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Autore: pervertedsquirrel     14/09/2010    3 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Hogsmeade

Il mese di settembre volò via e prima che Hermione se ne accorgesse, erano già arrivati alla seconda settimana di ottobre. Un viaggio per Hogsmeade era previsto per il terzo anno, ma lei era già impaziente di esplorare la città, appena fuori di Hogwarts. Amava Hogwarts -davvero- ma le pareti sembravano troppo soffocanti dalle prime settimane del suo soggiorno. L'unica cosa che teneva sana la sua mente era il miglioramento delle abilità sociali con Harry, Ginny, Ron, e sorprendentemente, Luna. Anche se trovava ancora che la frizzante bionda fosse una vicina contendente alla ottava meraviglia del mondo, pensò fosse una persona interessante con cui parlare quando si accorse del sovraccarico dei corsi, cosa che accadde abbastanza spesso.

 

Si svegliò presto il Sabato, con una strana sensazione allo stomaco, come quelle che aveva quando sentiva che qualcosa di brutto stava per accadere. Hermione non aveva avuto quei dolori negli ultimi anni; l'ultima volta che li ricordava era all’età di undici anni, durante l'estate. Era convinta di aver avuto un tocco di influenza magica, ma non si era mai avvicinato a quella sensazione di nausea allo stomaco. Quello stesso giorno, i Malfoy avevano avuto un incendio originato dal camino più grande. Non le avevano mai detto come e perché era scoppiato il fuoco; le dissero solo che doveva rimanere nella sua stanza per un paio di giorni, mentre venivano fatte le riparazioni. Essendo la ragazza giovane e ingenua, passò la questione senza porre domande. Il loro elfo domestico, Dobby, le portava pasti di ogni genere, e divenne la prima persona con cui poter parlare, insieme a Draco. Era strano considerare un elfo da pari a pari, ma la natura gentile di Dobby la colpiva anche dopo il suo licenziamento, quando aveva tredici anni. Sentiva davvero la sua mancanza.

 

Stropicciandosi gli occhi stanchi, scese dal comodo letto e si preparò all’insegna della giornata, ma invece dell’uniforme, vestì in jeans e maglione, pensando al freddo vento esterno. Le sue compagne di stanza non erano ancora sveglie a quell’ora, di nuovo, anche se quello era un giorno feriale. Dormire era un relax sopravvalutato, a suo parere. Che cosa avevano i sogni più della vita reale? Hermione sognava raramente, se non del tutto, così non capiva la logica nel perdere tempo extra per dormire durante la giornata, se tutto ti rendeva più pigro e irritabile. Davvero, che senso c’era?

 

Ginny l’aspettava nella sala comune, com’era ormai d’abitudine. Ginny l’aveva suggerito, avendo notato dopo alcune settimane che sia lei che Hermione arrivavano alla sala Grande per colazione, a distanza di pochi minuti. Hermione resistette inizialmente, come faceva sempre con tipi del genere, ma alla fine cedette, dopo che Ginny provò a tirare il “broncio del cucciolo di cane”, per quello che ne sapeva. Doveva ammettere che qualcosa si era mosso dentro di lei vedendo il suo labbro inferiore sporgente, ma molto probabilmente si trattava del fastidio.

 

"Buon giorno Herm!" suonò allegramente la rossa. Ancora un'altra nuova aggiunta della sua vita ad Hogwarts, i soprannomi che facevano venire voglia di tirare fuori un coltello e pugnalare ripetutamente al petto di chi la chiamava in quel modo. La maggior parte del tempo era Ginny, la cui voce dolce come lo zucchero non facilitava le cose quando faceva colare quel nome dalla bocca. L'unica persona che aveva il permesso di chiamarla con un altro nome che non era quello di nascita, era Draco, ma anche in quel caso si esasperava di tanto in tanto.

 

Fingendo che l'attuale stato di salute di Ginny non fosse a rischio, Hermione rispose in quella che sperava fosse una voce allegra, "'Giorno, Ginny."

 

Ginny le sorrise e seppe di essere salva. Le due ragazze si fecero strada fuori dalla torre e si sedettero al tavolo dei Grifondoro, arrivando presso la sala praticamente vuota. C'era già del cibo posto di fronte a loro, e così sprecarono il tempo accumulandolo sui loro piatti e divorandolo. Hermione era ormai dipendente dalla cucina che Hogwarts forniva, e desiderò ci fosse un modo per possederla tra le punta delle dita. Ma, ahimè, lo chiese a Ginny dopo il primo assaggio della crostata con la melassa, risultò senza speranza. La posizione della cucina era un altro segreto che Hermione aveva intenzione di scoprire.

 

"Allora" chiese Ginny con un mezzo boccone di uova, "non vedi l’ora della tua prima visita a Hogsmeade?"

Ignorando la mancanza di buone maniere di Ginny a tavola, per il momento, rispose con un sorriso: "Certo! Voglio dire, amo tutto di questo posto, ma un cambiamento di scenario sarebbe un sollievo".

Ginny annuì, "Mi sono sentito così quando raggiunsi l'età per andarci. Ron e Harry si vantavano sempre su quanto incredibile fosse quel posto e non vedevo l'ora di vederlo di persona. Un luogo che vuoi vedere in particolare?”

"I tre manici di scopa sembra interessante, e così anche Mielandia.” disse Hermione con interesse, ricordando i pochi negozi che aveva letto e di cui aveva sentito parlare.

"Entrambi meritano una visita, te l’ho assicuro. Sono sicuro che ad Harry, Ron, e me piacerebbe accompagnarti alla tua prima visita all’ambito villaggio.” Disse
Ginny.

Hermione non poté fare a meno di sorridere alla finta formalità "Beh ti ringrazio per la tua gentile offerta e farò bene a ricordarlo."

 

Entrambe le ragazze risero continuando a prendere del cibo. Harry e Ron arrivarono nei minuti seguenti, coi loro volti sorridenti che segnalavano un buon fine settimana. Uno dei molti vantaggi del weekend: Harry e Ron non erano facilmente scambiati per Inferi e le loro abitudini alimentari erano di nuovo tornate ad un normale ritmo di smaltimento di rifiuti.

"Buongiorno Signorine" chiamò Ron felicemente prima di infilsarsi con ciò che sembrava essere un mucchio di Frittelle, sul piatto. Ginny ed Hermione gli fecero un cenno e Harry continuò a mangiare.
AscoltaTrascrizione fonetica

 

Recentemente, Hermione aveva scoperto una strana sensazione ogni qual volta guardava Harry. Poteva solo provare che i muscoli dello stomaco palpitavano e sentiva che le stessero arrivando in gola. Non era una sensazione piacevole, e certamente non vi era abituata. Questa strana esperienza era qualcosa del tutto nuova e la confondeva a dismisura. C’era qualcuno che si sentisse in quel modo quando lo guardavano? Ron? Ginny?

 

Ma, aveva evitato con semi-successo i suoi occhi per un buon paio di settimane senza che lui glielo chiedesse. E non si sentiva nemmeno in colpa, perché sapeva di chi era la colpa - Luna! Quello che aveva detto dopo il primo incontro con l’ES l’aveva afflitta fin da quando aveva pensato al suo significato. Hermione non voleva neanche pensarci ... ma non ci riusciva. Stupida Luna e i suoi stupidi indovinelli ...

 

"Allora, quando partono le carrozze?" chiese Hermione, distraendosi dai pensieri interiori.

"In una decina di minuti" rispose Harry, guardando l'orologio.

 

Hermione annuì in comprensione e finì il piatto. Chiacchieravano ogni minuto, eccitati per il viaggio programmato. Dopo un tempo che sembrò durare in eterno, venne annunciato che le carrozze erano arrivate e gli studenti si affaccendarono ad uscire dalla sala per cercare di ottenere il posto migliore. Hermione seguì Ginny verso una delle carrozze poste in fondo e finì per sedersi accanto ad Harry. Grande, pensò, proprio quello di cui avevo bisogno. Il ragazzo che mi sta facendo provare una certa esperienza fisica, oltre al dolore mentale di essere seduto accanto a me in una carrozza confinata. Fan-fottut-astico.

 

Harry le sorrise e il suo stomaco fece nuovamente quella strana contrazione, facendole fare una smorfia. A parte quel sentimento, vi era qualcosa nel basso ventre che faceva piuttosto male. "Stai bene?" chiese preoccupato.

 

"Sì", mentì senza problemi, "Sto bene".

 

Le diede uno sguardo che le diceva chiaramente di non averla creduta, ma non le fece pressioni, e di questo ne fu riconoscente. Come aveva avuto modo di conoscere Harry, aveva sempre la netta sensazione che lui sapesse cosa stava succedendo nella sua testa, ma quando gli mentiva, lui non voleva farla sentire a disagio. Hermione pensava che fosse dovuto alla….situazione. Luna aveva detto che non era abituato ad essere aperto come in quei tempi. Forse era questo il motivo? Sapeva che odiava la gente che voleva sapere ogni singolo dettaglio in tutto ciò che faceva. Ginny era il tipo di persona che tirava fuori quella sensazione a volte, ma si conteneva quando Hermione le dava uno dei suoi famigerati "se me lo chiedi di nuovo, giuro su Merlino Che Ti Uccido”sguardi.

 

Il tragitto fino a Hogsmeade fu breve, come si aspettava. La città era a poche miglia di distanza dalla scuola e quasi dieci minuti dopo, arrivarono. Hermione fu la prima a spingersi fuori dalla carrozza, praticamente spintonata da un Ron altrettanto desideroso, per la strada. Ginny ridacchiò dietro di lei ed Hermione poté immaginarsi lo sguardo incredulo che Ron le stava dando alle sue spalle. Ma prima che potesse girarsi e ridere di lui e delle sue reazioni infantili, venne colpita dalla bellezza del villaggio di Hogsmeade.

 

Gli edifici alti le ricordavano una versione più familiare di Diagon Alley. Vedeva gli studenti più grandi che correvano verso i loro negozi preferiti e i terzi anni che guardavano con meraviglia il paese, molto simile al modo in cui lo faceva lei. La maggior parte dei negozi sembravano essere lungo la grande strada e in pochi altri vialetti. Erano tutti molto vicini, formavano vicoli bui dove pensò vi fosse spazzatura e parassiti. Non aveva mai visto un posto come quello prima, che trasudava magia e felicità. Sorprendentemente, non ne era affatto disturbata, ma il contrario piuttosto. Si sentiva come se fosse parte di essa, luoghi in cui si potevano sentire risate dietro ogni angolo e in cui ci si poteva immaginare di vivere negli anni a venire.

 

"Bello, vero?" disse una voce femminile da dietro. Sapeva che era Ginny, e non prese la briga di girarsi. "Allora, dove vuoi andare prima?"

"Mi limiterò a seguire il vostro esempio", disse passivamente. In verità, voleva andare ovunque, ma sapeva che doveva tenersi a freno, poichè non avevano tutta la giornata.
Il suo compito si trovava in una pila sul comodino, in attesa di essere completato.

Ginny annuì e afferrò la mano di Harry, intrecciando le loro dita. Si fecero strada verso un edificio con un cartello che diceva "Paiolo Magico" ed Hermione sorrise, visto che quello era uno dei luoghi che voleva visitare.

 

Quando entrò attraverso la porta venne colpita da un soffio di ciò che sembrava essere caramella. Riconobbe il profumo della burrobirra e uno largo sorriso apparì sul suo volto. Era di gran lunga una delle sue bevande preferite e raramente aveva avuto modo di assaggiarlo. Aveva un limite quando viveva a Malfoy Manor, poiché si diceva avrebbe rovinato la loro salute e li avrebbe resi deboli. Si poteva trovare a Casa Riddle, visto che al Signore Oscuro piaceva gustarlo. Era abituata a rubarne un po’ quando uscivano per le missioni, il che risultava come premio dopo il tempo speso fuori. A volte, era l'unica cosa che attendeva in quei giorni.

Trovarono un tavolo vicino alla curva schiena di una donna che si avvicinò loro per le ordinazioni. Hermione notò che era anche molto bella e quando si avvicinò loro, il viso di Ron sembrava avere una tonalità più rossa. Hermione ridacchiò sotto il respiro e cercò di ricordare di menzionare la cosa in un secondo momento.

"Cosa volete oggi, cari?" chiese mentre guardava da un'altra parte.

"Penso che saremo tutti contenti di alcuni burrobirre." disse Harry a nome del tavolo. Si rivolse a Hermione per un attimo, dopo un secondo in cui sembrava aver pensato, "Ti piace la burrbirra, Hermione?"

Hermione rispose senza mezzi termini, "Oh, sì!"

Harry le rivolse un altro sorriso e lei dovette mettere una mano sul ventre per sistemarsi. La donna fece un cenno su di loro e si voltò per andare verso un bar ed ottenere le loro ordinazioni. Hermione si rivolse a Ron, il cui volto sembrava lentamente tornare alla normale ombra pallida. "Allora Ron, sembri un po’ strozzato."

Ron si voltò verso il tavolo e borbottò qualcosa che Hermione non riuscì a comprendere. Ginny, che era seduto accanto a lui, lo guardò e gli accarezzò la testa scherzosamente. "Ronny e Madama Rosmerta hanno quello che a me piace chiamare una relazione da “adula e salta.”

 

Hermione ed Harry si misero a ridere, vedendo le spalle di Ron crollare. Egli raccolse la forza di tirare la testa verso l'alto e cercò di guardarli, inducendoli a ridere ancora di più. "Aspettate e vedrete, un giorno saremo sposati e bacerete la terra su cui camminano i suoi bellissimi piedi!"

Harry diede una leggera gomitata al fianco di Hermione per ottenere la sua attenzione e disse sottovoce: "Questo è quello che ha detto su Fleur Delacour, che ha finito per sposare Bill."

Hermione ricordava il nome di uno dei fratelli più grandi di Ron e rise dell'atmosfera patetica che ne derivava. Ginny sentì il bisogno di terminare quella particolare situazione ma Hermione non era proprio disposta ad ascoltare quello che aveva da dire. "Quella stupida flemmaccia faceva parte dei Veela, così Ronny non aveva chance. Anche Harry non era incline al suo aspetto- ma quando si trattava di personalità, era un fiasco totale. Anche se, sono sicura che se gli somministreresti del Veritaserum, direbbe ancora di volersela scopare."

 “Non è vero!" disse Ron, offeso.

"Ah, davvero, quindi se dicessi di avere una fiala di Veritaserum in tasca adesso, lo berresti e lo diresti comunque."
Disse Harry, molto divertito.

"Certo" disse Ron, incrociando le braccia sul petto. Dopo un momento, diede uno sguardo diffidente ad Harry e gli chiese in tono sommesso: "Non l’hai, vero?"

 

Sembrava serio e tutti, tranne Ron, scoppiarono a ridere. Madama Rosmerta venne dopo pochi secondi con le loro bevande e tutti la ringraziarono. Ron scelse di evitare il suo sguardo, una mossa che ad Hermione risultò essere divertente. Tutti i pensieri in brutti commenti cessarono, tuttavia, quando prese il suo primo sorso di burrobirra, da oltre un anno. Il caldo liquido riempì il suo palato e lo risvegliò come se ci fosse stato un periodo di siccità e questo era il dolce nettare di cui aveva bisogno per recuperare. Hermione trattenne un gemito, non volendo attirare l'attenzione dei suoi commensali. Ma, a quanto pare, la sua espressione si fece a vedere. Ascolta

Trascrizione fonetica

 

 

"Sei sicuro di aver bevuto una burrobirra prima, Herm?" Chiese Ginny con un sopracciglio sollevato.

Hermione annuì, prendendo un altro sorso del delizioso elisir, "Sì, saranno secoli dall’ultima volta che l’ho bevuta."

 

Tutti annuirono e tornarono alle loro bevande. Trascorsero una buona mezz'ora a parlare della scuola e degli ultimi pettegolezzi che filtravano attraverso Hogwarts. Harry sembrò annoiarsi velocemente con le storie che avevano a che fare con lui, visto che era completamente stravaccato sulla sedia e fissava la bottiglia vuota di burrobirra con espressione vitrea. Ginny e Ron sembravano ignorarlo e continuarono a chiacchierare. Hermione, comunque, si trovò a guardarlo, osservando il modo in cui faceva girare la bottiglia e lasciava sotto un mucchio bagnato di acqua.

"State bene, voi due?" La voce di Ron la risvegliò, persa nei suoi insensibili pensieri. Harry sembrò tornare dall’universo in cui si trovava la sua mente, medesimamente, e stava guardando Ron con un'espressione strana. "Ragazzi, sembrate trovarvi in un altro mondo."

"Stavo solo pensando" rispose Harry rapidamente.

"Anch’io" disse Hermione.

Ron sembrò accettarlo e sollevò la manica per guardare l'orologio.
"Dobbiamo andare, se vogliamo andare da Zonko e Mielandia".

 

Furono tutti d'accordo e pagarono le consumazioni in fretta, scendendo in fondo alla strada, per passare alcuni negozi fino a giungere a Mielandia. L'esterno del negozio sembrava appetitoso da cui osservare la vetrina piena di dolci succulenti e gli oggetti in movimento che sembravano essere messi lì semplicemente per attirare la gente nel negozio. Hermione entrò dopo Ron e si fermò ai primi passi, attirata dal numero di caramelle in cima alle mensole dell’alto soffitto. Ebbe l’acquolina in bocca aspettando di avvicinarsi ad uno schermo di caramelle celeste in mezzo al negozio affollato, tutti confezionati in scatole di colori vivaci. Ringraziò Merlino di aver portato una discreta quantità di galeoni mentre prendeva un paio di quelle che sembravano più appetitose e continuò ad esplorare il resto del negozio.

 

Nel momento in cui pensò di aver finito, trovò un cestino e ammucchiò le caramelle e i cioccolatini con vigore, facendosi strada per pagare rapidamente, intenta a divorare ogni pezzo in condizione umanamente possibile . Hermione finì per aspettare dietro Ginny che si voltò a guardarla con un sorriso, guardando poi con occhi da cerbiatta ciò che Hermione aveva tra le mani. Hermione tirò subito le caramelle fuori dai riflettori, visto come la fissava Ginny.

 

"Hai davvero intenzione di comprarli tutti?" chiese in soggezione.

Hermione annuì e rise un po' di se stessa: "Continuo a dimenticare che è la tua prima volta qui."

 

Hermione sorrise e continuò ad aspettare il momento di pagare gli articoli. Ginny si salvò dall'essere una distrazione, mentre si avvicinava e pagava la manciata di caramelle. Hermione si mosse dietro di lei e posò il cestino sopra il bancone, facendo finta di non notare lo sguardo di stupore del commesso per il gran numero di caramelle. Pagò rapidamente l’acquisto e volse a camminare verso il punto in cui Harry, Ron e Ginny la stavano aspettando all'uscita. Ma quando si voltò un attimo per guardare fuori dalla finestra, vide Draco che toccava leggermente il vetro e puntava a un vicolo appartato tra due negozi di fronte a dove si trovavano. Si voltò rapidamente verso le tre persone con la quale doveva incontrarsi e annuì. Si fece strada verso il vicolo dopo la conferma, schivando il traffico di persone lungo la strada.

 

Hermione si avvicinò a loro e tutti si volsero per sorriderle. Ritornò il sorriso, con una falsa aria di fiducia e costruì rapidamente una bugia, "Devo spedire molto velocemente una lettera per i miei genitori, vi dispiace andare da Mielandia senza di me e incontrarci lì tra poco?"

Si guardarono l’un l'altro e Ginny parlò a nome di tutti, "Certo, nessun problema. Ci vediamo fra pochi minuti."

Hermione sorrise con gratitudine e pensò, Beh, è stato più facile di quanto pensassi. Queste persone diventano sempre più ingenue col passare delle settimane.

 

Li lasciò passare fuori del negozio di fronte a lei e attese che fossero abbastanza lontano per raggiungere il punto in cui Draco si era nascosto senza essere notata. Arrivò nel vicolo buio in fretta e cercò la testa di capelli color platino, sempre luminosa anche nelle aree più scure. Lo trovò verso il fondo, dove c'era un’alta recinzione e qualche scatola accatastata piena di spazzatura e oggetti magici utilizzati, che sembravano essere difettoso. Draco si girò verso di lei che lasciò cadere la sua borsa lungo il muro. L’appoggiò rapidamente contro il duro muro e la baciò con forza, catturandola senza difese. Era da un po' che non lo facevano e aveva dimenticato quanto fosse spontaneo. Gli permise di sondare l'ingresso della bocca e di tracciare la lunghezza della lingua con la sua. Gemette quando toccò la sua schiena e sollevò l'orlo del maglione per denudare la sua pelle. Era davvero un fantastico baciatore.

 

Ma aveva promesso a se stessa che non avrebbe alcun coinvolgimento romantico (se si può definire così), durante la missione. Quindi, con improvviso scoppio di forza, lo spinse via e lo fece inciampare nella parete di fronte con espressione divertita sul viso. "Ehi, cosa c’è?" chiese, mentre toglieva la piccola porzione di terra che si era infilato nella giacca dopo la caduta sulle spalle.

"Sai bene cosa c’è, ignorante!" disse con leggero umorismo in voce: "Ti ho già detto che non possiamo farlo mentre sono in missione."

“Ma avevo bisogno di azione, Mia, sto morendo!" disse, gesticolando con le mani esasperato.

"Prenditi Pansy, sono sicura che sarebbe più che disposta a soddisfare le tue esigenze."
Disse con un lieve sorrisetto.

Ri
tornò il suo sguardo: "Tu ed io sappiamo che non è brava come te a letto."

Hermione si strinse nelle spalle in modo vago, “Non è un mio problema." Sapeva che non vi era alcuna motivazione su quel punto, così il volto di lui cadde a terra per la delusione. "Allora, perché mi hai trascinata fin qui? Sicuramente sarà qualcosa che non includa i pazzi ormoni che ti escono dai pantaloni."

"Ah ah" rise seccamente. Si avvicinò a lei e la sua espressione voltò bruscamente in serietà. Sfuggì subito l’atteggiamento calmo e lo guardò negli occhi grigi con intensità. "Vuole parlare con te."

Il suo cuore fece un balzo.
"Adesso?"

 

Lui annuì e fece un passo indietro verso il recinto. Hermione lo seguì fino a vedere una vasca riempita con un liquido incandescente, simile a un pensatoio, disteso su una delle le pile di scatole. Draco si fece da parte e permise ad Hermione di avvicinarsi. Si chinò a guardare nel liquido vorticoso e vide il volto del Signore Oscuro comparire lentamente nella sostanza. Hermione dovette trattenere un netto apporto di respiro, divenendo faccia a faccia con il suo padrone. Lui sembrava aver visto, però, la sua sorpresa e sorrise.

 

"Ciao Hermione, vedo che Malfoy è stato fedele alla parola di portarti al pensatoio.” Espresse la sua profonda voce in eco. Lei fece solo un cenno in risposta, non sapendo cos’altro dire. “È venuta a mia conoscenza il fatto che sei stata smistata tra i Grifondoro, giusto?"

Lo stomaco di Hermione barcollò per la paura. L’avrebbe sicuramente disprezzata e le avrebbe chiesto cose a cui lei non aveva risposta. Fece ricorso a una risposta di una sola parola, cercando di salvare se stessa dal dare a lui un qualsiasi altro motivo per aumentare il suo dispiacere verso la situazione, "Sì".

 

La fronte di Hermione corrugò. Non si aspettava assolutamente quella reazione. Dove era la rabbia, l'ostilità, le domande? "Impressionato?" chiese con voce ansimante.

"Perché sì", disse semplicemente: "Ci vuole veramente un mago dotato per ingannare il Cappello Parlante quando ti smista in una casa di fronte a quelle in cui eri destinata. Anche se devo dire che ci sarà voluta molta determinazione e forza di volontà per realizzare ciò che hai fatto, rendendo la tua missione molto più facile."

 

Era al tappeto. Pensava che avesse ingannato il cappello! La voglia di correggerlo fu breve, sapeva di doverne approfittare e non fargli dubitare della sua capacità di lavoro. "Grazie, maestro."

"Come vanno le lezioni? Ci sono problemi?"
chiese.

Scosse la testa, "Non al momento. Tutte le lezioni sono abbastanza facili e la maggior parte sono insieme ad H-Potter." Dovette correggersi in fretta. Aveva quasi detto Harry!

Lui annuì in segno di approvazione,  “E’ meno difficile fare amicizia con lui e facilitarti la strada nel suo amorevole gruppo di amiconi Babbani, presumo."

"Sì, signore, sicuramente."
disse.

"Eccellente.
Qualche notizia concernente Potter per me?" chiese.

 

Hermione sapeva a cosa si riferisse. Cose come l’E.S. e se il ragazzo si stesse preparando per la battaglia finale. Si era promessa di non dire niente riguardo al club, così dovette ricorrere alla menzogna. "No, maestro, nulla al momento"

"Beh, è ancora presto per il semestre, quindi sei ancora in tempo per avvicinarti a lui e scoprire quelle cose. Voglio che tu diventi una dei suoi confidenti più stretti, spero te ne renda conto. Potrà essere disgustoso, ma a volte si deve ricorrere a misure drastiche per raggiungere i propri obiettivi."
disse con espressione fredda.

Hermione annuì, "Ho capito, signore."


"Bene. Questo è tutto ciò che avevo bisogno di dirti. Aspettateti presto un'altra visita; Malfoy ti informerà quando è necessario. Hai fatto un buon lavoro finora, Hermione, mantienilo." E con questo, sbiadì dai confini del bacino. Hermione esalò un respiro profondo e guardò in alto per vedere Draco lanciare pigramente per aria una pietra, su e giù. Notò il silenzio e lo guardò incontrando i suoi occhi.

 

"Sai, sei fortunata che non gli ho detto l'espressione sul tuo volto quando sei stata smistata tra i Grifondoro." Disse con un sopracciglio alzato. Hermione strinse la mascella e lui le sorrise, "Frena il carro, Mia, non lo farò. Voglio aiutarti, ricordalo." Si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle in quello che pensava fosse un gesto confortante, "Ricordati soltanto di tenere sotto controllo i tuoi sentimenti per Potter, eh? E’ disgustoso vederti arrossire in quel modo quando ti sorride."

 

Quando si chinò per cercare di baciarla di nuovo, lei spinse le mani sotto le sue spalle, raccogliendo la sua borsa, e precipitandosi fuori dal vicolo, lasciandosi dietro quello sguardo. Camminò in direzione di Mielandia in tempo per vedere Harry e Ron pagare. Hermione entrò e vide tanti seducenti, colorati oggetti che attirarono la sua attenzione. L’ignorò, tuttavia, e si avvicinò a Ginny toccandole la spalla. Lei si voltò lentamente e si accigliò verso di lei, “Manchi da un sacco di tempo. Che stavi facendo?"

 

"Oh, lunga faccenda." Rispose Hermione categoricamente.

Ginny sembrò accettare le sue scuse e si volse ad aspettare Harry e Ron che finirono di acquistare le loro cose. Si avvicinarono insieme ed entrambi fecero simili domande a Ginny, al quale lei rispose con la stessa scusa patetica che aveva usato in precedenza.

"E poi, Ron ha chiesto al custode se fosse vero cioccolato. Quello ha detto, sì, certo, e se l’è mangiato. Dopo pochi secondi, i denti erano diventati verdi e cantava una resa orribile delle Sorelle Magiche con un accento irlandese! Ci sono voluti cinque minuti per farlo tornare alla normalità, e da quel momento gridava al ragazzo che lo aveva convinto, chiedendogli scusa, sempre come un irlandese ubriaco!" Quando ebbe finito, Harry rideva da tutte le parti, facendo ridere tutti quelli che occupavano la carrozza. Anche Ron dovette ammettere fosse divertente.

Dopo che tutti si fossero calmati, Harry si rivolse ad Hermione e gli chiese a bassa voce, "Pensi che batta l’incidente del boxer?"

Hermione ridacchiò e scosse la testa, "Non con un successone come quello."

Harry le sorrise: "Beh, allora non ci rimane che aspettare."

 

Sentì il viso scaldarsi quando le sorrise. Hermione si voltò subito e cercò di raffreddare il viso con le mani. Draco aveva ragione, quel piccolo seccatore! Era davvero arrossita! Si rimproverò mentalmente, usando un equa maledizione di poche parole che aveva dimenticato nel suo vocabolario, quando era arrivata ad Hogwarts, trovandosi in un acerbo stato d'animo più di quanto lo fosse al momento dell'imbarco delle carrozze, quella mattina.

Sta per ricominciare la scuola, e non vedo l'ora di poter ritornare al mio inglese :) Spero per tutti voi un buon rientro e un anno felice! Ringrazio tantissimo Herm735 per le sue belle parole. Potresti indicarmi i punti precisi degli errori? Provvederò a correggerli immediatamente :) un bacio, alla prossima

  
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