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Autore: Goten    23/09/2010    7 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, mi ha fatto molto piacere avere i commenti di Nessie93, serenacullen e FunnyPink. ^_^ Vi ringrazio molto. Mi sono resa conto che su efp c'è moltissima gente che legge e non commenta, oppure lasciano dei commenti assurdi su storie che a volte mi domando cosa facciano in questa sezione... Vorrei chiedere allo staff di efp... ma le ficci dove sono tutti umani e non c'è nulla di sovrannaturale, non dovrebbero essere in un altra sezione? Perché alla fine di Twilight hanno solo i nomi e basta... mi piacerebbe avere una risposta. Bene, detto questo, vi lascio al capitolo, come sempre, buona lettura.


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Titolo: Non voglio perderti

Autore: Goten

Beta: Giusy

Capitoli: Non so proprio dirlo... ^^

Paring: Edward – Bella

Dedicato a: Tutti coloro che amano il mondo di Twilight, ed in particolare alla mia mamma che sta leggendo questa storia ^_^ ancora prima che la pubblichi. E al mio papà che mi ha mostrato una foto dalla rivista di Focus, è grazie a quella foto se questa storia ha preso vita nella mia testa ^^


Capitolo 10


Il battito di Bella era leggermente aumentato, i suoi occhi esprimevano sorpresa.

Edward, credo che dovremmo lasciarli soli. I pensieri di Emmett entrarono nel vorticoso corso della mia mente. Sì, aveva ragione, eppure, non riuscivo a lasciarla lì sola, con lui. Edward. Mi richiamò ancora. Riuscì a distogliere lo sguardo dalla figura di Bella. Era doloroso, ma dovevo farlo, doveva decidere cosa fare della sua vita. Infondo io non ero altro che un estraneo. Lei aveva tutto il diritto di avere vicino a sé il padre del suo bambino.

E questo pensiero mi fece ancora più male. Ero stato talmente preso da quella nuova vita da aver dimenticato che non ero io il padre di quel bambino.

Strinsi i denti e cominciai a muovere i primi passi verso mio fratello, non azzardai neanche uno sguardo fuggiasco verso di lei, perché sapevo che non avrei mai e poi mai abbandonato quella stanza se solo avessi visto i suoi occhi.

Emmett si era già spostato in sala, io ero ormai quasi uscito dalla cucina, bastava solo un passo, ma la voce di Bella mi gelò sul posto.

<< Edward, aspetta. >>

Non voltarti, non voltarti. Continuavo a ripetermi.

Sentii la sedia muoversi e poi i passi di Bella raggiungermi. Il calore esplose dentro di me al semplice tocco della sua mano con la mia. E lì, la mia ragione si spense. Mi voltai, contro ogni mia vecchia decisione, e incontrai il mio destino. I suoi occhi scuri mi avevano intrappolato. Ero lì per lei. Al diavolo il resto, io ero lì solo per lei.

Strinsi delicatamente la sua mano, intrecciando le sue dita con le mie, il sorriso delicato carico di complicità mi fece sentire fiducioso.

<< Mike >> Cominciò decisa. << Non sei tu il padre. Il tuo sacrificio è completamente inutile. >> Si voltò decisa verso di lui, lo stava respingendo, affrontandolo di petto. Adoravo questa umana!

La faccia di Mike era passata in meno di una manciata di secondi attraverso una miriade di espressioni, dal sollievo allo sconcerto. << Non sono io? >> Domandò per essere sicuro.

<< No, non sei tu. >> M’intromisi a questo punto. Per i miei standard questa stupida conversazione era durata anche troppo. La mano di Bella si strinse ulteriormente, mi bastò un semplice sguardo al suo viso, per capire che potevo proseguire. << E' mio il bambino. >> Nel dire quelle semplici parole, mi sembrò che il mondo potesse colorarsi con tinte sgargianti. Avrei dato davvero tutto quello che potevo per essere il padre biologico di quella creatura, ma se Bella mi avesse accettato lo stesso nella loro vita, me lo sarei fatto bastare.

Gli occhi azzurri di Mike vagavano da me a lei, aveva ancora un leggero velo di confusione, si stava domandando da che parte fossi sbucato fuori, beh, quelli non erano certamente affari suoi. << Ora, se permetti, noi avremmo da fare. >> Sentenziai, volevo liberarmi di lui il prima possibile.

Emmett, che aveva seguito tutto dal salotto, fece la sua comparsa, indicando gentilmente a Mike la porta d'uscita. Sogghignai, qualunque cosa avesse da dire quel piccolo verme, davanti alla stazza di Emmett la sua mente era andata in black out.

Era ormai sera quando Rosalie, convinta da Emmett, si erano decisi ad andare a fare un giro a Port Angeles, in casa c'eravamo solo io e Bella, si prospettava una serata piacevole.

Premetti il pulsante blu e in meno di dieci secondi tutte le finestre e la porta furono sigillate. Chiuso in una cassaforte con la donna più testarda e affascinante del pianeta. Decisamente una fantastica prospettiva. Non potei evitare di sorridere. Era buffo, non avevo mai avuto così tanto buon umore in tutta la mia non vita.

<< Edward? >> La sua voce mi chiamò dal salotto, dove stava comodamente seduta in attesa del mio arrivo. Una nota di malinconia mi prese, era così che avevo sempre immaginato la mia vita, una moglie a casa ad aspettarmi, con il nostro bambino in grembo... scacciai dalla mente quest’assurdità. Bella non era la mia compagna, ma aveva dimostrato di volermi nella sua vita e in quella del bambino. Non potevo sperare di più.

Arrivai accanto a lei con velocità umana. << Sei pronto? >>

<< Prontissimo! >> Esclamai.

Era tutto fuorché una serata romantica, ma andava bene anche così. Sul tavolino davanti a noi c'era una delle nuove invenzioni che ci avrebbero aiutato a Volterra.

<< Emmett e Rosalie li hanno applicati su alcuni alberi nel bosco. >> Cominciò a spiegare, afferrando un piccolo quadratino nero. << Sono dei rivelatori, si attivano quando una massa pari a quella di un essere umano, ma con la vostra temperatura corporea si muove. Reagisce anche alla vostra velocità. >> Mi mise in mano quel quadratino, era grande quanto il tasto di un cellulare ed estremamente sottile.

Dovevo ammettere che ci sapeva fare, perfino per noi vampiri sarebbe stato difficile scovare quei cosi.

<< Ora guarda qua >> Accese il suo computer portatile, comparve sul desktop, dopo qualche attimo, la carta geografica di Forks e due puntini luminosi gialli che si muovevano veloci.

<< Sono Emmett e Rosalie? >> Domandai curioso.

Sul suo viso comparve un sorriso soddisfatto. << Sì. >> Ridacchiò. << A quanto pare non sono andati a Port Angeles, hanno preferito girovagare nei boschi. >> Il suo sopracciglio scuro si arcuò in una posa maliziosa.

Sollevai un po' il labbro e avvertii il suo cuore aumentare il battito. Mi voltai, era arrossita, le sue pupille erano fisse sulla mia figura. Sembrava che avesse appena fatto un'importante scoperta, rapidamente però abbassò lo sguardo, improvvisamente interessata al monitor del portatile.

<< Bella, tutto bene? >> Le presi una mano stando attento a non ferirla.

<< Certo. >> Ritirò la mano mettendosi a battere veloce sulla tastiera.

Mi sembrava agitata, come se cercasse di evitare un preciso pensiero. Ah ma cosa andavo a immaginare! Sicuramente Bella aveva avuto un improvviso colpo di genio.

Rimasi seduto accanto a lei, osservandola e ammirandola. Era bellissima, ed ero più che certo che quella vita che stava prendendo forma nel suo corpo sarebbe stata fantastica.

Le sue mani correvano veloci sulla tastiera e in quel momento le parole mi uscirono spontanee. << Grazie. >> Le dissi sincero, mentre il suo volto si girava verso di me. << Di avermi reso partecipe della tua vita e di quella del bambino. >>

Credo che volesse dirmi qualcosa, perché per due volte aprì e chiuse la bocca, finché al terzo tentativo riuscì a pronunciare... << E' giusto così. >> Fu un piccolo ghigno quello che le vidi spuntare sul viso, prima che rincominciasse a lavorare.

Osservai distratto i due puntini gialli, si erano fermati da un po', non osavo pensare a cosa avrebbero potuto fare quei due da soli nel bosco.

Ancora una volta mi sembrava di vivere in uno dei miei sogni ad occhi aperti.

Passarono alcune ore, Bella non accennava a smettere di inserire appunti o altri dati nel portatile, io le ero accanto, la osservavo ammirato, ma ogni tanto guardavo le scene del film che scorrevano sul televisore della sala. << Mi svelerai mai cosa stai scrivendo con tanta attenzione? >> Le domandai cedendo alla fine alla curiosità di sapere.

Le sue dita s’immobilizzarono, e il suo viso si volse verso di me, si grattò con aria sorpresa una tempia. << Beh, è l'ultimo lavoro che mi avete affidato. >>

L'ultimo lavoro? E finito quello? Avremmo rotto i contatti con lei? No, io sicuramente no, forse la mia famiglia, ma ne dubitavo fortemente. << Capisco, a che punto sei? >> Volevo sembrare disinvolto, ma il solo pensiero che ci fosse una minima parte di abbandono da parte sua mi faceva stare male.

Si mordicchiò il labbro inferiore, brutto segno, era indecisa.

<< Bella, a che punto sei? >> Modulai meglio la mia voce, odiavo non leggerle nella mente.

Abbassò gli occhi, conoscevo bene quell’espressione, si sentiva colpevole. << Mi dispiace >> sospirò << sono in ritardo con la consegna, sono a un punto morto. >> Sollevò il capo osservandomi con i suoi occhi profondi. << Non ho idea di quanto tempo ci metterò a finire. Mi dispiace tantissimo. >>

Stavo facendo forza sui miei muscoli facciali, volevo sorridere, dirle che poteva metterci anche tutta l'eternità per finire quel lavoro. Per me andava più che bene. << Non ti preoccupare Bella. >> Le posai una mano fredda sulla guancia, era una continua distrazione per me, la sua pelle era liscia, calda, morbida. << Puoi metterci tutto il tempo che vuoi. >> Le sorrisi gentile. << Non abbiamo fretta. >>

Mi parve compiaciuta della mia risposta, anche se in fondo agli occhi un leggero velo di preoccupazione era rimasto, mi sarei premurato di farlo sparire, perché lei doveva essere serena e felice.

I due puntini gialli sul monitor avevano preso ad avvicinarsi alla casa, Emmett e Rosalie erano quasi arrivati, già potevo percepire i loro pensieri. L'orologio digitale segnava le due di notte. << Credo sia arrivata l'ora di andare a dormire. >> Le indicai l'ora, ottenni uno sbuffo irritato. << Bella. >> La ammonii. Mi osservò con un volto talmente dolce da essere quasi doloroso obbligarla a fare qualcosa che lei non desiderava. << Non funziona quello sguardo. >> Mentii.

<< Acci... >> Brontolò alzandosi.

<< Ti accompagno. >> Ero già accanto a lei.

<< No, non serve, piuttosto, apri a quei due. >> Con uno scatto arrivai al pulsante blu e lo premetti, giusto in tempo per vedere l'immagine di Rosalie ed Emmett intrecciate in un bacio infuocato.

<< Vorrei evitare di sentirmi male. >> Borbottai voltandogli le spalle. Rosalie si staccò da Emmett osservando la figura rotondina di Bella salire le scale. In meno di due secondi era già accanto a lei.

Anche se non mi piaceva ammetterlo, ero felice che Rosalie fosse così premurosa nei confronti di Bella.

<< Hey, che guardi? >> La voce di Emmett mi distrasse dai miei pensieri su Bella, si accomodò sul divano prendendo possesso del telecomando.

<< Niente di che. >> Ammisi, lasciando che comunque una parte della mia mente rimanesse in ascolto su Rose e la mia umana.

Lo zapping di mio fratello finì qualche secondo dopo, i suoi occhi color oro si erano focalizzati sul Discovery Channel. << Da quando t’interessano questi programmi? >> Era una cosa strana per me, sapere che Emmett guardava dei documentari.

<< Da poco, direi... >> Osservò distratto il suo orologio da polso. << All'incirca dieci secondi netti. >> Non potei evitare di mollargli un piccolo scappellotto.

<< Idiota. >> Sussurrai sedendomi accanto a lui, afferrai il mio cellulare e mandai un messaggio a nostra madre. Era da troppo tempo che non ci sentivamo, mi mancavano terribilmente.

Bastarono pochi secondi e la sua risposta arrivò facendo vibrare la mia mano. Stiamo tutti bene, non ti preoccupare per noi. Ti voglio bene, mamma.

Sollevai lo sguardo scoprendo Emmett osservarmi serio. << Che c'è? >> Era raro vederlo così, di solito lui era l'anima festosa della nostra famiglia.

<< Niente, mi domandavo solo se una volta finita questa missione, tornerai con noi. >> Non c'era un tono scherzoso nelle sue parole, solo una domanda lecita.

Presi qualche attimo di tempo per rispondere, era giusto dirgli la verità. << Non lo so. Ammetto che non lo so Emmett. >> Il suo viso serio mi scrutava attento ed io sentivo che con lui avrei potuto parlare. << Non volevo venire all'inizio, ma da quando sono qui, ho scoperto che forse il mio posto è questo. >> Feci un respiro profondo, mi stavo esponendo. << Non sono legato al luogo, anche se ammetto che non mi dispiacerebbe vivere qui. Io voglio stare accanto a Bella. Sento di non riuscire a fare a meno di lei. >> E questa era la pura verità.

<< E Bella? Lei cosa dice? >> I documentari di Discovery Channel erano completamente dimenticati.

Sorrisi al ricordo delle parole della mia umana. << Lei mi vuole accanto, le piacerebbe che facessi parte della vita del bambino. >> Mi sentivo imbarazzato e molto orgoglioso.

Eppure, sul volto di Emmett non vidi comparire nessun sorriso. << E cosa farai quando lei s'innamorerà di qualcuno che non sei tu, Edward? >>

Il respiro mi si mozzò in gola. Una remota parte di me ci aveva pensato, ma l'avevo sempre relegata come possibilità assurda, ma nel sentirlo pronunciare da Emmett, la possibilità adesso mi sembrava più che concreta. << Non lo so. >> Riuscii a mormorare.


   
 
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