Ciao a tutti, mi ha fatto molto piacere avere i commenti di Nessie93, serenacullen e FunnyPink. ^_^ Vi ringrazio molto. Mi sono resa conto che su efp c'è moltissima gente che legge e non commenta, oppure lasciano dei commenti assurdi su storie che a volte mi domando cosa facciano in questa sezione... Vorrei chiedere allo staff di efp... ma le ficci dove sono tutti umani e non c'è nulla di sovrannaturale, non dovrebbero essere in un altra sezione? Perché alla fine di Twilight hanno solo i nomi e basta... mi piacerebbe avere una risposta. Bene, detto questo, vi lascio al capitolo, come sempre, buona lettura.
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Titolo:
Non voglio perderti
Autore:
Goten
Beta:
Giusy
Capitoli:
Non so proprio dirlo... ^^
Paring:
Edward – Bella
Dedicato
a: Tutti coloro che amano il mondo di Twilight, ed in particolare
alla mia mamma che sta leggendo questa storia ^_^ ancora prima che la
pubblichi. E al mio papà che mi ha mostrato una foto dalla rivista
di Focus, è grazie a quella foto se questa storia ha preso vita
nella mia testa ^^
Capitolo
10
Il
battito di Bella era leggermente aumentato, i suoi occhi esprimevano
sorpresa.
Edward,
credo che dovremmo lasciarli soli. I pensieri di Emmett entrarono
nel vorticoso corso della mia mente. Sì, aveva ragione, eppure, non
riuscivo a lasciarla lì sola, con lui. Edward. Mi richiamò
ancora. Riuscì a distogliere lo sguardo dalla figura di Bella. Era
doloroso, ma dovevo farlo, doveva decidere cosa fare della sua vita.
Infondo io non ero altro che un estraneo. Lei aveva tutto il diritto
di avere vicino a sé il padre del suo bambino.
E
questo pensiero mi fece ancora più male. Ero stato talmente preso da
quella nuova vita da aver dimenticato che non ero io il padre di quel
bambino.
Strinsi
i denti e cominciai a muovere i primi passi verso mio fratello, non
azzardai neanche uno sguardo fuggiasco verso di lei, perché sapevo
che non avrei mai e poi mai abbandonato quella stanza se solo avessi
visto i suoi occhi.
Emmett
si era già spostato in sala, io ero ormai quasi uscito dalla cucina,
bastava solo un passo, ma la voce di Bella mi gelò sul posto.
<<
Edward, aspetta. >>
Non
voltarti, non voltarti. Continuavo a ripetermi.
Sentii
la sedia muoversi e poi i passi di Bella raggiungermi. Il calore
esplose dentro di me al semplice tocco della sua mano con la mia. E
lì, la mia ragione si spense. Mi voltai, contro ogni mia vecchia
decisione, e incontrai il mio destino. I suoi occhi scuri mi avevano
intrappolato. Ero lì per lei. Al diavolo il resto, io ero lì solo
per lei.
Strinsi
delicatamente la sua mano, intrecciando le sue dita con le mie, il
sorriso delicato carico di complicità mi fece sentire fiducioso.
<<
Mike >> Cominciò decisa. << Non sei tu il padre. Il tuo
sacrificio è completamente inutile. >> Si voltò decisa verso
di lui, lo stava respingendo, affrontandolo di petto. Adoravo questa
umana!
La
faccia di Mike era passata in meno di una manciata di secondi
attraverso una miriade di espressioni, dal sollievo allo sconcerto.
<< Non sono io? >> Domandò per essere sicuro.
<<
No, non sei tu. >> M’intromisi a questo punto. Per i miei
standard questa stupida conversazione era durata anche troppo. La
mano di Bella si strinse ulteriormente, mi bastò un semplice sguardo
al suo viso, per capire che potevo proseguire. << E' mio il
bambino. >> Nel dire quelle semplici parole, mi sembrò che il
mondo potesse colorarsi con tinte sgargianti. Avrei dato davvero
tutto quello che potevo per essere il padre biologico di quella
creatura, ma se Bella mi avesse accettato lo stesso nella loro vita,
me lo sarei fatto bastare.
Gli
occhi azzurri di Mike vagavano da me a lei, aveva ancora un leggero
velo di confusione, si stava domandando da che parte fossi sbucato
fuori, beh, quelli non erano certamente affari suoi. << Ora, se
permetti, noi avremmo da fare. >> Sentenziai, volevo liberarmi
di lui il prima possibile.
Emmett,
che aveva seguito tutto dal salotto, fece la sua comparsa, indicando
gentilmente a Mike la porta d'uscita. Sogghignai, qualunque cosa
avesse da dire quel piccolo verme, davanti alla stazza di Emmett la
sua mente era andata in black out.
Era
ormai sera quando Rosalie, convinta da Emmett, si erano decisi ad
andare a fare un giro a Port Angeles, in casa c'eravamo solo io e
Bella, si prospettava una serata piacevole.
Premetti
il pulsante blu e in meno di dieci secondi tutte le finestre e la
porta furono sigillate. Chiuso in una cassaforte con la donna più
testarda e affascinante del pianeta. Decisamente una fantastica
prospettiva. Non potei evitare di sorridere. Era buffo, non avevo mai
avuto così tanto buon umore in tutta la mia non vita.
<<
Edward? >> La sua voce mi chiamò dal salotto, dove stava
comodamente seduta in attesa del mio arrivo. Una nota di malinconia
mi prese, era così che avevo sempre immaginato la mia vita, una
moglie a casa ad aspettarmi, con il nostro bambino in grembo...
scacciai dalla mente quest’assurdità. Bella non era la mia
compagna, ma aveva dimostrato di volermi nella sua vita e in quella
del bambino. Non potevo sperare di più.
Arrivai
accanto a lei con velocità umana. << Sei pronto? >>
<<
Prontissimo! >> Esclamai.
Era
tutto fuorché una serata romantica, ma andava bene anche così. Sul
tavolino davanti a noi c'era una delle nuove invenzioni che ci
avrebbero aiutato a Volterra.
<<
Emmett e Rosalie li hanno applicati su alcuni alberi nel bosco. >>
Cominciò a spiegare, afferrando un piccolo quadratino nero. <<
Sono dei rivelatori, si attivano quando una massa pari a quella di un
essere umano, ma con la vostra temperatura corporea si muove.
Reagisce anche alla vostra velocità. >> Mi mise in mano quel
quadratino, era grande quanto il tasto di un cellulare ed
estremamente sottile.
Dovevo
ammettere che ci sapeva fare, perfino per noi vampiri sarebbe stato
difficile scovare quei cosi.
<<
Ora guarda qua >> Accese il suo computer portatile, comparve
sul desktop, dopo qualche attimo, la carta geografica di Forks e due
puntini luminosi gialli che si muovevano veloci.
<<
Sono Emmett e Rosalie? >> Domandai curioso.
Sul
suo viso comparve un sorriso soddisfatto. << Sì. >>
Ridacchiò. << A quanto pare non sono andati a Port Angeles,
hanno preferito girovagare nei boschi. >> Il suo sopracciglio
scuro si arcuò in una posa maliziosa.
Sollevai
un po' il labbro e avvertii il suo cuore aumentare il battito. Mi
voltai, era arrossita, le sue pupille erano fisse sulla mia figura.
Sembrava che avesse appena fatto un'importante scoperta, rapidamente
però abbassò lo sguardo, improvvisamente interessata al monitor del
portatile.
<<
Bella, tutto bene? >> Le presi una mano stando attento a non
ferirla.
<<
Certo. >> Ritirò la mano mettendosi a battere veloce sulla
tastiera.
Mi
sembrava agitata, come se cercasse di evitare un preciso pensiero. Ah
ma cosa andavo a immaginare! Sicuramente Bella aveva avuto un
improvviso colpo di genio.
Rimasi
seduto accanto a lei, osservandola e ammirandola. Era bellissima, ed
ero più che certo che quella vita che stava prendendo forma nel suo
corpo sarebbe stata fantastica.
Le
sue mani correvano veloci sulla tastiera e in quel momento le parole
mi uscirono spontanee. << Grazie. >> Le dissi sincero,
mentre il suo volto si girava verso di me. << Di avermi reso
partecipe della tua vita e di quella del bambino. >>
Credo
che volesse dirmi qualcosa, perché per due volte aprì e chiuse la
bocca, finché al terzo tentativo riuscì a pronunciare... <<
E' giusto così. >> Fu un piccolo ghigno quello che le vidi
spuntare sul viso, prima che rincominciasse a lavorare.
Osservai
distratto i due puntini gialli, si erano fermati da un po', non osavo
pensare a cosa avrebbero potuto fare quei due da soli nel bosco.
Ancora
una volta mi sembrava di vivere in uno dei miei sogni ad occhi
aperti.
Passarono
alcune ore, Bella non accennava a smettere di inserire appunti o
altri dati nel portatile, io le ero accanto, la osservavo ammirato,
ma ogni tanto guardavo le scene del film che scorrevano sul
televisore della sala. << Mi svelerai mai cosa stai scrivendo
con tanta attenzione? >> Le domandai cedendo alla fine alla
curiosità di sapere.
Le
sue dita s’immobilizzarono, e il suo viso si volse verso di me, si
grattò con aria sorpresa una tempia. << Beh, è l'ultimo
lavoro che mi avete affidato. >>
L'ultimo
lavoro? E finito quello? Avremmo rotto i contatti con lei? No, io
sicuramente no, forse la mia famiglia, ma ne dubitavo fortemente. <<
Capisco, a che punto sei? >> Volevo sembrare disinvolto, ma il
solo pensiero che ci fosse una minima parte di abbandono da parte sua
mi faceva stare male.
Si
mordicchiò il labbro inferiore, brutto segno, era indecisa.
<<
Bella, a che punto sei? >> Modulai meglio la mia voce, odiavo
non leggerle nella mente.
Abbassò
gli occhi, conoscevo bene quell’espressione, si sentiva colpevole.
<< Mi dispiace >> sospirò << sono in ritardo con
la consegna, sono a un punto morto. >> Sollevò il capo
osservandomi con i suoi occhi profondi. << Non ho idea di
quanto tempo ci metterò a finire. Mi dispiace tantissimo. >>
Stavo
facendo forza sui miei muscoli facciali, volevo sorridere, dirle che
poteva metterci anche tutta l'eternità per finire quel lavoro. Per
me andava più che bene. << Non ti preoccupare Bella. >>
Le posai una mano fredda sulla guancia, era una continua distrazione
per me, la sua pelle era liscia, calda, morbida. << Puoi
metterci tutto il tempo che vuoi. >> Le sorrisi gentile. <<
Non abbiamo fretta. >>
Mi
parve compiaciuta della mia risposta, anche se in fondo agli occhi un
leggero velo di preoccupazione era rimasto, mi sarei premurato di
farlo sparire, perché lei doveva essere serena e felice.
I
due puntini gialli sul monitor avevano preso ad avvicinarsi alla
casa, Emmett e Rosalie erano quasi arrivati, già potevo percepire i
loro pensieri. L'orologio digitale segnava le due di notte. <<
Credo sia arrivata l'ora di andare a dormire. >> Le indicai
l'ora, ottenni uno sbuffo irritato. << Bella. >> La
ammonii. Mi osservò con un volto talmente dolce da essere quasi
doloroso obbligarla a fare qualcosa che lei non desiderava. <<
Non funziona quello sguardo. >> Mentii.
<<
Acci... >> Brontolò alzandosi.
<<
Ti accompagno. >> Ero già accanto a lei.
<<
No, non serve, piuttosto, apri a quei due. >> Con uno scatto
arrivai al pulsante blu e lo premetti, giusto in tempo per vedere
l'immagine di Rosalie ed Emmett intrecciate in un bacio infuocato.
<<
Vorrei evitare di sentirmi male. >> Borbottai voltandogli le
spalle. Rosalie si staccò da Emmett osservando la figura rotondina
di Bella salire le scale. In meno di due secondi era già accanto a
lei.
Anche
se non mi piaceva ammetterlo, ero felice che Rosalie fosse così
premurosa nei confronti di Bella.
<<
Hey, che guardi? >> La voce di Emmett mi distrasse dai miei
pensieri su Bella, si accomodò sul divano prendendo possesso del
telecomando.
<<
Niente di che. >> Ammisi, lasciando che comunque una parte
della mia mente rimanesse in ascolto su Rose e la mia umana.
Lo
zapping di mio fratello finì qualche secondo dopo, i suoi occhi
color oro si erano focalizzati sul Discovery Channel. << Da
quando t’interessano questi programmi? >> Era una cosa strana
per me, sapere che Emmett guardava dei documentari.
<<
Da poco, direi... >> Osservò distratto il suo orologio da
polso. << All'incirca dieci secondi netti. >> Non potei
evitare di mollargli un piccolo scappellotto.
<<
Idiota. >> Sussurrai sedendomi accanto a lui, afferrai il mio
cellulare e mandai un messaggio a nostra madre. Era da troppo tempo
che non ci sentivamo, mi mancavano terribilmente.
Bastarono
pochi secondi e la sua risposta arrivò facendo vibrare la mia mano.
Stiamo tutti bene, non ti preoccupare per noi. Ti voglio bene,
mamma.
Sollevai
lo sguardo scoprendo Emmett osservarmi serio. << Che c'è? >>
Era raro vederlo così, di solito lui era l'anima festosa della
nostra famiglia.
<<
Niente, mi domandavo solo se una volta finita questa missione,
tornerai con noi. >> Non c'era un tono scherzoso nelle sue
parole, solo una domanda lecita.
Presi
qualche attimo di tempo per rispondere, era giusto dirgli la verità.
<< Non lo so. Ammetto che non lo so Emmett. >> Il suo
viso serio mi scrutava attento ed io sentivo che con lui avrei potuto
parlare. << Non volevo venire all'inizio, ma da quando sono
qui, ho scoperto che forse il mio posto è questo. >> Feci un
respiro profondo, mi stavo esponendo. << Non sono legato al
luogo, anche se ammetto che non mi dispiacerebbe vivere qui. Io
voglio stare accanto a Bella. Sento di non riuscire a fare a meno di
lei. >> E questa era la pura verità.
<<
E Bella? Lei cosa dice? >> I documentari di Discovery Channel
erano completamente dimenticati.
Sorrisi
al ricordo delle parole della mia umana. << Lei mi vuole
accanto, le piacerebbe che facessi parte della vita del bambino. >>
Mi sentivo imbarazzato e molto orgoglioso.
Eppure,
sul volto di Emmett non vidi comparire nessun sorriso. << E
cosa farai quando lei s'innamorerà di qualcuno che non sei tu,
Edward? >>
Il
respiro mi si mozzò in gola. Una remota parte di me ci aveva
pensato, ma l'avevo sempre relegata come possibilità assurda, ma nel
sentirlo pronunciare da Emmett, la possibilità adesso mi sembrava
più che concreta. << Non lo so. >> Riuscii a mormorare.