Ciao
a tutti! Eccomi di nuovo qui... Volevo solo ringraziare le persone che
hanno aggiunto la mia storia tra le preferite e quelle da ricordare, ma
soprattutto voglio dire un enorme GRAZIE alle 13 persone che hanno
messo la storia tra le seguite! Grazie davvero!
Per
quanto riguarda le recensione non ho molto da fare. Rispondo volentieri
a lilyanne89masen
dicendo solo che purtroppo questa ff sarà mooooolto
enigmatica e misteriosa e che terrò la bocca parecchio
cucita! Sono contenta che ti piacciono le mie new entry! (Lis e Jason)
e l'unica cosa che ti posso dire è che forse la risposta che
cercavi non ci sarà in questo capitolo... O forse si?
Bhè per capire qualcosa continua a leggere! Un bacio grande!
Kiss
Terzo
Capitolo : Il ragazzo nuovo.
Pov.
Bella
Mancava un’ora
alla fine di questo secondo giorno di
scuola. La lezione di Letteratura Inglese era appena finita ed io mi
stavo
dirigendo a quella di Biologia. Per quest’ora io e Lis
eravamo divise, lei
avrebbe avuto Educazione Fisica.
Quando arrivai in classe mi accorsi che
c’erano già quasi tutti. Erick in ultima fila con
Lauren, Mike, che mi fece
l’occhiolino, e un’altra decina di studenti sparsi
per i banchi. Erano liberi
solo due posti in terza fila vicino alla finestra, così mi
apprestai a
raggiungere il mio.
Avevo trascorso tutta la giornata precedente a ripensare
a quella sensazione. L’essere osservata, scrutata, mi era
rimasta addosso come
colla. Non ero riuscita a togliermela di dosso finché non
presi sonno.
<< Salve a tutti ragazzi >> disse il
professore
entrando, risvegliandomi così dai miei pensieri. Mi accorsi
che al seguito
c’era un ragazzo.
Doveva essere alto più o meno 1.80, capelli scompigliati
bronzei, fisico perfetto. Ricordava qualche Dio Greco. Pelle chiara,
occhi di
un verde sconosciuto, così acceso da farti perdere.
<< Voglio presentarvi
un nuovo studente. Questo è Edward Masen >>
proseguì il professore.
<< Ciao a tutti >> esordì il
ragazzo << mi
chiamo Edward Anthony Masen, vengo da Los Angeles, California
>> la sua
voce era melodiosa, diversa da ogni suono conosciuto, eppure, una parte
di me,
chissà quale e quanto importante, avrebbe giurato di averla
già sentita prima.
Molte volte.
<< Il Signor Masen passerà con noi
l’intero anno. Mi
raccomando fatelo sentire il benvenuto >> disse il
professore dandogli una
pacca sulla spalla << ora può prendere posto.
Può accomodarsi vicino alla
Signorina Swan >>.
Fu in quel momento che i nostri occhi si scontrarono per
la prima volta. Il sorriso sul suo volto si spense, come se prima di
allora non
si fosse accorto della mia presenza ed ora, che mi aveva vista, fosse
rimasto
deluso. No, era arrabbiato, come se io non dovessi trovarmi
lì.
Un brivido mi percosse la schiena. Nel suo sguardo c’era
qualcosa di famigliare. Risi di me stessa. Che sciocca, pensai, un
così bel
ragazzo era impossibile non ricordarlo, se lo avessi già
incontrato.
A grandi passi si sedette accanto a me, senza degnarmi di
uno sguardo. Certo, non ero chissà quale bellezza, ma almeno
salutare!
<< Ciao… >> dissi dopo un
po’ incerta
<< sono Bella, ehm se hai bisogno di qualcosa puoi
chiedere a me. Adesso
siamo compagni di laboratorio… >>.
Non si voltò nemmeno! Poco dopo disse << No,
grazie.
So cavarmela da solo >>
Che razza di maleducato! Ma chi si credeva di essere?
Certo un ragazzo dalla bellezza devastante, con addominali sicuramente
scolpiti, muscoli al punto giusto, un viso d’angelo, dei
capelli perfetti per
infilare le dita mentre le tue labbra sono impegnate in un bacio focoso
e
appassionato con le sue… Oddio! Bella! Ma che diavolo di
pensieri fai?!
<< Hai qualche problema? >> mi chiese
Edward.
<< Eh? N…no ehm no,
p…perché? >> oddio! Ci
mancava solo che cominciassi a balbettare!
<< Non saprei. Ma sei diventata improvvisamente
rossa quanto un pomodoro >>. Oh.Mio.Dio.
Ma cosa mi stava succedendo? Girai il viso fissando la
cattedra in attesa che il professore iniziasse la lezione. Non posso
giurarci,
ma con la coda dell’occhio mi sembrò che Edward,
accanto a me, si coprì la
bocca per cercare di nascondere una piccola risatina.
Finalmente Mr. Tarner cominciò a parlare.
Durante tutta l’ora mi imposi di non voltarmi. Sentivo il
suo sguardo addosso. Ed io avevo una voglia pazza di fissarlo negli
occhi! Ma
non potevo. Edward sembrava il classico galletto sicuro di
sé, che ci provava
con tutte le ragazze. Inoltre, con me, si era comportato da gran
maleducato!
Avevo cercato di essere gentile, ospitale. E lui? Lui nulla! Senza un
briciolo
di emozione aveva detto che “ sapeva cavarsela da solo
”! Ma per favore!
Quando la campanella suonò tirai un respiro di sollievo.
Raccolsi i miei libri e mi affrettai a raggiungere la porta, ma in men
che non
si dica, Edward era già all’uscita. Mi aveva
superata senza troppa difficoltà
per precipitarsi fuori! Ma che grandissimo pezzo di…
<< Ehi Bella, ma cosa gli hai fatto? Lo hai
già
terrorizzato? >> e scoppiò in una risata
glaciale.
<< No Lauren, veramente io non gli ho fatto proprio
nulla! >>
Senza nemmeno aspettare la risposta me ne andai.
Arrivai
all’auto in un batter d’occhio, l’aprii e
mi
infilai dentro quel piccolo abitacolo tanto accogliente. Girai la
chiave nel
quadro e accesi la radio.
<< Dio che figura! >> dissi a me stessa.
<< Che figura?! >>
Una voce squillante mi fece spaventare.
<< Cavolo Lis! Mi hai fatto prendere un
colpo! >>
<< Oh chiedo scusa! >> disse lanciando la
capiente borsa sui sedile posteriori.
<< Che grazia… >> dissi
guardandola torva.
<< Trovi? Si lo so! >> disse allacciando la
cintura << allora che figura hai fatto? E
cos’è questa lagna? >>
<< Ehi! È Claire de Lune di Debussy
>>
<< Ok! Allora che figura? Avanti racconta tutto alla
tua dolce e fantastica cuginetta >>.
<< Non c’è molto da dire. Un ragazzo
maleducato >> misi la retro e mi apprestai ad uscire dal
parcheggio.
<< Ragazzo? Bene, argomento interessante! Chi
è? E
soprattutto com’è? >>
<< Edward Masen. Quello nuovo. Carino…
>> ma
cosa diamine raccontavo? Carino? Anche dire bellissimo o stupendo
risultava
essere un’offesa!
<< Ok, ti ascolto. Cos’ha combinato questo
ragazzo
carino? >>
Così, controvoglia, nel percorso verso casa le raccontai
tutto.
<<
Ma che stronzo! >> urlò Lis mentre cercavo
di aprire la porta.
<< Lis! Ma che cavolo ti urli?! >>
<< Scusa, ma quando ci vuole, ci vuole! Cioè
ma i
suoi genitori come lo hanno educato?! >> si diresse verso
il salotto
andando a sedersi sul divano.
<< Bhè dai, magari i genitori non
c’entrano.
Insomma, possono avergli dato tutta l’educazione del mondo
eppure lui agisce
come vuole, no? >>
<< Si, si, ma resta stronzo >>.
Scossi il capo e mi diressi in camera mia per mettere via
la roba e cambiarmi. Presi un paio di pantaloni grigi della tuta e una
felpa a
maniche lunghe rosa con strisce grigie. Poi tornai di sotto.
Sentii l’acqua della doccia scorrere. Lis ci avrebbe
messo un po’ di più. Andai così a
vedere nel frigo cosa ci fosse, facendomi
qualche idea su cosa cucinare per cena. Erano le quattro, Charlie
sarebbe
rientrato alle otto, c’era ancora tempo. Andai a stendermi
sul divano e accesi
la Tv. Sbuffai, non c’era mai nulla da vedere. In meno di
cinque minuti la
spensi e chiusi gli occhi. Alla mente mi tornò Edward Masen.
Non riuscivo a capire il suo comportamento. Certo non
pretendevo che si fidasse ciecamente di me, non mi conosceva nemmeno,
però…
Aprii gli occhi di scatto. Ma perché mi importava tanto? Era
un compagno di
corso e basta! Al di fuori di quelle mura nemmeno lo avrei rivisto. A
quel
pensiero mi si strinse il cuore. Cosa c’era che non andava in
me? Non avevo mai
provato queste sensazioni, nemmeno per Jacob. Ma Edward… Ero
totalmente
impazzita! Coraggio Bella! Lo conosci da quanto? Due ore? E quanto
tempo ci hai
passato insieme? Un’ora! Dovevo calmarmi, stavo veramente
uscendo di senno.
Dei passi mi fecero voltare. Lis stava scendendo le scale
con indosso un paio di pantaloni blu scuro e una T-shirt gialla. Aveva
ancora
l’asciugamani in testa. << Ho rubato il tuo
shampoo! È davvero
buonissimo! >>
<< Certo Lis, fai pure >>
<< Pensi ancora a Edward? >> mi chiese
sedendosi sul tavolino di cristallo, di fronte al divano.
<< Che? Io? No! Cosa te lo fa pensare? >>
<< Vediamo… >> si mise un dito
sul mente e
assunse un’aria pensierosa << forse la tua aria
da “ oddio perché quello
schianto da paura non mi ha rivolto nemmeno un sorriso? Oddio cosa
farò adesso?
Sto diventando pazza! Mi piace uno che non conosco nemmeno! ”
>>
<< LIS! >> c’era da dire che nel
complesso ci
aveva preso.
Mi alzai dal divano e la sentii ridere a crepapelle. Era
proprio tutta matta.
<< Dai Bella! Scherzavo! >> e mi
tirò un
cuscino in pieno viso.
<< Questa me la paghi! >> corsi verso il
divano, afferrandone un altro e glielo tirai addosso. Colpendola.
<< Isabella Swan questa è guerra aperta!
>>
<< Non ho paura di lei, Elisabeth Swan! Fammi vedere
di che pasta sei fatta! >>.
La guerra dei cuscini, per tutta la casa, durò per
qualche ora. Alla fine, Lis, mi diede una mano e ripulire e a preparare
la
cena.
Charlie rincasò,
come al solito, poco dopo le otto e
tutti insieme mangiammo. Dopodiché Lis si chiuse in camera a
parlare con sua
madre mentre io accesi un po’ il mio fidato portatile e mi
connessi alla rete,
per passare un po’ di tempo prima di essere sopraffatta dal
sonno, il quale non
tardò ad arrivare. Decisi così di spegnere tutto
e andare a farmi una doccia per
poi mettere il pigiama e andare a letto.
Pronta per la notte, con indosso un semplice paio di
pantaloni un po’ larghi lilla e una canotta viola, scesi a
dare la buona notte
a mio padre.
<< ’Notte Bells >> disse assorto
a guarda la
partita della sua squadra preferita di Baseball.
Andai a salutare Lis e tornai nella mia stanza. Mi misi a
letto, cercando di non pensare ancora. La luna risplendeva nel cielo e
il suo
chiarore dava un tono luminoso a tutta la camera. Così,
cullata da quel tenue
bagliore, mi addormentai.
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