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Autore: Asiel    22/11/2010    2 recensioni
Gli scoobies affronteranno non solo vampiri e demoni, ma anche gli incubi e i rimpianti del loro passato, trascinandoli in un vortice dove difficilmente riusciranno a riemergere.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2

 

 

“Non ti sembra di aver esagerato?” disse, accendendosi una sigaretta.

La ragazza mosse appena la testa verso di lui. “Era il mio compleanno”.

“Ah, già. Auguri. Quanti avrebbero dovuto essere?”.
“Venticinque”.

I due rimasero in silenzio, con lo sguardo puntato sotto di loro. Il cratere era molto profondo e il vento sollevava la polvere del deserto che si era depositata durante quegli anni.

“Be’, non c’è che dire. La Bocca dell’Inferno ha fatto una chiusura col botto!”.

Una ragazza bassa, magra e bionda era appena apparsa al loro fianco.

I due si voltarono verso di lei, con un mezzo sorriso sulle labbra.

“Sei sempre la solita, Anya…” mormorò la ragazza dai capelli lunghi.

“Anyanka” la corresse l’altra, con cipiglio infastidito.

“Giusto. Adesso, sei a capo dei demoni della vendetta” disse il ragazzo.

“Geloso, Spike?” lo stuzzicò Anya.

“Di te? No, grazie. Mi limiterò a essere solamente il vampiro più temuto al mondo”.

“Sono in ritardo”.

“Potrebbe mai essere il contrario? Tara, lo sai come sono fatti. Amano le entrate a effetto” rispose Spike, sedendosi sul ciglio del cratere.

“Guarda che rischi di cadere” disse Tara, freddamente.

Spike rise talmente forte che la sigaretta rischiò di cadergli dalle labbra.

“Sono tornato dalla morte, esattamente come voi due. E per di più, io era già morto prima di morire…”.

Anya e Tara sorrisero sentendo quel gioco di parole, visto che Spike aveva assunto un’espressione confusa.

I tre attesero l’arrivo dei loro compagni, ognuno perso nei loro pensieri e, anche se non lo sapevano, stavano pensando alla stessa identica cosa.

All’improvviso, un bagliore d’energia apparve alle loro spalle, costringendoli a voltarsi per vedere chi si stava materializzando. Quando la luce si spense, due figure apparvero davanti a loro.

Una di queste era una ragazza dai capelli castani e dagli occhi crudeli, ma lei non era la più terrificante dei due. L’altra figura era abominevole.

Era un uomo, o almeno quello che ne rimaneva visto che non aveva più la pelle. Si potevano vedere i muscoli contrarsi mentre lui camminava verso di loro, con gli occhi scuri sbarrati.

Era nauseante, ma i tre ragazzi non potevano mostrare il ribrezzo che suscitava in loro quella vista.

“Ehi, auguri Tara!” disse il mostro, mostrando i denti in quello che secondo lui era un sorriso.

“Warren” lo salutò Tara.

“Sai, dovresti ringraziarmi. Grazie a me, rimarrai sempre giovane e bellissima”.

Tara s’irrigidì, e invece di seguire il suo istinto, fece finta di niente e si rivolse alla ragazza al suo fianco.

“Ciao, Amy”.

“Tara. Spike. Anya” disse la strega. “ Ho saputo del vostro lavoretto con Faith. Devo farvi i miei complimenti, nemmeno io e il mio amore avremmo saputo fare di meglio”.

“Non ne sarei così sicuro. Te ed io avremmo potuto torturarla per ore e ore” ribatté Warren circondando con un braccio la vita della sua ragazza.

Tara e Anya distolsero lo sguardo dai due, invece Spike li fissò intensamente.

“Posso farti una domanda, nerd?”.

“Il mio nome è Warren” strepitò il mostro.

“Come vuoi…” sogghignò il vampiro. “Come fate?”.

“Fare cosa?”.

“A stare insieme. Tu sei senza pelle e Amy potrebbe avere di meglio. Tanto per cominciare, uno che possa mostrare in giro…”.

Tara e Anya nascosero subito i sorrisi che erano saliti alle loro labbra, ma Warren non se ne accorse. Il suo sguardo era puntato sul vampiro.

“Non sono affari che ti riguardano. Amy ed io stiamo più che bene insieme”.

“Sei sicuro? Perché non lo chiediamo alla diretta interessata”.

Amy si limitò a sorridere al vampiro, per poi stringere la mano al suo ragazzo per tranquillizzarlo.

“Almeno, a differenza tua, Warren ha me. Tu chi hai, Spike?”.

Spike alzò le mani in segno di resa.

“E poi non è stata colpa mia! È per colpa di quella sfigata e psicopatica rossa se vado in giro in tuta totalbody. Non vedo l’ora di averla tra le mani per scuoiarla personalmente”.

Ci fu una violenta raffica di vento e Warren si ritrovò a galleggiare per aria, tenuto per il collo. Invano tentava di staccare quelle mani invisibili dalla sua gola, ma la presa si stringeva sempre di più.

“Tara!” la chiamò Anya, avvicinandosi alla strega bionda.

Tara aveva il braccio destro alzato e la sua mano si chiudeva inesorabilmente. I suoi occhi erano diventati neri e i capelli biondi si stavano inscurendo.

“Lascialo immediatamente!” urlò Amy e, notando che Tara non aveva nessuna intenzione di farlo, le lanciò addosso una palla di fuoco. Solo la prontezza di riflessi di Spike, la salvò.

Warren precipitò a terra e tossì pesantemente, mentre tentava di riprendere fiato.

“Te la farò pagare” biascicò.

Tara si limitò a fissarlo con blando interesse, ancora stretta tra le braccia di Spike.

“No, Warren. Dovresti essere grato alla Dea che io non abbia ancora finito il lavoro di Willow”.

Spike e Anya si scambiarono uno sguardo e decisero d’intervenire.

“Tra quanto arriva il grande capo?” domandò il vampiro, tentando di stemperare gli animi.

“A momenti” rispose Amy, che non aveva nessuna voglia di far cadere il discorso. “ Come mai questa reazione, Tara? Vuoi avere tu l’onore di ucciderla?”.

Tara le rivolse il suo famoso sorriso storto, quel sorriso che di solito rivolgeva solo alla sua Willow.

“Ucciderla? No, ci serve”.

“E anche la sua amica…” continuò Spike, accendendosi un’altra sigaretta.

“Per non dimenticare poi del loro cavaliere” concluse Anya.

“Lui può anche morire, Anya. E chi meglio del capo dei demoni della vendetta può farlo” disse una voce femminile, attirando l’attenzione dei cinque che si trovavano sul ciglio del cratere che un tempo era Sunnydale.

“Anzi, dopo averle usate, possono morire anche la strega e la Cacciatrice!”.

 

 

 

Il sole era appena sorto e, con i suoi raggi, illuminava la villetta nella periferia di Cleveland.

Faith stava dormendo sul divano, avvolta in bende di fortuna e vegliata da Buffy, che continuava a inumidirgli la fronte.

Dopo la rivelazione shock, la Cacciatrice bruna era svenuta e una febbre violenta l’aveva colpita, peggiorando non di poco le sue già precarie condizioni.

Buffy aveva anche passato, la maggior parte della notte, a ripetere nella sua mente le parole che Faith aveva pronunciato poco prima di perdere i sensi.

“Ero a Los Angeles, perché Andrew aveva sentito strane voci a proposito di un nuovo potere demoniaco. Così, ho deciso di andare lì. Mi sembrava inutile coinvolgere Angel. Solo che quando sono arrivata in quella parte della fognatura e ho visto chi c’era, ho pensato di essere impazzita”.

“Chi hai visto?” aveva chiesto Buffy, con tono cauto. Era vero che avevano combattuto insieme, ma non riusciva ancora a fidarsi del tutto di Faith.

“Andiamo, B! Te l’ho già detto! Loro tre!” e detto questo, Faith aveva indicato nuovamente la foto appesa al muro, quella che rappresentava Tara, Spike e Anya.

“Questo è impossibile” aveva sibilato Willow.

“Ti dico che erano loro! È vero che Tara l’ho vista al massimo una o due volte, ma con Spike e Anya ci ho trascorso dei mesi insieme! Ricordi? Il Primo? Un sacco di ragazzine in giro per casa? A proposito, dov’è Kennedy?”.

Nessuno aveva risposto alla domanda e la Cacciatrice bruna aveva deciso di sorvolare. Avevano questioni più urgenti da risolvere.

“Mi stavano aspettando” aveva detto, stringendo le mani a pugno.

“Ti stavano aspettando?” aveva ripetuto Xander, che nel frattempo si era seduto sulla poltrona di fronte a lei.

“Sì, e poi…”.

“E poi?” aveva domandato Dawn.

“Non riesco a ricordarmi. È successo tutto così in fretta! L’unica cosa che mi è rimasta impressa nella mente, è la loro risata poco prima di attaccarmi!” aveva esclamato Faith con tono furioso.

Gli Scoobies si erano scambiati uno sguardo fra loro, non pronunciando una sola parola per paura di scatenare una reazione esagerata da parte della Cacciatrice bruna, perché era chiaro che la sua storia era inverosimile.

Fu in quel momento che Fatih aveva perso i sensi.

Buffy guardò l’orologio appeso sopra al caminetto e, vedendo che ora era, decise di prepararsi una tazza di caffè. Odiava quando doveva stare in piedi tutta la notte, ma chi meglio di lei avrebbe potuto sorvegliare Faith?

Si erano offerti tutti, ma solo una persona avrebbe potuto sostituirla, ma Buffy aveva paura che Willow, in caso di scontro con la Cacciatrice, avrebbe perso il controllo e con tutto quello che stava succedendo, quella era una cosa da evitare assolutamente.

Stava per alzarsi quando vide spuntare da sotto il naso, una tazza fumante di caffè.

“Grazie, Willow” disse riconoscente alla strega, la quale si stava sedendo sul bracciolo della poltrona.

“Di niente, Buffy” rispose la rossa, sorseggiando il caffè dalla sua tazza e tenendo gli occhi puntati su Faith. “é ancora svenuta” constatò con tono distaccato.

Buffy ghignò e anche lei bevve.

Rimasero in silenzio per parecchi minuti, entrambe fissando la Cacciatrice bruna, e fu così che Xander le trovò.

Il carpentiere sospirò quando notò le espressioni scettiche e, allo stesso tempo, furiose impresse sui loro volti.

“Rivalità femminile” borbottò ad alta voce per farsi sentire dalle sue migliori amiche.

Le ragazze si voltarono verso di lui e lo fulminarono con gli occhi.

“Non dire sciocchezze, Xander” sbottò Buffy.

“Sì, infatti….” rincarò la strega.

“Sarà… Ma la guardate come se avesse ucciso qualcuno!”. Xander si rese conto di quello che aveva appena detto e si corresse all’istante. “Ok, sì. L’ha fatto, ma è successo un sacco di tempo fa… Sta pagando per il suo crimine”.

“è evasa…” gli ricordò Willow.

“Per venire ad aiutarci”.

“Solo per il senso di colpa. Non perché voleva sul serio” precisò Buffy, stiracchiandosi.

“Questo non lo puoi sapere” disse Xander testardamente. “ Io so che, in tutti questi anni, ci ha aiutato, e credo nel suo cambiamento”.

“Quindi, credi anche a quello che ci ha detto ieri sera?” gli chiese Buffy.

Questa era la domanda che girava nella testa di tutti gli Scoobies. Crederle oppure no? E se fosse stata una bugia, perché raccontarla? Ma se fosse stata la verità? Se veramente Spike, Tara e Anya fossero ritornati in qualche modo nel mondo dei vivi? Chi era stato a richiamarli? E perché avrebbero dovuto aggredire Faith?

“è assurdo” disse Willow. “ Nessuno avrebbe tutto questo potere”.

“A parte te…” fece Buffy, sorridendole.

Willow sbuffò, per poi assumere un’espressione sofferente.

“Non ci sono riuscita, ricordi? Non mi è stato permesso”.

Buffy le strinse la  mano per confortarla e chiederle allo stesso tempo di perdonarla. Alle volte, pensò, avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa.

“Non ti è stato permesso perché è stata una morte naturale, come quella di Anya… L’unico che poteva risorgere era Blondie!” rifletté Xander, rubando del caffè a Buffy.

“Appunto! Chi mai potrebbe possedere tutto quel potere e, soprattutto, saperlo gestire?” esclamò Willow, con un pizzico d’invidia nella voce.

“Non vorrei ripetermi, ma sei sempre tu! Quando hai fatto quell’incantesimo per risvegliare lo spirito della Cacciatrice in tutte le Potenziali, sei diventata un Dea!” affermò Buffy.

La strega arrossì. “ Solo per due minuti”.

Xander e Buffy ridacchiarono, mentre Willow cercava di non mostrarsi troppo compiaciuta.

“Ma perché allora raccontarci questa storia assurda? Perché dire che sono stati loro tre?” chiese Buffy guardando la sua collega, ancora svenuta.

“Non è detto che menta. Forse il demone che ha incontrato, può assumere le sembianze di gente morta”.

“Xander, quello è il Primo e l’abbiamo sconfitto. Per di più, lui era incorporeo. Qualunque cosa abbia ridotto Faith in questo mondo, sicuramente possedeva un corpo” disse Willow, indicando la ragazza sul divano.

“Un corpo che cammina e che può uccidere, se non lo fermiamo.” fece Buffy, alzandosi. “Ci serve Giles”.

Buffy stava per uscire dalla sala, quando la mano di Xander si appoggiò sulla sua spalla per fermarla.

La Cacciatrice si voltò verso di lui, inarcando un sopracciglio. “Che c’è, Xander?”

Il ragazzo deglutì e si guardò intorno, come se stesse cercando una risposta adeguata da dare a Buffy.

“Che ne dici di riposarti? Alla fine, Faith è ancora svenuta e finché la Bella Addormentata rimarrà ancora… be’, addormentata, non possiamo fare niente”.

Buffy guardò prima il suo migliore amico, per poi scambiare un’occhiata con Willow. Era palese che Xander stesse nascondendo qualcosa.

“Che succede, Xander?” domandò Willow, avvicinandosi a loro.

“Niente. Penso solo che Buffy debba riposarsi un po’”.

“E se Faith dovesse risvegliarsi mentre io sto dormendo?” lo sfidò la Cacciatrice.

“Be’, ci saremmo io, Willow e Dawnie. In tre, dovremmo gestirla…”.

“Ci sarà anche Giles, no?” fece la strega.

“Quando tornerà”, disse senza riflettere il carpentiere. “ Merda!”.

Buffy sgranò gli occhi e cominciò a provare la familiare sensazione di pericolo incombente.

“Dov’è andato?”.

Xander fissò le due ragazze e poi tentò la fuga, ma purtroppo per lui non sarebbe mai riuscito a fuggire dalla Cacciatrice e dalla strega più potente del mondo occidentale.

Non fece neanche in tempo a raggiungere la cucina, che davanti alla porta gli si parò Willow. Tentò di tornare sui suoi passi, ma a bloccarlo c’era già Buffy.

“Forza, Xan. Dov’è andato?” ripeté la strega.

“Però così non è giusto! Io non ho superpoteri, per non parlare della magia. L’unica cosa che ho, è una benda su un occhio che mi fa assomigliare a un pirata”.

Buffy e Willow si trattennero dal ridere e si limitarono a fissarlo.

“Ok. Va bene. Giles è partito per l’Italia. È andato da Andrew!” si arrese Xander, dirigendosi verso l’altro divanetto, quello non occupato da Faith.

“è andato a Roma? Ma doveva portamici. Me l’aveva promesso” disse Willow scioccata. “ Mi ha detto che se continuavo così, mi avrebbe permesso di andare con lui. Oh, ma gliela faccio pagare. Gli nascondi tutti i fazzoletti, anzi no… Gli nascondo tutti i tipi di tè che abbiamo in casa... Sì, farò questo! Così vedrà cosa vuol dire mettersi contro…”.

Willow, notando le facce divertite dei suoi amici, s’interruppe. “Quindi, è in Italia. Perché?”.

“Già, perché è andato da Andrew?” chiese Buffy.

Xander fece un respiro profondo e si accomodò meglio sul divano.

“Stanotte, dopo che Faith ci ha raccontato quello che le è successo…”.

“Quello che crede le sia successo” corresse la strega a denti stretti. “Scusa, vai avanti”.

“Grazie. Allora, dopo che è svenuta, Giles ha chiamato Andrew per sapere se la storia era vera. Non so perché non gli abbia telefonato davanti a noi, ma da quello che sono riuscito a origliare, Andrew ha confermato la storia di Faith. Giles gli ha spiegato quello che era successo e poi... è diventato pallido e ha iniziato a pulirsi gli occhiali. Lo sapete che non è mai un buon segno. Gli ha chiesto se ne era sicuro e, a quanto pare, la risposta è stata affermativa. Poi ha messo giù ed io non ho fatto in tempo a nascondermi. Mi ha visto e mi ha fatto giurare di non dire niente, a patto però che mi raccontasse cose gli avesse detto Andrew”.

“E che cosa gli ha detto Andrew?” domandò Buffy, certa che altre brutte notizie erano in arrivo.

Xander sospirò. “ Vi ricordate di D’Hoffryn?”.

“Il capo dei demoni della vendetta? E adesso, lui che c’entra?” chiese Willow, confusa.

“Be’, diciamo, che non è più il loro capo”.
“C’è qualcuno più potente di lui?”.

“Sì, Buffy, visto che l’ha ucciso”.

Buffy e Willow spalancarono la bocca all’unisono. Non potevano crederci.

“è la stessa faccia che ho fatto io quando Giles me l’ha detto, almeno credo. E non è ancora finita”.

“C’è altro?” squittì Willow.

“Sì. Tra i demoni gira il nome di chi l’abbia ucciso e sostituito”. Xander si prese un momento, per lui dire il suo nome era ancora fonte di enorme sofferenza. “Il nome è quello di Anya. Cioè, Anyanka. Si dice che a uccidere D’Hoffryn sia stata Anyanka”.

Willow era l’immagine dello stupore, mentre Buffy tentava di mantenere la calma. Ma che cosa diavolo stava succedendo?

“E Giles è andato a Roma…” iniziò a dire Buffy, ignorando l’occhiataccia che Xander le rivolse.

“è andato a Roma perché è lì che i demoni della vendetta si ritrovano! È partito subito e mi ha chiesto di coprirlo, perché era sicuro che tu saresti andata immediatamente!”.

“Certo, non ho nessun motivo per rimanere qui!”.

“Il motivo per rimanere, ce l’hai steso su quel divano” disse Xander, indicando Faith. “ Se veramente Anya, Spike e Tara l’hanno aggredita, dobbiamo scoprire il perché!”.

“Allora le credi?” ribatté Buffy, iniziando ad arrabbiarsi.

“Non lo so! Buffy, io non lo so! Ma se loro fossero …”.

“Perché non lo ammetti? Tu hai paura che io vada a Roma, perché se questa storia di Anya fosse vera, io dovrò ucciderla!”.

Durante il litigio, i due non si erano accorti di essere a pochi centimetri l’uno dall’altra e costrinsero Willow a intervenire. Si frappose fra loro e cercò di allontanarli, ma erano troppo pesanti per lei.

“Ragazzi, diamoci una calmata. Xander, quello che dice Faith non è ancora sicuro e tu non puoi credere a tutto quello che i demoni dicono. E Buffy, tu non puoi andartene. Dobbiamo risolvere questa situazione. Le scaramucce tra esseri demoniaci, lasciale affrontare a Giles e alle Cacciatrici che si trovano in Italia. Non sei più sola. Inizia a fidarti di loro!”.

Buffy e Xander abbassarono lo sguardo, imbarazzati.

“Adesso, stringetevi la mano” ordinò Willow, divertita.

La Cacciatrice alzò la mano, ma il carpentiere la colse di sorpresa. Invece di stringergliela, la abbracciò, coinvolgendo anche Willow.

“Vi voglio bene, ragazze”.

“Anche noi, Xan, ma abbiamo bisogno di quella cosa chiamata ossigeno” bofonchiò Buffy tra le sue braccia.

I tre si separarono ridendo e in quel momento, dalle scale, scese Dawn.

“Ehi, che sta succedendo?” chiese allegra, ma poi leggendo i loro volti, il sorriso le scivolò dalle labbra. “Oh Dio. Che è successo?”.

Buffy si avvicinò alla sorella e la abbracciò.

“Guai come al solito, ma nessuna Apocalisse per ora”.

“Meno male. Non mi piacciono le Apocalissi” borbottò Dawn.

“Vuoi fare colazione?”.

“Sì. Frittelle!” esclamò Dawnie. “ Per le brutte notizie, ho bisogno delle mie frittelle”.

“Ok. Willow ci pensi tu? Credo che seguirò il consiglio di Xander… Un pisolino mi ci vuole…”.

“Va bene, Buffy” fece la strega. “ Forza, Dawnie, in cucina”.

Mentre le due ragazze andavano in cucina, Xander rimase a fissare Buffy.

“Non ho intenzione di scappare” gli disse Buffy con finto tono esasperato. “Anche perché Willow mi terrà d’occhio sicuramente”:

Xander sorrise, ma il sorriso non salì agli occhi.

“No, non è quello. È solo che… Buffy, ci crederesti se ti dicessi che io spero, con tutte le mie forze, che la storia di Faith sia vera?”.

La Cacciatrice lo guardò. Avrebbe tanto voluto rispondere di sì, che anche lei lo sperava con tutto il cuore ma se lo avesse detto, sarebbe stato troppo per lei.

“Xander, noi non possediamo quel lusso che gli altri chiamano speranza” e detto questo, gli voltò le spalle per salire le scale.

Quando giunse in camera sua e si chiuse la porta alle spalle, Buffy crollò sul pavimento. Le lacrime cominciarono a scorrere dai suoi occhi verdi, e lei soffocava i singhiozzi, mordendosi il polso.

Era successo così tanto in una sola notte, e lei non era sicura di poter reggere tutto questo.

Si trascinò verso il letto, si gettò sopra e, appena chiuse gli occhi, si addormentò all’istante.

Capì subito che stava sognando.

Dall’odore e dalle pareti di pietra, si rese conto di trovarsi nelle fogne, ma non sembravano quelle di Sunnydale.

Erano diverse, più grandi e più rovinate.

Si guardò intorno, in cerca di un’uscita, e mentre stava per svoltare l’angolo, vide Faith sopraggiungere verso di lei.

Camminava svelta e sembrava concentrata. Buffy alzò una mano per salutarla, ma la Cacciatrice bruna la sorpassò senza vederla. Anche se era un sogno, la bionda si offese e decise di seguirla. Percorsero quelle vie sotterranee per un tempo indefinito. Ogni volta che svoltavano un angolo, Buffy pregò che fossero arrivate, ma Faith continuava ad avanzare. A un tratto, la bruna si fermò.

Delle voci provenivano da dietro l’angolo, e il cuore di Buffy ebbe un sussulto. Quella risata l’avrebbe riconosciuta ovunque.

Dimenticandosi di Faith, Buffy corse verso quel suono meraviglioso e lì li vide.

Tutti e tre erano esattamente come l’ultima volta che li aveva visti. Indossavano addirittura gli stessi abiti: Tara con la maglia blu macchiata di sangue; Anya con la ferita in mezzo al petto; e Spike con il suo immancabile chiodo nero sporco di cenere.

Una gioia selvaggia la invase. Il primo istinto che ebbe, fu quello di correre verso di loro, ma poi si accorse che c’era qualcosa che non andava.

I loro occhi erano freddi e distanti e sulle labbra avevano un ghigno che, solo a guardarlo, metteva paura.

Erano loro, ma allo stesso tempo no.

Dov’era finita l’aria tormentata di Spike? La dolcezza di Tara? E la sincerità disarmante di Anya?

“Sta arrivando”.

Buffy trasalì quando sentì la voce di Tara.

“Ha fatto presto. Lo sapevo. Faith, è sempre stata una che non si tira indietro”, disse Anya, alzandosi da quella specie di trono, dove era rimasta seduta fino a quel momento.

“Be’, la tua uccisione di D’Hoffryn è già sulla bocca di tutti. é normale che Andrew l’abbia scoperta subito. Non capisco, però, per quale motivo non abbia mandato Buffy” si chiese Spike ad alta voce.

La cacciatrice sentendo quelle parole dovette combattere contro l’impulso di correre verso di lui. Per fortuna, non la vedevano, anche perché non era sicura che l’avrebbero accolta a braccia aperte.

Ma vederlo lì, a pochi passi di distanza da lei, era una sofferenza terribile. Il suo cuore si stava lacerando e non poteva fare niente per impedirlo.

“è semplice. Lei deve tener d’occhio la Bocca dell’Inferno di Cleveland. Il lavoro secondario lo lascia alle altre Cacciatrici” spiegò Anya.

“C’è una cosa che non riesco ad accettare” esordì Tara, accomodandosi sul trono e piegando le gambe sotto di sé.

“Che cosa, biondina?” s’informò Spike.

“Andrew non faceva parte di quel gruppetto che voleva uccidere Buffy? No, perché mi sembra strano che voi l’abbiate accolto quando lui, in qualche modo, c’entra con la mia morte”.

Anya e Spike sogghignarono, scatenando dei brividi in Buffy.

“Non dircelo. L’abbiamo dovuto sopportare per mesi” disse il vampiro, accedendosi una sigaretta.

“Ed io sono morta per salvarlo. Quindi, quella che ha un conto in sospeso con lui, sono io!” esclamò Anya.

I tre risero di gusto e Buffy si sentì in colpa. Avrebbe voluto che anche i suoi amici fossero lì con lei per udire le loro risate.

All’improvviso, Tara si azzittì e Spike e Anya la guardarono incuriositi.

“Si è decisa a venir fuori. Allora, chi inizia?”.

“Puoi iniziare tu, se vuoi. Alla fine, non ci sei mai andata d’accordo” disse con tono pratico Anya.

Tara fece il suo sorriso storto, mentre gli occhi chiari e lunghi capelli biondi iniziavano a inscurirsi.

“Io dico tutti e tre” propose Spike, buttando la sigaretta. “Dobbiamo solo stare attenti a non ucciderla”.

“Giusto, deve riferire il messaggio…” sussurrò Tara.

“Deve riferire che siamo tornati ai nostri cari amanti!” precisò Anya.

Buffy sapeva quello che sarebbe successo. Si voltò e vide Faith camminare verso di loro.

La Cacciatrice bruna era sotto shock, ma un sorriso enorme si stava formando sulle sue labbra.

“Faith, no!” gridò Buffy, quando la vide avanzare verso di loro, ma lei non la sentì.

Tentò di fermarla, ma le sue mani attraversarono il suo corpo.

“Ciao, ragazzi. Vi vedo in gran forma, anche se siete morti” disse Faith con tono divertito.

“Peccato, che non potremmo dire lo stesso di te tra non molto” fece Anya, tramutandosi in Anyanka. Intanto, Spike mostrava il suo lato da vampiro e Tara era completamente immersa nella magia nera.

Il sorriso di Faith si congelò.

I quattro si guardarono per pochi secondi.

Mentre Faith correva verso di loro armata solo di una spada e di un paletto, i suoi tre avversari iniziarono a ridere e si lanciarono su di lei.

Buffy si svegliò, gridando. Aveva sperimentato il dolore che aveva provato Faith, quando Tara le aveva procurato quei tagli stregati; aveva percepito i calci e i pugni da parte di Anya; e soprattutto, aveva sentito i denti di Spike affondare dentro di lei.

“Buffy! Buffy! Calmati!”.

La voce di Xander la stava riportando alla realtà. Aprì gli occhi e si ritrovò circondata dalle persone che amava di più.

Willow, Xander e Dawn la stavano guardando spaventati.

“Buffy! Che cosa hai sognato?” domandò Dawn.

La Cacciatrice cercò di fissarli negli occhi e prese un respiro profondo.

“Sono tornati!”.

“Tornati?” ripeté sua sorella ma Buffy non le rispose. Stava guardando i suoi due migliori amici. “Vuoi dire…” iniziò a dire Willow con fatica.

“Sì, Willow. Faith ha ragione! Tara, Spike e Anya sono tornati…”.

E il loro messaggio era arrivato forte e chiaro.

 

 

 

 

 

 

Ecco a voi, il secondo capitolo.

Spero che vi piaccia e che abbia destato la vostra curiosità.

Grazie a ella93 per la sua recensione.

Alla prossima.

Asiel

 

  
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