Capitolo 7 - Alexander
Capitolo 7
Alexander
Squall
si svegliò lentamente quella mattina, cullato dal dolce
tepore
del sole che gli illuminava il volto stanco. Spaesato nel ritrovarsi in
una stanza sconosciuta, il ragazzo si perse in un minuto di
contemplazione, osservando tutto quel bianco che gli stava
intorno: le tende, le pareti, le
lenzuola...non fosse stato per il parquet di legno chiaro,
avrebbe creduto di essere morto. Perché il bianco
lui lo
aveva sempre associato alla morte. Alla morte...e agli ospedali, anche.
D'un
tratto, quel pensiero lo riportò alla
lucidità e lo fece scattare a sedere. Certo, doveva essersi
addormentato
nell'infermeria della ShinRa, mentre vegliava Yuna...
"Chissà
come sta..." si
chiese, passandosi una mano sugli occhi per scacciare il sonno che
ancora aveva. Stirando distrattamente la schiena, Squall
aprì di
nuovo gli occhi, sobbalzando quando vide che il letto in cui avrebbe
dovuto trovarsi la ragazza era vuoto.
"Yuna!"
***
Lentamente, un uomo dal volto celato nell'ombra del suo cappuccio nero,
procedeva per le scure sale di un palazzo in rovina, senza curarsi
dell'incredibile stato di abbandono in cui esso si trovava: le macerie
erano sparse ovunque sul pavimento, ostacolando spesso il passaggio;
l'edera cresceva rigogliosa sulle pareti stinte e senza luce; l'acqua,
arrivata da chissà dove, scorreva a fiumi sul pavimento,
cadendo a
volte dai piani superiori e formando così tanto
spettacolari
quanto assurde e fuori luogo cascate. Ma la figura sembrava non
curarsene, avendo già visto più e più
volte quel luogo dallo splendore
perduto. Il sorriso sotto al suo mantello nero si poteva intravedere
persino nel buio. Ripensava all'espressione di quella povera, piccola
ragazzina quando lo aveva visto in volto, a come il suo viso avesse
pian piano assunto un'espressione sconvolta e il suo corpo si fosse
irrigidito, incapace di rispondere ai suoi pensieri. O, forse, di
pensieri non ne aveva avuti affatto, in quel momento perfetto.
Perfetto
per lui, almeno. La sua risata maligna riecheggiò per le
desolate sale
del palazzo, mentre si portava una mano a slegare i lacci sul collo,
liberandosi in un attimo del mantello sulle spalle. La sua pregiata
stoffa cadde svolazzando in terra, finendo nell'acqua candida.
Ecco
dov'era finita, quella maledetta strega! Era andata nel futuro, non si
era arresa!
Di
nuovo, il ragazzo rise, passandosi una mano tra i capelli chiari. Dopo
mille anni, finalmente le cose tornavano a farsi interessanti...
***
"Non è
possibile..."
Yuna aveva perso il conto delle volte in cui se lo era ripetuto da
quando si era svegliata, quella mattina in infermeria. Non riusciva ad
articolare altro, se non quelle tre, semplici parole che racchiudevano
tutto il suo sconcerto e il suo sconforto. Anche ora, seduta in terra
con una gamba stretta al petto tra le braccia infreddolite, Yuna non
riusciva a pensare ad altro. Scosse la testa, sospirando a lungo, prima
di rialzare un po' lo sguardo davanti a sé.
"Cosa devo fare, Lee? Tu
che faresti?" La ragazza rimase qualche secondo in silenzio, nella
paziente attesa di una risposta che sapeva non sarebbe mai arrivata,
prima di sospirare ancora, sconsolata, alzandosi in piedi con una
spinta decisa. "Non posso esitare, vero? Anche se questo...dovesse
cambiare le cose..."
Di nuovo scosse il capo, chiudendo gli occhi per un istante. Un sorriso
triste le si dipinse sulle labbra, quando parlò di nuovo.
"Sono venuta qui per riportarti indietro, non posso permettermi
scrupoli." I pugni erano serrati con rabbia, lo sguardo si rifiutava di
incrociare la figura stesa lì in terra. Si
costrinse a
fissarlo, imprimendo bene nella mente quel doloroso momento per essere
certa di avere un motivo per non mollare. Per non mollare mai. Poi,
dopo secondi che le sembravano essere durati un'eternità,
finalmente si decise a voltarsi e a salire i gradini da cui era venuta.
L'espressione determinata sul volto, la forza della magia che non
chiedeva altro se non l'essere evocata, Yuna sparì nel
nulla,
indossando il guanto nero di pelle che usava per poter tenere la spada.
Intorno a lei il paesaggio era cambiato, la foresta fitta in cui si
trovava avrebbe spaventato chiunque e il buio regnava sovrano,
nonostante fosse mattina presto e in cielo non ci fosse neppure l'ombra
di una nuvola. Ma Yuna non si curava del paesaggio se non per cogliere
eventuali punti di fuga o figure in agguato nell'ombra. D'un tratto, un
sorriso maligno le illuminò lo sguardo, mentre inchiodava
sul
posto e si voltava a guardare verso la fonte del suo interesse, ben
nascosta tra tutta quella folta vegetazione.
"Bingo!"
***
Senza farsi vedere, Squall continuava a lanciare rapide e continue
occhiate all'orologio appeso alla parete davanti a lui, in ansia.
Fuori, il comandante Leonhart stava trattando con quel tale,
Gordon, la fusione col colosso ShinRa, formale e professionale come
sempre, ma dentro...dentro Squall non si dava pace e continuava a
pensare: non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era preoccupato
per Yuna e per come stavano andando le cose tra di loro. Non erano mai
stati lontani tanto a lungo e temeva che la cosa potesse agire sulla
corazza che lei si era tanto faticosamente creata in quegli anni in cui
lui le era stato accanto. Qualcosa in lei gli sfuggiva. Era sempre
stato così, in effetti. Qualcosa, se lo sentiva nell'anima,
lei
glielo aveva sempre nascosto, nonostante tutto. Anche ora, quel
qualcosa li stava allontanando sempre di più...e lui non
voleva
neppure chiedersi fino a che punto avrebbe potuto spingerli.
Di nuovo, Squall guardò l'orologio: le nove e tre quarti.
Conclusa la trattativa, sarebbero ripartiti immediatamente e
ciò
significava che, se lei non si fosse sbrigata a tornare e a rifarsi
viva, lui sarebbe stato costretto ad andarsene senza neppure salutarla
e chissà quanto tempo sarebbe passato prima che si fossero
rivisti ancora...
Sospirando impercettibilmente, il comandante Leonhart riprese il
controllo sui pensieri del ragazzo.
Quando
la trattativa ebbe termine, il rappresentante della ShinRa si
congedò
dai SeeD (neo corpo speciale dell'azienda), mentre loro scendevano
verso la hall con passo spedito. Puntavano dritti verso la porta,
quando una voce li chiamò.
"Ehi, Squall! Ragazzi!"
Yuna
correva verso di loro e l'espressione preoccupata sul suo viso faceva
subito intuire che qualcosa non andava. Tuttavia, il gruppo
sembrò
interessarsi più alla sua salute che alla sua faccia.
"Davvero ti senti già bene?" domandò
subito Selphie, lievemente preoccupata nel
vederla già in piedi dopo la confusione della sera prima.
"Già" le fece eco Quistis "un po' di riposo ti avrebbe fatto
solo del bene..."
"Non
c'è tempo per queste cose!" tagliò corto Yuna,
agitando freneticamente
una mano davanti al viso "Avete sentito? Anche il vicepresidente
è
stato attaccato! Proprio domani avrebbe dovuto salire di grado e
prendere il posto di Sharley, invece..." La ragazza lasciò
la frase in
sospeso e tutti immaginarono immediatamente il peggio.
"Invece?" le chiese Irvine, a nome di tutti.
"Invece
ora è in infermeria, in condizioni delicate. Sembra non sia
in fin di
vita, tuttavia ha subito seri danni e potrebbe restarne traccia..."
"Certo
che è strano" disse Zell, reggendosi il gomito con una mano
e posando
l'altro pugno sul mento mentre ragionava ad alta voce "in soli due
giorni, il presidente della ShinRa è morto, il comandante
dei soldier è
stato attaccato e ora, come se non bastasse, lo stesso trattamento
è
stato riservato anche al vicepresidente..."
"Sembra che qualcuno
stia tentando di distruggere l'azienda partendo dalle alte cariche..."
proseguì Quistis, cercando conferma nello sguardo freddo e
impassibile
di Squall.
"Qual è il punto?" domandò lui, sintetico come
sempre.
Yuna
incrociò le braccia, prendendosi qualche istante prima di
rispondere
"L'azienda vi vuole ancora qui...almeno finché la questione
non si sarà
risolta..."
I sei ragazzi davanti a lei annuirono, senza fare una piega.
"Solitamente
ci rivolgiamo al centralino per sapere se ci sono disposizioni per noi.
Stavolta, però, so io cosa dovete fare: dovrete scoprire chi
ha
attaccato me, il vicepresidente e l'ex-presidente Kaim Sharley. I video
della sorveglianza riprendono tutto, qui, ma non è insolito
che non ci
sia nessuno a controllare, sul momento. Riferirete direttamente al
vicepresidente, Alexander Dean Sharley. È molto
scrupoloso nel suo
lavoro e, soprattutto ora che l'azienda è completamente al
suo comando,
vuole essere al corrente di ogni singola mosca che si trova a volare
nell'edificio..."
"Sharley non è il nome...?"
"È suo figlio."
rispose Yuna, capendo in anticipo la domanda di Selphie. "A differenza
del padre, però, lui era un soldato. Lavora per la ShinRa da
quando
aveva diciassette anni e si è guadagnato la carica che ha
con anni di
addestramenti e missioni. Una mente davvero brillante, la sua..."
"Ti
ringrazio sentitamente" una voce alle spalle della ragazza la fece
voltare d'istinto, sapendo chi si sarebbe trovata di fronte.
Immediatamente, il soldier eseguì il saluto militare, subito
ricambiata
dal ragazzo di fronte a lei. Alexander D. Sharley stava in piedi di
fronte a lei, sorridendo cordialmente alle sue parole. I sei ragazzi
del garden lo scrutarono a fondo, vedendolo per la prima volta:
ventidue anni, biondo e con gli occhi chiari, saggi, il corpo alto e
robusto di un gran soldato, il sorriso dolce e affabile di un
ragazzo come tanti, uno che la guerra non l'ha mai vista da
vicino.
Come poteva lui sembrare tanto...sereno? "Ma mi sopravaluti, te l'ho
sempre detto..."
I due soldati si rilassarono praticamente nello stesso momento,
sorridendo e chiacchierando come cari amici.
"La pubblicità non fa mai male..."
Sharley junior alzò le sopracciglia in una buffa espressione
di divertimento, prima di rivolgersi ai SeeD.
"Tu
devi essere il comandante Leonhart." esclamò, stringendogli
la mano
"Mi avevano detto che eri giovane, ma non credevo tanto...Mi auguro che
continuerai a dare il meglio per l'azienda...e per il garden,
naturalmente! Abbiamo sempre bisogno di elementi tanto validi!"
Squall annuì semplicemente, chissà
perché infastidito da quelle parole.
"Beh,
ora vi lascio andare: avete un compito da svolgere. Per quanto riguarda
te, invece" voltò lo sguardo verso Yuna, puntandole un dito
contro
"avrei qualcosa da dirti."
I SeeD si allontanarono nella direzione
opposta, mentre Yuna seguiva il ragazzo verso l'ascensore. Quando le
porte si chiusero alle loro spalle, la ragazza non poté
trattenere
l'espressione insofferente che le si era formata sul viso.
"I video della sorveglianza?" domandò Sharley, schiacciando
un
tasto che Yuna non riuscì a vedere sulla lunga lista dei
piani.
"Me ne sono sbarazzata." rispose lei, con un automatico tono freddo e
distaccato.
"Bene"
sussurrò l'altro, voltandosi verso di lei e posando una mano
contro la
parete accanto alla ragazza. L'espressione beffarda che lui aveva sul
volto servì solo ad accentuare l'aria truce di lei. "Ma la
prossima
volta che ti azzardi ad attaccarmi...mi accerterò che tu non
possa
raccontarlo. Sono stato chiaro?"
Yuna distolse lo sguardo,
stringendo i pugni con rabbia mentre si poggiava alla parete. "La
prossima volta non sarai tanto fortunato, ricordatelo!"
Lui mostrò
un sorriso sghembo, allontanandosi da lei proprio mentre le porte si
aprivano. "Lo vedremo" sussurrò, mentre già si
incamminava fuori
dall'ascensore. "Lo vedremo..."
***
"Maledizione!" Zell picchiò un pugno contro il muro,
gridando con rabbia. "Non abbiamo trovato niente! Niente!"
"Calmati, Zell." lo rimproverò Squall, avanzando
nella
stanza scura verso tutti quei monitor luminosi. Le telecamere di
sorveglianza erano ovunque, all'interno della ShinRa, e non c'era luogo
o momento nel palazzo che non fosse registrato. O meglio, qualcosa
mancava, tra tutti quei video, ma Squall sapeva che era stata opera di
qualcuno che non voleva farli arrivare alla verità. Sesto
senso?
Intuizione? Poteva essere qualunque cosa, fatto stava che ogni volta
che aveva provato quella sensazione, chissà come il SeeD non
si
era mai sbagliato. Ora il problema era scoprire chi e perché
avesse fatto sparire quei video. E poi, erano stati distrutti o c'era
ancora speranza di ritrovarli?
"È inutile" Quistis tornò in quel momento
dall'archivio,
scuotendo la testa con aria frustrata "per quanto controlli la risposta
è sempre la stessa: le uniche registrazioni mancanti sono
quelle
dei tre attacchi alle alte cariche della ShinRa. Non c'è
altro
da dire."
***
Yuna
stava seduta su
uno scoglio vicino al molo, lanciando in aria con ritmo cadenzato una
scatola nera della grandezza di una cassetta. Al suo fianco erano
posate altre due scatole totalmente identiche, umide per gli schizzi
d'acqua che a volte le toccavano. La ragazza sospirò,
riflettendo: aveva preso la prima cassetta perché...beh,
ammettiamolo: sarebbe stato alquanto compromettente un video in libera
circolazione in cui lei si lanciava contro il futuro presidente ShinRa,
gridandogli contro di essere un demone. La gente non avrebbe capito...
E le altre due...sapeva esattamente perché le aveva prese:
l'aveva fatto per proteggere Chris e questo non le andava
giù.
Certo, poteva sempre ripetersi che, in realtà, aveva voluto
proteggerlo per non mettere a rischio la sua chance di battersi con lui
e di catturare anche quel demone, ma non ci credeva neppure lei. Era
talmente ovvio che non era per quella ragione! Cavolo, era stato
proprio un bello shock vederlo in faccia...
Yuna inspirò a fondo l'aria salmastra, riempiendosi i
polmoni di
quell'odore frizzantino, quando dei passi alle sue spalle la fecero
voltare indietro. Dovette trattenersi con quanta più forza
di
volontà aveva in corpo per non sorridere, o peggio, per non
correre incontro al ragazzo che aveva davanti e gettargli le braccia al
collo.
"Tu guarda com'è piccolo il mondo! Cloud, giusto?"
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