Capitolo 11: Anniversario
Quando Ash si svegliò era ormai giorno. Il
sole filtrava dalla finestra e illuminava tutta la stanza, riscaldando
quella tiepida mattina di Febbraio. Si stiracchiò con forza e prese il
telefono per controllare nuovi messaggi.
Ce n’era uno. “Buon anniversario” diceva.
Ash sorrise, era Vera.
Le rispose velocemente un “Buon anniversario
anche a te!” e si alzò in fretta. Doveva andare a trovarla.
Drew, seduto al tavolo del ristorante, sentì
un cellulare squillare. Era arrivato un messaggio. Lo prese in mano, anche
se l’oggetto non era di sua proprietà.
“Buon anniversario anche a te!”
-E’ Ash?- chiese Vera, tornata dal bagno.
-Già.- chiuse di scatto il cellulare e
guardò malissimo la sua ragazza.
-Che c’è?- lei non capiva il perché di
quello sguardo.
-Niente.- si voltò da un’altra parte.
-Sembri più fidanzata con lui che con me.- la coordinatrice ridacchiò.
-Ma come siamo gelosi…- gli si avvicinò,
schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia. -Sei carino quando sei
geloso.-
-Non voglio essere carino.- biascicò lui.
Vera stette un attimo a pensare. Dove aveva già sentito una frase simile?
Chi era stato a raccontarle un avvenimento analogo?
-Credevo che il problema fosse essere
geloso!-
In verità, Ash era sempre stato una frana
con le date. Non si ricordava mai che giorno era e, ovviamente, questo
faceva infuriare Misty. Menomale che c’era Vera che gli ricordava gli
avvenimenti importanti, soprattutto quell’avvenimento.
Era capitato per caso, ma il suo
anniversario coincideva perfettamente con quello di Drew e Vera. Questo
faceva impazzire di gioia la coordinatrice, che non faceva che parlare di
destino ad una Misty piuttosto inquieta. Se non ci fosse stata lei,
sicuramente Ash si sarebbe presentato a mani vuote dalla sua ragazza. Ancora
una volta.
Doveva imparare un’altra cosa, si appuntò
mentalmente il ragazzo, doveva comprare il regalo per la sua bella un po’
prima dell’ultimo minuto, o sarebbe sempre e comunque arrivato in ritardo –a
quello, però, Misty era abituata–
Il primo anniversario, il primo anno passato
insieme come una coppia, superando avversità e litigando a dismisura, ma
sempre amandosi. Erano decisamente una coppia strana.
Ash aveva già passato in rassegna metà dei
negozi di Pallet quando ebbe la brillante idea di coinvolgere qualcuno:
Brock.
-Sa, signora Ketchum, credo che suo figlio
Ash sia un caso irrecuperabile…- Max sorseggiò elegantemente il suo tea nel
salotto di Delia. La cara madre aveva riunito gli amici di suo figlio con
una sola scusa: spettegolare!
-Già.- annuì Gary. -Non le ha ancora fatto
il regalo! Cioè, è un po’ tardi per pensarci.- prese un biscotto e lo
mangiò. -Buonissimo…- commentò, deliziato.
-Grazie.- Delia sorrise radiosa. -Comunque
non sapevo fosse oggi il loro anniversario! Ash non mi ha detto niente.-
-Credo glielo abbia ricordato Vera.- Brock
sbucò dalla camera accanto, finita la telefonata. -Da solo non arriverebbe
mai a tanto.- si accomodò sul divano, insieme a tutti gli altri.
-Chi era al telefono?- chiese la donna.
-Ash.-
-Come? E che ti ha detto?- chiese Max.
-Consigli su cosa regalarle.- l’ex
capopalestra sfoggiò un grande sorriso, atteggiandosi a esperto
conoscitore delle donne. Gary lo guardò storto.
-Mi chiedo come possa chiedere consigli a
te!- il povero ragazzo si rattristò molto. -Fin’ora non sei stato un
elemento fondamentale, direi.-
-Non è vero!- rispose, piccato. -Se non
fosse stato per me, lui non sarebbe mai andato da lei a dichiararsi!-
-Ma dopo tutto questo tempo…- Delia sembrava
pensosa. -Come ha fatto a capire che l’amava? Io credevo che non ci fossero
più speranze, ormai.-
-Merito di Tracey.- rispose Max -Gli ha dato
una piccola spinta, ecco.-
-Tornando al discorso di prima…- il neo
professore guardò Brock. -Cosa gli hai consigliato di regalarle?-
-Un bel mazzo di rose rosse!-
-Abbiamo finito le rose rosse, mi dispiace.-
Ash rimase impietrito a guardare il fioraio.
-Come?- sussurrò, non riuscendo a crederci.
-Se vuoi ne ho di gialle… arancioni…-
-Arancioni.- ripeté meccanicamente pensando
al colore dei capelli della sua ragazza. Gli venne spontaneo e naturale. Il
fioraio annuì felice e preparò un bel mazzo.
Finalmente ad Ash venne un dubbio. Aveva
fatto bene a dare retta a Brock?
…no, probabilmente no.
-Ma figurati se Ash mi farebbe mai un mazzo
di rose, Daisy!- Misty guardò di traverso la sorella.
-Non si sa mai, gli uomini hanno così poca
fantasia!- la bionda scrollò le spalle. Le due si trovavano in cucina a
chiacchierare allegramente. Questa volta Misty aveva scelto Daisy perché
sperava di farsi dire qualcosa.
-Secondo me non mi ha regalato niente.-
sentenziò la rossa. -Così apparirò ridicola perché io gli ho regalto…- si
bloccò e guardò la sorella. -Cosa gli ho regalato?-
-Un ciondolo a forma di PokéBall.- le
ricordò la bionda.
-Ah già…- sospirò. -Il portachiavi…-
-Non è un portachiavi! E’ un ciondolo!-
-Cambiando discorso…- Misty si fece
preoccupata. -Tracey?- Daisy scosse il capo.
-Questa volta è finita sul serio. Quando è
iniziato tutto era così dolce con me… faceva di tutto per attirare la mia
attenzione e ci era riuscito! Ma dopo sei mesi ho capito che proprio non ce
la faccio. E’ così cambiato, non mi regala più niente ed è sempre a
disegnare…- non trovava la parola. -…qualcosa!-
-Mi dispiace.- la rossa le mise una mano
sulla spalla. -Anche perché lui è un bravo ragazzo…- pensò di ritirare
immediatamente quello che aveva detto. -…in fondo…-
-Sì, e poi bacia così bene!!!- squittì la
bionda. L’altra arrossì.
-Non posso darti torto.-
Ecco. Era davanti alla palestra. Deglutì.
Su, ora che aveva? Paura che il suo regalo
non fosse apprezzato? Era una donna, era romantica, tradizionalista. Come
potevano non piacerle i fiori?
Passare un anno con lei era stato difficile,
soprattutto quando le aveva accennato qualcosa come “andare ad Isshu”.
«Dov’è?» aveva risposto acida.
«Un po’ lontano da qui.»
«Vai. Vai pure. Divertiti.»
«Ti prego Misty, non prenderla così…»
«Tu non vuoi rimanere qui, quindi puoi
andare!»
Era riuscita a convincerlo a rimanere solo
tenendogli il muso. Quella ragazza aveva un forte ascendente su di lui, fin
troppo grande.
Suonò il campanello.
Per un attimo la sua mente tornò indietro.
«Mi piace stare con te.» aveva farfugliato
Ash, in imbarazzo. Era il giorno in cui si erano messi insieme, il giorno in
cui Gary lo aveva terrorizzato con il giro in macchina. Avevano pranzato
fuori, un po’ timidi, in silenzio, e si erano diretti al promontorio perché
era il posto preferito di Misty. Si erano seduti sul prato ad ascoltare le
onde infrangersi sugli scogli.
«Non abbiamo molto da dirci, sembra.» lei
sorrise, nonostante quello che aveva appena detto.
«Si può stare anche in silenzio.» lui la
abbracciò da dietro e sentì tutto il suo calore, tutto il suo amore. Si
sentì sciogliere e arrossì notevolmente. Era bello stare lì, cullati dalla
brezza marina, con la ragazza che amava stretta tra le sue braccia. Era
bello stare lì in silenzio.
Misty si lasciò andare e si appoggiò
completamente ad Ash, in modo che sorreggesse interamente il suo peso.
«Quando tornerai?» chiese, dopo un po’.
«Presto. Il mio viaggio qui è quasi finito.»
lui sorrise.
«Poi? Troverai un’altra meta, come fai
sempre?» questa era una frecciatina e la sua risata ironica lasciava
trasparire un’immensa tristezza.
«Sto bene qui.» Era vero solo in parte. Lui
non si era ancora realizzato, non poteva realizzarsi, doveva andare avanti…
ma quello non era il momento giusto per dirglielo.
«Posso provare a crederti.»
-Salve signora Ketchum.- Tracey salutò
cordialmente Delia e, da lei scortato, andò in salotto dai suoi amici.
-Ehi!- Brock gli corse incontro e gli diede
una sonora pacca sulla spalla. -Allora? Come va il lavoro?-
-Bene.- sorrise. -Il professor Oak vuole
mandarmi a Isshu. Sono qui per chiedere ad Ash se vuole accompagnarmi.-
-Sei sicuro di volerlo fare?- Gary lo guardò
storto.
-Sì!- esclamò contentissimo. Poi il suo
sguardo cadde su Delia, molto rattristata. -Oh… ecco…-
-Io ci sono abituata!- la donna sorrise. -E’
qualcun altro che, sicuramente, non sarà d’accordo!-
-Chi?- non fece in tempo a chiederselo che
trovò da solo la risposta. -Ah.-
-Potrebbe ucciderti.- disse Max. -Potrebbe
veramente.-
-Ma no…- Tracey non era convinto di quello
che stava dicendo. -Vorrà dire che andrò da solo. Meglio, ho bisogno di
tranquillità… di un po’ di solitudine… per pensare- si sedette sul divano.
-Daisy mi ha lasciato. Devo superare la cosa.-
Ci fu un “ooh” generale. In realtà nessuno
era sorpreso.
-Sai niente di Lily?- chiese Gary. Tutti lo
guardarono stranito. -Che volete da me? E’ carina e sembra interessante.-
-E’ più grande di te!- lo sgridò Max.
-Anche Misty di Ash.- ribattè il castano.
-Comunque stai attento.- Brock lo guardò
serioso. -Può sembrare molto carina, femminile e aggraziata… ma è molto più
simile a Misty di quanto non pensi.-
-Lo so.- sospirò. -Nonostante tutto il mio
charme non è ancora caduta ai miei piedi. Questo me la fa desiderare
ancora di più!- i tre ragazzi lo guardarono allibito.
-Magari fa solo la preziosa.- disse Delia.
-Sai, non tutte le donne cadono subito ai piedi di un uomo. Prima amano
farsi corteggiare.- Gary la guardò sorpreso.
-Forse ha ragione!- si alzò di scatto.
-Signora, come fa ad avere un figlio come Ash? Lei è così intelligente…- la
donna arrossì. -Bene ragazzi, vado a corteggiare una signora.- fece un falso
inchino e sparì dalla vista altrui.
-Quel ragazzo andrà lontano.- disse Max con
aria solenne. Gli altri annuirono.
-Ciao… sono qui per… ehm…- Ash arrossì a
dismisura non riuscendo neanche più a parlare quando vide Lily aprirgli. Ora
che stavano insieme, i familiari di lei erano entrati in quella sfera
celebrale che indica simpatia e rispetto. Cioè, non doveva fare cose stupide
davanti a loro. Peccato che lui fosse Ash.
-Sì ho capito… ma prima…- la ragazza sorrise
maligna e lui pensò di doversi preoccupare. -Gary… esce con qualcuna?- a
dire la verità lui non ne sapeva assolutamente niente. Con Gary, di solito,
parlava di cose tipo “non portarmi mai più in macchina”.
-Penso di no.- rispose.
-“Pensi”? Che vuol dire “pensi”?- sembrava
arrabbiata, questo contribuì a far spaventare il povero ragazzo.
-Lily lascialo in pace…- era la voce di
Misty che, lentamente, si avvicinava. Appena vide Ash con l’immenso mazzo di
rose che il fioraio gli aveva fatto impallidì. -Oh.-
-Non ti piacciono? E’ che ho pensato a te
e…- si ritrasse, timido.
-Non è quello.- rispose lei. -Ho perso una
scommessa.- lui non capì e lei sospirò. Gli prese le rose e sorrise.
Quant’era bella quando sorrideva! -Grazie…- le annusò con grazia. -Ora le
porto dentro, aspettami…- rimase nuovamente solo con Lily.
-Senti.- sembrava molto seria. -Non devi
dire a Gary che ti ho chiesto qualcosa.- parve minacciosa. -Chiaro?-
-S-Sì- rispose, intimorito. Poi gli venne in
mente una cosa. -Ti piace l’alta velocità?- lei non capì.
-Eh?-
-In macchina, intendo.- fece lui. Lei
rifletté muovendo i suoi ondulati capelli rosa –per far scena–
-Sì, abbastanza.-
-Allora sarete una coppia perfetta!- lui
sorrise e Lily continuò a non capire bene. Sicuramente stava iniziando a
preoccuparsi.
-Eccomi.- fece Misty, sbucando fuori quasi
dal nulla, un po’ affannata. Porse ad Ash un pacchetto. -Questo è per te.-
sorrise radiosa, crogiolandosi nella parole che stava per dire. -Buon
anniversario.-
-Grazie…- arrossì lui. Scartò il regalo.
-Wow! Che bello questo portachiavi!- Misty rise tra se.
Drew e Vera stavano camminando verso la
città più vicina. Ormai era sera inoltrata. Erano a Johto, a disputare delle
gare in doppio. Ridevano e scherzavano quando suonò un cellulare.
-E’ il mio.- rispose il ragazzo. Lei lo
guardò storta e gli si avvicinò per vedere meglio. Il mittente era Misty e
il messaggio diceva “Grazie, spero che anche tu abbia passato uno splendido
anniversario”. La ragazza venne pervasa da un impeto di gelosia.
-Che significa?- lui ridacchiò.
-Che sono stato io a ricordare a Misty che
giorno era oggi.- lei strabuzzò gli occhi.
-Veramente?-
-Già!- Vera cominciò a ridere a crepapelle.
-Che hai adesso?-
-Io l’ho ricordato ad Ash, tu a Misty… credo
che quei due siano proprio fatti per stare insieme!- Dre ci pensò su.
-Da una parte hai ragione.- sembrava
preoccupato. -Ma non avranno sempre noi a fargli da badanti.-
-Certo che sì!- lo strinse forte, felice.
-Perché noi ce lo ricorderemo perché ci amiamo tanto. E ricordandocelo per
noi faremo il piccolo sforzo di informare anche loro!-
-Hai ragione.- sorrise lui. Così, felici, ai
avviarono verso il tramonto. Il mondo sembrava veramente bello… forse perché
era tutto rosa!
Fine