Crossover
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Autore: Etie    03/12/2010    1 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 7 - Alexander

Capitolo 7
Alexander



Squall si svegliò lentamente quella mattina, cullato dal dolce tepore del sole che gli illuminava il volto stanco. Spaesato nel ritrovarsi in una stanza sconosciuta, il ragazzo si perse in un minuto di contemplazione, osservando tutto quel bianco che gli stava intorno: le tende, le pareti, le lenzuola...non fosse stato per il parquet di legno chiaro, avrebbe creduto di essere morto. Perché il bianco lui lo aveva sempre associato alla morte. Alla morte...e agli ospedali, anche.
D'un tratto, quel pensiero lo riportò alla lucidità e lo fece scattare a sedere. Certo, doveva essersi addormentato nell'infermeria della ShinRa, mentre vegliava Yuna...
"Chissà come sta..." si chiese, passandosi una mano sugli occhi per scacciare il sonno che ancora aveva. Stirando distrattamente la schiena, Squall aprì di nuovo gli occhi, sobbalzando quando vide che il letto in cui avrebbe dovuto trovarsi la ragazza era vuoto.
"Yuna!"

***

Lentamente, un uomo dal volto celato nell'ombra del suo cappuccio nero, procedeva per le scure sale di un palazzo in rovina, senza curarsi dell'incredibile stato di abbandono in cui esso si trovava: le macerie erano sparse ovunque sul pavimento, ostacolando spesso il passaggio; l'edera cresceva rigogliosa sulle pareti stinte e senza luce; l'acqua, arrivata da chissà dove, scorreva a fiumi sul pavimento, cadendo a volte dai piani superiori e formando così tanto spettacolari quanto assurde e fuori luogo cascate. Ma la figura sembrava non curarsene, avendo già visto più e più volte quel luogo dallo splendore perduto. Il sorriso sotto al suo mantello nero si poteva intravedere persino nel buio. Ripensava all'espressione di quella povera, piccola ragazzina quando lo aveva visto in volto, a come il suo viso avesse pian piano assunto un'espressione sconvolta e il suo corpo si fosse irrigidito, incapace di rispondere ai suoi pensieri. O, forse, di pensieri non ne aveva avuti affatto, in quel momento perfetto. Perfetto per lui, almeno. La sua risata maligna riecheggiò per le desolate sale del palazzo, mentre si portava una mano a slegare i lacci sul collo, liberandosi in un attimo del mantello sulle spalle. La sua pregiata stoffa cadde svolazzando in terra, finendo nell'acqua candida.
Ecco dov'era finita, quella maledetta strega! Era andata nel futuro, non si era arresa!
Di nuovo, il ragazzo rise, passandosi una mano tra i capelli chiari. Dopo mille anni, finalmente le cose tornavano a farsi interessanti...

***

"Non è possibile..."
Yuna aveva perso il conto delle volte in cui se lo era ripetuto da quando si era svegliata, quella mattina in infermeria. Non riusciva ad articolare altro, se non quelle tre, semplici parole che racchiudevano tutto il suo sconcerto e il suo sconforto. Anche ora, seduta in terra con una gamba stretta al petto tra le braccia infreddolite, Yuna non riusciva a pensare ad altro. Scosse la testa, sospirando a lungo, prima di rialzare un po' lo sguardo davanti a sé.
"Cosa devo fare, Lee? Tu che faresti?" La ragazza rimase qualche secondo in silenzio, nella paziente attesa di una risposta che sapeva non sarebbe mai arrivata, prima di sospirare ancora, sconsolata, alzandosi in piedi con una spinta decisa. "Non posso esitare, vero? Anche se questo...dovesse cambiare le cose..."
Di nuovo scosse il capo, chiudendo gli occhi per un istante. Un sorriso triste le si dipinse sulle labbra, quando parlò di nuovo.
"Sono venuta qui per riportarti indietro, non posso permettermi scrupoli." I pugni erano serrati con rabbia, lo sguardo si rifiutava di incrociare la figura stesa lì in terra. Si costrinse a fissarlo, imprimendo bene nella mente quel doloroso momento per essere certa di avere un motivo per non mollare. Per non mollare mai. Poi, dopo secondi che le sembravano essere durati un'eternità, finalmente si decise a voltarsi e a salire i gradini da cui era venuta. L'espressione determinata sul volto, la forza della magia che non chiedeva altro se non l'essere evocata, Yuna sparì nel nulla, indossando il guanto nero di pelle che usava per poter tenere la spada. Intorno a lei il paesaggio era cambiato, la foresta fitta in cui si trovava avrebbe spaventato chiunque e il buio regnava sovrano, nonostante fosse mattina presto e in cielo non ci fosse neppure l'ombra di una nuvola. Ma Yuna non si curava del paesaggio se non per cogliere eventuali punti di fuga o figure in agguato nell'ombra. D'un tratto, un sorriso maligno le illuminò lo sguardo, mentre inchiodava sul posto e si voltava a guardare verso la fonte del suo interesse, ben nascosta tra tutta quella folta vegetazione.
"Bingo!"

***

Senza farsi vedere, Squall continuava a lanciare rapide e continue occhiate all'orologio appeso alla parete davanti a lui, in ansia. Fuori, il comandante Leonhart stava trattando con quel tale, Gordon, la fusione col colosso ShinRa, formale e professionale come sempre, ma dentro...dentro Squall non si dava pace e continuava a pensare: non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era preoccupato per Yuna e per come stavano andando le cose tra di loro. Non erano mai stati lontani tanto a lungo e temeva che la cosa potesse agire sulla corazza che lei si era tanto faticosamente creata in quegli anni in cui lui le era stato accanto. Qualcosa in lei gli sfuggiva. Era sempre stato così, in effetti. Qualcosa, se lo sentiva nell'anima, lei glielo aveva sempre nascosto, nonostante tutto. Anche ora, quel qualcosa li stava allontanando sempre di più...e lui non voleva neppure chiedersi fino a che punto avrebbe potuto spingerli.
Di nuovo, Squall guardò l'orologio: le nove e tre quarti. Conclusa la trattativa, sarebbero ripartiti immediatamente e ciò significava che, se lei non si fosse sbrigata a tornare e a rifarsi viva, lui sarebbe stato costretto ad andarsene senza neppure salutarla e chissà quanto tempo sarebbe passato prima che si fossero rivisti ancora...
Sospirando impercettibilmente, il comandante Leonhart riprese il controllo sui pensieri del ragazzo.
Quando la trattativa ebbe termine, il rappresentante della ShinRa si congedò dai SeeD (neo corpo speciale dell'azienda), mentre loro scendevano verso la hall con passo spedito. Puntavano dritti verso la porta, quando una voce li chiamò.
"Ehi, Squall! Ragazzi!"

Yuna correva verso di loro e l'espressione preoccupata sul suo viso faceva subito intuire che qualcosa non andava. Tuttavia, il gruppo sembrò interessarsi più alla sua salute che alla sua faccia.
"Davvero ti senti già bene?" domandò subito Selphie, lievemente preoccupata nel vederla già in piedi dopo la confusione della sera prima.
"Già" le fece eco Quistis "un po' di riposo ti avrebbe fatto solo del bene..."
"Non c'è tempo per queste cose!" tagliò corto Yuna, agitando freneticamente una mano davanti al viso "Avete sentito? Anche il vicepresidente è stato attaccato! Proprio domani avrebbe dovuto salire di grado e prendere il posto di Sharley, invece..." La ragazza lasciò la frase in sospeso e tutti immaginarono immediatamente il peggio.
"Invece?" le chiese Irvine, a nome di tutti.
"Invece ora è in infermeria, in condizioni delicate. Sembra non sia in fin di vita, tuttavia ha subito seri danni e potrebbe restarne traccia..."
"Certo che è strano" disse Zell, reggendosi il gomito con una mano e posando l'altro pugno sul mento mentre ragionava ad alta voce "in soli due giorni, il presidente della ShinRa è morto, il comandante dei soldier è stato attaccato e ora, come se non bastasse, lo stesso trattamento è stato riservato anche al vicepresidente..."
"Sembra che qualcuno stia tentando di distruggere l'azienda partendo dalle alte cariche..." proseguì Quistis, cercando conferma nello sguardo freddo e impassibile di Squall.
"Qual è il punto?" domandò lui, sintetico come sempre.
Yuna incrociò le braccia, prendendosi qualche istante prima di rispondere "L'azienda vi vuole ancora qui...almeno finché la questione non si sarà risolta..."
I sei ragazzi davanti a lei annuirono, senza fare una piega.
"Solitamente ci rivolgiamo al centralino per sapere se ci sono disposizioni per noi. Stavolta, però, so io cosa dovete fare: dovrete scoprire chi ha attaccato me, il vicepresidente e l'ex-presidente Kaim Sharley. I video della sorveglianza riprendono tutto, qui, ma non è insolito che non ci sia nessuno a controllare, sul momento. Riferirete direttamente al vicepresidente, Alexander Dean Sharley. È  molto scrupoloso nel suo lavoro e, soprattutto ora che l'azienda è completamente al suo comando, vuole essere al corrente di ogni singola mosca che si trova a volare nell'edificio..."
"Sharley non è il nome...?"
"È suo figlio." rispose Yuna, capendo in anticipo la domanda di Selphie. "A differenza del padre, però, lui era un soldato. Lavora per la ShinRa da quando aveva diciassette anni e si è guadagnato la carica che ha con anni di addestramenti e missioni. Una mente davvero brillante, la sua..."
"Ti ringrazio sentitamente" una voce alle spalle della ragazza la fece voltare d'istinto, sapendo chi si sarebbe trovata di fronte. Immediatamente, il soldier eseguì il saluto militare, subito ricambiata dal ragazzo di fronte a lei. Alexander D. Sharley stava in piedi di fronte a lei, sorridendo cordialmente alle sue parole. I sei ragazzi del garden lo scrutarono a fondo, vedendolo per la prima volta: ventidue anni, biondo e con gli occhi chiari, saggi, il corpo alto e robusto di un gran soldato, il sorriso dolce e affabile di un ragazzo come tanti, uno che la guerra non l'ha mai vista da vicino. Come poteva lui sembrare tanto...sereno? "Ma mi sopravaluti, te l'ho sempre detto..."
I due soldati si rilassarono praticamente nello stesso momento, sorridendo e chiacchierando come cari amici.
"La pubblicità non fa mai male..."
Sharley junior alzò le sopracciglia in una buffa espressione di divertimento, prima di rivolgersi ai SeeD.
"Tu devi essere il comandante Leonhart." esclamò, stringendogli la mano "Mi avevano detto che eri giovane, ma non credevo tanto...Mi auguro che continuerai a dare il meglio per l'azienda...e per il garden, naturalmente! Abbiamo sempre bisogno di elementi tanto validi!"
Squall annuì semplicemente, chissà perché infastidito da quelle parole.
"Beh, ora vi lascio andare: avete un compito da svolgere. Per quanto riguarda te, invece" voltò lo sguardo verso Yuna, puntandole un dito contro "avrei qualcosa da dirti."
I SeeD si allontanarono nella direzione opposta, mentre Yuna seguiva il ragazzo verso l'ascensore. Quando le porte si chiusero alle loro spalle, la ragazza non poté trattenere l'espressione insofferente che le si era formata sul viso.
"I video della sorveglianza?" domandò Sharley, schiacciando un tasto che Yuna non riuscì a vedere sulla lunga lista dei piani.
"Me ne sono sbarazzata." rispose lei, con un automatico tono freddo e distaccato.
"Bene" sussurrò l'altro, voltandosi verso di lei e posando una mano contro la parete accanto alla ragazza. L'espressione beffarda che lui aveva sul volto servì solo ad accentuare l'aria truce di lei. "Ma la prossima volta che ti azzardi ad attaccarmi...mi accerterò che tu non possa raccontarlo. Sono stato chiaro?"
Yuna distolse lo sguardo, stringendo i pugni con rabbia mentre si poggiava alla parete. "La prossima volta non sarai tanto fortunato, ricordatelo!"
Lui mostrò un sorriso sghembo, allontanandosi da lei proprio mentre le porte si aprivano. "Lo vedremo" sussurrò, mentre già si incamminava fuori dall'ascensore. "Lo vedremo..."

***

"Maledizione!" Zell picchiò un pugno contro il muro, gridando con rabbia. "Non abbiamo trovato niente! Niente!"
"Calmati, Zell." lo rimproverò Squall, avanzando nella stanza scura verso tutti quei monitor luminosi. Le telecamere di sorveglianza erano ovunque, all'interno della ShinRa, e non c'era luogo o momento nel palazzo che non fosse registrato. O meglio, qualcosa mancava, tra tutti quei video, ma Squall sapeva che era stata opera di qualcuno che non voleva farli arrivare alla verità. Sesto senso? Intuizione? Poteva essere qualunque cosa, fatto stava che ogni volta che aveva provato quella sensazione, chissà come il SeeD non si era mai sbagliato. Ora il problema era scoprire chi e perché avesse fatto sparire quei video. E poi, erano stati distrutti o c'era ancora speranza di ritrovarli?
"È inutile" Quistis tornò in quel momento dall'archivio, scuotendo la testa con aria frustrata "per quanto controlli la risposta è sempre la stessa: le uniche registrazioni mancanti sono quelle dei tre attacchi alle alte cariche della ShinRa. Non c'è altro da dire."

***

Yuna stava seduta su uno scoglio vicino al molo, lanciando in aria con ritmo cadenzato una scatola nera della grandezza di una cassetta. Al suo fianco erano posate altre due scatole totalmente identiche, umide per gli schizzi d'acqua che a volte le toccavano. La ragazza sospirò, riflettendo: aveva preso la prima cassetta perché...beh, ammettiamolo: sarebbe stato alquanto compromettente un video in libera circolazione in cui lei si lanciava contro il futuro presidente ShinRa, gridandogli contro di essere un demone. La gente non avrebbe capito...
E le altre due...sapeva esattamente perché le aveva prese: l'aveva fatto per proteggere Chris e questo non le andava giù. Certo, poteva sempre ripetersi che, in realtà, aveva voluto proteggerlo per non mettere a rischio la sua chance di battersi con lui e di catturare anche quel demone, ma non ci credeva neppure lei. Era talmente ovvio che non era per quella ragione! Cavolo, era stato proprio un bello shock vederlo in faccia...
Yuna inspirò a fondo l'aria salmastra, riempiendosi i polmoni di quell'odore frizzantino, quando dei passi alle sue spalle la fecero voltare indietro. Dovette trattenersi con quanta più forza di volontà aveva in corpo per non sorridere, o peggio, per non correre incontro al ragazzo che aveva davanti e gettargli le braccia al collo.
"Tu guarda com'è piccolo il mondo! Cloud, giusto?"
   
 
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