Amaryllis 6
Amaryllis
Capitolo
sei
Mi svegliai lentamente, restando a lungo sospesa tra la veglia e il
sonno. La casa era immersa nel silenzio, sembrava non esserci nessuno.
Mi alzai, avevo assolutamente bisogno di una doccia e di un cambio.
Raggiunsi l'armadio in fondo alla stanza, speravo di trovare qualche
vestito di Emily, ma c'erano solo lenzuola e coperte. Uscii in
corridoio ed entrai nella camera accanto. Doveva essere la stanza di un
ragazzo: il letto era sfatto, i vestiti sparsi un po' ovunque, libri e
quaderni per terra. Mi feci strada fino all'armadio, cercai la
maglietta di taglia più piccola e trovai una camicia bianca
in fondo all'armadio. Non era proprio il massimo, ma avevo bisogno di
vestiti puliti. Non appena Emily o Leah fossero passate avrei chiesto
loro qualcos'altro da indossare, ma per ora quella camicia andava
più che bene.
Cercai il bagno e m'infilai subito sotto la doccia. L'acqua calda che
scorreva sulla pelle lavava via terra, polvere, sangue, ma anche
pensieri, emozioni. Uscii dalla doccia e mi coprii con un asciugamano,
mi sentivo decisamente meglio. Mi guardai allo specchio, ero un po'
pallida e le occhiaie si notavano subito, ma gli occhi erano svegli e
reattivi. Avevo voglia di uscire e fare qualcosa.
Uscii dal bagno e mi diressi verso la mia stanza, avevo lasciato la
camicia sul letto. Stavo per entrare nella camera, quando qualcuno
aprì la porta dall'interno. Jake mi stava di fronte.
« Eccoti! » esclamò.
Una vampata mi fece arrossire per l'imbarazzo. Pensavo non ci fosse
nessuno in casa, non mi ero preoccupata di vestirmi.
In quel momento realizzò anche lui che avevo addosso solo un
asciugamano.
« Ehm...ti sei fatta una doccia? » mi chiese
leggermente imbarazzato.
« Sì, ho preso in prestito una camicia che ho
trovato in quella stanza... » replicai mentre entravo nella
camera.
« Quella è camera mia. »
commentò.
« Ah, scusa! » credevo fosse casa di Sam e Emily!
« Dai, vestiti che usciamo. » uscì e si
richiuse la porta alle spalle.
Sospirai e mi infilai in fretta la camicia. Raccolsi le mie cose e
uscii dalla stanza. Jacob mi aspettava fuori dalla porta.
« Ti porto a casa di Rebecca, così puoi cambiarti.
» mi diede un'occhiata veloce e mi invitò a
seguirlo fuori dalla casa, alla macchina. Leah ci vide e ci venne
incontro. Mi squadrò da capo a piedi e guardò
Jake interrogativa.
« Mi sono fatta una doccia e non avevo nulla di pulito da
mettermi. » spiegai, suonava un po' come una giustificazione.
« La sto portando da John e Rebecca perché possa
mettersi qualcos'altro. » aggiunse Jacob senza guardarmi.
« La accompagno io. » replicò Leah
« Tu vai da Sam. » la guardai con gratitudine.
Il ragazzo acconsentì e si incamminò verso il
bosco, mentre io e Leah salivamo in macchina.
« Tutto bene? » mi chese « Come stai?
»
« Molto meglio, grazie! » risposi, ora che Jacob se
n'era andato mi sentivo più tranquilla e per fortuna la
testa non faceva più così male, più
che altro un fastidio.
« Hai dormito bene? »
« Più o meno...non sono riuscita molto a
dormire... » il ricordo degli incubi di quella notte mi fece
rabbrividire.
« Tranquilla, quel vampiro non potrà
più farti nulla: lo abbiamo eliminato. » a quelle
parole mi sentii come liberata da un peso.
Ora che la mia più grande preoccupazione era passata, la
curiosità prese il sopravvento.
« Posso chiederti una cosa? » domandai «
Mi puoi spiegare questa faccenda del leggervi i pensieri l'un l'altro?
Cioè potete vedere ogni cosa che un altro ha visto? Sentite
solo i pensieri o anche le emozioni e le sensazioni? Potete solo tra di
voi o anche fuori dal branco? »
« Calma, calma! Una domanda alla volta! » rise
« allora: possiamo sentire ciò che uno del branco
pensa nel momento in cui siamo trasformati in licantropi. Possiamo
sentire pensieri, emozioni e sensazioni, ma non vedere quello che sta
vedendo qualcun'altro. »
« Capito... » "forse c'è ancora la
possibilità che non sappiano dell'esistenza della Custode
della Terra...", riflettei « E altre
particolarità? C'è qualcos'altro che potete fare
o che vi succede perché siete licantropi? »
« Ehm...non saprei... » sembrava in imbarazzo per
la mia curiosità, le feci un sorriso d'incoraggiamento.
« Dai! Ci sarai pure qualcosa! A me puoi dirlo, ormai so
tutto, e poi sai che non direi nulla. » sembrava ancora un
po' indecisa.
« ...imprinting... » sussurrò infine, i
suoi occhi fissi sulla strada furono oscurati da un'ombra.
« Imprinting? » ripetei «
Cos'è...? » domandai cauta.
« L'imprinting è... » fece una pausa,
riflettendo sui termini da utilizzare « Quando vedi Quella
Persona tutto il resto perde completamente di importanza, solo Lui o
Lei conta...ciò che ti preme di più è
che Quella Persona sia felice e nient'altro...non puoi fare a meno di
stare accanto a Lui o Lei ed essergli d'aiuto in ogni modo...
» sembrava non riuscisse a trovare le parole giuste per
esprimersi.
« Una sorta di Anima Gemella? » domandai, volevo
cercare di capire.
« Qualcosa di simile, ma...molto più profondo.
» rispose, i suoi occhi leggermente velati di scuro.
« Ne parli come se l'avessi provato di persona... »
commentai in un sussurro, sembrava un campo minato per lei
quell'argomento, mi spiaceva costringerla a parlare, ma volevo capire.
« E' quello che ho sentito nelle menti degli altri.
» replicò asciutta.
« Chi del branco ha già avuto l'imprinting?
» non potei fare a meno di chiedere.
« Sam con Emily... » sussurrò i loro
nomi con una smorfia e finalmente tutti i tasselli del pazzle si
ricomposero nella mia testa, finalmente riuscivo un po' di
più a capire quella ragazza così riservata e
spesso un po' scontrosa, ma che in verità stava solo
soffrendo. Mi venne un istinto irrefrenabile di abbracciarla, ma mi
trattenni perché non volevo che pensasse di avere solo la
mia compassione.
« Altri?»
« Jared con Kim, Quil con Anna e...Jacob. » non
appena sentii quel nome un nodo si formò nel mio stomaco,
lentamente risalì e andò a fermarsi all'altezza
del cuore. Faceva male. Ma ancora non riuscivo veramente a capire
perché, o forse non volevo capire.
« Jacob...? » il mio fu più simile a un
gemito strozzato.
« Sì, da poco... » si voltò,
incuriosita dalla mia reazione, ma cercai in fretta di ricompormi. Non
capivo perché me la prendessi tanto, anzi dovevo solo essere
felice per lui. No?
Nel frattempo eravamo arrivate davanti casa di Rebecca e John. Salutai
Leah e scesi dalla macchina velocemente, non volevo che si sentisse in
obbligo di accompagnarmi, ormai mi sentivo bene e non volevo essere un
peso per nessuno. In casa non trovai anima viva, fortunatamente. Volevo
starmene un po' per conto mio, a riposare e a pensare. Una volta in
camera frugai nell'armadio e tirai fuori qualcosa di comodo: un paio di
pantaloni della tuta viola, morbidi e leggeri, e una t-shirt bianca con
delle stampe in nero. Mi sentivo un po' giù, ma non riuscivo
a capirne il motivo. Presi l'iPod, mi sdraiai sul letto e mi lascia
cullare dalla musica. In breve tempo mi addormentai.
Camminavo nel bosco.
Senza una direzione precisa, vagavo tra gli alberi come in cerca di
qualcosa. Del pelo fulvo dietro alcuni alti cespugli attirò
la mia attenzione. Jacob, sapevo che era lui. Senza esitare mi misi a
seguirlo. Si muoveva veloce, quasi come se stesse scappando, e mi
costrinse ad aumentare il passo per riuscire a stargli dietro. Ad un
certo punto scartò rapidamente verso destra, in una zona
più fitta della foresta ed io lo persi di vista. Cercai di
raggiungerlo, ma di lui nemmeno una traccia. Mi sentii improvvisamente
vuota, avevo perso il senso di quello che stavo facendo. Mi accoccolai
vicino ad un albero stringendomi le ginocchia al petto, come per
riempire quel vuoto che mi sentivo dentro. Dei passi dietro di me mi
fecero voltare. Sul mio viso si aprì un larghissimo sorriso:
era Jake, era tornato, per me.
« Smettila di
seguirmi. » ordinò con voce tagliente e sguardo
duro.
Lo guardai confusa. Cosa
stava dicendo? Non era tornato per stare con me?
« Io...
» cominciai, senza sapere come concludere.
« Non
avvicinarti più a me. » ribadì, duro
« Io non ho bisogno di te. »
Altri passi, qualcun
altro ci stava raggiungendo, una ragazza, non riuscivo a vederla bene
in viso, ma sentivo che era bellissima. E Jacob la guardava con occhi
adoranti.
« Io ho
già la mia ragione di vita. » sussurrò,
prendendo la mano della ragazza e avvecinandola delicatamente a
sè. A quella scena sentivo la nausea salirmi fino in gola,
insieme a qualcos'altro di molto più doloroso.
«
Jake...» lo supplicai, nemmeno io sapevo di cosa.
« Mi spiace,
Amy. » il suo sguardo non trasmetteva
più alcuna emozione, mentre mi fissava a qualche
metro da me.
Chiusi gli occhi. Non
poteva essere vero, non poteva fare così male.
Quando li riaprii ero nella mia stanza, la luce della luna entrava
attraverso le tende dalla finestra e illuminava debolemente la parete
che mi stava di frone. Mi bruciavano gli occhi, mi portai una mano al
viso e lo sentii bagnato: avevo pianto. I ricordi del sogno mi facevano
ancora male. Non andava affatto bene, così. Per niente.
Mi ero innamorata di Jacob.
_______________________________________________________________________________
Ed ecco qui anche
questo capitolo, mi scuso per il ritardo...stavolta la scusa
è che ho prima voluto finire l'altra storia che avevo
cominciato e mi sono concentrata su quella, e inoltre ho cominciato
l'università e dovrei studiare anche ogni tanto...^^" sorry!
Cmq vorrei
ringraziare tutti quelli che hanno messo questa fanfic tra le seguite, kucciolottathebest
per averla messa tra quelle da ricordare, fabyd, foreverme96, JuliaShadow e loli89 per averla
messa tra le preferite!Infine un grazie anche a chi legge soltanto!un
bacio, a presto!xD
|