvare se stessa dal dare a lui un qualsiasi
altro motivo per aumentare il suo dispiacere verso la situazione,
"Sì".
La fronte di Hermione
corrugò. Non si aspettava assolutamente quella reazione. Dove era la rabbia,
l'ostilità, le domande? "Impressionato?" chiese con voce
ansimante.
"Perché sì", disse semplicemente:
"Ci vuole veramente un mago dotato per ingannare il Cappello Parlante
quando ti smista in una casa di fronte a quelle in cui eri destinata. Anche se
devo dire che ci sarà voluta molta determinazione e forza di volontà per
realizzare ciò che hai fatto, rendendo la tua missione molto più facile."
Era al tappeto. Pensava che
avesse ingannato il cappello! La voglia di correggerlo fu breve, sapeva di
doverne approfittare e non fargli dubitare della sua capacità di lavoro. "Grazie,
maestro."
"Come vanno le lezioni? Ci sono problemi?"
chiese.
Scosse la testa, "Non al momento. Tutte le lezioni
sono abbastanza facili e la maggior parte sono insieme ad H-Potter." Dovette
correggersi in fretta. Aveva quasi detto Harry!
Lui annuì in segno di approvazione, “E’ meno
difficile fare amicizia con lui e facilitarti la strada nel suo amorevole gruppo
di amiconi Babbani, presumo."
"Sì, signore, sicuramente."
disse.
"Eccellente.
Qualche notizia concernente
Potter per me?" chiese.
Hermione sapeva a cosa si riferisse. Cose come l’E.S. e se il
ragazzo si stesse preparando per la battaglia finale. Si era promessa di non dire
niente riguardo al club, così dovette ricorrere alla menzogna. "No, maestro, nulla al momento"
"Beh, è ancora presto per il semestre, quindi sei ancora in tempo per
avvicinarti a lui e scoprire quelle cose. Voglio che tu diventi una dei suoi confidenti
più stretti, spero te ne renda conto. Potrà essere disgustoso, ma a volte si
deve ricorrere a misure drastiche per raggiungere i propri obiettivi." disse
con espressione fredda.
Hermione annuì, "Ho capito, signore."
"Bene. Questo è tutto ciò che avevo bisogno di dirti. Aspettateti
presto un'altra visita; Malfoy ti informerà quando è necessario. Hai fatto un
buon lavoro finora, Hermione, mantienilo." E con questo, sbiadì dai
confini del bacino. Hermione esalò un respiro profondo e guardò in alto per
vedere Draco lanciare pigramente per aria una pietra, su e giù. Notò il silenzio e lo guardò incontrando i suoi occhi.
"Sai, sei fortunata che non gli ho detto l'espressione
sul tuo volto quando sei stata smistata tra i Grifondoro." Disse con un
sopracciglio alzato. Hermione strinse la mascella e lui le sorrise, "Frena
il carro, Mia, non lo farò. Voglio aiutarti, ricordalo." Si avvicinò a lei
e le mise le mani sulle spalle in quello che pensava fosse un gesto confortante,
"Ricordati soltanto di tenere sotto controllo i tuoi sentimenti per
Potter, eh? E’ disgustoso vederti arrossire in quel modo quando ti
sorride."
Quando si chinò per cercare di baciarla di nuovo, lei spinse
le mani sotto le sue spalle, raccogliendo la sua borsa, e precipitandosi fuori
dal vicolo, lasciandosi dietro quello sguardo. Camminò in direzione di
Mielandia in tempo per vedere Harry e Ron pagare. Hermione
entrò e vide tanti seducenti, colorati oggetti che attirarono la sua
attenzione. L’ignorò, tuttavia, e si avvicinò a Ginny toccandole la spalla. Lei
si voltò lentamente e si accigliò verso di lei, “Manchi da un sacco di tempo. Che stavi
facendo?"
"Oh, lunga faccenda." Rispose Hermione
categoricamente.
Ginny sembrò accettare le sue scuse e si volse
ad aspettare Harry e Ron che finirono di acquistare le loro cose. Si
avvicinarono insieme ed entrambi fecero simili domande a Ginny, al quale lei
rispose con la stessa scusa patetica che aveva usato in precedenza.
"E poi, Ron ha chiesto al custode se
fosse vero cioccolato. Quello ha detto, sì, certo, e se l’è mangiato. Dopo pochi
secondi, i denti erano diventati verdi e cantava una resa orribile delle Sorelle
Magiche con un accento irlandese! Ci sono voluti cinque minuti per farlo
tornare alla normalità, e da quel momento gridava al ragazzo che lo aveva
convinto, chiedendogli scusa, sempre come un irlandese ubriaco!" Quando ebbe finito, Harry rideva da tutte le parti,
facendo ridere tutti quelli che occupavano la carrozza. Anche Ron dovette
ammettere fosse divertente.
Dopo che tutti si fossero calmati, Harry si rivolse ad
Hermione e gli chiese a bassa voce, "Pensi che batta l’incidente del
boxer?"
Hermione ridacchiò e scosse la testa, "Non
con un successone come quello."
Harry le sorrise: "Beh, allora non ci rimane che aspettare."
Sentì il viso scaldarsi quando le sorrise. Hermione si voltò
subito e cercò di raffreddare il viso con le mani. Draco aveva ragione, quel
piccolo seccatore! Era davvero
arrossita! Si rimproverò mentalmente, usando un equa maledizione di poche
parole che aveva dimenticato nel suo vocabolario, quando era arrivata ad Hogwarts,
trovandosi in un acerbo stato d'animo più di quanto lo fosse al momento
dell'imbarco delle carrozze, quella mattina.
Sta per ricominciare la scuola, e non vedo l'ora di poter ritornare al mio inglese :) Spero per tutti voi un buon rientro e un anno felice!
Ringrazio tantissimo Herm735 per le sue belle parole. Potresti indicarmi i punti precisi degli errori? Provvederò a correggerli immediatamente :) un bacio, alla prossima
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