Eccomi tornata!!! Non veloce come l’altra volta, ma purtroppo sono
strapiena di impegni!! All’inizio di ogni capitolo vi lascerò i link con le
immagini, così chi vorrà potrà fare un po’ di “ripasso”! xD
Miyoshi --> http://i55.tinypic.com/ogxpty.jpg
Fumiyo --> http://i54.tinypic.com/14d2ey9.jpg
Oharu --> http://i55.tinypic.com/30lpj0j.jpg
Atsuko --> http://i53.tinypic.com/23jodc6.jpg
Izuki --> http://i56.tinypic.com/3322lqu.jpg
Rin --> http://i55.tinypic.com/i210y0.jpg
E adesso le risposte alle recensioni!!!!
visbs88: ciao!! Grazie per il commento e il
consiglio, starò più attenta!! :P tranquilla se non riuscirai a memorizzare
subito le immagini, io le ho messe soprattutto perché ci sono una quantità
infinita di personaggi in questa fanfiction, e ricordarsi solo i nomi è
impossibile XD le avventure inizieranno presto, questi primi capitoli sono
leggermente introduttivi perché, avendo appunto un sacco di personaggi da
inserire, questi iniziali vanno presentati bene, visto che sono tra i più
importanti! Presto ne succederanno delle belle, vedrai!!! Un bacio!!
serin88: ciao!!! Hai ragione, Izuki non è il tipo da
seguire Sesshomaru solo perché lui glielo ordina, ma… vedrai!! La tua curiosità
sarà appagata in questo capitolo, quindi preparati a leggere! :P e sì, Rin è
cresciuta parecchio! Sono contenta che ti piaccia l’idea delle immagini, io mi
sono divertita troppo a cercarle!! Baci!!
Dioni: ciao!! Eh già, il compito di Sesshomaru si
rivelerà più difficile del previsto, e non solo a causa di Izuki!! Ci saranno
numerose miko nella mia storia, ma non solo quelle! Ma in questo capitolo
comparirà la sacerdotesse superiore, che per me è stata una vera angoscia, non
riuscivo a trovare un’immagine che mi piacesse da associarvi! Dimmi il tuo
parere!! :P kiss!!
Chapter two: Sacerdotesse
«Penso che troverete Shizuki piuttosto sconcertante» commentò Atsuko a
metà strada, rompendo il silenzio fra loro. Sesshomaru non rispose. Non c’era
motivo per cui qualcosa dovesse sconcertarlo particolarmente.
«Siete la sacerdotessa del villaggio?» chiese con la sua voce fredda,
rimanendo un paio di passi indietro rispetto alla ragazza. Aveva un’aura
strana, qualcosa che spingeva a mantenere un certo rispetto nei suoi confronti.
Lei sorrise, facendo illuminare gli occhi di quel blu splendente. Ecco, quel
colore sì che era sconcertante.
«Sono un’apprendista; la sacerdotessa di questo villaggio si chiama
Kayoko e ha, oltre me, altre cinque allieve»
«E cosa se ne fa un villaggio di sei sacerdotesse?» osservò il demone
con tono indifferente.
«Non ci occupiamo solo di questo villaggio, ma di tutta la regione; qui
intorno ci sono una dozzina di villaggi molto piccoli, che non hanno un tempio
proprio» spiegò morbidamente Atsuko, avvicinandosi senza fretta alla cima del
colle. Sesshomaru tacque. Arrivati davanti al portone del tempio la ragazzina
si voltò verso di lui, piantando quei suoi zaffiri negli occhi ambrati del
principe, che la guardò impassibile.
«Non sono tutte come me, le sacerdotesse. Io comunque mi chiamo Atsuko»
Entrando nel tempio, Sesshomaru si chiese cosa volesse dire.
«Restate a pranzo, vero?? Oh, vi prego, ditemi di sì!!!»
«Fumi, smettila di infastidire il
nostro ospite» la rimproverò fermamente Atsuko, aggiungendo un posto alla lunga
tavola. Fumiyo per tutta risposta si aggrappò ad un braccio del demone,
guardandolo con occhi adoranti. Sesshomaru le lanciò un’occhiata gelida che
avrebbe congelato anche un vulcano, ma che sembrò non sortire alcun effetto su
quella petulante ragazzina. Da quando lui e Atsuko erano arrivati al tempio
quella sottospecie di inviata dell’inferno si era attaccata a lui come una
sanguisuga, mangiandoselo con gli occhi e chiedendogli continuamente di restare
a pranzo con loro. Sentiva che presto il suo sangue avrebbe imbrattato le
pareti della stanza.
A parte le due apprendiste non
c’era nessun altro nella stanza, anche se quella Fumiyo aveva detto qualcosa
come “le altre stanno arrivando”, facendogli temere il peggio. Iniziava a
capire cosa volesse dire Atsuko con quella frase, e non ne era affatto
contento. In quel momento entrò una terza ragazzina che lo squadrò con
ostilità, avvicinandosi ad Atsuko. Aveva un abbigliamento che Sesshomaru
avrebbe definito “sconclusionato”; era come se avesse sommato vari pezzi di
abiti e armature trovati in giro. Il risultato non era certo dei migliori, e il
demone dubitava anche della sua funzionalità. Appena la vide l’esagitata
chiamata Fumiyo le saltò letteralmente su un braccio, arpionandoglielo come una
piovra. Sesshomaru si sentì improvvisamente in pericolo e notò perfettamente la
risatina nascosta di Atsuko a quella scena.
«Izuuu, guarda chi c’è!! Lui è il
Nobile Sesshomaru, è un principe!!!» esclamò esaltata la ragazzina dai capelli
bluastri, tirando energicamente l’altra che, strano ma vero, riuscì a resistere
e rimanere al proprio posto. «Diglielo anche tu che ci farebbe molto piacere
averlo a pranzo!!! Ti pregoooo…»
Sesshomaru pensò che mai come in
quel momento aveva desiderato uccidere una femmina umana.
La nuova arrivata – Izu, o quello
che era – emise un verso sprezzante, scrollandosi di dosso Fumiyo con un gesto
secco. «No, non ci farebbe affatto piacere averlo a pranzo» sbottò, incrociando
le braccia. «Cosa sei venuto a cercare qui, demone?»
Il principe assottigliò appena
gli occhi, infastidito dal tono della ragazza.
«Una persona» rispose
freddamente. «Una che si chiama Shizuki»
L’altra sbuffò. «Io sono Shizuki. Ma qui tutti mi
chiamano Izuki, o Izu»
Sesshomaru la squadrò in
silenzio. E quegli idioti al castello gli avevano fatto percorrere chilometri e
chilometri di strada per quella… quella… squallida
umana??
«Deve esserci un errore» osservò
senza scomporsi. L’altra sbuffò maggiormente.
«Senti un po’, signor principe, cosa ti aspettavi? Uno spirito?
Una demone? Un mostro?»
Sesshomaru non rispose. In
effetti, cosa si aspettava? Di sicuro non una gracile ragazzina umana.
«Mi è stato riferito di un’aura
anomala proveniente da una femmina di nome Shizuki» disse infine, impassibile.
«Beh, ti è stato riferito male!»
esclamò Izuki esasperata, alzando gli occhi al cielo.
Ma si tradì.
Sesshomaru avvertì per un istante
infinitesimale un cambiamento nell’aura della ragazza, qualcosa come
un’increspatura… fece un passo verso di lei, senza mostrare alcuna espressione
sul volto.
«Sai combattere?» le chiese a
bruciapelo, fissandola. Izuki sembrò scocciata. Forse credeva di aver vinto,
pensò Sesshomaru con soddisfazione, tendendo i sensi al massimo per sentire
ancora quella lieve incertezza.
«Certo, sono una guerriera»
ribattè lei con voce tagliente.
Eccola.
Come un piccolo sassolino tirato
nell’acqua che la increspa appena per qualche istante, ma abbastanza a lungo da
poter essere visto da un occhio umano. L’aura di Shizuki faceva la stessa cosa:
quando i sentimenti della sua padrona erano troppo intensi o troppo improvvisi
si creava una piccola frattura, che subito veniva richiusa, ma non abbastanza
in fretta per i suoi sviluppati sensi da demone. Aveva davvero pensato di
poterlo ingannare?
La guardò sprezzante. «E che tipo
di guerriera potrebbe mai essere una ragazzina umana?»
«Una guerriera e basta»
intervenne una voce alle sue spalle. Sesshomaru non si voltò; era talmente
concentrato a percepire le variazioni nell’aura di Shizuki che non si era
accorto dell’arrivo di qualcun altro? Impossibile. Tese i sensi.
Nulla.
«Io sono Kayoko, la Sacerdotessa
di questo villaggio» continuò la voce misteriosa, permettendo alla sua padrona
di entrare infine nel suo campo visivo. (http://i52.tinypic.com/xqdws5.jpg)
La Sacerdotessa era una donna
dalla bellezza mozzafiato e appariva effimera e delicata come un soprammobile
di porcellana, con una sfumatura nostalgica nello sguardo e nella voce; dai
suoi movimenti sembrava fatta d’aria e dava in generale la sensazione di
qualcosa di molto fragile, che poteva rompersi al minimo tocco. La voce era fin
troppo dolce e triste, cosa che dava un fastidio indescrivibile al demone. Tutto
in lei gridava debolezza.
La donna si avvicinò al tavolo e
posò l’elaborato copricapo ornato di gioielli che portava in testa, facendo
svolazzare le ampie maniche. La sua veste era diversa da quelle delle altre
ragazze, molto più sontuosa e di colori diversi; il simbolo di una Sacerdotessa
della Luce, una donna che aveva salvato più di mille vite. Com’era possibile?
Era troppo giovane per poter ricoprire quella carica…
«Io sono Sesshomaru, Signore
delle Terre dell’Ovest» rispose impassibile. La Sacerdotessa lo osservò a lungo
e infine decise di parlare.
«So perché siete qui» esordì con
un sospiro, sedendosi. «Le vostre terre sono minacciate e voi avete bisogno di
un potere in grado di salvarle» fece una pausa, durante la quale nessuno osò
fiatare. «Non vi dirò che qui non lo potreste trovare» proseguì infine. «Perché
sarebbe una menzogna»
«Sacerdotessa!» esclamò Izuki
sconvolta, interrompendola. La crepa nella sua aura si fece più profonda e
Sesshomaru quasi sussultò per la sensazione di pericolo che percepì.
«Izu, stai calma» rispose Kayoko
con voce dolce. «So quello che faccio. Sono andata a parlare con Maeko non
appena ho saputo dell’arrivo di un demone nel villaggio e lei è d’accordo con
me»
La ragazza tacque, chinando il
capo, ma a Sesshomaru non sfuggì il modo in cui strinse rabbiosamente i pugni.
«Nobile Sesshomaru, io non posso
fornirvi informazioni dettagliate riguardo al potere che state cercando, ma
conosco chi potrebbe farlo; per oggi sarete nostro ospite qui nel tempio.
Domani potrete incontrare questa persona e ascoltare la sua proposta»
Il demone valutò silenziosamente
ciò che la sacerdotessa aveva detto; in fondo lui non aveva alcuna fretta di
partire e, più il tempo passava, più la voglia di sapere cosa si nascondeva in
quel villaggio cresceva. Annuì.
Fumiyo, che era stata
incredibilmente in silenzio per tutto il tempo, evidentemente messa in
soggezione dalla presenza della Sacerdotessa, al suo cenno gli si aggrappò nuovamente
al braccio con un gridolino terribilmente fastidioso.
«Sììììì, il Signor Sesshomaru
rimane qui con noi!!!!!»
Il demone, scostando lo sguardo,
incontrò quello di ghiaccio di Shizuki, che si voltò con stizza e lasciò la
stanza. Un tocco leggero gli raggiunse la veste.
«Venite, vi mostro la vostra
stanza» lo invitò allegramente Atsuko, facendogli cenno di seguirla. Forse
avrebbe dovuto dirgli che era solito dormire nel bosco, ma per qualche ragione
che non volle cercare la seguì silenziosamente, con Fumiyo ancora attaccata al
braccio. Rin e Jaken erano abituati ad aspettarlo anche per giorni, concluse,
osservando il sorriso della ragazza dagli occhi blu.