Cap.
2
“Non
ti sembra di aver esagerato?” disse, accendendosi una
sigaretta.
La
ragazza mosse appena la testa verso di lui. “Era il mio
compleanno”.
“Ah,
già. Auguri. Quanti avrebbero dovuto essere?”.
“Venticinque”.
I
due rimasero in silenzio, con lo sguardo puntato sotto di loro. Il
cratere era
molto profondo e il vento sollevava la polvere del deserto che si era
depositata durante quegli anni.
“Be’,
non c’è che dire. La Bocca dell’Inferno
ha fatto una chiusura col botto!”.
Una
ragazza bassa, magra e bionda era appena apparsa al loro fianco.
I
due si voltarono verso di lei, con un mezzo sorriso sulle labbra.
“Sei
sempre la solita, Anya…” mormorò la
ragazza dai capelli lunghi.
“Anyanka”
la corresse l’altra, con cipiglio infastidito.
“Giusto.
Adesso, sei a capo dei demoni della vendetta” disse il
ragazzo.
“Geloso,
Spike?” lo stuzzicò Anya.
“Di
te? No, grazie. Mi limiterò a essere solamente il vampiro
più temuto al mondo”.
“Sono
in ritardo”.
“Potrebbe
mai essere il contrario? Tara, lo sai come sono fatti. Amano le entrate
a
effetto” rispose Spike, sedendosi sul ciglio del cratere.
“Guarda
che rischi di cadere” disse Tara, freddamente.
Spike
rise talmente forte che la sigaretta rischiò di cadergli
dalle labbra.
“Sono
tornato dalla morte, esattamente come voi due. E per di più,
io era già morto
prima di morire…”.
Anya
e Tara sorrisero sentendo quel gioco di parole, visto che Spike aveva
assunto
un’espressione confusa.
I
tre attesero l’arrivo dei loro compagni, ognuno perso nei
loro pensieri e,
anche se non lo sapevano, stavano pensando alla stessa identica cosa.
All’improvviso,
un bagliore d’energia apparve alle loro spalle,
costringendoli a voltarsi per
vedere chi si stava materializzando. Quando la luce si spense, due
figure
apparvero davanti a loro.
Una
di queste era una ragazza dai capelli castani e dagli occhi crudeli, ma
lei non
era la più terrificante dei due. L’altra figura
era abominevole.
Era
un uomo, o almeno quello che ne rimaneva visto che non aveva
più la pelle. Si
potevano vedere i muscoli contrarsi mentre lui camminava verso di loro,
con gli
occhi scuri sbarrati.
Era
nauseante, ma i tre ragazzi non potevano mostrare il ribrezzo che
suscitava in
loro quella vista.
“Ehi,
auguri Tara!” disse il mostro, mostrando i denti in quello
che secondo lui era
un sorriso.
“Warren”
lo salutò Tara.
“Sai,
dovresti ringraziarmi. Grazie a me, rimarrai sempre giovane e
bellissima”.
Tara
s’irrigidì, e invece di seguire il suo istinto,
fece finta di niente e si rivolse
alla ragazza al suo fianco.
“Ciao,
Amy”.
“Tara.
Spike. Anya” disse la strega. “ Ho saputo del
vostro lavoretto con Faith. Devo
farvi i miei complimenti, nemmeno io e il mio amore avremmo saputo fare
di
meglio”.
“Non
ne sarei così sicuro. Te ed io avremmo potuto torturarla per
ore e ore” ribatté
Warren circondando con un braccio la vita della sua ragazza.
Tara
e Anya distolsero lo sguardo dai due, invece Spike li fissò
intensamente.
“Posso
farti una domanda, nerd?”.
“Il
mio nome è Warren” strepitò il mostro.
“Come
vuoi…” sogghignò il vampiro.
“Come fate?”.
“Fare
cosa?”.
“A
stare insieme. Tu sei senza pelle e Amy potrebbe avere di meglio. Tanto
per
cominciare, uno che possa mostrare in giro…”.
Tara
e Anya nascosero subito i sorrisi che erano saliti alle loro labbra, ma
Warren
non se ne accorse. Il suo sguardo era puntato sul vampiro.
“Non
sono affari che ti riguardano. Amy ed io stiamo più che bene
insieme”.
“Sei
sicuro? Perché non lo chiediamo alla diretta
interessata”.
Amy
si limitò a sorridere al vampiro, per poi stringere la mano
al suo ragazzo per
tranquillizzarlo.
“Almeno,
a differenza tua, Warren ha me. Tu chi hai, Spike?”.
Spike
alzò le mani in segno di resa.
“E
poi non è stata colpa mia! È per colpa di quella
sfigata e psicopatica rossa se
vado in giro in tuta totalbody. Non vedo l’ora di averla tra
le mani per scuoiarla
personalmente”.
Ci
fu una violenta raffica di vento e Warren si ritrovò a
galleggiare per aria,
tenuto per il collo. Invano tentava di staccare quelle mani invisibili
dalla sua
gola, ma la presa si stringeva sempre di più.
“Tara!”
la chiamò Anya, avvicinandosi alla strega bionda.
Tara
aveva il braccio destro alzato e la sua mano si chiudeva
inesorabilmente. I
suoi occhi erano diventati neri e i capelli biondi si stavano
inscurendo.
“Lascialo
immediatamente!” urlò Amy e, notando che Tara non
aveva nessuna intenzione di
farlo, le lanciò addosso una palla di fuoco. Solo la
prontezza di riflessi di
Spike, la salvò.
Warren
precipitò a terra e tossì pesantemente, mentre
tentava di riprendere fiato.
“Te
la farò pagare” biascicò.
Tara
si limitò a fissarlo con blando interesse, ancora stretta
tra le braccia di
Spike.
“No,
Warren. Dovresti essere grato alla Dea che io non abbia ancora finito
il lavoro
di Willow”.
Spike
e Anya si scambiarono uno sguardo e decisero d’intervenire.
“Tra
quanto arriva il grande capo?” domandò il vampiro,
tentando di stemperare gli
animi.
“A
momenti” rispose Amy, che non aveva nessuna voglia di far
cadere il discorso. “
Come mai questa reazione, Tara? Vuoi avere tu l’onore di
ucciderla?”.
Tara
le rivolse il suo famoso sorriso storto, quel sorriso che di solito
rivolgeva
solo alla sua Willow.
“Ucciderla?
No, ci serve”.
“E
anche la sua amica…” continuò Spike,
accendendosi un’altra sigaretta.
“Per
non dimenticare poi del loro cavaliere” concluse Anya.
“Lui
può anche morire, Anya. E chi meglio del capo dei demoni
della vendetta può
farlo” disse una voce femminile, attirando
l’attenzione dei cinque che si
trovavano sul ciglio del cratere che un tempo era Sunnydale.
“Anzi,
dopo averle usate, possono morire anche la strega e la
Cacciatrice!”.
Il
sole era appena sorto e, con i suoi raggi, illuminava la villetta nella
periferia di Cleveland.
Faith
stava dormendo sul divano, avvolta in bende di fortuna e vegliata da
Buffy, che
continuava a inumidirgli la fronte.
Dopo
la rivelazione shock, la Cacciatrice bruna era svenuta e una febbre
violenta
l’aveva colpita, peggiorando non di poco le sue
già precarie condizioni.
Buffy
aveva anche passato, la maggior parte della notte, a ripetere nella sua
mente
le parole che Faith aveva pronunciato poco prima di perdere i sensi.
“Ero
a Los Angeles, perché Andrew aveva sentito strane voci a
proposito di un nuovo
potere demoniaco. Così, ho deciso di andare lì.
Mi sembrava inutile coinvolgere
Angel. Solo che quando sono arrivata in quella parte della fognatura e
ho visto
chi c’era, ho pensato di essere impazzita”.
“Chi
hai visto?” aveva chiesto Buffy, con tono cauto. Era vero che
avevano
combattuto insieme, ma non riusciva ancora a fidarsi del tutto di Faith.
“Andiamo,
B! Te l’ho già detto! Loro tre!” e detto
questo, Faith aveva indicato
nuovamente la foto appesa al muro, quella che rappresentava Tara, Spike
e Anya.
“Questo
è impossibile” aveva sibilato Willow.
“Ti
dico che erano loro! È vero che Tara l’ho vista al
massimo una o due volte, ma
con Spike e Anya ci ho trascorso dei mesi insieme! Ricordi? Il Primo?
Un sacco
di ragazzine in giro per casa? A proposito, dov’è
Kennedy?”.
Nessuno
aveva risposto alla domanda e la Cacciatrice bruna aveva deciso di
sorvolare.
Avevano questioni più urgenti da risolvere.
“Mi
stavano aspettando” aveva detto, stringendo le mani a pugno.
“Ti
stavano aspettando?” aveva ripetuto Xander, che nel frattempo
si era seduto sulla
poltrona di fronte a lei.
“Sì,
e poi…”.
“E
poi?” aveva domandato Dawn.
“Non
riesco a ricordarmi. È successo tutto così in
fretta! L’unica cosa che mi è rimasta
impressa nella mente, è la loro risata poco prima di
attaccarmi!” aveva
esclamato Faith con tono furioso.
Gli
Scoobies si erano scambiati uno sguardo fra loro, non pronunciando una
sola
parola per paura di scatenare una reazione esagerata da parte della
Cacciatrice
bruna, perché era chiaro che la sua storia era inverosimile.
Fu
in quel momento che Fatih aveva perso i sensi.
Buffy
guardò l’orologio appeso sopra al caminetto e,
vedendo che ora era, decise di
prepararsi una tazza di caffè. Odiava quando doveva stare in
piedi tutta la
notte, ma chi meglio di lei avrebbe potuto sorvegliare Faith?
Si
erano offerti tutti, ma solo una persona avrebbe potuto sostituirla, ma
Buffy
aveva paura che Willow, in caso di scontro con la Cacciatrice, avrebbe
perso il
controllo e con tutto quello che stava succedendo, quella era una cosa
da
evitare assolutamente.
Stava
per alzarsi quando vide spuntare da sotto il naso, una tazza fumante di
caffè.
“Grazie,
Willow” disse riconoscente alla strega, la quale si stava
sedendo sul bracciolo
della poltrona.
“Di
niente, Buffy” rispose la rossa, sorseggiando il
caffè dalla sua tazza e tenendo
gli occhi puntati su Faith. “é ancora
svenuta” constatò con tono distaccato.
Buffy
ghignò e anche lei bevve.
Rimasero
in silenzio per parecchi minuti, entrambe fissando la Cacciatrice
bruna, e fu
così che Xander le trovò.
Il
carpentiere sospirò quando notò le espressioni
scettiche e, allo stesso tempo,
furiose impresse sui loro volti.
“Rivalità
femminile” borbottò ad alta voce per farsi sentire
dalle sue migliori amiche.
Le
ragazze si voltarono verso di lui e lo fulminarono con gli occhi.
“Non
dire sciocchezze, Xander” sbottò Buffy.
“Sì,
infatti….” rincarò la strega.
“Sarà…
Ma la guardate come se avesse ucciso qualcuno!”. Xander si
rese conto di quello
che aveva appena detto e si corresse all’istante.
“Ok, sì. L’ha fatto, ma è
successo un sacco di tempo fa… Sta pagando per il suo
crimine”.
“è
evasa…” gli ricordò Willow.
“Per
venire ad aiutarci”.
“Solo
per il senso di colpa. Non perché voleva sul
serio” precisò Buffy,
stiracchiandosi.
“Questo
non lo puoi sapere” disse Xander testardamente. “
Io so che, in tutti questi
anni, ci ha aiutato, e credo nel suo cambiamento”.
“Quindi,
credi anche a quello che ci ha detto ieri sera?” gli chiese
Buffy.
Questa
era la domanda che girava nella testa di tutti gli Scoobies. Crederle
oppure no?
E se fosse stata una bugia, perché raccontarla? Ma se fosse
stata la verità? Se
veramente Spike, Tara e Anya fossero ritornati in qualche modo nel
mondo dei
vivi? Chi era stato a richiamarli? E perché avrebbero dovuto
aggredire Faith?
“è
assurdo” disse Willow. “ Nessuno avrebbe tutto
questo potere”.
“A
parte te…” fece Buffy, sorridendole.
Willow
sbuffò, per poi assumere un’espressione sofferente.
“Non
ci sono riuscita, ricordi? Non mi è stato
permesso”.
Buffy
le strinse la mano
per confortarla e
chiederle allo stesso tempo di perdonarla. Alle volte,
pensò, avrebbe dovuto
tenere la bocca chiusa.
“Non
ti è stato permesso perché è stata una
morte naturale, come quella di Anya…
L’unico che poteva risorgere era Blondie!”
rifletté Xander, rubando del caffè a
Buffy.
“Appunto!
Chi mai potrebbe possedere tutto quel potere e, soprattutto, saperlo
gestire?”
esclamò Willow, con un pizzico d’invidia nella
voce.
“Non
vorrei ripetermi, ma sei sempre tu! Quando hai fatto
quell’incantesimo per
risvegliare lo spirito della Cacciatrice in tutte le Potenziali, sei
diventata
un Dea!” affermò Buffy.
La
strega arrossì. “ Solo per due minuti”.
Xander
e Buffy ridacchiarono, mentre Willow cercava di non mostrarsi troppo
compiaciuta.
“Ma
perché allora raccontarci questa storia assurda?
Perché dire che sono stati
loro tre?” chiese Buffy guardando la sua collega, ancora
svenuta.
“Non
è detto che menta. Forse il demone che ha incontrato,
può assumere le sembianze
di gente morta”.
“Xander,
quello è il Primo e l’abbiamo sconfitto. Per di
più, lui era incorporeo. Qualunque
cosa abbia ridotto Faith in questo mondo, sicuramente possedeva un
corpo” disse
Willow, indicando la ragazza sul divano.
“Un
corpo che cammina e che può uccidere, se non lo
fermiamo.” fece Buffy,
alzandosi. “Ci serve Giles”.
Buffy
stava per uscire dalla sala, quando la mano di Xander si
appoggiò sulla sua
spalla per fermarla.
La
Cacciatrice si voltò verso di lui, inarcando un
sopracciglio. “Che c’è,
Xander?”
Il
ragazzo deglutì e si guardò intorno, come se
stesse cercando una risposta
adeguata da dare a Buffy.
“Che
ne dici di riposarti? Alla fine, Faith è ancora svenuta e
finché la Bella
Addormentata rimarrà ancora… be’,
addormentata, non possiamo fare niente”.
Buffy
guardò prima il suo migliore amico, per poi scambiare
un’occhiata con Willow.
Era palese che Xander stesse nascondendo qualcosa.
“Che
succede, Xander?” domandò Willow, avvicinandosi a
loro.
“Niente.
Penso solo che Buffy debba riposarsi un po’”.
“E
se Faith dovesse risvegliarsi mentre io sto dormendo?” lo
sfidò la Cacciatrice.
“Be’,
ci saremmo io, Willow e Dawnie. In tre, dovremmo
gestirla…”.
“Ci
sarà anche Giles, no?” fece la strega.
“Quando
tornerà”, disse senza riflettere il carpentiere.
“ Merda!”.
Buffy
sgranò gli occhi e cominciò a provare la
familiare sensazione di pericolo
incombente.
“Dov’è
andato?”.
Xander
fissò le due ragazze e poi tentò la fuga, ma
purtroppo per lui non sarebbe mai
riuscito a fuggire dalla Cacciatrice e dalla strega più
potente del mondo
occidentale.
Non
fece neanche in tempo a raggiungere la cucina, che davanti alla porta
gli si
parò Willow. Tentò di tornare sui suoi passi, ma
a bloccarlo c’era già Buffy.
“Forza,
Xan. Dov’è andato?” ripeté la
strega.
“Però
così non è giusto! Io non ho superpoteri, per non
parlare della magia. L’unica
cosa che ho, è una benda su un occhio che mi fa assomigliare
a un pirata”.
Buffy
e Willow si trattennero dal ridere e si limitarono a fissarlo.
“Ok.
Va bene. Giles è partito per l’Italia.
È andato da Andrew!” si arrese Xander,
dirigendosi verso l’altro divanetto, quello non occupato da
Faith.
“è
andato a Roma? Ma doveva portamici. Me l’aveva
promesso” disse Willow
scioccata. “ Mi ha detto che se continuavo così,
mi avrebbe permesso di andare
con lui. Oh, ma gliela faccio pagare. Gli nascondi tutti i fazzoletti,
anzi no…
Gli nascondo tutti i tipi di tè che abbiamo in casa...
Sì, farò questo! Così
vedrà cosa vuol dire mettersi contro…”.
Willow,
notando le facce divertite dei suoi amici, s’interruppe.
“Quindi, è in Italia.
Perché?”.
“Già,
perché è andato da Andrew?” chiese
Buffy.
Xander
fece un respiro profondo e si accomodò meglio sul divano.
“Stanotte,
dopo che Faith ci ha raccontato quello che le è
successo…”.
“Quello
che crede le sia successo” corresse la strega a denti
stretti. “Scusa, vai
avanti”.
“Grazie.
Allora, dopo che è svenuta, Giles ha chiamato Andrew per
sapere se la storia
era vera. Non so perché non gli abbia telefonato davanti a
noi, ma da quello
che sono riuscito a origliare, Andrew ha confermato la storia di Faith.
Giles
gli ha spiegato quello che era successo e poi... è diventato
pallido e ha
iniziato a pulirsi gli occhiali. Lo sapete che non è mai un
buon segno. Gli ha
chiesto se ne era sicuro e, a quanto pare, la risposta è
stata affermativa. Poi
ha messo giù ed io non ho fatto in tempo a nascondermi. Mi
ha visto e mi ha
fatto giurare di non dire niente, a patto però che mi
raccontasse cose gli
avesse detto Andrew”.
“E
che cosa gli ha detto Andrew?” domandò Buffy,
certa che altre brutte notizie
erano in arrivo.
Xander
sospirò. “ Vi ricordate di
D’Hoffryn?”.
“Il
capo dei demoni della
vendetta? E adesso, lui che c’entra?” chiese
Willow, confusa.
“Be’,
diciamo, che non è più il
loro capo”.
“C’è qualcuno più potente di
lui?”.
“Sì,
Buffy, visto che l’ha
ucciso”.
Buffy e Willow
spalancarono la
bocca all’unisono. Non potevano crederci.
“è
la stessa faccia che ho fatto
io quando Giles me l’ha detto, almeno credo. E non
è ancora finita”.
“C’è
altro?” squittì Willow.
“Sì.
Tra i demoni gira il nome di
chi l’abbia ucciso e sostituito”. Xander si prese
un momento, per lui dire il
suo nome era ancora fonte di enorme sofferenza. “Il nome
è quello di Anya.
Cioè, Anyanka. Si dice che a uccidere D’Hoffryn
sia stata Anyanka”.
Willow era
l’immagine dello
stupore, mentre Buffy tentava di mantenere la calma. Ma che cosa
diavolo stava
succedendo?
“E
Giles è andato a Roma…”
iniziò
a dire Buffy, ignorando l’occhiataccia che Xander le rivolse.
“è
andato a Roma perché è lì che
i demoni della vendetta si ritrovano! È partito subito e mi
ha chiesto di
coprirlo, perché era sicuro che tu saresti andata
immediatamente!”.
“Certo,
non ho nessun motivo per
rimanere qui!”.
“Il
motivo per rimanere, ce l’hai
steso su quel divano” disse Xander, indicando Faith.
“ Se veramente Anya, Spike
e Tara l’hanno aggredita, dobbiamo scoprire il
perché!”.
“Allora
le credi?” ribatté Buffy,
iniziando ad arrabbiarsi.
“Non
lo so! Buffy, io non lo so!
Ma se loro fossero …”.
“Perché
non lo ammetti? Tu hai
paura che io vada a Roma, perché se questa storia di Anya
fosse vera, io dovrò
ucciderla!”.
Durante il
litigio, i due non si
erano accorti di essere a pochi centimetri l’uno
dall’altra e costrinsero
Willow a intervenire. Si frappose fra loro e cercò di
allontanarli, ma erano
troppo pesanti per lei.
“Ragazzi,
diamoci una calmata.
Xander, quello che dice Faith non è ancora sicuro e tu non
puoi credere a tutto
quello che i demoni dicono. E Buffy, tu non puoi andartene. Dobbiamo
risolvere
questa situazione. Le scaramucce tra esseri demoniaci, lasciale
affrontare a
Giles e alle Cacciatrici che si trovano in Italia. Non sei
più sola. Inizia a
fidarti di loro!”.
Buffy e Xander
abbassarono lo
sguardo, imbarazzati.
“Adesso,
stringetevi la mano”
ordinò Willow, divertita.
La Cacciatrice
alzò la mano, ma
il carpentiere la colse di sorpresa. Invece di stringergliela, la
abbracciò,
coinvolgendo anche Willow.
“Vi
voglio bene, ragazze”.
“Anche
noi, Xan, ma abbiamo
bisogno di quella cosa chiamata ossigeno”
bofonchiò Buffy tra le sue braccia.
I tre si
separarono ridendo e in
quel momento, dalle scale, scese Dawn.
“Ehi,
che sta succedendo?” chiese
allegra, ma poi leggendo i loro volti, il sorriso le scivolò
dalle labbra. “Oh
Dio. Che è successo?”.
Buffy si
avvicinò alla sorella e la
abbracciò.
“Guai
come al solito, ma nessuna
Apocalisse per ora”.
“Meno
male. Non mi piacciono le
Apocalissi” borbottò Dawn.
“Vuoi
fare colazione?”.
“Sì.
Frittelle!” esclamò Dawnie.
“ Per le brutte notizie, ho bisogno delle mie
frittelle”.
“Ok.
Willow ci pensi tu? Credo
che seguirò il consiglio di Xander… Un pisolino
mi ci vuole…”.
“Va
bene, Buffy” fece la strega.
“ Forza, Dawnie, in cucina”.
Mentre le due
ragazze andavano in
cucina, Xander rimase a fissare Buffy.
“Non
ho intenzione di scappare”
gli disse Buffy con finto tono esasperato. “Anche
perché Willow mi terrà
d’occhio sicuramente”:
Xander
sorrise, ma il sorriso non
salì agli occhi.
“No,
non è quello. È solo che…
Buffy, ci crederesti se ti dicessi che io spero, con tutte le mie
forze, che la
storia di Faith sia vera?”.
La Cacciatrice
lo guardò. Avrebbe
tanto voluto rispondere di sì, che anche lei lo sperava con
tutto il cuore ma
se lo avesse detto, sarebbe stato troppo per lei.
“Xander,
noi non possediamo quel
lusso che gli altri chiamano speranza” e detto questo, gli
voltò le spalle per
salire le scale.
Quando giunse
in camera sua e si
chiuse la porta alle spalle, Buffy crollò sul pavimento. Le
lacrime
cominciarono a scorrere dai suoi occhi verdi, e lei soffocava i
singhiozzi,
mordendosi il polso.
Era successo
così tanto in una
sola notte, e lei non era sicura di poter reggere tutto questo.
Si
trascinò verso il letto, si
gettò sopra e, appena chiuse gli occhi, si
addormentò all’istante.
Capì
subito che stava sognando.
Dall’odore
e dalle pareti di
pietra, si rese conto di trovarsi nelle fogne, ma non sembravano quelle
di
Sunnydale.
Erano diverse,
più grandi e più
rovinate.
Si
guardò intorno, in cerca di
un’uscita, e mentre stava per svoltare l’angolo,
vide Faith sopraggiungere
verso di lei.
Camminava
svelta e sembrava
concentrata. Buffy alzò una mano per salutarla, ma la
Cacciatrice bruna la
sorpassò senza vederla. Anche se era un sogno, la bionda si
offese e decise di
seguirla. Percorsero quelle vie sotterranee per un tempo indefinito.
Ogni volta
che svoltavano un angolo, Buffy pregò che fossero arrivate,
ma Faith continuava
ad avanzare. A un tratto, la bruna si fermò.
Delle voci
provenivano da dietro
l’angolo, e il cuore di Buffy ebbe un sussulto. Quella risata
l’avrebbe
riconosciuta ovunque.
Dimenticandosi
di Faith, Buffy
corse verso quel suono meraviglioso e lì li vide.
Tutti e tre
erano esattamente
come l’ultima volta che li aveva visti. Indossavano
addirittura gli stessi
abiti: Tara con la maglia blu macchiata di sangue; Anya con la ferita
in mezzo
al petto; e Spike con il suo immancabile chiodo nero sporco di cenere.
Una gioia
selvaggia la invase. Il
primo istinto che ebbe, fu quello di correre verso di loro, ma poi si
accorse
che c’era qualcosa che non andava.
I loro occhi
erano freddi e
distanti e sulle labbra avevano un ghigno che, solo a guardarlo,
metteva paura.
Erano loro, ma
allo stesso tempo
no.
Dov’era
finita l’aria tormentata
di Spike? La dolcezza di Tara? E la sincerità disarmante di
Anya?
“Sta
arrivando”.
Buffy
trasalì quando sentì la
voce di Tara.
“Ha
fatto presto. Lo sapevo.
Faith, è sempre stata una che non si tira
indietro”, disse Anya, alzandosi da
quella specie di trono, dove era rimasta seduta fino a quel momento.
“Be’,
la tua uccisione di
D’Hoffryn è già sulla bocca di tutti.
é normale che Andrew l’abbia scoperta
subito. Non capisco, però, per quale motivo non abbia
mandato Buffy” si chiese
Spike ad alta voce.
La cacciatrice
sentendo quelle
parole dovette combattere contro l’impulso di correre verso
di lui. Per
fortuna, non la vedevano, anche perché non era sicura che
l’avrebbero accolta a
braccia aperte.
Ma vederlo
lì, a pochi passi di
distanza da lei, era una sofferenza terribile. Il suo cuore si stava
lacerando
e non poteva fare niente per impedirlo.
“è
semplice. Lei deve tener
d’occhio la Bocca dell’Inferno di Cleveland. Il
lavoro secondario lo lascia
alle altre Cacciatrici” spiegò Anya.
“C’è
una cosa che non riesco ad
accettare” esordì Tara, accomodandosi sul trono e
piegando le gambe sotto di
sé.
“Che
cosa, biondina?” s’informò
Spike.
“Andrew
non faceva parte di quel
gruppetto che voleva uccidere Buffy? No, perché mi sembra
strano che voi l’abbiate
accolto quando lui, in qualche modo, c’entra con la mia
morte”.
Anya e Spike
sogghignarono,
scatenando dei brividi in Buffy.
“Non
dircelo. L’abbiamo dovuto
sopportare per mesi” disse il vampiro, accedendosi una
sigaretta.
“Ed
io sono morta per salvarlo.
Quindi, quella che ha un conto in sospeso con lui, sono io!”
esclamò Anya.
I tre risero
di gusto e Buffy si
sentì in colpa. Avrebbe voluto che anche i suoi amici
fossero lì con lei per
udire le loro risate.
All’improvviso,
Tara si azzittì e
Spike e Anya la guardarono incuriositi.
“Si
è decisa a venir fuori. Allora,
chi inizia?”.
“Puoi
iniziare tu, se vuoi. Alla
fine, non ci sei mai andata d’accordo” disse con
tono pratico Anya.
Tara fece il
suo sorriso storto,
mentre gli occhi chiari e lunghi capelli biondi iniziavano a inscurirsi.
“Io
dico tutti e tre” propose
Spike, buttando la sigaretta. “Dobbiamo solo stare attenti a
non ucciderla”.
“Giusto,
deve riferire il
messaggio…” sussurrò Tara.
“Deve
riferire che siamo tornati
ai nostri cari amanti!” precisò Anya.
Buffy sapeva
quello che sarebbe
successo. Si voltò e vide Faith camminare verso di loro.
La Cacciatrice
bruna era sotto
shock, ma un sorriso enorme si stava formando sulle sue labbra.
“Faith,
no!” gridò Buffy, quando
la vide avanzare verso di loro, ma lei non la sentì.
Tentò
di fermarla, ma le sue mani
attraversarono il suo corpo.
“Ciao,
ragazzi. Vi vedo in gran
forma, anche se siete morti” disse Faith con tono divertito.
“Peccato,
che non potremmo dire
lo stesso di te tra non molto” fece Anya, tramutandosi in
Anyanka. Intanto,
Spike mostrava il suo lato da vampiro e Tara era completamente immersa
nella
magia nera.
Il sorriso di
Faith si congelò.
I quattro si
guardarono per pochi
secondi.
Mentre Faith
correva verso di
loro armata solo di una spada e di un paletto, i suoi tre avversari
iniziarono
a ridere e si lanciarono su di lei.
Buffy si
svegliò, gridando. Aveva sperimentato il dolore che aveva
provato Faith, quando
Tara le aveva procurato quei tagli stregati; aveva percepito i calci e
i pugni
da parte di Anya; e soprattutto, aveva sentito i denti di Spike
affondare
dentro di lei.
“Buffy!
Buffy! Calmati!”.
La voce
di Xander la stava riportando alla realtà. Aprì
gli occhi e si ritrovò
circondata dalle persone che amava di più.
Willow,
Xander e Dawn la stavano guardando spaventati.
“Buffy!
Che cosa hai sognato?” domandò Dawn.
La
Cacciatrice cercò di fissarli negli occhi e prese un respiro
profondo.
“Sono
tornati!”.
“Tornati?”
ripeté sua sorella ma Buffy non le rispose. Stava guardando
i suoi due migliori
amici. “Vuoi dire…” iniziò a
dire Willow con fatica.
“Sì,
Willow. Faith ha ragione! Tara, Spike e Anya sono
tornati…”.
E il loro
messaggio era arrivato forte e chiaro.
Ecco a voi, il
secondo capitolo.
Spero che vi
piaccia e che abbia
destato la vostra curiosità.
Grazie a
ella93 per la sua
recensione.
Alla prossima.
Asiel
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