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Autore: Mia Swatt    17/10/2010    1 recensioni
2O/O2/2O13 INIZIO REVISIONE STORIA.
[ PRIMA STORIA della Trilogia: L'amore in bilico. ]
Bella vive a Forks con suo padre, Charlie. È figlia unica fino a quando suo zio, fratello di suo padre, non annuncia una partenza imminente per l’Italia insieme alla moglie e chiede a loro di tenere la loro figlia, Elisabeth. Inizia il nuovo anno scolastico, l’ultimo, e l’attenzione della nuova arrivata punta subito su uno dei ragazzi più ambiti della scuola, Jason Cullen. Ma i Cullen hanno un segreto che custodiscono gelosamente. Intanto alla Forks High School arrivano due nuovi ragazzi: Edward e Alice Masen. Bella rimane quasi da subito folgorata dal ragazzo dagli occhi verdi, ma quest’ultimo sembra non ricambiare. Ma c’è qualcosa di strano nel modo in cui Edward guarda Bella. Odio o Amore? E cosa nascondono i nuovi arrivati?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui... Volevo solo ringraziare le persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite e quelle da ricordare, ma soprattutto voglio dire un enorme GRAZIE alle 13 persone che hanno messo la storia tra le seguite! Grazie davvero!
Per quanto riguarda le recensione non ho molto da fare. Rispondo volentieri a lilyanne89masen dicendo solo che purtroppo questa ff sarà mooooolto enigmatica e misteriosa e che terrò la bocca parecchio cucita! Sono contenta che ti piacciono le mie new entry! (Lis e Jason) e l'unica cosa che ti posso dire è che forse la risposta che cercavi non ci sarà in questo capitolo... O forse si? Bhè per capire qualcosa continua a leggere! Un bacio grande! Kiss

Terzo Capitolo : Il ragazzo nuovo.

 
Pov. Bella

Mancava un’ora alla fine di questo secondo giorno di scuola. La lezione di Letteratura Inglese era appena finita ed io mi stavo dirigendo a quella di Biologia. Per quest’ora io e Lis eravamo divise, lei avrebbe avuto Educazione Fisica. 
Quando arrivai in classe mi accorsi che c’erano già quasi tutti. Erick in ultima fila con Lauren, Mike, che mi fece l’occhiolino, e un’altra decina di studenti sparsi per i banchi. Erano liberi solo due posti in terza fila vicino alla finestra, così mi apprestai a raggiungere il mio.
Avevo trascorso tutta la giornata precedente a ripensare a quella sensazione. L’essere osservata, scrutata, mi era rimasta addosso come colla. Non ero riuscita a togliermela di dosso finché non presi sonno.
<< Salve a tutti ragazzi >> disse il professore entrando, risvegliandomi così dai miei pensieri. Mi accorsi che al seguito c’era un ragazzo.
Doveva essere alto più o meno 1.80, capelli scompigliati bronzei, fisico perfetto. Ricordava qualche Dio Greco. Pelle chiara, occhi di un verde sconosciuto, così acceso da farti perdere. << Voglio presentarvi un nuovo studente. Questo è Edward Masen >> proseguì il professore.
<< Ciao a tutti >> esordì il ragazzo << mi chiamo Edward Anthony Masen, vengo da Los Angeles, California >> la sua voce era melodiosa, diversa da ogni suono conosciuto, eppure, una parte di me, chissà quale e quanto importante, avrebbe giurato di averla già sentita prima. Molte volte.
<< Il Signor Masen passerà con noi l’intero anno. Mi raccomando fatelo sentire il benvenuto >> disse il professore dandogli una pacca sulla spalla << ora può prendere posto. Può accomodarsi vicino alla Signorina Swan >>.
Fu in quel momento che i nostri occhi si scontrarono per la prima volta. Il sorriso sul suo volto si spense, come se prima di allora non si fosse accorto della mia presenza ed ora, che mi aveva vista, fosse rimasto deluso. No, era arrabbiato, come se io non dovessi trovarmi lì.
Un brivido mi percosse la schiena. Nel suo sguardo c’era qualcosa di famigliare. Risi di me stessa. Che sciocca, pensai, un così bel ragazzo era impossibile non ricordarlo, se lo avessi già incontrato.
A grandi passi si sedette accanto a me, senza degnarmi di uno sguardo. Certo, non ero chissà quale bellezza, ma almeno salutare!
<< Ciao… >> dissi dopo un po’ incerta << sono Bella, ehm se hai bisogno di qualcosa puoi chiedere a me. Adesso siamo compagni di laboratorio… >>.
Non si voltò nemmeno! Poco dopo disse << No, grazie. So cavarmela da solo >>
Che razza di maleducato! Ma chi si credeva di essere? Certo un ragazzo dalla bellezza devastante, con addominali sicuramente scolpiti, muscoli al punto giusto, un viso d’angelo, dei capelli perfetti per infilare le dita mentre le tue labbra sono impegnate in un bacio focoso e appassionato con le sue… Oddio! Bella! Ma che diavolo di pensieri fai?!
<< Hai qualche problema? >> mi chiese Edward.
<< Eh? N…no ehm no, p…perché? >> oddio! Ci mancava solo che cominciassi a balbettare!
<< Non saprei. Ma sei diventata improvvisamente rossa quanto un pomodoro >>. Oh.Mio.Dio.
Ma cosa mi stava succedendo? Girai il viso fissando la cattedra in attesa che il professore iniziasse la lezione. Non posso giurarci, ma con la coda dell’occhio mi sembrò che Edward, accanto a me, si coprì la bocca per cercare di nascondere una piccola risatina.
Finalmente Mr. Tarner cominciò a parlare.
Durante tutta l’ora mi imposi di non voltarmi. Sentivo il suo sguardo addosso. Ed io avevo una voglia pazza di fissarlo negli occhi! Ma non potevo. Edward sembrava il classico galletto sicuro di sé, che ci provava con tutte le ragazze. Inoltre, con me, si era comportato da gran maleducato! Avevo cercato di essere gentile, ospitale. E lui? Lui nulla! Senza un briciolo di emozione aveva detto che “ sapeva cavarsela da solo ”! Ma per favore!
Quando la campanella suonò tirai un respiro di sollievo. Raccolsi i miei libri e mi affrettai a raggiungere la porta, ma in men che non si dica, Edward era già all’uscita. Mi aveva superata senza troppa difficoltà per precipitarsi fuori! Ma che grandissimo pezzo di…
<< Ehi Bella, ma cosa gli hai fatto? Lo hai già terrorizzato? >> e scoppiò in una risata glaciale.
<< No Lauren, veramente io non gli ho fatto proprio nulla! >>
Senza nemmeno aspettare la risposta me ne andai.

Arrivai all’auto in un batter d’occhio, l’aprii e mi infilai dentro quel piccolo abitacolo tanto accogliente. Girai la chiave nel quadro e accesi la radio.
<< Dio che figura! >> dissi a me stessa.
<< Che figura?! >>
Una voce squillante mi fece spaventare.
<< Cavolo Lis! Mi hai fatto prendere un colpo! >>
<< Oh chiedo scusa! >> disse lanciando la capiente borsa sui sedile posteriori.
<< Che grazia… >> dissi guardandola torva.
<< Trovi? Si lo so! >> disse allacciando la cintura << allora che figura hai fatto? E cos’è questa lagna? >>
<< Ehi! È Claire de Lune di Debussy >>
<< Ok! Allora che figura? Avanti racconta tutto alla tua dolce e fantastica cuginetta >>.
<< Non c’è molto da dire. Un ragazzo maleducato >> misi la retro e mi apprestai ad uscire dal parcheggio.
<< Ragazzo? Bene, argomento interessante! Chi è? E soprattutto com’è? >>
<< Edward Masen. Quello nuovo. Carino… >> ma cosa diamine raccontavo? Carino? Anche dire bellissimo o stupendo risultava essere un’offesa!
<< Ok, ti ascolto. Cos’ha combinato questo ragazzo carino? >>
Così, controvoglia, nel percorso verso casa le raccontai tutto.

<< Ma che stronzo! >> urlò Lis mentre cercavo di aprire la porta.
<< Lis! Ma che cavolo ti urli?! >>
<< Scusa, ma quando ci vuole, ci vuole! Cioè ma i suoi genitori come lo hanno educato?! >> si diresse verso il salotto andando a sedersi sul divano.
<< Bhè dai, magari i genitori non c’entrano. Insomma, possono avergli dato tutta l’educazione del mondo eppure lui agisce come vuole, no? >>
<< Si, si, ma resta stronzo >>.
Scossi il capo e mi diressi in camera mia per mettere via la roba e cambiarmi. Presi un paio di pantaloni grigi della tuta e una felpa a maniche lunghe rosa con strisce grigie. Poi tornai di sotto.
Sentii l’acqua della doccia scorrere. Lis ci avrebbe messo un po’ di più. Andai così a vedere nel frigo cosa ci fosse, facendomi qualche idea su cosa cucinare per cena. Erano le quattro, Charlie sarebbe rientrato alle otto, c’era ancora tempo. Andai a stendermi sul divano e accesi la Tv. Sbuffai, non c’era mai nulla da vedere. In meno di cinque minuti la spensi e chiusi gli occhi. Alla mente mi tornò Edward Masen.
Non riuscivo a capire il suo comportamento. Certo non pretendevo che si fidasse ciecamente di me, non mi conosceva nemmeno, però… Aprii gli occhi di scatto. Ma perché mi importava tanto? Era un compagno di corso e basta! Al di fuori di quelle mura nemmeno lo avrei rivisto. A quel pensiero mi si strinse il cuore. Cosa c’era che non andava in me? Non avevo mai provato queste sensazioni, nemmeno per Jacob. Ma Edward… Ero totalmente impazzita! Coraggio Bella! Lo conosci da quanto? Due ore? E quanto tempo ci hai passato insieme? Un’ora! Dovevo calmarmi, stavo veramente uscendo di senno.
Dei passi mi fecero voltare. Lis stava scendendo le scale con indosso un paio di pantaloni blu scuro e una T-shirt gialla. Aveva ancora l’asciugamani in testa. << Ho rubato il tuo shampoo! È davvero buonissimo! >>
<< Certo Lis, fai pure >>
<< Pensi ancora a Edward? >> mi chiese sedendosi sul tavolino di cristallo, di fronte al divano.
<< Che? Io? No! Cosa te lo fa pensare? >>
<< Vediamo… >> si mise un dito sul mente e assunse un’aria pensierosa << forse la tua aria da “ oddio perché quello schianto da paura non mi ha rivolto nemmeno un sorriso? Oddio cosa farò adesso? Sto diventando pazza! Mi piace uno che non conosco nemmeno! ” >>
<< LIS! >> c’era da dire che nel complesso ci aveva preso.
Mi alzai dal divano e la sentii ridere a crepapelle. Era proprio tutta matta.
<< Dai Bella! Scherzavo! >> e mi tirò un cuscino in pieno viso.
<< Questa me la paghi! >> corsi verso il divano, afferrandone un altro e glielo tirai addosso. Colpendola.
<< Isabella Swan questa è guerra aperta! >>
<< Non ho paura di lei, Elisabeth Swan! Fammi vedere di che pasta sei fatta! >>.
La guerra dei cuscini, per tutta la casa, durò per qualche ora. Alla fine, Lis, mi diede una mano e ripulire e a preparare la cena.

Charlie rincasò, come al solito, poco dopo le otto e tutti insieme mangiammo. Dopodiché Lis si chiuse in camera a parlare con sua madre mentre io accesi un po’ il mio fidato portatile e mi connessi alla rete, per passare un po’ di tempo prima di essere sopraffatta dal sonno, il quale non tardò ad arrivare. Decisi così di spegnere tutto e andare a farmi una doccia per poi mettere il pigiama e andare a letto.
Pronta per la notte, con indosso un semplice paio di pantaloni un po’ larghi lilla e una canotta viola, scesi a dare la buona notte a mio padre.
<< ’Notte Bells >> disse assorto a guarda la partita della sua squadra preferita di Baseball.
Andai a salutare Lis e tornai nella mia stanza. Mi misi a letto, cercando di non pensare ancora. La luna risplendeva nel cielo e il suo chiarore dava un tono luminoso a tutta la camera. Così, cullata da quel tenue bagliore, mi addormentai.

  
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